Gli orologi - Udine Cultura

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Gli orologi - Udine Cultura
Gliorologi
Schede di Silvana Altamore
Gli orologi presenti nella collezione costituiscono un corpus eterogeneo per stili, materiali e tecniche costruttive mentre la
provenienza è per lo più sconosciuta. Il confronto fra le tipologie suggerisce di distinguere due principali gruppi. Il primo
consistente nucleo comprende nove orologi da muro in ferro con decorazioni dipinte o incise, mentre il secondo è costituito
dalle tre pendole da mensola in stile neoclassico. Fra queste si distingue un orologio con cassa in cristallo e applicazioni in
metallo dorato di ispirazione decisamente francese.
La presenza di orologi in ferro battuto può essere fatta risalire alla frequentazione da parte dei coniugi Ciceri, per motivi di
studio, della Val Pesarina. Luigi Ciceri aveva dedicato un saggio all'attività degli orologiai friulani mentre Andreina Nicoloso
aveva documentato la vita della Valle in due volumi.
Le tre pendole, invece, presentano caratteristiche ascrivibili ad ambiti e periodi diversi.
Lo studio dell’ orologeria in Friuli conosce nella tradizione manifatturiera della val Pesarina un capitolo fondamentale.
L'affascinante mito che accompagna lo sviluppo di quest'arte in Carnia è legato anche alla storia della famiglie Cappellari e
Solari, ma ancora oggi si attendono studi analitici.
La storia fa memoria dei carnici che migrano per lunghi periodi in Germania e tornando a casa portano con loro il sapere
tecnico appreso oltralpe. I pesarini, in particolare, sono stati sempre identificati, sia per le vicende di emigrazione, sia per
l'attività della lavorazione del ferro in cui hanno primeggiato, come portatori del cosiddetto "know-how" cioè il bagaglio
tecnico alla base della costruzione degli orologi.
Il 1725, data di fondazione della Ditta Solari, è solo l'atto più evidente della diffusione di quest'arte in quella zona in
continuità con una tradizione di piccoli artigiani abili a costruire orologi da vendere alla committenza nobile friulana.
Le caratteristiche tipologiche degli orologi della val pesarina, sono riscontrabili in molti dei pezzi della raccolta.
Gli orologi da muro hanno la stessa ossatura costituita da una gabbietta formata da due piastre e quattro pilastrini in ferro
avvitati alla base; sulla piastra inferiore vi sono quattro fori che consentivano lo scorrere delle corde per la carica; alcuni
hanno altri due fori paralleli laterali di dimensioni minori che servivano per la carica della suoneria. All'interno di questa
struttura a pilastrini si trovano gli ingranaggi. Generalmente i treni sono solo due: quello della battuta del tempo e quello
della suoneria. Gli ingranaggi, di notevole spessore,sono realizzati in ottone e l'uso massiccio di metalli fa' sì che questi
manufatti risultino particolarmente pesanti.
La campana veniva realizzata in una fusione di metalli fra cui lo stagno che conferisce un suono più vivace al tintinnio. La
forma è quella della cupola con una piccola gradinatura nella parte superiore.
I meccanismi della battuta sono quelli in cui l'ingranaggio ha come cardine la verga che ha bisogno di un pendolo corto per
regolare la battuta del tempo. Si tratta di meccanismi non particolarmente precisi in cui bastava cambiare l'oscillazione del
pendolo corto per avere una battuta di durata inferiore o superiore.
Il pendolo corto era detto anche "a coda di vacca" per l'andamento che aveva. La regolazione dell'ora era quindi piuttosto
sommaria. C'è fra i tanti un esemplare che ha un meccanismo di rifasamento dell'ora.
La mostra oraria piatta, realizzata con lamina centinata o con cimiero, nasconde la campana.
Interessanti sono alcune funzioni particolari quali la ripetizione dell'ora e la suoneria che ci danno l'idea di come le necessità
di misurare il tempo siano cambiati in questi secoli. La cosiddetta "ribattuta" consentiva, tramite una piccola leva, di risentire
l'ultima ora battuta o quella più vicina al battersi. La suoneria, invece, veniva impostata tramite un disco in ottone che si
trova al di sotto delle lancette che reca incise le 12 ore della notte.
Molti di questi pezzi, pur mantenendo le caratteristiche “estetiche”, nel tempo sono stati modificati riguardo la struttura
meccanica a seconda delle esigenze d’arredo o di innovazione tecnica.
Orologio con pendolo lungo
Sec. XVIII/ Ferro e ottone/ 2x36 cm., pendolo 100 cm., diametro lente del pendolo
11,50 cm./ Inv. 338
Particolari funzioni: ribattuta dell'ora; regolazione dei ganci da muro
Bibliografia: PUTIN – GOGNAN 1991, p. 199; PUNTIL, s.d.; Bollettino 11, 2009
Orologio da muro realizzato in lamina di ferro ritagliata e dipinta modificato in
pendola. Il pezzo è pregevole per decorazione in quanto la mostra è contornata da
barbe laterali in lamina ritagliata e dipinta. Nella parte superiore i rami stilizzati
nascondono la campana di forma cupolare con un piccola scanalatura alla sommità.
Subito sopra le ore dodici si nota il foro lasciato dall'asportazione del pendolo corto.
L'ingranaggio è stato modificato per consentire l'inserimento della pendola lunga
interna. Il meccanismo interno è visibile tramite gli sportellini laterali ed è costituito dai
due treni di ingranaggi del tempo e della suoneria. Su uno degli sportellini è graffito
"Tassetti, 24/7/(?4)6 " mentre è scritto a matita "Via gorizia 61". Due punte aguzze
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posteriori mobili assicuravano l'orologio al muro.
La mostra oraria è dipinta in un quadrato rosso con cerchio orario in bianco con
numeri in nero romani per le ore e arabi per i minuti.
Nella parte posteriore vi è la leva per la ribattuta dell'ora con un residuo della catenella
originale.
Orologio con pendolo
Sec. XVIII/ Ferro, peltro, altri metalli/ 27x40 cm./ Inv. 339
Particolari funzioni: ribattuta; suoneria e sveglia
Bibliografia: PUNTIN GOGNAN 1991, p. 199,
L’orologio è di pregevole fattura anche se risulta essere stato modificato nel
meccanismo originale per inserire il pendolo che oscilla davanti alla mostra. Oggi l'asse
del pendolo risulta fissata ad un disco vuoto in lamina d'ottone mentre originariamente
questa sfera vuota era libera di muoversi sull'asse stesso. Il movimento, quindi, non è di
regolazione della durata dell'ora ma bensì solo di moderazione del movimento del
meccanismo interno.
La campana in ferro, a forma di cupola, è nascosta dal cimiero della mostra realizzato in
lamina piatta pregevolmente decorata e ritagliata seguendo la decorazione a volute
fitoformi che si ripetono per tutta la mostra.
Il cerchio orario è realizzato in lamina con le ore in numeri romani incise e colorate
mentre i minuti suddivisi di cinque in cinque sono in numeri arabi. Al centro, sotto le
lancette, un disco d'ottone con dodici tacche consentiva di regolare la suoneria della
sveglia. La decorazione è pregevole anche se rovinata e a differenza di altri pezzi si
trova anche sugli sportellini laterali. Questo fa pensare ad un costruttore diverso o una
committenza più raffinata. Anche la dimensione delle ruote degli ingranaggi e la
posizione della suoneria fa pensare ad un costruttore diverso da quelli pesarini ma la
modifica del meccanismo rende meno comprensibile la localizzazione di questo pezzo.
Orologio con pendolo corto
Sec. XVIII/ Ferro e ottone/ 25x31 cm./Inv. 631
Bibliografia: PUNTIN GOGNAN 1991, p. 199; PUNTIL, s.d.; GIUSA - VILLOTTA 1994 (a),
scheda 681 oa 70740; GIUSA – VILLOTTA 1994 (b), scheda 160 oa/ c/ 80559
Orologio da muro realizzato in lamina di ferro ritagliata e dipinta. La campana della
suoneria si trova dietro il cimiero in lamina decorato con elementi vegetali dipinti e
intagliati. La mostra è decorata sui quattro angoli con angioletti. Il quadrante è dipinto
in bianco con numeri romani per le ore e arabi, di cinque in cinque, per i minuti. Il
pendolo corto fissato con un perno scanalato oscilla davanti alla mostra e termina con
un piccola lente cava in metallo. Le lancette sono semplici nello stile Breguet.
Il meccanismo interno è visibile tramite lo sportellino laterale ed è costituito dai due
treni di ingranaggi del tempo e della suoneria. Due punte aguzze posteriori assicuravano
l'orologio al muro. Nella parte inferiore si trovano i fori per le corde di canapa che
consentivano di caricare il meccanismo.
Orologio a pendolo corto
Sec. XVIII/ Ferro, ottone, altri metalli/26x36 cm./Inv. 631
Particolari funzioni: ribattuta (interna), suoneria e sveglia
Bibliografia: PUNTIN GOGNAN 1991, p. 199; GIUSA – VILLOTTA 1994 (b), scheda 680 oa
70739
L’orologio in ferro presenta mostra centinata, che nascondeva la campana oggi
mancante, in lamina dipinta e decorata nella parte superiore dall’effigie della Madonna
col Bambino circondata da quattro angioletti.
Il quadrante è cinto di rose, simbolo della Vergine, tratteggiate semplicemente; le ore
sono in numeri romani mentre i minuti di cinque in cinque sono in cifre arabe.. Al
centro, sotto le lancette realizzate in fusione con forme baroccheggianti, si trova un
disco in ottone fuso e inciso per la regolazione della sveglia.
Davanti al quadrante oscilla il pendolo realizzato con una semplice barretta terminante
con un disco in lamina mobile.
Il meccanismo è molto più piccolo della mostra ed è rinchiuso in una scatola fornita di
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sportellini laterali. Il caricamento è a corda con pesi. Una terza coppia di fori sulla base
indica la presenza di una corda per il caricamento della suoneria.
Nella parte superiore, accanto alla sede della campana, vi è una leva che potrebbe essere
un blocco per la suoneria o per la ribattuta ma risulta essere fuori sede.
Nella parte posteriore si rileva il gancio e le aguzze punte per assicurare l'orologio al
muro durante la carica. (sa)
Orologio con pendolo
Sec. XVIII/ Ferro, ottone e altri metalli/ 24,50x33 cm., quadrante 20 cm./ Inv. 632
Particolari funzioni: Due campane per ore e quarti d'ora
Bibliografia: RAINIS 1994, p.80 n.1073
Orologio da muro realizzato in ferro con mostra centinata in lamina decorata a stampo
ed incisione con doratura. Nella parte superiore, sul retro della mostra, sono collocate
due campane a forma di cupola di diversa dimensione poste, l’una sull’altra, in ordine
decrescente. La più grande ha la funzione di battere le ore, la più piccola i quarti d’ora I
treni degli ingranaggi risultano essere più grandi rispetto a quelli solitamente utilizzati
dai pesarini; anche i pesi, composti da grossi cilindri di piombo e ottone, e le corde di
canapa sono di grosso calibro. L'anello orario è presumibilmente di peltro, con numeri
romani impressi e ageminati. I minuti sono indicati da numeri arabi di cinque in cinque.
Le lancette sono realizzate in metallo fuso con motivi a cerchio.
E' possibile ascrivere questo orologio all'ambito carnico soprattutto per la parte esterna,
in quanto vi sono altri pezzi che hanno lo stesso tipo di mostra centinata, ma il
meccanismo sembra essere più grossolano. (sa)
Orologio a pendolo corto
Sec. XVIII/ Ferro, ottone, altri metalli/25,50 x 33 cm./Inv. 633
Particolari funzioni: ribattuta dell'ora
Bibliografia: PUNTIN GOGNAN 1991, p. 199; PUNTIL, L’orologio da parete, in s.d.; GIUSA –
VILLOTTA 1994 (b), scheda 681 oa 70740.
Orologio da muro realizzato in ferro. La campana dalla tipica forma a cupola con
piccolo gradino nella parte superiore è nascosta dal cimiero decorato in lamina traforata
e dipinto con i colori rosso, verde e bianco. La campana ha perso il suo martelletto. Un
perno con decorazione scanalata concentrica reca l'asse del pendolo ormai mancante.
Sulla mostra il quadrante è rallegrato da decorazioni floreali ispirate agli orologi tedeschi
della Foresta nera. Al centro è raffigurata una scena di caccia. Il paesaggio risulta
abbastanza definito con un edificio sulla destra e un albero sulla sinistra. Al centro un
piccolo ponte su cui si incontrano due figurine, quasi due ombre realizzate in
monocromo, e la sagoma di un cane. Manca la lancetta dei minuti mentre quella delle
ore è stata realizzata in metallo in fusione con decorazioni a volute baroccheggianti.
Il meccanismo è ascrivibile all'area pesarina, ed è composto da una gabbia a quattro
colonnine con robusti ingranaggi realizzati in ottone. Il pendolo corto, detto a coda di
vacca per il movimento, consentiva la regolazione della durata delle ore.
La carica avveniva tramite due corde in canapa a cui erano assicurati dei grossi pesi in
pietra o ferro, oggi mancanti. Una terza cordicella consentiva la carica della suoneria. Il
meccanismo è visibile dai due sportelli laterali apribili.
Sul lato posteriore si trova una piccola levetta, a cui era agganciata una cordicella, e che
serviva per la cosiddetta ribattuta, ovverosia, un meccanismo che consentiva di
conoscere l'ora più vicina all'ultima battuta dall'orologio.
Nella parte superiore due punte aguzze assicuravano l'orologio al muro. (sa)
Orologio da cassa lunga o pendola
Sec. XVIII/ Ferro, ottone, legno e altri metalli/ cassa esterna 33x45 cm., orologio
interno 17x24 cm./Inv. 634
Particolari funzioni: ribattuta (nella versione originaria)
Bibliografia: PUNTIN GOGNAN 1991, p. 199; PUNTIL, s.d
Orologio da muro riaddattato come pendola e realizzato in ferro con mostra in lamina
dipinta. Il pezzo è stato pesantemente rimaneggiato sia nel meccanismo, perché
modificato per diventare una pendola lunga, sia nell'aspetto perché pesantemente
ridipinto. Lo scappamento è ad arretramento e il sistema di battuta è a rastrelliera. La
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campana è mancante e la mostra, di forma centinata, è stata ridipinta in rosso con
decorazione a stelline. L'anello orario , oggi staccato, era applicato e reca le ore in
numeri romani. Le lancette sono realizzate in metallo fuso in forme vegetali stilizzate.
Il caricamento avveniva a corda con pesi, ne sono prova le ruotine zigrinate internee
originariamente era presente anche una corda per la suoneria.
L'orologio è contenuto in una cassa che doveva essere collocata sulla la sommità del
mobile di una pendola ed è realizzata in legno dolce con i due sportelli laterali e quello
grande frontale dipinti di verde. (sa)
Manifattura area carnica
Orologio a muro
Sec. XVIII/ ferro/ 30x18,5x14,3 cm/ inv. 635
Piccolo orologio da muro realizzato in ferro con mostra in lamina dipinta.
La campana in ottone e ferro, a forma a cupola, è nascosta dal cimiero decorato a
motivi fitomorfi presenti anche lungo il bordo della mostra.. le ore sono in numeri
romani, mentre i minuti di cinque in cinque sono in numeri arabi. Le lancette sono
realizzate in metallo fuso con forme vegetali stilizzate. Il meccanismo è molto più
piccolo della mostra ed è rinchiuso in una scatola fornita di sportellini laterali. Si
intravedono i due treni di ingranaggio e, a destra, una piccola levetta che
probabilmente consente di fare ribattere l'ultima ora o in ultima ipotesi consentirebbe
di rifasare l'ora. Il caricamento era a corda con pesi.
LA FOTO DELLO STESSO OGGETTO CORRISPONDE A DUE NUMERI DI
INVENTARIO (635 E 338)
Orologio con pendolo corto
Sec. XVII – XVIII/ Ferro e ottone/ 16x23cm./ Inv. 636
Particolari funzioni: ribattuta (interna); sistema di rifasamento dell'ora.
Bibliografia: PUNTIN GOGNAN 1991, p. 199; GIUSA – VILLOTTA 1994 (b), scheda 681 oa
70740
Piccolo orologio da muro realizzato in ferro con mostra in lamina dipinta.
Probabilmente il più antico fra quelli fin qui studiati possiede, infatti, un sistema di
battuta più obsoleto.
La campana in ottone e ferro, a forma a cupola sovrastata da un piccolo gradino nella
parte superiore, è nascosta dal cimiero decorato a motivi fitomorfi. Rose dipinte
ornano i gli angoli dei quadrante ove le ore sono in numeri romani mentre i minuti,
mentre i minuti di cinque in cinque sono in numeri arabi. Le lancette sono realizzate
in metallo fuso con forme vegetali stilizzate. Nella sezione circolare sono raffigurate
due garitte di guardia, una di fronte all’altra, con vessilli sventolanti sulle loro sommità.
Davanti al quadrante oscilla il pendolo realizzato con una semplice barretta terminante
con un disco in lamina mobile. Il meccanismo è molto più piccolo della mostra ed è
rinchiuso in una scatola fornita di sportellini laterali. Si intravedono i due treni di
ingranaggio e, a destra, una piccola levetta che probabilmente consente di fare ribattere
l'ultima ora o in ultima ipotesi consentirebbe di rifasare l'ora. Il caricamento era a corda
con pesi. Nella parte posteriore si rileva gancio e punte da muro.
Pendola da mensola
Sec. XIX/ Legno, lamina metallica, materiale resinoso/ 40x61 cm., quadrante diam. 19
cm./ Inv. 222
Bibliografia: BRUSA- GRISERI 1989; BRAGAGLI VENUTI – BRAZZA 1983, p. 54-55;
SIMONI 1993.
Pendola che combina diversi motivi architettonici e ornamentali di tipo neoclassico e
funzioni di automatismo. La tipologia architettonica è quella del portico con una
quinta ricoperta di specchi. Il portico è un elemento che viene ripreso nello stile
Direttorio in voga dalla fine del Settecento ai primi anni dell'Ottocento nell'orologeria
francese.
Al vertice si trova una anforetta in marmo fissata alla cassa dell'orologio. La mostra è
decorata ai quattro angoli da un motivo composto da una lira avvolta nel pungitopo.
Dietro il vetro di protezione, il quadrante si presenta composto dal cerchio orario in
smalto bianco con numeri neri arabi mentre al centro vi è una complessa scena con
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una fucina di cupidi, intenti a forgiare le loro frecce.
Il meccanismo dell'orologio consentiva il movimento continuo della ruota molatrice del
putto di destra. La scena è composta da diverse parti assemblate in ottone lavorato a
bulino e cesello. La pendola aveva un caricamento a molla e parte della chiavetta rimane
spezzata nel foro di carica immediatamente all'altezza delle ore tre, bloccando di
conseguenza anche la lancetta. Il meccanismo interno mostra una molla ormai fuori
sede con il pendolo attaccata ad un asola di seta.
Ai lati della cassa dell'orologio vi sono due sfingi alate realizzate in legno dorato.
La struttura si allarga con uno scenario diviso in tre pannelli a specchio convergenti. Su
quello centrale si inserisce una figura in lamina stampata adagiata morbidamente fra
spighe, acqua e melograni con inciso “DETLER”, forse il nome del produttore.
Davanti a lei oscilla in forma di pendolo il Dio Apollo con il volto contornato dai raggi
solari. La decorazione inferiore si ispira alle meridiane solari, a semicerchio e raggiera.
Nella parte anteriore quattro colonnine tuscaniche intercalate da due lamine con spighe
e girasoli delimitano lo spazio della scena. Sul limitare della scala, tondeggiante a
degradè, beccano due galletti in lamina dorata.
Sul basamento ai due lati si trovano speculari due coppiere realizzate sempre in lamina
ed applicate tramite chiodini.
Nel cerchio orario intorno alla sesta ora illeggibile un tempo figurava la firma del
fabbricante.
La caratteristiche consentono di ascrivere il pezzo all'orologeria austriaca e in
particolare all'opera del maestro Joseph Tatzelin Hof dei primi anni dell'Ottocento che
si ispirava decorativamente a stili diversi. La moda di rappresentare soggetti mitologici
viene diffusa dai costruttori parigini che ai primi del secolo nei repertori inseriscono
puttini e Veneri.
Pendola da mensola
Sec. XIX/ Legno, lamina metallica, materiale resinoso/ 30x48 cm., quadrante diam. 13
cm./ Inv. 223
Bibliografia: BRUSA- GRISERI 1989; BRAGAGLI VENUTI – BRAZZA 1983, p. 54-55; BRUSA
1982.
Pendola da mensola di ispirazione neoclassica, a portico, realizzata in legno di frutto
colorato e dorato.
Al vertice del portico una decorazione in legno dorato di forma vagamente fitomorfa.
Ai lati, in corrispondenza delle colonnine, figuravano presumibilmente due pinnacoli
oggi mancanti.
La struttura ad arco, con forme squadrate e geometriche, è arricchita nella parte
superiore da decorazioni a fiore in lamina fissate con chiodini. Fra l'arco e le colonne vi
sono due blocchetti a scanalatura ad onde e al centro, sotto l'arco, si trova l'orologio
con il quadrante in smalto bianco a numeri romani ed indicazione dei minuti a linea.
Intorno una decorazione a lamina pressofusa cui è incernierata la teca vitrea di
protezione. Dietro al pendolo, in lamina stampata a raggiera, è posta una decorazione in
legno dorato che riprende la forma di quella adagiata sul vertice dell’arco e con al centro
un elemento a forma di conchiglia. Questa parte è completamente rimovibile. Le due
colonne sono in un materiale plastico resinoso semitrasparente rossastro e i capitelli, in
legno dorato, sono bombati e di forma vagamente egizia. La parte inferiore è
completamente cava e realizzata con legno ebanizzato con il motivo a scanalatura.
Per questo pezzo si ascrive una provenienza di tipo austriaco o sloveno dei primi anni
dell'Ottocento, soprattutto per la ripresa dei motivi neoclassici Impero liberamente
reinterpretati. Lo stile Direttorio del motivo a portico si mescola con altri elementi
orientaleggianti dalla lente del pendolo alla scanalatura delle colonnine. (sa)
Orologio da mensola
Sec. XIX/ Cristallo e metallo dorato/ 18x25 cm., quadrante diam. 9,50 cm./ Inv. 261
Bibliografia: BRUSA- GRISERI 1989; BRAGAGLI VENUTI – BRAZZA 1983, p. 56-57; BRUSA
1982; GELIS 1949.
Orologio realizzato con una raffinata cassa in cristallo con il meccanismo racchiuso in
una scatola tonda. Questa particolare tipologia riconduce all'orologeria francese
specializzatasi fra Settecento e Ottocento nella realizzazione di orologi a cassa rotonda
che venivano anche venduti singolarmente in Italia e montati su scafi di produzione
nostrana.
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Originariamente la teca doveva avere un coronamento superiore o un'ulteriore
decorazione di cui rimangono tracce alla sommità della cassa.
Il quadrante, realizzato con una sottile lamina smaltata in bianco, reca l'indicazione delle
ore in numeri arabi mentre i minuti sono indicati nel cerchio più esterno con delle
semplici linee. Tutto intorno sono incastonati dei piccoli brillantini vitrei che danno
lucentezza alla mostra oraria.
Al posto della sesta ora si trova il foro per la chiavetta del caricamento. E' probabile che
originariamente ci fosse un pendolo e che in seguito il meccanismo sia stato modificato.
La teca è decorata da due figurine femminili, in lamina cava, che innalzano fiori
intrecciati. Al centro fra le due figurette un piedistallo di gusto neoclassico che regge
alla sommità un vaso di rose.
Tutto poggia su un basamento realizzato in metallo con decorazioni floreali ed un
motivo a foglia che corre tutt'intorno. La figurina di destra è stata restaurata, e
probabilmente rifusa su copia dell'altra, ed anche il coperchio della cassa dell'orologio è
posteriore. I piedini sono di forma sferica. Il basamento è realizzata in un unico pezzo,
realizzato con la tecnica della fusione. (sa)
Meccanismo per orologio
Sec. XIX/ Ferro, ottone/ 25X39 cm./Inv. 637
La gabbietta con pilastrini in ferro che racchiude il meccanismo realizzato con sottili
ruote in ottone è molto leggera e sembra non avere niente a che fare con la stazza e la
forma dei meccanismi pesarini. Inoltre, il pendolo è vincolato al perno centrale della
battuta tramite una sorta di anello, quindi non era esterno ma scorreva al di sotto della
mostra dell'orologio attraverso la fessura che gli era riservata.
La campana è in ferro ed ha due martelletti di cui uno in legno e l'altro con due
braccetti interamente in ferro.
Il meccanismo è a verga e pendolo e la carica avveniva tramite catenelle metalliche,
oggi disperse, provviste di pesi cilindrici.
Tutti questi elementi propendono per assegnare il pezzo ad area diversa da quella
pesarina e a tempi più recenti.
Meccanismi per orologio
Sec. XIX/Legno, ferro
22x14x12, discreto, inv. 1401
15x9,5x8, mediocre, inv. 1402
17,5x15,2x17, mediocre, inv. 1403
20x13,5x10,8 discreto, inv. 1404
15,5x12,7x10, pessimo, inv. 1405
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Orologio da parete
Legno dipinto, ferro, cm. 32x22x12, buono, inv. 1649
Legno dipinto, ferro, cm.31 x 19,5x15,4, mediocre, inv. 1650
Legno dipinto, ferro, cm.25x17,4x15, discreto, inv. 1651
Quadrante per orologio da parete
Legno dipinto
cm. 32 x 22,5, stato discreto, inv. 1667
cm. 24,2 x 17,2, stato discreto, inv. 1652
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Orologio da tavolo con colonne e timpano
Legno, vetro, cm.50 x 32, 7 x 10,5, inv. 1656
Legno, bachelite, metalli, stato cattivo, cm. ?, inv. 1810
Legno, bachelite, metalli, stato cattivo, cm. ?, inv. 1811
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