L`ospizio dei poveri di Beaune
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L`ospizio dei poveri di Beaune
www.salutare.info Sanità a cura del dr. Aldo Sabato - Farmacista L'ospizio dei poveri di Beaune Dal Medioevo una lezione di civiltà e di buona Sanità: la visita di Beaune tra castelli, ospedali per i poveri e altri piaceri più terreni. I circa quaranta chilometri che separano Beaune da Digione, capitale della Borgogna, regione della Francia nota, tra l'altro, per i suoi eccellenti vini, si snodano in un dolcissimo paesaggio, in cui castelli medioevali dall'aspetto fiabesco dominano dall'alto di soavi colli gli sterminati vigneti sottostanti. Dovunque è un susseguirsi di filari di viti dall'aspetto curato e ordinato, e una natura felicemente assecondata allo scopo di trarre vantaggio per l'uomo non resta comunque offesa dalle pittoresche insegne pubblicitarie che invitano a soffermarsi in questo o quello château per degustare questo o quel vino, specialità della zona. Nelle belle giornate di settembre, con la campagna che inizia ad assumere i caldi toni dorati delle foglie che ingialliscono, il panorama è di una bellezza struggente e, per qualche momento, riesce a far dimenticare gli affanni quotidiani. L'arrivo a Beaune può trarre in inganno il viaggiatore che vi si rechi per la prima volta: un'ampia periferia con traffico intenso ma ordinato, potrebbe far pensare ad una città ben più grande. In realtà raggiunge a malapena i ventimila abitanti. Dopo aver oltrepassato la cinta di mura medioevali e lasciata l'auto in prossimità di Place Monge, cuore del centro storico, ci si addentra per le viuzze, lasciandosi trasportare dal fascino di mille angoli discreti e attraenti, di torri, di hôtels particuliers, di edifici storici e monumentali. sua progettazione è dimostrata dal fatto che il complesso architettonico è stato adoperato come ospedale fino al 1971. Fino a che non ci si trova, quasi senza che ce lo si aspetti, davanti a quello che è il monumento più insigne della città: l'Hôtel-Dieu, l'antico Ospedale Maggiore fondato nel 1443 da Nicolas Rollin, cancelliere del duca di Borgogna Philippe le Bon, gioiello dell'architettura medioevale borgognona di ispirazione fiamminga. Soprattutto, impressiona l'alto senso sociale che aveva pervaso gli ideatori di un ospedale concepito per l'effettiva cura del malato, mentre la maggior parte degli ospedali contemporanei erano poco più che lazzaretti in cui poveri sciagurati venivano abbandonati al loro destino, dal momento in cui le famiglie non erano più in grado di curarli per incapacità o per motivi economici. Alla fine della guerra dei cent'anni, Beaune è in preda alla miseria e alla carestia. Tre quarti dei suoi abitanti sono privi di risorse e versano in condizioni estremamente disagiate. Per assicurarsi il paradiso, il Cancelliere e sua moglie decidono allora di creare l'Ospizio dei Poveri: gli assegnano una rendita annuale e delle proprietà e si rivolgono a numerosi artisti per realizzarne la decorazione. Senza interruzione, dal medioevo al XX secolo, le suore dell'Ospizio di Beaune hanno accolto e curato numerosi malati nelle sue corsie. La sua fama era sempre più diffusa non solo presso i poveri, ma anche presso i nobili e i borghesi, i cui doni hanno permesso, nel corso del tempo, di abbellire e ingrandire l'ospedale, con la creazione di nuove sale e l'apporto di nuove opere d'arte. La modernità della La visita dell'interno ci porta ad un mondo affascinante in cui gli ultimi respiri dell'alta spiritualità medioevale si stemperano in quelli che volevano essere i primi tentativi rinascimentali di una scienza moderna. Le varie sale, un tempo adibite alle funzioni specifiche di un ospedale, ora svolgono la funzione di accompagnare il visitatore lungo un percorso che asseconda la memoria dell'antico, ma anche l'evoluzione della scienza medica, e tutto l'impianto museale è studiato per ricreare l'atmosfera dell'epoca in cui ebbe la sua piena funzionalità. Attrezzi di uso medicale, strumenti chirurgici alla cui vista c'è di che inorridire, oggetti per le piccole necessità quotidiane di un ammalato, esposti in piccole e numerose vetrine, preferibilmente in prossimità del posto in cui venivano utilizzati, sono disposti lungo un percorso che ricrea al tempo stesso l'atmosfera dell'epoca e l'afflato di modernità alla base dell'idea che aveva portato alla realizzazione di questa struttura. I letti a baldacchino delle camerate dalle volte lignee a carena con travi decorate e dipinte erano concepite in modo da preservare una doverosa intimità dell'ammalato e, nello stesso tempo, da rendere funzionale l'assistenza da parte del personale addetto. 20 www.salutare.info www.salutare.info Stupisce, dunque, la modernità della concezione complessiva dell'istituto, che ha potuto essere utilizzato per le sue specifiche funzioni per ben cinque secoli! Tutte le sale affacciano su un meraviglioso cortile interno rettangolare, da cui si possono intravedere gli alti tetti spioventi ricoperti da piastrelle smaltate a vivaci colori, che formano un disegno geometrico che è diventato un po' il simbolo della città. Sul cortile si affaccia anche la farmacia. Nel medioevo, tutti gli ospedali disponevano della loro farmacia, non esistendo una produzione organizzata di sostanze medicinali. La scienza farmaceutica era ancora agli albori e, essendo ancora fortemente intessuta di magia e superstizione, utilizzava gli ingredienti più vari e talvolta addirittura fantasiosi, spesso di provenienza locale. Infatti, un passaggio coperto conduce all'orto, che permetteva di coltivare alcune delle erbe utilizzate in terapia. Una prima sala della farmacia presenta, ordinato in una splendida dispensa del settecento, un superbo campionario degli oggetti di peltro utilizzati nel corso dei secoli all'Ospedale. In una seconda sala, la Farmacia vera e propria, gli scaffali ospitano dei vasi in vetro e maiolica di Nevers che servivano a contenere gli “specifici” i cui nomi possono talvolta darci da pensare: polvere di onisco, occhi di gambero di fiume, polvere di noce vomica, elisir della proprietà, accanto ad erbe e principi attivi cui la scienza medica moderna ha riconosciuto valide proprietà terapeutiche. Una lezione di civiltà, insomma, da cui ancora oggi si potrebbero trarre utili insegnamenti. Quanti ospedali di oggi potrebbero prenderne esempio... alutare 21