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22 maggio 2015
Scheda informativa
Calo dell’euro rispetto al franco e ripercussioni sui consumatori svizzeri
Bilancio a 100 giorni dall’abolizione della soglia minima di 1,20
1. Premessa
Il valore dell’euro è stato in media di 1,05 franchi, dopo che il 15 febbraio 2015 la Banca Nazionale Svizzera
ha deciso di non più difendere sul mercato delle valute la soglia minima di 1,20. Quindi, i distributori svizzeri
adesso dovrebbero essere in grado di offrire a prezzi nettamente inferiori i prodotti che vengono importati
dall’Unione Europea. L’Alleanza delle organizzazioni dei consumatori (ACSI, FRC e SKS) tra la fine dello
scorso mese di aprile e l’inizio di maggio – ossia cento giorni dopo l’abolizione della soglia minima nel
cambio franco-euro – ha rilevato i prezzi di alimentari, cosmetici, riviste/quotidiani e abbigliamento, per
verificare se i consumatori svizzeri hanno potuto beneficiare del netto calo dell’euro rispetto alla nostra
moneta. Tutti i risultati si trovano in internet su www.barometrodeiprezzi.ch.
2. Risultati per il settore degli alimentari
2.1. Prezzi prima e dopo l’abolizione della soglia minima nel cambio franco-euro
L’Alleanza delle organizzazioni dei consumatori ha paragonato i prezzi applicati da Coop, Denner e Migros
alla fine di aprile del 2015 con quelli rilevati a fine agosto del 2014. Sono stati presi in considerazione e
confrontati prodotti che provengono dall’Unione Europea e la tabella 1 mostra che mediamente i prezzi sono
diminuiti del 5,1% da Denner, del 3,7% da Migros e del 3,3% da Coop.
Tabella 1: differenze medie dei prezzi tra agosto 2014 e aprile 2015.
Distributore
Differenze
Denner
- 5,1%
Migros
- 3,7%
Coop
- 3,3%
Denner ha ritoccato verso il basso il prezzo di 31 dei 46 prodotti alimentari presi in considerazione, mentre per
gli altri 15 è rimasto invariato. Da Migros sono diminuiti i prezzi di 49 prodotti su 83, mentre per 31 non sono
state registrate variazioni e 3 sono diventati più cari. Coop ha diminuito il prezzo di 78 prodotti su 121,
lasciando invariato quello di 37 articoli e aumentandolo invece per altri 6. Nello stesso lasso di tempo il
dettagliante tedesco Kaufland ha aumentato mediamente i prezzi del 2,4% e Carrefour Italia del 3,2%, mentre
Carrefour Francia li ha abbassati del 3,7%.
Nella tabella 2 sono indicati i tre prodotti alimentari il cui prezzo è diminuito maggiormente. È singolare che
presso due distributori diversi – Denner e Coop – sono stati tre prodotti identici a entrare in questa classifica,
ossia Heinz Ketchup, il formaggio molle Président Carré Gourmet e Meica CurryKing (würstel con salsa al
curry).
Tabella 2: i tre prodotti alimentari il cui prezzo è diminuito maggiormente da Denner, Migros e Coop
Denner
Agosto 2014
Aprile 2015
Differenza
Président Carré Gourmet (formaggio
molle), 200 gr
3,45 fr
2,95 fr
- 14,5%
Heinz Ketchup, 570 gr
2,60 fr
2,25 fr
- 13,5%
Kinder Fetta al latte, 140gr
1,95 fr
1,70 fr
- 12,8%
Agosto 2014
Aprile 2015
Differenza
Hipp Buon giorno Yogurt alla fruttaMüesli per bambini, 160 gr
1,95 fr
1,70 fr
- 12,8%
Meica CurryKing (würstel con salsa al
curry), 220 gr
5,60 fr
4,90 fr
- 12,5%
Kikkoman salsa di soja, 150 ml
3,30 fr
2,90 fr
- 12,1%
Agosto 2014
Aprile 2015
Differenza
Heinz Ketchup, 1 kg
4,80 fr
3,95 fr
- 17,7%
Meica CurryKing (würstel con salsa al
curry), 220 gr
5,60 fr
4,70 fr
- 16,1%
Président Carré Gourmet (formaggio
molle), 200 gr
3,45 fr
2,95 fr
- 14,5%
Migros
Coop
2.2. Confronto dei prezzi con Germania, Francia e Italia
Nella tabella 3 sono indicate le differenze dei prezzi degli alimentari tra i più importanti distributori svizzeri e
quelli di Germania, Francia e Italia. Nell’ultima colonna sono paragonati tra loro i soli dettaglianti svizzeri. Al
distributore meno caro è stato attribuito un valore base del 100%. Per esempio, nel confronto SvizzeraGermania quello più conveniente è Kaufland, rispetto al quale Denner è più caro del 38%, Coop del 43% e
Migros del 44%.
Le abitudini dei consumatori e gli assortimenti dei dettaglianti sono diversi nelle quattro nazioni prese in
considerazione. Perciò, nel paniere del confronto Svizzera-Italia sono in parte presenti prodotti differenti
rispetto a quelli scelti per i paragoni Svizzera-Francia, Svizzera-Germania e tra i soli distributori svizzeri. Per
il confronto dei prezzi sono stati considerati prodotti identici, motivo per cui sono stati esclusi dalle rilevazioni
frutta, verdura oppure carne fresca. Nella tabella 3 i prezzi comprendono l’IVA. Se l’Imposta sul valore
aggiunto fosse stata dedotta, i distributori svizzeri nel confronto avrebbero ottenuto risultati peggiori, perché
nel nostro Paese il tasso dell’IVA è minore rispetto a quello applicato nelle nazioni confinanti.
Tabella 3: alimentari, confronto tra i distributori di Svizzera, Germania, Italia e Francia (aprile-maggio 2015)
Note:
1) Tutti i prezzi comprendono l’IVA
2) Il rilevamento si è svolto tra il 20 aprile 2015 e il 4 maggio 2015
3) Tasso di cambio franco-euro 1,0386 (giorno di riferimento 14 maggio 2015). Il tasso di cambio viene aggiornato giornalmente e quindi quello su
www.barometrodeiprezzi.ch può variare rispetto a quello pubblicato qui
La tabella 3 mostra che Denner è il distributore svizzero più conveniente, ma solo del 3% rispetto a Migros e
Coop. In generale i prezzi dei tre grandi dettaglianti svizzeri si differenziano poco. Comunque, continuano a
essere significative le differenze con i distributori esteri che sono stati presi in considerazione. Per un identico
paniere Denner, Migros e Coop sono più cari tra il 38% e il 44% rispetto alla catena tedesca Kaufland. Lo
stesso quadro lo si ha nel paragone con la Francia: rispetto alle filiali transalpine di Carrefour, i nostri
dettaglianti sono più cari tra il 35% e il 41%. Meno marcate sono invece le differenze con la vicina Penisola:
rispetto a Carrefour Italia, Denner è più caro del 10%, mentre la nostra Coop, mediamente, è meno
conveniente del 19%. Il confronto Svizzera-Italia non comprende Migros perché i rispettivi assortimenti sono
risultati troppo diversi.
3. Risultati per il settore dei cosmetici
3.1. Differenze dei prezzi tra agosto 2014 e aprile 2015
Tra l’agosto del 2014 e l’aprile del 2015 i distributori svizzeri hanno abbassato i prezzi dei cosmetici. Migros,
tenendo conto di un paniere di 67 prodotti identici, è quello più conveniente, rispetto al quale Coop e Manor
sono più care dell’1% e del 5%.
Migros ha ridotto i prezzi dell’8,5%. È diminuito il prezzo di 47 dei 71 prodotti presi in considerazione nei
due periodi di rilevamento e non sono stati registrati aumenti. A dipendenza degli articoli, le riduzioni vanno
dal 4% al 30%. Da Coop i prezzi sono calati mediamente del 6,5%. È diminuito il prezzo di 56 degli 89
prodotti presi in considerazione nei due periodi di rilevamento e anche in questo caso non sono stati registrati
aumenti. A dipendenza degli articoli, le riduzioni vanno dallo 0,6% al 28,6%. Da Manor la riduzione media
dei prezzi è stata del 5,8%. È diminuito il prezzo di 34 dei 99 prodotti presi in considerazione nei due periodi
di rilevamento. A dipendenza degli articoli, le riduzioni vanno dal 2,2% al 30,4%. Il prezzo di 3 articoli è
invece aumentato (shampoo Garnier Fructis Force & Vitalité da 300 ml, dopo-shampoo Elsève Total Repair
5 da 200 ml e pannolini Pampers Active Fit Junior taglia 5, confezione d 35 pezzi).
Tabella 4: i tre prodotti cosmetici il cui prezzo è diminuito maggiormente da Migros, Coop e Manor
Migros
Agosto 2014
Aprile 2015
Differenza
Nivea Men Power Shampoo (250 ml)
4,95 fr
3,50 fr
-29,3%
Tampax Compak Regular (assorbenti,
20 pezzi)
6,30 fr
4,50 fr
-28,6%
Always Ultra Normal (assorbenti, 16
pezzi)
2,95 fr
2,20 fr
-25,4%
Coop
Agosto 2014
Aprile 2015
Differenza
Tampax Compak Regular (assorbenti,
20 pezzi)
6,30 fr
4,50 fr
-28,6%
Always Ultra Normal (assorbenti, 16
pezzi)
2,95 fr
2,20 fr
-25,4%
Garnier Fructis Nutri-Repair
(shampoo, 200 ml)
4,50 fr
3,45 fr
-23,3%
Agosto 2014
Aprile 2015
Differenza
Tampax Pearl Regular (20 pezzi)
7,90 fr
5,50 fr
-30,4%
Pantene Pro-V Repair&Care
(shampoo, 200 ml)
5,20 fr
3,80 fr
-26,9%
L'Oréal Casting Crème Gloss (tintura
per capelli)
14,40 fr
10,70 fr
-25,7%
Manor
3.2. Differenze tra Svizzera, Germania, Italia e Francia (aprile 2015)
I distributori svizzeri, rispetto all’agosto 2014, hanno abbassato significativamente i prezzi dei prodotti
cosmetici. Sono calati anche in Francia, dove Carrefour ha fatto registrare una diminuzione del 4,9% per un
paniere di 63 articoli. La stessa catena li ha abbassati anche in Italia, ma dell’1,9% per 54 prodotti. Al
contrario, in Germania sono rincarati del 5,6% i 76 prodotti del paniere di Kaufland.
Nonostante gli sforzi fatti dai distributori svizzeri, le differenze con le nazioni confinanti prese in
considerazione continuano a essere notevoli. Nel nostro Paese sono più alti tra il 73% l’80% nel confronto con
la Germania e tra il 28% e il 35% in quello con la Francia. Stessa situazione nel paragone con l’Italia, più
conveniente tra il 30% e il 35% rispetto alla Svizzera.
Tabella 5: cosmetici, confronto tra i distributori di Svizzera, Germania, Italia e Francia (aprile 2015)
Note:
1) Tutti i prezzi comprendono l’IVA
2) Il rilevamento si è svolto tra il 27 aprile 2015 e il 4 maggio 2015
3) Tasso di cambio franco-euro 1,0386 (giorno di riferimento 14 maggio 2015). Il tasso di cambio viene aggiornato giornalmente e quindi quello su
www.barometrodeiprezzi.ch può variare rispetto a quello pubblicato qui
4. Risultati per il settore di riviste e quotidiani
4.1. Svizzera Romanda
Nella Svizzera Romanda, rispetto al precedente rilevamento risalente al giugno 2014, la situazione non è
cambiata. Il prezzo globale del paniere comprendente 42 riviste è salito dello 0,7%. Sono stati aumentati i
prezzi di L’Express (da 6,20 a 6,50 fr), Avantages (da 4,90 a 5 fr), Maison&Travaux (da 7,50 a 7,70 fr), fan2
(da 6,90 a 7,40 fr), Tennis Magazine (da 9,50 a 9,90 fr) e Micro Pratique (da 9,20 a 9,90 fr). È stata registrata
una sola diminuzione ma lievissima: il prezzo di Femme Actuelle è sceso da 3 franchi a 2,90.
L’identico paniere di prodotti venduti in Francia è pure aumentato dello 0,7% nello stesso lasso di tempo e
anche sul mercato transalpino sono quattro le riviste che sono diventate più care. Quindi, rispondono a una
certa logica gli aumenti registrati in Svizzera, pur se il livello raggiunto dai prezzi potrebbe indurre gli editori
a tirare il freno con i rincari. Da notare che il prezzo delle riviste fan2 e Tennis Magazine è rimasto invariato
in Francia, mentre in Svizzera è appunto salito.
Tabella 6: evoluzione dei prezzi delle riviste nella Svizzera Romanda e in Francia
Romandia
giugno
2014
Romandia
maggio
2015
Differenze
Francia
giugno
2014
Francia
maggio
2015
Differenze
Express
6,20 fr
6,50 fr
+4,8%
3,80 €
4,50 €
+18,4%
Avantages
4,90 fr
5 fr
+2%
2,20 €
2,30 €
+4,5%
Maison&Travaux
7,50 fr
7,70 fr
+2,7%
4€
4,20 €
+5%
fan2
6,90 fr
7,40 fr
+7,2%
3,70 €
3,70 €
0%
Tennis Magazine
9,50 fr
9,90 fr
+4,2%
5,80 €
5,80 €
0%
Micro Pratique
9,20 fr
9,90 fr
+7,6%
5,30 €
5,50 €
+3,8%
Femme actuelle
3 fr
2,90 fr
-3,3%
1,60 €
1,60 €
0%
4.2. Ticino
La situazione è completamente differente sul mercato ticinese. Il prezzo totale del paniere di 39 prodotti è
diminuito del 2,8%. Un abbassamento minimo, tenendo conto del netto calo dell’euro rispetto al franco, ma
che può essere apprezzato. In Italia il valore dello stesso paniere è invece salito del 5,8%. In Ticino sono scesi
i prezzi di 15 prodotti, con cali dall’1,7% all’11,1%. Sono invece aumentati quelli di tre pubblicazioni, ossia le
riviste Visto e Novella 2000 (da 5 a 5,50 fr per entrambe) e del quotidiano Il Giornale (da 3 a 3,50 fr).
Le due riviste il cui prezzo è diminuito in Italia (Gioia e Cucina Moderna) sono diventate più convenienti
anche per sul mercato ticinese, dove in tre casi (Visto, Il Giornale e Novella 2000) sono aumentati i prezzi
delle pubblicazioni che in Italia sono diventate più care. Per contro, nel caso di Chi e Topolino sono saliti in
Italia e scesi nel nostro Cantone.
Tabella 7: evoluzione dei prezzi di riviste e quotidiani in Ticino e Italia
Ticino
giugno
2014
Ticino
maggio
2015
Differenza
Italia
giugno
2014
Italia
maggio
2015
Differenza
5 fr
4,50 fr
-10%
1€
2€
+100%
Gioia
4,50 fr
4 fr
-11,1%
1,80 €
1€
-44,4%
Star Bene
4,80 fr
4,40 fr
-8,3%
1,50 €
1,50 €
0%
Grazia
4,50 fr
4 fr
-11,1%
1,50 €
1,50 €
0%
12 fr
10,80 fr
-10%
3,60 €
3,60 €
0%
11,50 fr
10,40 fr
-9,6%
4,90 €
4,90 €
0%
6 fr
5,90 fr
-1,7%
2,40 €
2,50 €
+4,2%
Cucina Moderna
4,20 fr
3,80 fr
-9,5%
1,60 €
1,50 €
-6,3%
Vero
3,20 fr
2,90 fr
-9,4%
1€
1€
0%
4 fr
3,60 fr
-10%
1,60 €
1,60 €
0%
Gente
4,50 fr
4 fr
-11,1%
2€
2€
0%
TU Style
3,30 fr
3 fr
-9,1%
1€
1€
0%
Focus
9,30 fr
8,40 fr
-9,7%
3,90 €
3,90 €
0%
Sorrisi e canzoni
3,90 fr
3,50 fr
-10,3%
1,50 €
1,50 €
0%
Vanity Fair
4,80 fr
4,40 fr
-8,3%
2€
2€
0%
Visto
5 fr
5,50 fr
+10%
1,50 €
1,90 €
+26,7%
Il Giornale
3 fr
3,50 fr
+ 16,7%
1,30 €
1,40 €
+7,7%
Novella 2000
5 fr
5,50 fr
+10%
1,50 €
1,90 €
+26,7%
Chi
Marie-Claire
Geo
Topolino
Confidenze
4.3. Svizzera tedesca
Nella Svizzera tedesca i prezzi sono aumentati dello 0,4% per un paniere di 35 riviste che in Germania è
invece rincarato dell’1,3%. Dieci articoli sono diventati più cari nella Svizzera tedesca tra l’1,4% (Der
Spiegel) e il 13,5% (Psychologie Heute). Due riviste sono diventate più convenienti e sono Merian (da 14,90 a
12,90 franchi) e P.M. Magazin (da 7,50 a 7 fr).
Tabella 8: evoluzione dei prezzi delle riviste nella Svizzera tedesca e in Germania
Svizzera
giugno
2014
Svizzera
maggio
2015
Differenza
Germania
giugno
2014
Germania
maggio
2015
Differenza
Brigitte
5,50 fr
5,70 fr
+3,6%
2,80 €
3€
+7,1%
Girl
3,60 fr
3,90 fr
+8,3%
1,95 €
1,95 €
0%
Bravo
3,20 fr
3,60 fr
+12,5%
1,50 €
1,80 €
+20%
7 fr
7,50 fr
+7,1%
3,80 €
4€
+5,3%
Auto Bild
3,50 fr
3,60 fr
+2,9%
1,70 €
1,80 €
+5,9%
Kicker DO
4,60 fr
5 fr
+8,7%
2,40 €
2,60 €
+8,3%
Sport Bild
3,30 fr
3,50 fr
+6,1%
1,70 €
1,80 €
+5,9%
Psychologie Heute
9,60 fr
10,90 fr
+13,5%
7,10 €
6,90 €
-2,8%
Der Spiegel
7,30 fr
7,40 fr
+1,4%
4,40 €
4,60 €
+4,5%
Stern
6,50 fr
6,70 fr
+13,1%
3,70 €
3,90 €
+5,4%
Merian
14,90 fr
12,90 fr
-13,4%
7,95 €
8,95 €
+12,6%
P.M. Magazin
7,50 fr
7 fr
-6,7%
3,90 €
3,80 €
-2,6%
Wohnen&Garten
4.4. Differenze tra la Svizzera e le nazioni confinanti
In Svizzera il prezzo medio del paniere di riviste e quotidiani continua ad aumentare, pur se qua e là si sono
registrate delle diminuzioni. In Francia è rincarato come nel nostro Paese, mentre in Germania e Italia
l’aumento dei prezzi è stato maggiore che in Svizzera e dunque le differenze si sarebbero dovute attenuare.
Nell’aprile del 2015 riviste e quotidiani sono risultati più cari del 142% in Ticino rispetto all’Italia, dell’80%
nella Svizzera romanda rispetto alla Francia e del 76% nella Svizzera tedesca rispetto alla Germania. Nel mese
di agosto del 2014 gli scarti registrati erano stati del 124% per il confronto Ticino-Italia, nonché del 55% e
49% per quelli Svizzera romanda-Francia e Svizzera tedesca-Germania. Il men che si possa dire è che in
questo settore merceologico gli editori non hanno fatto per nulla approfittare ai consumatori svizzeri del netto
calo del valore dell’euro rispetto al franco.
Tabella 9: riviste e quotidiani, differenze dei prezzi tra la Svizzera e le nazioni confinanti (aprile 2015)
Note:
1) Tutti i prezzi comprendono l’IVA
2) Il rilevamento si è svolto tra il 20 aprile 2015 e il 24 maggio 2015
3) Tasso di cambio franco-euro 1,0471 (giorno di riferimento 18 maggio 2015). Il tasso di cambio viene aggiornato giornalmente e quindi quello su
www.barometrodeiprezzi.ch può variare rispetto a quello pubblicato qui
5. Risultati per il settore dell’abbigliamento
Per paragonare fra loro i prezzi del settore dell’abbigliamento sono stati scelti complessivamente 115 prodotti
delle catene H&M, Zara, Esprit, Mango e Vero Moda. La tabella 10 mostra che in assoluto sono più
convenienti in Italia, rispetto alla quale la Germania e la Francia, però, sono più care solamente dello 0,2% e
dell’1,5%. Chi invece fa i propri acquisti in Svizzera, mediamente paga nettamente di più che non nelle
nazioni confinanti prese in considerazione, ossia il 46%. Le differenze sarebbero ancora maggiori se si
togliesse l’IVA, perché nel nostro Paese il tasso dell’Imposta sul valore aggiunto è minore rispetto a quello
applicato nelle nazioni confinanti.
Tabella 10: confronto tra nazioni per il settore dell’abbigliamento (aprile 2015)
Note:
1) Tutti i prezzi comprendono l’IVA
2) Il rilevamento si è svolto tra il 27 aprile 2015 e il 4 maggio 2015
3) Tasso di cambio franco-euro 1,0386 (giorno di riferimento 14 maggio 2015). Il tasso di cambio viene aggiornato giornalmente e quindi quello su
www.barometrodeiprezzi.ch può variare rispetto a quello pubblicato qui
In occasione del rilevamento svolto nell’ottobre-novembre 2014 la Svizzera era risultata più cara del 30%
rispetto alle nazioni confinanti prese in considerazione ma la differenza, nonostante la netta diminuzione del
valore dell’euro rispetto al franco, è aumentata, attestandosi ora tra il 45% e il 46%. Al contrario di quanto
accade con merci che vengono prodotte nell’Unione Europea, nel settore dell’abbigliamento il tasso di cambio
franco-euro ha un influsso meno importante. Gli articoli, infatti, solitamente sono prodotti in Asia e dai
distributori vengono acquistati in dollari statunitensi oppure i valute che sono legate a quella a stelle e strisce.
Logicamente, i distributori hanno anche costi in euro, per esempio quelli dovuti alle sedi principali su
territorio spagnolo di Mango e Inditex, a cui appartiene il gruppo Zara. Questi ultimi, di conseguenza,
dovrebbero ripercuotersi favorevolmente sui consumatori svizzeri.
6. Conclusioni
6.1. In quali settori si è beneficiato del calo dell’euro e in quali no
La tabella 11 mostra che tra agosto 2014 e aprile 12015 i prezzi dei cosmetici provenienti dall’Unione
Europea sono diminuiti dell’8,5% da Migros, del 6,5% da Coop e del 5,8% da Manor. I consumatori svizzeri
hanno quindi beneficiato del calo dell’euro rispetto al franco, come non è invece stato nella stessa misura con
gli alimentari, i cui prezzi sono scesi del 5,1% da Denner, del 3,7% da Migros e del 3,3% da Coop. Ad ogni
modo, pure in questo caso si tratta di diminuzioni sostanziali e dunque apprezzabili, perché i distributori
hanno reagito prontamente, lasciando inoltre intravedere ulteriori margini di manovra per una riduzione dei
prezzi.
Tutt’altro è il quadro nel settore di riviste e giornali. I consumatori ticinesi, in particolare, hanno potuto godere
della svalutazione dell’euro, perché nel nostro Cantone i prezzi sono scesi del 2,8%, mentre in Italia, nello
stesso lasso di tempo, sono aumentati del 5,8%. Nella Svizzera tedesca sono invece saliti dello 0,4% e in
Germania dell’1,3%, mentre il rincaro è stato uguale in Romandia e in Francia (0,7%).
Tabella 11: variazione media dei prezzi di alimentari, cosmetici e riviste/quotidiani tra giugno 2014 e aprile 2015
6.2. I prezzi in Svizzera continuano a essere troppo alti
I consumatori svizzeri hanno beneficiato della diminuzione del valore dell’euro rispetto al franco per quel che
riguarda alimentari e cosmetici ma ciò non deve trarre in inganno. I prezzi in Svizzera sono sempre molto alti
rispetto a quelli applicati nelle nazioni confinanti che sono state prese in considerazione. I prodotti cosmetici
presso i dettaglianti del nostro Paese costano tra il 73% e l’80% in più se paragonati con quelli applicati dalla
catena tedesca Kaufland. Lo scarto è invece del 30%-35% nel confronto con i distributori italiani e si situa tra
il 28% e il 35% nel paragone con quelli francesi. La stessa cosa vale per i prodotti alimentari, con una
differenza tra il 35% e il 44% nei confronti con Germania e Francia, mentre lo scarto con l’Italia, che
tradizionalmente è più basso, si attesta tra il 10% e il 19%.
I picchi assoluti – tra tutti i settori merceologici considerati – vengono però raggiunti nel settore di riviste e
quotidiani. Le stesse pubblicazioni nella Svizzera tedesca hanno un prezzo più alto del 76% rispetto a quello
applicato in Germania e la differenza sale all’80% tra il mercato romando e quello francese. Il record assoluto
lo si registra nel paragone con l’Italia: da noi le pubblicazioni costano ben più del doppio, poiché lo scarto sale
a un addirittura esorbitante 142%.
Concludendo con il settore dell’abbigliamento, il calo dell’euro rispetto al franco ha accentuato ulteriormente
le differenze, naturalmente a sfavore dei consumatori svizzeri, essendo passate dal 30% dell’ottobre-novembre
2014 al 46% dell’aprile 2015. I distributori svizzeri, però, beneficiano solo indirettamente del calo dell’euro
rispetto al franco, come evidenziato nel capitolo 5. Ciò non toglie che dovranno comunque darsi da fare per
evitare che aumenti ulteriormente il turismo degli acquisti verso le nazioni confinanti.