Notte di fuoco a Messina e Barcellona

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Notte di fuoco a Messina e Barcellona
Notte di fuoco a Messina e Barcellona
Nottata di fuoco in città e provincia. A Patti due gli avvertimenti di stampo mafioso. Gli
episodi sono stati firmati con due atti incendiari verificatisi la notte scorsa in altrettante
frazioni alla periferia del centro abitato: Scala di Patti e Moreri, non indenni in passato da
episodi del genere.
In aperta campagna, nel primo agglomerato dì case, è stato dato fuoco a un trattore
cingolato provocando danni per circa 50 milioni e rendendo il mezzo totalmente
inutilizzabile. Il trattore, di proprietà di Giovanni Granata, 70 anni, momentaneamente era
adibito per lavori di recinzione di uri podere privato. Sotto il trattore è stata rinvenuta una
pecora sgozzata, chiaro segnale di natura mafiosa.
A Moreri invece è stato incendiato un furgone Fiat Iveco Daily, di proprietà di Felice Scaffidi, 36 anni. I danni, in questo, caso, ammonterebbero a circa 20 milioni di lire. Sui luoghi
degli attentati, scattato l’allarme, sono intervenuti i Vigili del fuoco e i carabinieri del
Nucleo radiomobile della Compagnia di Patti i cui uomini hanno operato al comando del
tenente Francesco Geraci. Gli investigatori intendono accertare, fra le altre cose, se, fra i
due episodi vi sia un nesso anche perché non sarebbe da escludere la mano del racket delle
estorsioni. Le indagini infatti sarebbero orientate verso la vendetta o l'avvertimento di
stampo mafioso. Non è la prima volta che le due vittime subiscono danni di natura
patrimoniale i cui autori sono rimasti, per il momento, sempre ignoti. Per quanto riguarda il
Granata in particolare, si tratterebbe del terzo "avvertimento". In un caso gli furono rubate
numerose pecore; successivamente fu versato acido corrosivo nei serbatoi di alcuni mezzi
agricoli provocando ingenti danni e, in ultimo, quello della notte scorsa, quando gli è stato
bruciato il trattore cingolato. Per quanto riguarda quest'ultimo episodio sembrerebbe che,
dopo l'incendio alimentato da carcasse di gomme per auto, sia stata vista un'utilitaria, allontanatasi subito dopo a tutto gas: presto potrebbe essere rintracciata dai carabinieri che
avrebbero in mano alcuni elementi utili forniti da testimoni.
A Barcellona un rogo di autovetture si è, verificato nella notte di ieri nel quartiere Centineo.
Il fuoco di chiara origine dolosa, ha avvolto e distrutto tre auto parcheggiate lungo due
strade del popolare quartiere e in prossimità di alcuni plessi condominiali. Due Fiat "Uno e
una Renault 5 sono state completamente distrutte dalle fiamme appiccate intorno all'una e
mezza di ieri notte. L'obiettivo degli incendiari - secondo una prima ricostruzione operata
da carabinieri e polizia - dovevano essere le due Fiat Uno che appartenevano ad un dipendente dell'azienda di acque minerali "Ciappazzi" di Terme Vigliatore, Filippo Mazzeo,
59 anni, originario di Castroreale ma da tempo residente a Barcellona in via Stretto
Casanova 15 e alla giovane figlia Angela, 23 anni, residente nella stessa abitazione del
padre. Le lingue di fuoco, accidentalmente, si sono poi estese ad un'auto parcheggiata
vicino, la Renault 5 targata CT 800990 di proprietà del barcellonese Santo Romano, 48
anni, residente nella stessa zona. L'auto è stata parzialmente danneggiata. Le due Fiat "Uno"
(targate TO 90126H e TO 20109P), erano state parcheggiate in due diverse strade di
Centineo: la via Mario Rapisardi e la via Cairoli, in prossimità del civico 227.
L'allarme è scattato venti minuti prima delle due del mattino. Sul posto, per spegnere le
fiamme, sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Milazzo (caposquadra
Daniele Biondo), i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Barcellona e
l'equipaggio di una "Volante" della polizia del locale commissariato. Dopo i primi
accertamenti investigativi restano ancora sconosciuti i motivi dell'atto incendiario. Tra
l'altro l'uomo svolge mansioni di operaio e ciò rende ancora più difficile il compito degli
investigatori che, nel caso specifico, non riescono a capire la matrice che ha portato all'atto
intimidatorio. Sarebbe invece da addebitare a un corto circuito, secondo quanto avrebbero
accertato gli stessi vigili del fuoco del distaccamento di Taormina, l'in cendio che nel
pomeriggio di mercoledì ha danneggiato la copertura del corridoio e parte dell'abitazione
del parroco Teodoro Di Bella nella chiesa Immacolata di via Umberto sul lungomare di
Giardini Naxos
ad angolo con il corso Tysandros. A dare l'allarme, poco dopo le 15, sono stati alcuni
avventori di un vicino bar che, improvvisamente, hanno visto del fumo uscire dalle finestre
della chiesa, conosciuta in paese come chiesa di San Giovanni, dal nome del quartiere in
cui si trova. Avvertita la centrale operativa dei carabinieri, che sul posto ha inviato
l'equipaggio di una "gazzella". Dopo breve sono anche arrivati i vigili del fuoco che ben
poco hanno potuto fare per limitare i danni che ammonterebbero a circa 30 milioni di lire
anche se si attende una stima esatta.
A Messina sono ancora da accertare le cause del rogo che, in via Lenzi 2. Poco dopo le
due ha distrutto il deposito di abbigliamento gestito da Rosetta Sdao, 42 anni. In fumo
sono andati centinaia di capi di abbigliamento per un valore complessivo di poco più di 15
milioni di lire. Sul posto sono intervenuti oltre ai vigili del fuoco, anche i carabinieri del
nucleo radiomobile che hanno avviato le indagini. Il negozio non era coperto da
assicurazione. Fortunatamente nessun danno per le abitazioni del palazzo in cui si trova
l'esercizio commerciale. Poco più tardi in via Gioacchino Chinigò, al villaggio Aldisio, un
incendio doloso - secondo quanto dichiarato dalla Polizia - ha danneggiato la Lancia “Y
1200” di proprietà del ventenne Mirko Discolpa. Indagini sono in corso.
A San Filippo superiore è stata invece data alle fiamme una Fiat 127. L'auto, di cui si
sconosce il proprietario, è andata completamente distrutta. Anche in questo caso le cause
sono di chiara natura dolosa. Gli investigatori, vicino la carcassa, hanno rinvenuto liquido
infiammabile.
EMEROTECA ASSOCIAZIONE MESSINESE ANTIUSURA ONLUS