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Udine United Rizzi Cormor
MAGGIO ’16
“Il calcio
non dà nulla
a chi non dà
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06/06/2016
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08/06/2016
Dalle 17.00 al
campo Rizzi
VOLUME 2, NUMERO 5
Visione periferica ed emozioni – Seconda parte
Nel precedente numero della newsletter (v.2, n.4), abbiamo visto che la visione periferica è fondamentale anche nell’attività sportiva, in quanto ci permette di tener conto
della posizione di un compagno o di un avversario, anche in zone laterali del campo
visivo. L’ampiezza del nostro campo visivo è fortemente influenzata dalle emozioni
provate al momento: infatti, quando proviamo ansia o paura, il nostro focus percettivo
tende a restringersi molto. Di conseguenza, gli elementi all’interno di questo focus
sono percepiti con grande dettaglio; viceversa, quelli che cadono nella periferia del
campo visivo vengono ignorati. E così non ci accorgiamo di un compagno che si è
smarcato per dettare il nostro passaggio.
Perché avviene ciò? Guardiamo cosa accade in natura da migliaia di anni: quando la
gazzella avverte la presenza del leone, non deve percepire null’altro che il predatore.
In questo caso il suo focus percettivo si restringe alla sola
fonte di pericolo e tutto il resto
viene ignorato. Questo meccanismo funziona anche nell’essere
umano: quando percepiamo una
minaccia, il nostro focus si restringe in maniera significativa e
rischiamo di perdere tutto
quanto avviene nella periferia
del campo visivo.
Questo restringimento tuttavia
non riguarda solo il campo percettivo (per cui non ci accorgiamo di un compagno in
una posizione periferica) ma anche il recupero delle informazioni dalla memoria: in
altri termini, sono così focalizzato sulla minaccia percepita (l’avversario che ho di
fronte) che non ricordo quanto mi ha spiegato l’allenatore poco prima negli spogliatoi.
D’altro canto, è anche vero l’opposto: la totale assenza di ansia può avere effetti distraenti. In altri termini, invece di concentrarci sulla partita (oppure, se fossimo studenti, sull’esame), la nostra mente vaga su qualsiasi stimolo presente nell’ambiente,
anche del tutto scollegato dall’attività in corso.
Ancora una volta, allora, il compito di un atleta (e del suo allenatore) è quello di saper
modulare l’attivazione emotiva: troppa poca ansia ci rende distraibili, troppa ansia ci
rende rigidi.
Il calcio nei libri
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“Lo spazio della libertà" racconta un affascinante viaggio nel
tempo, nel calcio e nella società contemporanea, seguendo il
percorso dell'idea rivoluzionaria nata in Olanda intorno alla
metà degli anni Sessanta insieme ai primi frutti della ribellione giovanile e poi inveratasi, in una continua evoluzione di
se stessa, in diversi modi, tempi e luoghi: dall'Ajax di Rinus
Michels al Feyenoord di Ernst Happel, passando per la Dinamo
Kiev di Lobanovskij e i miracolosi Derby County e Nottingham
Forest di Brian Clough, per arrivare al Milan di Sacchi e al
Barcellona a tinte arancioni di Cruijff, Van Gaal e Rijkaard,
premesse ineludibili del ciclo straordinario di Pep Guardiola.”
Fabrizio Tanzilli – Lo spazio della libertà – Ed. Ultrà.