Centonove numero 21
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Centonove numero 21
REGIONE Governo allo sfascio Farmaci, multa milionaria Raffaele Lombardo centonove Fra rimpasto, dimissioni e tradimenti gli ultimi scampoli dell’era Lombardo PAG. 9-11 ANNO XIX N. 21 1 GIUGNO 2012 EURO 1,50 SANITA’ Prescrizioni facili a Messina, 540 medici dovranno dovranno restituire i soldi all’Asp PAG. 17 Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) Il Duomo di Messina in una elaborazione fotografica TERREMOTI ALLERTA MESSINA CODICE ROSSO DA DUE MESI PER I SOCCORSI NELLO STRETTO DOVE SI TEME IL PROSSIMO SCIAME SISMICO. COSI’ LE AREE A RISCHIO E I PIANI DELLA PROTEZIONE CIVILE 1 GIUGNO 2012 il punto centonove EDIT L’offesa alla Sicilia LʼULTIMO A mollare è stato lʼassessore DʼAntrassi. Ha lasciato lʼAgricoltura, come ha assicurato il presidente Lombardo, per sopraggiunti impegni professionali. A sostituirlo arriva da Vittoria, lʼex sindaco Aiello che ha un doppio valore aggiunto, sempre per Lombardo: è politico ed è anche tecnico. Non è bellissimo? Dopo le dimissioni del prefetto Marino che ha firmato una autorizzazione per il degassificatore di Priolo a marzo e ancora dopo mesi non arriva la firma perchè la Regione è in cerca dei “camminatori”, il governo di Lombardo, come un camalente, cambia pelle. Colore. E si acquatta su nuove posizioni: si stacca dal Pd e guarda con interesse a quellʼarea a metà tra Pdl e Pid che fino a qualche giorno fa assicurava il presidente gli faceva venire il “voltastomaco”. Lʼesperienza del Pd-stampella così si riduce in una mesta uscita di scena. Ora pesa lʼindagine giudiziaria, e prima? No, che cʼentra. Cʼerano le fette di prosciutto davanti agli oicchi: la riforma delle Asi, il credito di imposta, il riposizionamento delle formazione professionale. Ora le fette di prosciutto hanno lasciato spazio alle macerie politiche: si fa la conta per chiedere la sfiducia. Se è vero però che la dignità non è il primo requisito dei politici, forse a Sala dʼErcole è il caso di chiamare i ragazzi di Addiopizzo: un popolo che elegge questi politici, è certo un popolo senza nessuna dignità. Papa Benedetto XVI durante un momento dell'Udienza Generale del mercoledì in piazza San Pietro Terremoti nel corpo e nello spirito Mentre i nostri fratelli emiliani combattono dignitosamente contro eventi naturali avversi, in Vaticano la dignità e il senso dell’opportunità franano. Allo stesso modo in cui è crollato il duomo di Mirandola DI DOMENICO BARRILÀ I MIEI AMICI EMILIANI sono persone serie, laboriose e simpatiche. Una sintesi quasi perfetta del miscuglio di emozioni e razionalità che caratterizza il nostro paese. Dalle loro parti sono di casa, in particolare a Carpi, una città di 70 mila abitanti, dove da diverse edizioni dirigo una manifestazione, “Le radici le ali”, questʼanno opportunamente tagliata per dare precedenza a bisogni più impellenti, quelli che passano dallʼassessorato ai servizi sociali. In questi giorni di terremoti e di panico sono stato in contatto con alcuni funzionari e amministratori della mia “città” nellʼEmilia, vicinissima allʼepicentro del sisma e dunque molto colpita, nelle prossime ore andrò a trovarli con mia moglie, che quanto me li conosce e li apprezza per lʼumanità, lʼallegria, il coraggio. A loro in questi momenti va il mio abbraccio e quello del nostro giornale. E mentre i nostri fratelli emiliani combattono dignitosamente contro eventi naturali avversi, altrove la dignità e il senso dellʼopportunità franano, allo stesso modo in cui è crollato il duomo di Mirandola. Segno che tutto può cedere alla forza di gravità, quando prevale il desiderio di potenza dei singoli. Accade tra le mura del Vaticano per la precisione, dove lo spettacolo non è esattamente quello che ci si aspetterebbe, ma che probabilmente è lo stesso mandato in scena da secoli, con la differenza che oggi è difficile tenere cotto controllo sia i media sia il senso di ribellione che alberga nelle persone normali che si aggirano per quelle stanze e rimangono stizzite dallo scollamento tra il dire e il fare. I metodi non sembrano tanto diversi da quelli che si usano nellʼagone politico o nei gruppi malavitosi, dove le dispute si Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile dirimono sopprimendo lʼavversario, cui magari non si spara, ma gli si può distruggere la reputazione per sempre. Certo, in tutto quel tintinnare di crocifissi e pendagli di vario metallo, esibiti come le onorificenza dei generali, il Vangelo non lo si rileva nemmeno in dosi omeopatiche, ma tanto, dicono i duellanti, la gente dimentica. Forse si o forse no, dal momento che le chiese sono oramai frequentate da congedanti in cerca di buoni lasciapassare per lʼaldilà. Almeno questa meritoria funzione, consolatoria e propiziatoria, regge. Il resto meno. Un danno terribile ad una miriade di persone, che nella religione individuano il pilastro portante della propria vita. Unʼora prima che mi accingessi a scrivere questo articolo, una paziente bergamasca di cinquantasei anni, laicissima, dunque non sospettabile di particolari debolezze verso la dimensione trascendente, mi dice qualcosa di commovente: “Quasi mi vergogno a parlargliene, ma oggi per la prima volta sono riuscita a dire a Dio che gli voglio bene”. Eʼ questa la posta in gioco, ciò che si rischia di incrinare nella testa e nel cuore degli individui e dei popoli, la speranza di un orizzonte pulito e il sentimento religioso, perché se è vero che le persone devono fidarsi del proprio Dio a prescindere da coloro che dicono di rappresentarlo, è altrettanto vero che quando vacilla la fede delle guide più autorevoli e allʼinterno di luoghi simbolo, il dubbio e la delusione possono allontanare lʼuomo dalla religione. Nei giorni scorsi chiedevo ad un parroco-teologo cosa rimarrebbe del cristianesimo se dʼincanto sparisse la Città del Vaticano. Mi ha risposto sorprendendomi: “Non sparirà e se dovesse crollare la ricostruirebbero subito. Il demonio non potrebbe farne a meno”. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34. Graziella Lombardo Garante del lettore Attilio Raimondi pagina 2 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Sommario centonove 1 GIUGNO 2012 PRIMO PIANO Il 1908 che verrà È allerta a Messina dopo il terremoto in Emilia Romagna. Tra addestramenti, esercitazioni e scenari catastrofici A PAGINA 6/7/8 TOP SECRET SANITA’ POLITICA Psichiatria, nuova clinica a Saponara Lombardo, le tre ipotesi Il destino del presidente della Regione A PAGINA MESSINA. Antonio Tigano apre a Saponara una Comunità assistita per 20 malati psichiatrici. Il titolare della clinica “Carmona” di Messina e di altre case di cura a Siracusa, avrà un budget annuale di un milione e 200mila euro. La convezione è stata firmata dal manager dellʼAsp 5 Francesco Poli. 9 Pd-Pdl, crisi di “coppia” I due principali partiti in bilico tra trasformazione e disgregazione. A PAGINA 10/11 Il tesoretto della dirigenza Tutte le somme che i dirigenti di Palazzo Zanca devono restituire allʼamministrazione A PAGINA 12/13 SANITA’/2 Sono Lillo, risolvo problemi Chi è il sindacalista che irrompe nella schiera di candidati a sindaco del centrosinistra A PAGINA 14 Forte Gonzaga a Messina PAG. De Luca fa quadrare i conti Nebrodi sexy Il sindaco concede i revisori alla minoranza A PAGINA 15 Rifiuti, una perla di consorzio A Taormina, si prepara una nuova gestione A PAGINA 16 Boom di locali in provincia di Messina. ad animarli sono le ragazze dellʼEst A PAGINA Escursioni? Io me la Fido Il libro-pocket di Amelia Crisantino sulla storia dellʼisola 22 Dilaga a Ragusa il dog trekking, disciplina eco friendly che fa sempre più proseliti “Case” di Cosa Nostra A PAGINA 23 Corazzata Irfis Finsicilia A PAGINA 31 Edipower, rivoluzione A2A La centrale termoelettrica di San Filippo del Mela passa al gruppo lombardo A PAGINA 32/33 Dottori, pillole amare Carrefour, “ci penso io” LʼAsp di Messina chiede a 540 medici di pagare i farmaci prescritti in eccesso A PAGINA Il legale messinese Farrinella promette il rilancio dellʼazienda milazzese 17 A PAGINA Ato, assunzioni incriminate Radio Call? E’ fuori onda Amministratori e membri del cda indagati per i reclutamenti senza concorso del 2007 A PAGINA 18 Scioglimento sospeso 34 La società che gestisce il servizio di prenotazioni dellʼAsp nel mirino della finanza A PAGINA 35 POSTER Su Barcellona il ministro ha deciso così il cinema è “friendly” Messina, canoni d’Autorità Palermo, Fino al 7 giugno la seconda edizione A PAGINA 19 Dalla Passeggiata al Parco Sabin, il Comune paga per le aree della città A PAGINA Teatro in calcio d’angolo Longanos, un fiume di siti 41 TRIBUNALE Calunnia ai Franza, Ricciardi va a giudizio Social network al servizio dellʼarcheologia. Su Facebook una “rete” di esperti barcellonesi A PAGINA 42 Gonzaga da... espugnare MESSINA. Il pm Vito Di Giorgio ha chiesto il rinvio a giudizio per lʼex medico sociale del Messina calcio, Filippo Ricciardi. Il magistrato gli contesta la calunnia ai danni di Vincenzo e Pietro Franza, proprietari della società di calcio. Ricciardi nellʼambito di un giudizio civile per 500mila intentato ai Franza aveva accusato i due imprenditori di avere falsificato una liberatoria. RUBRICHE Tutti i compiti e gli incarichi della spa più potente dellʼIsola SICILIA 40 LʼIstituto nazionale dei castelli riapre per due giorni il forte costruito nel 1540 da Ferramolino A PAGINA 43 ECONOMIA 31 A PAGINA Cronaca così Gentile Ventʼanni di scatti in mostra a Palermo Le iniziative sociali negli immobili confiscati alla criminalità organizzata di Corleone. Mentre a Messina... A PAGINA 26/27 PAG. MESSINA. Lʼassessorato alla Sanità ha assegnato allʼazienda sanitaria 5 di Messina 28 milioni di euro in più per il 2011. Il bilancio si è così chiuso con perdite per 18 milioni di euro invece dei 46 già rendicontati. La Sicilia in miniatura A PAGINA Gaetano Armao Asp 5, 28 milioni per limitare le perdite 43 4/5 Settegiorni 30 Qui Scuola 30 Istruzioni per l'Uso 36 Uomini & Business 36 Consulenti 36 Occorre Sapere 36 Consumatori 40 Libri/La Classifica 41 Arte 44/45 Weekend 53 Animal House 53 Ecologia e Ambiente 46/47 Lettere & Commenti 46 MessinaDrastica 46 Heritage 46 Ecologia 47 Eliodoro 47 150 Parole 47 Antibuddaci 47 Animal House REGIONE Buzzanca incompatibile Verifica in Assemblea MESSINA. La Comissione verifica poteri dellʼArs,a sorpresa, ha inserito allʼordine del giorno, mercoledì prossimo, la discussione sulla possibile decadenza dalla carica del deputato-sindaco Giuseppe Buzzanca. del “Queer film festival” A PAGINA 20 Il Comune e la Provincia intervengono per salvare la fine della stagione A PAGINA 21 Mamma... li russi 37 Monumento ai caduti che si prodigarono dopo il terremoto del 1908. Ma cʼè un giallo jgjhjknkln A PAGINA 38/39 pagina 3 Lap Dance PAG. 22 1 GIUGNO 2012 7giorni centonove SOCIETA’ CHI SALE Teatro Siracusa, Ue finanzia la manutenzione L Alberto Borgia SIRACUSA. Cinque teatri romani in Italia, Tunisia, Algeria, Spagna e Giordania, saranno sottoposti ad interventi di manutenzione nell'ambito di un progetto finanziato dall'Unione europea e diretto dalla Giordania, come reso noto dalle autorità di Amman. All'opera, finanziata nell'ambito del programma Euromed per il patrimonio culturale della Commissione europea, lavoreranno 60 esperti dei Paesi interessati. In Giordania i teatri interessati saranno quelli di Petra e di Jerash, in Italia quello di Siracusa, in Tunisia quello di Cartagine, in Algeria quello di Cherchell e in Spagna quello di Merida. MESSINA. Lʼeclettico infermiere ha fatto tesoro della sua esperienza accanto ai sofferenti di mente del Mandalari di Messina. Con “Paranoiando”, si è aggiudicato il primo posto assoluto alla terza edizione del Premio nazionale di Poesia “Oasi” di Motta SantʼAnastasia. L Giornate del mare a Favignana Mauro Federico MESSINA. Il segretario dellʼAssociazione docenti universitari non demorde dal denunciare le illegalità nellʼateneo di Messina. Il ricercatore di Fisica ha rilevato che quattro nuovi Dipartimenti contano meno dei 45 professori richiesti dal nuovo Statuto. L Santino Franchina PATTI. Il consigliere nazionale è stato eletto allʼunanimità presidente della Commissione amministrativa dellʼOrdine dei Giornalisti. La commissione è competente su questioni tecniche concernenti assetto patrimoniale e gestione amministrativa . L Pippo Isgrò MESSINA. Lʼassessore al Waterfront del Comune di Messina mostra una passione anche canora per il mare. Al bar Rinascente, invitato alla festa-karaoke da una dipendente comunale, ha intonato “sapore di sale” di Gino Paoli davanti a tre incantati spettatori: il sindaco Giuseppe Buzzanca, lʼassessore Orazio Miloro e un entusiasta Melino Capone che ha commentato: “cumpari... pari Minu Reitanu...” L Carmelo Altomonte MESSINA. Il vice segretario generale del Comune di Messina vuole chiudere in bellezza il rapporto con Palazzo Zanca. Prossimo alla pensione, infatti, vuole lasciare con una ricca chicca per i messinesi: aprire i "cantinati" dellʼedificio, colmi di cimeli e di testimonianze della storia cittadina. BARCELLONA. L’OSPEDALE CHIUDERÀ I BATTENTI NEL 2013 Sos per lo psichiatrico BARCELLONA. I suoi occupanti dovranno “traslocare” verso strutture più piccole, ma ancora non sanno dove. Lʼospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, come gli altri Opg italiani, a marzo del 2013 dovrà chiudere battenti. Ma la Regione Siciliana non ha ancora trovato delle alternative per la cura e lʼaccoglienza dei pazienti. La denuncia arriva da un cartello di dodici sigle sindacali del volontariato e del mondo dell'associazionismo, che per monitorare la situazione e fare da pungolo affinché siano realizzati gli interventi necessari, ha costituito il comitato “StopOpg”. La Regione, secondo i sindacati, sconta infatti enormi ritardi nel percorso per lʼindividuazione, la regolamentazione e la messa a regime delle strutture alternative che rispondano alle esigenze di accoglienza, cura e riabilitazione dei pazienti. “La Sicilia lamentano i fondatori del comitato - non ha ancora recepito un decreto del 2008 che prevede la presa in carico degli internati e del personale dellʼOpg (oggi alle dipendenze del Ministero della Giustizia) da parte del servizio sanitario regionale e specificamente dei Dipartimenti di salute mentale”. «Da un'impostazione di tipo penitenziario - spiega Elvira Morana della segreteria regionale Cgil - bisogna passare ad una di natura che guardi al bisogno di salute e alla dignità delle persone, oggi non assicurata in strutture che sono delle vere e proprie carceri, nelle quali gli internati rischiano di restare a vita». Nell'Opg siciliano, che ospita complessivamente 275 persone, attualmente sono 87 i ricoverati prosciolti ai quali è stata prorogata la misura di sicurezza. «Tutto questo a causa della mancanza del progetto del Dipartimento di salute mentale (Dsm) per la riabilitazione personalizzata. Con questo sistema i ricoverati vengono penalizzati con proroghe della misura che dura anni, a volte fino alla morte», ha commentato padre Giuseppe Insana, presidente di “Casa di solidarietà e accoglienza”, una associazione di volontariato che ha sede a Barcellona Pozzo di Gotto e attualmente accoglie 8 pazienti. FAVIGNANA. L'avvio del progetto pilota dell'Enea per la certificazione ambientale delle strutture turistiche e il riconoscimento di Legambiente per le buone pratiche condotte sulla tutela del mare all'interno delle strutture scolastiche saranno due degli eventi della manifestazione "Giornate del mare" che si svolgerà a Favignana da giovedì a domenica prossimi. Quattro giorni di iniziative incentrati su mare, ambiente e turismo. Lʼevento è inserito da Legambiente nel calendario di appuntamenti di Voler Bene all'Italia. Torregrotta, giornata dello sport il 3 giugno TORREGROTTA. La giornata nazionale dello sport sarà celebrata domenica 3 giugno con una sinergia che lʼamministrazione comunale e il Csi, comitato Milazzo-Patti, hanno messo a punto con la partecipazione delle associazioni locali Tirrenica sport, Neptunia, As Torregrotta, Cas, Club Atletica torrese, Gs indomita, Club Cunico, Team Max bici. Al campo sportivo, in piazza e presso la sede del Csi la giornata “I speak sport. E tu?” sarà vissiuta tra calcio, tennis tavolo, scacchi, atletica leggera, pallavolo e ciclismo. I pupi Gargano al Centro “Tremestieri” MESSINA. Sabato 2 giugno e anche sabato 9 giugno la famiglia Gargano, unica depositaria della tradizione dei pupi siciliani a Messina, allestiraʼ al terzo piano del Centro Commerciale “Tremestieri” una magnifica esposizione delle sue opere, oggi tutelate dai beni culturali. MESSINA L’Istituto Marino “al bando” MESSINA. È stato affisso allʼAlbo Pretorio il bando per la progettazione esecutiva e lʼesecuzione degli interventi di recupero architettonico e di rifunzionalizzazione dellʼIstituto Marino di Mortelle. Le offerte dovranno essere consegnate entro le ore 13 del 4 luglio, mentre il pubblico incanto si svolgerà dal 9 luglio. Il progetto completo con tutti gli allegati è disponibile negli uffici dellʼarea comunale Programmi Complessi o sul sito del Comune. Nelle scorse settimane, la Giunta municipale aveva approvato il progetto di recupero del patrimonio edilizio preesistente e delle aree esterne di pertinenza con lʼobiettivo di attivare servizi socio assistenziali ed educativi e assicurare attività benefiche e di assistenza alle fasce disagiate. TURISMO. IL COLOSSO MSC PRESENTA LA SUA NUOVA AMMIRAGLIA A MESSINA La Divina in visita MESSINA. Un gigante del mare di oltre diciotto piani, mille e settecento camere e poi ristoranti, piscine e ogni genere di attrazione per i turisti. Martedì scorso è attraccata in porto a Messina alla banchina Colapesce la Msc Divina, nuova ammiraglia del gruppo crocieristico. Il comandante della nave, Giuliano Bossi, e il country manager per lʼItalia della Msc, Leonardo Massa, hanno ospitato a bordo le autorità locali scambiando i rispettivi crest. Durante lʼincontro pagina 4 lʼassessore alle politiche del mare, Pippo Isgrò, e i presidenti della Provincia, Nanni Ricevuto, e del Consiglio comunale, Giuseppe Previti, oltre ai rappresentanti delle autorità militari e portuali hanno avuto modo di confermare il rapporto della città con la società armatrice. Sono stati inoltre presentati i dati della stagione crocieristica 2012 che vedrà l’approdo di 175 navi e di oltre 500mila turisti, di cui 170mila provenienti da navi del gruppo Msc. Durante la cerimonia a bordo della “Divina”, inoltre, Massa ha promesso un ulteriore aumento della attività della Msc a Messina, prevedendo per il 2013 un ulteriore aumento di scali. (A.M.) centonove 7giorni MESSINA. SALTA LA MANIFESTAZIONE, LA POLITICA PROTESTA Magnolia, niente festa MESSINA. Tre assessori, il presidente del consiglio comunale, un dirigente, il presidente del quartiere. Ai cancelli del cantiere del parco urbano della magnolia, a Giostra la mattina di lunedi 28 maggio, cʼerano quasi più rappresentanti delle istituzioni che cittadini in protesta. Perchè, allʼinterno del cantiere, allʼombra dello storico albero, si sarebbe dovuta tenere una manifestazione, stoppata dallʼIacp (titolare dellʼarea e dei lavori). “La richiesta è stata giudicata carente dai tecnici dellʼIstituto”, ha spiegato il commissario dellʼIacp Venerando Lo Conti. Il diniego è stato comunicato dalla dirigente scolastica dell'Istituto Vann'Antò, organizzatrice della festa, nonostante, l'area fosse stata spianata e resa agibile dalla ditte esecutrice dei lavori. 1 GIUGNO 2012 PALERMO AGRIGENTO Figlio nasce bianco Coppia di colore in crisi Triangolo saffico finisce a coltellate PALERMO. Appena ha visto il piccolo è rimasto di stucco. Poi è andato su tutte le furie ed ha inveito contro la sua compagna. Perché un figlio bianco, con i capelli rossi e gli occhi chiari, il neo padre nigeriano proprio non se lʼaspettava. Considerando soprattutto che anche la madre del bambino è di colore come il padre. A chiarire “il fattaccio” è stato il responsabile del reparto di Ostetricia e ginecologia del Policlinico, Antonio Perino, che ha tranquillizzato i genitori. E il padre in particolare, che sulle prime era andato in escandescenza. Il piccolo nato nei giorni scorsi a Palermo non è infatti frutto di una relazione extraconiugale e interazziale. Ma semplicemente un raro caso di albinismo. “Nella popolazione nigeriana ha spiegato il medico - è un caso che si verifica ogni 14mila parti». AGRIGENTO. Una relazione saffica, gelosia, coltellate e minacce. Sono i piccanti ingrendienti di un triangolo amoroso che vede protagonisti un uomo e due donne di Grotte, piccolo comune dellʼagrigentino. La vicenda ha come episodio principale la relazione tra le due donne. Una sposata e lʼaltra perdutamente innamorata della consorte del molestato. La quale, per costringere lʼuomo a lasciare la moglie, avrebbe minacciato, perseguitato e persino preso a coltellate il malcapitato, che tuttavia non ha riconosciuto con certezza lʼaggressore perché con il viso coperto. In attesa di far luce sulla vicenda, il gip Stefano Zammuto ha intanto imposto alla donna, accusata di stalking, il divieto di avvicinamento al rivale in amore. ROSA E NERO Milazzo, addio all’ex consigliere Trio MILAZZO. Addio all'ex consigliere comunale di Milazzo Franco Trio. Il medico di base, morto il 30, ha seduto negli scranni comunali con gli autonomisti. Lʼultimo saluto a Trio è stato il 31 nella parrocchia di Santo Pietro. È morto il papà di Giuseppe Laface ROMETTA. È morto Francesco Laface, padre dellʼex commissario dellʼIacp Giuseppe. I funerali si sono svolti materdì 29 alla chiesa di SanʼAndrea di Rometta. Santa Teresa saluta Rita Rasconà MESSINA. AL VIA L’OTTAVA EDIZIONE DEL “VESPA TOUR” In giro per le Eolie a bordo del Mito MESSINA. Si sono dati appuntamento al Duomo di Messina, gli oltre 150 “vespisti” dello Stretto che parteciperanno allʼottava edizione del “Vespa Tour Sicilia”, che si svolgerà questʼanno dal 31 maggio al 3 giugno alle Eolie. «Essere vespisti - spiega lʼavvocato Mariano Munafò, responsabile del “Vespa Club Area Sud” - è un vero e proprio stile di vita, improntato sullʼamicizia e lʼamore per la natura». Una passione che nella sola città dello Stretto accomuna più di 400 persone. Nel corso del raduno a piazza Duomo, dove sono stati esposti alcuni esemplari storici, lʼazienda messinese “Idea Sole”, sponsor del tour, ed “Nwg”, hanno presentato inoltre una rivoluzionaria macchina elettrica (nella foto) concepita nel pieno rispetto dellʼambiente... e delle tasche. Il pieno infatti costa appena 2 euro. S. TERESA DI RIVA. Si è spenta il 27 Rita Rasconà, moglie dellʼex consigliere e assessore provinciale di Messina, Giorgio Fleres. I funerali della signora, molto impegnata nel sociale, si sono svolti a Santa Teresa martedì 29. Santa Teresa, confetti in casa Cannata S. TERESA DI RIVA. Carmelo Cannata, fratello del collega dellʼamministrazione di Centonove Massimo, è convolato a nozze, ieri 31 maggio, impalmando Lucia Casablanca. Agli sposi e ai familiari gli auguri della redazione. Si è spenta l’avvocato Jole Cottone MESSINA. Eʼ morta nella serata di martedì 29 maggio a 45 anni lʼavvocato Jole Cottone. I funerali si sono svolti giovedì nella Chiesa del Carmine. A ricordarla, lʼOrdine forense e tantissimi amici. pagina 5 CHI SCENDE M Domenico Cataldo MESSINA. Il legale messinese pensa che il suo Ordine sia regolato come la gendarmeria del Papa. Con una nota ha chiesto al presidente Francesco Celona di agire “sui colleghi” che avrebbero fornito alla stampa informazioni sugli incarichi fiduciari da lui ricevuti dal Tribunale. Un dilemma giuridico a cavallo tra il diritto alla privacy e quello allʼinvidia. M Adele Fortino MESSINA. A ben rivederci... Adelina. Stavolta il salutino, la giornalista più elegante e ben pettinata di Messina, lo dovrà fare in Tribunale al sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca. Che stanco di sentirsi chiamare “Buzzanchino...” lʼha citata in giudizio e fatta condannare a pagare le spese.Buzzanca sì, chino no. M Salvatore Giannone MESSINA. Rampante e sempre alla moda, lʼavvocato messinese cade clamorosamente sulla musica in auto. Sorpreso a canticchiare una canzone degli anni Settanta, a chi gli chiedeva se la volesse inserita in un Cd, ha risposto: «Compact Disc? Ma io ho ancora l'autoradio a cassetta, in macchina!». M Nanni Ricevuto MESSINA. Il presidente della Provincia di Messina, in nome del risparmio, ha messo in garage la Bmw di rappresentanza, “sfrattando” la preziosa prima auto di rappresentanza dellʼEnte, unʼAlfa del 1960. Che, in poco tempo, è già stata vandalizzata. Non solo, a causa del mancato pagamento delle tasse, la vettura risulta “Senza Proprietà”. M Raffaele Lombardo PALERMO. Ha ragione il sito istituzionale o il presidente della Regione? Per rispondere alle accuse di voler dare in gestione le coste, Lombardo ha dichiarato che il progetto si è fermato perché la Cabina di regia che lo seguiva “ è stata sciolta”. Peccato che su internet appaia ancora attiva. E alle sue dipendenze. primopiano 1 GIUGNO 2012 L’INCHIESTA. E’ allerta a Messina dopo il terremoto in Emilia Il 1908 che verrà Volontari e forze armate intensificano gli addestramenti, la protezione civile del Comune studia gli scenari della catastrofe. Il più grave? 180mila coinvolti e ottantamila case crollate DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Lo scenario è questo: magnitudo Richter di 7,24, undicesimo grado della scala Mercalli, una replica esatta del terremoto del 1908. E la città scompare. Crollano 82mila e 583 abitazioni, su un totale di centoventimila, quasi ventisettemila rimangono inagibili, in 183mila (su una popolazione di 250mila persone) vengono coinvolti nei crolli e quasi sessantamila restano senza un tetto sulla testa. Messina viene di nuovo cancellata dalla carte geografiche. Lo scenario del disastro lʼha elaborato il dipartimento di protezione civile del comune di Messina, anni fa. Oggi, allʼindomani del terremoto che sta radendo al suolo metà dellʼEmilia, in riva allo Stretto lʼattenzione è tornata alta. Altissima. I MOVIMENTI. “Siamo stati allertati dallʼospedale militare, senza pianificazione, come invece è avvenuto nel 2011. Non era mai successo prima”, spiega un volontario della Protezione civile raccontando della simulazione di qualche tempo fa, centrata specificamente sui soccorsi da portare in caso di catastrofe. E ci sono interi reparti militari in regime di “prontezza operativa”: vuol dire disponibilità a partire nel giro di pochi minuti, ventiquattrʼore al giorno. Perchè? Perchè gli studi, pur confermando lʼimpossibilità di prevedere con certezza quando e dove un terremoto colpirà, sono arrivati ad un grado di approssimazione di un evento particolarmente accurato. Lo ha spiegato, nei giorni scorsi, Alessandro Martelli, direttore dellʼEnea di Bologna: “Lʼallarme per il sud è grave perchè cʼè da tempo ed è il risultato di studi incrociati che dicono tutti la stessa cosa. Lʼalgoritmo Italiano individua il rischio nellʼarea del sud, ma alcuni prestigiosi centri di calcolo di altri paesi concentrano il rischio tra Calabria e Sicilia”. Che un terremoto ci sarà è fuori da ogni ragionevole dubbio. Al comune di Messina lo sanno. E si sono attrezzati, almeno sulla carta. Ma gli scenari non fanno presagire nulla di buono. UN NUOVO 1908. Esiste, a palazzo Zanca, un piano di protezione civile elaborato da Antonio Rizzo, esperto a centonove titolo gratuito e ingegnere, basato su tre scenari: Il primo, catastrofico, che corrisponde grossomodo ad una replica del terremoto del 1908, e che ha numeri da film dellʼorrore: un numero atteso di 82.583 abitazioni crollate (che potrebbero diventare quasi 110mila), da 26mila a oltre 50mila case inagibili, la quasi totalità della popolazione coinvolta in crolli ed un numero atteso di senzatetto che oscilla tra i 59mila ed i 112mila messinesi. Un evento che cancellerebbe la città una seconda volta ma che fortunatamente, secondo i calcoli, investirebbe lo Stretto di Messina una volta ogni 2475 anni: ovvero quello che i sismologi chiamano il “periodo di ritorno”, lʼintervallo medio di tempo intercorrente tra un terremoto e un altro di pari magnitudo (o intensità) nella stessa zona. Il secondo scenario è quello di un evento ugualmente distruttivo, ma più lieve: nono grado della Mercalli e 6,30 di magnitudo Richter, esattamente la scala del sisma de LʼAquila del 2009. Il tipo di catastrofe entro i limiti della quale il piano del comune di Messina funzionerebbe per come è stato progettato. Si tratterebbe sempre di un evento di “tipo c”, quindi non gestibile con sole risorse locali, ma i numeri sono molto meno drammatici: da 4258 ad oltre diecimila abitazioni crollate, da 31mila a 41mila inagibili, abitanti coinvolti in crolli compresi tra diecimila e 23mila, ma un numero di senzatetto che oscilla tra quasi settantamila ed oltre novantamila. Lʼultimo scenario, tra settimo ed ottavo grado della scala Mercalli e di magnitudo Richter 5.39 (il sisma emiliano più forte è stato di 5.9 LA POLEMICA Quell’esercitazione presa a babbiare... MESSINA. “Lʼesercitazione? Benissimo le scuole. Gli enti...beh, cʼè da lavorarci”. Antonio Rizzo è mediamente soddisfatto della settimana dʼesercitazione, la seconda, che ogni anno il dipartimento alla protezione civile di palazzo Zanca organizza su scala cittadina per una settimana. Per spiegare a chi non lo sa come comportarsi in caso di catastrofe. E i dipendenti come lʼhanno presa? Come una perdita di tempo. Come un “teatrino”. La chiacchiera, la sigaretta, mezzʼora per imboscarsi, lamentandosi. Per il tempo perso. Perchè “tanto, si veni na scutulata comu Diu comanna cca facemu a fine di surici”. Lo racconta, allargando le braccia, uno dei volontari che ha coordinato lʼesercitazione. “Cʼè un senso di fatalismo esasperante - racconta - la convinzione che basta non pensarci per far sì che una tragedia non si verifichi. Dʼaltra parte, che bisogno cʼè di esercitarsi ed impegnarsi a prevenire un disastro - conclude sconsolato - quando si è convinti che basti toccarsi le palle per scongiurarlo?” (A.C.) CASA DOLCE CASA Come ti costruisco in cima alla collina Nella relazione al complesso Aralia il pendio, in condizioni sismiche: “Valori non soddisfacenti” MESSINA. “In linea di principio le costruzioni cittadine dovrebbero essere in grado di reggere lʼimpatto del sisma. Quelle nei villaggi invece, semplificando allʼeccesso, avrebbero molti problemi”. Secondo Antonio Rizzo, il panorama edilizio cittadino è questo. Il problema, però, non sono solo le abitazioni: sono soprattutto le infrastrutture. “Ho seri dubbi che il viadotto Ritiro reggerebbe, e di fatto, il suo crollo taglierebbe i soccorsi via terra. Per questo - spiega lʼesperto alla protezione civile del comune di Messina - durante lʼultima esercitazione abbiamo simulato solo soccorsi via mare e via aria”. Una lezione, quella del terremoto del 1908, che nonostante le ferite ancora aperte Messina stenta a recepire, continuando a costruire in aree estremamente sensibili. Un caso su tutti: nella relazione allegata al progetto del complesso Aralia, il monolite che incombe sulla via Tommaso Cannizzaro, le analisi alle quali è stato sottoposto il versante della collina sul quale dovrebbe sorgere un altro palazzo, secondo il progettista Pino Falzea, sono quella di stabilità del pendio in condizioni naturali e di progetto, e quella in “condizioni sismiche”. La prima, si legge,in preAntonio Rizzo senza degli interventi previsti (pa- pagina 6 ratie di pali ecc) ha dato valori che evidenziano un coefficiente di sicurezza superiore a quello stabilito dalle norme”. E lʼanalisi in condizioni sismiche? “Ha dato valori non soddisfacenti”, ammette candidamente Falzea, che poche righe dopo ribadisce comunque che “lʼintervento si presenta idoneo a consentire lʼedificazione a monte prevista in progetto”. In realtà, esiste un tipo di tecnologia costruttiva che permette maggior sicurezza attiva. Attualmente, a Messina ce lʼha un solo palazzo, ancora in costruzione: lʼisolato 43 di viale Europa, della ditta D&D, progettato da Manlio Marino e Alberto Dusi. Il palazzo, tra le fondamenta ed il corpo fabbrica, monta dei dissipatori di energia cinetica, che smorzano le vibrazioni simiche, e permettono al palazzo di “muoversi” senza danni. Una tecnologia del genere ha un costo del 20% superiore a quello di un palazzo normale. Ma la struttura, essendo più elastica, peserebbe meno, richiedendo quindi meno materiali edili. Quindi il conto si pareggerebbe. Ma a nessuno dei costruttori sembra interessare granchè. (A.C.) primopiano centonove GAETANO SCIACCA Secondo lʼingegnere capo del Genio civile di Messina, “Verificare lo stato di salute degli edifici servirebbe anche per far girare lʼeconomia, dando lavoro a molte imprese. Oggi bisogna ripensare la città, non servono nè sono più sostenibili progetti faraonici che restano sulla carta, bisogna ampliare gli spazi ed evitare di consumare ulteriore suolo. Era questo il messaggio che ho tentato di lanciare dopo il terremoto de LʼAquila, ma è rimasto inascoltato”. gradi richter) vede tra 200 e 500 case buttate giù dal terremoto, più o meno quattromila inagibili, un migliaio di abitanti coinvolti nei crolli e meno di diecimila senzatetto. Però cʼè un problema. GLI STUDI. Gli scenari di danno hanno un livello di incertezza molto elevato, che deriva dallʼutilizzo di modelli di calcolo semplificati e dati di base “poveri”, di tipo statistico, rilevati durante lʼultima campagna di censimento Istat del 2001.Un sistema “empirico” di questi tipo, però, presenta due ordini di problemi per Messina: non tiene conto dellʼaccelerazione nellʼespansione edilizia dovuta allʼentrata in vigore del piano regolatore del 2002, che ha allargato enormemente le maglie dellʼedificabilità in zone “critiche”, e la presenza dei villaggi. E nella cintura dei villaggi, spesso lʼedilizia è di qualità parecchio scadente. E le nuove costruzioni? Le norme antisismiche sono restrittive, quando sono rispettate, quello che preoccupa sono i luoghi in cui palazzi sono stati edificati: quindi lungo declivi scoscesi, o su suoli “non coerenti”. Un edificio, in pratica, potrebbe sopportare un sisma a livello strutturale, ma sprofondare a causa della liquefazione del terreno o addirittura “scivolare” lungo il pendio sul quale è stato costruito”. I DOCUMENTI RISERVATI. Tutti i dati sulla resistenza degli edifici, si riferiscono a una ricerca “a posteriori”. E nemmeno completa, dato si fermano al 2001, un anno prima del “boom” edilizio in cui si è iniziato ad aggredire le colline di Messina. Il Comune, infatti, è in possesso di schede “rosse”, con previsioni statisticamente meno esatte ma anche molto meno rigide e ingabbiate nei dati ufficiali. Che derivano dallʼosservazione del territorio. Dati che non sono diffusi nè di pubblico dominio, perchè non ufficiali, ma che derivano dalla conoscenza diretta del territorio al di fuori delle statistiche. E non sono rosei. Anzi. Sono catastrofici. CARMELO GIOEʼ Geologo del dipartimento di Protezione civile per il comune di Messina: “Il territorio comunale presenta un substrato rigido con a tetto depositi alluvionali o incoerenti, generando aree suscettibili ad amplificazione sismica, accanto a fenomeni di deformazione permanente del territorio dovuti a sismi e smottamenti. Per questo, è stato individuato come area dove eseguire studi di microzonazione sismica, avviata dallʼuniversità di Messina”. 1 GIUGNO 2012 SANTI TROVATO Il presidente dellʼordine degli Ingegneri di Messina, due anni fa, aveva firmato unʼintesa per il monitoraggio degli edifici, proposta sia al Comune sia allʼUniversità, “ma il progetto - spiega -non ha avuto seguito. I problemi delle città sismiche tipo Messina li affronteremo su scala nazionale con lʼOsservatorio difesa del suolo, un organismo interno al consiglio nazionale degli Ingegneri, che sarà istituito su proposta dei professionisti messinesi”. LA TESTIMONIANZA Nino Libro, architetto sul campo BOLOGNA. Le sue zie, ormai, gli dicono scherzando: «Ti sei portato i terremoti dappresso!». Ma lui, Nino Libro, a dispetto degli amici preoccupati che gli dicono di tornare a Messina, ha unʼidea chiara e precisa: «Proprio ora è il momento di esserci, di stare nelle zone colpite dal sisma. Si deve partecipare e dare una mano. E lo dico al di là del mio metiere e delle mie funzioni». Già, perché Libro, architetto messinese emigrato come tanti, in questi giorni sta girando in lungo e in largo per lʼEmilia Romagna in qualità di funzionario della Soprintendenza: «Solitamente, il mio compito è quello di responsabile della valorizzazione dei musei, ma, di fronte a questi eventi eccezionali, sono stato messo in campo per la valutazione dei danni». Non è la prima volta che Nino Libro si trova di fronte a una emergenza sismica: «Il mio “battesimo” è stato in occasione del terremoto de LʼAquila. Anche in quel caso, mi occupai della stima degli effetti del disastro, ma anche e degli appalti per la messa in sicurezza dei beni». Racconta lʼarchitetto: «Sono partito da una città con alto rischio sismico e ora mi ritrovo in unʼarea che ne aveva uno irrilevante fino a poco tempo fa ma che, da qualche anno, sta subendo terremoti abbastanza significativi. Penso a quelli di Parma, recentissimo, di Umbria e Marche del 1997 e dellʼAbruzzo». Al di là delle vite umane, sotto gli occhi di Libro scorrono le immagini dei danni a un patrimonio artistico, ma anche etno- antropologico, tutto da salvare: «Penso al crollo della cupola della chiesa di Pieve di Cento, che si è portato giù i capolavori della pittura emiliana. Ma anche ai tanti campanili e dei luoghi della pianura che, al di là dellʼepoca di costruzione, sono strettamente legati alle comunità residenti. Anche per questo, decidere la demolizione di una torre pericolante, come un buon padre di famiglia, sapendo che non se ne può fare a meno, è un dolore per noi e per gli abitanti». Ma qual è la reale entità del danno? «Non posso essere preciso, anche perché la tutela passa dallʼevitare ogni possibile sciacallaggio, ma posso assicurare che ciò che si vede in tv è molto meno di ciò che sta accadendo. Stiamo portando avanti unʼoperazione Il crollo della chiesa di Alberone Nino Libro chirurgica per salvare il massimo delle opere dʼarte, e in questi due giorni ci siamo fermati un attimo soltanto per dare spazio ai soccorsi. Parallelamente, stiamo allestendo un deposito presso palazzo Ducale di Sassuolo». Cosa è rimasto impresso di più a Nino Libro? «A LʼAquila, non dimenticherò mai quando entravamo nelle case vincolate con i proprietari e ne vedevi la disperazione. Ora, non posso non pensare che martedì dovevo essere a Carpi, colpita duramente. Ma sono stato “salvato” da una riunione...». (D.D.J.) L’ESPERTO L’allarme di Ivo Caliò: «Più sicuri negli anni ‘30» Le criticità cittadine secondo il docente di Ingegneria. «Fabbricati meno sicuri a causa delle sovrelevazioni» Ivo Caliò MESSINA. Meglio di Catania e Palermo ma peggio che negli anni ʻ30. È la situazione della città dello Stretto dal punto di vista della sicurezza secondo il Docente di Ingegneria sismica dellʼAteneo di Catania Ivo Caliò, che analizza le criticità di Messina in previsione di un nuovo terremoto. Che potrebbe far crollare un bel poʼ di edifici. «Subito dopo il sisma del 1908 - spiega lʼesperto - le costruzioni cittadine vennero edificate seguendo le disposizioni della normativa antisismica entrata in vigore ad aprile del 1909, la prima in assoluto pagina 7 a livello mondiale, che prevedeva degli edifici in muratura confinata, fatti cioè in parte in cemento armato e in parte in muratura, e che non fossero più alti di due piani. Nel dopoguerra, tuttavia, con lʼespansione edilizia, si sono imposte delle normative meno restrittive, che hanno portato negli anni alla realizzazione di sovraelevazioni, spesso abusive, che hanno reso i fabbricati meno sicuri». Ma ad essere a rischio non sono solo le vecchie costruzioni. «In caso di un sisma paragonabile a quello del 1908 - conferma Caliò - sarebbero in pericolo anche i palazzi costruiti ex novo, e in particolare quelli a ridosso dei pendii. Eppure la città dello Stretto, “grazie” agli inteventi successivi al 1908, è ben più sicura delle altre città siciliane. Il dramma, infatti, è che ci rendiamo conto dei pericoli a cui andiamo incontro solo dopo le tragedie. E la responsabilità è da attribuire in parte anche agli imprenditori, che preferiscono un ingegnere che costa meno rispetto a uno bravo ma più costoso. Per scongiurare futuri cataclismi - conclude il docente - è necessario innanzitutto mettere in sicurezza le strutture strategiche, quindi scuole e ospedali, e avviare degli studi per capire come prevenire i danni». (M.R.) 1 GIUGNO 2012 primopiano MILAZZO. Il comitato tecnico regionale bachetta la Ram. A rischio di sisma IL LUTTO Se trema la Raffineria In caso di terremoto non si conosce la reale tenuta di tubazioni, reattori e serbatoi. Il comune non ha mai pubblicizzato i piani di evacuazione. Non ci soldi per la segnaletica MILAZZO. E se un terremoto colpisse il comprensorio di Milazzo, come si comporterebbero le industrie? E i cittadini saprebbero affrontare lʼemergenza? Le risposte, purtroppo non sono delle migliori. Il comune di Milazzo ufficialmente ha i piani ma non sono mai stati pubblicizzati ai cittadini. Non esistono le indicazioni sulle piazzole di raccolta, deplians che spieghino ai cittadini che tipo di accorgimenti prendere. Senza considerare che le notizie che arrivano dagli impianti industriali del territorio non sono delle migliori. La recente visita del Ctr, Comitato tecnico regionale, alla raffineria di Milazzo avrebbe portato alla luce una serie di criticità in caso di un sisma e di alluvioni. Sia per la salvaguardia del sottosuolo che per i servizi antincendio. La relazione si riferisce ai controlli effettuati al 15-16 maggio scorsi. Undici le criticità sollevate a cui la Ram dovrà rispondere entro il 23 giugno con “un dettagliato cronoprogramma per lʼesecuzione di alcuni lavori”. Il Ctr ha sollevato perplessità su quanto dichiarato dallʼazienda che, per quanto riguarda gli aspetti sismici, ha effettuato solo verifiche su edifici civili e sulle fondazioni degli impianti. Allʼappello mancherebbero colonne, reattori, serbatoi, piperack e le tubazioni di fluidi pericolosi. Il problema, dopo il sisma che ha colpito lʼEmilia Romagna, comincia a diventare sentito. L'associazione ambientalista Adasc ha scritto una nota al ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del mare per chiedere di avviare dei controlli allʼinterno delle industrie ricadenti nellʼArea ad elevato rischio di crisi ambientale di Milazzo per accertare le specifiche sismiche degli impianti soprattutto quelli a rischio di incidente rilevante. Lʼassociazione ambientalista presieduta da Peppe Maimone si dice preoccupata dalle indiscrezioni, sempre più insistenti, GLI IMPIANTI INDUSTRIALI DI MILAZZO che si stanno diffondendo sulla rete, relativa ad un possibile sisma di inaudita forza (7,5 della scala Richter) che, secondo gli esperti, dovrebbe colpire unʼarea tra Sicilia e Calabria. Tutto parte da una inchiesta di Mario Sanna e Maurizio Torrealta di RaiNews24 che hanno mandato in onda mercoledì 18 aprile. Gli esperti intervistati hanno presentato nuovi esperimenti e studi che portano tutti alla stessa conclusione: al sud Italia, e soprattutto in Calabria e Sicilia, cʼè il rischio che si verifichi un terremoto di magnitudo 7.5 Richter, più potente rispetto a quello che ha distrutto LʼAquila poco più di tre anni fa. Le attuali conoscenze non centonove sono in grado di stabilire dove e quando. Alcuni esperti si sono anche soffermati sul rischio che i nuovi eventi sismici possano essere amplificati dalla devastazione di stabilimenti industriali e chimici. Si chiamano “Rir” in gergo tecnico, un acronimo che sta per Rischio Incidente Rilevante. E precisamente a Milazzo e a Priolo (vicino ad Augusta). Totalmente assente, invece, le informazioni alla cittadinanza di Milazzo in caso di sisma. «Quando il comune poteva permetterselo dal punto di vista economico questi problemi non sono stati affrontati - dice il sindaco Carmelo Pino - oggi non siamo in grado di fare campagne informative per In ricordo di Paolo Ricordi commossi e aneddoti. Incredulità e sgomento. La pagina Facebook di Paolo Siclari (nella foto), il messinese morto sotto le macerie dopo il crollo del capannone della “Haemotronic”, a Medolla, è un concentrato di dolore. Avrebbe compiuto 37 anni lo scorso mercoledì, Paolo, ma il terremoto lo ha sorpreso proprio il giorno prima, lasciando nello sconforto la moglie Viviana Lo Furno, i piccoli Riccardo ed Erika, i genitori Gaspare e Concetta, e i tanti conoscenti che hanno voluto ricordarlo sulla pagina del social network. «Ma perché non sei rimasto nella tua amata Sicilia?», si chiede un amico, «Quanto ti è costato sto compleanno! Adesso ti toccherà pagare da bere a tutti gli angeli!», commenta un altro, mentre in tanti rimpiangono i suoi modi gentili o i tempi dellʼinfanzia. Appassionato di calcio e di sport acquatici, Siclari si era trasferito nel 2001 a Castelmassa, il comune in provincia di Rovigo da cui partiva, ogni mattina, per raggiungere la cittadina emiliana in cui lavorava. In una fabbrica che era stata dichiarata agibile e che invece gli è crollata addosso. (M.R.) motivi economici (il comune si avvicina al dissesto, ndr)». Il comune, comunque, non sta con le mani in mano. Eʼ passato alla fase operativa il protocollo di intesa stipulato tra lʼAmministrazione comunale e l´Ordine degli Ingegneri di Messina sul monitoraggio delle criticità ambientali, idrogeologiche e simiche del territorio comunale. I rappresentanti dell´Ordine hanno reso noto di aver già ottenuto la disponibilità gratuita di circa venti professionisti e di poter dunque avviare una fase di studio e monitoraggio del territorio, a cominciare dalle scuole. Gia.C. LA SCHEDA Una terra irrequieta Tre placche, due regioni, un’area a rischio Lo sciame sismico di inizio maggio rilevato dall’Ingv MESSINA. Lo stretto di Messina si trova in una zona parecchio instabile dal punto di vista tettonico. Tra Sicilia e Calabria, infatti, convergono ben tre placche continentali: ognuna di esse ha un proprio movimento che le porta a scontrarsi formando cosi un sistema di faglie normali lungo complessivamente 370 km, tale sistema viene chiamato “Siculo-Calabrian rift zone”. Durante il violento terremoto le coste della Sicilia e della Calabria, improvvisamente libere di muoversi, si allontanarono di colpo di 70 centimetri. In pratica, lo Stretto di Messina non è altro che una depressione di natura tettonica formatasi in 125mila anni, grazie al ripetersi di grandi terremoti che hanno gradualmente allontanato la punta nord- pagina 8 orientale della Sicilia dalle coste della Calabria meridionale e dal resto del continente. Non è però solo lo Stretto ad essere irrequieto. Tra marzo ed aprile, lʼarea compresa tra il golfo di Patti, Milazzo e le isole Eolie, è stato teatro di una lunga e persistente ondata di piccoli terremoti, sciami sismici dellʼordine dei due gradi della scala Richter a grande profondità. Una prassi, per lʼarcipelago, in quanto area a “a vulcanismo attivo”. Tutta lʼisola, in genere, è soggetta a terremoti: nel settore orientale, da Messina a Siracusa, perchè soggetta a forti deformazioni determinate dallʼapertura del bacino Ionico, lungo la catena dei Nebrodi-MadonieMonti di Palermo, perchè rappresentano il prolungamento della catena appenninica e quindi una porzione del corrugamento determinato dallo scontro tra zolla Africana ed Europea. Oltre a quello di Messina, la Sicilia infatti è stata teatro di un devastante sisma nella regione del Belice nel 1968. (A.C.) 1 GIUGNO 2012 Politica centonove EPILOGHI. Il destino del presidente della Regione tra dimissioni, leggine e “avvertimenti” Lombardo, le tre ipotesi L’opposizione punta allo scioglimento dell’Ars, ma presenta contemporaneamente due leggine per togliere al governatore ogni potere fino al 31 dicembre. Mentre il Pd lo tiene sotto tiro PALERMO. Cʼè chi preme per le dimissioni di massa, chi, invece, ha pronte alcune “leggine” per disinnescarlo e chi, infine, prova ad aprire una nuova trattativa per trovare una vicepresidenza “politica” che garantisca tutti dopo lʼaddio annunciato del 28 luglio. Lʼepopea del presidente Raffaele Lombardo e del suo governo tecnico ha tre scenari possibili: uno di totale disgregazione, con tanto di elezioni agostane rispetto al voto anticipato di ottobre; il secondo con un esecutivo senza alcun potere; un terzo, il migliore per il governatore, che vede un esecutivo di transizione fino al voto. LE LEGGINE. Lʼultimo a proporre un testo che “paralizzi” lʼattività di Lombardo (e del suo successore), impedendogli di procedere con nomine e iniziative vantaggiose in vista delle regionali, è stato il coordinatore regionale dellʼudc, Gianpiero DʼAlia. Giorni fa, in realtà, a pensare a uno strumento simile era stato il Pid con un ddl che, vista lʼeccezionalità del momento, prevede il congelamento immediato di tutte le nomine (anche quelle già effettuate) fino al 31 dicembre. DIMISSIONI O SFIDUCIA. Il Pid, comunque, non abbandona lʼidea dellʼaddio dei deputati che costringerebbero Lombardo a decadere anzitempo: «Tutti i nostri sono pronti a dimettersi se si raggiungesse quota 46, numero necessario per lo scioglimento dell'Assemblea regionale. Ritengono migliore però la strada del dibattito d'aula sulla mozione di sfiducia a Lombardo», ha detto Rudy Maira. Per il capogruppo, comunque, prima andiamo a votare meglio è, anche ad agosto». Sulla strada della mozione di sfiducia sembrava, in un primo momento, anche il Pd allʼArs. Tanto da far dire al leader dʼaula del Pdl, Innocenzo Leontini: «Pdl e Pid, la mozione di sfiducia a Lombardo l'hanno depositata da tempo e se non è stata ancora discussa è solo per senso di responsabilità e per opportunità dato che bisognava chiudere il bilancio. Se adesso altri intendono presentare una loro mozione facciano pure, ovvio che quella del Pd non avrà le stesse motivazioni della nostra». I democratici, però, hanno fatto un passo indietro. IL CRACOLICI PENSIERO. Il capogruppo allʼArs Antonello Cracolici, inizialmente sul piede di guerra dopo la nomina da parte di Lombardo di due assessori politici (Alessandro Aricò di Fli e Giuseppe Spampinato dell'Api) che hanno fatto venir meno la natura “tecnica'” della giunta («Riteniamo esaurita e chiusa la fase del governo tecnico, anche perché non c'é più un governo tecnico», aveva tuonato), è poi tornato sui suoi passi: «Il Pd non presenterà una mozione di sfiducia a per il semplice motivo che il presidente ha già annunciato che si dimetterà il 28 luglio. Dimissioni subito significherebbe andare al voto ad agosto». AL BIVIO. Raffaele Lombardo DIMISSIONARIO. Giosuè MArino A SORPRESA Cuffaro, staff sotto la lente La procura indaga sui derivati PALERMO. Doppia tegola sulla testa dellʼex presidente della Regione Totò Cuffaro. Il procuratore generale Luigi Patronagio ha chiesto la condanna dellʼesponente dellʼUdc a 13 anni nellʼambito del processo che lo vede imputato di concorso esterno in associazione mafiosa davanti alla Corte di Appello di Palermo. A questo si aggiunge anche unʼaltra indagine che lambisce ex uomini di fiducia del politico su derivati e banche internazionali. A riportare la notizia, il Sole 24 ore. Tutto nasce da un esposto del 2003 che denunciava pagamenti di tangenti "estero su estero" in relazione a operazioni finanziarie tra la Regione e la succursale londinese della banca giapponese Nomura. Tan- ANCORA INDAGATO. Totò Cuffaro LʼAVVERTIMENTO. Sempre Cracolici ha però chiesto «sobrietà e senso delle istituzioni al presidente della Regione». «Non vorremmo - ha aggiunto - che il governo che deve accompagnare la Sicilia al voto di ottobre diventi un elettorale. E' chiaro che vigileremo». Se allʼassemblea del Pd avesse prevalso la linea sua e del senatore Beppe Lumia, ovvero la sfiducia al segretario regionale Giuseppe Lupo, Cracolici avrebbe fornito i nomi degli assessori politici. Adesso, invece, ciò che più gli interessa è riprendere lʼinterlocuzione per assicurare una vicepresidenza della regione “super partes”. Solo quello. Perché, come ha sottolineato, gli assesori tecnici dʼarea, Marco Venturi, Mario Centorrino e Pier Carmelo Russo, possono anche dimettersi: «È una scelta loro». (D.D.J.) genti che sarebbero andate a Marcello Massinelli e Fulvio Reina, due strettissimi collaboratori di Cuffaro. Adesso, quanto scritto appare confermato dalle dellʼinchiesta condotta dal procuratore di Milano Alfredo Robledo che ha trasmesso gli atti a Palermo. Secondo gli inquirenti, nelle operazioni Nomura avrebbe incassato un ammontare totale pari a oltre 48 milioni di euro. Con profitti anche 10 volte superiori a quanto il mercato normalmente non consenta. La banca giapponese avrebbe a sua volta riconosciuto provvigioni nei confronti di entità societarie riconducibili a Massinelli e Reina per oltre 16 milioni. Quasi 12 dei quali pagati sui conti esteri di una struttura creata all'uopo in Irlanda, la Profitview Investments Ltd. RETROSCENA Marino rompe su Priolo Dietro l’addio, i tira e molla sul rigassificatore PALERMO. La motivazione ufficiale è la trasformazione della natura dellʼesecutivo, da tecnico a sempre più politico. In realtà, dietro lʼaddio di Giosuè Marino, assessore allʼEnergia, a Raffaele Lombardo e alla giunta cʼè ben altro. Ovvero il rigassificatore di Priolo. A mettere il presidente e il suo delegato uno contro lʼaltro è stata il diverso punto di vista sul progetto. Il presidente della Regione vuole bloccarlo, mentre per Marino si tratta di una ipotesi che non deve essere percorsa. Marino, già prefetto di Messina, è il terzo tecnico, dopo Andrea Piraino e Sebastiano Di Betta, ad abbandonare lʼesecutivo. «Sono entrato a far parte della giunta di governo regionale - ha dichiarato - in ragione del ruolo dichiaratamente ʻtecnicoʼ dei suoi componenti e nel tempo mi sono rigorosamente e con convinzione attenuto a tale caratterizzazione. È nei fatti tut- pagina 9 tavia una sempre più marcata, progressiva connotazione politica dellʼesecutivo regionale, confermata dalle recentissime scelte, nel contesto di un confronto politico destinato a diventare ancora più serrato in vista delle consultazioni elettorali di ottobre. Preso atto pertanto che sono mutate le condizioni che mi hanno determinato alla scelta iniziale, alla quale ancora oggi resto coerente - ha aggiunto - ho deciso di rimettere il mandato conferito ringraziando il presidente della Regione per avermi dato lʼopportunità di lavorare nellʼinteresse della Regione siciliana e dei siciliani». Per Lombardo si è aperta così unʼaltra “finestra” di trattativa politica con gli alleati. A questo punto, infatti, al posto di Marino potrebbe arrivare alla guida dellʼEnergia Riccardo Savona, esponente del Movimento per la Sicilia allʼArs. Precedentemente era in odore di prendere il posto allʼEconomia di Gaetano Armao, in procinto di diventare presidente dellʼIrfis Finsicilia. Nel frattempo, Francesco Aiello (storico esponente del Pci di Vittoria e candidato sindaco da Lombardo alle scorse amministrative) è subentrato ad Elio DʼAntrassi come assessore allʼAgricoltura. (D.D.J.) Politica 1 GIUGNO 2012 centonove PARALLELI. I due principali partiti in bilico tra trasformazione e disgregazione Pd-Pdl, crisi di “coppia” L’iniziativa del capogruppo all’Ars Leontini e del leader del Pid Rudy Maira mette in moto il Popolo delle Libertà, che potrebbe diventare altro. Mentre i democratici “subiscono” Lombardo A sinistra, il capogruppo del Pid allʼArs Rudy Maira. Accanto, il presidente dei deputati del Pdl allʼAssemblea regionale Innocenzo Leontini. I due hanno proposto una coalizione dei moderati per le prossime regionali. Nella pagina accanto, il coordinatore del Pdl siciliano Giuseppe Castiglione DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. Un partito potrebbe dividersi, ma solo per rafforzarsi, allargando la coalizione. Un altro, invece, rischia di frammentarsi sempre di più, imboccando una strada che potrebbe determinare una emorragia di voti nonostante le posizioni acquisite stando, nei fatti, al governo della Regione. I destini di Pdl e Pd, in Sicilia, corrono su due binari paralleli. Lʼobiettivo sarebbe vincere le elezioni. Come farlo e con chi, però, è il vero problema, soprattutto in casa Pd. LA SCOSSA DI LEONTINI. La bomba è stata innescata il 30 maggio con una conferenza stampa congiunta dei capigruppo del Popolo delle Libertà, Innocenzo Leontini, e del Pid, Rudy Maira, alla presenza di numerosi deputati di entrambi gli schieramenti. Lo scopo? Costituire un nuovo soggetto politico che raggruppi moderati, riformisti, laici e cattolici e che vada al di là delle sigle di partito, penalizzate dall'elettorato alle ultime amministrative come riconoscono molti esponenti del centrodestra. Il primo appuntamento sarà il 7 giugno, con una iniziativa politica che si terrà a Palazzo dei Normanni: «Non è una iniziativa contro qualcuno o di rottura», ha spiegato Leontini. L'idea «parte dalla constatazione che siamo in una fase di incomunicabilità tra i partiti e all'interno degli stessi partiti a livello nazionale e regionale». «Vogliamo riaggregare le forze che si sono disgregate negli ultimi quattro anni». I due politici guardano allʼUdc, a pezzi del Pd e anche del Mpa, «purché ammettano di avere sbagliato in questi anni». Se andrà in porto, il nuovo soggetto politico potrebbe anche presentarsi alle elezioni con una propria lista civica e con un proprio simbolo: «In quel caso, ci confronteremo sugli organigrammi e sul candidato alla Presidenza della Regione». COSA ACCADRAʼ. Spiega Maira: «Il 7, se non ci saranno contromisure da parte dei PUNTINI SULLE “I” Ma l’alfaniano Roberto Corona prende le distanze MESSINA. Alla conferenza stampa di Leontini e Maira, erano assenti i messinesi Giuseppe Buzzanca e Santi Formica, mentre era presente Nino Beninati, rispetto al quale, però, il coordinatore provinciale dello Stretto non ha dubbi: «Non vuol lasciare il Pdl». Chi invece era stato annunciato, ma ha preso le distanze come fedele “alfaniano”, è Roberto Corona: «Non ero presente alla conferenza stampa per promuovere iniziative politiche e/o gruppi trasversali perché non ancora deliberati dagli organismi del partito. Faccio parte a pieno titolo del gruppo parlamentare e del partito e intendo seguirne la linea politica e le indicazioni nel rispetto del mandato elettorale ricevuto dagli elettori». Nino Beninati Roberto Corona vertici del Pdl, la riunione sarà importante per la grande curiosità suscitata dalliniziativa. Da Grande Sud al Pdl, fino al Mpa, in molti si sono trovati dʼaccordo. Lʼincontro potrebbe essere un momento di rilancio della politica dei moderati che potrebbe portare a un riavvicinamento generale. Fino ad ora siamo stati separati e questo non deve più accadere». Ma ci sarà una separazione oppure no? Sul punto, lʼesponente del Pid è chiaro: «Se si riuscirà a determinare un “creatura” che aggreghi tutti mantenendo le sigle, benissimo. Solo di fronte a resistenze, potremmo pensare a un soggetto politico autonomo». LE REAZIONI “ESTERNE”. Primi ad esprimersi gli ex Pdl di “Grande Sud”: «La conferenza stampa merita grande attenzione: è assai utile, direi indispensabile, che si torni a parlare di contenuti, di programmi e di azione politica per risollevare una regione portata allo stremo da Lombardo», ha detto il capogruppo Titti Bufardeci. E un segnale è arrivato anche dal “grande capo” Gianfranco Miccichè, che è pronto anche a fare un passo indietro rispetto al suo desiderio di correre per la presidenza della Regione. Ma di interessati al progetto ve ne sono tanti. Racconta Maira: «Allʼinterno del Mpa, si sono espressi a favore Paolo Colianni e Roberto Di Mauro, che è il capogruppo e il deputato di maggior peso allʼArs. Per quanto riguarda lʼUdc, ho incontrato per caso a Palazzo dei Normanni Giovanni Ardizzone, e ci siamo fermati a chiacchierare. Mi è sembrato interessato». E QUELLE DEL PDL. Getta acqua sul fuoco e si dice ottimista, il coordinatore regionale del Popolo delle Libertà, Giuseppe Castiglione: «Lʼiniziativa di Leontini e Maira è sicuramente positiva. Mettere insieme diverse realtà dei moderati, sarà un contributo importantissimo alla costruzione di una grande area dove il Pdl avrà un ruolo fondamentale. Si deve parlare innanzi tutto AI NASTRI Dissidenti in Assemblea Gli anti-Genovese ripartono da un convegno Antonio Saitta MESSINA. A Messina, lʼarea del Pd che non si riconosce nel “moderatismo” del leader dello Stretto, Francantonio Genovese (legato a livello nazionale a Giuseppe Fioroni), torna in pista con un incontro pubblico oggi (venerdì 1 giugno, ndr) al Comune: “La Sicilia e i Sud nella crisi. Quale politiche, quale politica”. A organizzare lʼassemblea, a cura del gruppo allʼArs, sono stati i Dem (Democratici e messinesi) e lʼassociazione “Rifare lʼItalia”, ovvero quel gruppo di quarantenni del Pd che, a livello nazionale, sta provando a spostare a sinistra la linea del partito. A testimoniarlo, la posizione di Stefano Fassina, responsabile per lʼeconomia al pari di Enrico Letta, che non è per un europeismo di rigore ma perché il Pd rientri nella grande famiglia della sinistra, seguendo la scia di Holland in Francia. Un incontro, quello di Messina, per pagina 10 discutere delle prospettive di politica europea, da cui dipendono gli stessi destini della Sicilia, ma anche per “contarsi”. A parlare, infatti, saranno il deputato allʼAssemblea regionale Filippo Panarello e lʼex vicesindaco (e fondatore di Vince Messina) Antonio Saitta, in prima linea con gli ex Ds, fino al 2008, per provare ad arginare lo strapotere in città di Genovese. Gli altri relatori dellʼassemblea sono Giuseppe Provenzano (ricercatore dello Svimz), Federico Nastasi (Coordinatore nazionale Run), Fausto Raciti (segretario nazionale dei Giovani democratici) e Piero David (docente di Politica Economica allʼUniversità di Messina e dirigente esterno dellʼassessorato regionale alla Formazione professionale). A concludere lʼincontro, infine, sarà Matteo Orfini, responsabile nazionale per la Cultura dei Pd. Alla stato attuale, a Messina, ancora è buio totale nel centrosinistra in vista delle prossime amministrative. Se dovesse reggere lʼintesa con Fli e Mpa, Genovese potrebbe lanciare in pista lʼassessore alla Formazione Mario Centorrino. Da qui lʼincontro organizzato da Saitta e company per riprendere visibilità. (D.D.J.) centonove Politica 1 GIUGNO 2012 IL CORSIVO di Giovanni Frazzica Galline, trote e qualche risata - spiega - di programma e di coalizione, andando al di là dei partiti. Il Popolo delle Libertà traccerà la sua linea politica che sarà di largo respiro. Il tema del futuro è costruire un programma che superi il disastro generato negli ultimi anni. Noi aggiunge - puntiamo solo ed esclusivamente sul questo, lavorando a una grande area dei moderati». Ma, a proposito di moderati, dove andrà lʼUdc di Gianpiero DʼAlia? «Secondo me può stare tranquillamente con noi». Allʼincontro del 7, assicura, Castiglione ci sarà. BUZZANCA DIXIT. E su DAlia, Giuseppe Buzzanca, sindaco di Messina e coordinatore provinciale del Pdl, si lascia andare a una confessione: «Sinceramente, non capisco che posizione intenda prendere in vista delle regionali. Certo è sottolinea - che bisogna uscire dalla fase del corteggiamento». Mentre, riguardo allʼiniziativa di Leontini e Maira, spiega: «Penso che qualcunque incontro serva per unire e allargare il centrodestra, che sia “per” e non “anti”, ben venga. Ciascuno deve però rendersi conto che è il momento di pianificare. La mia reale preoccupazione, piuttosto, è fare subito un programma e affidarlo a un candidato alla presidenza». MESSINA. La carta stampata non mi diverte più. Il Consiglio Direttivo di una Associazione che opera da tanti anni in provincia di Messina ha monitorato, a mia insaputa, il mio lavoro ed ha scoperto che negli ultimi quindici anni ho pubblicato circa mille articoli e per questo vorrebbero anche darmi un premio. Ma che cʼè paragone con un passaggio in televisione? No, perché passi dalla stanza in cui sei solo col tuo computer, allo studio televisivo, un mondo pieno di luci e lucette, di attrezzi modernissimi e dove ci sono anche gli altri, più o meno emozionati, con cui confrontarti. E tu pure sei emozionato, perché andare in diretta in tv è ancora eccitante, ogni volta è come la prima volta, come fare un salto mortale senza rete. La televisione ti può dare un successo immediato, ma ti può fare un danno incommensurabile. Un mio amico nei giorni scorsi annotava sul suo profilo facebook che Antonio Banderas, che una volta parlava alle belle donne, ora parla alle galline. In effetti, quello che fino a qualche anno fa era uno dei machi più gettonati del cinema internazionale, ora appare in una pubblicità televisiva che promuove fette biscottate in cui parla proprio con una gallina. A me, tanto per restare nel regno animale, esattamente nel settore ittico, è capitato di parlare con una trota, anzi, probabilmente, con il “Trota” in persona. Ma andiamo ai fatti. Nel corso di una trasmissione televisiva condotta dallʼanchorman di OndaTv Pippo Galipò, lʼon. Santi Formica ha teorizzato che alle prossime elezioni regionali, atteso che non avvenga la temuta riduzione da 90 a 70 dei deputati regionali, che lui comunque esclude per via delle lungaggini parlamentari, il Pd non avrà più 29 deputati, ma 14, per cui a Messina ne toccheranno soltanto 2. Aggiungeva il Formica che lʼon. Rinaldi, presente in trasmissione, non aveva nulla da temere, perché sarebbe stato comunque il più votato. Io mi sono associato alle valutazioni dellʼon. Formica aggiungendo però che la riduzione di rappresentanza imponeva qualche riflessione in quanto la presenza al parlamento nazionale dellʼon. Genovese, cognato del Rinaldi, determinerà la concentrazione dei due terzi della rappresentanza politica nelle mani della stessa famiglia, una sorta BUFERA NEL PD. Se per il Pdl il discorso è chiaro, “mai e poi mai rapporti con Raffaele Lombardo”, il destino del Pd si lega sempre più a doppio filo con quello del presidente della Regione, divenuto ormai il tema principale allʼinterno al partito. Il problema, come ha sottolineato Tonino Russo, esponente allʼArs è uno: «Il segretario Giuseppe Lupo convochi di “cerchio magico, stile bossiano, in riva allo Stretto”. A questo punto si sono accese le proteste di Franco Rinaldi che si è sentito paragonato al “Trota” e che ha ritenuto “rancoroso” il conteggio dei due terzi della rappresentanza mentre, con un poʼ di difficoltà, mi sforzavo di spiegare che era matematica. A salvarci dalla bagarre un intervento un intervento di alto profilo dellʼon. Ballistreri che ha parlato di politica europea, di Hollande, di destino dellʼeuro e così la trasmissione si è conclusa in maniera civile. Ma verso le due di notte, sulla via del ritorno, mentre mi ero assopito, non essendo alla guida della macchina, squilla il mio telefono. Allʼaltro capo del filo una voce con accento vagamente lombardo che si qualifica come Renzo Bossi. Dice di volere essere lasciato in pace, che dimettendosi ha chiuso con la politica ed ha recuperato serenità e dignità e se gli altri non vogliono essere paragonati a lui, in condizione di reciprocità, lui non vuole essere paragonato agli altri e mi chiude il telefono. Ci mancava anche questa, scherzi a parte sul telefonino! immediatamente la direzione regionale, con procedura d'urgenza, per decidere la posizione politica da assumere, visto che 38 parlamentari sarebbero pronti a dimettersi per sciogliere anticipatamente l'Ars. Il Pd - ha proseguito - non può distrarsi e consentire a Lombardo di gestire un notevole piano di nomine con un governo agonizzante e senza prospettive, LA POLEMICA Messina, giovani contro I Circoli pidiellini chiedono l’azzeramento dei vertici MESSINA. Al grido di “Azzeriamo il Pdl”, sono scesi in campo, a Messina, i giovani dei circoli della Giovane Italia, “Quo Usque Tandem…”, e del Popolo delle Libertà, “Catilina-Morgana”. A intervenire, Piero Adamo, Ferdinando Croce e Ciccio Rizzo, candidato a sindaco di Lipari alle amministrative. Tanta la “carne al fuoco”. A cominciare dal “rammarico” per il totale fallimento della linea politica del partito dettata dalla classe dirigente venuta fuori dal congresso provinciale del marzo scorso. Dissenso e rammarico espressi con una vignetta (a fianco). In occasione proprio del congresso, ha ricordato Adamo, il mondo giovanile aveva manifestato ai vertici lʼimportanza di “aprire ad una nuova generazione”, ma la risposta era stata negativa perché le vicende giudiziarie di Roberto Corona (allʼepoca co-coordinatore) imponeva- no di non modificare gli equilibri interni fra le correnti del partito. Oggi, però, “quegli equilibri sono caduti rovinosamente ed hanno trascinato con sé lʼintero mondo del centro-destra”. A tuonare è stato poi Rizzo, che ha ricordato la “questione liparitana” sorta in seguito alla sua scelta di candidarsi a sindaco. Deferito ai probiviri, ha precisato che ad avere violato le direttive di partito sono stati i vertici provinciali nel momento in cui hanno disatteso le indicazioni del segretario nazionale, Angelino Alfano, di svolgere le elezioni primarie per la scelta dei candidati e di aggregare movimenti civici di area centro-destra. Ma cosa dice dellʼiniziativa il coordinatore provinciale Buzzanca? «Ho profondo rispetto per i giovani, ma deve essere chiarto a tutti che per azzerare un vertice deve esserci un congresso. Noi non siamo stati nominati, ma eletti». Mentre, riguardo al deferimento di Rizzo, spiega: «Deve essere accettato dal direttivo provinciale, che non si è ancora riunito». (D.D.J.) pagina 11 funzionali solo alla campagna elettorale del nuovo polo. Una mozione di sfiducia conclude - è, a questo punto, una soluzione necessaria e quanto mai appropriata». E sulla data della direzione, Lupo ha risposto, convocandola per il 4 giugno, alle 14.30, a Palermo, nella sala convegni dell'hotel Nh al Foro italico Umberto I: «Sarà in quella sede - ha detto - che, facendo seguito all'assemblea, valuteremo, in particolare, la situazione politica regionale e le conseguenti iniziative del partito». Ma se sulla fine del governo Lombardo sono quasi tutti dʼaccordo, è il tema delle future alleanze che potrebbe dividere. Per il capogruppo allʼArs Antonello Cracolici, uno dei fautori dellʼappoggio al quarto governo regionale, «l'Udc è un interlocutore essenziale», mentre riguardo al Movimento per le Autonomie vuol vedere « chi sarà l'interlocutore». «Lombardo - spiega - mi pare che ha già detto che non si ricandiderà, che si dedicherà al processo e ho letto addirittura che vuol creare un altro soggetto politico». Lʼarea che fa capo al deputato e al senatore Beppe Lumia, in sinergia con “Innovazioni” (che fa capo allʼex segretario regionale Francantonio Genovese, a Salvatore Cardinale e a Nino Papania) propende per lʼipotesi di una alleanza con i moderati (Udc, Fli e Mpa), ritenuta indispensabile per vincere alle elezioni. Unʼipotesi che cozza con le altre componenti, che vogliono portare avanti il “modello Vasto” con le altre forze del centrosinistra o che, comunque, non desiderano avere nulla a che fare con il Movimento per le Autonomie. A innescare lʼimpazzimento nel Pd, tanto per cambiare, è stato proprio Lombardo con le designazioni di due assessori “non tecnici”, Alessandro Aricò (Fli) e Giuseppe Spampinato (Api), che hanno reso la giunta dichiaratamente politica. Una ipotesi che mesi fa non dispiaceva a Cracolici, Lumia e Innovazioni ma che, con lʼapprossimarsi del voto, non è più praticabile perché diventerebbe un boomerang. Politica 1 GIUGNO 2012 Francesco Barbalace Manlio Minutoli Antonino Torrisi Provvidenza Castiglia PALAZZO ZANCA. Tutte le somme che i dirigenti devono restituire all’amministrazione Il tesoretto della dirigenza Un anticipo da 500 euro al mese, in attesa delle nuove “pesature” è diventato un boomerang: in quattordici hanno percepito un totale di 165mila euro che oggi il Comune reclama. Ecco perchè DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “Il mio stipendio lo prendo dal comune di Nuoro, perchè non voglio che tra qualche anno qualcuno venga da me a dirmi che rivuole indietro dei soldi”. Rossana Menne è arrivata a Messina due anni fa, seguendo gli spostamenti del marito colonnello dei Carabinieri. Eʼ un dirigente distaccato dal comune sardo, che a marzo del 2012 ha comunicato la volontà di ricevere dallʼamministrazione dʼorigine lʼindennità di posizione che gli spetta, rinunciando a qualcosa come 30mila euro allʼanno rispetto a quello che prenderebbe in busta paga se ad erogarle lo stipendio fosse palazzo Zanca. Una mossa bizzarra, quella di Rossana Menne, ma che ha una spiegazione. E cioè la storia della montagna di soldi che i dirigenti devono al comune di Messina, dopo averli trovati sotto forma di anticipo in busta paga. Una storia che parte dal 2009. LʼASSALTO DELLA DIRIGENZA. Ci sono quattordici dirigenti, tre in servizio e undici già in pensione, che al comune di Messina devono più o meno 165mila euro in totale: il conguaglio negativo calcolato dopo la nuova graduatoria della “retribuzione di posizione”, una voce variabile dello stipendio dirigenziale legata al “peso” della poltrona occupata, il suo valore. Chi centonove sono? Provvidenza Castiglia, in pensione da qualche mese che al comune di Messina deve quasi 34mila euro accumulando conguagli negativi dal 2005, così come tutti gli altri colleghi. Gli altri? Salvatore De Francesco, che oggi ricopre lʼincarico a Servizi Sociali e gli interim a Pubblica istruzione, Sport e Cultura, deve restituire poco più di tredicimila euro. Poi cʼè Carmelo Giardina, oggi a capo dellʼAvvocatura, che per un periodo di pochi mesi a cavallo tra giugno e settembre del 2005, e tra gennaio e settembre del 2010, è debitore nei confronti di palazzo Zanca perqualcosa in più di cinquemila euro. Ultimo, tra i dirigenti attualmente in servizio, è Riccardo Pagano, fresco di spostamento al dipartimento che si occupa della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città, che al comune dovrà ridare qualche spicciolo in più di 9500 euro. Il grosso dei dirigenti debitori di palazzo Zanca, però, è già in pensione da tempo. Francesco Barbalace, per esempio, che ha girato praticamente tutti i dipartimenti del Comune, è debitore di poco meno di 21mila euro, mentre Maria Beninati, storica dirigente al Personale (e madre del dirigente De Francesco, anchʼegli debitore), dovrebbe restituire 5300 euro. Giovannino Corrente, ex capo di Gabinetto di Salvatore Leonardi, ha un debito di 7475 euro, ma nel frattempo è morto. Poca roba per Simone DʼAmico, in rosso di 1564 euro, mentre allʼex numero uno dellʼAvvocatura, Giuseppe Gullotta, il comune di Messina ha presentato un salato conto da oltre 17mila euro. A carico di Giovanni Marino il conguaglio è risultato negativo per 13.546 euro, così come per Manlio Minutoli, che ha guidato lʼUrbanistica per anni e anni e che al comune di Messina deve rimborsare poco più di novemila euro. Qualche spicciolo di debito per DAI QUARTIERI Terza circoscrizione, tre sedute posson bastare... Il consiglio vota a maggioranza, Marcellino (Fli) si ribella: “stratagemma per non andare a lavoro” Gianni De Salvo MESSINA. Il terzo quartiere? Si ammazzano di lavoro. Tre consigli alla settimana, una commissione subito prima. Un poʼ troppo, secondo alcuni. A denunciare, e votare contro la decisione presa dal consiglio, è stato Enzo Marcellino (Fli), spalleggiato da Santi Interdonato e Nino Sciutteri del Pd. Come è andata la vicenda? Lo racconta lo stesso Marcellino. “Un consigliere di quartiere ha a disposizione lʼora precedente lʼinizio di una commissione e quella successiva alla fine. Il trucco? Soprattutto il lu- pagina 12 nedi, le commissioni venivano convocate alle otto e mezza, poi una seconda alle undici, e una terza dalle tre alle cinque. Di fatto - spiega il consigliere - erano strategiche per non andare a lavorare. Lʼho detto anche in consiglio, sono dichiarazioni che ho lasciato a verbale”. La soluzione? Tre consigli alla settimana, preceduti da una commissione. Di male in peggio. “Unʼaltra furbata - attacca Marcellino - tre consigli alla settimana, per quanto mi riguarda, sono assurdi: mandiamo solo fax allʼamministrazione, e siamo regolarmente snobbati”. E adesso? “Non credo si possa andare avanti così, a punto che sto meditando di chiedere lo scioglimento dellʼufficio di presidenza che ha reso possibile una stortura di questo tipo”, azzarda Marcellino chiamando in causa il presidente del terzo quartiere Gianni De Salvo. Quello dei consigli di quartiere in orari strategici, e con durate improbabili, non è però una novità. Fino a pochi anni fa, una consuetudine era quella di convocarli in orari serali, e protrarli fino a dopo la mezzanotte, in maniera da poter incassare la “diaria” di due giornate di lavoro. (A.C.) centonove Politica 1 GIUGNO 2012 Carmelo Romeo, ex dirigente agli Affari di Giunta (1713 euro), qualcosa in più per Giuseppe Scalici (3673 euro) e stangata, infine, per lʼex ragioniere generale Antonino Torrisi, che a palazzo Zanca deve oltre ventimila euro. Come ci si è arrivati? QUEI CONGUAGLI UN POʼ COSIʼ. A marzo del 2008, a seguito di un indirizzo fornito dallʼallora commissario straordinario del comune di Messina Gaspare Sinatra, a ciascun dirigente è stato corrisposto, in aggiunta alla retribuzione di posizione, un aumento mensile di 500 euro (tredici mensilità, quindi 6500 euro annui), con decorrenza primo gennaio 2005. Tale acconto veniva “anticipato” dal comune di Messina con obbligo di conguaglio positivo o negativo che sarebbe scaturito dalla nuova graduazione della posizioni da parte del nucleo di valutazione. Acconto sospeso a luglio del 2009 da parte del ragioniere generale Nando Coglitore. Perché? Perchè il nucleo di valutazione non ha adeguato i criteri di valutazione delle posizioni dirigenziali, motivo per il quale sarebbero rimasti in vigore quelli del 2001. “Ciò comporterà inevitabilmente che lʼacconto erogato in aggiunta ala retribuzione di posizione non potrà mai essere recuperato”. Nel frattempo, nel 2010 la giunta aggiorna la graduazione delle posizioni dirigenziali. E si fanno i calcoli, tra chi deve percepire arretrati e chi deve invece parte di quegli arretrati darli indietro. Come voleva intervenire Coglitore? Col pugno di ferro, cosa che lo ha reso inviso ai suoi stessi colleghi dirigenti. Ai dirigenti ancora in servizio Coglitore avrebbe voluto applicare il recupero delle somme “in ragione di un quinto della retribuzione in godimento sino alla concorrenza delle somme dovute”. E per i dirigenti in pensione? recupero coattivo. In soldoni, cʼera chi avrebbe dovuto restituire migliaia di euro. Chi lʼha fatto? Nessuno. LEI NON SA CHI SONO IO. Le cose, per Coglitore, si sono messe male dallʼinizio. “Il sottoscritto ha comunicato lʼavvio del procedimento per il recupero delle somme dovute dai dirigenti con conguaglio negativo”, spiega il ragioniere generale. E i dirigenti? Mani in tasca e fuori il contante? Nemmeno per sogno. “La stragrande maggioranza dei dirigenti a cui è stato richiesto il rimborso delle somme scaturenti dai conteggi effettuati dal Dipartimento, hanno fatto pervenire al sottoscritto, nella qualità di responsabile unico del procedimento, memorie scritte. In dette memorie - continua Coglitore - vengono addotti motivi interruttivi pretestuosi ed irrituali e, in qualche caso, viene minacciato anche il sottoscritto lamenta il ragioniere generale - che ha osato richiedere delle somme che i dirigenti hanno percepito in più rispetto a quanto percepito da altri”. Come si ovvia? Con una richiesta di parere legale al collegio di difesa del Comune. FIOCCANO I RICORSI. Per non sbagliare, i dirigenti debitori sono passati alle carte bollate, affidando al Tribunale del lavoro le loro ragioni, spiegando che “il Comune è inadempiente relativamente alla costituzione del fondo, alla annuale determinazione del suo ammontare ed alla corresponsione delle relative quote di indennità ai dirigenti”, e che “La giunta ha costituito il fondo per gli anni 2008 e 2009 ma in misura molto inferiore rispetto allʼammontare derivante dal corretto calcolo dei criteri stabiliti dalla legge e dalla contrattazione collettiva”. E infatti, il collegio di difesa esordisce pilatescamente spiegando che la questione “non sia di immediata soluzione in quanto sub judice”. Ai giudici del lavoro, spiegano gli avvocati del collegio di difesa, “spetterà ogni valutazione e decisione sulle domande prospettate dai dirigenti tenuto conto, altresì delle difese spiegate dal comune di Messina e dalla cui statuizione finale, a parere di questo collegio, il comune di Messina non potrà prescindere al fine di avvalorare la correttezza del computo delle indennità in questione”. Riguardo al secondo quesito posto ai quindici avvocati da Coglitore (cinque dei quali assenti durante lʼestensione del parere), e cioè a partire da quando il credito del comune dovesse considerarsi prescritto, i legali hanno risposto rassicurando il ragioniere generale: la prescrizione comincia a decorrere dallʼapprovazione della delibera di aggiornamento delle posizioni del dicembre del 2010. ANCHE I DIRIGENTI PIANGONO. Nel frattempo, oltre alla battaglia davanti al giudice del lavoro, sui dirigenti è caduta unʼaltra tegola: non percepiscono indennità di risultato (altro capitolo variabile dello stipendio tabellare) dal 2005. E non sono bruscolini: lʼindennità di risultato, infatti, ammonta al 15% di quella di posizione. Moltiplicata per sette, tanti sono gli anni in cui non è stata percepita, sono soldoni. ZOOM Serit bye bye, si riscuote “in house” MESSINA. Dopo dieci anni, Serit Sicilia Spa e comune di Messina si dicono addio. la giunta di palazzo Zanca, infatti, ha approvato un regolamento, che adesso passerà al vaglio del consiglio comunale, per procedere alla riscossione spontanea diretta della Tersu, il tributo sulla spazzatura. “La proposta deliberata dalla Giunta Buzzanca - ha spiegato l'assessore alle Politiche finanziarie di Palazzo Zanca, Orazio Miloro, - ha lo scopo di razionalizzare il servizio e le modalità di gestione e pagamento delle imposte e tasse comunali”. Cosa cambia? La creazione di un portale telematico dedicato al dipartimento Tributi attraverso il quale, fra lʼaltro, il cittadino potrà registrarsi e aprire la propria posizione, lʼattivazione di un call center, lʼistituzione di un servizio di front office per informazioni ed assistenza, che saranno forniti anche attraverso e-mail e con giornate dedicate interamente ai Caf ed agli ordini professionali. L'esecutivo ha anche esitato la delibera con le tariffe della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, secondo quanto deliberato dal Consiglio comunale con provvedimento 18/C nella seduta del 27 febbraio 2012. (A.C.) MESSINA. Annullate, dopo quattro anni, le procedure di gara Zancle addio Atto finale per la partecipata che avrebbe dovuto occuparsi di tributi. La Soget, partner privato, lasciata “al palo” MESSINA. Il tira e molla è Zancle insieme al durato cinque anni, poi è comune di Messina, dopo bastata una determina a il forfait della Maggioli mettere una lapide Spa, vincitrice della gara sullʼesperienza Zancle, la del 2008 ma dichiaratasi partecipata che avrebbe non più interessata dopo dovuto essere lʼagente di un tira e molla di tre anni. riscossione di tributi e Perchè? canoni per palazzo FUGGI FUGGI DALLA Zanca, e che invece è ZANCLE. Dalla gara morta prima ancora di dʼappalto bandita a essere nata. Lʼaveva settembre del 2008 per creata lʼamministrazione trovare un partner privato, retta da Francantonio era uscita vincitrice la Genovese, ne ha Maggioli tributi spa, già officiato il funerale quella di Giuseppe Buzzanca. Nonostante il sindaco in persona si fosse speso perchè la partecipata venisse alla luce. PARTECIPATA MAI NATA. “Annullare le procedure di gara relative alla costituzione della Società Entrate Zancle S.p.A.” e “notificare copia del presente provvedimento alle due società che hanno Orazio Miloro partecipato alla gara”. Firmato Giovanni Di Leo e Nando Coglitore, il primo in qualità di responsabile del procedimento di gara ed il secondo come ragioniere generale. Il punto alla storia della Zancle arriva a metà maggio, con una determina dirigenziale in cui lʼarea economico finanziaria di palazzo Zanca comunica alla Soget Spa, azienda che Nando Coglitore sarebbe stata il partner privato nella partecipata, che non se ne fa più partner del comune di nulla. Una decisione che Messina negli anni scorsi. non arriva inaspettata, Tre anni dopo, la doccia visto che già sul finire di gelata: la Maggioli lascia. marzo, una delibera di Perchè? Per via del giunta aveva disposto la “lungo lasso di tempo devoluzione del mutuo trascorso tra la data di che il comune aveva presentazione della contratto con la Cassa nostra offerta e quella di depositi e prestiti per convocazione davanti al costituire la Zancle, notaio per la costituzione destinandolo al di “Entrate Zancle spa”, finanziamento di parte dei scrive lʼamministratore debiti fuori bilancio per Patrizia Mustica. Tempo investimenti riconosciuti che aveva fatto venir dal consiglio comunale meno la convenienza non finanziati dellʼaffare per lʼimpresa di nell'esercizio 2011. Santarcangelo di Questo nonostante la Romagna. Di fatto, la Soget avesse dato Maggioli non avrebbe disponibilità a costituire la incassato più lʼIci, nel pagina 13 frattempo cancellata dal governo Berlusconi, facendo così venire meno il ricavo che avrebbe giustificato agli occhi degli azionisti la creazione della Zancle. Partita chiusa? No. Perchè il comune, dopo un consulto col collegio di difesa, si rivolge alla seconda classificata, la Soget spa. Che dice si. Ed è subito messa nel mirino. A febbraio tre consiglieri, Nello Pergolizzi (Fli), Giuseppe Melazzo (Udc) e Felice Calabrò (Pd), fanno notare che “Il decreto Monti (D.L. 201/2011) vieterebbe lʼesternalizzazione per la riscossione dei tributi comunali, infatti, sia l'Imu (imposta sugli immobili) sperimentale e a regime, sia la Res (tassa sui rifiuti) dovrebbero essere obbligatoriamente riscosse dal Comune”. Secondo il decreto, effettivamente, unica modalità di incasso per lʼImu è il modello F24. A che servirebbe quindi la Zancle? GLI INTERROGATIVI. Un problema che Buzzanca non si era posto, dato che, mentre i consiglieri chiedevano allʼassessore alle Finanze Orazio Miloro di “soprassedere” sulla costituzione della nuova partecipata, il sindaco inviava una circolare allo stessp Miloro ed a Coglitore, allʼinterno della quale sostanzialmente invitava chi di competenza ad accelerare le pratiche di costituzione della nuova partecipata. Nel frattempo spuntava la grana Soget. Il potenziale partner privato, infatti, incappava in un discreto grattacapo: a Taranto, secondo unʼinchiesta ancora in corso (prima udienza a marzo 2012), la Soget avrebbe prestato illegittimamente denaro al Comune, mascherando le operazioni come anticipazione sui tributi riscossi. (A.C.) Politica 1 GIUGNO 2012 PALAZZO ZANCA. Chi è il sindacalista che irrompe nella schiera di candidati a sindaco del centrosinistra Sono Lillo, risolvo problemi Il segretario provinciale della Cgil diventa il favorito, ma nella coalizione il dibattito è aperto. Nel centrodestra crescono i disagi. E il gruppo Beninati considera l’idea di traslocare al centro DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Gliele ha cantate in diretta televisiva al sindaco Giuseppe Buzzanca. Eʼ segretario provinciale del più “chiassoso” dei sindacati. Ha avuto il “via libera” da parte del maggiorente del centrosinistra locale, Francantonio Genovese. Per Lillo Oceano, la strada è in discesa. Una strada che potrebbe portare dritto dritto a palazzo Zanca. UN OCEANO DI POSSIBILITAʼ. “Eʼ lʼunico, in cinque anni di opposizione, che si “ccattau a sciarra” con Buzzanca, e ne è uscito vincitore”. Lo dichiara a mezza voce un esponente del Pd che vuole restare anonimo, ma che in sei parole ha spiegato perfettamente il perchè dellʼimprovvisa convergenza sul sindacalista. Lillo Oceano ha tenuto testa a Buzzanca in un faccia a faccia televisivo, cosa che pochi, nel centrosinistra, possono vantarsi di aver fatto. Ed è diventato improvvisamente il cavallo sul quale puntare per arrivare primi al traguardo di palazzo Zanca. Lillo Oceano fa parte di quella “nidiata” di iscritti alla Cgil che si sono fatti strada dagli anni ʻ80 in poi, sotto la direzione dellʼattuale deputato regionale Filippo Panarello, alla quale apparteneva Tiziano Minuti, prima bellicoso esperto di problemi legati alla navigazione e poi passato dallʼaltra parte della barricata, alle dipendenze di Caronte&Tourist come responsabile del personale, e Giovanni Mastoeni, che se Oceano dovesse darsi alla politica attiva è in predicato per diventare il nuovo segretario provinciale della Cgil. Vincitore di un concorso al ministero del Tesoro, durante gli anni ʻ80 Lillo Oceano va a lavorare in Veneto, e torna a Messina con distacco sindacale dopo lʼingresso nel direttivo provinciale della funzione pubblica della Cgil. E il diretto interessato cosa dice? Niente. Minimizza. “Due settimane fa mi avete ROMPO GLI INDUGI. Il sindacalista Cgil Lillo Oceano dato candidato alla regione, oggi sindaco - ride Oceano - Tutte queste candidature si contraddicono. Il faccia a faccia con Buzzanca - spiega - lʼho fatto per lʼincarico che ricopro, in una città che difficoltà a contrastare il pensiero unico, e in consiglio chi ha fatto opposizione non ha avuto troppa visibilità. Penso di dovermi occupare del mio incarico conclude - poi quello che succederà lo vedremo”. Le reazioni, nella coalizione, non hanno però tardato ad arrivare. centonove “Bisogna vedere se il centrosinistra a Messina vuole trovare un candidato oppure un sindaco”, ha dichiarato Gaetano Gennaro, che nel Pd rappresenta lʼarea legata allʼex vicesindaco Antonio Saitta. E Paolo Saglimbeni, da poco rientrato tra i Democratici dopo unʼinfatuazione di un anno e mezzo per il Pdl sponda Roberto Corona, ha gettato la provocazione. “Se è così significa che siamo tutti candidati e candidabili, anche perchè nessuno è venuto a concordare niente nè con me nè con la mia area (che a livello nazionale guarda a Enrico Letta)”. Di certo cʼè che lʼeventuale candidatura di Lillo Oceano creerebbe serie perplessità nel fatto che lʼampiamente annunciata coalizione Pd-Udc ed eventualmente Mpa e Fli possa effettivamente avverarsi. Un problema che il centrodestra non ha. Perchè non sa davvero se il Pdl esisterà più nel volgere di qualche mese. A DESTRA CʼEʼ TEMPESTA. Se nel centrosinistra cʼè unʼapparente calma piatta, nel centrodestra invece lʼagitazione è palpabile. Perchè la sensazione è che il Pdl sia in disfacimento, ed è necessario guardarsi intorno per non restare al palo. Chi ha manifestato già in tempi non sospetti parecchi mal di pancia è Nino Beninati, deputato regionale che ormai non sembra più disposto ad affondare con la nave battente bandiera ex Forza Italia. Non a caso, i più attenti a guardarsi intorno sono proprio i consiglieri e gli assessori che a lui fanno riferimento. Lʼipotesi che è circolata, e che sembra la più accreditata, è un passaggio armi e bagagli allʼUdc, per diventare il terzo polo del terzo polo. Una posizione intermedia, cioè, tra le anime del partito che fanno riferimento al senatore Gianpiero DʼAlia da un lato ed al deputato Pippo Naro dallʼaltro. Pippo Corvaja, assessore al Territorio, guarda però con interesse le evoluzioni regionali del Pid, ultracentristi nati da una costola dellʼUdc. Sembra tramontata invece lʼipotesi di accasarsi con Grande Sud, circostanza che avrebbe visto ricongiungersi Beninati e Francesco Stagno DʼAlcontres, che per anni, uno a Palermo e lʼaltro a Roma, hanno camminato assieme. Per tenerli stretti, Giuseppe Buzzanca ha a disposizione la presidenza dellʼAmam, che ormai sembra certo non andrà a Tanino Sutera. In predicato per sedersi sulla poltrona cʼè Pippo Capurro, che ha apertamente manifestato la volontà di cambiare casacca, lʼex An di specchiata fede Giovanni Cocivera (in quota deputato regionale Santi Formica) e lʼoutsider Pietro Iannello, che fa riferimento a Beninati. INTERROGAZIONI Policlinico, acqua non potabile: Sebastiano Tamà punta il dito Il consigliere di Grande Sud scrive a Buzzanca: “convochi i direttori generale e sanitario” Giuseppe Pecoraro MESSINA. Il direttore generale del Policlinico Giuseppe Pecoraro ed il direttore sanitario, Manlio Magistri, vanno convocati dal sindaco Giuseppe Buzzanca per spiegare come mai lʼacqua dellʼospedale risulta “non potabile”. Lo chiede, in unʼinterrogazione, il capogruppo di Grande Sud al consiglio comunale, Sebastiano Tamà, che si rivolge a Buzzanca in quanto “prima autorità sanitaria della comunità che amministra”. Cosʼè successo al Policlinico? Che da qualche settimana lʼacqua pagina 14 che esce dai rubinetti risulta inquinata (anche quella delle sale operatorie) dallo pseudomonas aeruginosa, un batterio causa di infezioni letali in corsia. Per questo, dal 6 aprile, la direzione sanitaria ha emanato una circolare interna apponendo su tutti i rubinetti, la scritta “Acqua non potabile”. che il liquido con cui i pazienti ricoverati nei reparti dislocati negli undici padiglioni si lavano i denti o la faccia non fosse idoneo allʼuso umano lo avevano stabilito, un mese e mezzo prima, il 20 febbraio 2012, gli esami dellʼacqua effettuati dai funzionari dellʼazienda sanitaria provinciale di Messina su richiesta dei Nas di Catania, che a loro volta conducono unʼinchiesta coordinata dalla Procura di Messina. I nuclei dei carabinieri specializzati in ispezioni igienico sanitarie dellʼospedale di viale Gazzi erano arrivati nel pomeriggio del 6 febbraio 2012 attirati da una telefonata anonima che annunciava: «Lʼacqua del Policlinico è avvelenata». Il direttore sanitario, Manlio Magistri, è stato così costretto ad ordinare la sospensione di tutta lʼattività chirurgica per alcuni giorni. centonove Politica 1 GIUGNO 2012 SANTA TERESA DI RIVA. Il sindaco concede la presidenza dei revisori alla minoranza MISTRETTA De Luca fa quadrare i conti Il collegio è stato rinominato dopo la sentenza del tar che ha dichiarato illegittima la votazione. Eletti Domenico Donato, Giuseppina Carnabuci e Franco Vito DI MISTRETTA. La commissione antimafia regionale si riunirà a Mistretta. La convocazione è prevista mercoledì 6 giugno al municipio. Allʼordine del giorno la riorganizzazione degli uffici giudiziari in Sicilia e la paventata chiusura del tribunale di Mistretta. A promuovere la convocazione è stato lʼonorevole Santi Formica, su sollecitazione del consigliere provinciale Enzo Testagrossa che si è fatto portavoce dellʼamministrazione comunale che da tempo tenta di bloccare il paventato provvedimento disposto dal Governo nellʼambito della razionalizzazione delle spese. «Come lei ben sa - ha scritto Formica al presidente della commissione Lillo Speziale - le ragioni di questo dissenso sulla proposta che riteniamo dannosa per gli interessi della nostra terra» è legato «al contributo fondamentale che questi presidi di legalità hanno dato e danno alla lotta contro il fenomeno mafioso. La prego, quindi, di venire a Mistretta con la consapevolezza di dare un contributo forte e convinto a questa battaglia di civiltà che il comprensorio dei Nebrodi deve portare avanti con risolutezza». MASSIMO FERRARO SANTA TERESA DI RIVA. Lʼamministrazione comunale sbroglia la matassa revisori dei conti dopo che la stessa aveva destato lʼattenzione delle aule dei tribunali. Eʼ stata necessaria la revoca in autotutela nella prima seduta operativa del nuovo consiglio comunale per dare esecutività alla sentenza di sospensione del Tar contro la precedente delibera adottata dalla precedente legislatura. In quella occasione lʼallora maggioranza trasversale, con lʼastensione dellʼattuale presidente del consiglio Danilo Lo Giudice, operò tre distinte votazioni per lʼelezione dei Da sinistra Cateno De Luca e Danilo Lo Giudice componenti del collegio consiglio comunale ha partorito la nuova dei revisori dei conti vanificando le terna che è figlia di un accordo aspirazioni degli oppositori. Vennero eletti Gianfranco Moschella nella qualità preventivo tra i rappresentanti di Sicilia Vera e quelli di Città Libera. Fornendo di presidente, Giuseppina Carnabuci un segnale di grande apertura il sindaco come dottore commercialista, e Cateno De Luca ha lasciato la Giuseppe Panteoro in rappresentanza presidenza al membro indicato dei ragionieri. Elezione che venne dallʼopposizione, Domenico Donato, contestata dagli uomini di “Città Libera” ossia il proponente del ricorso al Tar, e che fu oggetto di ricorso presso il mentre per il dottore commercialista è tribunale amministrativo promosso da stata confermata Giuseppina Carnabuci uno degli esclusi, Domenico Donato, e come ragioniere Franco Vito. Dei due che contestò il sistema di votazione che solo questʼultimo è di piena espressione a suo dire doveva avvenire in unica Sicilia Vera, mentre Carnabuci è soluzione per garantire le istanze della storicamente vicina allʼUdc. «Abbiamo minoranza, tesi suffragata dalla voluto dare un segnale di grande sentenza che ha rimesso la “palla al apertura - ha dichiarato nel corso dei centro “ ed ha di fatto investito della lavori consiliari il primo cittadino - alla rinomina la nascitura amministrazione minoranza della quale abbiamo rispetto comunale. In un clima del tutto rinnovato, e non solo per via degli undici e verso la quale avremo tutte le attenzioni quando si tratterà di valutare quindicesimi nuovi dei componenti, il Commissione antimafia a difesa del tribunale proposte costruttive». «Aver ceduto a loro la presidenza – continua De Luca – è il messaggio reale e non a parole che abbiamo voluto fornire a loro e alla città che vuole vedere cessare una volta per tutte i veleni degli ultimi lustri, adesso dobbiamo stare uniti per far ripartire la macchina amministrativa». Il consigliere di opposizione, Antonio Di Ciuccio (Udc) tiene a precisare che «lʼelezione di Donato, candidato indicato dalla minoranza, non è frutto né di accordo, né di compromesso o inciucio col sindaco, ma è semplicemente una libera scelta del gruppo di Sicilia Vera del quale apprezziamo il segnale di apertura e di distensione che comunque non condizionerà il alcun modo lʼattività degli uomini di “Città libera” che continueranno a svolgere il proprio ruolo con spirito costruttivo in ossequio al mandato ricevuto dagli elettori». Anche il presidente del consiglio Danilo Lo Giudice manifesta il suo assenso allʼoperazione: «Sono contento di respirare un rinnovato clima di collaborazione indispensabile per risolvere i problemi della quotidianità amministrativa iniziando dal nodo dei revisori dei conti che ci consente di sbloccare una serie di atti propedeutici allʼapprovazione del bilancio comunale.” Nella stessa seduta del consiglio comunale è stata nominata la nuova commissione elettorale che per ciò che concerne Sicilia Vera è tutta al femminile con Cristina Ferraro e Carmelina Rigano componenti e Giusi Frulli e Carmelina Cassaniti supplenti. Per la minoranza Franco Brancato con Sebastiano Pinto pronto a subentrare. SANT’AGATA MILITELLO Concessioni edilizie: Il giallo dei posti auto L’Udc contesta il rilascio di nulla osta per ristrutturazioni. Eludendo la normativa SANTʼAGATA MILITELLO. LʼUdc passa allʼattacco sulle concessioni edilizie e sui parcheggi. Nel mirino la Fondazione Mancuso. Nei giorni scorsi i consiglieri Calogero Maniaci, Giuseppe Puleo, Calogero Carabotta, hanno incontrato il responsabile dellʼarea Edilizia Privata, lʼingegnere Monteleone al quale hanno rappresentato perplessità sulla legittimità di alcune concessioni edilizie rilasciate nei mesi scorsi e richieste nella forma della “demolizione e ricostruzione” dellʼimmobile. La problematica da rilevata dai politici è che lʼUfficio tecnico comunale avrebbe rilasciato le concessioni, sulla scorta di un parere della commissione edilizia presieduta da una figura politica, il sindaco Bruno Mancuso, «in contrasto - scrivono in una nota - con le direttive nazionali, per interventi che di fatto stanno andando o andranno oltre la semplice ricostruzione, con aggiunta di volumi a quelli esistenti e di ulteriori elevazioni in difformità a quanto previsto dalla normativa che impone in tale tipologia di interventi la ricostruzione dellʼimmobile secondo la sagoma originaria riprendendone le dimensioni orizzontali e verticali esistenti». «Riteniamo che la metodologia della demolizione e ricostruzione sia diventata a SantʼAgata un pretesto per eludere la normativa relativa allʼobbligo di realizzare un adeguato numero di posti auto, così come previsto dalla normativa - accusano mascherando da “ristrutturazione” un intervento con il quale viene realizzato di fatto una nuova costruzione con pagina 15 conseguente sottrazione di spazi per la collettività. Gli esponenti delʼUdc chiedono una «immediata revisione delle concessioni edilizie rilasciate». «Questa elusione delle norme - riprendono - sta diventando a SantʼAgata Militello una pericolosa regola che danneggia la collettività nella misura in cui si consente di edificare senza il rispetto delle norme che impongono la realizzazione dei posti auto, aumentando così il carico urbanistico di una zona senza alcuna soluzione allʼannoso problema dei parcheggi. Così si fanno esclusivamente gli interressi economici dei costruttori senza pensare agli interessi collettivi. Ci spiace avere rilevato che tra i titolari delle concessioni edilizie di cui contestiamo la regolarità ci sia addirittura la Fondazione Mancuso, autorizzata a trasformare un immobile a due elevazioni in uno a quattro elevazioni fuori terra oltre i locali tecnici, senza la previsione di alcun posto auto». Già nel 2010 il gruppo aveva presentato una interrogazione, invitando lʼAmministrazione a porre un freno a questi atti. Politica 1 GIUGNO 2012 TAORMINA. Il comprensorio turistico crea una sinergia per gestire la raccolta in house Rifiuti, una perla di consorzio Mauro Passalacqua e i sindaci di Letojanni e Castelmola temono il danno d’immagine dovuto ai disservizi di MessinAmbiente e Ato4. Così la strategia delle amministrazioni DI ENRICO SCANDURRA TAORMINA. Un consorzio tra i comuni del comprensorio di Taormina per risovere il problema dei rifiuti. La Perla dello Jonio è letteralmente assediata, da giorni, da una coltre di spazzatura, riversata nelle vie principali. Lungo il Corso Umberto sono presenti sacchi stracolmi di immondizia che certamente non conferiscono al centro storico quel fascino che gli appartiene. Sono giorni convulsi, dunque, nella città del Centauro, messa a ferro e a fuoco a causa delle agitazioni dei lavoratori di MessinAmbiente dovuta al mancato pagamento da parte del Comune degli stipendi del mese di aprile. A dire il vero nella cittadina era previsto un maxi sciopero che sarebbe durato dal 31 maggio al 2 giugno: la situazione sarebbe stata veramente deleteria, considerata la presenza dei turisti. Una circostanza davvero grave, considerato anche lʼarrivo imminente della stagione estiva. Stagione che sembra essere avvolta in un rebus. Da un lato il Comune sta cercando di risolvere il problema scongiurando altri scioperi, dallʼaltro il segretario FP Cgil Messina, Carmelo Pino, ha dichiarato che «i lavoratori di MaessinAmbiente sono ormai esausti e demoralizzati dalla situazione attuale a cui devono far fronte, con i problemi correlati alla mancata programmazione familiare e personale». «I lavoratori- continua Pino- non sono i responsabili di tutto questo, e, quindi, devono poter ottenere le proprie retribuzioni, perché assolvono pienamente il loro compito, quotidianamente». Il 2 maggio il Comune si è attivato per la presentazione delle procedure relative al pagamento del mese di aprile: lʼesito è stato negativo. Come è stata negativa, anche, lʼassenza dei vertici di Palazzo dei Giurati alla Prefettura lo scorso 14 maggio. Nero anche lʼumore dei cittadini e dei Corso Umberto a Taormina commercianti, che si trovano in uno stato di stand-by. Il danno di immagine è enorme, e lʼassessore Nunzio Corvaia lo ammette. «Stiamo vivendo un periodo certamente non felice qui a Taormina. A causa della mancanza di liquidità non siamo in grado di pagare gli stipendi arretrati, che sono sicuramente la nostra priorità. Purtroppo attualmente le casse sono vuote e perciò non possiamo inventarci nulla», ha affermato Corvaia, che ha detto anche che cʼè uno spiraglio per la risoluzione del problema: un consorzio. Nonostante ci siano 3 milioni di euro da pagare, cʼè chi parla già della nascita di una S.p.a consortile che coinvolga anche i comuni di Letojanni, Giardini Naxos e Castelmola. Molti sono gli intoppi. Prima tra tutte sorge una domanda: che fine faranno i dipendenti di MessinAmbiente e quelli dellʼAto Messina 4?. Domanda alla quale lʼassessore Corvaia ha risposto, dicendo che saranno reintegrati allʼinterno del consorzio.«“Questʼultimo è necessarioha spiegato ancora-, per evitare che in futuro si ripresentino episodi del genere. Attualmente i costi per lo smaltimento dei rifiuti in discarica ammontano a 800 mila euro circa allʼanno. Abbiamo anche una percentuale di differenziata che dal 3 % è arrivata al 17 %. Ma evidentemente non basta». Intanto il sindaco Passalacqua sta lavorando con gli altri tre primi cittadini del comprensorio, affinché questo progetto divenga realtà nel più breve tempo possibile. Alessandro Costa, sindaco di Letojanni, e Orlando Russo, sindaco di Castelmola, hanno partecipato qualche giorno fa assieme a Nello Lo Turco e Mauro Passalacqua ad una tavola rotonda, discutendo di politiche comprensoriali. Al centro della discussione cʼera soprattutto la questione centonove MONGIUFFI MELIA Si dimette il vice presidente Lo Monaco MONGIUFFI MELIA. Colpo di scena a Mongiuffi Melia. Nellʼultima seduta del Consiglio comunale Pietro Lo Monaco ha rassegnato le dimissioni da vicepresidente. I motivi sono strettamente personali. Durante lʼAssemblea sono decaduti anche i consiglieri Giovanni DʼAgostino, Maria Carmela Russo e Mosè DʼAmore, che da alcuni mesi non partecipavano più alle adunanze. Durante questʼultima si è approvato il rendiconto della gestione per lʼesercizio finanziario 2011. Cʼè stata, poi, la contestazione sia per evitare il depotenziamento del presidio ospedaliero del polo oncologico di Taormina sia quella relativa allʼapertura a giorni alterni dellʼufficio postale, in merito alla quale lʼassessore Cosimo Barra ha chiesto al sindaco se vi sono le condizioni e i presupposti per adire alle via legali per il ripristino del servizio. Infine il primo cittadino Salvatore Curcuruto ha presentato la relazione annuale, che verrà discussa nel prossimo Consiglio. In questa occasione si eleggerà il nuovo vicepresidente. E.S. relativa allʼavviamento della società consortile per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. «Bisogna lavorare in sinergia. Solo così si potranno raggiungere gli obiettivi sperati», ha affermato Costa. Dello stesso avviso Passalacqua e tutti gli altri esponenti politici locali. Intanto da qui a poco questi ultimi andranno a Palermo, alla Regione per cercare di risolvere il tutto. Dunque Taormina e tutto il comprensorio aspettano delle risposte imminenti, non solo sotto questo profilo. Cʼè da dirimere anche la questione della programmazione degli eventi estivi. «Oggi come oggi tutto tace. Niente stagione lirica, niente cartellone delle manifestazioni. Lʼestate è alle porte e Taormina rimane impreparata», dice lʼassessore provinciale alla Cultura Mario DʼAgostino. Fra un anno ci saranno le elezioni amministrative, e chissà se, per quella data, tutto sarà risolto. FICARRA Ricciardo, l’assenteista L’assessore fa il carabiniere a Bergamo e diserta la giunta. La minoranza chiede le dimissioni FICARRA. Un assessore assenteista nella giunta comunale guidata dal sindaco Pd, Basilio Ridolfo. Eʼ quanto sostiene la compagine di minoranza “Ficarra è ora” in una interrogazione indirizzata al primo cittadino del centro collinare. A finire nel mirino del gruppo consiliare guidato da Francesco Marchese è lʼassessore Piero Ricciardo con delega al Patrimonio, Artigianato, Commercio, Agricoltura e Contrade. Secondo quanto denuncia lʼopposizione, dallʼinsediamento del giugno 2011 ad oggi Ricciardo avrebbe partecipato soltanto al 21% delle deliberazioni di giunta: una percentuale ritenuta incompatibile con le pressanti esigen- ze dei delicati settori assegnati. “Il comportamento dell'assponde al vero che l'attività amministrativa da me prodotta sessore - scrive la compagine di minoranza - appare ancor sia inesistente. Ciò è veramente ingeneroso da parte del più grave in considerazione del fatto che Ricciardo si era angruppo di minoranza, in quanto non ho mai fatto mancare la che candidato in consiglio comunale, risultando eletto, e mia fattiva collaborazione al sindaco benché io risieda ogquindi impegnandosi a rappresentare assiduamente i cittagettivamente distante dal mio paese. Numerosi sono stati i dini, in particolare della contrada di provenienza, la popolomiei interventi nei campi di mia competenza, che sono stasa Matini”. Il capogruppo di opposizione Marcheti recepiti nell'azione amministrativa condotta sia se parla di sostanziale latitanza dellʼassessore e dal sindaco che dai miei colleghi assessori. In al sindaco chiede di spiegare il motivo per cui conspecial modo intensa è stata la collaborazione tinua ad avvalersi della sua collaborazione. Da con l'assessore Nino Ricciardo sui problemi delqui la richiesta allʼassessore di rinunciare allʼinla contrada Matini dove, a breve, sarà attivo un dennità di carica sino ad oggi “immotivatamente ambulatorio medico. In quanto all'indennità di cae immeritatamente goduta”. La replica alle accurica, dei 252 euro lordi percepiti già da tempo ho se dellʼopposizione arriva da Caravaggio, provindato comunicazione al sindaco di devolvere 100 cia di Bergamo, dove lʼassessore presta servizio euro in attività socio assistenziali per i mesi in cui come effettivo nellʼArma dei carabinieri. “La mia sono stato e starò ancora lontano da Ficarra. Anassenza - scrive Ricciardo in una nota - non dicora per poco comunque, avendo già ottenuto il pende dalla mia volontà e, tuttavia, non corri- Piero Ricciardo trasferimento vicino casa”. (Franco Tumeo) pagina 16 Sicilia centonove Francesco Poli Giacomo Caudo Lillo Panama IL CASO. L’azienda sanitaria ordina ai 540 medici di famiglia di Messina di pagare le medicine prescritte in eccesso Dottori, pillole amare Alla base dei provvedimenti i controlli del Dipartimento del Farmaco che hanno segnalato incongruenze. I medici: ”Una vergogna”. Il manager Poli: “E’ lotta agli sprechi”. In Sicilia, consumo pro capite record DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. A Lillo Panana, medico di base di Messina, sono stati chiesti 4mila e 613 euro. A Giuseppe David, dottore di famiglia di Monforte San Giorgio, piccolo centro dei Nebrodi, 127euro. Lorenzo Bruccini, un altro medico della città dello Stretto di via Palermo, dovrà pagare quasi 8mila euro. Ma richieste “di pagamento di somme di denaro della medesima entità sono giunti agli indirizzi di tutti i 540 medici di famiglia della provincia di Messina”, come conferma il presidente dellʼOrdine dei Medici, Giacomo Caudo. La ragione? “Prescrizioni incongrue di farmaci”, come cʼè scritto sulle lettere firmate dai dirigenti dellʼazienda sanitaria provinciale guidata da un anno dal commissario straordinario Francesco Poli. In altre parole, grazie alle procedure informatiche, i funzionari del Dipartimento del Farmaco diretto da 1 GIUGNO 2012 Carmela Sgroi, hanno scoperto che ad alcun pazienti sono stati prescritti farmaci in quantità superiore a quella che il loro stato di salute e i protocolli terapeutici stabilivano a carico del Sistema sanitario. SOSPETTI. Comparaggio, ovvero accordo truffaldino tra medici ed case farmaceutiche grazie alla mediazione degli informatori scientifici? «Nulla di tutto questo», assicura Giacomo Caudo, al contempo segretario regionale della Federazione dei medici di medicina generale. «Basta dare uno sguardo alle somme contestate ai vari medici», sottolinea. I medici dopo una prima lettera di contestazione sono stati invitati a giustificare lʼeccesso di prescrizioni. Ma la sfilata al cittadella sanitaria del Mandalari, dove ha sede il Dipartimento del Farmaco, non ha prodotto alcun risultato positivo per loro. AFFEZIONATI ALLE PILLOLE. I dati dellʼultimo rapporto Osmed (2011) sul consumo dei farmaci mostrano che la Sicilia è la regione dʼItalia con il maggior consumo di farmaci per quantità ma anche per costo. Quelli custoditi allʼassessorato alla Sanità indicano i cittadini della provincia di Messina in cima alla classifica dei più affezionati ai farmaci. «Grazie alle azioni intraprese tra il 2010 e il 2012 cʼè stato un calo della spesa farmaceutica di 10 milioni di euro. I primi dati del 2012 mostrano un ulteriore calo. Lʼazione di controllo è necessaria per prevenire sprechi, per non dire altro», spiega il Commissario straordinario dellʼAsp 5, Francesco Poli. DIFESE. «I 127 euro di cui mi è stato chiesto conto sono il frutto di prescrizioni fatte ad un malato psichiatrico in misura maggiore a quanto previsto dalla linee guida sanitarie. Ma io mi sono limitato a prescrivere i farmaci secondo le indicazioni dello specialista. Non avevo certo le competenze per sindacarle», racconta il medico Giuseppe David. Il collega Lillo Panama è più duro: «Ho un paziente di 85 anni che ha lʼasma e usa un vasodilatatore che gli ha prescritto lo specialista, che ci posso fare se ne consuma troppo? Le dico che non glielo prescrivo? Ancora, mi si contesta che ho ordinato ad una coppia di persone anziane troppi gastroprotettori. Eʼ vero, mi consta che il figlio che li dovrebbe pagare se ne appropria. Che faccio? Lascio due persone anziane di 90 anni senza farmaci? Ho eliminato dai miei assistiti 8 persone che mi chiedevano continuamente certificati medici ma non posso certo escludere chi è malato e consuma troppi farmaci. Il problema non sono i soldi che dobbiamo restituire quanto di essere additato come un ladricello». LA RIVOLTA. I medici dopo aver ricevuto le lettere di contestazione si sono rivolti al presidente dellʼOrdine, Caudo: «Eʼ una vergogna. Lʼordine professionale o il sindacato che guidi ci deve tutelate». Il presidente dellʼOrdine mette le mani avanti: «I controlli sono sacrosanti ma credo una maggiore elasticità nelle verifiche non guasterebbe. Tuttavia lʼOrdine non può intraprendere alcuna azione legale così come non può farlo il sindacato». Lillo Panana non gradisce le parole di Caudo. «Il presidente Caudo smentisce se stesso. Ha annunciato via mail che stava preparando unʼazione sindacale. Come mai è tornato sui suoi passi?». Una risposta indiretta arriva dal manager Francesco Poli: «I medici sono liberi di fare tutte le azioni che vogliono. Mostreremo con dati alla mano in quanti casi le rimostranze sono fondate. Credo, davvero in pochi». POLICLINICO L’indennità di produttività? «Non la merito, la restituisco» Il chirurgo Luigi Angiò rimanda al mittente 4mila e 300 euro. E punta l’indice contro il sistema di valutazione. E i vertici MESSINA. «Non me li merito. Mi sono stati dati in base ad una valutazione falsa. Lʼavevo già contestata ma ai vertici aziendali non è interessato affatto. Restituisco i 4mila e 300 euro lorde (oltre duemila nette) che mi sono stati liquidati a titolo di produttività che non mi riconosco per il 2011». Luigi Angiò, medico del reparto di Chirurgia generale del Policlinico universitario, non è nuovo ad iniziative clamorose. Ma questa, in tempi di crisi economica, ha il sapore di unʼaccusa nei confronti del modo in cui vengono distribuite nellʼa- zienda universitaria, le risorse del Fondo di produttività, che per legge vanno assegnate secondo i meriti e servono appunto ad incentivare la qualità dellʼattività. La valutazione gliela fece Giovanni Sturniolo, il primario del reparto di Chirurgia intestinale, in cui era in forza. «Tra le attività valutate positivamente con un punteggio quasi massimo cʼera quella ambulatoriale, quella di sala operatoria in elezione e di collaborazione in ambito assistenziale. Tutto falso. Non ho mai prestato questʼattività», spiega lʼex direttore di una delle Scuole di Specializzazioni di Chirurgia. Luigi Angiò non ha aspettato di ricevere lʼavviso di pagamento. In una lettera dei primi mesi dellʼanno diretta al manager Giuseppe Pecoraro aveva fatto presente che la valutazione era errata a suo favore. Lo stesso concetto lo aveva ribadito dinanzi al Nucleo di valutazione. Ma nessuno gli ha dato retta. E così quando ha visto lʼavviso di pagamento ha preso carta e penna e ha scritto a Pecoraro e al direttore amministrativo, Michele Vullo. La risposta è stata unʼaltra delusione: «Hanno pensato volessi più soldi e mi hanno annunciato che cʼè disponibile un Fondo su cui sono accantonate ulteriori risorse», dice Angiò. (M.S.) pagina 17 Luigi Angiò Sicilia 1 GIUGNO 2012 L’EX PRESIDENTE. Franco Barresi L’EX AMMINISTRATORE DELEGATO. Salvatore La Macchia MESSINA. Ammministratore e membri del Cda indagati per il reclutamento senza concorso del 2007 all’Autorità Ato, assunzioni incriminate Il sostituto procuratore Santo Melidona accusa di abuso d’ufficio l’Ad La Macchia, il presidente Barresi e i consiglieri. Stabilizzati 28 ex Lsu e 27 amministrativi precari con parentele “eccellenti”. Alla vigilia dei divieti di legge DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Sono stati interrogati dagli uomini della Guardia di Finanza come persone indagate e quindi con lʼassistenza del legale di fiducia, nelle scorse settimane ma, i fatti sono della fine del 2006. Lʼaccusa è di abuso dʼufficio, reato che è alle soglie della prescrizione. Sulla graticola sono finiti lʼamministratore delegato, Salvatore La Macchia e i membri del Consiglio dʼamministrazione dellʼAto Rifiuti Messina 3, Michele Giannetto, Edoardo Omero, Giancarlo Quattrone, Carmelo Ruzzo, Carmelo Romeo, autori della stabilizzazione in extremis e, secondo gli inquirenti illegale, di personale precario che nel volgere di una notte è entrato in pianta stabile negli organici della società pubblica, ora in liquidazione. Ma nellʼimpianto accusatorio non è finita la stabilizzazione degli amministrativi, reclutati qualche tempo prima sulla base della semplice presentazione di un curriculum e per pura coincidenza imparentati con esponenti politici e sindacali, bensì lʼassunzione di 28 lavoratori socialmente utili. «Non servivano per le esigenze dellʼAutorità dʼambito ottimale. Gli inquirenti hanno accertato che sono stati assunti per svolgere un servizio che già effettuava Messinambiente Spa, dove nello stesso periodo, allegando le stesse esigenze sono state stabilizzati altre 58 persone. Non solo. Il magistrato Santo Melidona, titolare delle indagini, si è accorto che agli stabilizzati non è stato attribuito il contratto degli enti locali, bensì quello del settore privato che prevede un trattamento economico per loro migliore ma fonte di danno per le casse pubbliche. Nel corso degli interrogatori, condotti dagli ufficiali delle Fiamme Gialle, i membri del Consiglio dʼamministrazione, documentazione di supporto alla mano si sono giustificati scaricando le responsabilità di tutta lʼoperazione sul presidente Franco Barresi e lʼamministratore delegato Salvatore La Macchia. I FATTI. Eʼ il 29 dicembre del 2006 quando si riunisce il Consiglio dʼamministrazione. Allʼordine del giorno cʼè lʼapprovazione della nuova pianta organica che prevede una dilatazione del numero dei dipendenti. A perorare la causa della necessità di ampliare la pianta organica davanti ai consiglieri si presenta il commercialista, Paolo Bitto, consulente dellʼAto. Il Cda, convinto, approva. Sulla scorta di questa nuova pianta organica lʼamministratore delegato e il presidente del Cda procedono, senza alcuna procedura concorsuale, ad assumere gli centonove amministrativi precari e gli ex Lavoratori socialmente utili. A gennaio del 2007 lʼAto finisce al centro di una bufera mediatica non tanto per lʼassunzione degli ex Lsu quanto per quella degli amministrativi. I consiglieri chiedono lumi ai vertici. A febbraio, al Cda appositamente convocato, La Macchia e Barresi si presentato con il legale Marcello Scurria, altro consulente dellʼAto 3. «Le assunzioni si potevano fare senza seguire le procedure dʼevidenza pubblica. La normativa lo consentiva. La nuova, entrata in vigore in questi giorni, non lo consente più», ha spiegato lʼavvocato. Il presidente del Collegio dei revisori dei Conti, Giuseppe Cambria, ha assicurato: “Farò delle verifiche”. I consiglieri si sono tranquillizzati. La tranquillità è durata 5 anni. SCENARI. Il procedimento penale nellʼambito dei quali risultano indagati amministratore delegato, presidente e membri del Cda dellʼAto 3 è stato iscritto nel 2012. Eʼ solo uno dei frutti del lavoro che i militari delle Fiamme gialle hanno svolto negli uffici di via Cavalieri della Stella, dove ha sede lʼAto 3, per alcuni mesi tra il gennaio e il marzo del 2010. Dagli uffici, i militari hanno portato via tutta la documentazione dellʼattività compiuta dal 2005 in avanti. Lʼinchiesta è partita dalla guerra combattuta a colpi di denunce tra Franco Barresi, che insieme al Cda fu esautorato a fine 2007 dal commissario straordinario Gaspare Sinatra, e il suo successore Enrico Spicuzza, nominato dallo stesso dirigente regionale, arrivato a Messina per sostituire il sindaco decaduto Francantonio Genovese. Il consulente del Lavoro ha contestato alla gestione dellʼesponente del Pd, una vita spesa nei Cda di vari enti pubblici, il ricorso smodato a consulenti. Barresi, rimesso in sella per un breve periodo dal Tar di Catania lo ha ripagato con la stessa moneta, muovendogli la medesima accusa. LA PRECISAZIONE Atm, Orazio Bruno: “Straordinario legittimo” IN RELAZIONE allʼarticolo “ATM harakiri dei lavoratori”, pubblicato su Centonove dellʼ11 maggio del 2012, preciso che Orazio Bruno ha svolto ore di straordinario del tutto legittime e giustificate da esigenze di servizio e non risponde a verità, per quanto lo riguarda, che “i carabinieri non hanno trovato alcuna autorizzazione allo straordinario, né alcuna verifica sulla veridicità delle firme”. Inoltre, Orazio Bruno mai si è allontanato “dai locali aziendali” durante le ore lavorative, tanto di lavoro ordinario quanto straordinario. Avvocato Giuseppe Lo Schiavo ZOOM Scelti senza selezione, ecco i loro nomi Ventotto ex Lsu e 27amministrativi precari diventati con un colpo di penna impiegati MESSINA. Ma chi sono le persone per stabilizzare le quali amministratore delegato presidente e membri del Cda sono finiti sottʼinchiesta? Ecco i nomi degli ex Lsu, lavoratori socialmente utili, da anni in servizio al Comune: Giuseppa Aragona; Graziella Bensaia; Nazzarena Bertuccelli; Mariano Boemi, Teresa Bonansinga; Giuseppa Cardile; Rosaria Chiesini; Marilena Costantino; Giovanni Dellʼacqua; Santina Feminò; Flavia Finocchio; Paola Finocchio; Rita Caterina Foti; Flavia Gerbasi; Concetta Gerbasi; Concetta Giordano; Anna Mangano; Antonino Merrino; Giuseppe Micali; Concetta Mondello; Rosa Niosi; Concetta Panarello; Caterina Randazzo Papa; Mattia Rizzitano; Annunziata Rizzo; Domenica Romeo; Antonia Schipelliti; Maria Viola; Marina Zucchetto. Gli amministrativi invece erano stati assunti qualche tempo prima del 2007 sulla scorta della semplice presentazione di un curriculum. Eccoli: Benedetto Alberti; Stefano Alessi, figlio del sindacalista del Cgil, Filippo; Tiziana Barbagallo; Mario Barresi, Fabio Capillo, figlio del segretario della Uil all Provincia; Carmelo Coglitore, fratello del ragioniere generale del Comune di Messina; Anna David, moglie del Giudice per le indagini Preliminari, Giovanni De Marco, nonchè sorella di Piero David, consulente pagina 18 dellʼassessore, Mario Centorrino, e Daniele David, segretario della Nidil Cgil, la siglia che tutela i precari; Roberto Di Stefano, fratello di Emilio, responsabile della Uil al Comune di Messina; Santi Interdonato, consigliere del terzo quartiere; Santi Pino; AntonGiulio Pinzone; Ruben Previti, figlio di Peppe, ex consigliere provinciale di Rifondazione comunista; Gaetano Ravidà, Benedetto Reale, Giovanna Restuccia, figlia di un dipendente del Comune; Antonino Santapaola, Michele Trimboli; Giuseppe Busà; Antonio Cattino; Giuseppe Crescenti; Massimo Dardanelli; Antonino De Luca, Giovanni Farina; Nicola Panarello; Mario Scarlata; Bruno Vinci. Alcuni degli stabilizzati senza concorso hanno scalato velocemente gli scalini dell carriera guadagnando gradi e uno stipendio più alto secondo procedure che hanno attirato lʼattenzione degli inquirenti, come Giovanna Restuccia e Michele Trimboli. (M.S.) centonove Sicilia 1 GIUGNO 2012 BARCELLONA. Gli ispettori non hanno convinto il ministro degli Interni sul pericolo di infiltrazioni mafiose Scioglimento sospeso La decisione abortita Anna Maria Cancellieri ha sospeso 6 funzionari del Comune della città del Longano. Ma solo per 30 giorni Le anomalie: modifica del Piano regolatore e appalti affidati a cooperative vicine ai clan criminali BARCELLONA. Nel 2006 il Consiglio dei ministri non si pronunciò affatto. Cinque anni dopo, a maggio del 2012, ha deciso la sospensione di 6 funzionari amministrativi. Ma solo per 30 giorni, trascorsi i quali possono tornare regolarmente al loro posto. Due commissioni prefettizie, a 6 anni di distanza, dopo aver spluciato per settimane documenti ed atti del Comune della città del Longano erano giunti alla stessa conclusione: «Cʼè il pericolo che lʼattività amministrativa sia condizionata dalle infiltrazioni mafiose. Eʼ opportuno lo scioglimento del Consiglio comunale». Lʼultima commissione che a fine aprile i tre ispettori guidati dal viceprefetto Antonino Contarino e formata anche dal capo del commissariato di polizia di Barcellona Mario Ceraolo Spurio e dal comandante della sezione operativa della Dia di Messina, Danilo Nastasi. Modifica del Piano regolatore generale a favore di persone vicine ad esponenti mafiosi. Appalti affidati a cooperative sociali costituite da parenti di affiliati ai clan che imperano nella provincia. Erano queste le anomalie che i tre ispettori avevano rilevato al termine del loro certosino lavoro. La relazione della Commissione interforze è arrivata sul tavolo del prefetto di Messina alla vigilia delle elezioni amministrative tenute il 7 maggio. Francesco Alecci lʼha trasmessa tempestivamente al ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri. Il ministro però non è stato del tutto convinto dalle conclusioni dei tre funzionari, anche perchè le elezioni ammi istrative incombevano. Ha infatti adottato un provvedimento sanzionatorio lieve, che suona come un semplice ammonimento allʼoperato di alcuni dipendenti comunali. LA MONTAGNA E IL TOPOLINO. Il suo decreto, datato 22 maggio 2012, il giorno dopo la conclusione definitiva della tornata elettorale nel Longano che ha dato alla città una nuova Giunta guidata dal sindaco IL PRECEDENTE Il MINISTRO DEGLI INTERNI. Anna Maria Cancellieri Il PREFETTO. Francesco Alecci Il SENATORE. Mimmo Nania Maria Teresa Collica, ha disposto soltanto la sospensione di sei funzionari comunali perché “le condotte poste in essere dai suddetti funzionari hanno compromesso il regolare funzionamento di alcuni servizi in contrasto con i principi di buona andamento ed imparzialità arrecando altresì grave nocumento allʼamministrazione comunale”, ed è quindi necessario “procedere allʼadozione di un provvedimento idoneo a far cessare, immediatamente, il pregiudizio in atto e ricondurre alla normalità la vita amministrativa dellʼente locale». I SOSPESI. Quindi è stata disposta la sospensione dal servizio per il segretario generale del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto Gaetano Russo, e per i funzionari Roberto La Torre (dirigente dellʼVIII Settore-polizia municipale), Rosario MESSINA. Il 24 luglio 2006 il prefetto Antonio Nunziante, il vice questore Giuseppe Anzalone, il capitano dei carabinieri Domenico Menna e quello della Guardia di Finanza, Domenico Rotella, incaricati dallʼallora prefetto, Stefano Scammacca, a sua volta attivato da una relazione della Procura distrettuale antimafia, di verificare la sussistenza di un pericolo di infiltrazioni mafiose, conclusero che “il complesso degli elementi emersi, come sottolineato nel corpo della presente relazione e delle considerazioni finali, fornisce un pesante e convergente quadro sulla possibile e probabile capacità di penetrazione della locale criminalità organizzata di tipo mafioso nel tessuto connettivo e nei gangli vitali dellʼamministrazione comunale, con modalità dirette ed indirette, in numerosi e peculiari settori della sua articolata struttura, e sempre con il conseguimento di interessi economici”. Il commissario prefettizio, però, a Barcellona Pozzo di Gotto non arrivò mai benchè allʼepoca ministro degli Interni fosse Giuliano Amato, esponente di un Governo di centrosinistra. Maimone (vice comandante dellʼVIII Settore-polizia municipale), Orazio Mazzeo (dirigente del VII Settore-gestione del territorio e ambiente), Carmelo Perdichizzi (funzionario del VII Settorecapo servizio I), Salvatore Fazio (funzionario del VII Settore-capo servizio IV). BATTAGLIA. Lʼistituzione della commissione prefettizia e allʼaccesso agli atti amministrativi stimolata dalle denunce dellʼassociazione “Rita Atria”, aveva portato alla discesa in campo di Mimmo Nania. Il senatore di Alleanza nazionale, uomo politico più influente di Barcellona, ha presentato due corpose interrogazioni per difendere lʼoperato dellʼamministrazione comunale guidata dal cugino Candeloro. «Il prefetto non poteva andare appresso alla propaganda dell'Antimafia delle parole. Lʼamministrazione comunale grazie alla collaborazione continua con le forze dellʼordine ha messo in sicurezza - ormai sono quasi 8 anni - tutti gli atti amministrativi "appetitosi" per le organizzazioni criminali di stampo mafioso”. (M.S.) IL CASO Si scioglie, non si scioglie La Barcellona dei dubbi La campagna elettorale avvelenate dalle ipotesi Ora il risultato chiude una pratica ricca di veleni BARCELLONA. Sei personaggi in cerca di autore. Così è finita la mega indagine sul Comune di Barcellona, ritenuto nellʼimmaginario collettivo il caposaldo della mafia in provincia di Messina. Sulla scorta di denunce mirate e di accorate confessioni di pentiti, la prefettura di Messina ha inviato la Dia e altri agenti di polizia giudiziaria per passare al setaccio il Comune. Argomento: le infiltrazioni mafiose dellʼavvocato Rosario Cattafi, nipote del letterato poeta Bartolo Cattafi, apprezzato da Adriano Olivetti, Paolo Volponi e Elio Vittorini, che dopo scapestrate vicende giudiziaria dallʼOrtomercato di Milano alla oscura frequentazione del faccendiere messinese Filippo Battaglia, ha messo la testa....quasi apposto e ha deciso di fare un mega investimento in contrada Siena. Niente di speciale: un centro commerciale. Dopo i blitz, lʼenorme mole di documenti sequestrati, la suspence in campagna elettorale sul provvedimento di scioglimento del Comune richiesto dal prefetto Alecci, arriva il provvedimento amministrativo derl ministro. Trenta giorni di sospensione per sei funzionari comunali. Eʼ come la punizione a scuola: sei funzionari dietro la lavagna. Scusate, e la mafia? Non cʼè? . Quella è impalpabile. Si respira. Si deduce. Si deve de-criptare. Un modello al quale si dedicano pentiti e investigatori che di queste cose sanno. Cʼè però nellʼopinione pubblica un che di sconcerto. Si parte per una mega indagine e si chiude tutto con un provvedimento di so- pagina 19 spensione. Si dirà che lʼindagine è stata così scrupolosa, che non sono emerse zone dʼombra dʼaltro tipo se non alcune irregolarità amministrative. Se ne deduce che la richiesta avanzata dai commissari attraverso la Prefettura di Messina era...sopra i toni. Ma lʼeffetto boomerang di questa indagini è che i personaggi chiacchierati dal giorno successivo hanno sul territorio una sorta di legittimazione: sono stati scafuliati e...non è emerso nulla. Sarebbe forse il caso che queste mega indagini fossero svolte con più discrezione. Si eviterebbe di fare le campagne elettorali con i si dice, con i verbali di pentiti, con i sospetti delle bufere che da un momento allʼaltro possono abbattersi su una comunità. Perchè un effetto la mega indagine prefettizia e ministeriale lʼha certo ottenuta: ha restituito allʼavvocato Rosario Cattafi, regolarmente iscritto allʼalbo, indicato da un pentito chiamato Bisognano come la mente di Cosa Nostra a Barcellona, la regolarità delle sue iniziative imprenditoriali. Sicilia 1 GIUGNO 2012 BALZELLI. Dalla Passeggiata al Parco Sabin, il Comune paga per le aree della città Messina, canoni d’Autorità Il trasferimento di alcune zone all’Authority, sospeso in un primo momento per i dubbi dell’Ufficio tecnico erariale, costringe a una spesa di 40 mila euro. Mentre l’Ex Gil è ancora del demanio DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. La Passeggiata a Mare? Costa quasi tremila euro allʼanno. Viaggiare sul Tram? Il prezzo da pagare per le corse lungo le Vie Vittorio Emanuele e Luigi Rizzo è di 10 mila e ottocento euro, ai quali si aggiungono altri 593 per la variante del percorso. Portare i bimbi al Parco Belfiore o a camminare nel verde di Villa Sabin? Costa rispettivamente 950 e 3850 euro. LʼInceneritore da demolire di San Raineri? Un “colpo” da 5.276. Sono queste alcune delle cifre che il Comune di Messina eroga annualmente allʼAutorità Portuale per la concessione di spazi che, per gli abitanti, apparterrebbero alla città. E invece no. Perché subito dopo la nascita dellʼAuthority, nel 1995, una serie di aree furono trasferite al nuovo ente senza che vi fosse certezza della loro natura demaniale. E così, la conclusione è che Palazzo Zanca paga. Nel 2012, a viaggiare verso lʼAutorità Portuale, sono stati 40 mila euro. CONSEGNE E DUBBI. In due verbali successivi del 1995, il passaggio delle zone fu ampiamente discusso. E in una riunione del 10 marzo, alla presenza di Vincenzo Coco (allʼepoca commissario dellʼAutorità Portuale), Domenico De Michele (capitaneria), Andrea Ferrante (direzione Territorio della Regione), Antonino Genovese (Genio Civile) e Giovanni Fiano (Ufficio Tecnico Erariale), si discusse proprio delle problematiche di alcune aree. A porre qualche dubbio, Fiano: “Il rappresentante dellʼUfficio Tecnico fa presente che non è stato possibile accertare catastalmente lʼappartenenza di alcune aree rientranti nella circoscrizione territoriale dellʼAutorità Portuale, Tali aree, pertanto, essendo alquanto dubbia la pertinenza demaniale marittima vengono provvisoriamente escluse dalla presente consegna. E precisamente le aree attualmente occupate dallʼEnte Ferrovie dello Stato, per le quali si suppone, data lʼubicazione, lʼappartenenza al demanio marittimo pur non riscontrando tale appartenenza dai dati catastali”. Per quanto riguarda “piazza Campo delle Vettovaglie, via Luigi Rizzo, Via Vittorio Emanuele, Passeggiata a Mare, Viale della Libertà... per tali aree risulta non In alto, una foto dʼepoca della Passeggiata a Mare di Messina. Sopra, lʼInceneritore di San Raineri che dovrebbe essere demolito. Accanto, uno scorcio di Villa Sabin, più conosciuta come villetta del “Baby Park”. A destra, il campo di atletica “Santamaria”, detto anche Ex Gil. Per tutti questi luoghi il Comune paga un canone pagina 20 centonove accertata catastalmente lʼappartenenza al demanio marittimo e anche per queste ultime viene sospesa la consegna”. Alla fine del verbale, si legge anche che “lʼarea ex gazometro è stata già individuata come possibile sede della Capitaneria di Porto”. Cosa accade dopo? Che, nonostante la sospensione, le aree vengono successivamente consegnate. Così, da allora, si paga il canone per tutte. COSA SI PAGA. Ecco i luogi e le cifre per i quali il Comune sborsa denari ogni anno: Parco Sabin (3.850 euro), Terminale e sottostazione elettrica del Tram (1.060), Condotta raffredamento impianti del Teatro Vittorio Emanuele (593), Inceneritore di San Raineri (5.276), Impianto di sollevamento viale Libertà (593), Cabina elettrica Schipani (593), Vasca Molo Norimberga (593), Scarichi pluviali via BrasileAnnunziata (593), Condotta Acquario comunale (593), Linea tramviaria vie Vittorio Emanuele-Luigi Rizzo (10.800), Variante Tram via Libertàvia Vittorio Emanuele (593), Passeggiata a Mare (2.932), Arretramento marciapiede lato mare viale Libertà (593), Parcheggio ex Gazometro (2.852), Parcheggio a raso Annunziata (2.200), Accesso parcheggio a raso Annunziata (593), Piazza Campo delle Vettovaglie (734), Sede ex IX Quartiere (593), Parco Belfiore (950), Nuove concessioni e depositi cauzionali (3.416). Totale? 40.000 euro. IL CASO DELLE CARROZZE. Tra le spese di concessione si è aggiunto nel 2009 anche il canone per il deposito delle carrozze storiche della famiglia Molonia nel padiglione 18 della Fiera di Messina. Circa tremila euro allʼanno in più per le casse comunali, a cui si aggiungono anche le altre spese relative alla pratica. La richiesta di concessione è stata fatta, a suo tempo, dal Gabinetto del sindaco Giuseppe Buzzanca. GLI ALTRI CANONI. Cʼè poi tutto un altro capitolo relativo alle aree ricadenti allʼinterno del demanio e pagate allo Stato. Il caso più clamoroso e inaspettato riguarda il canone annuale corrisposto allʼAgenzia del Demanio per il Campo di atletica “Santamaria”, conosciuto dai più come “Ex Gil”, che nel 2009 è stato pari a circa 25 mila euro. Sempre allo Stato, arrivano i circa 15 mila euro per i Forti Umbertini utilizzati dal Comune. centonove Sicilia 1 GIUGNO 2012 TRATTATIVE. Il Comune e la Provincia intervengono per salvare la fine della stagione LA PROTESTA Teatro in calcio d’angolo Ma per due spettacoli... Andrà in scena come previsto il musical “Salvatore Giuliano” del messinese Dino Scuderi. Ma la battaglia per il Vittorio Emanuele contro la Regione continua. Con queste iniziative MESSINA. Una manifestazione in città, Stati generali della Cultura a Palermo e, soprattutto, un poʼ di “piccioli” per permette la chiusura del cartellone di Prosa. Il Comune e la Provincia di Messina hanno deciso di scendere in campo a favore del Teatro che aveva annunciato lo stop per il tagli. SOLDI IN ARRIVO. “Saranno gli enti locali, insieme ai privati attraverso possibili interventi straordinari a rendere concreta la possibilità di salvare l'immediata programmazione del Teatro”, così recita il comunicato del Comune che racconta gli esiti del vertice di martedì 29. Spiega il presidente della Provincia, Nanni Ricevuto: «Dobbiamo vedere come fare per reperire le risorse necessarie per sostenere le attività immediate e già programma. La nostra posizione è comunque di grande cautela. Resta fermo che, finita questa fase di emergenza, il Teatro dovrà avviare una seria spending review per tagliare tutte le spese inutili. Noi enti locali, certamente, faremo la nostra parte». Si sbilancia, invece, il sindaco Giuseppe Buzzanca. «La soluzione ancora non è stata individuata del tutto, ma assicuro che la stagione sarà conclusa». CHI SI SALVA. Lʼintervento di Comune, Provincia ed eventuali privati servirà a far andare in scena “Salvatore Giuliano”, il musical scritto e composto dal messinese Dino Scuderi e diretto dal suo concittadino Giampiero Cicciò. Con in scena Giampiero Ingrassia e Barbara Cola, lo spettacolo si troverà “intralciato” dai saggi delle scuole di Danza che sono stati programmati in fretta e furia quando la sospensione sembrava definitiva. Il 31 maggio, però, è andato in scena anche un piccolo giallo. La produzione di “Salvatore Giuliano” si è vista recapitare una email firmata dal sovrintendente Paolo Magaudda che ribadiva la sospensione dello spettacolo. Interpellato, il sindaco commentava così, a caldo: «Ma, veramente, non eravamo rimasti così!». Più tardi, in serata, chiariva: «Si trattava Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina PRUDENTE. Nanni Ricevuto Resta lo stop per Baluci e Venuti MESSINA. Se “Salvatore Giuliano” si salva, la stessa sorte non è toccata alla la sezione “Messina: Teatro al femminile”, alla Sala Laudamo, che prevedeva “Amaro ma non troppo” di Patrizia Baluci e “Requiem for my mother” di Donatella Venuti. I due spettacoli, costo totale diecimila euro, non rientrano nellʼintervento straordinario deciso insieme a Comune e Provincia. Così, per le due artiste messinesi non cʼè niente da fare. Anzi, addirittura, Baluci e Venuti, ufficialmente, non hanno avuto alcuna comunicazione della sospensione degli spettacoli, ma solo una comunicazione orale che è seguita alle notizie di stampa: «Sia a me che a Donatella non ci hanno fatto né una telefonata né inviato una lettera. Dovevamo Patrizia Baluci solo di una risposta formale a una richiesta. Lo spettacolo si farà». Per quanto riguarda la stagione musicale, che dovrebbe ricominciare a ottobre con “Omaggio a Roland Petit”, si spera recuperare i soldi mancanti dalla Regione. LE ALTRE INIZIATIVE. I consiglieri e i vertici dei due enti hanno deciso di dare vita a una manifestazione cittadina per protestare contro i tagli, ma anche di indire e gli “Stati generali della Cultura siciliana” a Palermo, coinvolgendo tutti i teatri. A suggerire una task force per verificare le spese, invece, sono stati i consiglieri di amministrazione Ciccio Rizzo e Daniela Faranda, che ha anche chiesto la partecipazione dei direttori artistici alle riunioni che riguardano la programmazione. (D.D.J.) Donatella Venuti essere in scena già giorni fa», spiega Patrizia Baluci. Che aggiunge: «Abbiamo chiesto del contratto che avevamo firmato con lʼEnte, ma ci è stato risposto che non cʼè copertura finanziaria. E non mi si può rispondere così». Lʼattrice e regista ha una sua idea: «Ora cosa vogliono da noi? Che facciamo un poʼ di chiasso? Perché, lasciando in sospeso solo i nostri spettacoli, sembra quasi che dobbiamo tenere viva la protesta. Ripeto, in questa vicenda ci sono un bel poʼ di incongruenze. Ora intendiamo far sapere a tutti quello che ci è successo. E lʼarroganza che abbiamo subito. La verità è che se la prendono sempre con le pedine più deboli». (D.D.J.) L’INTERVENTO «Eravamo i magnifici 7» Il racconto dell’ex consigliere Toldonato MESSINA. Sulla vicenda del Teatro, giunge un intervento di Franco Toldonato, membro del precedente consiglio di amministrazione: “Abbiamo amministrato per quattro anni con problemi al limite del ridicolo per il succedersi di cinque presidenze. Il contributo regionale era di 6.200.000 euro,di cui 1.200.000 andavano spesi per lʼorchestra o restituiti alla regione.Appena nominati nel 2005, quando tutto a Messina era commissariato, abbiamo convocato la deputazione regionale per fare presente: 1)Lʼincongruità di tale somma rispetto a Catania e Palermo; 2) La precarietà dei lavoratori del teatro e dei professori dʼorchestra; 3) Abbiamo illustrato il programma che avevamo studiato per uscire, con un minimo aiuto,da quella situazione… Ma il minimo aiuto ci voleva! Ci siamo resi con- to subito di parlare a sordi! Cominciammo allora un giro di cortesia, andando a trovare le autorità cittadine (sindaco, anzi commissario straordinario, prefetto, rettore) facendo presente i disagi. I professori dʼorchestra, a ragione, erano in agitazione ed allora ci siamo inventati la tournè estiva dellʼorchestra. Partì una prima stagione da record con incassi al botteghino che superavano i contributi nazionali. Nelle difficoltà che intanto sopravvenivano, abbiamo capito che bisognava pianificare una pianta organica credibile ed accettabile a costo zero per la Regione Sicilia. In questa operazione fummo aiutati da un amministrativista che, in numerose sedute fiume, ci aiutò a varare una pianta organica che prevedeva nel suo interno anche gli orchestrali, che, usando solo il 1.200.000, avrebbero avuto una stabilità di lavoro. Concordammo con i sindacati e seguimmo lʼiter a Palermo fino a che restammo in carica. Quando nellʼaprile del 2009 scadette il nostro mandato, chiesi al presidente di allora di indire una conferenza stampa per informare lʼopinione pubblica sul fatto che lasciavamo pagina 21 senza un centesimo di debito, che cʼera in corso una pianta organica da far approvare, che il pericolo, oggi attualità, di impossibilità di gestione era alle porte. Mi fu negata questa richiesta ed ebbi lʼimpressione che nessuno doveva sapere niente! Non finirò mai di ringraziare per quello che hanno dato per il mio teatro, in quei quattro anni, Antonio Barresi, Pompeo Oliva, Geri Villaroel, Giovanni Cupaiolo, Adele Fortino, Paolo Vermiglio e Renato Palmeri, con me, magnifici sette come ci definivamo. Mi meraviglia, ma credo si sia trattato di una mia cattiva interpretazione, sentire dire a Paolo Magaudda che “è vero fino ad oggi non si è fatto niente, ma questo consiglio ha lavorato seriamente”. Ero orgoglioso quando la stessa frase la diceva a noi. Sicuramente questo consiglio, presieduto da chi questo ente lo ha creato, avrà lavorato al meglio, ma noi non eravamo Cassandre, ma comuni mortali che avevamo la voglia di accendere le luci su uno dei palcoscenici più grandi dʼEuropa nelle mani di maestranze di valore e ve lo dice uno che il teatro lo ha fatto, non solo gestito”. Sicilia 1 GIUGNO 2012 centonove COSTUME. Boom di locali con ragazze dell’Est Nebrodi sexy Sono sei, distribuiti tra Rocca di Caprileone e Caronia. La più alta concentrazione della Sicilia. Ecco perchè DI NINO DRAGOTTO SANTʼAGATA MILITELLO. Da Marina di Caronia a Rocca di Caprileone, lungo il tratto della strada statale SS 113, su un filo rosso di 25 chilometri, si incontrano le invitanti insegne a neon di ben sei locali di intrattenimento notturno, club dai nomi che è più di una promessa di evasione: Dubai, Moulin Rouge, Life, Dolce Vita, Pasha, Déjà Vu. Quel tratto della Settentrionale Sicula 113 che attraversa il “cuore” del litorale dei Monti Nebrodi di notte pulsa per la “ola” di chi cerca o regala divertimento “pepato”. Sei club notturni, in una zona ristretta, sulla carta non avrebbero ragione di esistere visto che non si tratta di una realtà particolarmente vivace dal punto di vista economico, tantomeno turistico. Eppure le insegne continuano a lampeggiare promuovendo una inedita di immagine di una Nebrodi...da bere. Il richiamo a cui tanti non sanno resistere è quello delle avvenenti ragazze, gran parte con passaporto dellʼEst Europa, che rendono animati gli ambienti dei club di intrattenimento notturno. Apripista dei club della notte è stato il “Vip”, a poche curve dallo svincolo autostradale di SantʼAgata Militello, il primo ad iniziare “lʼattività” nel dicembre 2005, che vede sempre in trono “Santino” da CastellʼUmberto. Auto di grossa cilindrata, una moto fiammante appena immatricolata, “Santino”, è un modello di riferimento per le sue ragazze ed il suo staff. Per i suoi ospiti è disponibile anche una Limousine. Ma negli ultimi anni in zona hanno aperto altri locali e Santino ha preferito trasferirsi a Patti, più vicino alle città capoluogo di provincia Messina e Catania, da dove arrivano i soci più generosi. Nella location del “Vip”è cambiata lʼinsegna adesso brilla “Moulin Rouge” . Ma a SantʼAgata Militello da poche settimane si è aperto un altro club della notte, il “Life”, un inno alle piacevolezze della “Vita”, voluto da un rampante over 40 del posto, che dopo varie vicissitudini, tra cui quella di venditore di abbigliamento per ballerine da Lap Dance, ha deciso di darsi unʼopportunità con il club di località San Bartolomeo, dove sono in tante le ragazze diventate amiche nelle sue scorribande per i locali notturni. Per Aldo Prestianni, gestore del “Life”, la vita ha aperto nuovi orizzonti, sotto la luce dei neon colorati la realtà può sembrare fantastica, ma ha imparato che gli amici veri si riconoscono anche quando tutto appare buio e senza via dʼuscita. Yania 31anni, rumena, da Bakau, esperta di marketing, ha lasciato la Romania per vivere in Italia, dove è più facile per una ragazza graziosa guadagnarsi da vivere, ma al tempo stesso essere rispettata, soprattutto in Sicilia, dove il rapporto interpersonale è più caloroso ed autentico. Il suo nickname è “Pantera nera”, ma al primo posto mette i sentimenti. Isabella, 26 anni, rumena, proviene da Jasi dove faceva lʼinsegnate elementare, ma la sua vera vocazione è viaggiare, e questa sua scelta di vita le fornisce, molte opportunità di conoscenze, senza far prevalere il “cash”, perché la vita non è solo il valore del denaro. Camilla, 26 anni, invece proviene da Bucharest dove aveva un lavoro da impiegata comunale con uno stipendio mensile di 150 euro. Le avevano dato un aumento di 25 euro poi non più accreditato. Ha deciso di trasferirsi in Italia dove fa la ragazza immagine nei locali come il Life o nei raduni motoristici. Insomma, guadagnare divertendosi aiutando la famiglia. Allʼangolo bar, invece, a miscelare cocktail, cʼè il figlio di un pescatore. Ha rinunciato a seguire le orme del padre e - complice il suo primo amore conosciuto al “Vip” - ormai ha “sposato” questo mondo. Per altra clientela la città offre lʼopportunità da alcuni mesi in via Caioroli, al numero civico 22 A, angolo via Tomaselli, in zona centrale della città a poche decine di metri dalla sede dellʼistituto bancario Unicredit e dalla parrocchia della chiesa Santa Lucia dove ha aperto i battenti un negozio “Sex Shop”, operativo 24 ore su 24. A turbare il clima di piacevolezze e tranquillità dellʼambiente dei club della notte giorni fa è stata la rissa che ha visto coinvolte in un residence di Acquedolci cinque avvenenti fanciulle, una siciliana e quattro rumene. Le cinque ragazze rientrate nel residence a tarda notte, dopo aver svolto attività al “Dubai”, il club della notte di Marina di Caronia, hanno dato corso ad una furibonda lite, colpendosi con le doghe divelte dai letti delle loro camere. Nellʼudienza preliminare del processo per direttissima il giudice, il pubblico ministero e gli avvocati difensori hanno concordato di rimetterle in libertà, fissando loro lʼappuntamento per lunedì 4 giugno e rivederle allʼudienza dibattimentale. LA STORIA Dj Rox, dalla sacrestia ai locali di Lap dance La mattina fa lo speaker nella radio locale accanto la chiesa. Ma di notte si scatena.. SANTʼAGATA MILITELLO. Da quando lavora al club della notte “Life” il 34enne Rosario Proto, in arte DJ “Rox “, ha dato uno sprint alla sua vita. Le sue giornate sono cambiate, ma è meglio dire sono cambiate le sue notti. Di giorno conduce i programmi radiofonici musicali di Radio Stereo SantʼAgata, lʼemittente radiofonica che ha il suo studio nei locali attigui alla sacrestia della chiesa del Duomo. Di notte la sua pagina 22 passione per la musica si libera nel night club di località San Bartolomeo. Un contrappasso tra sacro e profano che non turba per nulla il DJ “Rox”, che sa scegliere i brani musicali più adatti ai luoghi ed alle ore. «Riesco a farmi apprezzare per le mie competenze musicali e non solo, ed in più guadagno qualche spicciolo che non guasta per le necessità di un giovane senza lavoro», dichiara Rosario, vincendo la sua timidezza che nasconde mimetizzandosi con le cuffie stereo. Nello studio radiofonico vicino la sacrestia “Rox” non sente le reazioni del suo pubblico che lo ascolta in luoghi lontani. Allʼinterno del “Life” le emozioni sono più immediate, le ragazze lo apprezzano per la sensibilità professionale nel saper scegliere i brani musicali più adatti quando le luci si fanno più soft. Per sfidare la timidezza di Rox le ragazze si avvicinano alla consolle. I timidi hanno sempre le loro rivincite. La musica è sempre quella giusta per le emozioni da vivere. (NI.DRA) centonove Sicilia 1 GIUGNO 2012 Nella foto accanto lʼorganizzatore Enzo Cultrera in compagnia di Kira, il suo “compagno” a quattro zampe. Nelle altre immagini alcuni momenti della “passeggiata” nelle campagne di Ragusa svolta lo scorso 19 aprile. Nel corso dellʼultimo anno, lʼassociazione “Hereusium” ha organizzato 13 incontri, più o meno uno al mese, ma lʼobiettivo, grazie anche ai tanti nuovi appassionati, è quello di intensificare gli appuntamenti TENDENZE. Dilaga a Ragusa il dog trekking, disciplina eco-friendly che fa sempre più proseliti Escursioni? Io me la Fido Uno sport creato per tutti coloro che vogliono divertirsi in mezzo alla natura col proprio cane. Ecco come si tiene in forma chi ama le passeggiate. E gli animali DI TITTI ROMANO RAGUSA. Consente di vivere in armonia con la natura, facendo dellʼattività fisica in compagnia degli amici a quattro zampe. È il dog trekking, una disciplina sempre più in voga che lentamente sta prendendo piede in tutta la Sicilia, a partire da Ragusa. Grazie soprattutto allʼintraprendenza di Enzo Cultrera, da sempre impegnato nella protezione civile comunale nel gruppo cinofilo. «Ci stiamo lavorando da qualche mese. Il dog trekking è unʼattività particolarmente gratificante sia per le persone che per gli animali», spiega Cultrera, che racconta tutti i preparativi e gli accorgimenti necessari per organizzare lʼattività, dallo studio dei percorsi alla valutazione attenta dei bisogni e degli animali, la cui tutela è sempre messa al primo posto. «I percorsi sono studati a tavolino con grande attenzione - racconta il coordinatore - Percorriamo ogni volta tra i 7 e gli 8 chilometri in percorsi circolari che partono dallʼarrivo in automobile e si concludono nello stesso posto. È un modo salutare ed eccezionale per migliorare la relazione tra uomo ed animale trascorrendo del tempo di qualità insieme ed agevolando la socializzazione non solo tra i conduttoripadroni ma anche tra i cani». Piccoli ostacoli della natura da superare in percorsi che comunque non presentano grandi difficoltà. «Sono percorsi che spesso necessitano dellʼautorizzazione del Corpo forestale - conferma Cultrera Sono luoghi incantevoli e gratificanti sotto tutti i profili. Possono parteciparvi tutti coloro che lo desiderino ma con alcune avvertenze. Gli animali, ad esempio, devono essere a digiuno perché il movimento intenso non fa bene a stomaco pieno. E poi devono essere cani stabili senza problemi di comportamento, equilibrati e che sanno stare in compagnia di altri cani. Ogni padrone è responsabile del proprio animale e deve mantenere la vigilanza sempre. I percorsi sono volutamente ed obbligatoriamente lontani da zone abitate, da posti dove si potrebbe correre il rischio di incontrare cani liberi. Insomma il tutto fatto per garantire una grande tranquillità». AL GUINZAGLIO. Curioso il sistema con il quale il cane è “legato” al padrone. Il conduttore indossa una sorta di imbragatura che somiglia a quella degli scalatori. Non sono ammessi cani con il collare ma anche gli animali devono indossare una pettorina, quella ad “h”, per intenderci. Il cane è collegato all'imbragatura del padrone con un guinzaglio che non deve essere più corto di due metri e mezzo. Ma non sembra un metoto penalizzante per i cani? «Assolutamente no - assicura il coordinatore - Si migliora nettamente la relazione con il cane, è una occasione importante per trascorrere il tempo insieme, migliora anche l'intesa e la fiducia tra cane ed uomo. Al cane viene data una motivazione di specie. Lʼattività è molto gratificante, ad esempio l'esplorare il terreno con lʼolfatto. È uno sport a tutti gli effetti che permette di indirizzare e scaricare energie di cani e padroni in modo intelligente e sano». Sostenitore dell'addestramento dolce, Enzo Cultrera punta molto sull'intesa tra cane e padrone. La sua Elsa, un labrador di 13 anni lo ha accompagnato anche allʼinizio di questa esperienza. Un cane, il suo, che ha effettuato salvataggi importanti ed è stata protagonista di ritrovamenti di persone scomparse. «Elsa ha fatto da mamma a Kira, il cane con cui sto proseguendo l'esperienza del dog trekking, una insegnante speciale e non solo in questo campo». Lo sguardo di Enzo quando si posa su Elsa trova una struggente risposta immediata. Sì, basta lo sguardo per capirsi. «I cani, in queste passeggiate, iniziano smaniosi di esplorare e poi si calmano subito in grande equilibrio con il loro padrone. Tutti i cani sono adatti, lo sono un pochino meno per i clima, i cani di grossa taglia, Terranova e Sanbernardo ad esempio. Con noi ci sono meticci e anche volpini e la gioia di stare con padroni si vede dall'espressione che hanno i cani. Poi a casa, relax e buon cibo. È una esperienza da provare». Pian piano si sta spargendo la voce ed il gruppo cresce. Cultrera non è solo ma può contare sulla collaborazione di molti appassionati anche nella definizione dei percorsi. «Quest'anno - conclude abbiamo fatto 13 percorsi, uno al mese, ma il prossimo anno contiamo di aggiungere e calendarizzare in modo più organico le uscite». L'associazione che promuove il dog trekking a Ragusa è la “Hereusium”, che abbraccia anche altre attività (per tutte le informazioni basta visitare il sito web www.hereusium.it) OCCORRE SAPERE QUELLO CHE SERVE A VOI. Per godersi una buona passeggiata con il nostro cane è importante equipaggiarsi nella maniera corretta, per evitare vesciche ai piedi, slogature, e fatiche inutili.L'attrezzatura base dovrebbe prevedere un buon paio di scarpe da trekking, calzoni sportivi (anche i jeans x i primi livelli possono andare),meglio se con tasche laterali tipo militare, magliette e maglioni a seconda della stagione, e un giubbotto comodo da poter all'occorrenza mettere nello zainetto. Lo zaino elemento importante nelle nostre escursioni dovrà contenere lo stretto necessario, e sulla scelta del tipo lo spiegheremo a seconda del livello scelto nelle passeggiate. ...E A LUI. A parte il tipo di collare e guinzaglio, anche per il nostro amico è buona norma portarsi dell'acqua, salviette di pulizia ecc. Non sottovalutiamo il tipo di collare o guinzaglio nella scelta del materiale, da loro a volte dipende la sicurezza del nostro amico e perciò sulla tipologia di modelli e materiali o accessori saremo ben lieti di consigliarvi quelli più appropriati. Esistono accessori di facile trasporto e pieghevoli come ciotole, trasportini, zainetti, da poter usare in escursioni come queste per gestire meglio il cane in ogni situazione. pagina 23 Sicilia 1 GIUGNO 2012 centonove RADIOTERAPIA ONCOLOGICA DEL PAPARDO-PIEMONTE, TECNOLOGIA E PROFESSIONALITA’ MESSINA. La radioterapia è una disciplina clinica che ha come obiettivo primario la cura dei tumori maligni impiegando come “farmaco” principale le radiazioni ionizzanti. Lo specialista in radioterapia, medico radiooncologo, usa questo particolare farmaco associandolo o meno ad altre terapie oncologiche. E’ stato calcolato che circa il 60% dei soggetti con cancro dovranno, durante il corso della malattia, essere sottoposti ad una terapia ra- diante. Numerose sono le patologie tumorali che possono essere guarite con una irradiazione terapeutica (tumori prostatici, tumori cutanei, tumori della sfera otorinolaringoiatrica, tumori ginecologici, tumori polmonari iniziali, linfomi, etc.) e numerose sono le patologie nelle quali l’appropriato uso della radioterapia aumenta le possibilità di guarigione completa o, comunque, migliora l’aspettativa di vita (tumori della mammella, tumori dell’apparato gastrointestinale, sarcomi dei tessuti molli, tumori del polmone operabili, tumori uro-genitali, etc.) La radioterapia cura i tumori maligni e spesso li guarisce; nei casi più avanzati è un ottimo presidio nel controllo dei sintomi della malattia ed assicura un miglioramento della qualità di vita (metastasi ossee, sanguinamenti, compressione di organi cavi, etc.). Nell'erogazione dei trattamenti radioterapici numerose sono le tecniche di irradiazione ma, queste ultime, prescindono da un mero elenco di possibilità poichè ogni tecnica richiede una corretta procedura di elaborazione delle immagini ed un preciso contornamento al fine di distinguere senza dubbi i tessuti sani da quelli malati. Per semplificare: una volta ottenuto un volume da trattare e dei volumi di organi sani "a rischio", ogni centro potrà impiegare la pagina 24 tecnologia a disposizione nel migliore dei modi a patto che vengano rispettate le dosi di tolleranza dei tessuti sani. Ad oggi, quindi, non esistono malattie che possono essere trattate con una particolare macchina in modo esclusivo tranne particolarissime eccezioni. DOTAZIONE TECNOLOGICA AZIENDA PAPARDO-PIEMONTE MESSINA 1. Un acceleratore Lineare Synergy Elekta con due step di energia fotonica (6-10MV) e più step di energia elettronica. Questo acceleratore è dotato di collimatore multilamellare con 80 lamelle. Dotato di sistema EPID "I View GT" con silicio amorfo* per verifica "on table" del set-up del paziente e di sistema di ricostruzione tridimensionale^ Immagini paziente "X Ray Volume Imaging integrato" per IGRT (Radioterapia Guidata dalle Immagini) 2. Un acceleratore Lineare Precise Elekta con due step di energia fotonica (6-18MV) e più step di energia elettronica. Questo acceleratore è dotato di collimatore multilamellare con 80 lamelle. Dotato di sistema EPID "I View GT" con silicio amorfo* per verifica "on table" del set-up del paziente. 3. Un sistema computerizzato per i piani di trattamento Pinnacle3 v9 con Tre work-stations per Calcolo della dose e contornamento centonove Sicilia 1 GIUGNO 2012 4. Moduli Radiobiologici per enhancement calcoli IMRT 5. Un sistema "record and verify" EMR Mosaiq 6. Gestione elettronica delle cartelle cliniche e gestione elettronica amministrativa 7. Una stazione per simulazione virtuale con laser mobili allocata alla TC/PET Nota *: Il silicio amorfo permette una migliore risoluzione delle immagini portali con una maggiore accuratezza nel controllo del posizionamento del paziente. Nota ^: si ha la possibilità di elaborare una immagine TC direttamente sul lettino di trattamento. In tal modo l'accuratezza del posizionamento è verificabile in modo altamente preciso, sicuramente migliore rispetto alle due proiezioni ortogonali (0°-90° o 270°) o ad altra inclinazione del fascio. La seguente tabella riassume le attrezzature a disposizione: L’U.O. di Radioterapia Oncologica è allocata al II piano del P.O. Papardo ed ha avviato l'attività clinica dal mese di ottobre 2011. Ad oggi sono stati osservati e trattati circa 90 utenti con una media di 16 pazienti pro-die. E' fornita di spazi adeguati alle proprie attività. L’ambiente è accogliente ed elegantemente arredato al fine anche di rendere più “rasserenante” per l’utente l’accesso e la sosta in attesa delle varie prestazioni. PRESTAZIONI OFFERTE 1. Visite specialistiche ambulatoriali di oncologia radioterapica 2. Visite di controllo pre-trattamento 3. Consulenze specialistiche per le altre UU.OO. dell’Azienda (degenti interni) 4. Visite di controllo in corso di terapia 5. Visite ambulatoriali di follow-up 6. Ambulatorio congiunto radioterapiachemioterapia (in collaborazione con la nascente UO di Oncologia Medica) 7. TC di preparazione alla radioterapia (TC di centratura) con eventuale RM per fusione immagini 8. TC/PET di preparazione alla radioterapia (TC/PET di centratura) 9. Simulazione virtuale in TC e TC/PET 10. Elaborazione 3D dei volumi di trattamento 11. Calcolo fisico-dosimetrico in 3D 12. Trattamenti giornalieri 13. Verifiche portali in trattamento TECNICHE DI IRRADIAZIONE POSSIBILI 1. 3DCRT (Radioterapia 3D conformata) 2. IMRT (Radioterapia ad Intensità modulata della Dose) 3. Radioterapia Guidata dalle Immagini 4. Radioterapia Stereotassica corporea 5. TOTAL Body Irradiation (2013-2014) L’accesso alla prima visita ed alle visite di follow-up per utenti esterni in possesso di impegnativa SSN, avviene tramite prenotazione al numero verde 800489999, o direttamente all'accettazione del reparto 0903996009. L’ambulatorio per queste prestazioni è attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 09.00 alle ore 13.00 Le prestazioni vengono effettuate tutti i giorni dal Lunedì al Venerdì dalle ore 08.00 alle ore 15.20 Nell’U.O. di Radioterapia, la cui attività è coordinata dalla dott.ssa Anna Santacaterina, operano altri 4 specialisti,(Grazia Acquaviva, Carmela Palazzolo, Daniela Cespuglio, Manuela Crispi), 2 Fisici, (Nicola Settineri, Fabio Platania), 4 tecnici sanitari di radiologia medica, (Anna De Salvo, Ermelinda Scarci, Raffaele Barone, Francesco Ciro Niro), una coordinatrice, Francesca Mazza ed un infermiere, Ferdinando Puglisi. La radioterapia del Papardo è stata, di recente, oggetto della visita del prof. Giampaolo Biti, Ordinario di Oncologia Radioterapica presso l'Ateneo di Firenze, nonché Direttore della S.C. di Radioterapia dell'A.O. Careggi e figura cardine dell'evoluzione nazionale in ambito della Diagnostica per Immagini e della Radioterapia che ha espresso commenti lusinghieri nei confronti delle risorse professionali e tecnologiche della neo struttura sanitaria peloritana. AZIENDA OSPEDALIERA OSPEDALI RIUNITI PAPARDO-PIEMONTE - MESSINA - TEL.090.3991 pagina 25 Sicilia 1 GIUGNO 2012 SUL WEB LA MAPPA DELLE CONFISCHE centonove ADDIO AI LATTICINI PROVENZANO In Sicilia, gli ultimi beni sequestrati alla mafia e “riconsegnati” alla cittadinanza sono il feudo Verbumcaudo di Polizzi Generosa, adesso sede di unʼaula didattica museale, e un appartamento di Misilmeri che ospiterà l'ufficio della Unità operative della Soat. «A breve - spiega lʼassessore allʼEconomia Gaetano Armao (nella foto) - verrà realizzato un sito web che informerà i cittadini sulle tipologie, la localizzazione e le forme dʼuso di tutti i beni confiscati alla criminalità organizzata». In contemporanea con lʼanniversario della strage di Capaci, è calato definitivamente il sipario sullʼazienda di latticini “Provenzano” di Giardinello, in provincia di Palermo. Confiscata quattro anni fa alla famiglia mafiosa di Giuseppe Grigoli, prestanome del boss latitante Matteo Messina Denaro (nella foto), lʼazienda, gestita in amministrazione giudiziaria, era alle prese con un debito di 28 milioni di euro. Ventinove i dipendenti licenziati. CORLEONE. Le iniziative sociali negli immobili confiscati alla criminalità organizzata “Case” di Cosa Nostra Viaggio in un paese che lotta con tutte le forze per togliersi di dosso il marchio dell’infamia. Fra corsi di giornalismo, lavoro nei campi e un “laboratorio della creatività” nella dimora del Padrino DI MARINO RINALDI CORLEONE. Fa un certo effetto pensare che in quella stanza dalle pareti colorate, con le immagini di Placido Rizzotto e Bernardino Verro affisse alle pareti, fino a qualche tempo fa ci dormiva Bernando Provenzano. Il “capo di tutti i capi”, noto in paese come Binni u tratturi per la violenza con cui massacrava le sue vittime. La stessa stanza che sabato 26 e domenica 27 maggio ha ospitato il primo corso di giornalismo “Città di Corleone”, a cui hanno partecipato 48 cittadini di tutta la Sicilia. Molti dei quali hanno alloggiato in un altro ex “santuario” della mafia, la casa dei nipoti di Totò Riina, un tempo simbolo di morte e terrore e adesso sede di un ostello gestito dalla “Cooperativa Lavoro e non solo”. Luoghi “maledetti”, dove sono state partorite le peggiori efferratezze, riportati a vita nuova dallʼimpegno e dallʼorgoglio di decine di volontari. Ragazzi e ragazze, di Corleone, ma non solo, che da anni lottano con tutte le loro forze per strappare via il “marchio di infamia” che come un male incurabile, come un tara genetica, il paese è costretto a portarsi addosso. IL PECCATO ORIGINALE. «Chi nasce in questa città - spiega Giuseppe Crapisi, uno dei protagonisti del locale movimento antimafia - porta con sé una sorta di peccato originale, una “colpa” di cui non si è mai macchiato ma con la quale è costretto a convivere per tutta la vita. Non Un momento del corso di giornalismo nel “Laboratorio della creatività” bisogna negare la realtà. So bene che la mafia in città è ancora viva, così come sono tante le persone che non si schierano o peggio, quelle che pensano che Cosa Nostra sia un modello da ammirare». Come testimonia una frase inequivocabile scritta con un pennarello su una delle chiese del paese: “Liberate i boss della mafia”. «Eppure Corleone - prosegue Giuseppe - ha una storia ricca e millenaria. Non è solo la città di Leoluca Bagarella e Luciano Liggio, ma anche quella di Rizzotto, di Verro e di tanti cittadini onesti che non hanno nessuna colpa. Sono talmente orgoglioso della tradizione della mia terra che lotto con tutto me stesso nel Una scritta sul muro di una chiesa I volontari di “Libera Terra” al lavoro nei campi con tentativo di affermare “questa” Corleone». E Giuseppe nella sua battaglia non è solo, ma ha accanto a sé le centinaia di volontari e lavoratori delle associazioni “Libera”, “Pio La Torre” e “Placido Rizzotto”, che da anni provano a sradicare lo spettro di Cosa Nostra con la forza delle idee e il sudore delle braccia. Perché se è vero che la mafia è una montagna di merda, è proprio dal letame, come cantava De Andrè, che possono nascere i fiori. A CASA DEL PADRINO. A poche decine di metri dalla casa in cui fino a poco tempo fa alloggiava la famiglia di Provenzano, vive tuttʼora il fratello del boss. Pochi passi di distanza da quellʼabitazione che dal 15 agosto del 2008 ospita il “Laboratorio della legalità”, una struttura permanente, voluta dal Comune di Corleone e dedicata alla memoria di Paolo Borsellino, che ha lo scopo di acquisire, valorizzare e rendere fruibili materiali storici e informativi sul fenomeno mafioso e sul movimento antimafia, perseguendo finalità educative e di studio. Ristrutturato grazie a un finanziamento del Ministero dell'Interno e a fondi regionali, lʼimmobile ospita al suo interno una mostra permanente dei quadri dal maestro partinicese Gaetano Porcasi. Opere d'arte che costituiscono un percorso visivo di forte impatto emotivo sullo snodo degli avvenimenti più rilevanti del fenomeno mafioso e del movimento antimafia. È divenuta invece un ostello, gestito dalla “Cooperativa Lavoro e non solo”, la casa di via Crispi un tempo LA LEGGE Dalla petizione popolare al Codice Antimafia Umberto di Maggio di “Libera Sicilia”: «La vendita dei beni? Favorisce i boss» ERA Il 1996 quando il presidente di “Libera”, don Luigi Ciotti, consegnava allʼallora presidente della Camera Irene Pivetti una raccolta firme per lʼutilizzo sociale dei beni confiscati. Un milione di cittadini che chiedevano al Parlamento di restituire alla collettività quanto sottratto dalle organizzazioni criminali. Da allora sono stati confiscati circa 10mila beni, fra palazzi, appartamenti, terreni e aziende, dei quali la metà nella sola Sicilia. Un “tesoro” immobiliare da decine di miliardi di euro gestito dallʼ”Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati”, una struttura istituita nel febbraio 2010 con lʼobiettivo di accelerare le procedure di sequestro, confisca e assegnazione dei beni per finalità sociali. Conquista, quella della “fruizione collettiva” dei beni, messa però “a repentaglio” dallʼentrata in vigore, nel settembre del 2011, del “Codice antimafia”, che ha introdotto la possibilità di vendere allʼasta le proprietà confiscate. Eventualità, che di pari passo alle recenti dichiarazioni del ministro Anna Maria Cancellieri («La legge che regola il sequestro e la confisca dei beni alle mafie va rivista, perché è stata concepita quando i sequestri erano pochi»), ha scatenato un vespaio di reazioni. «Una modifica alla normativa antimafia - spiega il coordinatore di Libera Sicilia, Umberto Di Maggio - era doverosa, soprattutto alla luce della presa di coscienza dellʼUnione Europea, che ha capito finalmente che la mafia non è un problema solo italiano. Il codice antimafia contiene però troppe magagne, a partire dalla mancata tutela delle vittime, dato pagina 26 che non è previsto nessun riconoscimento ai familiari delle persone uccise da Cosa Nostra prima del 1961. Eppure la prima vittima, Emanuele Notarbartolo, risale al 1893. Sulla vendita dei beni confiscati - prosegue Di Maggio - nutro parecchie perplessità, legate sia a questioni pratiche che etiche e morali. Mi sembra ovvio, infatti, che al 99,99 per cento, gli immobili tornerebbero di proprietà dei boss, che li riacquisterebbero tramite dei prestanome. Capisco lʼesigenza di colmare le perdite con la vendita, ma se da un lato si dà una mano, ma solo momentanea, allʼeconomia, dallʼaltro non si dà esito a un necessario cambiamento culturale a lungo termine». «I beni confiscati - gli fa eco Andrea Campinoti, presidente di “Avviso pubblico” - hanno un valore simbolico che rappresenta la vittoria dello Stato sul malaffare. Riconsegnarli alle comunità perché facciano impresa sana è un valore più importante della traduzione in euro. Piuttosto si prendano le risorse sottraendole alla corruzione che grava sul bilancio del Paese». (M.R.) centonove Sicilia 1 GIUGNO 2012 MESSINA. LA LISTA DELLE PROPRIETÀ CHE IL COMUNE STA CERCANDO DI METTERE A FRUTTO Quell’appartamento restituito alla comunità Dal bilocale di Lillo Sollima consegnato all’associazione Addiopizzo, alla villa “hollywoodiana” di Luigi Sparacio, ecco che fine hanno fatto i “metri quadrati” sottratti alla malavita nfiscati alla malavita abitazione della famiglia Grizzaffi, nipoti di Riina. Lì, in quella palazzina di tre piani recentemente ristrutturata, hanno dormito i 48 aspiranti pubblicisti che hanno partecipato al corso di giornalismo “Città di Corleone”, al quale sono intervenuti, come relatori, i giornalisti Rino Giacalone, Salvatore Cusimano, Vittorio Corradino, Salvatore Li Castri, Filippo Mulè, Franco Nicastro e il presidente dellʼOrdine Riccardo Arena. E lì, assieme ai 13 soci della cooperativa, alloggiano ogni anno gli oltre 700 volontari che giungono da tutte le parti dʼItalia, in primis dalla Toscana, per lavorare nei campi confiscati ai boss. Centinaia di ettari di terreno dove vengono coltivati grano duro e ceci, lenticchie e pomodori, uva e fichidindia. Ingredienti biologici alla base dei prodotti del circuito “Libera Terra” che vengono commercializzati in tutto lo stivale. «Più volte abbiamo trovato i vigneti tagliati o i campi bruciati poco prima del raccolto racconta Crapisi - Ma noi non ci arrendiamo». «Investire sui prodotti tipici del nostro territorio, e soprattutto su quelli coltivati nei terreni confiscati - spiega il neosindaco Leoluchina Savona - è uno dei nostri obiettivi principali, insieme allʼincentivazione del turismo. Fare il sindaco a Corleone è più difficile che in altri comuni, ma sono conscia delle responsabilità a cui vado incontro. Per sconfiggere la mafia è necessario puntare sui concetti di legalità e trasparenza e sullʼantimafia dei fatti». MESSINA. Cʼè la villa “hollywoodiana” del boss pentito, e quella con piscina del boss morto suicida, cʼè il garage, il lastrico solare, il box. Cʼè di tutto, nei beni confiscati alla mafia che il comune di Messina ha in carico, e che sta cercando di mettere a frutto. ADDIOPIZZO VINCE. Lʼultimo, in ordine di tempo, è lʼappartamento da 72 metri quadrati di via Roosevelt confiscato a Lillo Sollima e aggiudicato, dopo un bando di gara, dallʼassociazione Addiopizzo. Il locale è stato consegnato allʼassociazione con una delibera di giunta del 18 maggio, proposta appartamenti di Lillo Sollima, da ottantuno e novantacinque metri quadrati, sono ancora liberi, benchè confiscati, e a Palazzo Zanca stanno decidendo il da farsi. Due locali del condominio Stella, allʼAnnunziata, sono stati invece confiscati a Vincenza Settineri, suocera del boss oggi collaboratore di giustizia Luigi Sparacio, e oggi sono occupati da due presidii dei Vigili urbani. Al boss di Bagheria Michelangelo Alfano, morto suicida qualche anno fa, i beni confiscati sono tre. Il primo, fuori dalla disponibilità del comune di Messina, è un Michelangelo Alfano Luigi Sparacio dallʼassessore al Patrimonio Franco Mondello. Non è che lʼultimo dei beni confiscati alla mafia restituiti alla comunità. Ci sono, per esempio, i 38 metri quadrati di una bottega in viale san Martino, una volta di Lorenzino Ingemi e oggi centro servizi per il terzo quartiere. Ad acqualadroni Santo Sfameni, morto qualche mese fa, possedeva unʼabitazione piccola, da meno di sessanta metri quadrati, ma con box, cantina e lastrico solare da 374 metri quadrati. Dopo la confisca, i locali sono stati riutilizzati per far fronte allʼemergenza abitativa del comune di Messina. Sempre ad Aqualadroni, due appartamento da 85 metri quadrati oggi in uso ai Carabinieri, in via Nicola Fabrizi. Una piccola abitazione a Mili Marina, al piano terra di Vallone dei medici, è ancora libera. Il terreno circostante, invece, è tornato agli eredi di Alfano dopo una causa. Una vicenda singolare, invece, ha visto protagonista di nuovo Santo Sfameni. Tra le sue proprietà confiscate, ci sono tre appartamenti in contrada campanella, a Ortoliuzzo, di un poco meno di un centinaio di metri quadrati ciascuno. Il comune di Messina li ha ricevuti in quanto beni confiscati alla mafia, ma ha dovuto restituirli. Perchè? Perchè nessuno dei tre appartamenti risultava a norma: erano tutti e tre abusivi. Poi ci sono le ville. TRE PROGETTI PER UNA VILLA. Rodia, negli anni ʻ80, era una meta parecchio ambita. E infatti, Michelangelo Alfano ci aveva fatto costruire la sua villa. Quattrocento metri quadrati, piscina olimpionica, protetta dagli sguardi, indicata con un gesto della testa ed un sussurro, “hollywoodiana”. A pochi metri di distanza, di villa ce nʼè unʼaltra, perchè Michelangelo Alfano non era il solo a subire il fascino di Rodia. Nelle acque del mar Tirreno Santo Sfameni amava fare il bagno Luigi Sparacio, che a Rodia possedeva una villa che si affaccia sulla statale 113, al km 28,225. Anchʼessa sequestrata. Nessun occupante, nessun gravame ipotecario. Sparacio i conti li pagava fino allʼultimo centesimo. Oggi la sua villa, sulla quale il comune sta intervenendo per la messa in sicurezza, è al centro di tre progetti: un Cral per i dipendenti comunali, un centro di recupero per comunità di ex detenuti oppure, con le agevolazioni concesse dal Governo Monti per lʼimprenditoria giovanile in cooperativa, una struttura di ricezione turistica. Alessio Caspanello LA STORIA Se il Telefono amico squilla a vuoto... L’associazione non svolge il suo compito e risulta morosa: l’assessore al Patrimonio Mondello revoca la concessione MESSINA. Il telefono, che avrebbe dovuto essere “amico”, squillava per minuti interi. Ma dallʼaltro capo non rispondeva nessuno. Tanto che il comune di Messina ha deciso di “riprendersi indietro” lʼappartamento di via Placida occupato dallʼassociazione Telefono Amico e consegnato nel 2004 dallʼallora commissario del comune di Messina Bruno Sbordone. Perchè quellʼappartamento era uno dei beni confiscati alla mafia poi a disposizione della Prefettura. A marzo, il dirigente al Patrimonio Antonella Cutroneo scrive allʼassessore al ramo Franco Mondello, informandolo del fatto che lʼassociazione non stava rispettando gli impegni presi con lʼamministrazione allʼatto della consegna del bene, nè aveva inviato richiesta di proroga di comodato delbene. Mondello manda i vigili urbani per vederci chiaro. E la relazione della polizia municipale è impietosa: il presidente dellʼassociazione, Ennio Marino, spiega che lʼattività viene svolta in modo saltuario, perchè gestita da volontari. “Si è tentato in giorni e ore diverse di effettuare sopralluoghi, ma sempre con esito negativo, non trovando mai alcuna persona presente”, scrivono i vigili. Che aggiungono che sia allʼesterno che allʼinterno del cortile non vi è alcuna targa identificativa, nè citofono, e che chiamando lʼutenza telefonica dellʼassociazione, non ha mai risposto nessuno. Non solo. Il condominio lamenta la morosità delle quote condominiali (ma Ennio Marino presenta regolare ricevuta di pagamento). Alla fine, Mondello scrive alla Cotroneo: “lʼimmobile assegnato non viene adeguatamente utilizzato, lʼassociazione è venuta meno agli obblighi assunti con lʼamministrazione. Si invita ad avviare il procedimento di revoca della concessione”, conclude lʼassessore. (A.C.) pagina 27 franco Mondello Sicilia 1 GIUGNO 2012 pagina 28 centonove centonove Sicilia 1 GIUGNO 2012 pagina 29 Qui, scuola 1 GIUGNO 2012 MESSINA. IL LICEO CLASSICO VINCE L’ULTIMA EDIZIONE DEL “TEATRO GIOVANI”. MA NON E’L’UNICO SUCCESSO Il “La Farina” conquista Tindari MESSINA Una palestra per il Majorana Previti e Di Bartolo consegnano la struttura DI CHIARA MICCOLI MESSINA. Lʼorrore della guerra, la crudeltà dei più forti e il dolore dei vinti sullo sfondo della città di Troia distrutta sono il leitmotiv di “Troades” da Seneca ed Euripide, la tragedia greca vincitrice dellʼundicesima edizione del concorso-rassegna “Tindari teatro giovani”, dedicato alle scuole superiori. A metterla in scena, il liceo classico “La Farina” di Messina, che si è aggiudicato il primo premio. «Siamo molto soddisfatti di questo ulteriore successo - ha detto il dirigente scolastico, Pio Lo Re - Questo dimostra come a contare non sia solo la quantità ma soprattutto la qualità che una scuola esprime. I nostri studenti primeggiano in numerose competizioni e ritengo che tanti premi non si vincano per caso». Lʼofferta formativa del liceo non cambia, di anno in anno si rinnovano e consolidano attività già avviate con successo. «I punti forti dellʼistituto sono il teatro, il giornale scolastico, i corsi di lingue pomeridiani, i concorsi di narrativa e poesia, le gare di latino e greco e persino - aggiunge il centonove In alto il dirigente scolastico Pio Lo Re. A destra la squadra di Pallavolo del liceo La Farina preside - le olimpiadi di matematica. Un terzo dei nostri alunni studia questa materia con lo stesso impegno e passione con cui studia il greco e non ci stupisce se si classifica tra i primi posti». Questʼanno la redazione del giornale CONCORSI Nove vincitori per il premio”Silvana Cavaleri” MESSINA. Sono nove i vincitori della IX edizione della “Borse di studio Silvana Romeo Cavaleri”. Si chiamano Gemma Whithorn e Alberto Nicotina (premio Cavaleri), Bruna Carnevale, Giuseppe Ilacqua, Giulia Bitto e Giulia Graziano (buoni FBP), Caterina Higgins e Carla D'Andrea (premio corso liceo “Empedocle”); Domenico Garruzzo (corso speciale Cot). Le note di merito, invece, sono state assegnate a: Marica Muffoletta, Valeria Vesto, Brunella D'Andrea, Valeria Scillia, Martina Minutoli, Stefano Vinci, Federica Sidoti, Maria Raffa, Valeria Chillè, Marta Vicinanza, Maria Concetta Bombaci, Barbara Cannata, Aldo Baratta e Paola Benvenga. La premiazione avverrà, come di consueto, nellʼambito del IX “Convegno nazionale di Primavera” promosso dallʼOrdine dei Medici sabato 9 giugno al Teatro Vittorio Emanuele, quest'anno intitolato “Liberalizzazioni: nuovi scenari non solo nella Sanità”. Il concorso è stato bandito dai licei Maurolico e La Farina e istituito dalla famiglia per ricordare la figura di una madre e moglie esemplare, prematuramente scomparsa. dʼistituto “Stoà”, coordinata dalla professoressa Patrizia Danzè, è stata tra le vincitrici nazionali di “Fare il giornale nelle scuole” 2012, il concorso bandito dallʼOrdine nazionale dei giornalisti, imponendosi su centinaia di magazine provenienti da tutta Italia. Un successo già ottenuto nellʼedizione del 2003, come ricorda la responsabile. «I laboratori pomeridiani, da quello teatrale a quello giornalistico, sono - spiega - attività formative che si affiancano al lavoro curriculare, richiedono impegno e sacrifici e soprattutto servono a fare maturare gli studenti». E poi ci sono i Certamina, le gare di traduzione di latino e greco. Il primo giugno a Siracusa saranno premiati due alunni che hanno conquistato il primo posto e una menzione speciale nel “Certamen Syracusarum”. Altri due studenti si sono invece classificati al primo e al terzo posto nel “Certamen Peloritarum” per la categoria Seniores. Infine lo sport. Il liceo si è imposto anche nel torneo di pallavolo tra le scuole secondarie cittadine. «Dietro tutti questi successi - conclude la professoressa Danzè - cʼè un gran lavoro di preparazione e di squadra». MESSINA. Lʼistituto tecnico Majorana chiude lʼanno scolastico con una bella notizia. Nei giorni scorsi La provincia regionale di Messina ha consegnato la palestra scolastica che rimaneva incompiuta da decenni. Il finanziamento della Regione che ha consentito di realizzare la struttura scolastica risale al 1985, ma la palestra, per le solite pastoie burocratiche, rimaneva un cantiere aperto. La consegna dellʼimmobile al preside Bartolo Speranza è stata fatta dallʼassessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Pippo Di Bartolo accompagnato dal consigliere Nino Previti e dai tecnici che ne hanno consentito lʼultimazione (Carditello, Milioti e Cordaro). «Si tratta di una bellissima palestra - ha detto entusiasta Nino Previti - che potrà aiutare non solo lo svolgimento adeguato delle lezioni, ma anche tutto il quartiere Giostra, sempre bistrattato e privo di strutture idonee destinati ai giovani». Burocraticamente manca ancora il collaudo amministrativo. «Si tratta di un passaggio che verrà definito nel giro di poche settimane - continua Previti - a confermarlo in commissione consiliare è stato lʼarchitetto Milioti che sta seguendo personalmente la pratica. Posso anticipare pure che a breve partiranno anche i lavori dellʼaditorium nellʼarea adiacente». Nino Previti ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith Semplificazione amministrativa Nuovi chiarimenti NEL NUMERO 2, Eʼ STATA data notizia della direttiva n° 14 del 22 dicembre 2011 del Ministro della pubblica amministrazione e della semplificazione sulla “decertificazione”, a seguito delle nuove norme introdotte dalla legge 183/2011, tra cui lʼapposizione sui certificati della dicitura: “Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi”. I dubbi per la concreta applicazione non sono stati pochi e lo stesso Ministro ha fornito chiarimenti con la circolare del 23 maggio scorso ed ha pubblicato sul sito www.funzionepubblica.gov.it interessanti FAQ riguardanti, tra lʼaltro, i certificati rilasciati per lʼestero e quelli da depositare nei fascicoli delle cause giudiziarie. Posto che la ratio della disposizione è quella di evitare che le Pubbliche amministrazioni (PA) continuino a chiedere al privato il deposito di certificati rilasciati da altre PA e garantire – a pieno regime – il ricorso allo strumento dellʼautocertificazione o dellʼacquisizione dʼufficio dei certificati, è indubbio che le PA non possono mai rifiutarsi di rilasciare un certificato, dovendo apporre sullo stesso la predetta dicitura. Le disposizioni non riguardano, però, le PA diverse da quelle italiane e, quindi, nel caso di certificato da consegnare a un privato residente allʼestero o ad unʼAmministrazione di un Paese diverso dallʼItalia, la dicitura non deve essere apposta. In suo luogo, per evitare che tale certificato venga poi di fatto prodotto ad una PA italiana - e sia quindi nullo -, deve essere apposta la dicitura «Ai sensi dell'art. 40, DPR 28/12/2000, n. 445, il presente certificato è rilasciato solo per l'estero». Analogamente la norma non si applica ai cer- pagina 30 tificati da depositare nei fascicoli delle cause giudiziarie, perché gli Uffici giudiziari quando esercitano attività giurisdizionale non sono annoverabili tra le PA. Costituisce, infatti, principio affermato dalla Corte di Cassazione che la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, così come l'autocertificazione in genere, ha attitudine certificativa e probatoria esclusivamente in alcune procedure amministrative, essendo, viceversa, priva di qualsiasi efficacia in sede giurisdizionale. Per le acquisizioni dʼufficio e i controlli sulle dichiarazioni sostitutive, nel caso venga rilasciato, il certificato deve riportare solo la dicitura " Rilasciato ai fini dell'acquisizione d'ufficio". I diplomi conseguiti al termine di un corso di studio o i titoli di abilitazione conseguiti al termine di un corso di formazione, ai sensi dell'art. 42, DPR 28/12/2000, n.445, non sono certificati. Pertanto, devono essere rilasciati in originale privi della dicitura prevista dal DPR 445/2000, che va invece apposta sulla relativa certificazione. 1 GIUGNO 2012 Economia IN RAMPA DI LANCIO. Tutti i compiti e gli incarichi della spa più potente dell’Isola Corazzata Irfis Finsicilia Dai Fondi europei alla programmazione, passando per la moratoria sui debiti, il ruolo disegnato dal governo per la società di cui è unico azionista. Ma che è ancora senza un presidente DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. Tutto è pronto. Dalla gestione dei fondi europei in giù. Al nuovo irfis Finsicilia, però, manca ancora il presidente. Lʼultima assemblea dei soci della spa diventata tutta regionale il 10 gennaio scorso (quando è stato sottoscritto il contratto di cessione del pacchetto di maggioranza del 76,26% da UniCredit in favore della Regione), infatti, ha registrato una fumata nera a causa dellʼassenza dellʼunico azionista. Il motivo? Politico. A presiedere la Finanziaria per lo Sviluppo della Sicilia dovrebbe essere lʼattuale assessore allʼEconomia, Gaetano Armao, che così lascerebbe libero un posto di peso nellʼesecutivo. Ma il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha preso tempo per agevolare le trattative con gli alleati anche alla luce delle critiche di alcune associazioni di categoria. Come la Confapi, che per bocca del vicepresidente Gaetano Scarito ha già tuonato: «Evitare le nomine politiche in enti come lʼIrfis deve essere la regola e non unʼeccezione. Tutti gli enti regionali devono essere liberi da condizionamenti politici e questo deve valere per ora e per il futuro». A vigilare sullʼIrfis, anche il Cna. Per segretario Mario Filipello, però, «il problema non sono le nomine, ma capire quali sono la mission e il piano industriale che la Regione vuole affidare all' Irfis: se deve essere uno strumento a servizio delle imprese, si devono coinvolgere le aziende nella sua gestione». A completare il quadro, anche il recente “incidente di percorso” del direttore generale della spa, Vincenzo Emanuele, indagato a Catania per la sua attività di commissario del Comune. DI TUTTO DI PIUʼ. Irfis Finsicilia, grazie alla Regione, è destinata a diventare la spa più potente dellʼIsola. La società, infatti, potrà gestire i fondi comunitari senza fare ricorso a bandi pubblici per l'individuazione delle banche che concedono le risorse alle aziende. Una vera e propria finanziaria regionale che, in regime di house providing, lavorerà per finanziare i programmi di investimento delle piccole e medie imprese siciliane, gestendo i fondi destinati alla realizzazione di piani e programmi regionali e concedendo finanziamenti a tasso agevolato alle imprese e ai consorzi. AL VIA LA MORATORIA. Cʼè poi il decreto firmato il 15 maggio scorso, che estende alla Sicilia l'accordo nazionale del 28 febbraio 2012 tra Abi e associazioni professionali per la moratoria dei debiti contratti dalle aziende. Si tratta dell'applicazione operativa dell'accordo, in linea con l'impegno assunto ad aprile con le 16 associazioni di categoria della Sicilia, IL FUTURO PRESIDENTE. Gaetano Armao con cui la Regione ha recepito e integrato il testo nazionale, coinvolgendo lʼIrfis, la Crias e lʼIrcac per la moratoria sui debiti relativi agli investimenti delle piccole e medie imprese dellʼIsola E LE NUOVE INTESE. Irfis sarà poi al centro di una intesa con lo Stato presentata nei giorni scorsi, al Villino Florio di Palermo, da Armao e dal dirigente generale del dipartimento degli Affari regionali, Antonio Caponnetto, alla presenza del direttore Emanuele e del vicepresidente Francesco Nicosia. Si tratta di un progetto in quattro ambiti che riguarda le regioni nelle aree a obiettivo convergenza per favorire lo sviluppo mediante l'impianto di strutture finanziarie regionali, l'utilizzo dei nuovi strumenti di ingegneria finanziaria, l'impiego efficace delle risorse, nella pianificazione finanziaria dello sviluppo territoriale: trasferimento di know how per impianto e gestione di strutture finanziarie regionali; programma integrato di sviluppo delle competenze sui nuovi strumenti di ingegneria finanziaria; programma di miglioramento delle competenze sull'utilizzo di strumenti finanziari rotativi; programma di miglioramento delle competenze nella pianificazione finanziaria dello sviluppo locale. centonove APPUNTAMENTI Imprese al Tavolo tecnico Il punto sulle misure di sostegno PALERMO. Lʼappuntamento è per il prossimo 8 giugno, data in cui si riunirà il tavolo tecnico istituito per la verifica dell'impatto delle misure fin qui introdotte a sostegno delle imprese siciliane. A comunicarlo, lʼassessore allʼEconomia, Gaetano Armao, che ha informato le associazioni di categoria sulle richieste rivolte al Governo nazionale per l'estensione anche alla Sicilia delle misure che stanno per essere adottate da Roma. Armao ha anche illustrato i contenuti di una nota rivolta alle categorie produttive che fa il punto sui contenuti del protocollo d'intesa in materia di iniziative di contrasto alla crisi economica sottoscritto il 20 aprile 2012, con la Commissione regionale abi della Sicilia ed i rappresentanti di diverse Associazioni di categoria del mondo imprenditoriale. Si tratta del primo accordo che interviene a livello regionale con l'Abi-Sicilia e si rivolge alle imprese che non rientrano nell'ambito soggettivo di applicazione dell'accordo nazionale sulla moratoria dei crediti verso il sistema delle imprese. Armao ha auspicato che il Protocollo «possa essere sottoscritto anche dalle associazioni che non lo hanno ancora fatto e che sono conseguentemente invitate a farne conoscere il contenuto. Costituisce - ha proseguito - uno strumento integrativo rispetto a quello posto in essere a livello nazionale per realizzare un impegno comune per contribuire alla ripresa economica del tessuto produttivo siciliano». «Durante la prima parte dell'anno - ha aggiunto Armao - sono state introdotte misure di sostegno che prevedono anche la ristrutturazione del debito della piccole e medie imprese siciliane. Con Decreto dell'Assessore regionale per l'Economia sono state emanate le direttive sulle modalità e le procedure per la concessione delle agevolazioni in favore delle pmi per il consolidamento di passività a breve termine esistenti nei confronti del sistema bancario». RIASSUMENDO Crias e Ircac, si riparte Sbloccato il Piano Turismo da 700 milioni di euro PALERMO. E Crias e Ircac? I due istituti che reggono il credito e le agevolazioni per gli artigiani e le cooperative stanno ripartendo dopo un periodo di blocco. La Cassa regionale è ancora senza un presidente, nessuno ha sostituito Rosario Alescio, ma la graduatoria del Bando Turismo, con 500 aziende turistico alberghiere ammesse al finanziamento per oltre 700 milioni di euro di investimenti, è ripartito dopo un lungo stop pochi giorni fa. Tra le cose fatte, la gestione dei Fondi per le scorte in agricoltura, lʼerogazione di oltre lʼ80% dei fondi a valere sulla sottomisura 4.02.b Por Sicilia 2000-2006, il mantenimento di crediti di esercizio agevolati agli artigiani (14.200), un incremento pari al 50%, rispetto al quadriennio precedente, dei finanziamenti di scorte, pari a 1200 e la deli- pagina 31 berazione di altrettanti finanziamenti a medio termine per lo stesso comparto. Ma anche lʼattribuzione alla Crias di una dotazione finanziaria di quindici milioni di euro dedicata agli autotrasportatori. Per quanto riguarda lʼIstituto Regionale per il Credito alla Cooperazione, invece, è stato pubblicata la circolare relativa a “Modalità e procedure per la concessione delle agevolazioni previste dalla legge 26 del 9 maggio 2012. Scopo dellʼintervento è di sostenere le imprese cooperative e loro consorzi che registrano situazioni di tensioni finanziarie e che presentano prospettive economiche positive. Saranno quindi possibili operazioni di finanziamento a breve, medio e lungo termine concesse dallʼIstituto e sono ammissibili alla richiesta di sospensiva per 12 mesi del pagamento delle rate a scadere. Al termine del periodo di sospensione, le cooperative e o consorzi potranno beneficiare dellʼallungamento dellʼammortamento per un periodo non superiore ad un anno per i finanziamenti a breve termine e per un periodo non superiore a tre anni per i finanziamenti a medio e lungo termine. Economia 1 GIUGNO 2012 centonove SAN FILIPPO DEL MELA. La centrale termoelettrica passa al gruppo lombardo Edipower, rivoluzione A2A Sindacati e amministrazione comunale attendono il nuovo piano di investimenti. Da mesi gli impianti lavorano al minimo della potenza. Incerto il futuro DI GIANFRANCO CUSUMANO SAN FILIPPO DEL MELA. A2A è il nuovo proprietario della centrale Edipower di San Filippo del Mela. La multiutility lombarda ha ufficializzato il passaggio di proprietà nei giorni scorsi. Lʼazienda, proprietaria della struttura siciliana con una potenza di 1200 Mw, ha lasciato Edison in mano ai francesi di Edf e ha rilevato la controllata Edipower che gestisce nove impianti sparsi per lo stivale: 6 centrali termoelettriche e 3 idriche. La notizia a San Filippo del Mela si attendeva da tempo. Le trattative per la transizione andavano avanti da mesi, proprio per questo non esiste un piano industriale e non sono previsti investimenti a breve termine. I sindacati stanno attendendo che A2A definisca i quadri aziendali in modo da fissare un tavolo di trattative. «Oggi chiudiamo un negoziato lungo e complesso -si legge in un comunicato stampa - A2A è orgogliosa del risultato raggiunto che porta alla conquista di Edipower, il principale asset produttivo della Edison. A2A diventa così il Peppe Cocuzza secondo operatore elettrico italiano con circa 12mila MW di capacità installata e un efficiente mix produttivo. Una parte rilevante di questo portafoglio è composto da impianti idroelettrici che contribuiranno a migliorare in maniera significativa la redditività industriale del Gruppo». A2A è la multiutility dellʼenergia, quotata alla Borsa Italiana, nata nel 2008 dallʼaggregazione delle storiche società lombarde Aem Milano, Asm Brescia, AMSA ed Ecodeco. Il Gruppo A2A opera principalmente nei settori della produzione, della vendita e della distribuzione di gas e di energia elettrica, del teleriscaldamento, dellʼambiente e del ciclo idrico integrato. Con un fatturato di 6,2 miliardi di euro, più di 2 milioni di clienti e circa 9.100 dipendenti. «Definito questo passaggio dice Tanino Morabito della Filctem Cgil occorre parlare del nuovo piano industriale. Senza nuovi investimenti difficilmente la centrale potrà essere competitiva nel mercato dellʼenergia specialmente con la messa in funzione del nuovo elettrodotto Terna, in fase di realizzazione, che consentirà il raddoppio del passaggio di energia tra Villafranca (Sicilia) e Rizziconi (Calabria)». Negli ultimi mesi la centrale lavora a scartamento ridotto. Basti pensare che ha a disposizione sei gruppi da 1200 Mw e ne funzionano due per un totale di 160-320 Mw. Nel fine settimane, addirittura, gli impianti non lavorano. «Diciamo che abbiamo risolto il problema dellʼinquinamento industriale - scherza amaro Morabito, facendo riferimento alle polemiche degli ambientalisti del territorio - possiamo dire che in queste condizioni di certo lʼEdipower non inquina». In realtà lʼazienda rispetta le norme ambientali poichè sono stati già effettuati (o sono in fase di ultimazione) i lavori prescritti nellʼAutorizzazione integrale ambientale (Aia) rilasciata dal Ministero dellʼAmbiente. Due gli investimenti principali: lʼabbattimento di una ciminiera da 120 metri, e la realizzazione di un sistema di “osmosi inversa” che consenta di recuperare le LA SOCIETA’ La multiutility che pensa in grande IL GRUPPO A2A è nato nel 2008 dalla volontà di creare una multiutility che si aprisse ai mercati dei servizi, mantenendo un rapporto stretto e particolare con il territorio. Nato dalla fusione tra AEM, ASM e AMSA, tre aziende con una storia di oltre 100 anni, oggi il Gruppo A2A è: la prima multiutility locale in Italia per ricavi, margini operativi e capitalizzazione di mercato; un player energetico, con una base di clienti profondamente radicata nel Nord Italia e un portafoglio di asset distribuiti in Italia; un operatore con una crescita selettiva a livello internazionale in Montenegro (produzione e distribuzione di energia), Francia (cogenerazione e teleriscaldamento), Regno Unito, Grecia e Spagna (sviluppo di impianti di trattamento dei rifiuti). Il modello di business di A2A comprende un mix di attività “green”. Con lʼacquisizione di Edipower è diventato il secondo gestore elettrico nazionale. AMBIENTE Alta tensione per Terna Il comitato dei cittadini chiede le concessioni edilizie... sotto i tralicci PACE DEL MELA. A complicare il rilancio dela centrale Edipower di San Filippo del Mela e la costruzione del nuovo elettrodotto Terna. Unʼopera che si sta scontrando anche con le proteste dei cittadini per il passaggio dei tralicci in alcuni quartieri. Il comitato dei cittadini pacesi, guidato da Angela Bianchetti, è ritornata allʼattacco e chiede al comune la visione delle concessioni edilizie rilasciate dallʼente nella fascia di interesse del realizzando Elettrodotto Sorgente -Rizziconi. Nel mirino lʼassessore allʼAmbiente Carlo De Gaetano che, secondo quanto riporta una diffida del comitato, il giorno dopo la sua nomina avvenuta il 30 giugno 2008 si sarebbe visto rilasciare dagli uffici comunali la concessione edilizia per la costruzione di un fabbricato proprio nel corridoio. «Il comitato - spiega Angela Bianchetti - sta facendo un censimento di tutti gli immobili ricadenti nella fascia di intervento dell'elettrodotto per valutare i danni che la costruzione dell' elettrodotto provocherà ai cittadini di pace del mela. Ma, nonostante le concessioni siano atti pubblici, ci è stato negato con scuse sterili la visione, e non solo, ad oggi il sindaco Pippo Sciotto non si è degnato di dare nessuna risposta. Proprio per questo chiediamo le dimissioni dellʼassessore per palese conflitto dʼinteresse». Le tensioni continuano anche tra i cittadini. Angela Bianchetti recentemente è nato un altro pagina 32 comitato, “Alta tensione” che si aggiunge al Coordinamento Ambientale Tutela del Tirreno,composto dalle associazioni Tu.Dir.da.i., Adasc, Tsc , Pro Loco di Pace del Mela e alla Tat. «Tali Associazioni vantano il merito di aver attenzionato il problema dell'attraversamento dell'elettrodotto Terna Sorgente Rizziconi sul nostro territorio comunale - cntinua bianchetti - ed il loro impegno ha determinato un cambio di direzione della Provincia Regionale di Messina la quale ha fatto capire al colosso Terna di rivedere il progetto ed ha promosso l'indizione di un referendum. A promuovere “Alta Tensione” è un consigliere che non ci ha mai sostenuto. Ci dica in che cosa abbiamo sbagliato. Così, si crea solo caos e si favorisce chi vuole ostacolarci». centonove Economia 1 GIUGNO 2012 acque oleose per azzerare entro lʼanno lʼutilizzo di acqua di falda. «La centrale ha del personale qualificato e tutte le carte in regola per essere competitiva conclude Morabito - però lʼazienda ci deve dire quali sono i suoi programmi o ci avvieremo verso una lenta agonia». Sulla stessa lunghezza dʼonda anche Carlo Caruso della Uil. «Auspichiamo chiarezza al più presto - dichiara tenendo conto il mantenimento della forza lavoro (attualmente 218 dipendenti, ndr) e le esigenze ambientali del territorio. Eʼ logico che si dovrà tenere conto del nuovo piano energetico regionale e nazionale». Contattato lʼufficio stampa di A2A ha rinviato il rilascio di dichiarazioni in attesa che vengano definiti i nuovi vertici aziendali. Sul futuro della centrale, nei mesi scorsi, si erano fatte le ipotesi anche le più improbabili. Destituita di fondamento lʼipotesi di realizzare al suo interno un termovalorizzatore. «La redditività di questa centrale è bassa - rivela il sindaco di San Filippo del Mela, Peppe Cocuzza - e temiamo che in un progetto di rilancio di Edipower e di ottimizzazione dei costi la centrale siciliana possa essere penalizzata». Lʼamministrazione comunale ha seguito da vicino la vicenda sul passaggio di proprietà ed è in attesa di un incontro con i rappresentanti di A2A. «Siamo preoccupati che possa andare lentamente verso la chiusura - conclude Cocuzza - in base alle prescrizioni dellʼAia, infatti, due gruppi da 160 dovranno essere smantellati. Sarebbe un danno enorme per il tessuto sociale del nostro territorio. Cʼè troppa incertezza». MELILLI. Il progetto da 800 milioni di euro sul tavolo del governatore Rigassificatore, andamento lento L’iniziativa proposta dalla joint venture tra Erg e Shell ha tutti i pareri positivi. Manca solo la firma finale. I sindaci chiedono investimenti sul territorio MELILLI. Rimane nel limbo il progetto di un rigassificatore da 800 milioni di euro da realizzare a Melilli. A presentare il progetto è stata la “Ionio Gas” che vede azionisti Erg e Shell. Ma dalla Regione ancora non si ha notizia di una decisione. Dal 30 marzo il decreto rimane sul suo tavolo del governatore Raffaele Lombardo con il parere positivo dellʼassessorato all´Energia. A prendere la decisione, formalmente deve essere la giunta, visto lʼimportanza del procedimento. I numeri sono da capogiro in un momento di forte recessione economica che sta attraversando il paese: 800 milioni di euro di investimento, un migliaia di nuovi posti di lavoro, 32 milioni di compensazioni ai Comuni. Eppure lʼiter va avanti da sette anni. Lʼautorizzazione già firmata dall´assessore Giosué Marino (da pochi giorni dimissionario) e dal dirigente generale Gianluca Galati, «autorizza a realizzare un rigassificatore nel Comune di Melilli della capacità di 8 miliardi di metri L E G A L M E N T E TRIBUNALE DI PATTI GALATI MAMERTINO – Via P.Toselli 15 – Lotto Unico: Immobile sito nel centro urbano composto da: A) P.terra con vano uso bar, disimpegno e servizi, vano uso laboratorio con piccolo ripostiglio/cantina, ampio vano a p.primo adibito a sala, comunicante al bar con scala interna, annessi terrazzo e spiazzo; sup. lorda tot. mq 320,10. Civico 11 – B) Appartamento da ristrutturare p.II, ingresso da androne comune. Prezzo base Euro 146.930,00. Rilancio minimo Euro 1.500,00. Vendita senza incanto 12.07.12 ore 11.00. Eventuale incanto 20.09.12 ore 9.30. Domanda in carta legale entro ore 13 giorno precedente vendita in Cancelleria con assegno circolare n.t. pari al 10% prezzo offerto per cauzione. Info: Cancelleria, siti www.tribunaledipatti.net o www.foropatti.it.. G.E. Dr. S. Saija. Custode Avv. Margherita Manasseri 0941/794057. RGE 16/06 centonove Settimanale di Politica, Cultura, Economia PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 FAX 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI I PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected] pagina 33 cubi di gas all´anno incrementabile fino a 12 miliardi». LʼErg, secondo lʼatto, si dovrà assumere una serie di investimenti in materia ambientale: dalla predisposizione di un piano di monitoraggio della qualità dellʼaria, alla viabilità, a interventi per il miglioramento delle acque marine del comprensorio Melilli-Priolo. Una situazione di stasi contestata anche da Confindustria Sicilia. Di fuoco le parole dell´ex presidente Ivan Lo Bello che più volte ha attaccato Raffaele Lombardo Palazzo d´Orleans. A chiedere interventi a favore del territorio (la Raffineria ha avviato una cassa integrazione per 400 dipendenti) tramite un documento firmato dalle aziende e dai sindacati insieme anche ventuno sindaci della provincia di Siracusa. Chiedono un incontro al governatore per dare respiro allʼeconomia locale. In cima all'agenda proposta dai sindaci e dalle associazioni, ci sono le proposte per rendere cantierabili i progetti per le opere pubbliche che ammontano a cinque miliardi di euro e riguardano i lavori per i tre lotti dell' autostrada "Siracusa-Gela" nel tratto che collegherà Rosolini a Modica, il raddoppio della superstrada CataniaRagusa. Lo sblocco di finanziamenti privati per due miliardi di euro e una serie di progetti necessari per il rilancio dell' area industriale di Priolo. Il riferimento è in particolare al rigassificatore di Melilli e all' impianto di cogenerazione della "Esso". Economia 1 GIUGNO 2012 MILAZZO. Il legale messinese Parrinello promette il rilancio dell’azienda traino del Centro commerciale Carrefour , “ci penso io” Il docente universitario manda all’aria i piani di Immacolato Bonina e Nino Giordano. Il titolare della Sigma aveva accarezzato il sogno di comprare il marchio e i dipendenti DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Lʼincarico glielʼha attribuito il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera. Il legale messinese, Marcello Parrinello, non ha perso tempo e si è subito tuffato nellʼavventura di commissario straordinario di Grande distribuzione meridionale Spa, azienda titolare di vari supermercati in Calabria e in Sicilia e da tempo in crisi. Su di lui sono riposte le speranze delle famiglie dei 495 lavoratori dipendenti dellʼazienda che gestisce gli ipermercati della francese Carrefour in Calabria e Sicilia più numerosi supermercati dei marchi Quiiper, Dìperdì e Docks market: 104 di questi lavoratori erano fino allo scorso anno impiegati al Carrefour aperto nel Centro commerciale di Milazzo, di proprietà dell'imprenditore messinese Nino Giordano: sino al 7 luglio 2012 sono in cassintegrazione. La nomina di Marcello Parrinello scompagina i piani di Immacolato Bonina, imprenditore titolare del marchio Sigma e Mercati alimentari, che da tempo trattava lʼacquisto del punto vendita e della licenza commerciale. La trattativa era seguita con favorevole attenzione dallo stesso Nino Giordano, che vanta crediti nei confronti di Gdm e è molto preoccupato per il calo di presenze nel Centro commerciale dopo la chiusura della Piattaforma alimentare. Al docente universitario di diritto civile sono stati sufficienti alcuni giorni di lavoro, infatti, per arrivare a tre conclusioni che lasciano intravedere quale sarà il leit motiv dellʼazione di amministratore: «Il contratto dʼaffittto dʼazienda con Eurologistick Spa sarà sciolto per inadempienza. Lʼazienda è risanabile. E, per questo, chiederò lʼaccesso ai Fondi sulle grandi aziende in crisi». Come dire, “Ci penso io” a fare quello che non sono riusciti a fare gli imprenditori che mi hanno preceduto. Tradotto in termini concreti, significa che il commissario straordinario non ha alcuna intenzione di cedere il punto vendita e vuole continuare a portare avanti lʼattività di impresa. «Non cʼè dubbio che la nomina del commissario straordinario segna un battuta dallʼarresto dellʼintera operazione che era sul punto di andare in porto. Credo, anzi, si possa affermare sia del tutto saltata», sottolinea lʼimprenditore di Barcellona Pozzo di Gotto. IL PIANO BONINA. Lʼimprenditore Immacolato Bonina si era detto disponibile a riassumere tutti i 103 dipendenti ma attendeva che dalla cassa integrazione passassero alla mobilità. Il motivo? Assumere personale in mobilità, grazie agli sgravi contributivi previsti dalla legge, costa il 40% in meno circa per due anni. La proposta avanzata dal patron del “Gruppo Bonina” prevedeva lʼipotesi di impiego nellʼex Carrefour, inserito nel Marcello Parrinello Centro commerciale “Milazzo” di Olivarella, di 40 unità di personale. I restanti 63 dipendenti sarebbero stati reimpiegati invece in altri tre punti commerciali di prossima apertura: il primo un punto vendita a Villafranca che si sta realizzando in prossimità del lungomare e altri due nel capoluogo: a Messina Zir, nellʼex edificio del Gruppo Franza adibito a sede del Messina Calcio, il terzo in località Zafferia. Ma lʼinteressato tergiversare di Bonina e lʼavvento di Parrinello ha fatto saltare lʼoperazione. LE REAZIONI. Carmelo Garufi, segretario provinciale della Filcams della Cgil, commenta: «Se Marcello Parrinello ha idee chiare e può contare su un management serio, la sua annunciata opera di risanamento e di rilancio è benvenuta, altrimenti cʼè il rischio che tra un anno ci si trovi punto e Immacolato Bonina centonove daccapo ma ne frattempo lʼunico imprenditore serio che sinora si è fatto avanti magari sarà sparito». DELUSIONE. Il naufragio del piano di Bonina è stato accolto con delusione da Nino Giordano, imprenditore con interessi che spaziano dal campo degli aerei, alle pulizie e al settore immobiliare, che teme la moria degli esercizi commerciali e quindi un calo degli introiti derivanti dagli affitti dellʼimmobile. «Da quando il Carrefour ha abbassato le saracinesche cʼè stato un calo notevole delle presenze in contrada Olivarella», osserva il sindacalista Carmelo Garufi. Alla discesa in campo di Bonina così guardavano con ansia non solo i 104 in cassintegrazione ma anche gli 87 dipendenti che costituiscono lʼindotto della piattaforma alimentare. DECISIONISMO. Per rilanciare in prima persona Gdm Spa Marcello Parrinello deve sciogliere il contratto dʼaffitto con Eurologistick Spa, a cui i precedenti amministratori aveva affittato il ramo dʼazienda. «Ho studiato le carte. Ci sono i margini per risolvere il contratto», ha dichiarato il docente di diritto societario. A dispetto dell'accordo siglato in Prefettura, il mese di luglio del 2011 infatti, molti operai ancora non sono stati riassorbiti al lavoro proprio a causa delle difficoltà economiche in cui naviga Eurologistick, che non ha neppure pagato regolarmente i lavoratori riassunti e non ha pagato neppure il canone di locazione. Nino Giordano IL PERSONAGGIO Impresa, che passione Il docente con un passato burrascoso al gruppo Versaci MESSINA. Avvocato e professore universitario Marcello Parrinello la passione per lʼimprenditoria ce lʼha da tempo tanto che da docente di diritto Civile alla Facoltà di Giurisprudenza si è “trasformato” docente di diritto Societario alla facoltà di Economia dellʼateneo di Messina. La passione del giurista per lʼimpresa e lʼeconomia risale agli anni a cavallo degli anni duemila quando il Tribunale e la Procura di Messina gli attribuirono la curatela e lʼamministrazione giudiziaria di alcune tra le imprese più importanti della città: tra queste le società del gruppo imprenditoriale dei tre fratelli Versaci, Pippo, Carlo e Nino, finito nella bufera di tangentopoli. Nominato il 25 ottobre del 2001 amministratore giudiziario delle quote di Nino Versaci, finito agli arresti, Marcello Parrinello ci prese tanto gusto ad esercitare lʼattività dʼimpresa che si alleò con gli pagina 34 altri due fratelli, entrati nel frattempo in rotta di collisione con Nino. La fiducia di Carlo e Nino nei suoi confronti fu tale che lo nominarono presidente del Cda di Cariboni Autostrade e Gallerie Spa e Benedetto Versaci Spa, le due società operative del gruppo, titolari di commesse per milioni di Euro in tuttʼItalia. Non solo. Parrinello costituì due imprese con i figlio di ciascuno dei due fratelli suoi alleati. Quando lʼamministrazione giudiziaria cessò, nel 2004, e Nino tornò nella piena titolarità delle sue quote lo scontro con il docente fu feroce. Nino Versaci impugnò in Tribunale, senza successo, vari atti di Parrinello, che accusava tra le righe di non fare gli interessi della società di non essere trasparente nei confronti dei soci. La fiducia degli altri due fratelli venne meno nel 2007. Uno dei soci gli chiese come andavano le cose in Cariboni Spa, Parrinello prima rispose che tutto andava bene ma dopo qualche settimana comunicò che bisognava ricapitalizzare (ipotesi che poteva aprire il varco per lʼavvento di altri soci) con milioni di euro se non si volevano portare i libri in Tribunale. Un consulente disse che non era necessario. Parrinello fu defenestrato. (M.S.) centonove Economia 1 GIUGNO 2012 PIRAINO. La società che gestisce il servizio prenotazioni dell’Asp di Messina nel mirino della Finanza Radio Call? E’ fuori onda Secondo le Fiamme Gialle ci sarebbe stato uno scambio di fatture false con una società dello stesso gruppo. Evasi quasi 2 milioni nel 2008. Senza stipendi i 90 dipendenti DI CATERINA SCAFFIDI PIRAINO. Fornisce servizi di call center per lʼAzienda Sanitaria Provinciale di Messina, lʼAzienda Ospedaliera Ospedali riuniti Papardo e Piemonte e lʼAzienda Ospedaliera Universitaria Vittorio Emanuele di Catania. Radio Call Service s.r.l, impresa di Piraino con una novantina di dipendenti provenienti da tutto lʼhinterland nebroideo è finita nel mirino della Guardia di Finanza per un giro di presunte fatture false scoperte dagli inquirenti della Guardia di Finanza di Capo Una protesta delle dipendenti di Radio Call di fronte alla prefettura Nella foto grande la protesta dei dipendenti di Radio Call service di fronte alla prefettura di Messina. La società di Piraino fornisce servizi di call center per lʼAzienda Sanitaria Provinciale di Messina, lʼAzienda Ospedaliera Ospedali riuniti Papardo e Piemonte e lʼAzienda Ospedaliera Universitaria Vittorio Emanuele di Catania. Ad amministrare lʼazienda è Michela Pizzino che ha preso le redini dal padre Giuseppe, ex patron delle camicerie Castello. Secondo i vertici di Radio Call service i problemi economici sarebbero legati ai ritardi dei pagamenti da parte dei diversi fornitori. dʼOrlando. Sette milioni e mezzo di euro la cifra contestata e riguarda, oltre che la prima società di telecomunicazioni, anche unʼazienda dello stesso settore con sede a Ficarra. Pare, infatti, che le due aziende avrebbero occultato al fisco nel 2008, costi non deducibili per 725 mila euro ed evaso 1.793.000 euro di Iva. Inoltre il bluff fiscale riguarda 37 mila euro di Irap e lʼomesso versamento di Irpef, Ires ed Inps per oltre 600 mila euro. È stato accertato, infatti, che lʼazienda pirainese priva di patrimonio e dunque non “punibile” dal fisco, attraverso lʼemissione di fatture false avrebbe permesso alla seconda società, con sede a Ficarra, di annullare il carico fiscale eludendo il pagamento delle imposte. Alla fine delle indagini il risultato che ne è scaturito è stato la denuncia a piede libero del legale rappresentante di entrambe le aziende con le accuse di emissione di fatture false e dichiarazione fraudolenta. Ma il comandante Stefano Musumeci, della Guardia di Finanza di Capo dʼOrlando, sostiene che lʼindagine potrebbe rivelare retroscena più ampi che riguardano unʼaltra inchiesta di maxi evasione che fu realizzata lʼanno scorso e che vide protagoniste altre società di Brolo e Piraino del settore tessile e vicina allo stesso gruppo imprenditoriale di Radio Call Service. Non è la prima volta che questa società balza agli onori della cronaca, a dicembre le dipendenti hanno protestato per ottenere gli stipendi arretrati. La situazione non è migliorata. Radio Call Service nasce nel 1984, oggi può far leva su un fatturato che va oltre i 50 milioni di euro, ideatore dellʼiniziativa imprenditoriale è stato il brolese Giuseppe Pizzino. Sin dagli ultimi anni ʼ80, infatti, Pizzino individuò professionisti, medici e imprenditori e propose loro la possibilità di essere rintracciati in ogni momento della giornata. Allora lʼepoca dei telefonini era lontana, così Pizzino scoprì sui mercati esteri i cercapersone e trovò così la “mission” della sua azienda. Lʼazienda fa capo a una delle società da lui dirette, tra queste vi è anche la “Castello S.r.l”, nota impresa siciliana del settore tessile. Ad oggi, però, per una serie di problematiche giudiziarie che hanno visto protagonista lʼazienda non è più Giuseppe Pizzino lʼamministratore unico dellʼimpresa, ma la figlia Michela. Riguardo alla questione degli stipendi arretrati la famiglia Pizzino si difende sostenendo che la crisi di liquidità dellʼazienda è dovuta al mancato incasso dei crediti vantati nei confronti della Regione. «Si tratta di un milione e 200 mila euro- dice Michela Pizzino- a questi si aggiungono altri i crediti commerciali, circa un milione di euro». VILLAFRANCA Telcom, di sicute al consiglio Femca Cisl VILLAFRANCA. Tenere alta lʼattenzione sulla vertenza Telcom e sulle problematiche del tessuto produttivo industriale del territorio. Questo lʼobiettivo della Femca Cisl che ha scelto di svolgere il prossimo Consiglio Generale del sindacato il 18 giugno nellʼaula consiliare del comune di Villafranca Tirrena. Una riunione aperta alla cittadinanza - si legge nella nota del sindacato - nella speranza che possa emergere un dibattito costruttivo e concreto sul futuro del comprensorio industriale che va da Villafranca a Milazzo. Intanto la scorsa settimana è stata raggiunta l'intesa con la Telcom impegnatasi a privilegiare le eventuali proposte di acquisto del capannone dellʼarea ex Pirelli e nel riconoscere agli ex 18 dipendenti l'indennizzo di 3.600 euro ad integrazione del regime di mobilità. (Antonio Bonaccorso) pagina 35 Economia 1 GIUGNO 2012 OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà UOMINI&BUSINESS Scambi di studenti, record Erasmus LA MOBILITA DELL'APPRENDIMENTO è un obiettivo chiave della strategia Europa 2020 per la crescita e l'occupazione ed è il fulcro dell'iniziativa della Commissione 'Youth on the Move' che prende le mosse dal successo di Erasmus. Lo scorso settembre la Commissione, nell'ambito della sua strategia per la modernizzazione dell'istruzione superiore ha ribadito la necessità di offrire maggiori opportunità agli studenti di acquisire abilità grazie a uno studio o a una formazione all'estero. L'obiettivo europeo in tema di mobilità studentesca complessiva è raggiungere almeno il 20% entro la fine del decennio. Attualmente, circa il 10% di studenti studia o riceve una formazione all'estero con il sostegno di Erasmus o di altri sistemi pubblici e privati. Circa il 4,5% di loro riceve una borsa Erasmus. Erasmus non si occupa solo degli studenti e del personale degli istituti di istruzione superiore, ma attraverso il finanziamento di progetti e reti transnazionali, consente anche alle istituzioni di istruzione superiore di collaborare tra loro. A novembre la Commissione ha presentato la propria proposta relativa a 'Erasmus for All', un nuovo programma globale che accorpa Erasmus con gli altri programmi su scala internazionale nel campo dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, rimpiazzando sette programmi attuali con uno solo. La Commissione ha proposto un bilancio di 19 miliardi di euro per Erasmus for All nel periodo 2014-2020, il che rappresenta un aumento di circa il 70% rispetto all'attuale bilancio settennale per i programmi esistenti. Due terzi dei finanziamenti nell'ambito di Erasmus for All erogheranno borse per accrescere la base di conoscenze e competenze. L'importo rimanente sosterrà la cooperazione tra istituzioni, aziende e altre organizzazioni. Venticinque anni dopo il suo avvio Erasmus è diventato il programma dell'UE più noto e il più efficace sistema di scambio di studenti al mondo. Più di 231 000 studenti hanno ricevuto borse Erasmus per studiare o ricevere una formazione all'estero nel corso dell'anno accademico 2010-11 – ciò costituisce un nuovo record e un aumento dell'8,5% rispetto all'anno precedente. Con l'attenzione che consacra alle lingue, all'adattabilità, alla consapevolezza interculturale e alla leadership, Erasmus conferisce ai giovani abilità essenziali per accrescere la loro occupabilità e assicurare il loro sviluppo personale. Da quando ha preso il via nel 1987 il programma ha offerto a più di 2,5 milioni di studenti europei l'opportunità di andare all'estero per studiare presso un'istituzione di istruzione superiore o per un collocamento lavorativo in impresa. Se si confermano le tendenze attuali, l'Unione europea raggiungerà il proprio obiettivo di recare sostegno a 3 milioni di studenti Erasmus entro il 2012-13. Nel 2010-11 le tre destinazioni più popolari tra gli studenti sono state la Spagna, la NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Credito d’imposta per nuove assunzioni SEMBRA SBLOCCARSI FINALMENTE il credito di imposta sulle assunzioni previsto dal decreto legge 70/2011. Ne ha dato notizia la Presidenza del Consiglio dei Ministri l'11 maggio scorso, la quale ha annunciato che è stato approvato il decreto attuativo previsto dal Dl 70/2011. Si tratta di un incentivo pari alla metà del costo del lavoro sostenuto dai datori di lavoro che assumono nelle aree svantaggiate lavoratori a tempo indeterminato in sovrannumero rispetto alla forza al 13 maggio 2011. I lavoratori interessati sono quelli individuati dal regolamento Ce 800/2008 tra i quali: disoccupati, disabili, ultra cinquantenni, donne che lavorano in settori che registrano una occupazione minore rispetto alla media. La durata del beneficio varia da 1 a 3 anni a seconda del grado di svantaggio del soggetto inserito. Non ce ne vogliano gli ottimisti, ma dopo i precedenti annunci di imminente avvio dei mesi scorsi, la prudenza é comunque d'obbligo. Già un comunicato stampa del Ministero del Lavoro nel mese di ottobre scorso dava per imminente l'avvio della misura agevolativa in quanto si leggeva - era giunto l'ok comunitario. Se dopo oltre un anno (l'incentivo é in vigore dal 14 maggio dello scorso anno, ma finora é rimasto sospeso), quindi, i datori di lavoro delle aree svantaggiate del Paese che ne hanno diritto, dovrebbero poter finalmente recuperare le somme spettanti e da essi anticipate in un periodo peraltro così difficile, occorre ricordare che ancora la compensazione non é possibile. La palla passerà infatti alle Regioni che dovranno stabilire termini e modalità di fruizione del bonus con decreto dirigenziale, adottato entro 30 giorni dallʼentrata in vigore del citato provvedimento, attuativo della legge. Per accedere al beneficio, i datori di lavoro ed i consulenti del lavoro che li assistono dovranno inoltrare apposita istanza alla Regione competente che successivamente comunicherà lʼammissione al bonus, nei limiti delle risorse disponibili stanziate. Ricordiamo, infatti, che le risorse stanziate sono: Abruzzo (4 milioni di euro), Molise (1 milione di euro), Basilicata (2 milioni di euro), Campania (20 milioni di euro), Calabria (20 milioni di euro), Puglia (10 milioni di euro), Sicilia (65 milioni di euro) e Sardegna (20 milioni di euro). L'euforia, quindi, va quantomeno rinviata ad un momento successivo e cioè a quello in cui lʼagevolazione sarà effettivamente fruibile. centonove Francia e il Regno Unito. La Spagna ha anche inviato il maggior numero di studenti all'estero, seguita da Francia e Germania. Il Lussemburgo ha inviato all'estero il maggior numero di studenti in proporzione alla popolazione studentesca nazionale. Il bilancio Erasmus 2010-11 consacrato alla mobilità degli studenti e del personale delle istituzioni di istruzione è stato di circa 460 milioni di euro. "Il programma Erasmus, di cui quest'anno celebriamo l'anniversario d'argento, è una delle maggiori success stories dell'Unione europea. In questi tempi difficili le abilità acquisite grazie agli studi e ai collocamenti Erasmus sono più preziose che mai," ha affermato Androulla Vassiliou, commissario europeo responsabile per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù. Sul numero complessivo di studenti che hanno fruito di un sostegno nel 2010-11 circa 190 000 hanno scelto di trascorrere fino a 12 mesi del loro programma di laurea all'estero presso un'università o un'altra istituzione di istruzione superiore in uno dei 32 paesi che partecipano ad Erasmus. Il numero di studenti che hanno scelto l'opzione di studio è aumentato del 7,2% rispetto al 2009-10. I collocamenti lavorativi in imprese estere hanno ricevuto un sostegno da Erasmus sin dal 2007 e sono sempre più popolari. Nel 2010-11 uno studente Erasmus su sei, pari a un totale di circa 41 000 studenti, ha scelto questa opzione. Ciò costituisce un aumento del 15% rispetto all'anno scorso. ALIMENTARE Ficodindia San Cono Richiesta dop in Gazzetta PALERMO. "E' stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea la domanda di registrazione del disciplinare di produzione della Dop 'Ficodindia di San Cono'. La denominazione di origine protetta è riservata ai frutti provenienti dalle seguenti cultivar della specie 'Opunzia Ficus Indica': 'Surfarina', detta anche 'Gialla' o 'Nostrale'; 'Sanguigna', detta anche 'Rossa'; 'Muscaredda' o 'Sciannarina'. detta anche 'Bianca'. E' ammessa anche una percentuale non superiore al 5% degli ecotipi locali delle selezioni di 'Trunzara'. Tra le caratteristiche distintive del 'Ficodindia di San Cono' ci sono le grandi dimensioni dei frutti, la buccia dai colori intensi e vivi, un profumo molto delicato e un sapore molto dolce. La zona di produzione del 'Ficodindia di San Cono' comprende il territorio posto ad altitudine compresa tra 200 e 600 metri s.l.m., dei comuni di San Cono, San Michele di Ganzaria, Piazza Armerina e Mazzarino. pagina 36 CAMERA DI COMMERCIO Montante rieletto a Caltanissetta CALTANISSETTA. Si è insediato il nuovo consiglio della Camera di Commercio di Caltanissetta che ha riconfermato, all'unanimità, alla presidenza Antonello Montante. La conferma arriva dopo due anni di mandato e di un percorso avviato con la nomina di Marco Venturi, nel dicembre del 2006. CITTA’ DEL MIELE A Sortino la presidenza SIRACUSA. E' il sindaco di Sortino, Vincenzo Buccheri, il nuovo presidente de Le Città del Miele, la rete nazionale dei territori che danno origine e identità ai mieli italiani. Buccheri è stato eletto nel corso dell'assemblea nazionale. BORGHI PIÙ BELLI DI SICILIA Bartolo Vienna coordinatore GERACI SICULO. Nuovo coordinatore dei Borghi più belli di Sicilia è il sindaco di Geraci Siculo Bartolo Vienna che subentra al sindaco di Castelmola Antonietta Cundari. In unʼassemblea che si è tenuta a Brolo, il primo cittadino è stato eletto coordinatore degli 11 comuni Siciliani, Brolo, Castelmola, Castiglione di Sicilia, Cefalù, Gangi, Geraci Siculo, Montalbano Elicona, Novara, San Marco d'Alunzio, Savoca e Sperlinga. CONSUMATORI Le clausole vessatorie DI FRANCESCO SURIA LE CLAUSOLE vessatorie, ovvero le condizioni contrattuali che stabiliscono, a favore di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilità, facoltà di recedere dal contratto o di sospenderne l'esecuzione, ovvero sanciscono a carico dell'altro contraente decadenze, limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni, restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti coi terzi, tacita proroga o rinnovazione del contratto, clausole compromissorie o deroghe alla competenza dell'autorità giudiziaria non hanno effetto, se non sono specificamente approvate per iscritto. Sul punto è recentemente intervenuta una sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato il principio che l'adempimento della specifica approvazione per iscritto delle clausole vessatore può dirsi assolto soltanto quando le stesse siano oggetto di una approvazione separata, specifica ed autonoma, distinta dalla sottoscrizione delle altre condizioni dell'accordo. Ciò al fine di richiamare l'attenzione del contraente debole verso il significato di quella determinata e specifica clausola a lui sfavorevole. Quindi se la distinta sottoscrizione richiami più condizioni generali di contratto può considerarsi valida solo se tutte le clausole richiamate siano vessatorie mentre il richiamo in blocco di tutte le condizioni generali di contratto o di gran parte di esse, comprese quelle prive di carattere vessatorio, determina lʼinefficacia delle clausole. Adiconsum Messina centonove MONUMENTI, MAMMA... LI RUSSI A Messina, Taormina e Reggio iniziative in memoria del terremoto del 1908 PAG. 38 poster 1 GIUGNO 2012 FORTE GONZAGA DA ESPUGNARE Lʼistituto nazionale dei castelli riapre la struttura di Messina PAG. 43 MURALES DI UMANITA VARIA EVENTI. FINO AL 7 GIUGNO LA SECONDA EDIZIONE DEL “QUEER FILM FESTIVAL”, RASSEGNA DEDICATA AL MONDO OMOSESSUALE Palermo, il cinema è “friendly” Fra gli ospiti Vladimir Luxuria ed Emma Dante LA PARATA .”Gay Pride”, via alle danze Eliseo Laganà DI STEFANIA PREVITE PALERMO. Dopo il successo dello scorso anno, torna a Palermo il “Queer Film Festival”, rassegna cinematografica dedicata al mondo gay e lesbico. Alessandro Rais e i suoi collaboratori hanno deciso infatti di scommettere nuovamente sul capoluogo siciliano, che ospiterà il festival dallʼ1 al 7 Giugno. La madrina della kermesse, ospite durante la serata inaugurale presso il Cinema Rouge et Noir, sarà Vladimir Luxuria, da sempre in prima linea per lʼabbattimento delle strutture mentali e sociali che danno una connotazione negativa al nuovo, allo strano e al diverso. La giuria di esperti sarà presieduta invece dallʼattrice, regista e drammaturga Emma Dante. IL PROGRAMMA. Saranno sette giorni frenetici per i partecipanti al film fest, che questʼanno è il più trasversale possibile e cerca di abbracciare quante più forme di espressione, con 57 film presentati (tutte prime in prima proiezione per la Sicilia e con anteprime nazionali e internazionali), 4 tavole rotonde, 4 presentazioni di libri, 3 mostre di arti visive e 1 spettacolo teatrale. I concorsi promossi dagli organizzatori sono il “Queer Short”, gara di cortometraggi con 15 titoli provenienti da tutto il mondo, e il “Panorama Queer”, con lungometraggi e documentari nazionali e internazionali. Il festival però sarà anche un modo per omaggiare tutti gli artisti che con il proprio lavoro hanno contribuito ad arricchire e sdoganare le “nuove visioni”. Il primo omaggio sarà per Serge Daney, critico cinematografico francese scomparso 20 anni fa, che Andrea Inzerillo, curatore dellʼevento, ricorda così: «Ci piacerebbe, con Daney, scoprire e riscoprire una vitalità della visione e trovare il senso di indignazione contro quei prodotti che la nostra epoca, senza cinema, si è rassegnata a subire passivamente». A tal proposito verrano invitati ad una tavola rotonda sul senso della “critica cinematografica oggi” numerosi giovani che scrivono su riviste on-line. Un altro omaggio dovuto è quello al regista Werner Schroeter, maestro del nuovo cinema tedesco, che verrà ricordato con la proiezione del documentario realizzato da Elfi Mikesch “Mondo Lux” e con la proiezione del film che condusse il maestro Schroeter in Sicilia: “Palermo oder wolfsburg”, tratto dal romanzo di Giuseppe Fava “La passione di Michele”. Nella sezione “Letterature Queer”, coordinata da Silvia Antosa, saranno presentati quattro libri: le poesie di Vittorio Lingiardi “La confusione è precisa in amore”; “Il porno espanso” di Maina e Zecca; “Feticci” di Massimo Fusillo, presentato da Giampiero Piretto e “Lʼinvenzione della virilità”, di Sandro Bellassai. La giuria del festival assegnerà il premo intitolato a Nino Gennaro, “esempio di intellettuale siciliano eclettico e non allineato, coscienza civile scomoda e poetica”, al giornalista spagnolo Eduardo Mendicutti, uno degli autori più importanti della letteratura omosessuale spagnola. Il premio è dedicato agli intellettuali che promuovono e diffondono la cultura “queer” e che sono impegnati nella difesa dei diritti dei Glbt. Il trailer dellʼevento sarà realizzato da Stefano Savona, vincitore questʼanno del David di Donatello per il miglior film documentario. Il regista presenterà in anteprima il film “Palazzo delle Aquile” vincitore del “Festival Cinéma du Réel a Parigi nel 2011”. pagina 37 Vladimir Luxuria PALERMO. Con molta probabilità ospiterà lʼedizione 2013 del “Gay Pride”, ma in attesa della decisione del movimento Lgbt nazionale, che dovrà “rispondere” alla candidatura del capoluogo siciliano proposta del Consiglio nazionale di Arcigay, la città di Palermo si appresta a fare le “prove generali” del raduno nazionale con la prossima edizione del “Palermo Pride”, che si svolgerà il 16 giugno. Lʼevento è stato presentato mercoledì 30 giugno nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato, fra gli altri, il sindaco Leoluca Orlando, lʼassessore alla cultura Francesco Giambrone e lʼassessore alle politiche sociali Agnese Ciulla. Non parteciperà invece alla sfilata finale dei vari pride il comitato “Makwan Arcigay” di Messina, che tramite il suo presidente Rosario Duca ha comunicato la decisione in segno di rispetto verso le vittime del terremoto che ha devastato lʼEmilia Romagna. «Il comitato messinese - spiega Duca parteciperà dove potrà alle iniziative culturali che precedono il corteo finale, ma non alla sfilata finale dei vari Pride». postereventi 1 GIUGNO 2012 centonove MESSINA. Monumento ai marinai che si prodigarono dopo il terremoto del 1098. Ma c’è un giallo Mamma... li russi Una storia aggrovigliata nata con un bozzetto dello scultore Kufferle. Dove il dono lo riceve chi avrebbe dovuto farlo DI FELICE IRRERA MESSINA. La storia è lunga. Parte da più di cento anni fa. Esattamente da quando, allʼindomani del catastrofico terremoto del 1908, per diversi mesi non si fece che parlare dellʼaiuto prestato a Messina dai marinai russi e del fatto che occorreva in qualche modo ringraziarli con un monumento o dedicando loro una piazza quando la città fosse risorta dalle macerie. Già nel 1911 la nave “Aurora”, giunta a Messina, ricevette onorificenze del Regno e della città, alcune delle quali sono oggi custodite nel Museo della Marina Militare di San Pietroburgo, insieme ad un bozzetto di monumento ad essi dedicato dallo scultore italiano Pietro Kufferle, che, trasferitosi a San Pietroburgo, tra fine Ottocento e inizio Novecento condusse lì una brillante carriera di scultore e sperò di vedere realizzata al più presto in Italia la sua creazione, senza però che il progetto vedesse la luce. Dovevano passare molti anni dal tragico evento (esattamente settanta) perché per la prima volta Messina si ricordasse dei Russi con lʼapposizione di una lapide sulla facciata del Municipio; e quasi altri trenta (2006) perché lʼallora Ministro della Difesa Antonio Martino (con il collega russo Sergey Ivanov), in occasione del convegno “Italia e Russia nel nuovo scenario di sicurezza”, scoprisse una nuova targa e intitolasse ai Russi una via… che però non appare oggi segnata da nessuna parte, nemmeno sulla targa. Altre proposte per unʼiniziativa comune giunsero da parte russa nel 2008, ma sui marinai non si fece nulla (però, venne apposta al teatro Vittorio Emanuele una targa a Nicola II, per iniziativa di un erede dello zar che vive in Francia!). Ed ecco che il 1° marzo dellʼanno scorso, si apprende, lontano da Messina, da una notizia riportata da “Agrigento flash”, di unʼintervista rilasciata al periodico on-line “Russia Oggi”, da Aleksandr Lukashevich, portavoce ufficiale del Ministero degli Esteri della Federazione Russa, che, esaltava gli ottimi rapporti tra Italia e Russia e dichiarava come lʼanno di interscambio inaugurato il 16 e 17 febbraio avrebbe contribuito “a far conoscere allʼopinione pubblica quanto siano sviluppate le nostre relazioni negli ambiti più disparati”. Il periodico agrigentino aggiungeva che a ricordare questo eroico gesto della Marina Russa verso la popolazione messinese, proprio in occasione delle celebrazioni dellʼanno di fratellanza tra le due nazioni, lIrina Zobacheva, presidente dellʼAssociazione “Il mondo culturale” con La proiezione computerizzata del monumento che sarà dedicato ai marinai russi sede ad Agrigento, stava concretizzando un progetto finalizzato alla realizzazione di un stranamente pochi riscontri sulla stampa preliminari ad un successivo gemellaggio, monumento dedicato ai marinai russi e al messinese, che sarebbe dovuta essere la presente, tra gli altri, Andrej Ljalin, direttore loro nobile intervento del 1908. Si diceva più interessata alla notizia: lʼAssociazione del Museo Centrale della Marina Militare di pure che lʼopera, realizzata dal famoso “Messina-Russia”, però, che lʼaveva notata, San Pietroburgo, dove si conservano le scultore russo Vasily cominciava a chiedersi con quali soldi si testimonianze, i “cimeli” della spedizione di Selivanov, alta circa 4 sarebbe fatto il monumento e come mai il Messina, il console russo Michail Kolombet metri, aveva il patrocinio console di Russia a Palermo dicesse di non e le nostre autorità locali stabiliscono, del governo russo e saperne nulla: fra l'altro, il progetto proposto riguardo al monumento, di formare una lʼadesione del sindaco di dall'agrigentina russa sembrava commissione di esperti, di cui avrebbe fatto Messina Giuseppe decisamente di parte lʼAssociazione culturale “MessinaBuzzanca, che aveva anche dubbio valore Russia”: si faceva strada lʼidea di realizzare individuato la collocazione estetico: qualcuno due copie dello storico bozzetto di Kufferle, della statua nel centro della lo definì “Madonno da porre una a Kronstadt, sede storica della città; nellʼarticolo si con bambina”. Marina russa, e lʼaltra a Messina, per concludeva che allʼincontro A maggio, sempre sottolineare il legame tra le due regioni. con Buzzanca, dello scorso anno, Ed ecco presentarsi, nellʼagosto del 2011, i nellʼambito della nel corso di rappresentanti di “Gloria Nazionale”, presentazione della colloqui tra organizzazione russa non governativa, ma bozza dellʼopera Kronstdat molto ben inserita, che intende realizzare il bronzea era presente (unʼisola-fortezza monumento disponendo dellʼautorizzazione anche Tatiana di fronte a San del proprio governo: anche in questo caso il Tabolina, Pietroburgo, console non ne sa niente e lʼassessore dellʼAccademia di già “culla” delle Dario Caroniti e i rappresentanti di Scienze di Mosca e navi che “Messina-Russia” fanno notare che si è già funzionario del aiutarono la stabilita una commissione attraverso la Ministero della nostra città) e quale si doveva passare. Cultura Russa. Bozzetti precedenti l’opera Messina, Il nuovo console russo subentrato a fine La notizia trovava L’INTERVISTA «Una posa che ci rende felici» Il presidente Voitenko soddisfatta: «Ma è mancata una commissione di esperti» MESSINA. L'associazione culturale “Messina-Russia” si occupa di promuovere la conoscenza del “pianeta” Russia in città. Formalmente è nata nel 2009, ma già da molti anni un piccolo gruppo di amatori della cultura e della lingua russa operava in città nelle “retrovie”, trovando espressione soprattutto in un sito, www.russianecho.net, che ha portato unʼeco della Russia sul web. Abbiamo rivolto alcune domande sulla vicenda ad Alexandra Voitenko, presidente dellʼAssociazione. Allora, finalmente il monumento ai marinai russi, dopo più di cent'anni. Vedere il monumento ai marinai russi a Messina, non può che renderci felici. La posa del monumento risponde non soltanto alla delibera del Comune del 1909 ma anche al sentimento di gratitudine verso quei marinai che traspare nei “ricordi” del terremoto dei messinesi. Come valutate la scelta del progetto “Kufferle”? Senza alcun dubbio positivamente, anche perché l'immagine del bozzetto di Kufferle, realizzato nel 1911, ha fatto da tempo il giro del mondo, a tal punto che qualcuno nel passato ha creduto che il monumento fosse stato già eretto a Messina. Non nascondiamo di aver personalmente insistito, quando è stato richiesto il nostro parere, perché la scelta cadesse proprio su Kufferle. Qualche commento sulle vicende intricate dell'ultimo anno? È mancata nei mesi passati la costituzione in loco di una commissione di esperti che avrebbe potuto valutare con pagina 38 maggior tranquillità e ponderatezza tutti gli aspetti collegati alla realizzazione del monumento. Ad esempio, sarebbe stato auspicabile un maggior coinvolgimento di San Pietroburgo, città con la quale nel maggio scorso sono stati firmati dei protocolli di intesa per un futuro gemellaggio, in particolare con la circoscrizione di Kronstadt, sede storica della marina militare russa e quindi luogo di provenienza delle navi che giunsero a Messina. Non le sembra che manchino, però, adeguate iniziative collaterali? Per quello che sappiamo, qualcosa ci sarà. Certo, se ci fosse stato più tempo a disposizione (teniamo presente che il progetto definitivo del monumento è stato presentato solo a marzo di questʼanno) si sarebbero potute organizzare iniziative di più largo respiro e durevoli nel tempo: intendo, ad esempio, pubblicazioni di nuove ricerche legate agli eventi. F. I. postereventi centonove agosto, Vladimir Korotkov, afferma che continuerà proprio su questa linea, ma in realtà le cose cominciano a cambiare, perché la commissione rimane solo sulla carta, mentre il console si muove in direzione diversa, puntando ora sul sindaco, mentre prima si era stabilito che il coordinamento spettava al presidente della Provincia Nanni Ricevuto, mentre scompare del tutto il discorso di San Pietroburgo e dei due monumenti. In effetti, a novembre, varie notizie di stampa riportano che il Console generale di Russia a Palermo, ministro plenipotenziario, aveva incontrato a palazzo Zanca, il sindaco di Messina e, a valle di importanti approfondimenti su temi economico-politici, i due avevano ipotizzato possibili collaborazioni tra Messina e varie città russe, valutando anche sotto il profilo culturale la possibilità di realizzare un monumento che testimoniasse il legame risalente ai soccorsi che la popolazione messinese ricevette dalla Divisione navale orientale della Flotta russa, dopo le tragiche ore del terremoto del 28 dicembre 1908. A gennaio 2012, il console giunge a Messina con i rappresentanti del “Centro per la Gloria nazionale” e della “Fondazione S. Andrea”: portano con sé il bozzetto del monumento, che appare tuttavia molto difforme dallʼoriginale di Kufferle e che per questo non trova l'approvazione dei messinesi interpellati; ciò viene fatto notare ai Russi prima dellʼincontro col sindaco e questi promettono che apporteranno delle modifiche. In realtà, la delegazione russa (formata dal console, da Michail Yakushev, vice presidente del centro per la “National Glory of Russia” e della “Fondazione Sant'Andrea”, accompagnato da Elena Parfenova e da Vladisalv Mechangin) il giorno successivo non incontrerà il sindaco ma lʼassessore Caroniti, che dà la disponibilità dellʼamministrazione in sinergia con la Provincia. La delegazione afferma che le dimensioni del monumento saranno di tre metri di base per quattro di altezza, confermando che l'iniziativa era assunta direttamente dalle due Fondazioni, di cui è presidente Vladimir Yakunin, direttore delle Ferrovie Statali russe: nelle settimane successive le due fondazioni avrebbero formalizzato la proposta al sindaco Buzzanca e si sarebbe definito il percorso per realizzare il monumento prima dell'estate 2012. È, comunque, solo dal mese di marzo in poi che si ricomincia a parlare con insistenza dellʼoperazione. Notizie dʼagenzia che rimbalzano su periodici on-line e fogli locali informano che Messina avrebbe avuto finalmente il suo monumento dedicato a quei prodi che allʼalba del 29 dicembre 1908, con le unità “Admiral Makarov”, “Giljak”, “Koreec”, “Bogatyr”, “Slava”, “Cesarevic”, portarono i primi soccorsi alle persone intrappolate sotto le macerie delle abitazioni crollate. Dopo lʼultima riunione di maggio alla Provincia, è dunque ormai certo che il 9 giugno prossimo, nella villetta antistante la prefettura, in uno spazio, quindi, messo a disposizione dal Comune, per iniziativa delle due Fondazioni, sorgerà il monumento, realizzato a Mosca nello studio di Vjaceslav Klykov, che riprenderà, a quanto risulta dal fotomontaggio a nostra disposizione, fedelmente il modello in scala ridotta di Pietro Kufferle: le osservazioni dei cultori locali, e forse anche qualcuna giunta da San Pietroburgo agli enti donatori, sembrano aver sortito il loro effetto. Sappiamo per certo che la delegazione russa, guidata dallʼambasciatore in Italia, sarà numerosa (oltre un centinaio di persone), che approderà nel nostro porto una nave da sbarco russa, che ci saranno un gran numero di giornalisti russi, che è previsto il concerto di unʼorchestra russa e che sarà presente persino una troupe (sempre russa) per realizzare un documentario, probabilmente per filmare anche una prevista esercitazione (questa volta italo-russa) di protezione civile e il momento di preghiera che si svolgerà nel Duomo con rito cattolico e ortodosso. I Russi hanno voluto fortemente questo monumento ed adesso vengono a godersi il frutto dei loro sforzi, a disdoro di una città che, dopo più di un secolo, non è riuscita, bisogna pur dirlo, a dare corso alla prima delibera della prima seduta del Consiglio comunale della città distrutta, che prevedeva lʼerezione di un doveroso monumento. Nellʼoccasione, come detto, il Comune si è limitato solo a mettere a disposizione lo spazio e si è occupato dello scavo. Speriamo garantisca almeno lʼospitalità. L’ALTRA SPONDA Reggio Calabria non sta a guardare REGGIO CALABRIA. Evidentemente, visto che erano in zona, i Russi hanno pensato, trovando evidentemente opportune sponde, di approfittare per fare unʼaffacciatina anche a Reggio Calabria, dove, nei giorni del monumento a Messina, verrà apposta da qualche parte una targa di tale tenore: AL GRANDE CUORE DEI MARINAI RUSSI La popolazione delle Città dello Stretto di Messina / In ricordo / dellʼazione eroica della Flotta Russa durante il terremoto in Calabria e Sicilia del 28 dicembre 1908. Anche in questo caso non sono “le popolazioni” locali ad apporre la targa, ma gli stessi “rappresentanti” dei benefattori che occorre tuttavia ricordare, a Reggio non operarono mai. Per la verità, in Calabria arrivò a scavare tra le macerie un folto gruppo di studenti russi di Napoli. Ma questa è un'altra storia... F. I. 1 GIUGNO 2012 TAORMINA. CERIMONIA PER IL MEZZOBUSTO IN BRONZO DELL’IMPERATORE E spunta pure Nicola II Si rende omaggio alla “dubbia” presenza dello zar nella Perla dello Jonio. Dietro le quinte promozione del territorio e intrecci economici TAORMINA. I munifici Russi sbarcheranno anche nella Perla dello Jonio. Il Console Generale della Federazione Russa, Vladimir Korotkov, sin da marzo scorso ha scritto al sindaco di Taormina Mauro Passalacqua, assicurando che il Governo russo, aderendo ad una sua iniziativa, aveva realizzato il busto in bronzo dello Zar Nicola II da collocare al Parco “Giovanni Colonna Duca di Cesarò” alla presenza di autorità governative russe, l'8 giugno 2012. Il Governo russo, dunque, che ha riabilitato la figura dello Zar, aveva deciso di regalare la statua in segno di amicizia con la cittadina turistica. In realtà, secondo quanto riportato dal giornale online “Tempo stretto”, già a settembre, Dino Papale, esperto di Promozione e Grandi Eventi del Comune di Taormina, dopo aver organizzato la premiazione del premio letterario italorusso “Raduga” al quale erano presenti anche lʼambasciatore di Russia in Italia Alexey Meshkov e il Console stesso, aveva manifestato agli ospiti la speranza che il Premio “Raduga” (che in russo significa arcobaleno e la cui premiazione questʼanno avverrà al Palazzo Imperiale di San Pietroburgo) diventasse un “ponte dʼamicizia e di cultura” fra la Russia e Taormina. Lʼesperto, in quellʼoccasione, raccontò delle visite che a Taormina, agli inizi del Novecento, aveva fatto lo Zar Nicola II con la Zarina Alessandra e i figli, soffermandosi sui lunghi soggiorni a Taormina proprio della Zarina per curare il figlio malato Aleksej, nonché quelli del cugino dello Zar il Granduca Paolo con la moglie Olga e dellʼaltro cugino, il Principe Yussupov, colui che aveva ucciso il monaco-stregone Rasputin e che dopo la rivoluzione dʼottobre si rifugiò a Taormina. Ed ecco che, alla fine dello scorso mese di marzo, Enzo Coniglio (Capo sezione internazionalizzazione pagina 39 università del Ministero degli affari esteri), si ritrova a Taormina con il presidente del Consiglio comunale Eugenio Raneri e con Dino Papale, assieme ad una delegazione russa (di cui facevano parte, fra gli altri, Vladimir Korotkov, console generale della Russia a Palermo e Vladislav Meshchianguin, vice presidente della fondazione internazionale della scrittura e cultura slava) per definire i dettagli della manifestazione dellʼ8 giugno. In quellʼoccasione, Coniglio affermava che la cultura poteva essere la via principale per sancire la pace nel Mediterraneo. In tal senso, lʼiniziativa andava ben oltre la posa del semplice busto, quasi per suggellare lʼamicizia tra Italia e Russia, visto che questʼanno si celebra, Mezzobusto dello Zar Nicola II appunto, la vicinanza tra le due nazioni; ma appariva evidente che dalle intese culturali il passo è breve per quelle economiche. Non a caso Coniglio accennava ad investimenti ed iniziative reciproche, e si spingeva fino a parlare di cooperazione sociale, salvaguardia del territorio, uso dellʼenergia pulita e persino di un design di pregio nelle abitazioni. Korotkov, dal canto suo, affermava che si era scelta la figura dello Zar perché egli era stato ormai storicamente rivalutato ed era anche un Santo per la Chiesa cristiana ortodossa, affermando inoltre, con una sicurezza fondata sulle dichiarazioni di Papale ma non supportata da fonti storiche, che Taormina era stata visitata dallo Zar almeno tre volte ed era quindi meta ideale per effettuare questʼiniziativa, che prevedeva pure la presenza di una nave-scuola ancorata a largo di capo Taormina. La partecipazione dei marinai avrebbe fatto riferimento al fatto che la flotta russa era stata la prima ad intervenire nel terremoto di Messina del 1908. Il momento solenne, al quale sarebbe prevista la partecipazione di almeno 250 personalità russe, che arriveranno a Taormina con due voli speciali, dovrebbe insomma aprire le porte a tante iniziative di prestigio in collegamento con la lontana steppa. Anche numerosi organi di informazione della Federazione Russa da San Pietroburgo a Rostov sul Mar Nero, da Mosca a Samara sul Volga, da Oremburg negli Urali a Vladivostok sul Mar del Giappone, davano spazio allʼevento. Come spiegare tutto questo fervore? È sicuro lʼintento promozionale del territorio. Ma non è strano che sia stato il Governo russo a decidere di regalare la statua di Nicola II, in segno di amicizia con la cittadina turistica e non sia stata questʼultima a farlo? La promozione non spetta farla a chi vorrebbe attirare i turisti (e non solo)? E soprattutto: siamo veramente sicuri che lo zar sia stato a Taormina? Lʼunica pubblicazione che ne parla, invero in maniera molto vaga, è quella di Francesco Amendolagine “San Domenico in Taormina” (Marsilio), che afferma: “Durante il suo viaggio di nozze, nel 1906, il giovane erede dellʼimpero germanico, Guglielmo Augusto, figlio di Guglielmo II, soggiornò al San Domenico con la moglie (…). Ospite sul panfilo del Kaiser, lo zar Nicola II (…) passeggiò per le vie della città”. Invece la vera notizia su cui soffermarsi riguardante Taormina è lʼintitolazione di uno dei viali della Villa Comunale alla grande poetessa russa del Novecento, Anna Achmatova. Che a Taormina ci fu di certo nel 1964. Lei sì che avrebbe meritato un monumento. E evitato tante polemiche sorte tra i cittadini sullʼopportunità di rendere omaggio ad una figura discussa. (F. I.) posterlibri 1 GIUGNO 2012 centonove NOVITA’. Il libro-pocket di Amelia Crisantino sulla storia dell’isola La Sicilia in miniatura Dalla fondazione della Palermo fenicia agli sbarchi a Lampedusa. Le riflessioni fruibili anche per giovani studenti, cariche di contenuti. Smascherando la mistificazione dell’autonomia DI MARIA DʼASARO dellʼarea mediterranea a favore di quella atlantica esclude poi la Sicilia dalle grandi correnti dei traffici internazionali”. E sottolinea ancora che: “Nella società meridionale, solo i nobili possiedono la terra e i contadini diventano protagonisti di un lungo processo di impoverimento che nei secoli impronterà di sé tutta la società ostacolando ogni crescita (…): infatti nelle compagne non ci sono poderi e contadini ma latifondi, braccianti poverissimi e gabelloti, i grandi affittuari a cui in seguito sarebbe stato molto spesso associato lʼaggettivo mafioso”. La studiosa usa toni netti per smascherare la mistificazione dellʼautonomismo isolano, mero “velo ideologico di una lotta per il potere, condotta da un baronato che Amelia Crisantino esige obbedienza dai ceti inferiori ma ha una vocazione anarchica nei astronomia, fisica sperimentale, confronti dello Stato”: equivoco storico matematica e dellʼorto botanico. Al ritratto che, dai tempi dei Normanni allo statuto del viceré, lʼautrice affianca quello del autonomista approvato con regio decreto canonico Gian Agostino De Cosmi, che il 15 maggio 1946, subordina lo sviluppo civile e sociale della Sicilia alla sua pretesa di autonomia politica da un potere centrale. Domenico Caracciolo, già alla di Felice Irrera fine del 1700, aveva invece individuato nelle riforme capaci di far crescere il ceto Fruttero e Lucentini, I nottambuli, medio e nel rispetto delle Avagliano, pp. 304, € 15,00 regole le soluzioni più Non una semplice raccolta di ritratti letterari, ma molto di più. “I Nottambuli”, come Erodoto, adeguate per un autentico Beckett, Aristofane, Fellini, Calvino, Simenon, sono i rari paladini dellʼintelligenza e della belprogresso della società lezza in un mondo mortificato da brutture e idiozie. E non manca la struttura, cara a F. & L., siciliana. Di Caracciolo, del poliziesco, dove gli indiziati rispondono ai nomi di De Amicis Edmondo o di Manzoni Alesviceré illuminista a Palermo sandro. Godibile.. dal 1781 al 1786, viene ricordato il tentativo di istituire Massimo Gramellini - Fai bei sogni Andrea Camilleri - La regina di Pomeun catasto isolano, Longanesi rania e altre storie di Vigàta - Sellerio indispensabile premessa a CarloVerdone - La casa sopra i porFrancesco Guccini - Dixzionario delogni giustizia fiscale, la tici - Bompiani le cose perdute - Mondadori liquidazione formale del Carlos Ruiz Zafón Il prigioniero del Palov - La città perduta dei templari Tribunale dellʼInquisizione, cielo - Mondadori - Newton Compton wuz.it lʼistituzione di cattedre di PALERMO. Per il saggio di Amelia Crisantino: Breve storia della Sicilia (Di Girolamo, Trapani 2012, € 12.90), si potrebbe utilizzare il noto detto “Il vino buono sta nelle botti piccole”. Si tratta infatti di un libro/pocket, che racchiude contenuti densi e di grande sostanza, ugualmente fruibili sia dallo studente di scuola superiore che dal lettore medio desideroso di approfondire in modo serio ed efficace le linee portanti degli avvenimenti storici siciliani, “tentando – come ci promette lʼautrice – di ritrovare qualcuno dei fili smarriti e ingarbugliati che tessono i nostri giorni”. Dalla fondazione della Palermo fenicia allʼavvento di Arabi e Normanni, Aragonesi e Spagnoli, di Austriaci e Borboni, fino allʼannessione al regno dʼItalia e agli sbarchi a Lampedusa, le riflessioni della Crisantino sono un mix convincente che comprende una salda ossatura di matrice braudeliana, accurati ritratti a tutto tondo e preziose notazioni antropologiche, unite a note di colore che mantengono sveglia e interessata lʼattenzione dei lettori. Tra i fattori di lungo periodo, lʼautrice afferma che nellʼantichità “I chicchi formano il filo conduttore della storia isolana” e che “assieme al grano, le strade sono fra quegli elementi di lunga durata preziosi per comprendere la storia della Sicilia”. Mentre, dopo il 1400: “La Sicilia è una frontiera disarmata come può esserlo unʼisola senza flotta, dove il commercio è controllato da forestieri che hanno tutto lʼinteresse a mantenerla in un ruolo coloniale (…) E il decadimento A CURA DI CARMELO CELONA non fu solo insigne pedagogista, ma anche strenuo sostenitore del riformismo del Caracciolo: una sorta di cattolico di sinistra “ante litteram”, in quanto affermava che la povertà “è un ostacolo insormontabile alla formazione della mente e dei sentimenti” e pertanto la politica che coltiva la povertà e lʼignoranza è malvagia e disumana. La narrazione degli avvenimenti è impreziosita da particolari che ne arricchiscono la portata storica: sappiamo, ad esempio che Gerone II, tiranno di Siracusa, era anche uomo dʼaffari che commissionò un enorme vascello che aveva a bordo una palestra, una biblioteca, giardini pensili e 20 stalle per cavalli; sappiamo che, non fossero venuti gli arabi a battezzarli così, non chiameremmo babbaluci le piccole lumache, giuggiulena il sesamo e cassata la cassata; che, nel 1231, Federico II emanava leggi che tutelavano le donne, al punto che uno stupratore era soggetto alla pena capitale, ed era vietato il matrimonio riparatore, bollato come “antiqua consuetudine”, ben prima che, nel 1965, lo rifiutasse Franca Viola, che volle scegliere lei chi sposare. Da segnalare infine le riflessioni sui movimenti contadini, protagonisti prima dei Fasci Siciliani di fine ʻ800 e delle lotte per la riforma agraria nel dopoguerra; quelle sullʼAutonomia regionale “edificata sotto il segno del privilegio che corrompe le coscienze” e la trattazione approfondita dei rapporti tra mafia e politica: pagine queste che confermano il valore del libro, tra le cui righe leggiamo, oltre che la profonda competenza storica dellʼautrice, la sua autentica passione civile. LA CLASSIFICA 1 2 3 LACERTI DI LETTURE L’alba del lunedì Bisogna vivere lʼagone dellʼesistenza, standoci dentro da protagonisti e non da spettatori. “Abitare la battaglia è lʼespressione che mi riguarda”. Il trucco e certi atteggiamenti vezzosi oltraggiano lʼelemento divino che cʼè nella bellezza femminile. “Qualunque donna parlando di un lutto, o di Heidegger o di Lacan , estrarrà fatalmente dalla sua trousse qualcosa, un rossetto, un poʼ di cipria e scimmiescamente, anche parlando di sua madre appena morta, dirà: Era così buona…. . Tra un colpettino e lʼaltro del piumino sulla gota. In questa polvere bianca, svanisce la Madonna. Smarrisce il divino in terra”. Lʼala dellʼimbecillità ci sorvola proprio quando siamo convinti di fare qualcosa dʼintelligente. “Ecco il peccato di guardarci cretini mai abbastanza.” Perché spesso sospendiamo il pensiero? “Lʼidiozia del 4 5 6 frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore depensamento.” Per essere un grande professionista prima bisogna essere un grande uomo. “Non può esserci «Attore Grande» che non sia soprattutto !Grande» senza attore, al di là dellʼattore.” La ragione spesso scandalizza o diviene oggetto di scandalo. “Lo scandalo della ragione. E loro ne fecero invece ragion di scandalo”. Il mediocre rassicura la sua inferiorità cancellando cinicamente ogni merito altrui, soprattutto quelli che possono essere utili al progresso dellʼumanità. “La mediocrità, carenza tecnica e mentale che non basta limitarsi a detestare, ma è dovere estetico affrontare e distruggere.” Vivere è anche cullare i propri sogni, far crescere i propri progetti e spesso vederli svanire. “Che sarebbe dei nostri progetti, se, subito compresi dal prossimo nostro, venissero esauditi, realizzati, prima di essere stati intrapresi? Che ne sarebbe della nostra vita se già vissuta.” La suggestione mistica prescinde dalle presunte pagina 40 apparizioni. “Ci sono cretini che hanno visto la Madonna e ci sono cretini che non hanno visto la Madonna. ” La preghiera non è una domanda di equità, bensì la richiesta di un favore che trova risposta nella misericordia e mai nella giustizia. “La devozione è quellʼaffanno misero di chi la nostra preghiera ansima e se ne muore. ” Siamo un paese in cui i comici dicono cose serie e le figure istituzionali si comportano in maniera risibile. “Questo nostro è un paese dove niente si fa sul serio, ma guai ad aver lʼaria di voler scherzare ” Quel grande trucco chiamato democrazia. “Tutta questa brava gente che, sepolta nelle urne elettorali, è soltanto testimone ad una partita di calcio.” Il piacere non è abbandonarsi agli istinti, bensì gestirli, dominarli. Decidere lʼorgasmo e non farsi sopraffare da esso inermi e selvaggi. “Se vuoi sei tu lʼamplesso; quando baci la bocca sei tu.” Lacerti tratti da: “Sono apparso alla madonna ” – 1983 Carmelo Bene posterarte centonove 1 GIUGNO 2012 OMAGGI Mimmo Centonze, da Riina a monicromi ROMA. C'é il famoso ritratto del boss mafioso Totò Riina, conservato nel Museo della Mafia di Salemi, ma soprattutto quelli, di grande vigore e intensità, dei parenti e degli amici più stretti nella bella mostra dedicata da Palazzo delle Esposizioni a Mimmo Centonze, il giovane artista lucano che tiene molto a cuore la lezione degli antichi maestri sia per ispirazione sia per la straordinaria qualità della sua pittura. Da domani al 10 giugno sono allestite 40 PALERMO. Vent’anni di scatti in mostra Cronaca così Gentile Il fotoreporter che ha regalato alla storia l’immagine simbolo di Falcone e Borsellino torna a raccontare i terrbili anni ‘90 DI CHIARA MICCOLI PALERMO. Un sorriso complice fermato nellʼattimo di uno scatto. Si apre su quellʼistantanea, divenuta unʼicona, che ritrae i giudici Falcone e Borsellino poche settimane prima della morte, “Agenda, 1992-2012” , la mostra del noto fotografo palermitano, Tony Gentile. Ventʼanni di scatti che raccontano, attraverso lʼobiettivo della macchina, gli anni Novanta a cavallo delle stragi di Capaci e via dʼAmelio. Inaugurata giovedì 24 maggio e visibile fino al 3 giugno presso la residenza universitaria Schiavuzzo (via dello Schiavuzzo, 28), lʼesposizione è una raccolta dʼimmagini, di luoghi, di personaggi, di fatti di cronaca che sono diventati storia. A cominciare dal ritratto di due eroi nazionali. «Quando ho scattato quella foto non potevo sapere quello che sarebbe successo dopo dichiara Gentile - Quellʼistantanea è divenuta unʼicona perchè i suoi protagonisti sono morti per una giusta causa. Io sono stato probabilmente più veloce, più istintivo e più fortunato di altri colleghi che erano lì con me e che non possiedono il mio stesso scatto. Non saprei dire comʼè nato. Mi ha colpito quel gesto di complicità e lʼho fotografato». Organizzata dal Circolo della stampa di Palermo in collaborazione con l'Ersu, l'Università degli Studi, l'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Camera 21, l'Associazione Agorà e la redazione di Iostudio, la mostra racconta la Palermo degli anni '90, gli omicidi, i rapporti tra mafia e politica, i protagonisti della lotta a “Cosa Nostra”, le stragi, i funerali, la reazione del popolo e dello Stato, gli arresti. «Da giovane reporter ho assitito a fatti sconvolgenti che dal punto di vista professionale mi hanno fatto crescere in fretta - racconta Gentile, che oggi lavora per l'agenzia di stampa internazionale Reuters - Arrivavo sul posto senza sapere quello che avrei trovato, dovevo lasciare da parte lʼemotività, mettere un filtro e sintetizzare con scatti veloci la notizia per poi correre al giornale». E conclude: «Quello della mostra è un percorso di cronaca, di storia, ma anche di speranza». MURALES Acquedolci, il tirono del Dino Sauro ACQUEDOLCI. Comincia il conto alla rovescia per riprotare in vita Dino Sauro, il murales storico della discesa per la Stazione Ferroviaria di Acquedolci. L'operazione artistica è stata assunta dall'Associazione Culturale Mediterraneo con il progetto "Afrodite", che mira al recupero della storia artistica del centro nebroideo. Il Murales origianario, cancellato dalle intemperie, era stato disegnato nel 1984 da due giovani di allora, Delfo Artino e Mario Falci. Il primo è prematuramente scomparso in un incidente stradale a Torino, mentre il secondo è un architetto che attualmente svolge la propria professione a Milano. LʼAssociazione Mediterraneo ha chiesto l'autorizzazione all'Amministrazione comunale per il ripristino nella sua forma originaria di Dino Sauro; i lavori saranno portati a termine da una squadra di artisti volontari che doneranno il loro tempo, il loro lavoro e le loro capacità per riportare alla luce un'opera d'arte che era entrata nella coscienza collettiva di molti giovani, acquedolcesi e non. Nell'ultimo weekend di luglio (28 e 29 Luglio 2012) e il primo di agosto (4 e 5 Agosto 2012) si svolgeranno i lavori. L'azione artistica non si avvale di nessun finanziamento pubblico, ma si sta cercando di mettere in campo un'operazione di "crowdfunding", per coprire le spese vive dei materiali. Particolare del murale pagina 41 opere, scelte da Vittorio Sgarbi tra quelle più significative del pittore che il critico avvicina idealmente al genio del grande Lucian Freud, scomparso circa un anno fa. La mostra romana propone dipinti e sculture provenienti da collezioni italiane pubbliche e private, tra cui il celebre ritratto del boss mafioso Totò Riina, prestato per la prima volta dal Museo della Mafia di Salemi. Una selezione voluta da Sgarbi per tracciare gli ultimi dieci anni di sviluppo di un energico percorso artistico. Ecco quindi gli intensi ritratti e le maestose e al tempo stesso intime figure immortalate nello studio dell'artista, fino ad arrivare ai grandi spazi luminosi dei capannoni e dei monocromi ad essi ispirati, quasi fossero mistiche intuizioni protese verso il divino. posteriniziative 1 GIUGNO 2012 BARCELLONA. Social network al servizio dell’archeologia Longanos, un fiume di siti Geologici, architetti e studenti creano su facebook “la rete” di volontari per la tutela e la riscoperta del patrimonio. Avviato un censimento dei beni. Con queste scoperte Volontari al lavoro a Barcellona DI PIERO GAZZARA BARCELLONA. La “rete” sostiene lʼarcheologia. Scoperte recenti sono state rilevate a Barcellona, infatti, grazie al gruppo facebook, (in alcuni casi sono riscoperte di ipogei noti ma abbandonati e in alcuni casi distrutti o modificati in barba a vincoli). L'iniziativa di un folto gruppo di volontari, tra cui archeologi, architetti, ingegneri, geologi, studenti, passa dal gruppo facebook composto da cittadini desiderosi di ridare alla comunità la conoscenza del loro territorio, le radici di una città, di unʼarea della Sicilia tirrenica ancora tutta da scoprire. Barcellona presenta una storia millenaria, tradizioni e feste religiose importanti, siti storici e archeologici di notevole interesse, aspetti culturali, artistici, etnici e antropologici rilevanti. Unʼidentità territoriale che riemerge dallʼoblio grazie allʼamore e allʼimpegno di studiosi e di cittadini operosi. Tra i siti web che puntano sulle ricerche storiche quello di Filippo Imbesi. «Durante alcuni lavori edilizi», spiega lʼarchitetto Imbesi, ideatore del progetto web, «mi fu segnalata lʼesistenza di una tomba a grotticella artificiale ricavata nel tufo. Una breve ricognizione portò al rinvenimento di altre strutture analoghe site nelle strette prossimità. I ritrovamenti effettuati, ubicati nelle prossimità del torrente San Giacomo, non erano menzionati nelle pubblicazioni e nelle ricerche archeologiche che furono effettuate da Carmelo Famà e Pietro Genovese negli anni ʻ70. La probabile presenza di una necropoli nella ricca vegetazione che avvolge la zona, ha indotto a effettuare ricerche più approfondite. Grazie allʼaiuto di amici e cittadini è stato creato un gruppo di appassionati» (composto inizialmente, oltre allʼarchitetto Imbesi, da Francesco Giunta, Salvatore Antonio Natale, Giovanni Perdichizzi e Nicola Siragusa, a cui seguentemente si sono aggiunti gli apporti di Nina Simona Biondo, Angelino Pantè, Giorgia Tedeschi, Annita Imbesi, Marcopaolo Calafiore, Rosaria Puleo, Mariano Francesco Sottile e Salvatore Torrisi, Mario Barresi 74 e Mario Barresi 78) «che ormai da mesi, attraverso esplorazioni nel territorio, sta censendo tutto il patrimonio archeologico che viene rinvenuto. Le analisi, ancora in corso, hanno consentito, in modo particolare, di creare una continuità archeologica che abbraccia tutta la fascia medio collinare del territorio barcellonese (secondo una direttrice di massima che, partendo dai territori di Castroreale e di Terme Vigliatore, prosegue per Monte S. Onofrio – Gurafi Santa Venera – Torrente S. Giacomo Maloto – Praga – Migliardo - Spadolelle – Lando – Pozzo di Gotto), allʼinterno della quale i rilievi e le tipologie riscontrate si presentano in molti casi uguali (risultati parziali: insediamenti di popoli protostorici e di successiva popolazione greca). Unʼipotesi in corso di studio orienta i ritrovamenti sullʼesistenza di un insediamento, che occupava le colline barcellonesi proseguendo verso i territori dei comuni limitrofi». Allʼarea del comprensorio barcellonese è legato lʼinsediamento sicano-greco di Longane, la cui esistenza è attestata dal ritrovamento di monete (riportanti lʼiscrizione Longanaion e raffiguranti nel diritto la testa giovanile di Eracle e nel rovescio la testa del dio fluviale Longanos), e di un caduceo di bronzo (oggi conservato al British Museum di Londra). Le fonti storiche (Diodoro Siculo e Polibio) ricordano invece il fiume Longanos, sulle cui rive, nel 269 a.C., si svolse la battaglia tra i vittoriosi Siracusani di Gerone II e i Mamertini di Chione. La mancanza di riscontri ha portato numerosi studiosi ad avanzare varie ipotesi sullʼubicazione del fiume Longanos. Tra le varie tesi ebbe maggiore credito quella dellʼingegnere milazzese Domenico Ryolo, che lo identificò con lʼattuale torrente Termini o Patrì. In seguito a tale identificazione, lo stesso Ryolo e Luigi Bernabò Brea, ricercando insediamenti nelle prossimità del torrente Termini, individuarono una cinta muraria, necropoli e tracce di antichi edifici nel territorio di Rodì Milici, identificandoli centonove con Longane. Nel 1974, lʼarchitetto barcellonese Pietro Genovese, a seguito del rinvenimento di resti di un villaggio fortificato posto sulla sommità di monte S. Onofrio (territorio di Barcellona) e di una campagna di scavi (1975-1976) della Soprintendenza, ritenne che i ritrovamenti effettuati (VI-V sec. a. C) fossero da riferire allʼantica città di Longane (tesi avanzata considerando lʼesistenza, nel territorio barcellonese, del torrente Longano). «Le ricerche in corso», spiega Imbesi, «volte anche alla redazione di una mappa e di una pubblicazione, farebbero invece pensare a Longane come a una cittàterritorio ricadente nel comprensorio barcellonese». Allʼarchitetto Imbesi si devono anche numerose scoperte nellʼarea barcellonese: le cripte rinvenute nelle chiese dei Cappuccini, di San Vito e dellʼImmacolata, le ricerche storiche e le pubblicazioni di documenti inediti, che consentono di riscoprire e leggere un territorio che vanta ancora oggi significative tracce di un glorioso passato. Il monastero di Gala, di cui sopravvivono gran parte delle strutture monastiche (rifondato dal camerario bizantino Nicola nel 1104-1105 e dotato di cospicui beni fondiari e diritti tali da renderlo il più importante monastero di rito greco fondato o rifondato dai normanni prima dell'istituzione dell'Archimandritato del SS. Salvatore in Lingua Phari di Messina), il casale Nasari (concesso nel 1127 con i 32 abitanti uomini residenti in esso dal conte normanno Ruggero II ad Ansaldo vicecomes di Arri) e i 5 antichissimi feudi di Lando, Nasari, Gurafi, Migliardo e Centineo (su cui confluirono numerose famiglie nobili siciliane), costituiscono alcune delle tantissime certezze storiche del territorio barcellonese, riemerse dallʼoblio grazie alle numerose pubblicazioni scientifiche di Imbesi, divulgate anche su riviste e siti specializzati. «I significativi contributi forniti in questi anni», spiega Imbesi - a cui si devono anche il recupero della chiesa di San Vito di Barcellona e i rinvenimenti nella chiesa bizantina di Rometta, di cui si attende il finanziamento del progetto di recupero - «e anche i recenti apporti di cittadini, professionisti, studiosi ed esperti esterni, a cui vanno i miei ringraziamenti, risultano tuttʼoggi sconosciuti a livello locale ed evitati dai giornalisti, operatori culturali e politici, quando, al contrario, dovrebbero costituire la base dellʼidentità territoriale volta ad una rinascita sociale che punti su cultura, storia e tradizioni come patrimonio di tutta la comunità da valorizzare e recuperare». COSA CERCARE www.ricerche e dialetto BARCELLONA, è diventata un polo dʼattrazione sui social networks grazie ai numerosi gruppi facebook e siti web dedicati. Eccoli: Barcellona Pozzo di Gotto tra storia, beni culturali, studi e ricerche (di Filippo Imbesi, con lʼobiettivo di diffondere documenti storici inediti, rinvenimenti archeologici, beni culturali e studi); Tradizioni Barcellona (di Francesco Giunta, con lʼobiettivo di divulgare e censire tutte le feste religiose e le tradizioni barcellonesi); Chiesa dei Cappuccini di Barcellona Pozzo di Gotto e Convento S. Antonino - Barcellona Pozzo di Gotto (dedicati ai due seicenteschi monumenti barcellonesi e curati rispettivamente da Francesco Giunta e Mario Barresi); Dallʼitalianu al dialettu baccialunisi (gestito da Salvatore Antonio Natale e dedicato al recupero del dialetto locale); Sicilia Terra Di pagina 42 Suli Di Mari Di Ventu (fun club dedicato alla Sicilia gestito da Angelino Pantè); Forma Architettura (gestito dagli architetti Mariano Francesco Sottile, Rosaria Puleo e Marcopaolo Calafiore). Numerosi anche i siti web locali e le collaborazioni con studiosi e gruppi di altri comuni tra cui si segnalano: www.barcellonaricerchestoriche.it (ricerche storiche e documenti inediti sul territorio barcellonese, di Filippo Imbesi); www.vesmessina.altervista.org (promozione e valorizzazione del turismo storico-culturale del territorio di Messina e della sua Provincia, gestito da Antonino Teramo e Armando Donato Mozer); http://www.rometta.sicilia.it (ricerche e pubblicazioni su Rometta e sulla provincia di Messina); http://web.tiscali.it/drisino (dello storico Franco Biviano), http://www.getcited.org/mbrx /PT/99/MBR/11069799 (dellʼarcheologo Michele Fasolo) e i gruppi facebook Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto – Sicilia, ¬Siciliantica Sede di Sant'Angelo di Brolo, Giovani Siciliani nel Mondo e Sicilia Terra di Tradizioni. posteriniziative centonove IL “CICERONE”. Franz Riccobono IL CASTELLO. Forte Gonzaga come appare oggi Micaela Stagno d’Alcontres MESSINA. L’Istituto nazionale dei Castelli riapre per due giorni il forte Gonzaga da... espugnare Costruito nel 1540 circa da Antonio Ferramolino su ordine del vicerè Ferrante Gonzaga, è chiuso al pubblico per restauri che si sono fermati. E si stanno perdendo per incuria MESSINA. Due giornate per far pensare “che peccato!” a quasi mille visitatori, un progetto di rifunzionalizzazione regalato al Comune di Messina (che lo ha fatto proprio) e una richiesta di finanziamento pendente da 14 milioni e trecentomila euro per completare i restauri. Restauri che, come spiega con una battuta Franz Riccobono (cultore a tutto tondo di storia patria e consulente dellʼIstituto Nazionale dei Castelli) «dovranno innanzi tutto “restaurare” quelli operati anni fa che, nel frattempo, si sono persi per incuria e vandalismo». Tutto questo è Castel Gonzaga, dai più conosciuto come Forte, che dal 1540 circa domina il capoluogo dello Stretto. Intorno alla struttura difensiva di Montepiselli voluta da Don Ferrante Gonzaga, viceré di Sicilia, nell'ambito della realizzazione di un imponente sistema difensivo esteso all'intera città (su ordine di Carlo V), la città è cambiata più volte. Dagli spalti, il panorama di Messina è stato trasformato da due terremoti e dallʼondata di cemento degli ultimi decenni, lasciando come riferimenti stabili il Duomo, il coevo Forte San Salvatore, la zona falcata e, ovviamente, lo Stretto. La progettazione della fortezza si fa risalire Antonio Ferramolino da Bergamo. Oggi, il Castel Gonzaga, che ha vissuto battaglie, ospitato i suoi comandanti e difeso per lʼultima volta la città dai bombardamenti anglo-americani, rivive periodicamente solo con interventi esterni. Lʼultimo, il 26 e 27 maggio, a cura dellʼIstituto Nazionale dei Castelli, che grazie allʼiniziativa della delegata per Messina, Micaela Stagno dʼAlcontres, ne ha aperto le porte con visite guidate affidate a Riccobono, rimasto letteralmente senza voce. Una due giorni messa in piedi assumendosi la responsabilità di far entrare le persone in un cantiere aperto. Anzi, in un cantiere mai chiuso dalla Soprintendenza di Messina, che ne custodisce le chiavi. LA “FARFALLA”. “Di Castel Gonzaga, ancora oggi risultano impressionanti le bastionature scarpate che, come una prua nel cielo, sembrano fendere l'aria. Angoli taglienti che raggiungono i venti metri di altezza, coronati da eleganti garitte, scandiscano i contorni di una planimetria che, osservata dall'alto, somiglia a leggiadra farfalla”, scrive Riccobono nel depliant di presentazione delle giornate divisita. Aggiungendo: “Sostanzialmente si 1 GIUGNO 2012 tratta di tre distinti corpi di fabbrica poligonali. La parte centrale, rivolta a nordest è quella più articolata, con ambienti disposti su due elevazioni, mentre il bastione rivolto a sud contiene la grande cisterna visibile dall'alto del terrazzo. Il terzo bastione che guarda ad ovest, conserva sugli spalti diversi ambienti tra cui la cappella. Il castello, restaurato dalla Soprintendenza, ormai da quasi vent'anni attende adeguata destinazione. Di recente l'Istituto Italiano dei Castelli, assieme all'Associazione Amici del Museo, hanno proposto in questa sede il progetto del "Parco-Museo" redatto dallo Studio Galeano di Messina e adottato dallʼamministrazione comunale. Parere unanime e scelta indifferibile è quella di aprire comunque ed in maniera permanente questo insigne monumento alla pubblica fruizione, restituendolo così alla Città e alla Cultura”. LEGGENDE E VERITAʼ. Sullʼedificio è stato detto di tutto: che fosse luogo di apparizioni, come raccontato in un libro; che nel suo fossato nuotassero i coccodrilli; che fosse collegato da attraverso tunnel a Forte Castellaccio (che domina la collina a Nord di Montepiselli, oltre il torrente Portalegni, oggi via Cannizzaro) e al Forte San Salvatore; che sia ancora oggi sede di riti satanici; che custodisca un tesoro. Rispetto a tutto ciò, Riccobono taglia corto: «I coccodrilli? Mi sembra assai improbabile. Come, improbabili, sono anche i collegamenti con le altre fortezze. È sicura, invece, lʼesistenza di una uscita di emergenza. Ne parla, infatti, Romano Colonna. Molte gallerie, però, sono state murate e mai esplorate». E riguardo a tesori, fantasmi e riti satanici? «I castelli generano sempre questo tipo di suggetioni. La ricerca del “tesoro”, però, sta costando allʼedificio danni continui per via degli scavi di improvvisati tombaroli. I riti satanici, sì, si sono svolti. Ne ho visto con i miei occhi le tracce». LO STATO DELLʼARTE. Passata dal demanio militare al Comune di Messina, la Fortezza è ancora sotto la custodia della Soprintendenza, intervenuta con alcuni restauri anni fa, anche nellʼottica del progetto “Poseidon”, relativo ai terremoti. Lʼindirizzo, però, è cambiato nel corso degli anni. La conclusione? Il restauro continua (ma è fermo) e quanto fatto si sta perdendo. Nel frattempo, il lʼamministrazione municipale è ritornata ad avere la concessione. Ma, senza soldi, il bene resta chiuso. (D.D.J.) LA SCHEDA Galeano firma il recupero Il progetto regalato al Comune dall’architetto I carotaggi della Soprintendenza MESSINA. ll progetto regalato al Comune dallʼIstituto Italiano dei Castelli e dallʼassociazione “Amici del Museo”, per realizzare il quale si spera nei fondi europei del Por 2077-2013, è stato firmato dallʼarchitetto messinese Antonio Galeano. Lʼobiettivo è quello di rendere Forte Gonzaga un Parco-Museo totalmente aperto alla città. Il piano prevede, come primo punto, il completamento del restauro e la rifunzionalizzazione degli ambienti a scopo museale. Galeano ha previsto anche un Centro servizi ipogeo (sottoterra) per ospirare un parcheggio coperto, unʼarea dʼaccoglienza e congressuale, un punto di ristoro, aree espositive e funzioni integrate allʼattività museale. Parallelamente, nellʼarea circostante, verrà realizzato un vero e proprio parco urbano. Per fare tutto ciò, è necessaria una spesa di quin- pagina 43 dici milioni di euro: tre per il restauro e la funzionalizzazione degli ambienti e 12 per il centro servizi e i parcheggi. Spiega Galeano: «Il progetto, rispetto allʼoriginale, ha avuto lievi cambiamenti. Rimane sempre a impatto visuale zero, ma adesso è divisibile in lotti funzionali in relazione ai finanziamenti che arriveranno». Ma cosa andrebbe a ospitare il Castel Gonzaga? Lo spiega Franz Riccobono: «Lʼidea è renderlo un museo della città a tutti gli effetti, raccontando secoli di storia della città attraverso le testimonianze delle diverse attività che vi si sono svolte, non soltanto quelle artistiche. Dentro alla struttura, inoltre, potrebbero trovare posto i tanti pezzi lapidei, tra le quali moltissime iscrizioni, che attualmente sono abbandonate alle intemperie allʼesterno del Museo regionale Accascina». Per la precisione, le lapidi saranno collocate nel giardino dʼinverno ricavato nel fossato e sul piano degli spalti. Il centro servizi avrà accesso pedonale e carrabile (attraverso una bretella con via Gelone), sarà dotato di due livelli sottostanti di parcheggi per circa 100 posti coperti e 4 stalli di pullman, più altri 200 scoperti realizzati nelle vie dʼaccesso. (D.D.J.) posterweekend 1 GIUGNO 2012 come... dove... quando... venerdi' 1 giugno CATANIA. Brunori Sas live ai Mercati Generali ore 22 CATANIA. Romance Frames, spettacolo di danza, musica e parole in prima nazionale. Teatro Piscator ore 21 PALERMO. 'Point De Vue' di Betty Lo Sciuto e Silvia Giuffrè. MUSICA sabato 2 giugno Teatro Libero ore 21.15 RAGUSA. Presentazione libro di Federico Guastella e Raffaele Puccio 'Colapesce', con le illustrazioni di Giuseppe Bertucci. Centro Studi Feliciano Rossitto Ore 18 S.VITO LO CAPO. In piazza Santuario concerto dei Merce Fresca, sette musicisti siciliani che faranno ballare il pubblico a ritmo di ska, reggae e rockʼnʼroll. MESSINA. La Rondine al Teatro Vittorio. Ore 17.30 MESSINA. Giovani Esecutori 2012 per la rassegna chitarristica. Galleria Provinciale d'Arte Moderna - ore 18 MESSINA. Concerto pianistico di Marialuisa Broso alla Cappella S. Maria all'Arcivescovado ore 20. Il nuovo Pat Metheny DOPO “WHATʼS IT ALL ABOUT”, uscito lo scorso anno, Pat Metheny ritorna nel mercato discografico con “Unity Band”. Lʼalbum, in uscita il 12 giugno, è stato realizzato con unʼinedita band acustica, che vede al suo interno musicisti nuovi e collaboratori di lunga data. Si tratta di un quartetto con il batterista Antonio Sanchez, il sassofonista Chris Potter, e Ben Williams al contrabbasso. Il gruppo suona nove nuove composizioni di Pat Metheny. Per la prima volta dall'album 80/81, uscito nel 1980, e dopo collaborazioni con artisti del calibro di Dewey Redman e Michael Brecker, il celebre chitarrista statunitense torna quindi ad inserire nei suoi dischi un sassofono tenore, che si affianca ad una robusta ritmica disegnata dal consueto Antonio Sanchez alla batteria e dal talentuoso Ben Williams al contrabbasso. “Unity Band” è il quattordicesimo album in studio di Pat Metheny: trentʼanni di carriera costellata di successi e sperimentazione musicale, e non solo in ambito esclusivamente jazzistico, con diciannove Grammy Awards vinti in dodici diverse categorie. di Marco Olivieri Il cinema italiano dopo Cannes QAUTTRO ANNI dopo “Gomorra”, Matteo Garrone ha vinto ancora il Grand Prix al Festival di Cannes grazie al film “Reality”. Il risultato, da parte dellʼautore di un film come “Lʼimbalsamatore”, induce a continuare a sperare che sia ancora possibile invertire la tendenza sul piano produttivo e distributivo. Il cinema italiano potrà davvero rinascere se si creerà unʼindustria sana, senza monopoli. Occorre costruire un ponte culturale che unisca nuove generazioni e vecchi cinefili, i grandi schermi e le potenzialità del web, le scuole e le Università, le televisioni e la realizzazione di serie tv di qualità. Come ricorda Roberto Andò nel romanzo “Il trono vuoto” (Bompiani), il disastro antropologico di oggi ha radici lontane: quando Federico Fellini si batteva contro le interruzioni pubblicitarie nei film, sul piccolo schermo, conduceva una battaglia politica. Da artista visionario, aveva compreso che la posta in palio era la difesa poetica di una civiltà. CATANIA. Miseria e Nobiltà con Tuccio Musumeci e Marcello Perracchio. Dal capolavoro di Eduardo Scarpetta. Ore 17.30/21, al Teatro Maugeri S.VITO LO CAPO. Concerto di Max Gazzè nellʼambito del Cous cous fest DI GIGI GIACOBBE utilizzare qualunque superficie come "schermo", trasforma il rapporto fra video e supporto, sfruttando le caratteristiche architettoniche come vero elemento comunicativo. I contenuti video devono essere studiati sulla base dell'architettura selezionata e questo rende la performance unica e non riproducibile in un altro luogo, coinvolgendo maggiormente il pubblico, che vede un pezzo della propria città traforsmarsi PACE DEL MELA. Dal medico della mutua allʼAuditorium comunale - ore 18.30 MESSINA. Giovani Esecutori 2012 per la rassegna chitarristica. Galleria Provinciale d'Arte Moderna - ore 18 MESSINA. Musica Milonga Retronouveau Piccardi, è godibile dallʼinizio alla fine, per merito soprattutto dʼun cast affiatato che sʼè espresso in colorite parlate dialettali, dalla Ciociaria alla Sicilia, con battute salaci e beffarde. Semplice la scena di Lorenzo Ghiglia (alcune colonne mozze, qualche capitello e una facciata lignea con due porte) sobri i costumi di Daniela Cernigliaro, indovinate le musiche di Stefano Marcucci. In evidenza Marco Simeoli nei panni di Palestrione, motore dello spettacolo, nonché lʼastuto architetto della sonora stangata e i servi Artotrogo di Antonio Silvia e Sceledro di Francesco Silella, nei rispettivi idiomi catanesi e baresi. Raffinata paradigmatica e metateatrale questa versione dellʼAndromaca (1667) di Racine, ispirata allʼoriginaria versione di Euripide e al 3° Libro dellʼEneide di Virgilio restituitaci, nella messinscena di Massimiliano Farau, in una forma più purificata. Non solo perché Racine ha tolto allʼeroina del titolo il figlio (Molosso) natole da Pirro, ma anche perché dei cinque atti originari Filippo Amoroso ha ricavato un solo tempo di due ore chiaro e asciutto, una riduzione efficace, travagliata e aderente allo PATTI. Chi ama il teatro si rechi al Teatro greco di Tindari per assistere a giorni alterni sino al 10 giugno con inizio alle ore 19 ad una divertente commedia di Plauto, il Miles gloriusus, e ad una tragedia dalle forti tinte, Andromaca, di Jean Racine. Il lavoro di Plauto è una sonora beffa intentata ai danni del fanfarone Pirgopolinice (con gonnellino, mantello bordeaux sbiadito e imbracato in una corazza di seconda mano, usurata e ramata quello di Edordo Siravo) un soldato sbruffone che si vanta oltre dʼaver ucciso in battaglia migliaia di nemici e dʼaver conquistato il cuore di altrettante donne. Ma male gliene incoglie quel giorno in cui decide di rapire la bella Filocomasia, vestita da Lara Balbo, celato oggetto del desiderio, fidanzata con lʼelegante Pleusicle di Ruggero Cecchi in frac e poi in divisa di ufficiale di mare, razionale e un amante che non molla mai lʼosso. Perché dopo tanti stratagemmi, come lʼinvenzione dʼuna gemella inesistente di Filocomasia, un buco praticato nel muro della casa del vecchio Periplectomeno (con maschera pulcinellesca quello di Renato Campese a ricordarci quanto Plauto influenzò la Commedia dellʼArte) giusto accanto a quella di Pirgopolinice e lʼingaggio di due cortigiane pacchiane, Acroteleuzio e Milfidippa (Giulia Di Quilio e Leidys Candy Rojas Martinez), che fingeranno di sbavare dʼamore per quel vanitoso soldataccio, faranno sì che questʼultimo si buschi delle sonore legnate che si ricorderà per tutta la vita. Lo spettacolo, propiziato dal Teatro dei due Mari nella sua XII stagione, Una scena di Andromaca messo in scena da Alvaro cortei Mapping sulla Palazzata Preview. In Piazza Santuario ore 22.30 MESSINA. Giovani Esecutori 2012 per la rassegna chitarristica. Galleria Provinciale d'Arte Moderna - ore 18 MESSINA. Musical “Sulle strade della città”. Palantonello ore 21.30 Se Plauto parla in dialetto esperimenti MESSINA. Secondo esperimento di mapping a Messina dopo quello dello scorso autunno alla Galleria Vittorio Emanuele. Lʼappuntamento è nellʼambito di “save your brain/into the visual”, lʼevento creato dai Kill The Pop che inizierà sabato 2 alle 22 e trenta al “Goccetto” di Via Vittorio Emanuele (chiusura alle 3 di notte). Il mapping architettonico è una nuova tecnica di comunicazione che sta facendo il giro del mondo lasciando stupefatti gli spettatori. Permette di S.MARCO DʼALUNZIO. 'Giornata Medievale' con delegazioni dei cortei storici più importanti della Sicilia. La Kermesse vedrà le Dame dei quartieri contendersi 'lo scranno di Dama del Castello'. domenica 3 giugno TINDARI. Miles Gloriosus e Andromaca al Teatro Greco fino al 10 giugno di Cesare Natoli NUOVEVISIONI centonove letteralmente, grazie alla luce. La sera del 2 giugno ad essere illuminato sarà il prospetto sud dell'isolato VII della palazzata, l'ex palazzo Littorio, progettato da Giuseppe Samonà e Guido Viola (edificato nel 1940), le cui superfici chiare e lisce e geometrie regolari sono particolarmente adatte a questo tipo di istallazione. Parte della performance sarà dedicata alla Palazzata di Messina, tramite la ricostruzione virtuale dei prospetti pre e post terremoto del 1908. L'istallazione è a cura di Vincio Siracusano, con la collaborazione di Giuseppe Murabito, Mosè Previti e Samuel Tuzza per la realizzazione dei contenuti audio/video, Edoardo Caminiti, Alessandra Malfitano, Miriam Sferrazza e Barbara Trimboli per la ricostruzione vettoriale della palazzata del Minutoli. Per i Kill The Pop (composti da Siracusano, Fabio Blundetto, Marco DʼAndrea e Fabrizio Delia), il mapping è “quella condizione mentale in cui non sai ancora se stia per arrivare una sorpresa, e, quando poi arriva, spalanchi gli occhi!”. convegni San Marco medievale S.MARCO DʼALUNZIO. Migliaia di visitatori che parteciperanno alla V giornata medievale del 2 giugno, organizzata con il mondo delle associazione e del volontariato. Le più affascinanti delegazioni dei cortei storici della Sicilia parteciperanno allʼevento: Gruppo Katabba di Monforte S.Giorgio, Ass.Pro Roccavaldina di Roccavaldina, San Piero Patti, Corteo Storico Ventimigliano di Castelbuono, Ass.Palio dei Sestrieri di Misilmeri, Ass.Antiche Torri di pagina 44 S.Lucia del Mela, Geraci Siculo, Pettineo, Montalbano, Gruppo Storico Cutelli di Valledolmo, San Marco dʼAlunzio. Il centro storico rivivrà in meravigliose scene di vita medievale, con spettacoli, giullari, buttafuoco, dame e cavalieri, incantatori di serpenti e falconieri, per un giorno faranno rivivere meravigliose ed indimenticabili atmosfere. La kermesse della V giornata medievale del 2 giugno vedrà questʼanno contendersi le scranno di dama del castello 2012. In memoria di Castronovo MESSINA. “Ettore Catronovo – Una vita dedicata al prossimo”. E' il tema dell'incontro voluto dal Rotaract Club di Messina, che si è svolto il 30 maggio al Salone delle Bandiere. Lʼevento, patrocinato da Provincia e Comune, mira a far conoscere ai giovani, a 58 anni dalla sua morte, il contributo che l'eclettico scienziato ha dato alla scienza medica. Ettore Castronovo fu il primo ad intuire e a sperimentare l'uso dei raggi X nella cura dei tumori. E proprio per condurre le proprie ricerche, si espose in modo incessante e senza protezioni alle radiazioni ionizzanti, sacrificando le mani e sé stesso. Al termine dellʼincontro sono stati premiati gli studenti vincitori della I Edizione del Concorso “I grandi del passato per i messinesi del futuro” mentre in data da destinarsi, verranno scoperti due pannelli commemorativi, in italiano ed in inglese, che verranno posizionati nella piazza a lui intitolata nonché a Gesso, suo luogo natio. posterweekend centonove lunedi' 4 giugno (Via Crocerossa 39) ore 21.30 MESSINA. Evento di beneficenza “Messinesi per Messina”. Musica al Teatro Cristo Re alle ore 19 MESSINA. Controcorrente, mostra di Francesca Borgia al Monte di Pietà ore 10 - 13/ 16 - 19.30 SIRACUSA. 'Uccelli' di Aristofane, traduzione Alessandro Grilli, regia Roberta Torre. Ore 18.30 MESSINA. Spettacolo di magia “The Real Talent Magic Show”. Al Giardino Corallo ore 21. MESSINA. Giovani Esecutori 2012 per la rassegna chitarristica. Galleria Provinciale d'Arte Moderna - ore 18 TAORMINA. Giò Pomodoro. Mostra nel centro storico di Taormina per la rassegna Il Mito Contemporaneo spirito poetico del tempo. Il dramma si svolge nella reggia di Pirro che lo scenografo Michele Ciacciofera ha trasformato in un cerchio di grano visto dallʼalto, con uno scranno di spalle e una serie di cubi sparsi lungo la circonferenza, tanti quanti i protagonisti in scena: una sorta di tavola-rotonda-senza-tavola in cui i personaggi possono lanciarsi lʼun lʼaltro sguardi ferali, come strali, esprimenti le passioni più recondite. I quattro protagonisti principali affogano in un amore mai corrisposto.. Oreste ama non riamato Ermione. Ermione ama non riamata Pirro. Pirro ama non riamato Andromaca. Questi amori negati e contrastati ricchi di sfumature psicologiche, causano due morti: quella di Pirro ad opera di Oreste e il suicidio di Ermione che esclamerà a quel cicisbeo di Oreste: «Qui te lʼa dit? - Chi te lʼ ha detto dʼammazzare Pirro?». Su tutti i personaggi si erge la figura regale e superba di Andromaca, vestita in modo mirabile da Manuela Mandracchia in abiti rigorosamente neri che ha conferito al personaggio valenze rare dʼuna madre sventurata con gli occhi condannati ad un eterno pianto, che nel ricordo del suo amatissimo Ettore, ucciso da Achille padre di Pirro, non può mai accettare che il suo figlioletto Astianatte venga ucciso per mano di chi dovrebbe sposare e amare. E se ad un tratto accetterà di fare questo passo, per lei dolorosissimo, sarà solo perché subito dopo si toglierà la vita. Accanto a lei, un autorevole Graziano Piazza nel ruolo di un giusto Pirro cieco dʼamore per Andromaca con abiti vagamente di colonnello dei carabinieri (i costumi postmoderni sono di Ilaria Albanese, le musiche di Emiliano Branda) e allʼoscuro di ciò che un destino crudele sta tramando alle spalle. Da canto suo Silvia Siravo vestita di bordeaux alla greca, incarna benissimo il personaggio di Ermione: stizzosa e odiosa nei confronti di Andromaca, adorante verso Pirro e rigettante verso lʼOreste di Fabio Cocifoglia, il quale con abiti verdi di militare di terra è colui destinato a vestire i panni di giustiziere della notte (nellʼOrestea di Echilo è colui che uccide la madre Clitennestra e il suo amante Egisto) e sarà sempre costretto a fuggire lontano questa volta in compagnia dellʼamico Pilade (Simone Ciampi). Si fanno notare le due confidenti di Andromaca ed Ermione, rispettivamente la Cefisa di Paola Surace e la Cleone di Antonella Nieri e il sempre presente Renato Campese nei panni militari di Fenice, precettore di Pirro. certamen peloritanum Gara di latino, così gli studenti premiati MESSINA. Si è concluso il XXIV “Certamen Peloritanum”, gara nazionale di latino aperta agli alunni di tutti i liceo aperta agli alunni di tutti i Licei organizzata dalla Delegazione “P. Sgroj-G. Morabito” dellʼAssociazione Italiana di Cultura Classica di Messina e svoltasi il 19 maggio nei locali del Liceo “La Farina” di Messina. La Commissione esaminatrice era presieduta dal prof. Antonino Grillo dellʼUniversità di Messina Sezione Juniores (V Ginnasio, I Liceo classico, II e III Liceo scientifico, linguistico, ecc.): 1° premio a Marcello Cosenza (I A Liceo Classico “Eschilo” di Gela), che riceverà Euro 400; 2° premio a Martina Minutoli (V C martedi' 5 giugno Liceo Classico “Maurolico” di Messina), Euro 300; 3° premio a Susanna Adornato (V ginnasiale Liceo Classico “ Campanella” di reggio), Euro 150. Inoltre, una menzione è stata assegnata a Maria Sofia Morgante (I F Liceo Classico “Maurolico” di Messina). Sezione Seniores (II e III Liceo classico, IV e V Liceo scientifico, linguistico, ecc.): 1° premio a Silvio Trotta (III C Liceo Classico “La Farina” di Messina), che riceverà Euro 500; 2° premio ad Antonio Aliberti (III A Liceo Classico S. Teresa Riva), Euro 350;3° premio a Caterina Higgins (III C Liceo Classico “La Farina”), Euro 200. MESSINA. Giovani Esecutori 2012 per la rassegna chitarristica. Galleria Provinciale d'Arte Moderna ore 18 MESSINA. Controcorrente, mostra di mercoledi' 6 giugno CATANIA. Presentazione del libro di Paolo Rossi intitolato '1982. Il mio mitico Mondiale' (Kowalski). Ore 18, presso la Feltrinelli (Via Etnea, 285 MESSINA. Giovani Esecutori 2012 per la rassegna chitarristica. Galleria Provinciale Francesca Borgia al Monte di Pietà ore 10 - 13/ 16 19.30 TAORMINA. Giò Pomodoro. Mostra nel centro storico di Taormina per la rassegna Il Mito Contemporaneo INIZIATIVE 1 GIUGNO 2012 giovedi' 7 giugno d'Arte Moderna - ore 18 MESSINA. Controcorrente, mostra di Francesca Borgia al Monte di Pietà ore 10 - 13/ 16 - 19.30 TAORMINA. Giò Pomodoro. Mostra nel centro storico di Taormina per la rassegna Il Mito Contemporaneo CATANIA. Presentazione del libro 'L'altra Storia - Le vite spezzate degli agenti di scorta di Falcone e Borsellino di Laura Anello. Alla Feltrinelli ore 18 MESSINA. Giovani Esecutori 2012 per la rassegna chitarristica. Galleria Provinciale d'Arte Moderna ore 18 MESSINA. Controcorrente, di Francesca Borgia al Monte di Pietà ore 10 13/ 16 - 19.30 TAORMINA. Giò Pomodoro. Mostra nel centro storico di Taormina per la rassegna Il Mito Contemporaneo DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Se cresce in Sicilia la scena contemporanea A Catania e Palermo le prime riunioni per creare la rete C.Re.Sco PALERMO. Non cʼè tempo più da perdere: se è vero infatti che lʼambiente teatrale siciliano sta cominciando a soffrire con durezza oggi le difficoltà che la crisi economica impone ad ogni segmento produttivo della realtà (si pensi ai pesanti tagli ai bilanci degli Stabili, dei Teatri dʼopera, delle principali rassegne e si pensi alle manifestazioni di protesta che ne stanno seguendo) e se è vero che questʼambiente ha goduto e poi sofferto delle principali distorsioni della nostra terra (individualismo, assistenzialismo, incapacità di fare sistema, familismo se non proprio clientelismo, arretratezza culturale, cecità, disordine e mancanza di strategie di lungo corso nellʼ uso delle risorse pubbliche), è anche vero che da qualche hanno cominciato a farsi strada, soprattutto nel settore del teatro contemporaneo e della ricerca teatrale e coreografica, dei processi di consapevolezza politica e gestionale molto interessanti e nuovi per la Sicilia. Si pensi alle fasi preparatorie allʼapprovazione delle legge 25 del 2007, relativa alla gestione delle risorse regionali per i piccoli teatri e per le piccole compagnie di ricerca e produzione teatrale, si pensi alla nascita appena lʼanno scorso della rete regionale di produzione e distribuzione “Latitudini”, si pensi questa volta allʼadesione formale di alcune realtà della ricerca teatrale siciliana al “Coordinamento delle realtà della scena contemporanea” (in acronimo C.re.s.co), avvenuta mercoledì 30 maggio a Palermo per iniziativa di Giuseppe Cutino (lʼassemblea sʼè tenuta al “Teatro delle Balate”) e giovedì 31 maggio a Catania per iniziativa di Turi Zinna e Salvo Gennuso (lʼassemblea si è tenuta a ZO). Unʼiniziativa che val la pena di segnalare: si tratta di un coordinamento nato nel settembre del 2010 a Bassano del Grappa che, con lʼadesione delle realtà della scena contemporaneamente siciliana, ha raggiunto oggi una diffusione davvero nazionale. «L'obiettivo di questo Coordinamento è mettere assieme gli operatori e gli artisti italiani della scena contemporanea e farli lavorare congiuntamente per costruire un progetto e una sensibilità che siano insieme poetici e politici, necessari per continuare a creare bellezza e pensiero ma anche funzionali alla difesa della dignità lavorativa di chi opera in questo settore, al recupero di un ruolo riconosciuto per gli artisti del contemporaneo nel contesto sociale nazionale, alla crescita complessiva dei linguaggi della ricerca e dell'innovazione». Paolo Randazzo pagina 45 Toscana, le cantine-gioiello SONO APPENA RIENTRATO da un giro in Piemonte, regione di grandi vini, che hanno fatto grande lʼItalia enologica e che sono tra i più venduti allʼestero. Parlo di Barolo e Barbaresco prodotti da uve Nebbiolo e coltivati nelle belle colline delle Langhe. Vini dalle grandi capacità di invecchiamento tanto da essere immessi sul mercato diversi anni dopo la vendemmia. Tra le cantine visitate quella del grande Angelo Gaia, nome che viene pronunciato anche allʼestero con deferenza. Tra gli assaggi effettuati in questa cantina uno splendido Barbaresco 2008, giovanissimo, appena uscito in commercio, da uve Nebbiolo ovviamente ha un naso elegante caratterizzato da piccola frutta rossa, note minerali e floreali in bocca è tannico, fruttato e dotato di grande persistenza. Dopo Gaia sono stato in unʼaltra gran bella tenuta, Cisa Asinai dei Marchesi Di Gresy, 42 ettari di cui 12 a Nebbiolo, dove insieme al marchese Alberto ed il suo enologo abbiamo provato lʼintera gamma prodotta ma anche delle vecchie annate dei loro famosissimi Barbaresco. Di gran livello i bianchi, mi è piaciuto tanto il Langhe Sauvignon 2011 ricco di frutto, delicato ed elegante nei profumi. Eccellente il Barbaresco Gaiun Martinenga 2008 vino dai profumi di frutta rossa, anice, liquirizia, ma anche floreale e ricco di sapida mineralità, godibile adesso ma che sarà ancora più buono nei prossimi anni. Ultima tappa della prima giornata i Poderi Einaudi storica azienda appartenuta allʼeconomista piemontese che è stato anche Presidente della Repubblica che può vantare ben 52 ettari vitati, dove ovviamente si produce anche dellʼottimo Barolo, mi ha colpito molto il Barolo Cannubbi 2006, uno dei migliori cru piemontesi, succoso, ricco, molto persistente al palato mentre al naso si presenta fitto, sfaccettato, con profumi che virano dalla frutta rossa sino alle note di humus e sottobosco, floreali, minerali, di cioccolato, spezie e liquirizia. Le altre cantine alla prossima settimana. SICILIA DA ASSAGGIARE! Zuppa di fagioli badda con pasta fresca IL FAGIOLO BADDA è un fagiolo bicolore di taglia media e tondeggiante, chiamato "badda" cioè palla. Ingredienti Per la zuppa :300 g di fagioli badda, 1 carota, 1 cipolla, 1 gambo di sedano, 1 spicchio d'aglio, 1 cucchiaio di salsa di pomodoro, sale, pepe (o peperoncino), olio extravergine. Per la pasta: 200g farina, acqua, q.b. 1 cucchiaiata di finocchietto selvatico tritato fino,colatura di alici o un paio di Masculine da Magghia. Preparazione: Mettere a bagno i fagioli, per almeno 12-14 ore. Scolarli, sciacquarli e metterli in pentola, con le verdure e acqua sufficiente. Fare cuocere a lungo per circa due ore. Preparare la pasta. Sulla spianatoia, fare una fontana con la farina, all'interno mettere il trito di finocchietto. Impastare con acqua, fino ad ottenere un impasto morbido e liscio. Far riposare la pasta, avvolta nella pellicola, poi stenderla in sfoglie sottili. Tagliarla a strisce, poi a losanghe. Lasciare asciugare coperto da un telo. Poi eliminare le verdure e salare. Con un cucchiaio sollevare un po' di fagioli e schiacciarli con una forchetta. Riportare a bollore e unite la pasta. Portare a cottura. Condire poi con olio extravergine, un poco di pepe o peperoncino. Disio Hostaria Via dei Monti, 98049 - Serro ~Villafranca Tirrena (Me) tel. +39 329 7967075- www.disiohostaria.com [email protected]. 1 GIUGNO 2012 posterlettere&... MESSINA DRASTICA di Fabio Amato ATTUALITA’ Tutti al mare MESSINA. Sta arrivando l'estate e quindi andremo al mare. Ma per andare al mare bisogna avere il fisico. Tutti si organizzano per "farsi il fisico" . Le palestre traboccano di pseudo atleti che di sport sanno solo che è una parola formata da 5 lettere e purtroppo non si mangia. Sono vestiti con tute extra-spaziali colorate ed extra tecnologiche, con i-Phone annesso e tablet incorporato e pensano che se sudano un mese possano eliminare le tossine accumulate con giorni pieni di braciole, salsicce e pasta al forno. Le donne sono spettacolari, perchè vanno in palestra tutte truccate e con gli orecchini, che sembrano anelli di calamari fritti e fanno gli addominali per la prima volta nella loro vita dopo aver fatto la cyclette. Hanno delle tute variopinte e sembrano tanti salamini sant'angelo colorati e stagionati. Poi ci sono quelli che preferiscono l'aria aperta, e quindi vanno a correre alla passeggiata a mare (cosiddetta) e qui si raggiunge il delirio cromatico e demenziale. Corrono tutti, gli uomini avvolti nel cellophane, perchè pensano di sudare e dimagrire, e rischiano sistematicamente l'infarto, e sembrano tanti preservativi impazziti. Le donne sono tutte colorate, truccate, con le collane, ma fornite di airbags privati, anteriori e posteriori. Oppure hanno delle tutine super-aderenti, che i cotechini di Modena, che hanno ingerito senza pietà, durante l'inverno, al loro confronto sembrano figure stilizzate. La fauna comunque è molto variegata, ci sono infatti uomini che sembrano arancini, donne che sembrano pitoni messi in piedi, e mozzarelle variopinte. Infine ci sono i professionisti, quelli che vanno a correre sulla pista ciclabile, e qui c'èdi tutto . Atleti veri, che corrono ore ed ore, uomini che arrancano, ed ogni tanto si fermano a mangiare la focaccia, nei vari posti vicini, donne che corrono e fanno anche la spesa, moto che scorazzano, con gente in tuta e pantaloncini, qualche bicicletta, e tanti motorini posteggiati. Infine per la città incontri tanta gente che corre, specialmente la sera, cercando di schivare la merda dei cani, la spazzatura, e le macchine posteggiate, ma questo è un altro problema. ECOLOGIA E AMBIENTE di Francesco Palazzo centonove HERITAGE Mafia e punti di vista Ancora un libro di storia? DI SERGIO BERTOLAMI PALERMO. Quando si parla di mafia, che differenza c'è tra il politico, il giudice, lo scrittore e l'artista? Sono figure che hanno ruoli diversi e possono utilizzare differenti punti di vista. Ad esempio. Quando il 23 maggio di quest'anno, tutta la politica, a cominciare dalla Presidenza della Repubblica e da quella del Consiglio, chiede ai magistrati di andare sino in fondo nella ricerca della verità circa i tanti lati oscuri dello stragismo del biennio 92-93, forse intende affermare che la magistratura non ha svolto sinora per intero il proprio lavoro? La politica sa che vi sono stati, e vi sono, inconfessati intrecci tra mafia e politica che portarono alla stagione stragista e chiede a gran voce che vengano svelati. Chi indaga e giudica, tuttavia, potrà muoversi in tal senso quando avrà solide prove per perseguire questo o quel politico, questo o quel pezzo dello Stato eventualmente infedeli. Lo schema è abbastanza comprensibile. Non ci sarebbe molto da aggiungere. Senonché, oltre che in tutta la campagna elettorale per le amministrative, e pure nel giorno del ventesimo ricordo di Falcone, della moglie e degli agenti della scorta, si è rispolverata la polemica dolorosa che vide protagonisti Giovanni Falcone e Leoluca Orlando, proprio in relazione alle responsabilità politico-mafiose. Si è chiesto al sindaco di porgere le scuse. E non ci si è accorti che, contemporaneamente, proprio dal massimo livello delle istituzioni repubblicane, giungeva la richiesta alle toghe di andare avanti e ridisegnare scenari che possano avere il marchio della verità. Certo, le parole pronunciate allora da Orlando furono formalmente molto più brusche e non è un aspetto secondario. Ma il clima che in quel periodo si viveva era tale che da più parti i toni risultavano esasperati e talvolta lontani dal rispetto umano. Ma, nella sostanza, la richiesta del sindaco della città del tempo, e del nuovo sindaco che adesso si dichiara pronto a reiterarla nei contenuti, speriamo non più nella forma, della quale egli stesso si rammarica, somiglia molto alla odierna impellente domanda di verità e giustizia che giunge chiara e forte un po' da tutte le parti. Senza per questo, ripetiamo, che il lavoro della Leoluca Orlando magistratura, che forse il alcuni frangenti, vedi la vicenda di Via D'Amelio, poteva essere svolto in maniera più oculata, se ne possa sentire discreditato o messo alla berlina. L'importante è che le parole e le eventuali critiche, a cui tutti gli umani dobbiamo essere sottoposti, nessuno escluso, siano pronunciate alla luce del sole. Utilizzando, cioè, la stessa procedura che nel 1987 fu propria di Leonardo Sciascia. Che con l'articolo sui professionisti dell'antimafia investì sia il politico, Orlando, che il giudice, Borsellino. Che magari, soggettivamente, avevano mille motivi per prendersela, ma oggettivamente il grande scrittore e intellettuale si esprimeva sul registro espressivo che gli era proprio e si doveva leggere oltre le parole e le personalizzazioni in quel contesto utilizzate. Recentemente abbiamo avuto una dimostrazione ulteriore di come è necessario tenere separati ruoli e funzioni e consentire a tutti libertà d'espressione. Beppe Grillo, durante la sua puntata elettorale a Palermo, ha proferito una frase provocatoria e paradossale su mafia e Stato,venuta fuori più dalla sua vena artistica che non da un ragionamento su dati effettivi. Apriti cielo. Il politico, il giudice, lo scrittore, stavolta uniti e parlanti con medesima voce, l'hanno fatto nuovo. Ma come si è permesso di affermare che lo Stato strozza e invece la mafia non lo fa? Presa alla lettera la cosa sorprende, ma l'artista si può permettere una simile sintesi, ardita e fuorviante quanto volete, senza far volare in aria gli stracci. Siccome, quindi, a giro, i protagonisti della vita pubblica, quando si parla di mafia, perdono di vista il fatto che ciascuno utilizza contenuti e tonalità del mondo di appartenenza, si discuta pure intorno alle dichiarazioni di chicchessia. Ma non si trasformino i confronti e i dissapori in guerre infinite, dove la pace può essere raggiunta solo con la marcia indietro del peccatore di turno. MESSINA.LʼIstituto Salvemini ha presentato nellʼAula Magna dellʼUniversità di Messina il frutto del suo ultimo lavoro. Un tomo di 652 pagine sulle vicende della città negli anni che precedettero e seguirono il terremoto del 1908. A chi chiedesse a cosa serve un nuovo libro di storia, si potrebbe rispondere così: «Per educare la mente a sentire ed osservare la complessività della struttura sociale, la continuità del processo storico, la relatività delle istituzioni e delle idee, i rapporti di causalità e d'interdipendenza che stringono fra loro i fenomeni sociali consecutivi e contemporanei... non tanto a mettere nella memoria un gran numero di fatti, quanto ad educare lo spirito perché sappia osservare, criticare e valutare i fatti con pensiero non semplicista non intollerante non esclusivo». Ho preso in prestito la riflessione che Gaetano Salvemini proponeva al pubblico in una conferenza a pochi anni dal sisma. A questo meridionalista convinto, padre del socialismo liberale, trentacinque anni fa un gruppo di studiosi ha intitolato lʼIstituto di studi storici, fondato come stimolo al sapere critico dei cittadini. Con sistematica continuità, si è mantenuto fede allʼimpegno iniziale, sicché, negli anni, lʼIstituto Salvemini ha saputo acquisire un prestigio che ha varcato i confini della città e dellʼisola. È il prodotto di una identità reale. Le pubblicazioni connotano qualità scientifica. I convegni di studi ne riverberano gli effetti. La Biblioteca di oltre 9.000 volumi, lʼemeroteca con 35 riviste, le grandi testate quotidiane raccolte in microfilm, sono come “pubblici granai”. È la cultura vissuta ogni giorno con vivacità intellettuale, da radicare in un tessuto sociale reso più maturo per capire le ragioni di un legame alle proprie radici. Ben oltre la narrazione dei fatti. Perché, per citare ancora Salvemini, «la cultura vera - come con un paradosso profondo è stata definita - è "ciò che resta in noi dopo che abbiamo dimenticato tutto quello che avevamo imparato"». [email protected] di Anna Giordano Catastrofi e responsabilità ì TERREMOTI, ALLUVIONI, incendi, erosione costiera, hanno un denominatore comune: tragedie annunciate o, nella migliore delle ipotesi, danni da ingenti a ingentissimi. E tutti hanno un altro denominatore comune: si possono prevenire (terremoti) ed evitare e/o contenere (alluvioni, incendi, erosione costiera). La parola terremoto è tabù, quindi, a parte norme ultimamente a mio avviso pericolose, non si fa nulla. Ben vengano le esercitazioni, un grazie per averci pensato finalmente, anche se a 100 anni dallʼevento del 1908, ma la realtà sarà ben diversa. Le strade sempre più congestionate e strette di questa città di Messina cresciuta senza ordine né logica, diventerebbero impraticabili, anche ammesso (ma ahimè non concesso) che tutto possa reggere. Si scopre intanto che la superficie terrestre e gli strati sottostanti seguono dinamiche poco note, arrivando a tremare e a fare danno dove non si credeva possibile. E mentre le alluvioni colpiscono territori sempre più feriti che in pochi vogliono salvare, arriva la notizia che il governo non darà più un euro in caso di calamità, salvo aumentare nuovamente le accise per la benzina. Quindi, quando si brucia una collina e nessuno chiama chi dovrebbe, quando chiamando chi si dovrebbe poi non ci sono mezzi e uomini a sufficienza e la collina continua a bruciare, estate o inverno che sia, quando il mare vi mangerà la casa perché poco più in là hanno distrutto la posidonia oceanica o fatto un porticciolo o messo massi a difesa di qualcun altro, beh, prendetevela con tutti coloro che non fanno prevenzione né pensano che chi spegne fuochi è più importante di chi viene lautamente ricompensato (con fondi pubblici) per pagina 46 continuare a propinarci un ponte che non serve e che non ci salva dai disastri, anzi. Prendetevela con chi decide di fare 5 porticcioli (5) su Ionio e Tirreno, con chi inquina e chi fa strascico con le reti quando arriverà la mareggiata. Prendetevela con il pastore che ha dato fuoco e poi ci va a pascolare e i pochi che possono controllare (e lo fanno) sono appunto pochi perché la Regione Sicilia non fa un concorso per guardie forestali dal 1984. Prendetevela con chi in un territorio fragilissimo, lascia che siano pochissimi i vigili del fuoco a fronteggiare i pazzi criminali. Prendetevela con chi anziché far fare le verifiche sulla stabilità antisismica, continua a credere che lʼunica e sola economia sia quella del cemento ovunque e a tutti i costi. Prendetevela con voi stessi, silenti, conniventi, assuefatti, complici di scelte amministrative che prendono vita il giorno del voto, qualunque esso sia. La migrazione sta scemando, si torna allʼimpossibile, combattere lʼindifferenza e la stupidità umana. poster...commenti centonove ALFABETO MINIMO di Giovanni Merenda ELIODORO I come ingiustizia LA CRISI CHE STA sconvolgendo l'Europa viene da molto lontano. Viene dall'America che prima ha inventato i titoli “spazzatura”, bolle gigantesche che si gonfiavano prima di esplodere nelle mani di quelli che erano rimasti col cerino acceso e poi i mutui sulle case concessi dissennatamente e rivenduti ad altri soggetti sempre con lo stesso cerino in mano. E se vogliamo guardare nel nostro giardino viene ancora da più lontano da un debito pubblico gigantesco accumulato dai governi italiani, che hanno speso molto con risultati miserrimi. E per venire a tempi più recenti a certe decisioni dei governi europei intese solo ad imporre il rigore senza fare niente per la famosa crescita. Hanno stabilito dei parametri, e non c'era dubbio che questa operazione andasse fatta, ma nel decidere le cifre non hanno pensato che una medicina che poteva andar bene per la Germania non aveva lo stesso effetto per gli spagnoli o gli italiani o i portoghesi. Per curare il malato lo stanno uccidendo con dosi troppo forti per il suo fisico. Evidentemente se c'è stato un tale disastro ci devono essere dei responsabili, stavolta non è uno tsunami, non possiamo prendercela con la natura. E per non fare nomi i responsabili vanno cercati in due categorie: i finanzieri in primis e gli uomini politici che questi finanzieri non sono stati capaci di fermare e che hanno aggravato la crisi con decisioni sbagliate. E quindi ora viviamo in pieno dramma e non parlo solo dei suicidi, ma anche di quelli che la vita la conservano, ma è una vita grama e senza speranze per il futuro. Le vittime sono decine e decine di milioni. Bene... anzi, male... adesso considerate queste vittime e considerate i colpevoli e ditemi se vedete un solo caso in cui una di queste vittime trova posto anche tra i colpevoli. Io questo solo caso non sono riuscito a trovarlo. Quindi tanta gente sta oggi a chiedersi come riuscirà a trovare i soldi per mangiare domani, a trascinarsi per casa senza un lavoro quando potrebbe e vorrebbe lavorare e i colpevoli stanno bene come prima e probabilmente ancora meglio. Avete letto di qualcuno dei boss delle società finanziare che si è sparato un colpo alla testa oppure di un ministro che ha favorito la crisi con la sua ignavia che ha aperto una finestra e si è buttato di sotto? Viviamo in una società sempre più deteriorata, si guarda con sospetto gli emigrati che fanno il lavoro che noi non vogliamo più fare e lo fanno per quattro soldi perché loro alla miseria ci sono abituati. Le religioni, alcune grandi religioni, fanno la loro spregevole parte. Le punte estremiste dell'Islam pensano a come massacrare non solo gli stranieri ma la loro stessa gente con attentati suicidi. E larghi strati dello stesso Islam dedicano tutte le loro forze a far sì che vengano applicate delle regole assurde di un libro di più di mille anni fa, regole che stroncano la libertà e il vivere civile. In Italia abbiamo il Vaticano. La religione cattolica è la religione di gran lunga preponderante. Niente da dire sugli insegnamenti del Vangelo, hanno anche adesso una loro logica a differenza di quelli del Corano. Ma qui non parliamo del Vangelo ma parliamo del Vaticano, che del Vangelo se ne fotte, e quindi del Papato. E quanti degli italiani sanno che la chiesa cattolica ha ucciso più gente del nazismo tra gli indigeni delle terre conquistate? E gli eretici e le supposte streghe arse sul rogo... E quanti italiani sanno che tanti Papi nel Medioevo e nel Il bilancio comunale... svizzero Rinascimento erano assassini e strupratori e che alcuni sono diventati Papi senza essere mai stati neanche preti? Benedetto IX, il più dissoluto dei pontefici, aveva 12 anni quando fu eletto Papa. Il Vaticano chiede, negli spot televisivi, il cinque per mille con immagini di quei pochi missionari che fanno il loro dovere e a cui se tutto va bene andrà solo un quinto di quel cinque per mille. E le alte sfere del Vaticano continuano a romperci le palle con i gay, l'aborto, il preservativo e le coppie di fatto. A questo punto come unica soluzione ci viene in mente una parola che credevamo non fosse più di moda: rivoluzione. E quando diciamo rivoluzione non pensiamo al sangue e alle barricato o alla presa della corazzata Potemkin o peggio ancora a quei quattro cretini che la mattina si svegliano, si mettono il casco integrale e vanno a gambizzare. No, noi la rivoluzione ce la immaginiamo come la stragrande maggioranza della gente che una mattina si sveglia e decide, alla luce di quello che la storia ci ha insegnato e delle condizioni attuali dell'umanità, di creare una nuova società con al centro l'uomo e la natura non il denaro e la religione, spazzando via tutte le regole che sono state fatte dai potenti a loro favore. E via le ingiustizie. Ridistribuiamo le ricchezze, proclamiamo immorali e illeciti i grandi patrimoni. E mandiamo a lavorare in fabbrica o nei campi quelli che si occupano di finanza, è immorale usare i soldi per fare i soldi, la finanza deve essere ridotta all'essenziale. Una ditta deve perdere parte del suo valore solo se fa cattivi prodotti che non si vendono, non perché qualcuno ci specula in borsa. E agli speculatori tagliamogli il pisello se sono uomini e la lingua se sono donne. ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Vuoi un cucciolo? Vai al canile MESSINA. Ancora una volta si accendono i riflettori sul traffico dei cuccioli dallʼEst europeo. Ancora una volta il Friuli Venezia Giulia intercetta. Pochi giorni fa la guardia forestale ha fermato lungo la A4, nei pressi di Palmanova (Udine), due grossi furgoni. Allʼinterno dei mezzi stavano 400 esemplari, appartenenti tutti a razze pregiate, subito posti sotto sequestro. Il napoletano e lo straniero che erano alla guida sono stati denunciati. Il viaggio dei cagnolini si sarebbe concluso con la loro vendita sul mercato di Napoli: da lì sarebbero stati smistati nellʼintera penisola. Sarebbe andata così per i più “fortunati”. I cuccioli arrivano in Italia dopo aver sopportato un lungo inferno di fame e sete, ammassati lʼuno sullʼaltro e ricoperti dei propri escrementi. Un incubo che spesso non lascia scampo a creature di età inferiore ai tre mesi,. Anche in questo caso non sono mancate le vittime: sette 1 GIUGNO 2012 esemplari non sono sopravvissuti al viaggio. Una rete criminale costantemente attiva, formata da individui senza scrupoli, che, attratti dalla prospettiva di un facile guadagno, commerciano in esseri viventi senza minimamente curarsi delle sofferenze che provocano. Prezzi compresi tra i settecento ed i tremila euro. La gente li acquista senza sospettare nulla, vedendoli sani e vispi per lʼeffetto dei farmaci di cui sono stati imbottiti, ma il tasso di mortalità nella fase compresa tra il trasporto ed i primi mesi dopo lʼarrivo in Italia tocca il 50%. Lʼincremento del traffico di cuccioli è conseguenza dellʼelevatissimo numero di richieste che giungono dai molti che vogliono regalare o regalarsi solo animali di pura razza. Un fenomeno drammatico che potrebbe essere arginato con una scelta semplice e responsabile: chi vuole godere della compagnia di un cane si faccia un giro al canile. pagina 47 CATANIA. Oggi no, domani neanche, dopodomani forse. Ormai lo stipendio per i circa 3.500 dipendenti del Comune di Catania è sempre più un'ipotesi. I problemi di liquidità si continuano a ripetere. Nei primi mesi era un problema "fisiologico" spiegavano dalla ragioneria, ma adesso a metà anno è una patologia cronicizzata. Il sindaco Stancanelli aveva assicurato una gestione ordinaria, ancora non è riuscito a garantirla nonostante la cura dimagrante. La procura, intanto, spedisce una raffica di avvisi di garanzia. La seconda sindacatura di Umberto Scapagnini viene esaminata ai raggi X e per assessori e dirigenti in carica tra il 2005 e il 2008 sono guai, anche per il ragioniere generale Francesco Bruno, che con poteri da supereroe amministrava in contemporanea il Comune e la Provincia e il commissario straordinario a palazzo degli Elefanti Enzo Emanuele, protagonista, in poche settimane, di abbagli clamorosi. Bilancio: 28 indagati e 21 pagine di capi di imputazione. Per ora. 150 PAROLE DA PALERMO Riti di primavera A PALERMO, COME in tutta lʼItalia, le domeniche di maggio e giugno sono quelle in cui si amministra il sacramento della Prima Comunione, uno dei sette previsti dalla Chiesa cattolica. In queste domeniche, vicino alle chiese, ci sono sciami di persone che sfoggiano costosi abiti da cerimonia e acconciature perfette, in attesa di “transitare” dalla parrocchia al ristorante dove lʼevento sarà festeggiato. Mi chiedo cosa rimanga, nellʼanima e nella prassi di bambini e parenti, del sacramento celebrato: temo davvero poco di spirituale, fagocitato da pranzo, lustrini e regali. E mi domando ancora cosa aspetti la Chiesa cattolica per recidere lʼabbraccio perverso tra celebrazione del sacramento e festa mondana. Utile sicuramente a far girare lʼeconomia, offrendo occasioni di lavoro a parrucchieri, ristoratori e centri commerciali. Sicuramente inefficace, anzi senzʼaltro inutile e dannoso, per dare ali alla vita spirituale dei ragazzini e delle loro famiglie. Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Laboratorio Barcellona MESSINA. Barcellona, da sempre roccaforte del centrodestra, è stata espugnata da Maria Teresa Collica, ricercatrice allʼUniversità di Messina e promotrice dal 2006 del movimento Città aperta. Chi si spiega la sua vittoria come conseguenza locale della protesta nazionale tende a nascondere o ignorare le responsabilità dellʼamministrazione locale. Cosa è accaduto nella città del Longano? Il successo viene da lontano. Ha affermato Don Salvino Raia, salesiano: “a Barcellona si stanno raccogliendo i buoni frutti di una semina sociale avviata da anni, non si tratta di un voto estemporaneo”. Il punto debole di questo successo è semmai un altro. La maggioranza del consiglio comunale è andata al centrodestra per cui il neosindaco farà non poca fatica ad amministrare senza il consenso previo di almeno una parte dellʼopposizione ( nel voto amministrativo prevale, come si sa, soprattutto il voto per parenti e amici). Collica è perfettamente consapevole del problema e da subito, per fortuna, sembra muoversi come un esponente politico navigato (il successo elettorale può produrre brutti effetti da ubriacatura, in particolare sulle persone meno mature politicamente). Le dichiarazioni del primo cittadino lasciano infatti ben sperare perché sono aperte alla collaborazione di tutti quelli che vogliono contribuire a fare crescere il territorio, senza rigide contrapposizioni fondamentaliste, noi il bene voi il male, come spesso accade agli esponenti di sinistra. Comunque, una rondine non fa primavera e se a Barcellona è successo qualcosa di politicamente rilevante lo diranno le prossime elezioni regionali. [email protected]