Una comparazione tra le reti di amministratori nelle - side

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Una comparazione tra le reti di amministratori nelle - side
Una comparazione tra le reti di amministratori
nelle principali società quotate in Italia, Francia e
Gran Bretagna
Paolo Santella*, Carlo Drago**, Andrea Polo,*** Enrico Gagliardi****1
* Banca D'Italia
** Università di Napoli “Federico II”
*** Università di Cambridge
****Università di Roma LUISS
Abstract:
The purpose of the present paper is to contribute to the empirical literature on
country interlocks by illustrating and analysing the interlocking directorships in
the first 40 Italian, French and British Blue Chips as of December 2007
(Italy)/March 2008 (France and uk). The theoretical literature identify two
possible explanations for interlocking directorships, on the one hand the
collusion among players in the same market or in general among enterprises that
have business relations among themselves; on the other hand the interest for
enterprises to have on their boards bankers, suppliers, and clients so as to
reduce information asymmetries. Our findings show two different national models,
the French-Italian one and the British one. The first model seems to be
characterised by a higher number of companies linked with each other through
interlocking directorships; the second model by a more limited number of
companies that share just one director at the time. The British system seems to
correspond more to the theoretic model of relying creditor and debtors and
suppliers and their clients rather than to the collusive model. As for France and
Italy, the extent and the redundancy of links among the main listed companies
seem to go beyond the need to rely debtors and creditors and suppliers
and clients: because of the number of directors in common, their personal profile,
the characteristics of the companies connected to each other, the higher degree of
centralization of the network than the United Kingdom. While the Italian-French
system seems to be closer to the collusive function indicated by the theoretic
literature, the observation that it also connects companies which do not seem to
operate in the same market seems to point also towards a comparison with
centralised economic models.
Keywords: Corporate Governance, Interlocking Directorships, Board Turnover,
Antitrust, Competition, Social Network Analysis (SNA), Exploratory Data Analysis
(EDA), Empirical Corporate Finance
Classificazione JEL: C0; L1; L4; G3; M2.
1. INTRODUZIONE.
GOVERNANCE
IL
RUOLO DEGLI AMMINISTRATORI IN COMUNE NELLA CORPORATE
Diverse sono le teorie sulla funzione delle interconnessioni tra società per
azioni attraverso la condivisione di amministratori. La rassegna fornita sul tema
da Mizruchi (1996) illustra tre principali ragioni sottese alla formazione di
1
Le opininioni espresso in questo articolo sono strettamente personali e non coinvolgono in nessun modo la Banca
d'Italia. Gli autori ringraziano Marcello Bianchi per le osservazioni e i consigli ricevuti pur restando i soli responsabili
di eventuali errori e omissioni.
interconnessioni: collusione, cooptazione e controllo, progressione in carriera e
coesione sociale.
Per quanto riguarda la prima ragione, l’ampio dibattito sulle cause e le
conseguenze delle interconnessioni risale ai primi anni del ventesimo secolo
quando il Comitato Pujo del Senato americano, analizzando i collegamenti tra le
principali banche di New York e il settore industriale sostenne che le connessioni
tra società concorrenti hanno la finalità di restringere la concorrenza. Nel 1914
l'allora presidente della Corte Suprema Louis Brandeis espresse questa posizione
con le seguenti parole (citate da Elouaer 2006): la pratica di condividere alcuni tra
gli amministratori è alla base di molti mali ed offende le leggi umani e divine.
Applicata a società tra loro rivali, essa tende alla soppressione della concorrenza e
alla violazione della legge Sherman. Applicata a società che hanno rapporti
commerciali tra di loro, tende alla slealtà e alla violazione della legge fondamentale
per cui nessun uomo può servire due padroni”. Nello stesso anno la sezione 8 del
Clayton Act proibiva connessioni tra società operanti negli stessi mercati. Le
connessioni avrebbero infatti facilitato la collusione tra le diverse società creando
un canale di comunicazione informale fra amministratori che questi avrebbero
potuto utilizzare per stipulare accordi contro l'interesse dei consumatori. Questo
genere di strumento può essere un utile mezzo per “cartellizzare” il mercato
perché la condivisione di amministratori consente ai partecipanti al cartello di
avere un osservatore privilegiato per controllare attività potenzialmente in grado
di mettere in pericolo l’accordo di cartello. Pennings (1980) trova un legame
significativo tra la concentrazione di un'industria e legami orizzontali sotto forma
di amministratori in comune tra società operanti nello stesso settore, mentre Burt
(1983) nota che in mercati molto concentrati i pochi attori non hanno bisogno di
essere collegati tra loro per fissare i prezzi.
Una seconda teoria per spiegare lo scambio di amministratori è la
cooptazione e il controllo (Dooley, 1969 e Mizruchi e Stearns, 1994). Secondo
Selznick (1949) la cooptazione è "l’assorbimento di elementi potenzialmente
pericolosi nella struttura decisionale di un’organizzazione." L'idea è che le imprese
chiamano nei loro consigli di amministrazione rappresentanti dei diversi fornitori
dai quali dipendono per ridurre l'incertezza sulle fonti di approvigionamento.
Proprio per questa ragione le società hanno nei loro consigli banchieri, fornitori,
clienti (Pfeffer e Salancik, 1978). Per quanto riguarda il controllo, alcune teorie
ritengono che i creditori, in primo luogo le banche, disporrebbero di informazioni
incomplete sul merito creditizio dei propri debitori. In questa chiave
l’interconnessione costituirebbe uno degli strumenti che aiutano a superare
l'asimmetria informativa consentendo ai creditori di avere accesso ad
informazioni di prima mano sul debitore e influenzarne la gestione (Mariolis 1975).
Dooley (1969) riscontra che le imprese meno solventi hanno una maggiore
probabilità di stabilire interconnessioni con le banche. Studi successivi hanno
messo in luce che imprese con un elevato rapporto tra debito e capitale di rischio
(Pfeffer, 1972) o con fabbisogni crescenti di capitale (Mizruchi e Stearns, 1988)
hanno una maggiore tendenza ad interconnettere i loro consigli di
amministrazione. Infine, secondo Selznick (1957) la ricerca di legittimità sarebbe
un ulteriore motivo di interconnessione: al fine di migliorare la loro reputazione,
le imprese invitano nei loro cda persone collegate a importanti organizzazioni.
Passando dalla prospettiva di impresa a quella del singolo amministratore,
vale a dire dal lato della domanda al lato dell'offerta, una terza teoria sulla
funzione delle interconnessioni (Zajac 1988) osserva che le principali motivazioni
individuali per sedere nei consigli di amministrazione sono la remunerazione, il
prestigio e l'acquisizione di relazioni personali in grado di garantire ulteriori
opportunità professionali. Secondo Useem (1984), la pluralità di incarichi
rappresenta uno strumento per promuovere coesione sociale e per creare una
classe dirigente. D'altra parte, Ferris et al. (2003) e Fich e Shivdasani (2006)
osservano che una pluralità di incarichi possono rappresentare un onere
eccessivo per gli amministratori, con un impatto negativo sulla loro capacità di
controllare e influenzare la gestione delle imprese.
Pur partendo da diverse motivazioni teoriche per la formazione di
connessioni tra consigli di amministrazione, tutti gli studi empirici concordano
sul fatto che la connessione tra amministratori crea uno speciale canale di
comunicazione tra le imprese collegate, il che può portare a uniformità negli
indirizzi gestionali (Davis 1991). Esempi sono l'adozione di forme multidivisionali
(Palmer et al., 1993), modelli simili di contribuzione alle campagne elettorali dei
partiti politici (Mizruchi, 1992) e il ricorso a strumenti societari difensivi quali le
poison pills (Davis, 1991). Più in particolare, gli studi empirici che esaminano
l'ipotesi di collusione notano che lo scambio di amministratori puo' avere un
effetto negativo sul sistema economico in quanto mette in pericolo l'indipendenza
delle imprese connesse, riduce la concorrenza nel mercato del controllo societario,
aggrava i costi di delega, rappresenta una violazione degli obblighi fiduciari degli
amministratori nei confronti degli azionisti (Fich e White, 2005), e migliora la
capacità degli azionisti di controllo di espropriare gli azionisti di minoranza
attraverso il conseguimento di benefici privati dal controllo (Barucci, 2006). Per
quanto riguarda il mercato del controllo societario, Cotter et al. (1997) analizzano
le connessioni di amministratori tra società bersaglio e società acquirenti. I loro
risultati suggeriscono che la presenza di amministratori connessi tra loro riduce i
guadagni per gli azionisti della società bersaglio e riduce la probabilità che una
società riceva offerte multiple di acquisto. Tali risultati indicano che consigli di
amministrazione connessi possono colpire i guadagni degli azionisti della società
bersaglio in almeno due modi. In primo luogo, gli amministratori che siedono allo
stesso tempo sia nel Cda della società bersaglio che di quella acquirente hanno
doveri fiduciari nei confronti di entrambe, con un conseguente conflitto di
interessi. In secondo luogo, la concreta possibilità che tali amministratori
dispongano di informazioni dirette sulle società bersaglio a beneficio esclusivo
delle società acquirenti potrebbe dissuadere altri possibili offerenti dal presentare
un'offerta. Inoltre, Fich e White (2003) riferiscono di un’associazione negativa tra
il numero degli amministratori collegati e la probabilità di un avvicendamento
degli amministratori esecutivi. Infine, secondo i dati analizzati da Bertoni e
Randone (2006) il rischio di espropriazione degli azionisti di minoranza è più
elevato per le imprese legate da consigli di amministrazione interconnessi tra loro.
Altri studi empirici si concentrano sugli effetti delle connessioni sulla
redditività delle società. Avendo visto sopra la pluralità delle opinioni sulla
funzione della condivisione degli amministratori, non ci si sorprende se i risultati
di questi studi (Bunting, 1976, Pennings, 1980, Burt, 1983, Fligstein e Brantley,
1992, e Phan et al. 2003) non sono concordanti.
Un'altra parte importante della letteratura empirica sugli amministratori in
condivisione si concentra sul fornire dati sulla reale estensione del fenomeno nei
diversi paesi. Questi studi analizzano la struttura delle reti societarie create dalle
condivisioni degli amministratori e verificano se queste reti soddisfano le
caratteristiche di uno “small word”, una situazione in cui le società appartenenti
alla rete hanno un elevato grado di interconnessione attraverso un numero
relativamente ristretto di società-hub. Tali studi generalmente comparano
l'evoluzione della rete di un paese prendendo come riferimento due anni più o
meno distanti.
Secondo un recente studio (Elouaer 2006), le società quotate francesi a
maggiore capitalizzazione si troverebbero al centro della rete, ed il 30% delle
società più connesse sarebbe rappresentato da società finanziarie. Inoltre,
secondo Yeo, Pochet e Alcuff (2003) la rete francese sarebbe formata per una
quota significativa da amministratori esecutivi.
La comparazione delle reti societarie di paesi diversi generalmente
utilizzano diversi criteri di selezione. A questo riguardo, occorre applicare molta
cautela nella comparazione di reti che si riferiscono ad anni diversi e a diversi
criteri di selezione. A nostra conoscenza soltanto due studi hanno cercato di
affrontare in modo sistematico la comparazione dei network fra i paesi europei:
Stokman e Wasseur (1985) e Leo Mac Canna et al. (1998), i quali peraltro
utilizzano entrambi database risalente al 1976.
Un ulteriore tentativo, seppure parziale, con dati sempre molto datati, è
effettuato da Elouaer (2006). Lo studio confronta i dati a disposizione sulla
Francia (1999, 2005) con quelli disponibili sull’Inghilterra presi da Stockman,
Ziegler e Scott (1985). I risultati sono i seguenti: gli amministratori con più
incarichi in Francia sono il 12 % e in Inghilterra l’11%; il numero medio di
incarichi per amministratore è 1.19 in Francia 1.15 in Inghilterra; fra gli
amministratori con più incarichi in Francia la percentuale di coloro che siedono
solo su due cosigli è del 64% mentre in Inghilterra è del 69%. Facciamo notare
tuttavia che i dati sull’Inghilterra risalgono a più di venti anni fa.
Ancora molto datato ma di grande interesse è uno studio comparato dei
network di amministratori in condivisione fra Inghilterra e Germania prodotto da
Windolf e Beyer (1996). Gli autori mostrano che in Germania la maggior parte dei
legami fra amministratori in condivisione si trova all’interno dello stesso settore
economico (quindi legami fra potenziali competitori) e la struttura degli
amministratori riflette sostanzialmente la rete degli intrecci proprietari. Al
contrario, in Inghilterra i legami costituiti attraverso gli amministratori in
condivisione collegano società finanziarie e non finanziarie e questi legami non
seguono la rete degli intrecci societari. La conclusione che traggono gli autori è
che le due diverse strutture delle reti nazionali rappresentano due diversi tipi di
capitalismo. Dalla struttura della rete degli amministratori inglesi emergerebbe
un capitalismo di tipo competitivo, mentre dal network tedesco emergebbe un
capitalismo di tipo cooperativo: il network di amministratori in condivisione nello
stesso settore economico rappresenta, infatti, una sorta di coordinamento fra
imprese competitive e quindi una modalità di creazione di un cartello.
L'obiettivo di questo studio è di contribuire alla letteratura comparata sugli
amministratori in condivisione confrontando le reti delle prime quaranta società
per capitalizzazione (Blue Chips) in Italia, Francia e Gran Bretagna. Il capitolo 2
illustra la metodologia dello studio e i dati raccolti; i capitoli 3, 4 e 5 illustrano le
caratteristiche delle reti delle Blue Chips italiane, francesi e inglesi; il capitolo 6
esamina le caratteristiche della rete internazionale che si forma attraverso i
collegamenti transfrontalieri tra le tre reti e il capitolo 7 conclude.
2. DATI E METODOLOGIA
Il nostro database è composto dagli amministratori delle prime quaranta
Blue Chips nei tre paesi considerati. 2 In particolare, per l'Italia abbiamo
considerato le società che comprese nell'indice S&P – MIB 40,3 per la Francia le
2
La composizione dei consigli di amministrazione si riferisce per l’Italia al 31 dicembre 2007 e per la Francia e la Gran
Bretagna a marzo 2008. Nei casi di società i cui organi aziendali sono articolati in un consiglio di sorveglianza e un
consiglio di gestione (questo accade in Italia e in Francia), entrambi i consigli sono stati considerati. Per l’Italia la fonte
della lista degli amministratori è il sito web della Consob: www.consob.it , mentre per la Francia e la Gran Bretagna la
lista degli amministratori è stata ricavata dai siti web delle relative società. Tali siti sono stati consultati nel corso del
mese di marzo 2008. L’elenco completo dei siti web con i relativi link consultati è disponibile presso gli autori.
3
Tali società sono (al 18 marzo 2008): A2A, Alitalia, Alleanza Assicurazioni, Assicurazioni Generali, Atlantia,
Autogrill, MPS, BPM, Bulgari, Buzzi Unicem, ENI, ENEL, Fiat, Fastweb, Finmeccanica, Fondiaria – SAI, Gruppo
Editoriale L'Espresso, Impregilo, Italcementi, Lottomatica, Luxottica, Mediaset, Mediolanum, Mondadori, Parmalat,
Pirelli, Prysmian, Seat, Snam, Saipem, Telecom Italia, Tenaris, Terna, Unicredito Italiano, Unipol, Banco Popolare,
Intesa Sanpaolo, UBI, Mediobanca, STMicroelectronics. La nostra analisi per l’Italia non include Tenaris e quindi si
basa su 39 società invece di 40.
società appartenenti all'indice CAC 404 e per la Gran Bretagna le prime quaranta
società per capitalizzazione dell'indice FTSE 1005 per un numero di posizioni di
amministratore per paese pari a 575 in Italia, 6 595 in Francia e 515 in Gran
Bretagna, per un totale di 1433 posizioni di amministratore.
L’analisi dei dati 7 segue le linee di un’analisi esplorativa relativamente al
numero degli incarichi sia a livello nazionale comparato che a livello
internazionale (tab. 1-4). Successivamente l’analisi segue la linea della Social
Network Analysis (SNA) secondo Wasserman e Faust (1994) e De Nooy (2005) per
l’approccio esplorativo alla SNA con particolare riferimento agli aspetti strutturali
delle reti. Oggetto dell’analisi sono la struttura generale delle reti e la centralità
delle stesse (tab. 5-6 e fig. 1-4).
3. ITALIA
La Figura 1 illustra la rete delle società quotate italiane collegate da
amministratori che siedono in almeno due consigli di amministrazione. La prima
osservazione è che la prima componente è formata da 31 società collegate tra di
loro con un’alta densità8 di connessioni (tabella 4), anche se inferiore alla Francia.
La tabella 1 mostra che le 31 Blue Chips della prima componente sono collegate
da un numero di amministratori in comune tra uno e quattro (sono collegate da
quattro amministratori in comune Mediolanum e Mondadori con Mediaset; da tre
Mediobanca e Unicredito, Intesa e Alleanza, Mediolanum e Mondadori, Atlantia e
Autogrill, Italcementi e Pirelli). Questa densità si traduce in un numero
significativo di amministratori con incarichi in almeno tre delle società qui
considerate (tab. 1 e 3): quindici in tutto, con un amministratore con cinque
incarichi, quattro con quattro incarichi e dieci con tre incarichi per un totale di
amministratori con più di un incarico del 26%. Quanto al profilo di tali
amministratori, si tratta prevalentemente di esponenti di famiglie con
partecipazioni rilevanti e di amministratori delegati e presidenti in una o più delle
Blue Chips considerate. Modesta la quota di “semplici amministratori”, cosa che
rafforza il ruolo strategico della rete di società.
Passiamo ora ad esaminare la rete di Blue Chips italiane interconnesse
secondo due distinte misure di centralità al fine di individuare quelle società che
hanno il ruolo di principali indirizzatori delle comunicazioni tra le società della
rete. Facciamo ricorso a due misure di centralità, il ""Freeman Degree"" e la
"Betweenness". Il ""Freeman Degree"" è una misura di centralità a livello locale,
essa è data dal numero di amministratori o di società con le quali una società è
collegata attraverso la condivisione di propri amministratori. Per "Betweenness"
intendiamo il numero di sentieri che passano attraverso un nodo. In questo caso,
ogni nodo corrisponde a una società e un sentiero indica l’itinerario più breve che
collega due società attraverso amministratori in condivisione. Si tratta di una
misura complementare rispetto al ""Freeman Degree"" perché permette di
4
Tali società sono (al 23 gennaio 2008): Accor, Air France-Klm, Alcatel-Lucent, Alstom, ArcelorMittal, BNP Paribas,
Bouygues, Air Liquide, Capgemini, Carrefour, Crédite Agricole, Dexia, Danone, EADS, Essilor, France Telecom,
Oreal, Gaz de France, Lafarge, LVMH, Pernod Ricard, PPR, Renault, Sanofi-Aventis, Saint-Gobain, Suez, Total,
Veolia, Vinci, Axa, EDF, Unibail-Rodamco, Peugeot, Schneider, Vallourec, Vivendi, Michelin, STMicroelectronics,
Societe Generale, Lagardere.
5
Tali società sono (al 15 marzo 2008): Royal Dutch Shell, BP, BHP, Vodafone, Rio Tinto, GlaxoSmithKline, BAT,
Tesco, Diageo, HSBC, Astrazeneca, BT Group, Reckitt Benckiser, Imperial Tobacco, Aviva, Kazakhmys, Centrica,
Lloyds TSB, Standard Chartered, Prudential, Man Group, SabMiller, BG, Royal Bank of Scotland, Unilever, Cadbury
Schweppes, Anglo American, Scottish & Newcastle, WM Morrison Supermarkets, Carnival, Scottish & Southern
Energy, British Sky Broadcasting, Legal & General, Xstrata, HBOS, Reuters, Barclays, Rolls-Royce, BAE Systems,
National Grid.
6
Il dato non include Tenaris.
7
Il software utilizzato è Borgatti, Everett e Freeman (2002).
8
Per densità intendiamo il rapporto tra il numero di legami e il numero totale possibile rispetto al numero di società
considerate (cfr Wasserman e Faust 1994).
specificare se un amministratore o una società hanno una posizione centrale o
periferica all’interno della rete nel suo complesso (Wasserman e Faust, 1994,
Freeman, 1979 e Borgatti, 2005). La figura 1 e la tabella 5 mostrano che la Blue
Chip italiana con il maggior livello di ""Freeman Degree"", vale a dire il maggior
numero di collegamenti con amministratori di altre società e con un più alto
numero di società (Pirelli), è caratterizzata dall’avere collegamenti con ben 22
amministratori di altre società dell’indice S&P MIB 40 appartenenti a 14 società,
seguita da Mediobanca con 17 (e 12 società) e da Atlantia (16 amministratori e 10
società). Dalla figura 1 e dalla tabella 6 si individuano le società caratterizzate da
una maggiore centralità ("Betweenness"), in primo luogo Pirelli, Assicurazioni
Generali, Mediobanca e Atlantia. La conclusione è che le Blue Chips italiane con
più alto numero di connessioni si trovano al centro della rete, che assume così
una forma centralizzata, con le singole società generalmente ad una distanza
ridotta dal centro.
4. FRANCIA
La prima osservazione che deriviamo dall’osservazione della rete delle
società francesi (figura 2) è che la prima componente è formata da 39 società su
40, il che equivale a dire che praticamente tutte le Blue Chips francesi sono
collegate tra di loro con amministratori in comune. Le 39 società francesi sono
collegate tra di loro da un numero di amministratori tra uno e quattro (sono
collegate con quattro amministratori Bouygues e Alstom e Total e Lafarge; con tre
Vivendi e Axa, Lafarge e Paribas, Renault e Oreal, Total e Suez, Paribas e Lafarge),
il che si traduce nel più alto indice di densità dei tre paesi considerati (tab. 4). Nel
caso francese troviamo un numero ancora più alto rispetto all’Italia di
amministratori con incarichi in almeno tre Blue Chips (tab. 1 e 3): 26 in tutto,
con un amministratore presente in sei consigli di amministrazione, cinque in
quattro consigli, e 20 in tre consigli, per un totale del 31% di amministratori con
più di un incarico. Anche nel caso della Francia come per l’Italia il profilo degli
amministratori con un maggior numero di incarichi tende ad essere quello di
esponenti di famiglie con partecipazioni azionarie rilevanti in almeno una delle
Blue Chips nonché di presidenti e amministratori delegati, indicando anche in
questo una natura strategica delle connessioni fra società.
Passando alle misure di centralità, la figura 2 e la tabella 5 mostrano che le
Blue Chip francesi con il maggior livello di ""Freeman Degree"" (Paribas, Accor,
Total) hanno un numero di collegamenti analoghi a quelli delle principali Blue
Chips Italiane (segnatamente un più alto numero di società collegate attraverso
un più basso numero di amministratori in comune). La figura 1 e la tabella 5
indicano altresì che, come nel caso dell’Italia, le società con un più alto livello di
"Freeman Degree" tendono anche ad essere quelle che si trovano al centro della
rete, che assume anche in questo caso una forma centralizzata.
5. GRAN BRETAGNA
La rete delle società britanniche (Figura 3) vede 26 società collegate nella
prima componente, con due società che formano la seconda componente e con un
numero di società isolate pari a 12. Non soltanto la prima componente di società
collegate è formata da un numero largamente inferiore di società rispetto alla
Francia e all’Italia ma ogni coppia di società britanniche appartenenti alla prima e
alla seconda componente sono collegate attraverso un solo amministratore in
comune. Questo si traduce in un indice di densità molto inferiore rispetto ai primi
due paesi (tab. 4), in due soli amministratori con tre incarichi in società della rete
(tab. 3) e nell’11% di amministratori con più di un incarico (tab. 1). Diversamente
da Italia e Francia, in questo caso il profilo personale degli amministratori con un
maggior numero di incarichi non vede in primo piano né esponenti di famiglie di
azionisti rilevanti (peraltro molto meno diffusi rispetto all’Europa continentale, cfr.
Enriques e Volpin, 2007 e Bianchi et al, 2005) né amministratori esecutivi o
presidenti di società Quanto ai valori di centralità, nella rete britannica la società
piu centrale risulta essere Rolls Royce. E’ pure interessante notare che dal ridotto
numero di legami tra le società della rete britannica derivano dei valori
generalmente alti di centralità di quelle società britanniche connesse in rete (tab.
6) rispetto a Francia e Italia. In questi due ultimi paesi le società sono connesse
con un elevato grado di ridondanza, il che rende il singolo legame meno
determinante per il mantenimento della rete. Al contrario, essendo al rete
britannica basata su un numero limitato di legami tra società, ogni legame
assume un’importanza maggiore nell’economia della rete. Una conseguenza è che
la rete britannica si caratterizza per la presenza di molti “cut-off points”, vale a
dire di legami tra società il cui venir meno comporterebbe l’esclusione di una o
più società dalla prima componente e l’aumento del numero delle componenti
della rete stessa. Nelle reti italiana e francese i cut-off points sono invece un
numero molto ridotto (fig. 1-2).
Per quanto riguarda le misure di centralità, la fig. 3 e la tab. 5 mostrano
che le Blue Chips britanniche hanno valori di "Freeman Degree" inferiori all’Italia
e la Francia (5 amministratori di altre società della rete collegati con Centrica
contro 22 per Pirelli e Paribas). Al contrario (tab. 6) la "Betweenness" delle società
britanniche tende nella rete nazionale a essere più alta di quelle italiane e
francesi (18,668 per Rolls Royce contro 13,893 per Pirelli e 16,47 per Paribas. La
conclusione è che le Blue Chips britanniche, pur avendo un più alto livello di
centralità ("Betweenness"), hanno collegamenti con un minor numero di società e
di amministratori di altre società. Questo spiega la forma della rete britannica
molto più allungata delle reti italiana e francese, con una distanza molto
maggiore tra le società periferiche e centrali della rete.
6. LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LE RETI DEI TRE PAESI
Gli indicatori illustrati nei capitoli precedenti sembrano delineare due
modelli distinti, da un lato il modello italiano e Francese, caratterizzato da un’alta
densità della rete e da una stretta connessione tra gran parte (in Francia
praticamente tutte) delle Blue Chips, e la Gran Bretagna, caratterizzata da una
densità inferiore di legami tra un numero inferiore di società. In particolare, la
Francia presenta la prima componente più numerosa con ben 39 società su 40,
seguita dall’Italia con 31 su 39 società, mentre in Gran Bretagna la prima
componente è formata da 26 società su 40. Tutto questo si traduce in un numero
di società isolate (vale a dire non collegate con nessuna altra società) di una in
Francia, otto in Italia e dodici in Gran Bretagna;9 in un indice di densità delle
Blue Chips francesi e italiane significativamente più alto della Gran Bretagna.
Francia e Italia si distinguono dalla rete britannica anche per essere molto più
centralizzate. La comparazione delle reti mostra nel caso della Gran Bretagna una
distanza tra le società periferiche e centrali della rete significativamente superiore
a Francia e Italia, dove la comunicazione tra le società appartenenti alla rete
risulta essere più diretta e immediata.
7. LA RETE INTERNAZIONALE
Passiamo ora ad associare le tre reti nazionali per osservare le
caratteristiche della rete internazionale formata dagli amministratori in comune
nelle Blue Chips dei tre paesi considerati. La tab. 4 mostra che la rete
9
La Gran Bretagna ha una seconda componente formata da due società collegate da un amministratore in comune (fig.
3).
internazionale è formata da una prima componente di 100 società e da 18 isolate,
con una densità leggermente inferiore a quella della Gran Bretagna e quindi
significativamente inferiore a quella francese e italiana, indice di un basso
numero di collegamenti transfrontalieri tra gli amministratori. La tab. 2 ci dice
poi che tra i venti amministratori con incarichi in due dei tre paesi (nessuno ha
incarichi in società dei tre paesi) otto hanno posizioni in consigli di
amministrazione sia francesi che italiani, dieci in consigli sia francesi che
britannici, e soltanto due in Cda italiani e britannici, dato che testimonia di una
distribuzione asimmetrica dei collegamenti transfrontalieri concentrati sugli assi
Francia – Italia e Francia – Gran Bretagna. La Francia appare così come il perno
tra le parti nazionali della rete internazionale.
Mentre un’analisi del "Freeman Degree" (tab. 5) mostra una predominanza
delle società francesi e italiane che continuano ad essere le più connesse anche
nella rete internazionale, dalla tabella 6 emerge che tre delle prime dieci società
per centralità ("Betweenness") sono invece britanniche (Rolls Royce, Vodafone e
Centrica), a fronte di due italiane (Generali e Mediobanca) e cinque francesi
(Veolia, Air Liquide, Paribas, LVMH e Suez), il che è probabilmente da collegare
con l’alto valore di "Betweenness" osservato per le società britanniche nel capitolo
5. Dalla tabella 5 si può anche osservare che una tale centralità è realizzata dalle
due società britanniche facendo ricorso a un basso numero di incarichi per
amministratore, mentre in Francia e Italia a società con alti valori di
"Betweenness" si accompagna un alto numero di incarichi per amministratore la
cui funzione sembra però essere prevalentemente domestica, visto che sempre
dalla tab. 5 si deduce che le principali società con connessioni internazionali
stabiliscono tali connessioni generalmente attraverso la condivisione di un solo
amministratore.
8. CONCLUSIONI
L’obiettivo di questo articolo è stato di fornire un contributo empirico al
dibattito sulla funzione della condivisione degli amministratori tra le principali
società quotate in Europa. I contributi teorici individuano due possibili
spiegazioni per la condivisione degli amministratori, da un lato la collusione tra
operatori nello stesso mercato o in genere tra imprese che hanno rapporti
commerciali tra di loro e dall’altro la volontà di consentire ai creditori di avere
accesso a informazioni di prima mano sul debitore e influenzarne la gestione. I
risultati della nostra analisi mostrano che vi sono due modelli nazionali distinti
nei quali si articola la condivisione degli amministratori nei tre paesi considerati,
da un lato quello franco-italiano e dall’altro quello britannico. Il primo modello
sembra essere caratterizzato da un alto numero di società collegate tra di loro
attraverso un alto numero di amministratori in comune; il secondo da un numero
più limitato di società che condividono un solo amministratore alla volta.
Il sistema britannico sembra corrispondere maggiormente al modello teorico
di assicurare il collegamento tra finanziatori e finanziati e tra fornitori e
committenti piuttosto che al modello collusivo. Per quanto riguarda la Francia e
l’Italia, la pervasività e la ridondanza dei legami tra le principali società quotate
sembrano andare oltre la necessità di assicurare un collegamento tra debitori e
creditori e tra fornitori e committenti: sia per il numero di amministratori in
comune, sia per il loro profilo personale, sia per le caratteristiche delle società
collegate tra di loro, sia per l’alto grado di centralizzazione della rete rispetto alla
Gran Bretagna. Se il sistema franco-italiano sembra più vicino alla funzione
collusiva ipotizzata dalla letteratura teorica, osserviamo che i collegamenti
coinvolgono anche società che non sembrano operare nello stesso mercato o
comunque non intrattenere rapporti commerciali.
Tab. 1
Statistiche descrittive delle reti
La colonna della densità indica il numero dei legami tra le società dei rispettivi paesi rispetto al
totale dei legami possibili e, per la rete internazionale, il numero dei legami tra le società dei tre
paesi considerati rispetto al totale dei legami possibili.
Rete
Componenti N. Prima componente N. Isolate Densità
Rete internazionale
20
100
18
0.038
Italia S&P MIB 40
9
31
8
0.1039
Francia CAC 40
2
39
1
0.1551
GB FTSE
14
26
12
0.041
Tab. 2 Numero di incarichi nella rete internazionale e in Francia/Italia/GB
Rete internazionale FRA/IT/GB
Totale
Freq.rel.
Freq.cum,
1
1245
0.869
1
2
140
0.098
3
37
4
Totale
Freq.rel.
Freq.cum,
1
413
0.694
1
0.132
2
48
0.081
0.125
0.026
0.034
3
20
0.034
0.044
7
0.005
0.008
4
5
0.008
0.01
5
3
0.002
0.003
5
0
0
0.002
6
1
0.001
0.001
6
1
0.002
0.002
1433
1
Totale
Freq.rel.
Freq.cum,
Gran Bretagna FTSE
Totale
Freq.rel.
Freq.cum,
1
428
0.744
1
1
457
0.887
1
2
48
0.083
0.109
2
26
0.05
0.054
3
10
0.017
0.026
3
2
0.004
0.004
4
4
0.007
0.009
4
0
0
5
1
0.002
0.002
5
0
0
575
1
Totale
Italia S&P MIB 40
Totale
Francia CAC 40
Totale
Totale
595
515
1
1
Tab 3. Amministratori che collegano le reti nazionali
La tavola elenca tutti gli amministratori che hanno incarichi in società di più di uno dei tre paesi.
Cognome e Nome
Francia CAC 40 Italia S&P MIB40 Gran Bretagna FTSE Totale
Bernheim Antoine
1
4
5
Schweitzer Louis
4
1
5
Azema Jean
2
1
3
Lauvergeon Anne
2
1
3
Scaroni Paolo
1
2
3
Skinner Paul
1
2
3
Belloni Antonio
1
1
2
Conti Fulvio
1
1
2
Cordero di Montezemolo Luca
1
1
2
Della Valle Diego
1
1
2
Dormann Jurgen
1
1
2
Innocenzi Fabio
1
1
2
Mogren Hakan
1
1
2
Lord Simon of Highbury
1
1
2
Sir John Parker
1
1
2
Ross James
1
1
2
Ruys Anthony
1
1
2
Van Miert Karel
1
1
2
Vandevelde Luc
1
1
2
Wyand Anthony
1
1
2
Tab. 4
Numero di incarichi in Francia/Italia/GB per amministratore e paese di riferimento nell’anno
2007/2008. Prime 10 posizioni per totale incarichi.
Francia CAC 40
Cognome e Nome
Italia S&P MIB 40
Incarichi
Cognome e Nome
Gran Bretagna FTSE
Incarichi
Cognome e Nome
Incarichi
Pebereau Michel
6
Benetton Gilberto
5
Buchanan John
3
Fourtou Jean-Rene
4
Bernheim Antoine
4
Strachan Ian
3
Lagardere Arnaud
4
Mion Gianni
4
Alexander Helen
2
Prot Baudouin
4
Perissinotto Giovanni
4
Carr Roger
2
Riboud Franck
4
Secchi Carlo
4
Dik Wim
2
Schweitzer Louis
4
Bazoli Giovanni
3
Elliot Guy
2
Barbizet Patricia
3
Berlusconi Marina Elvira
3
Francis Mary
2
Bebear Claude
3
Bombassei Alberto
3
Higginson Andrew
2
Beffa Jean-Louis
3
Cannatelli Pasquale
3
Hogg Baroness Sarah
2
Bezard Bruno
3
Clo' Alberto
3
Hydon Ken
2
Bouton Daniel
3
Erede Sergio
3
Inglis Andy
2
Camus Philippe
3
Ermolli Bruno
3
Land Nick
2
Carron Rene
3
3
Markham Rudy
2
Chodron De Courcel Georges
3
Galateri Di Genola E
Suniglia Gabriele
Gros Pietro Gian Maria
3
Nasser Jacques
2
de Romanet de Beaune
Augustin
De Rudder Thierry
3
Pesenti Carlo
3
Olver Dick
2
3
Prosser Ian
2
Dehecq Jean-François
3
Rake Sir Michael
2
Desmarais Jr Paul
3
Rayner Paul
2
Desmarest Thierry
3
Robson Sir Steve
2
Folz Jean-Martin
3
Rose George
2
Fontanet Xavier
3
Skinner Paul
2
Joly Alain
3
Stitzer Todd
2
Lachmann Henri
3
Sunderland Sir John
2
Mestrallet Gerard
3
Sutherland Peter
2
Proglio Henri
3
Symon Carl G.
2
Spinetta Jean-Cyril
3
Van Den Bergh Maarten
2
Van Der Veer Jeroen
2
Walsh Paul
2
Tab. 5
Centralità (Freeman Degree) nella rete internazionale\Francia/Italia/GB
La tabella illustra il numero di legami che una società ha con amministratori di altre società e tra
parentesi il numero di società con la quale una società è collegata attraverso la condivisione di
amministratori.
Rete internazionale ITA/FRA/GB
Francia CAC 40
Bnp Paribas
22 (17) Bnp Paribas
21 (16)
Pirelli & C. Spa
22 (14) Accor
17 (15)
Mediobanca Spa
20 Total
16 (11)
Total
17 Saint-Gobain
15
Assicurazioni Generali Spa
17 Axa
14
Accor
17 Lafarge
14
Atlantia Spa
16 Suez
13
Veolia
16 Lagardere
13
Saint-Gobain
15 Veolia
12
Suez
15 Sanofi Aventis
11
Oreal
11
Italia S&P MIB 40
Gran Bretagna FTSE
Pirelli & C. Spa
22 (14) Centrica
5 (5)
Mediobanca Spa
17 (12) Rolls-Royce
4 (4)
Atlantia Spa
16 (10) Cadbury Schweppes
4 (4)
Assicurazioni Generali Spa
Italcementi Spa Fabbriche Riunite
Cemento
Telecom Italia Spa
Mediaset Spa
Alleanza Assicurazioni Spa
Autogrill Spa
Intesa Sanpaolo Spa
Luxottica Group Spa
Arnoldo Mondatori Editore Spa
14
14
Bt Group
Bhp
3
3
12
12
11
11
9
9
9
Royal Dutch Shell
Xstrata
Vodafone
Reuters
Bae Systems
Bp
3
3
3
3
3
3
Tab. 6
Centralità (Normalized Betweenness centrality) nella rete
Rete Internazionale Ita/Fra/Gb
Veolia
10.958
Assicurazioni Generali Spa
10.206
Rolls-Royce
9.632
Mediobanca Spa
9.193
Air Liquide
9.184
Vodafone
8.425
Bnp Paribas
7.299
Lvmh
6.966
Suez
6.911
Centrica
6.804
Italia S&P Mib 40
Pirelli & C. Spa
13.893
Assicurazioni Generali Spa
12.296
Mediobanca Spa
8.846
Atlantia Spa
8.09
Luxottica Group Spa
7.002
Fondiaria - Sai Spa
5.084
Italcementi Spa Fabbriche Riunite
4.388
Cemento
Banca Monte Dei Paschi Di Siena Spa
4.125
Unicredito Italiano Spa
4.125
Autogrill Spa
4.072
internazionale/Francia/Italia/GB
Francia Cac 40
Bnp Paribas
16.47
Accor
10.99
Air Liquide
10.97
Lagardere
10.184
Eads
10.048
Sanofi Aventis
8.405
Oreal
5.915
Axa
5.501
France Telecom
5.369
Total
5.337
Gb Ftse
Rolls-Royce
18.668
Royal Dutch Shell
16.262
Bt Group
15.61
Vodafone
13.495
Centrica
12.506
Cadbury Schweppes
9.829
Bhp
8.907
Reuters
British Sky
Broadcasting
Rio Tinto
7.962
6.208
6.208
Fig.4. Rete Internazionale ITA/FRA/GB
Fig.2. Rete: FRANCIA
Fig.1. Rete: ITALIA
Fig.3. Rete: GRAN BRETAGNA
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