travaux – lavori in casa
Transcript
travaux – lavori in casa
Breve guida al film TRAVAUX – LAVORI IN CASA (tit. or. “Travaux, on sait quand ça commence…”) Francia/Gran Bretagna, 2005 REGIA: SCENEGG.: INTERPRETI: DURATA: Brigitte Roüan Brigitte Roüan, Eric Besnard, Jean-François Goyet, Philippe Galland Carole Bouquet (Chantal Letellier), Jean-Pierre Castaldi (Frankie), Didier Flamand (Thierry), Françoise Brion (Mamika), Aldo Maccione (Salvatore) 94’ LA STORIA: Dietro l’eleganza e l’avvenenza di madame Chantal Letellier si cela un brillante avvocato che si batte per i diritti civili e non esita ad esporsi per gli immigrati e i sans-papiers. Recentemente divorziata dal marito, la donna vive in un grande appartamento parigino con i due figli adolescenti, Pulchérie e Martin. Dopo aver fatto assolvere il rozzo Frankie, trascorre una serata in sua compagnia e, anche per effetto dell’alcool, gli si concede. L’indomani, Chantal considera già chiusa l’avventura, ma non riesce a liberarsi della presenza appiccicosa e invadente dell’omone che vorrebbe vivere con lei e la subissa di fastidiose attenzioni. Intanto, l’avvocato sta cercando di regolarizzare la situazione di un architetto colombiano e decide di affidargli i lavori di ristrutturazione del suo studio. Ma l’architetto le propone un progetto molto più impegnativo che prevede la radicale trasformazione dell’intero appartamento. Le riluttanze di Chantal sono via via vinte dalle insistenze dell’architetto che impiega la “società” Gomez, una squadra di quattro operai colombiani sprovvisti di permesso di soggiorno, ai quali si aggiungono in seguito un arabo, un nero e un piastrellista italiano, Salvatore. Chantal si adatta a dormire in un letto dietro una tenda di plastica e inizia la difficile convivenza con i sette uomini (che finiscono per dormire con lei), mentre Frankie continua ad assediarla con regali e visite. L’incompetenza degli operai provoca danni e incidenti a ripetizione che esasperano i nervi dell’avvocato, costretta, dopo la caduta da una scala, a portare il collare di gesso. Quando un incendio le devasta l’appartamento, Chantal decide di licenziare tutti in tronco. Ma presto si pente e li richiama. Conclusi i lavori, festeggiano insieme il nuovo “volto” sudamericano della casa. Ma, per vendicarsi di essere stato rifiutato, Frankie ha avvisato la polizia che irrompe all’improvviso: sarà Chantal a salvare gli extracomunitari dall’arresto. La mattina dopo, riceve la visita casuale del nuovo vicino, che è un affascinante anglossassone… CHI È LA REGISTA Brigitte Roüan (classe 1946) è un’eccellente e inquieta attrice francese che, non a caso, ha debuttato in teatro con lo spassoso e anarchico Coluche (attore comico francese di origini italiane) per poi interpretare, tra gli altri, film di Jacques Rivette, Paul Vecchiali, Cédric Khan, Agnieszka Holland e Michael Haneke. Di origine algerina, si è impegnata in prima persona (come la protagonista di questo film) per i sans-papiers, aderendo al collettivo dei cineasti schieratisi in difesa dei loro diritti. Dopo un cortometraggio, Grosse (1985), la Roüan ha diretto solo quattro lungometraggi in sedici anni, e nei primi due, Outremer (1990) e Post coitum, animal triste (1997) ha rivelato una scrittura sensibile e rigorosa e la ricerca di forme originali nell’evocazione di materie passionali. Se il televisivo Sa mère la pute (2000) ha deluso, Travaux – Lavori in casa è il suo primo film che abbia beneficiato del successo di pubblico (in Francia come in Italia, dove nessun suo titolo era mai stato distribuito). La Roüan (anche attrice protagonista dei suoi film) avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Chantal, ma dopo qualche esitazione ha preferito assegnarlo a Carole Bouquet. Subito dopo Travaux, l’attrice-regista ha diretto un documentario televisivo sulla condizione di esiliati e sradicati dal loro paese d’origine, Cher pays de mon enfance-Paroles de déracinés (2005). I personaggi immaginari e reali del suo cinema sono sempre sorpresi in una “condizione di precarietà emotiva che può derivare dal loro stato di intrusi in un paese straniero, oppure dal pericoloso squilibrio in cui li sprofonda una tormentata e destabilizzante passione amorosa” (intervista a cura di P. Rouyer e C. Vassé “Positif”, n° 531, maggio 2005, p. 21). TEMATICHE Appunti per una formazione all’immagine nell’analisi del film Travaux è un film sull’armonia del caos. Lo spazio di un vasto e luminoso appartamento nel centro di Parigi, diviene il teatro di una metamorfosi che investe l’identità della casa e la legittima proprietaria, l’avvocato progressista Chantal Letellier. Nello stesso tempo diviene l’arena di un grande circo interrazziale, dove tutti i personaggi (francesi, italiani, messicani, colombiani, arabi) si affrontano come clown nel caos liberatorio (e rigenerante) di una spiritosa fiaba musicale. Chantal e figli scopriranno alla fine che i valori della solidarietà hanno superato la gigantesca prova della devastazione di un appartamento che non sarà mai più lo stesso e della trasformazione dell’armonia in caos. Travaux è un film sull’estraneità. Estranei, stranieri, extra-comunitari senza permesso di soggiorno sono le persone alle quali Chantal affida i lavori di ristrutturazione del proprio appartamento, in base al principio politicamente corretto per il quale un uomo può essere una brava persona e un bravo lavoratore anche sans-papiers. Ma l’estraneità, il contatto con il diverso, minacciano l’ordine costituito, l’armonia delle cose, la pace, la tranquillità della casa, delle abitudini quotidiane. La ristrutturazione dell’appartamento diventa, così, una distruzione sempre più vasta, pervasiva, radicale. Tuttavia, i confini dell’estraneità si estendono intorno all’appartamento di Chantal, con esiti politicamente e sentimentalmente significativi: sono le sequenze dedicate alla vita degli extra-comunitari al di fuori dell’isola caotica eppur felice dell’appartamento in cui Chantal cerca di offrire un’occasione di integrazione e di riscatto ai suoi sans-papier. Travaux è un film surreale e grottesco. La metamorfosi in gentile a grazioso pagliaccio di una raffinata parigina, impreziosita dalla luminosa e autoironica Carole Bouquet, è la scommessa riuscita del film perché redime dagli alibi una protagonista simpatica esposta in una situazione antipatica. Le gag visive e verbali sono rilanciate dagli improvvisi numeri musicali che tramutano l’azione in una stilizzazione parodistica, accelerandone il ritmo. Per cinque volte gli eventi assumono le forme inattese di un numero musicale dove è il corpo leggiadro e seducente di Carole Bouquet a danzare e cantare giocando con la derisione di se stessa, della propria immagine fuori dal film e del suo personaggio all’interno della narrazione. Così, la vediamo esibirsi come danzatrice classica, poi in passi spagnoli, nell’hip-hop e in una salsa spericolata. (a cura di Fabrizio Lauria)