MUSEO DELLA SCIENZA DEL GRANO

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MUSEO DELLA SCIENZA DEL GRANO
a cura di Emanuele Mastrangelo - [email protected]
MUSEO DELLA SCIENZA DEL GRANO «NAZARENO STRAMPELLI»
www.retescat.com/musgra.it
Le CONQUISTE agronomiche che portarono l’ITALIA all’AUTOSUFFICIENZA
cerealicola negli ANNI TRENTA ripercorse da un SITO dedicato al grande
NAZARENO STRAMPELLI. Che tuttavia non pare AGGIORNATO da diversi anni...
L
a straordinaria avventura scientifica e
patriottica di Nazareno Strampelli era
stata riassunta da «Storia in Rete» nel numero dell’ottobre 2010: grande scienziato
e uomo di infinite virtù, Strampelli è considerato il padre dell’ibridismo applicato
all’agricoltura. Selezionò decine di grani ad
alta resa coi quali rivoluzionò la coltivazione dei cereali in Italia (che vinse la
«Battaglia del Grano» mussoliniana in gran
parte grazie ad essi) e in molti paesi del
mondo (che ricevettero gratis da Strampelli
le varietà di grano selezionate). Le sue
«sementi elette» costituirono la base su cui
trent’anni dopo il premio Nobel Norman
Borlaugh potè iniziare le sue ricerche che
condussero alla Rivoluzione Verde. Una rivoluzione che - tuttavia - era già iniziata in
Italia negli anni Dieci e Venti. A Rieti - dove
il genetista esercitò gran parte dei suoi
studi grazie alla donazione di terre da parte
del principe Spada Potenziani - è sorto un
museo che ne illustra la figura, tanto grandiosa quanto, purtroppo, poco conosciuta.
Il sito internet del museo ha una grande
quantità di risorse utilissime al ricercatore,
in particolare sulla storia del grano e delle
ricerche di Nazareno Strampelli, assieme
a foto preziose e pressochè introvabili
altrove, scritti di Strampelli e una notevole
bibliografia ragionata. Purtroppo però il
sito sembra abbandonato da molto tempo,
con diverse sezioni ancora “in costruzione” e gli aggiornamenti fermi - sembra
- addirittura al 2002, 60° anniversario della
scomparsa dello scienziato. La speranza
è che il sito venga presto rimesso in efficienza dal museo e diventi uno strumento
di diffusione della figura e della scienza di
questo grande italiano. n
La Sapienza, Sezione di Storia della Medicina
www.histmed.it
L
a Sezione e Museo di
Storia della Medicina del
Dipartimento di Medicina
Sperimentale all’Università degli Studi di Roma «La
Sapienza» ha creato questo
sito per dare visibilità alle sue
attività di didattica e ricerca
storica. Attraverso lo studio
delle fonti paleopatologiche,
archeologiche, bibliografiche
ed artistiche la Sezione di
Storia della Medicina si occupa di ricostruire il passato
della scienza di Ippocrate,
conservando un importante
STORIA IN RETE
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patrimonio documentario,
archivistico e museale relativo
alla storia della medicina dalle
origini ai nostri giorni. Ma la
storia della medicina non è
solo materia per i cultori del
passato: nelle intenzioni di chi
cura museo, biblioteca e sito
internet c’è anche la volontà
di offrire un contributo attraverso la ricerca e la didattica,
alla formazione umanistica
dei futuri medici. Il museo e
la biblioteca della Sezione
- creati nel 1938 - conservano un’incredibile quantità
di reperti,
preparati
e volumi,
molti dei
quali antichi
e pregiati. Il
lato negativo è che
attraverso
il sito apprendiamo che la
riproduzione (rigorosamente
con mezzi propri) dei testi
costa dai due a cinque euro
a scatto. In tempi in cui si
protesta in piazza sulla «privatizzazione» dell’università
stupisce che nessuno abbia
mai alzato un sopracciglio
per questa incredibile forma
di drenaggio di denaro effettuata sfruttando beni che si
presumono appartenenti alla
collettività. n
Gennaio 2011
Cartigli e faraoni dell’Antico Egitto
www.cartigli.it
Il ‘91
www.il91.it
B
istrattato - e a torto - il
buon vecchio fucile Carcano mod. 91 è stata l’arma
con cui l’Italia ha equipaggiato i suoi soldati per cinque
decenni, dalle espansioni
coloniali alla Grande Guerra,
dall’epoca fascista alla Seconda guerra mondiale. Con un
epilogo addirittura incredibile,
essendo il ‘91 l’arma con
cui Lee Oswald sparò a J. F.
Kennedy a Dallas [vedi «Storia
in Rete» n° 18]. Questo sito si
propone di raccontare l’evoluzione di quest’arma, dal suo
creatore - Salvatore Carcano
- alla sua evoluzione in numerose altre armi, ponendosi
come un punto di riferimento
importante per appassionati
e collezionisti. Senza trascurare un particolare importante:
per aver attraversato oltre
mezzo secolo di storia, la
vicenda del Carcano mod. 91
è anche la storia (militare) del
nostro Paese. n
N
el web 1.0 si trovano
ancora siti graficamente
poco accattivanti, ma dai contenuti davvero preziosi. Questo
piccolo sito - continuamente
aggiornato - vuole fornire un
elenco dei cartigli dei principali
faraoni, dare la loro lettura e
traduzione, descrivendo anche
aspetti del mondo egiziano. A
partire dalla lingua egiziana,
con i primi rudimenti e alcune
semplici regole grammaticali.
Il sito tratta quindi dei cartigli
dei faraoni con cenni di storia
d’Egitto attraverso le biografie
dei suoi sovrani. Non poteva
mancare un profilo biografico
di Jean François Champollion, padre della decifrazione
dei geroglifici, una galleria
fotografica degli scatti presi
dall’autore del sito nei suoi
viaggi (con studio e traduzione delle iscrizioni egizie
fotografate) e una densa
bibliografia italiana con cenni
su quella anglosassone. n
FUMETTI
Ciao ciao bambina
di Sara Colaone
Kappa Edizioni
pp.142, € 16,00
Q
uando ad emigrare erano gli italiani.
Nel dopoguerra, fra ricostruzione,
speranze e povertà, l’Italia si consolava con
le canzoni di Domenico Modugno, Claudio
Villa, Fred Buscaglione. E queste canzoni
rappresentavano anche un tenue legame
con la patria lontana per i moltissimi giovani costretti dalla miseria a cercare lavoro
all’estero, per poter aiutare le famiglie con
le loro rimesse. Questa è la storia di un
anno di vita fra gli emigranti italiani nella
Svizzera tedesca di Valeria Da Ros, una
friulana diciottenne. Emigrante per poter
inviare a casa un po’ di denaro, Valeria trasforma questo viaggio fra la durezza della
vita da emigrante e le piccole meschinità
della guerra fra poveri,
in un personale, piccolo
riscatto, cogliendone le
opportunità e alla fine
trovando - forse - anche
l’amore. Lo fa vivendo
nella comunità degli italiani emigrati in
Svizzera, una comunità chiusa per la sua
mentalità ma anche per il razzismo a due
facce, quello degli svizzeri di lingua tedesca
verso gli italiani e quello del tutto speculare
degli emigranti verso i padroni di casa. Una
xenofobia fatta di fastidio per chi entra in
una società ordinata portando scompiglio
e disordine e dall’altra parte un razzismo
che si nutre di spirito di rivalsa, complessi
di inferiorità e soprattutto
quell’eterno difetto del nostro
popolo di sentirsi in qualche
misura superiore agli altri,
anche quando non si sta
facendo davvero nulla per esserlo
sul serio. La storia di Valeria è una storia
vera, una delle tante vissute dai nostri
emigranti. Ma come spesso capita, il senso
di un lavoro artistico va oltre le intenzioni
del suo autore: e in questa storia, ciò che
più colpisce non è il parallelo fra l’emigrazione italiana d’allora e quella verso l’Italia
di oggi, quanto le differenze profondissime
fra due epoche e due fenomeni che in
comune hanno ben poco. n
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