Arrivederci ragazzi - scheda

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Arrivederci ragazzi - scheda
Istituto S. Francesco di Sales – Liceo classico e scientifico “Don Bosco”
ARRIVEDERCI RAGAZZI
(Au revoir, les enfants)
Regia: Louis Malle, Francia- Germania 1987 - durata 104 min.; genere: drammatico
Festival di Venezia - Leone d’Oro
European Film Award - Miglior Sceneggiatura
Sinossi: Francia, 1944. Al termine delle vacanze di Natale, il piccolo Julien Quentin torna al collegio
cattolico del Bambin Gesù insieme al fratello maggiore François e ai suoi compagni di studio. Alla
scolaresca del collegio si sono appena aggiunti tre nuovi alunni; fra questi c’è Jean Bonnet, un ragazzo
schivo ed introverso. Dopo un’iniziale diffidenza reciproca, ben presto fra Jean e Julien nasce una
stretta amicizia.
TEMI: Amicizia, razzismo, educazione, nazismo
Storia autobiografica del grande regista francese Louis Malle, “Arrivederci ragazzi” è
un film prima di tutto sull’amicizia e sull’educazione sullo sfondo del quale si consuma
l’orrore dell’Olocausto. In numerose occasioni il cinema si è trovato a raccontare questa
tragedia e il dramma di coloro che l’hanno vissuta sulla propria pelle. “Arrivederci
ragazzi” spicca fra i tanti titoli raccontando l’antisemitismo dal punto di vista reale di
un bambino innocente.
Raffinatissima e intensa è la caratterizzazione psicologica dei personaggi sia principali
sia secondari, una caratterizzazione talvolta tratteggiata solo da sguardi, sorrisi,
silenzi, spazi vuoti di parole. Altrettanto intensa è la descrizione della routine
scolastica di questo gruppo di ragazzi in collegio: le lezioni, i giochi durante la
ricreazione, gli scherzi, le piccole angherie, le difficoltà del periodo della guerra (i
bombardamenti durante le ore di studio, la povertà, il mercato nero). Emerge fra le
righe un significativo messaggio sul potere dell’arte e della fantasia che accomuna i due
protagonisti. Sarà infatti la condivisione della reciproca passione per i romanzi, per la
musica e per il cinema (con la proiezione de “L’emigrante” di Charlot) a far superare ai
ragazzi l’iniziale diffidenza e a far nascere tra loro una profonda amicizia. Tante sono
le scene da ricordare, tra le più significative l’avventurosa caccia al tesoro nella foresta
e la coraggiosa omelia contro la cupidigia pronunciata da padre Jean (Philippe MorierGenoud), vero padre spirituale per gli scolari con la sua straordinaria lezione sul “buon
uso della libertà”. La sequenza finale, tristissima, con il lungo primo piano sul viso di
Julien, è una delle pagine più commoventi e famose della storia del cinema.
Valutazione critica – Accolto da un meritatissimo successo di critica e di
pubblico in tutto il mondo il film è stato vincitore oltre che del Leone d’Oro nel 1987
anche di sette premi César (tra cui miglior film, regia e sceneggiatura). “Arrivederci
ragazzi” è uno dei più famosi film della carriera di Louis Malle. Il film è stato definito
“lontano dalla ricerca linguistica tipica di Malle” come se la ferita non rimarginata del
ricordo d’infanzia “imponesse – al regista - uno sforzo di autocontrollo stilistico”. La
fotografia predilige toni cromatici freddi che traducono il senso di oppressione
invernale insieme all’ atmosfera cupa della Francia occupata.
La regia - Louis Malle (1932 – 1995) è un noto regista e sceneggiatore francese.
Formatosi alla scuola superiore di cinema di Parigi vince, nel 1955, la Palma d'oro al
Festival di Cannes con il documentario subacqueo “Il mondo del silenzio” e nel 1956,
per lo stesso, il Premio Oscar. Durante le riprese subisce la rottura di un timpano a
causa di un'immersione in profondità e non potrà più lavorare a questo genere di
documentari.. Comincia, dunque, la sua carriera di regista, nel periodo della Nouvelle
Vague, movimento al quale comunque Malle non dichiarerà mai di voler aderire,
seguendo una sua linea parallela, ma sempre distinta. Tra i suoi film: “Ascensore per il
patibolo”; “Zazie sul metrò” (tratto dall'omonima opera di Raimond Queneau)
“Cognome e nome: Lacombe Lucien” (dedicato alla tragedia dell'Olocausto e candidato
all'Oscar nel 1974) Crackers (remake statunitense de I soliti ignoti di Mario Monicelli)
“Vanya sulla 42esima strada”.
Per riflettere…
“Arrivederci ragazzi si ispira al ricordo più drammatico della mia infanzia”
Così Malle presenta la sua opera alla Mostra del Cinema di Venezia. Il suo punto di
vista, nel film, è affidato a Julienne, personaggio che, attraverso una serie di “addii”,
dice “addio” alla sua infanzia. Anche titolo stesso è un saluto. Julienne dovrà salutare
tutte le persone che ama: la madre (all’inizio del film) l’amico e il padre spirituale (alla
fine). Il bambino si sta separando dall’età dell’innocenza, ma crescere non significa
soltanto smettere di bagnare il letto o vedersi spuntare la peluria sul viso: significa
confrontarsi con i modelli maschili della sua famiglia (un padre assente e un fratello
che lo tratta con sufficienza). Quando riconoscerà in Bonnet il vero fratello e in perre
Jean il vero padre purtroppo li perderà.
Quella del rettore è una paternità spirituale di fondamentale importanza: Julienne da
grande vuole diventare prete, non ingegnere come vorrebbe la sua famiglia. Solo perre
Jean sa leggergli dentro e sa parlargli di amore, pietà, giustizia, libertà.
“L’educazione, quella vera, consiste nell’insegnarvi a fare buon uso della
libertà”. Questa è la grande lezione di padre Jean il cui “arrivederci” finale è un addio
(morirà ad Auswitz; mentre Bonnet a Mauthausen).
Malle tiene sempre al livello dell’infanzia il punto di vista della narrazione,
soffermandosi spesso sulla trasfigurazione realtà-fantasia. Ciò avviene anche quando
racconta la guerra. Ovviamente i segni concreti sono tanti, ma altrettanto numerose
sono le trasposizioni metonimiche dell’evento: la guerra “giocata” durante la
ricreazione, le battaglie sui trampoli in forma di Chanson de geste. Tutto diventa
metafora del conflitto civiltà/ barbarie nazista. Tutto ha un secondo significato e in
questo consiste la poesia di questo film.
Cosa rappresenta simbolicamente lo spazio protetto del collegio per i ragazzi?
Quali sono le scene relative all’antisemitismo che ti hanno maggiormente
colpito?
“IL GARZONE SCIANCATO CHE DENUNCIA I RAGAZZI EBREI DIVENTA IL SIMBOLO DI UN
ATTEGGIAMENTO ASSAI DIFFUSO E DA ALCUNI STUDIOSI EVIDENZIATO COME IMPORTANTE NEL
DETERMINARE IL CONSENSO NEI CONFRONTI DI REGIMI AUTORITARI: LA FRUSTRAZIONE E IL
SENSO DI INFERIORITÀ TROVANO ILLUSORIA COMPENSAZIONE NELLO SCHIERARSI DALLA PARTE
DEL PIÙ FORTE CONTRO LE MINORANZE OPPRESSE”.
Cosa ne pensi?
Altri elementi di discussione: 1. Vita di collegio. 2. Essere un bambino
diverso. 3. Educare vuol dire…3. La vocazione religiosa. 4. La guerra, la pace
Per approfondire
H. ARENDT, La banalità del male, Feltrinelli, Milano 2003.
G. BASSANI, Il giardino dei Finzi Contini, Einaudi, Torino 1999.
N. DI FRANCESCO, Il costo della libertà, Bonanno, Acireale 2007.
P. LEVI, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino 1958.
P. LEVI, La tregua, Einaudi, Torino 1963.
P. LEVI, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986.
V. PAPPALETTERA, Tu passerai per il camino, Mursia, Milano 1966.
Elie WIESEL, La notte, traduzione di Daniel Vogelmann, La Giuntina, Firenze 1992.
Film “La settima stanza” – Edith Stein, una testimonianza di fede e martirio (di Márta
Mészáros)
Bibliografia
AA. VV., Cameraphoto. Il volto del Novecento. Cameraphoto. Il volto del Novecento. Arte, Cinema e
Spettacolo alla Biennale e al Festival di Venezia, Silvana Editrice, 2008.
G.P. Brunetta, Dizionario dei registi del cinema mondiale, Einaudi, 2006.
Louis Malle, Arrivederci ragazzi (a cura di A. Gagliardi., P. Bertolino), Archimede, 1993.
P. Mereghetti, Dizionario dei film, Baldini e Castoldi, 2007.
M. Morandini, Dizionario del Cinema, Zanichelli, 2000.
Sitografia
www.cameraphoto.it/
www.comingsoon.it/
http://filmedvd.dvd.it/