AINV Associazione Italiana per lo studio del sistema NeuroVegetativo
Transcript
AINV Associazione Italiana per lo studio del sistema NeuroVegetativo
NEUROVEGETATIVO News Quadrimestrale - Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 “In memoria del Prof. Pasquale Montagna (1950-2010) scienziato di fama e uomo straordinario che tanto ha dato e scritto per migliorare la conoscenza della fisiopatologia del sistema nervoso vegetativo” NEUROVEGETATIVO News Periodico quadrimestrale Direttore responsabile Pietro Cortelli Coordinatore del Comitato Editoriale Rita Di Leo Comitato Editoriale Presidente Giuseppe Vita Segretario Pietro Guaraldi Revisore dei conti Marcello Romano Consiglieri Giovanni Barbara Luciano Bernardi Pietro Cortelli Francesca Del Sorbo Rita Di Leo Giuseppe Micieli Giuseppe Pelliccioni Ufficio redazionale, pubbicitario e amministrativo: c/o MCC via S. Stefano 57 - 40125 Bologna tel. 051263703 - fax 051238564 e-mail: [email protected] Garanzia di riservatezza: Si garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne la rettifica o la cancellazione scrivendo all’ufficio redazionale (Legge 675/96 tutela dati personali). FOTOCOMPOSIZIONE E IMPIANTI: LASER - Granarolo E. (BO) STAMPA: Tipografia Negri - Bologna Aut. n. 7106-05/04/2001 consueto, nell’ambito del Congresso, si è svolta la riunione della nostra Associazione sul tema “Vegetativo e malattie cerebrovascolari”. Sono intervenuti: il nostro Consigliere Dott. Micieli che ci ha parlato delle strette interrelazioni tra sistema nervoso vegetativo (SNV), ritmi circadiani e stroke; la Dott.ssa Poggesi e la Dott.ssa Cavallini hanno illustrato, rispettivamente, le caratteristiche della Malattia dei piccoli vasi cerebrali e delle Sindromi da vasocostrizione cerebrale reversibile. Infine la Dott.ssa Provini ha parlato della fisiopatologia della Sindrome delle apnee e delle sue conseguenze sul sistema cardiovascolare. Durante il congresso si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche del Consiglio Direttivo che nel prossimo biennio sarà così composto: Presidente eletto: Giuseppe Vita, Segretario: Pietro Guaraldi, Revisore dei conti: Marcello Romano, Consiglieri: Giovanni Barbara, Luciano Bernardi, Pietro Cortelli, Francesca Del Sorbo, Rita Di Leo, Giuseppe Micieli, Giuseppe Pelliccioni. Al termine della sessione si è svolta la annuale riunione dei soci. In questo numero di NVN trovere- Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 te due interessanti articoli: in alla ribalta il Dott. Cristian Quattrini ha affrontato il tema della correlazione tra disfunzione endoteliale e disautonomia con un’esaustiva panoramica dalla basic science alla pratica clinica, mentre la Dott. Simona Maule ci propone un Update sulla terapia evidence-based della sincope neuromediata una condizione sulla quale i medici di diverse specialità (di emergenza-urgenza, cardiologi, neurologi, internisti, rianimatori) sono di frequente chiamati in causa. Nei prossimi mesi verrete informati, anche tramire il nostro sito www.ainv.it, sulle iniziative didattiche e congressuali promosse dall’AINV per il 2011. Vi ricordo, inoltre, che il Consiglio Direttivo ha deciso di finanziare due grants per permettere la partecipazione di giovani icercatori alla prossima edizione della EFAS School (http://home.spsna.pt/), organizzata dalla Prof.ssa Isabel Rocha e che si terrà a Lisbona nei giorni 16-19 giugno 2011 ed al XIII EFAS Meeting che si svolgerà a Berna nei giorni 12-15 ottobre 2011 (www.imk.ch/efas2011). Vi segnalo, inoltre, che la prossima Valsalva Lecture verrà assegna- 1 www.ainv.it Cari soci Recentemente si è svolto a Catania il XLI Congresso della Società Italiana di Neurologia. Come di www.ainv.it Editoriale www.ainv.it ta al Dr. Wouter Wieling (Università di Amsterdam), per i suoi studi sui meccanismi fisiopatologici della intolleranza ortostatica, in occasione del prossimo congresso della Società Italiana di Neurologia che si terrà a Torino nei giorni 22-26 ottobre 2011. Per ulteriori informazioni potete consultare il nostro sito www.ainv.it ed il sito della Società Italiana di Neurologia (www.neuro.it). Per sostenere queste iniziative e per poter organizzare Corsi o Congressi che possano rappresentare per noi tutti un momento di crescita scientifica e professionale abbiamo bisogno anche del vostro aiuto, vi invitiamo pertanto a regolarizzare la vostra posizione nel pagamento delle quote sociali (per qualsiasi informazione in merito potete rivolgervi al nostro Segretario Pietro Guaraldi, [email protected]). Buona lettura Rita Di Leo Alla ribalta … Considerazioni su disfunzione endoteliale e disautonomia DR. CRISTIAN QUATTRINI www.ainv.it Dipartimento di Area Medica, ASUR Marche ZT8 Division of Cardiovascular Medicine, University of Manchester www.ainv.it Il rapporto tra sistema vascolare e sistema nervoso gioca un ruolo cruciale nel mantenimento dell’omeostasi. La regolazione neurogena della perfusione ematica infatti consente l’ossigenazione dei tessuti, contribuisce alla termoregolazione dell’organismo, alla modulazione della pressione sanguigna e degli scambi di fluidi tra distretto arterioso, venoso e interstiziale [1-2]. Le stazioni gangliari autonomiche, esterne al SNC, sono note dai tempi di Galeno [3] ma le prime distinzioni sull’innervazione ortosimpatica e parasimpatica risalgono al XVI secolo [4]. In seguito, quando crebbe l’interesse per l’anatomia microscopica, fu descritto in dettaglio come piccole fibre nervose mieliniche e amieliniche si ramifichino in plessi superficiali nella tunica avventizia e in plessi profondi nelle tuniche media e intima dei vasi arteriosi e venosi, formando una vera e propria unità neuro-vascolare [5-6]. Nello sfintere precapillare dei vasi di resistenza esiste una quota più abbondante di miociti e il tono microvascolare basale in questa sede può essere più facilmente aumentato o diminuito a seconda delle necessi- 2 tà metaboliche [7]. Questi miociti della parete vasale non necessariamente presentano una innervazione diretta; per esempio questa manca a livello endonevriale [6]. La scoperta della trasmissione chimica dell’impulso nervoso non avvenne però fino al XX secolo [8]. Si può dimostrare sperimentalmente che fornendo uno stimolo elettrico ai nervi perivascolari si ottengono le stesse risposte vasomotorie conseguenti alla perfusione con sostanze chimiche; questa è la base della teoria secondo cui la vasocostrizione neurogena viene mediata da neurotrasmettitori, principalmente epinefrina per il sistema simpatico e acetilcolina per il parasimpatico [9-15]. Il compito di trasmettere il segnale spetta ai recettori di superficie, accoppiati alle proteine G, che si dividono in: a) β-adrenergici che mediano il rilassamento; b) α-1 e α-2-adrenergici e c) muscarinici M3 che mediano la contrazione dei miociti [16-17]. Gli stessi recettori si trovano sulla superficie delle cellule endoteliali [18-21]. Secondo alcuni studi, esse riceverebbero una propria innervazione autonomica, almeno a livello dei piccoli vasi [22-24] mentre nei vasi di grande calibro e nel cuore le fibre efferenti non sembrano innervare l’endotelio direttamente [25-26]; in essi, le variazioni perfusorie dopo denervazione sperimentale si possono comunque spiegare con la diffusione neurotrasmettitoriale attraverso la parete [27-28]. A livello cardiaco una conseguenza della denervazione parasimpatica, che di solito precede quella ortosimpatica per ragioni anatomiche, è la tachicardia a riposo [29]. Lo stimolo neurogeno tuttavia non garantisce da solo la regolazione perfusoria ma si integra con il lavoro della cellula endoteliale, con quello dei periciti e, a livello della barriera ematoencefalica, degli astrociti e della microglia [30-32]. Anche i segnali meccanici partecipano alla modulazione del tono vasale [33-34]. Lo stress da attrito prodotto dal flusso laminare promuove vasodilatazione mentre lo stress tensivo prodotto dalla pressione idrostatica all’interno del vaso interessa la parete inducendone direttamente la contrazione [35]. Ossido nitrico ed endotelina Alcuni anni fa si pose l’attenzione Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 Un modello di studio: il diabete. Il diabete rappresenta certamente un modello clinico particolarmente adatto allo studio dei rapporti tra disfunzione endoteliale e disautonomia [65]. Le complicanze micro vascolari del diabete, in particolare retinopatia e glomerulopatia, sembrano strettamente associate fra loro e condividono molti meccanismi patogenetici comuni anche alla neuropatia diabetica [66]. I farmaci antidiabetici inibitori della PARP, capaci di attività antiossidante, sembrano avere effetti positivi in tutte e tre queste complicanze microvascolari [67]. La presenza di elevati livelli di fattore di von Willebrand aggrava la prognosi della retinopatia [68]. In quest’ultima, l’endotelio gioca un ruolo chiave anche attraverso la produzione di VEGF, centrale nei fenomeni di neovascolarizzazione [69]. La nefropatia diabetica è causa molto frequente di insufficienza renale terminale; l’NO svolge un ruolo importante nella complessa patogenesi della nefropatia diabetica [70]. L’effetto positivo degli ACE-inibitori sulla microalbuminuria in fase di nefropatia diabetica incipiente lascia ipotizzare che possa esservi un legame patogenetico tra denervazione autonomica a livello glomerulare, disfunzione endoteliale con stress ossidativo e sviluppo di microalbuminuria [71]. Sono stati descritti casi di pazienti con complicanze microvascolari avanzate associate ad anemia normocromica ma che rispondevano positivamente alla somministrazione di eritropoietina. [72]. È stato ipotizzato che la disautonomia causi essa stessa anemia anche se con meccanismi non 3 www.ainv.it Quadri clinici specifici in relazioni a disfunzioni dell’unità neurovascolare Disfunzioni neuro-endoteliali sono riscontrabili in vari quadri patologici. Si accenna ad alcuni esempi. In presenza di endotelio disfunzionale risultano facilitate l’aggregazione piastrinica e l’adesione leucocitaria con effetto facilitante sull’aterosclerosi sia a livello coronarico sia periferico [52-53]. L’ipertensione deprime la funzione endoteliale in modo specifico a livello della barriera ematoencefalica [54]; molti autori hanno chiamato in causa disfunzioni neurovascolari nella patogenesi dell’ictus ischemico [30, 55-56]. Inoltre, nella patogenesi dell’ictus può avere un ruolo la perdita della innervazione vasale autonomica e quindi della regolazione dinamica del flusso cerebrale [57]. Nella malattia di Parkinson, caratterizzata dalla disautonomia, un possibile link patogenetico con la disfunzione neurovascolare è stato individuato nella sinnucleina delle fibre nervose perivascolari [58-59]. Il fenomeno di Raynaud è correlato ad alterazioni primitive dell’endotelio e dei terminali nervosi, entrambi sensibili ai cambiamenti omeostatici del microambiente. Nell’amiloidosi primaria la disfunzione endoteliale precede le anormalità delle fibre C; la deposizione di amiloide a livello cerebrale può essere favorita dall’ipertensione, che come già detto è legata a fattori endoteliali, almeno in alcuni casi, e quindi perpetuerebbe il circolo vizioso [60]. Nella patologia varicosa si attua un riarrangiamento del tono vasale interpretabile come volto a favorire il ritorno venoso [61]. Nel rene, l’albero microvascolare gioca un ruolo chiave nella riduzione progressiva del filtrato glomerulare e della perfusione renale in relazione all’avanzare dell’età e a varie patologie di cui le principali sono rappresentate certamente dall’ipertensione e dal diabete mellito [6264]. www.ainv.it tico mentre a livelli elevati – come quando stimolata dall’ipossia – la potenzia [48]; è pertanto ipotizzabile un suo ruolo nella patogenesi dell’ipertensione; a sostegno di questa teoria, è stato osservato che i livelli di ET-1 aumentano anche in risposta all’aldosterone [49-51]. www.ainv.it sul fatto che l’acetilcolina induce normalmente vasodilatazione ma una volta rimosso l’endotelio in condizioni sperimentali causa vasocostrizione per stimolazione delle cellule muscolari della parete vasale [36]. Si postulò pertanto che l’endotelio sotto stimolo muscarinico secerne un fattore vasodilatatorio in grado di prevalere sul parallelo stimolo miocostrittivo. Dopo anni di assidue ricerche questo fattore fu identificato nell’ossido nitrico (NO), prodotto dall’enzima ossido nitrico sintetasi (NOS) a partire dall’aminoacido L-arginina [37]. Della NOS esistono isoforme costitutive, isolate a livello neuronale ed endoteliale, e inducibili. Queste ultime, isolate dai macrofagi, si attivano solo in condizioni patologiche di tipo infiammatorio, che coinvolgono anche altri fattori fra i quali la sostanza P, l’istamina, la serotonina [37]. La NOS di derivazione endoteliale serve a mantenere un controllo bilanciato del tono vascolare in risposta a stimoli vasocostrittivi [15] e inoltre contribuisce all’inibizione della aggregazione piastrinica [38]. L’NO esplica inoltre attività neurotrasmettitoriale, attraverso la quale può inibire direttamente l’attività simpatica [39] o amplificare quella parasimpatica [40-42]. L’NO endoteliale è coadiuvato da alcune prostaglandine (PGI2) nella sua azione vasodilatatrice mentre è controbilanciato da altre prostaglandine (trombossano, PGE2) [43-44], dall’angiotensina II (prodotta a livello dell’endotelio renale e polmonare) [45] e dal caratteristico mediatore vasocostrittivo di origine endoteliale denominato “endotelina” (ET) . Di quest’ultimo sono note tre isoforme e due recettori principali. I recettori ETA si trovano sul muscolo liscio vascolare e mediano la vasocostrizione. I recettori ET-B si trovano sulle cellule endoteliali e provocano rilascio di NO [11, 46]. In condizioni basali sia ET che NO vengono prodotti a bassi livelli [47]. A tali livelli l’endotelina inibisce la vasocostrizione indotta dal simpa- www.ainv.it chiari e non come unico determinante [73]. Recentemente è stato notato come pazienti affetti da diabete abbiano una quota ridotta di progenitori endoteliali, con potenziale migratorio diminuito e conseguente ridotta capacità riparativa; vi sono dati in supporto di neuropatia a livello midollare come fattore causale [74]. www.ainv.it www.ainv.it La denervazione conseguente a diabete mellito è chiaramente osservabile nell’uomo in studi autoptici [75], su biopsie del nervo surale [76] o su biopsie cutanee. [77]. Controllo autonomico insufficiente e disfunzione endoteliale sono descritti nei ratti con diabete indotto da STZ [78]. Sperimentalmente, l’infusione di leptina può abolire sia l’iperglicemia che la disautonomia [79] probabilmente per stimolazione del sistema nervoso simpatico e della termogenesi facoltativa [80]. Esistono prove di alterazione dell’anatomia dei piccoli vasi nella cute diabetica [81] Alterazioni dei capillari neurali appaiono correlare con la gravità della neuropatia [82]. L’alterata reattività microvascolare unitamente a un eccesso di citochine infiammatorie è stata proposta come spiegazione dei sintomi dolorosi caratteristici della polineuropatia simmetrica distale [83]. Allo studio in tal senso sono gli antagonisti dei recettori dei cannabinoidi [84-85]. Alterazioni della innervazione cutanea delle estremità può facilitare grandemente lo sviluppo della sindrome del piede diabetico [86]. Le vie patogenetiche sono molteplici. L’iperglicemia cronica induce attivazione del fattore nucleare kappa B, della PKC e la generazione di prodotti della glicosilazione non enzimatica delle proteine (AGEs). Inoltre il superossido – prodotto nei mitocondri, combinandosi con NO prodotto dalle isoforme endoteliali della NO sintasi porta alla formazione di perossinitrito, un ossidante citotossico. ROS e perossinitrito innescano di- 4 sfunzione endoteliale per deplezione del substrato e disaccoppiamento delle isoforme endoteliali di NOS. Infine si ha rottura delle eliche del DNA, l’iperattivazione dell’enzima riparatore nucleare PARP e l’inibizione della gliceraldeide-3fosfato [87-89]. Nel diabete di tipo 2 si sovrappongono alla disfunzione endoteliale gli effetti dell’invecchiamento, dell’iperlipemia e dell’ipertensione. Situazioni acute di disfunzione endoteliale possono essere indotte nel periodo postprandiale dalle lipoproteine ricche di trigliceridi e dagli acidi grassi liberi; la caseina, ricca in L-arginina, sembra prevenire molte delle alterazioni metaboliche, nocive per la funzione endoteliale, conseguenti al consumo di panna [90-91]. Nei figli non affetti di pazienti diabetici possono presentarsi alcune manifestazioni sia di disfunzione endoteliale sia di neuropatia autonomica cardiovascolare, evidenziando l’importanza della predisposizione genetica [92]. Anche nel diabete tipo 1, tuttavia, si osservano simili alterazioni a livello endoteliale e neuronale, attribuito ultimamente allo stress ossidativo e all’alterata trasduzione del segnale [87-89]. Nell’uomo la prevalenza della neuropatia autonomica diabetica (NAD) si aggira attorno al 20% [93]. Fra le conseguenze di rilevo clinico della NAD troviamo la morte improvvisa [94-96], l’allungamento dell’intervallo QT [97], l’alterata regolazione del controllo pressorio [98], l’alterazione del drive respiratorio [99], l’infarto miocardico silente [100], disfunzioni a livello dell’apparato gastrointestinale comprendenti rallentato svuotamento gastrico, disturbi dell’alvo e incontinenza sfinterica [101-102] e urogenitale [103-104]. La riserva vasoattiva peniena dei pazienti con disfunzione erettile (DE), dipendente dalla disfunzione endoteliale, si associa a disfunzione vasomotoria cerebrale ed alla coronaropatia e richiede misure preventive adeguate [105]. La denervazione parasimpatica può in- teressare in modo sintomatico l’apparato genitale femminile con dispareunia [106-108]. Aspetti diagnostici e possibilità terapeutiche La compromissione del sistema nervoso autonomico è difficile da valutare soprattutto negli stadi precoci, passibili di interventi curativi o volti a stabilizzare il problema. A livello gastrico i tempi di svuotamento possono essere indagati con studi ecografici e manometrici seriati [109][110] e nel campo urologico trova applicazione la uroflussimetria [111]. La disfunzione erettile viene studiata attraverso questionari standardizzati [112], il Doppler penieno e la misurazione della tumescenza notturna [113]. Difficilmente standardizzabile è la valutazione della disautonomia a livello cerebrale, dove potrebbe essere impiegato il Doppler transcranico [114]. Solo a livello cardiovascolare è disponibile una batteria di test clinici standardizzati per la diagnostica, come già autorevolmente trattato su queste colonne [115]. Alcuni ricercatori si sono proposti di valutare elettivamente le piccole fibre non mielinizzate con metodi alternativi alla microneurografia [116-117], di difficile impiego clinico. La risposta simpatica cutanea è stata oggetto di critiche [118]. Sempre a livello cutaneo, è stato elaborato un test molto accurato per la valutazione della funzione sudomotoria basato sulla risposta locale del sudore all’acetilcolina (QSART) [119]. L’innervazione parasimpatica pupillare, basale e sotto stimolo con pilocarpina, può essere indagata con la pupillografia ad infrarossi [120]. A livello più specificamente neurovascolare, gli avanzamenti tecnici degli ultimi decenni ci hanno permesso di misurare l’efficienza della microcircolazione attraverso metodi diretti come la videoscopia e l’incannulazione capillare e indiretti quali la flussimetria laser Doppler e la tensiometria di ossigeno [121]. Test stimolatori alter- Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Diana, J.N. and C.M. Heesch, Neural modulation of transcapillary exchange of fluid and solutes in whole-organ preparations. Circ Res, 1987. 61(5 Pt 2): p. II12-9. Maspers, M. and J. Bjornberg, Beta 2adrenergic attenuation of capillary pressure autoregulation during haemorrhagic hypotension, a mechanism promoting transcapillary fluid absorption in skeletal muscle. Acta Physiol Scand, 1991. 142(1): p. 11-20. Ackerknecht, E.H., The history of the discovery of the vegatative (autonomic) nervous system. Med Hist, 1974. 18(1): p. 1-8. Eustachius, B., ed. Opuscola Anatomica. 1563, Vincenzo Luchino: Venezia. Bonivento, E. and F. Morin, Ricerche anatomiche e sperimentali sull’innervazione delle vene cave. Cell and Tissue Research, 1941. 31(3): p. 345-363. Rechthand, E., et al., Distribution of adrenergic innervation of blood vessels in peripheral nerve. Brain Res, 1986. 374(1): p. 185-9. Henrion, D., Pressure and flow-dependent tone in resistance arteries. Role of myogenic tone. Arch Mal Coeur Vaiss, 2005. 98(9): p. 913-21. Langley, J.N., On the stimulation and paralysis of nerve-cells and of nerve-en- 5 www.ainv.it [144]. I sintomi dolorosi periferici, la cui esatta patogenesi resta oscura, vengono trattati principalmente con antidepressivi e anticonvulsivanti e la dispareunia con lubrificanti vaginali [113]. Antiossidanti quali l’acido lipoico rappresenterebbero una terapia patogenetica scevra da effetti collaterali ma dopo il successo parziale di alcuni trials clinici si attendono risultati a lungo termine con terapia orale [145-147]. Come tentativo di migliorare la neuropatia diabetica agendo sull’unità neurovascolare sono stati tentati gli ACE-inibitori in un singolo trial che non ha avuto seguito; in esso la funzione nervosa è stata valutata a livello elettrofisiologico e non è stato praticato lo studio dei riflessi cardiovascolari [148-150]. Tuttavia esistono prove che farmaci vasoattivi per applicazione topica sono in grado di migliorare la sintomatologia dolorosa [151152]. In conclusione, sarebbero auspicabili sforzi rinnovati per promuovere l’interesse per la ricerca nel campo, che promette di essere fecondo. www.ainv.it anestetico locale per inibire la componente neurogena è stato messo a punto dal gruppo di Rayman a Ipswich (GB) [130] L’alterata funzione delle fibre C così dimostrata può già essere presente nella intolleranza ai carboidrati [131]. Tutti i sintomi disautonomici sopra descritti appaiono curabili solo parzialmente e purtroppo manca una terapia patogenetica, nonostante l’intensa ricerca degli ultimi decenni. Fanno eccezione gli inibitori dell’aldoso-reduttasi, commercializzati però solamente in Giappone per le ragioni esposte più avanti [132]. Un discorso a parte merita la disfunzione erettile (DE), patologia multifattoriale la cui reale prevalenza tende ad essere sottostimata e per la quale sono disponibili farmaci vasoattivi assumibili per os [133]. Come già accennato, il problema si inscrive in una costellazione di patologie sistemiche almeno in parte correggibili, fra cui si possono citare l’obesità [134-135], l’ipertensione [136], l’iperomocisteinemia [137]. Dopo il ridimensionamento delle grandi speranze suscitate dagli inibitori dell’aldoso-reduttasi [138], ritirati dal commercio in Europa e Nordamerica per tossicità, e dal fattore di crescita nervoso umano ricombinante [139] che nell’uomo è risultato inefficace nella sua formulazione sottocutanea [140], le opzioni terapeutiche per la neuropatia diabetica in quanto tale sono divenute scarse e rimangono in larga misura preventive e palliative. Ci si limita al mantenimento di glicemie ottimali nel paziente diabetico [141-142], al fludrocortisone per l’ipotensione posturale [143], ai beta-bloccanti e agli ACEinibitori a livello cardiaco [113], a procinetici gastrici, lassativi o antidiarroici per i sintomi della disautonomia gastrointestinale e miorilassanti della parete vescicale per l’instabilità del detrusore vescicale [113]. Un certo beneficio sulla motilità gastrointestinale è stato inoltre ascritto ai macrolidi, particolarmente all’eritromicina www.ainv.it nativi correntemente in uso per studiare variazioni di flusso indotte dal SNA a livello microvascolare sono: a. Test dello stress da attrito. Nella vasodilatazione flusso-indotta o iperemia reattiva post-ischemica, l’arteria viene inizialmente compressa dal bracciale dello sfigmomanometro per 5’, alla deflazione di questo, il passaggio del flusso ematico attiva per stress da attrito l’endotelio, causando vasodilatazione [122]. b. Test alla acetilcolina (infusione arteriosa o ionoforesi capillare); si basa sull’attivazione delle cellule endoteliali, che causa vasodilatazione misurabile. In presenza di un danno funzionale dell’endotelio, non si osserva l’atteso incremento di flusso [123]. Il rapporto tra stimolo muscarinico e reazione vasodilatatoria neurogenica è stato autorevolmente indagato dal gruppo di Veves a Boston (USA) con ionoforesi di acetilcolina a livello cutaneo con studio laser Doppler dell’area di iperemia relativa [124]. In sintesi, secondo questi Autori, l’acetilcolina esplicherebbe una funzione vasodilatatoria puramente neurogena pari a una quota del 30% della vasodilatazione totale, interessando le fibre mieliniche sensoriali e le fibre effettrici loco regionali [124]. c. Test della stimolazione da freddo: si provoca una stimolazione del simpatico, immergendo una mano in acqua a 4° C per 3’; ne consegue vasocostrizione con riduzione del flusso e innalzamento pressorio e spasmo coronarico [125-126]. d. Test dello stress mentale, consistente nel chiedere di compiere mentalmente un calcolo matematico con conseguente stimolazione del simpatico e riduzione del flusso periferico; altre versioni di questo test propongono stimoli vasocostrittivi alternativi quali rumore improvviso [127], cambiamento di posizione di un arto [128], inspiro prolungato [129]. e. Un altro modo di studiare l’iperemia locale con calore come stimolo fisiologico prevede l’uso di www.ainv.it 9. 10. 11. 12. 13. 14. www.ainv.it 15. 16. 17. 18. 19. 20. www.ainv.it 21. 22. 23. 24. 6 dings: Part I. J Physiol, 1901. 27(3): p. 224-36. Tarazi, R.C., Sympathomimetic agents in the treatment of shock. Ann Intern Med, 1974. 81(3): p. 364-71. Jarvi, R., et al., Neuropeptide Y (NPY)like immunoreactivity in rat sympathetic neurons and small granule-containing cells. Neurosci Lett, 1986. 67(2): p. 223-7. Burnstock, G., Local mechanisms of blood flow control by perivascular nerves and endothelium. J Hypertens Suppl, 1990. 8(7): p. S95-106. Burnstock, G. and V. Ralevic, New insights into the local regulation of blood flow by perivascular nerves and endothelium. Br J Plast Surg, 1994. 47(8): p. 527-43. Yorek, M.A., et al., Sensory nerve innervation of epineurial arterioles of the sciatic nerve containing calcitonin gene-related peptide: effect of streptozotocin-induced diabetes. Exp Diabesity Res, 2004. 5(3): p. 187-93. van Zwieten, P.A., et al., The parasympathetic system and its muscarinic receptors in hypertensive disease. J Hypertens, 1995. 13(10): p. 1079-90. Boric, M.P., et al., Rise in endotheliumderived NO after stimulation of rat perivascular sympathetic mesenteric nerves. Am J Physiol, 1999. 277(3 Pt 2): p. H1027-35. Guimaraes, S. and D. Moura, Vascular adrenoceptors: an update. Pharmacol Rev, 2001. 53(2): p. 319-56. Eglen, R.M., Muscarinic receptor subtypes in neuronal and non-neuronal cholinergic function. Auton Autacoid Pharmacol, 2006. 26(3): p. 219-33. Haberberger, R.V., M. Bodenbenner, and W. Kummer, Expression of the cholinergic gene locus in pulmonary arterial endothelial cells. Histochem Cell Biol, 2000. 113(5): p. 379-87. Attina, T.M., et al., Contribution of the M3 muscarinic receptors to the vasodilator response to acetylcholine in the human forearm vascular bed. Br J Clin Pharmacol, 2008. 66(2): p. 300-3. Martinez, A.C., et al., Muscarinic receptor subtypes mediate vasorelaxation in isolated horse deep dorsal penile vein. Urology, 2003. 62(2): p. 357-61. Walch, L., C. Brink, and X. Norel, The muscarinic receptor subtypes in human blood vessels. Therapie, 2001. 56(3): p. 223-6. Shakhlamov, V.A., [Participation of pericytes in blood capillary innervation]. Biull Eksp Biol Med, 1971. 71(4): p. 1069. Tsumori, T. and T. Domoto, Ultrastructural evidence for innervation of the endothelium and interstitial cells in the atrioventricular valves of the Japanese monkey. Anat Rec, 1994. 240(2): p. 15766. Rennels, M.L. and E. Nelson, Capillary innervation in the mammalian central nervous system: an electron microscopic demonstration. Am J Anat, 1975. 144(2): p. 233-41. 25. Marron, K., et al., Human endocardial innervation and its relationship to the endothelium: an immunohistochemical, histochemical, and quantitative study. Cardiovasc Res, 1994. 28(10): p. 1490-9. 26. Edvinsson, L., et al., Innervation of the human middle meningeal artery: immunohistochemistry, ultrastructure, and role of endothelium for vasomotility. Peptides, 1998. 19(7): p. 121325. 27. Maliphant, R., F. Hume, and A. Furnham, Autonomic nervous system (ANS) activity, personality characteristics and disruptive behaviour in girls. J Child Psychol Psychiatry, 1990. 31(4): p. 619-28. 28. Shepherd, J.T., Interactions of neurotransmitters and endothelial cells in determining vascular tone. Adv Exp Med Biol, 1995. 381: p. 1-13. 29. Ewing, D.J., I.W. Campbell, and B.F. Clarke, Assessment of cardiovascular effects in diabetic autonomic neuropathy and prognostic implications. Ann Intern Med, 1980. 92(2 Pt 2): p. 308-11. 30. Fisher, M., Pericyte signaling in the neurovascular unit. Stroke, 2009. 40(3 Suppl): p. S13-5. 31. Lai, C.H. and K.H. Kuo, The critical component to establish in vitro BBB model: Pericyte. Brain Res Brain Res Rev, 2005. 50(2): p. 258-65. 32. Wolburg, H., et al., Brain endothelial cells and the glio-vascular complex. Cell Tissue Res, 2009. 335(1): p. 75-96. 33. Folkow, B. and B.E. Gernandt, An electrophysiological study of the sympathetic vasodilator fibers of the limb. Am J Physiol, 1952. 169(3): p. 622-8. 34. Read, R.C., H. Kuida, and J.A. Johnson, Effect of alterations in vasomotor tone on pressure-flow relationships in the totally perfused dog. Circ Res, 1957. 5(6): p. 676-82. 35. Mellander, S., Functional aspects of myogenic vascular control. J Hypertens Suppl, 1989. 7(4): p. S21-30; discussion S31. 36. Furchgott, R.F. and W. Martin, Interactions of endothelial cells and smooth muscle cells of arteries. Chest, 1985. 88(4 Suppl): p. 210S-213S. 37. Furchgott, R.F. and P.M. Vanhoutte, Endothelium-derived relaxing and contracting factors. Faseb J, 1989. 3(9): p. 2007-18. 38. Moss, M.B., et al., Platelet aggregation in arterial hypertension: is there a nitric oxide-urea connection? Clin Exp Pharmacol Physiol, 2010. 37(2): p. 16772. 39. Owlya, R., et al., Cardiovascular and sympathetic effects of nitric oxide inhibition at rest and during static exercise in humans. Circulation, 1997. 96(11): p. 3897-903. 40. Resstel, L.B. and F.M. Correa, Medial prefrontal cortex NMDA receptors and nitric oxide modulate the parasympathetic component of the baroreflex. Eur J Neurosci, 2006. 23(2): p. 481-8. 41. Rand, M.J. and C.G. Li, Nitric oxide as 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57. a neurotransmitter in peripheral nerves: nature of transmitter and mechanism of transmission. Annu Rev Physiol, 1995. 57: p. 659-82. Grozdanovic, Z., G. Bruning, and H.G. Baumgarten, Nitric oxide—a novel autonomic neurotransmitter. Acta Anat (Basel), 1994. 150(1): p. 16-24. Kawabe, J., F. Ushikubi, and N. Hasebe, Prostacyclin in vascular diseases. - Recent insights and future perspectives. Circ J, 2010. 74(5): p. 836-43. Caughey, G.E., et al., Up-regulation of endothelial cyclooxygenase-2 and prostanoid synthesis by platelets. Role of thromboxane A2. J Biol Chem, 2001. 276(41): p. 37839-45. Goto, K., et al., Renin-angiotensin system blockade improves endothelial dysfunction in hypertension. Hypertension, 2000. 36(4): p. 575-80. Taddei, S., et al., Role of endothelin in the control of peripheral vascular tone in human hypertension. Heart Fail Rev, 2001. 6(4): p. 277-85. Cardillo, C., et al., Interactions between nitric oxide and endothelin in the regulation of vascular tone of human resistance vessels in vivo. Hypertension, 2000. 35(6): p. 1237-41. Ramzy, D., et al., Elevated endothelin1 levels impair nitric oxide homeostasis through a PKC-dependent pathway. Circulation, 2006. 114(1 Suppl): p. I31926. Tabuchi, Y., et al., Effects of endothelin on neuroeffector junction in mesenteric arteries of hypertensive rats. Hypertension, 1990. 15(6 Pt 2): p. 739-43. Luscher, T.F., R.R. Wenzel, and G. Noll, Local regulation of the coronary circulation in health and disease: role of nitric oxide and endothelin. Eur Heart J, 1995. 16 Suppl C: p. 51-8. Wong, S., et al., A direct effect of aldosterone on endothelin-1 gene expression in vivo. Endocrinology, 2007. 148(4): p. 1511-7. Urso, C., E. Hopps, and G. Caimi, Adhesion molecules and diabetes mellitus. Clin Ter, 2010. 161(1): p. e17-24. Schafer, A. and J. Bauersachs, Endothelial dysfunction, impaired endogenous platelet inhibition and platelet activation in diabetes and atherosclerosis. Curr Vasc Pharmacol, 2008. 6(1): p. 5260. Chen, Y., et al., ET-1- and NO-mediated signal transduction pathway in human brain capillary endothelial cells. Am J Physiol Cell Physiol, 2003. 284(2): p. C243-9. Koehler, R.C., D. Gebremedhin, and D.R. Harder, Role of astrocytes in cerebrovascular regulation. J Appl Physiol, 2006. 100(1): p. 307-17. Hamel, E., Perivascular nerves and the regulation of cerebrovascular tone. J Appl Physiol, 2006. 100(3): p. 1059-64. van Lieshout, J.J. and N.H. Secher, Point:Counterpoint: Sympathetic activity does/does not influence cerebral blood flow. Point: Sympathetic activity does influence cerebral blood flow. J Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 75. 76. 77. 78. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 7 www.ainv.it 74. 88. Szabo, C., Role of nitrosative stress in the pathogenesis of diabetic vascular dysfunction. Br J Pharmacol, 2009. 156(5): p. 713-27. 89. Brownlee, M., The pathobiology of diabetic complications: a unifying mechanism. Diabetes, 2005. 54(6): p. 1615-25. 90. Borucki, K., et al., Addition of 2.5 g Larginine in a fatty meal prevents the lipemia-induced endothelial dysfunction in healthy volunteers. Atherosclerosis, 2009. 205(1): p. 251-4. 91. Sofi, F., et al., Effects of a dairy product (pecorino cheese) naturally rich in cis9, trans-11 conjugated linoleic acid on lipid, inflammatory and haemorheological variables: a dietary intervention study. Nutr Metab Cardiovasc Dis, 2010. 20(2): p. 117-24. 92. Iellamo, F., et al., Concomitant impairment in endothelial function and neural cardiovascular regulation in offspring of type 2 diabetic subjects. Hypertension, 2006. 48(3): p. 418-23. 93. Vinik, A.I., et al., Diabetic autonomic neuropathy. Diabetes Care, 2003. 26(5): p. 1553-79. 94. Kahn, J.K., J.C. Sisson, and A.I. Vinik, Prediction of sudden cardiac death in diabetic autonomic neuropathy. J Nucl Med, 1988. 29(9): p. 1605-6. 95. Bellavere, F., et al., Prolonged QT period in diabetic autonomic neuropathy: a possible role in sudden cardiac death? Br Heart J, 1988. 59(3): p. 379-83. 96. Ewing, D.J., I.W. Campbell, and B.F. Clarke, Mortality in diabetic autonomic neuropathy. Lancet, 1976. 1(7960): p. 601-3. 97. Ziegler, D., Diabetic autonomic neuropathy. Cardiac sympathetic “dysinnervation,” QT interval prolongation, and mortality. Clin Auton Res, 2002. 12(5): p. 349-52. 98. Purewal, T.S. and P.J. Watkins, Postural hypotension in diabetic autonomic neuropathy: a review. Diabet Med, 1995. 12(3): p. 192-200. 99. Tantucci, C., et al., Cerebrovascular reactivity and hypercapnic respiratory drive in diabetic autonomic neuropathy. J Appl Physiol, 2001. 90(3): p. 88996. 100. Chico, A., A. Tomas, and A. Novials, Silent myocardial ischemia is associated with autonomic neuropathy and other cardiovascular risk factors in type 1 and type 2 diabetic subjects, especially in those with microalbuminuria. Endocrine, 2005. 27(3): p. 213-7. 101. Kockar, M.C., I.K. Kayahan, and N. Bavbek, Diabetic gastroparesis in association with autonomic neuropathy and microvasculopathy. Acta Med Okayama, 2002. 56(5): p. 237-43. 102. Erckenbrecht, J.F., et al., Faecal incontinence in diabetes mellitus: is it correlated to diabetic autonomic or peripheral neuropathy? Z Gastroenterol, 1988. 26(12): p. 731-6. 103. Kumar, D., Diabetic autonomic neuropathy causing gall bladder dysfunction. J Assoc Physicians India, 2001. 49: p. 1042. www.ainv.it 73. role of microangiopathy. Diabetes Res Clin Pract, 2005. 70(3): p. 239-47. Cotroneo, P., et al., Blunted erythropoietin response to anemia in patients with Type 1 diabetes. Diabetes Metab Res Rev, 2000. 16(3): p. 172-6. Busik, J.V., et al., Diabetic retinopathy is associated with bone marrow neuropathy and a depressed peripheral clock. J Exp Med, 2009. 206(13): p. 2897-906. Low, P.A., et al., The sympathetic nervous system in diabetic neuropathy. A clinical and pathological study. Brain, 1975. 98(3): p. 341-56. Malik, R.A., et al., Sural nerve fibre pathology in diabetic patients with mild neuropathy: relationship to pain, quantitative sensory testing and peripheral nerve electrophysiology. Acta Neuropathol, 2001. 101(4): p. 367-74. England, J.D., et al., Evaluation of distal symmetric polyneuropathy: the role of autonomic testing, nerve biopsy, and skin biopsy (an evidence-based review). Muscle Nerve, 2009. 39(1): p. 106-15. Martinez-Nieves, B., H.L. Collins, and S.E. Dicarlo, Autonomic and endothelial dysfunction in experimental diabetes. Clin Exp Hypertens, 2000. 22(6): p. 623-34. do Carmo, J.M., J.E. Hall, and A.A. da Silva, Chronic central leptin infusion restores cardiac sympathetic-vagal balance and baroreflex sensitivity in diabetic rats. Am J Physiol Heart Circ Physiol, 2008. 295(5): p. H1974-81. Tang-Christensen, M., et al., Central administration of leptin inhibits food intake and activates the sympathetic nervous system in rhesus macaques. J Clin Endocrinol Metab, 1999. 84(2): p. 711-7. Rayman, G., et al., Microvascular response to tissue injury and capillary ultrastructure in the foot skin of type I diabetic patients. Clin Sci (Lond), 1995. 89(5): p. 467-74. Malik, R.A., et al., Microangiopathy in human diabetic neuropathy: relationship between capillary abnormalities and the severity of neuropathy. Diabetologia, 1989. 32(2): p. 92-102. Doupis, J., et al., Microvascular reactivity and inflammatory cytokines in painful and painless peripheral diabetic neuropathy. J Clin Endocrinol Metab, 2009. 94(6): p. 2157-63. Comelli, F., et al., Rimonabant, a cannabinoid CB1 receptor antagonist, attenuates mechanical allodynia and counteracts oxidative stress and nerve growth factor deficit in diabetic mice. Eur J Pharmacol, 2010. 637(1-3): p. 62-9. Toth, C.C., et al., Cannabinoid-mediated modulation of neuropathic pain and microglial accumulation in a model of murine type I diabetic peripheral neuropathic pain. Mol Pain, 2010. 6: p. 16. Greenman, R.L., et al., Early changes in the skin microcirculation and muscle metabolism of the diabetic foot. Lancet, 2005. 366(9498): p. 1711-7. Tomlinson, D., ed. Neurobiology of diabetic neuropathy. 2002, Academic press. www.ainv.it Appl Physiol, 2008. 105(4): p. 1364-6. 58. Kirik, D., et al., Parkinson-like neurodegeneration induced by targeted overexpression of alpha-synuclein in the nigrostriatal system. J Neurosci, 2002. 22(7): p. 2780-91. 59. Marrachelli, V.G., et al., Perivascular nerve fiber alpha-synuclein regulates contractility of mouse aorta: a link to autonomic dysfunction in Parkinson’s disease. Neurochem Int, 2010. 56(8): p. 991-8. 60. Lo, E.H. and G.A. Rosenberg, The neurovascular unit in health and disease: introduction. Stroke, 2009. 40(3 Suppl): p. S2-3. 61. Raffetto, J.D., et al., Functional adaptation of venous smooth muscle response to vasoconstriction in proximal, distal, and varix segments of varicose veins. J Vasc Surg, 2010. 51(4): p. 962-71. 62. Long, D.A., et al., Blood vessels and the aging kidney. Nephron Exp Nephrol, 2005. 101(3): p. e95-9. 63. De Vriese, A.S., et al., The impaired renal vasodilator response attributed to endothelium-derived hyperpolarizing factor in streptozotocin—induced diabetic rats is restored by 5-methyltetrahydrofolate. Diabetologia, 2000. 43(9): p. 1116-25. 64. Viazzi, F., et al., Microalbuminuria is a predictor of chronic renal insufficiency in patients without diabetes and with hypertension: the MAGIC study. Clin J Am Soc Nephrol, 2010. 5(6): p. 1099106. 65. Toda, N., T. Imamura, and T. Okamura, Alteration of nitric oxide-mediated blood flow regulation in diabetes mellitus. Pharmacol Ther, 2010. 66. Cruickshanks, K.J., et al., The association of microalbuminuria with diabetic retinopathy. The Wisconsin Epidemiologic Study of Diabetic Retinopathy. Ophthalmology, 1993. 100(6): p. 862-7. 67. Obrosova, I.G. and U.A. Julius, Role for poly(ADP-ribose) polymerase activation in diabetic nephropathy, neuropathy and retinopathy. Curr Vasc Pharmacol, 2005. 3(3): p. 267-83. 68. Jager, A., et al., Prognostic implications of retinopathy and a high plasma von Willebrand factor concentration in type 2 diabetic subjects with microalbuminuria. Nephrol Dial Transplant, 2001. 16(3): p. 529-36. 69. Williams, B., Angiotensin II, VEGF, and diabetic retinopathy. Lancet, 1998. 351(9105): p. 837-8. 70. Prabhakar, S.S., Pathogenic role of nitric oxide alterations in diabetic nephropathy. Curr Diab Rep, 2005. 5(6): p. 449-54. 71. Poulsen, P.L., et al., 24-h blood pressure and autonomic function is related to albumin excretion within the normoalbuminuric range in IDDM patients. Diabetologia, 1997. 40(6): p. 718-25. 72. Saito, T., et al., Normocytic normochromic anemia due to automatic neuropathy in type 2 diabetic patients without severe nephropathy: a possible www.ainv.it www.ainv.it www.ainv.it 104. Hecht, M.J., et al., Neuropathy is a major contributing factor to diabetic erectile dysfunction. Neurol Res, 2001. 23(6): p. 651-4. 105. Ponholzer, A., et al., Is erectile dysfunction an indicator for increased risk of coronary heart disease and stroke? Eur Urol, 2005. 48(3): p. 512-8; discussion 517-8. 106. Newman, A.S. and A.D. Bertelson, Sexual dysfunction in diabetic women. J Behav Med, 1986. 9(3): p. 261-70. 107. Campbell, L.V., et al., Factors in sexual dysfunction in diabetic female volunteer subjects. Med J Aust, 1989. 151(10): p. 550-2. 108. Fatemi, S.S. and S.M. Taghavi, Evaluation of sexual function in women with type 2 diabetes mellitus. Diab Vasc Dis Res, 2009. 6(1): p. 38-9. 109. Fiorucci, S., et al., Effect of erythromycin on gallbladder emptying in diabetic patients with and without autonomic neuropathy and high levels of motilin. Dig Dis Sci, 1992. 37(11): p. 1671-7. 110. Fiorucci, S., et al., Effect of erythromycin administration on upper gastrointestinal motility in scleroderma patients. Scand J Gastroenterol, 1994. 29(9): p. 807-13. 111. Daneshgari, F., et al., Diabetic bladder dysfunction: current translational knowledge. J Urol, 2009. 182(6 Suppl): p. S18-26. 112. Gratzke, C., et al., Anatomy, physiology, and pathophysiology of erectile dysfunction. J Sex Med, 2010. 7(1 Pt 2): p. 445-75. 113. Boulton, A.J., et al., Diabetic neuropathies: a statement by the American Diabetes Association. Diabetes Care, 2005. 28(4): p. 956-62. 114. Kim, Y.S., et al., Dynamic cerebral autoregulatory capacity is affected early in Type 2 diabetes. Clin Sci (Lond), 2008. 115(8): p. 255-62. 115. Spallone, V., Interferenze farmacologiche sui test cardiovascolari di funzione autonomica. Neurovegetativo News, 2009(2): p. 2 - 6. 116. Thompson, J.M., et al., Measurement of human sympathetic nervous responses to stressors by microneurography. J Auton Nerv Syst, 1994. 49(3): p. 277-81. 117. Serra, J., H. Bostock, and X. Navarro, Microneurography in rats: a minimally invasive method to record single Cfiber action potentials from peripheral nerves in vivo. Neurosci Lett, 2010. 470(3): p. 168-74. 118. Bril, V., M. Nyunt, and M. Ngo, Limits of the sympathetic skin response in patients with diabetic polyneuropathy. Muscle Nerve, 2000. 23(9): p. 1427-30. 119. Ryder, R.E., et al., Acetylcholine sweatspot test for autonomic denervation. Lancet, 1988. 1(8598): p. 1303-5. 120. Cahill, M., P. Eustace, and V. de Jesus, Pupillary autonomic denervation with increasing duration of diabetes mellitus. Br J Ophthalmol, 2001. 85(10): p. 1225-30. 121. Dinh, T.L. and A. Veves, Microcircula- 8 122. 123. 124. 125. 126. 127. 128. 129. 130. 131. 132. 133. 134. 135. 136. 137. tion in the diabetic foot: an update. Int J Low Extrem Wounds, 2004. 3(2): p. 60-1. Avogaro, A., La funzione endoteliale nel diabete mellito. Giornale italiano di diabetologia e metabolismo, 2003. 23(1): p. 17 - 27. Quattrini, C., et al., Impaired skin microvascular reactivity in painful diabetic neuropathy. Diabetes Care, 2007. 30(3): p. 655-9. Caselli, A., et al., Validation of the nerve axon reflex for the assessment of small nerve fibre dysfunction. J Neurol Neurosurg Psychiatry, 2006. 77(8): p. 927-32. Sevre, K. and M. Rostrup, Blood pressure and heart rate responses to cold pressor test in patients admitted to hospital due to chest pain. Blood Press, 1999. 8(2): p. 110-3. Haberbosch, W., N. Roerich, and J. Neuzner, Cold pressure test producing coronary spasm, coronary thrombosis and myocardial infarction in a patient with IgM antibodies against Coxsackie B virus. Cardiology, 1999. 92(4): p. 278-81. Eggertsen, R., et al., Hemodynamic effects of loud noise before and after central sympathetic nervous stimulation. Acta Med Scand, 1987. 221(2): p. 159-64. Stansberry, K.B., et al., Primary nociceptive afferents mediate the blood flow dysfunction in non-glabrous (hairy) skin of type 2 diabetes: a new model for the pathogenesis of microvascular dysfunction. Diabetes Care, 1999. 22(9): p. 1549-54. Bolton, B., E.A. Carmichael, and G. Sturup, Vaso-constriction following deep inspiration. J Physiol, 1936. 86(1): p. 8394. Krishnan, S.T. and G. Rayman, The LDIflare: a novel test of C-fiber function demonstrates early neuropathy in type 2 diabetes. Diabetes Care, 2004. 27(12): p. 2930-5. Green, A.Q., et al., Altered C-fiber function as an indicator of early peripheral neuropathy in individuals with impaired glucose tolerance. Diabetes Care, 2010. 33(1): p. 174-6. Schemmel, K.E., R.S. Padiyara, and J.J. D’Souza, Aldose reductase inhibitors in the treatment of diabetic peripheral neuropathy: a review. J Diabetes Complications, 2009. Raina, R., et al., Treatment of erectile dysfunction: update. Am J Mens Health, 2007. 1(2): p. 126-38. Tamler, R., Diabetes, obesity, and erectile dysfunction. Gend Med, 2009. 6 Suppl 1: p. 4-16. Feeley, R.J. and A.M. Traish, Obesity and erectile dysfunction: is androgen deficiency the common link? ScientificWorldJournal, 2009. 9: p. 676-84. Malavige, L.S. and J.C. Levy, Erectile dysfunction in diabetes mellitus. J Sex Med, 2009. 6(5): p. 1232-47. Demir, T., et al., A possible new risk factor in diabetic patients with erectile dysfunction: homocysteinemia. J Diabetes Complications, 2008. 22(6): p. 395-9. 138. Jaspan, J., et al., Treatment of severely painful diabetic neuropathy with an aldose reductase inhibitor: relief of pain and improved somatic and autonomic nerve function. Lancet, 1983. 2(8353): p. 758-62. 139. Schmidt, R.E., et al., Effect of NGF and neurotrophin-3 treatment on experimental diabetic autonomic neuropathy. J Neuropathol Exp Neurol, 2001. 60(3): p. 263-73. 140. Apfel, S.C., Nerve growth factor for the treatment of diabetic neuropathy: what went wrong, what went right, and what does the future hold? Int Rev Neurobiol, 2002. 50: p. 393-413. 141. Fedele, D., et al., Influence of continuous subcutaneous insulin infusion (CSII) treatment on diabetic somatic and autonomic neuropathy. J Endocrinol Invest, 1984. 7(6): p. 623-8. 142. Faes, T.J., et al., Treatment of diabetic autonomic neuropathy with an aldose reductase inhibitor. J Neurol, 1993. 240(3): p. 156-60. 143. Campbell, I.W., D.J. Ewing, and B.F. Clarke, 9-Alpha-fluorohydrocortisone in the treatment of postural hypotension in diabetic autonomic neuropathy. Diabetes, 1975. 24(4): p. 381-4. 144. Cordoni, M.C., et al., Effects of hyperinsulinaemia on erythromycin-induced gallbladder and gastric motility in normal subjects. Diabetes Nutr Metab, 2004. 17(1): p. 72-5. 145. Ziegler, D. and F.A. Gries, Alpha-lipoic acid in the treatment of diabetic peripheral and cardiac autonomic neuropathy. Diabetes, 1997. 46 Suppl 2: p. S62-6. 146. Tankova, T., D. Koev, and L. Dakovska, Alpha-lipoic acid in the treatment of autonomic diabetic neuropathy (controlled, randomized, open-label study). Rom J Intern Med, 2004. 42(2): p. 45764. 147. Ziegler, D., Thioctic acid for patients with symptomatic diabetic polyneuropathy: a critical review. Treat Endocrinol, 2004. 3(3): p. 173-89. 148. Bell, N., et al., Trandolapril and human diabetic neuropathy. Lancet, 1999. 353(9156): p. 927. 149. Stoschitzky, K., Trandolapril and human diabetic neuropathy. Lancet, 1999. 353(9156): p. 926-7. 150. Malik, R.A., et al., Effect of angiotensin-converting-enzyme (ACE) inhibitor trandolapril on human diabetic neuropathy: randomised double-blind controlled trial. Lancet, 1998. 352(9145): p. 1978-81. 151. Rayman, G., N.R. Baker, and S.T. Krishnan, Glyceryl trinitrate patches as an alternative to isosorbide dinitrate spray in the treatment of chronic painful diabetic neuropathy. Diabetes Care, 2003. 26(9): p. 2697-8. 152. Yuen, K.C., N.R. Baker, and G. Rayman, Treatment of chronic painful diabetic neuropathy with isosorbide dinitrate spray: a double-blind placebo-controlled cross-over study. Diabetes Care, 2002. 25(10): p. 1699-703. Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 Ambulatorio per l’Ipotensione Ortostatica e le Disautonomie, Ospedale S. Giovanni Battista, Università degli Studi di Torino Si definisce sincope neuromediata (NM) la perdita di coscienza causata da un riflesso che, quando innescato, dà luogo a vasodilatazione associata o meno a bradicardia. Le sincopi NM sono le forme più frequenti di manifestazione sincopale. Con il miglioramento dei protocolli diagnostici e l’impiego delle linee-guida, la prevalenza è aumentata, passando dal 38% degli anni ’80 al 58% del 2001 (1). La prognosi delle sincopi NM è buona, la curva di sopravvivenza dei soggetti è sovrapponibile a quella della popolazione generale non sincopante (2). La qualità di vita dei soggetti affetti da sincopi NM è tuttavia compromessa, soprattutto in caso di eventi ricorrenti, ed è stata assimilata a quella di soggetti affetti da malattie croniche come l’artrite reumatoide avanzata (3). Oltre due terzi dei soggetti con sincopi ricorrenti presenta infatti limitazioni nelle attività quotidiane e sintomi depressivi (3). Secondo le linee-guida (4), gli obiettivi della terapia sono la prevenzione delle recidive sincopali e degli eventuali traumi associati ed il miglioramento della qualità di vita. La terapia si distingue in tre tipologie: comportamentale, farmacologica e inserzione di pace-maker. Verranno di seguito riportati i principali studi di supporto o contrari con riferimento a ciascun approccio terapeutico. In relazione alla benignità prognostica di queste sincopi, la terapia comportamentale è prescrivibile a tutti i soggetti, mentre i farmaci ed il pace-maker sono da riservarsi, secondo quanto raccomandato nelle linee-guida (5), nei seguenti casi: sincopi talmente frequenti da alterare la qualità di vita, sincopi ricorrenti e imprevedibili (ad es. in assenza di prodromi) e che pertanto espongono il soggetto ad elevato rischio di traumi, sincopi che avvengono durante attività ad alto rischio (ad es. autisti, piloti, atleti agonisti...) (5). La terapia delle sincopi NM presenta degli aspetti “empirici”, basandosi su una comprensione tuttora incompleta della fisiopatologia di tali eventi. Infatti, mentre sono conosciuti il meccanismo finale (ipoperfusione cerebrale globale transitoria) e la risposta efferente (inibizione simpatica accompagnata da attivazione vagale), non è ancora stato ben definito il o i meccanismi afferenti, per i quali sono state avanzate numerose teorie: ventricolare (tipo riflesso di Bezold-Jarisch), barorecettoriale, neuroumorale, cerebrovascolare, cerebrale... Terapia comportamentale Comprende i seguenti accorgimenti (5): – rassicurazione del soggetto, educazione al riconoscimento dei prodromi, educazione mirata a evitare le situazioni trigger, la disidratazione e la permanenza in ortostatismo prolungato soprattutto in ambienti caldi, chiusi o affollati (classe I di raccomandazione); – supporto psicologico (6); – sospensione o riduzione della posologia di farmaci vasoattivi (classe I di raccomandazione); – assunzione adeguata di sale e liquidi con la dieta e attività fisica (classe II di raccomandazione); – tilt training (classe II di raccomandazione); Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 – contromanovre fisiche (classe II di raccomandazione). La Società Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione ha reso disponibile una guida pratica per i soggetti e le loro famiglie, intitolata “Vivere con la sincope”, che riassume in maniera semplice ed esaustiva informazioni prognostiche sulle sincopi NM, consigli di prevenzione e misure di trattamento. Tale volume, scaricabile da internet (http://www.gimsi.it/attachments/012_sinc.AIAC. corretto.pdf), è di grande ausilio anche per il medico nel percorso educativo del soggetto. Naturalmente, in casi selezionati, caratterizzati da forte componente psicoemotiva o depressiva è sempre indicato il supporto psicologico o psichiatrico. L’anamnesi farmacologica riveste importanza soprattutto nei soggetti anziani con sincopi NM; si rammenta che è soprattutto la politerapia vasoattiva a rappresentare un fattore di rischio per ipotensione e sincopi NM. A tale proposito, le associazioni di farmaci più “rischiose” risultano essere alfalitici con antipsicotici o dopaminoagonisti o carvedilolo, nitroderivati con sildenafil, e carvedilolo con antipsicotici. Il tilt training consiste in un allenamento all’ortostatismo protratto. Gli studi condotti in aperto avevano dimostrato una buona efficacia di questa terapia (7, 8, 9, 10, 11). Tuttavia i successivi e più rigorosi studi randomizzati e controllati, su un totale di oltre 200 soggetti, non ne hanno confermato l’efficacia, sia in follow-up di breve (12, 13) che di lunga durata (14, 15). In particolare in uno stu- 9 www.ainv.it SIMONA MAULE, VALERIA MILAZZO, CRISTINA DI STEFANO, AMBRA FABBRI, ELENA BERRA www.ainv.it Terapia evidence-based delle sincopi neuromediate www.ainv.it Hihtlight… www.ainv.it dio condotto su soldati di leva era emerso che la compliance alla terapia scendeva dal 91% del primo mese al 58% del terzo mese, nonostante l’abitudine alla disciplina dei soggetti studiati (14). Gli altri problemi del tilt training risiedono nei diversi protocolli proposti, che vanno da 15 minuti di ortostatismo due volte al giorno a 45 minuti una volta al giorno, e la variabilità dell’efficacia, che appare leggermente più consistente nei soggetti più fortemente sintomatici o nelle forme vasodepressive. Per l’impegno richiesto, questo tipo di terapia è pertanto da riservare a soggetti molto motivati. www.ainv.it www.ainv.it Le contromanovre fisiche comprendono manovre di contrazione muscolare che determinano un rialzo della pressione arteriosa tale da contrastare la vasodilatazione dell’esordio sincopale. Si tratta di manovre da mettere in atto all’inizio dei prodromi sincopali. Le più utilizzate sono: incrocio delle gambe, contrazioni dei muscoli addominali o dei quadricipiti femorali o dei muscoli delle braccia, piegamento del busto in avanti, accovacciamento, marcia sul posto, posizione in punta dei piedi, contrazione delle mani (16). Tutti gli studi hanno dimostrato l’efficacia di queste manovre. In particolare, uno studio multicentrico randomizzato e controllato condotto su 223 soggetti, seguiti per un periodo di 6-18 mesi, ha dimostrato una riduzione del rischio relativo di recidive sincopali di 0.36 (intervallo di confidenza 0.11-0.53), con un NNT di 5, indipendentemente da sesso, età, frequenza sincopale, risultato del tilt test e tipo di manovra utilizzata (17). In alcuni centri, i soggetti vengono sottoposti a sedute di training nelle quali, utilizzando metodiche di monitoraggio pressorio battito a battito, vengono insegnate le contromanovre e dimostrata al soggetto stesso l’efficacia attraverso un monitor che evidenzia l’incremento pressorio ottenuto (16). Un recente studio prospettico (18) 10 ha valutato gli effetti della terapia non farmacologica (rassicurazione, adeguato apporto idrico e di sale, esercizio fisico regolare e contromanovre fisiche) sulle recidive sincopali e sulla qualità di vita. Gli autori hanno osservato una riduzione del numero di episodi sincopali rispetto al periodo pre-trattamento, con la persistenza in media di 1 episodio sincopale durante il follow-up di 18 mesi. La qualità di vita dei soggetti è risultata significativamente migliorata dopo la terapia. In relazione alla menzionata comprensione incompleta della fisiopatologia delle sincopi NM, la terapia farmacologica è stata, nel corso degli anni, empirica e basata su una vasta tipologia di farmaci (ACE-inibitori, atropina, betabloccanti, clonidina, disopiramide, efedrina, etilefrina, eritropoietina, fludrocortisone, midodrina, paroxetina, scopolamina, teofillina, verapamil...). Per la maggior parte di questi farmaci, gli studi condotti non sono sufficienti al raggiungimento di un adeguato livello di evidenza scientifica a causa della scarsa numerosità del campione o della tipologia dello studio. In generale, gli studi non controllati e a breve termine hanno evidenziato un beneficio della terapia, mentre i trials controllati e con un follow-up più lungo non hanno dimostrato un beneficio della terapia farmacologica. La scelta del farmaco è stata spesso basata sulla cosiddetta “teoria ventricolare” della fisiopatologia delle sincopi NM, secondo la quale un aumento eccessivo del tono simpatico successivo al pooling venoso in ortostatismo determinerebbe una stimolazione di meccanocettori all’interno di un ventricolo “vuoto” con conseguente deattivazione simpatica e attivazione vagale. Sappiamo oggi che questa teoria non è più generalizzabile a tutte le sincopi NM. Numerose situazioni confutano questo meccanismo, quali ad esempio le sincopi NM dimostrate in soggetti sottoposti a trapianto cardiaco e pertanto por- tatori di cuore denervato o quelle che si manifestano in clinostatismo, ad esempio dopo stimoli dolorosi o emotivi. La presunta iperattivazione simpatica ha spinto molti autori all’utilizzo di farmaci inibenti il simpatico (betabloccanti, disopiramide, enalapril). I betabloccanti hanno rappresentato per anni la terapia fondamentale delle sincopi NM; gli studi randomizzati, controllati e in cross-over più recenti, quali ad esempio lo studio di Sheldon e coll. (19) con il metoprololo, hanno dimostrato un’assenza di beneficio di questo tipo di terapia, che in taluni casi può addirittura peggiorare la bradicardia ed esporre il soggetto a rischio di arresto cardiaco. Le linee-guida sconsigliano l’utilizzo di questi farmaci nelle sincopi NM. I farmaci vasocostrittori (etilefrina, midodrina) ed espansori del volume plasmatico (fludrocortisone) sono stati impiegati, rispettivamente, per contrastare la vasodilatazione e l’eccessiva riduzione di ritorno venoso e di volume ventricolare sinistro. Sebbene basati su una scarsa numerosità campionaria, gli studi condotti con la midodrina hanno dimostrato una certa efficacia di questa terapia (20, 21, 22, 23). Nel 2009 è stata pubblicata una metanalisi (24) sull’effetto degli a-agonisti nelle sincopi NM; sono stati considerati 6 trial randomizzati e controllati per un totale di 165 pazienti in trattamento e 164 controlli; i risultati confermano l’efficacia degli a-agonisti (OR 0.21, 95%CI 0.06-077, p=0.02); la midodrina presenta una maggiore percentuale di responders rispetto all’etilefrina (rispettivamente 73% e 65%). Il fludrocortisone è stato utilizzato solo nei bambini; tre studi in aperto avevano evidenziato buoni risultati (25, 26, 27), non confermati dallo studio randomizzato controllato e in doppio cieco di Salim e coll. (28). È in corso un trial con il fludrocortisone per il trattamento delle sincopi NM degli adulti (29). L’enalapril è stato testato in un Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 Popolazione (n°) Follow-up (mesi) Efficacia Fitzpatrick 1991 temporaneo / aperto 10 acuto sì Samoil 1993 temporaneo / aperto 6 acuto sì el Bedawi 1994 temporaneo / aperto 13 acuto no Sra 1993 permanente / aperto 22 16 no Petersen 1994 permanente / aperto 31 50 sì Benditt 1997 permanente / aperto 28 7 no Sheldon 1998 permanente / aperto 12 12 sì Shah 1999 permanente / aperto 12 18 sì Ammirati 1998 DDD vs DDI / R 20 17.7 sì Connolly 1999 (VPS) DDD-RDR / R 54 16 sì Flammang 1999 DDD vs tradizionale / R 20 62 sì McLeod 1999 DDD vs VVI vs PM off / R 12 bambini 4 sì Sutton 2000 (VASIS) DDI-RH vs niente / R MC 42 44.4 sì Ammirati 2001 (SYDIT) DDD-RDR vs atenololo / C R MC 93 17.3 sì Connolly 2003 (VPS II) DDD-RDR vs PM off / C DB R 100 6 no Deharo 2003 DDDR vs DDI / R MC 46 46 sì Raviele 2004 (SYNPACE) DDD-RDR vs PM off / C DB R 29 23.8 no Occhetta 2004 (INVASY) DDD-CLS vs DDI / C R 27 18.9 sì Legenda: R, randomizzato; C, controllato con placebo; DB, doppio cieco; MC, multicentrico unico studio randomizzato e in doppio cieco (30). Gli autori hanno ipotizzato un effetto di inibizione dell’iperattività simpatica da parte del farmaco. In 14 su 15 soggetti randomizzati a enalapril la sincope indotta da tilt test scompariva, a confronto di 3 su 15 soggetti in placebo. Tale effetto persisteva a lungo (follow-up di 13 mesi). Non sono stati pubblicati altri lavori con l’impiego di tale farmaco. L’utilizzo di farmaci inibitori del reuptake serotoninergico si basa sul ruolo della serotonina nella modulazione di pressione arteriosa e frequenza cardiaca a livello centrale; la deattivazione simpatica delle sincopi NM appare simile a quella ottenuta, in condizioni sperimentali, dall’iniezione nei ventricoli cerebrali di serotonina. (31) La paroxetina è stata utilizzata in uno studio su 68 soggetti non responsivi ad altre terapie, sottoposti a follow-up di 25 mesi (31). Le recidive sincopali sono risultate presenti nel 18% dei soggetti in paroxetina rispetto al 53% di quelli in placebo. Gli studi successivi con paroxetina e altri farmaci inibitori del reuptake serotoninergico (fluoxetina) non ne hanno confermato l’efficacia (32, 33). Gli studi sull’atropina, utilizzata allo scopo di inibire l’attivazione vagale e la conseguente bradicardia delle sincopi vasovagali non hanno dimostrato un’efficacia significativa. Già nel 1932, Lewis (34) evidenziava che l’atropina dimostra un’efficacia parziale in quanto risolve la bradicardia ma non l’ipotensione. Santini e coll. (35) hanno studiato 84 soggetti, randomizzati ad atropina o placebo, somministrati all’esordio delle modificazioni emodinamiche e dei sintomi tipici di sincope NM durante tilt test. L’efficacia era presente nell’83% dei soggetti con forme cardioinibitorie (versus 0% con placebo), ma solo nel 35% delle forme vasodepressive (versus il 60% con placebo). Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 Il contributo di un’adeguata frequenza cardiaca al mantenimento di una portata cardiaca sufficiente a evitare la sincope potrebbe non essere rilevante a fronte della massiva vasodilatazione con ipotensione determinata dall’inibizione simpatica. Un elegante studio (36) ha impiegato due diversi tipi di pacemaker, il primo con modalità DDD (che non determina incremento di frequenza cardiaca) e il secondo CLS (che determina un netto aumento di FC). Sottoponendo i soggetti a tilt test, ha dimostrato che la riduzione ortostatica di portata cardiaca e pressione arteriosa risultava analoga nei due gruppi, mettendo così in dubbio il ruolo della tachicardia riflessa nel mantenimento della postura eretta. Come per i farmaci, la maggior parte degli studi degli anni ’90, condotti in aperto, sull’impianto di pace-maker (PM) nelle sincopi NM aveva fornito risultati incoraggianti (Tabella 1). I successivi trials clinici randomizzati e controllati hanno confermato l’efficacia del 11 www.ainv.it Tipo di PM / Tipologia studio www.ainv.it Autore e anno www.ainv.it Tabella 1. Principali studi condotti sul PM. www.ainv.it Tabella 2. Raccomandazioni delle linee-guida 2009 sulla terapia delle sincopi NM (4). www.ainv.it Classe Livello Spiegazione della diagnosi, rassicurazione, spiegazione del rischio di ricorrenza sono indicate in tutti i pazienti I C Le contromanovre fisiche sono indicate in pazienti con prodromi I B Il PM dovrebbe essere considerato nelle sindromi del seno carotideo prevalentemente cardioinibitorie IIa B Il PM dovrebbe essere considerato nelle sincopi NM gravi e ricorrenti, di età >40 anni e documentata risposta cardioinibitoria spontanea al monitoraggio elettrocardiografico prolungato IIa B La midodrina può essere indicata nelle sincopi vasovagali refrattarie alle misure di stile di vita IIb B Il tilt training può essere utile per l’educazione dei pazienti, ma il beneficio a lungo termine dipende dalla compliance IIb B Il PM può essere indicato in pazienti con risposta inibitoria indotta dal tilt test, con sincopi ricorrenti, frequenti e imprevedibili ed età >40 anni, dopo il fallimento della terapia alternativa IIb C Il PM non è indicato in assenza di un documentato riflesso cardioinibitorio III C I farmaci ß-bloccanti non sono indicati III A www.ainv.it PM. Lo studio VPS (37) ha confrontato il PM con modalità DDD-RDR con terapia tradizionale in 54 soggetti seguiti per 16 mesi, lo studio VASIS (38) ha confrontato il PM DDD-RH con nessuna terapia in 42 soggetti seguiti per 44 mesi, lo studio SYDIT (39) ha confrontato il PM DDD-RDR con l’atenololo in 93 soggetti seguiti per 17 mesi. Tutti questi studi hanno dimostrato l’efficacia del PM nelle sincopi NM. La critica mossa a questi studi è stata principalmente basata sulla possibilità di un effetto placebo creata dall’aspettativa del soggetto all’impianto. Sono stati pertanto condotti due studi che hanno confrontato soggetti con sincopi NM con PM acceso e spento: il VPS II (40) e il SYNPACE (41) che hanno studiato rispettivamente 100 soggetti per 6 mesi e 29 soggetti per 24 mesi. Entrambi i lavori non hanno dimostrato differenze significative nei due gruppi di soggetti. Nello studio SYNPACE l’assenza di beneficio era evidente anche nel sottogruppo di soggetti che manifestavano asistolia durante sincope NM. Un’interessante metanalisi condotta da Sud e coll. (42) sui 9 principali trials clinici randomizzati e 12 controllati con impiego di PM (per un totale di 218 soggetti in trattamento e 212 controlli) dimostrava un effetto in totale a favore dell’impiego di PM (OR 0.15, CI 0.050.42). Tuttavia l’analisi dei confronti fra trattamenti (PM attivo, PM inattivo, nessuna terapia) dimostrava un netto beneficio del PM inattivo a confronto di nessuna terapia, spiegando pertanto che si tratta dell’aspettativa del soggetto a ridurre di per sé il rischio di sincope NM dell’84% (OR 0.16, 95%CI 0.06-0.40). Inoltre, gli stessi autori evidenziavano che assumendo un tasso di ricorrenza sincopale del 50% ed una riduzione di rischio relativo del 25% (NNT =8), risultano necessari almeno 500 soggetti per raggiungere una significatività statistica (p=0.05, potenza 80%), mentre allo stato attuale il numero totale di soggetti studiati in trials randomizzati, controllati con placebo e in doppio cieco è 129. I risultati di questi studi hanno fortunatamente condotto ad una modificazione delle indicazioni al posizionamento del PM nelle sincopi NM. Mentre nel 2004 (5) il PM era indicato nelle sindromi del seno carotideo cardioinibitorie o miste (I classe di raccomandazione), e nelle sincopi NM quando siano presenti più di 5 eventi l’anno o in caso di gravi traumi e incidenti e di età maggiore di 40 anni (II classe di raccomandazione), le linee-guida attuali hanno modificato la classe di raccomandazione del PM, sottolineandone il ruolo marginale nelle sincopi NM, limitato ai casi di bradicardia grave e spontanea rilevata durante monitoraggio elettrocardiografico prolungato. La Tabella 2 riassume le indicazioni terapeutiche proposte nelle linee-guida del 2009 (4). In relazione alla riportata benignità prognostica delle sincopi NM e agli obiettivi della terapia che comprendono il miglioramento della qualità di vita, gli autori del presente articolo desiderano rammentare che l’impianto del PM determina un significativo ed irreversibile cambiamento della vita dei soggetti, con numerose limitazioni e precauzioni da adottare, quali ad esempio evitare sport/attività che pongano a rischio di traumi o vibrazioni la regione di impianto del PM, possibili interferenze con telefoni cellulari, metal detectors, Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 15. Duygu H, Zoghi M, Turk U, et al. The role of tilt training in preventing recurrent syncope in patients with vasovagal syncope: a prospective and randomized study. Pacing Clin Electrophysiol 2008; 31(5):592-6. 16. Wieling W, Colman N, Krediet CT, Freeman R. Nonpharmacological treatment of reflex syncope. Clin Aut Res 2004; 14(1):62-70. 17. van Dijk N, Quartieri F, Blanc JJ, et al. Effectiveness of physical counterpressure maneuvers in preventing vasovagal syncope: the Physical Counterpressure Manoeuvres Trial (PC-Tral). J Am Coll Cardiol 2006; 48(8):1652-7. 18. Romme JJ, Reitsma JB, Go-Schon IK, et al. Prospective evaluation of nonpharmacological treatment of vasovagal syncope. Europace 2010; 12(4):567-73 19. Sheldon R, Connolly S, Rose S, et al. Prevention of syncope Trial (POST): a randomized, placebo-controlled study of metoprolol in the prevention of vasovagal syncope. Circulation 2006; 133(9):1167-70. 20. Ward CR, Gray JC, Gilroy JJ, Kenny RA. Midodrine: a role in the management of neurocardiogenic syncope. Heart 1998; 79(1):45-9. 21. Perez-Lugones A, Schweikert R, Pavia S, et al. Usefulness of midodrine in patients with severely symptomatic neurocardiogenic syncope: a randomized control study. J Cardiovasc Electrophysiol 2001; 12(8):935-8 22. Kaufmann H, Saadia D, Voustianiouk A. Midodrine in neurally mediated syncope: a double-blind, randomized, crossover study. Ann Neurol 2002; 52(3): 342-5. 23. Qingyou Z, Junbao D, Chaoshu T. The efficacy of midodrine hydrocloride in the treatment of children with vasovagal syncope. J Pediatr. 2006; 149(6): 740-2. 24. Liao Y, Li X, Zhang Y, et al. Alpha-adrenoreceptor agonists for the treatment of vasovagal syncope: a meta-analysis of worldwide published data. Acta Paediatr. 2009; 98(7):1194-200. 25. Grubb BP, Temesy-Armos P, Moore, J, et al. The use of head-upright tilt table testing in the evaluation and management of syncope in children and adolescents. Pacing Clin Electrophysiol 1992; 15(5):742-8 26. Balaji S, Oslizlok PC, Allen MC, et al. Neurocardiogenic syncope in children with a normal heart. J Am Coll Cardiol 1994; 23(3):779-85. 27. Scott WA, Pongiglione G, Bromberg BI, et al. Randomized comparison of atenolol and fludrocortisone acetate in the treatment of pediatric neurally mediated syncope. Am J Cardiol 1995; 76(5):400-2. 28. Salim MA, Di Sessa TG. Effectiveness of fludrocortisone and salt in preventing syncope recurrence in children: a double-blind, placebo-controlled, randomized trial. J Am Coll Cardiol 2005; 45(4):484-8. 29. Raj SR, Rose S, Ritchie D, Sheldon RS; 13 www.ainv.it 1. Brignole M, Alboni P, Benditt D, et al. Task Force on Syncope, European Society of Cardiology. Guidelines on management (diagnosis and treatment) of syncope. Eur Heart J 2001; 22(15): 1256-306. 2. Soteriades ES, Evans JC, Larson MG, et al. Incidence and prognosis of syncope. N Engl J Med 2002; 347(12):87885. 3. Linzer M., Pontinen M, Gold DT, et al. Impairment of physical and psychosocial function in recurrent syncope. J Clin Epidemiol 1991; 44(10):1037-43. 4. Moya A, Sutton R, Ammirati F, et al. Task force for the diagnosis and management of syncope of the European Society of Cardiology. Guidelines for the diagnosis and management of syncope. Eur Heart J 2009; 30(21):2631-71. 5. Brignole M, Alboni P, Benditt DG, et al. Guidelines on management (diagnosis and treatment) of syncope. Europace 2004; 6(6):467-537. 6. Van Dijk N, Velzeboer SC, Destrée-Vonk A, et al. Psychological treatment of malignant vasovagal syncope due to bloodphobia. Pacing Clin Electrophysiol 2001; 24(1):122-4. 7. Ector H, Reybrouck T, Heidbüchel H, et al. Tilt training: a new treatment for recurrent neurocardiogenic syncope and severe orthostatic intolerance. Pacing Clin Electrophysiol 1998; 21(1 Pt 2):193-6. 8. Di Girolamo E, Di Iorio C, Leonzio L, et al. Usefulness of a tilt training program for the prevention of refractory neurocardiogenic syncope in adolescents: A controlled study. Circulation 1999; 100(17):1798-801. 9. Reybrouck T, Heidbüchel H, Van der Werf F, Ector H. Tilt training: a treatment for malignant and recurrent neurocardiogenic syncope. Pacing Clin Electrophysiol 2000; 23(4 Pt 1):493-6. 10. Abe H, Kondo S, Kohshi K, Nakashima Y, et al. Usefulness of orthostatic selftraining for the prevention of neurocardiogenic syncope. Pacing Clin Electrophysiol 2002; 25(10):1454-8. 11. Kinay O, Yazici M, Nazli C, et al. Tilt training for recurrent neurocardiogenic syncope: effectiveness, patient compliance, and scheduling the frequency of training sessions. Jpn Heart J 2004; 45(5):833-43. 12. Foglia-Manzillo G, Giada F, Gaggioli G, et al. Efficacy of tilt training in the treatment of neurally mediated syncope. A randomized study. Europace 2004; 6(3):199-204. 13. On YK, Park J, Huh J, Kim JS. Is home orthostatic self-training effective in preventing neurally mediated syncope? Pacing Clin Electrophysiol 2007; 30(5):638-43. 14. Gurevitz O, Barsheshet A, Bar-Lev D, et al. Tilt training: does it have a role in preventing vasovagal syncope? Pacing Clin Electrophysiol 2007; 30(12): 1499-505. www.ainv.it Concludiamo questa breve revisione riportando due protocolli di trattamento, proposti da gruppi di esperti italiani (43) e americani (44). Secondo il protocollo italiano nei soggetti con sincopi NM vanno valutati i prodromi. Se presenti, i soggetti di età inferiore a 70 anni vanno sottoposti a terapia con sole contromanovre fisiche. In assenza di prodromi, con tilt test positivo e massaggio del seno carotideo positivo per cardioinibizione e riproduzione dei sintomi, si considera l’impianto di PM. I restanti soggetti, quelli di età superiore a 70 anni o con inefficacia delle contromanovre, costituiscono una zona di incertezza terapeutica, nella quale si possono tentare terapie “mirate” alle condizioni concomitanti: midodrina se ipotensione, espansori di volume se disidratazione, paroxetina se depressione, terapia psicocomportamentale se attacchi di panico o fobia, tilt training se alta motivazione, PM se episodi cardioinibitori molto frequenti o con traumi (43). La strategia americana prevede 4 livelli di trattamento: il primo (rassicurazione, educazione, aumento dell’apporto di sale e liquidi, riconoscimento dei prodromi, contromanovre fisiche) indicato in tutti i soggetti; il secondo (il tilt training) indicato in qualunque soggetto; il terzo (midodrina) indicato in soggetti femmine con forme severe (sono esclusi gli uomini per gli eventuali effetti collaterali vescicali); il quarto (PM) indicato in soggetti anziani con forme gravi (44). Bibliografia www.ainv.it sistemi di antifurto dei negozi, impossibilità a sottoporsi a risonanze magnetiche, radiazioni ionizzanti terapeutiche o terapie ad ultrasuoni, controindicazione a sostare nelle vicinanze o toccare apparecchi elettrici difettosi, trasmettitori o ripetitori radiotelevisivi, radar, linee ed apparecchiature ad alta tensione, attrezzature industriali quali saldatrici elettriche ad arco o forni elettrici. www.ainv.it 30. 31. 32. www.ainv.it 33. 34. POST II Investigators. The Second Prevention of Syncope Trial (POST II) – a randomized clinical trial of fludrocortisone for the prevention of neurally mediated syncope: rationale and study design. Am Heart J 2006; 151(6): 1186.e11-7. Zeng C, Zhu Z, Liu G, et al. Randomized, double-blind, placebo-controlled trial of oral enalapril in patients with neurally mediated syncope. Am Heart J 1998; 136(5):852-8. Di Girolamo E, Di Iorio C, Sabatini P, et al. Effects of paroxetine hydrocloride, a selective serotonin reuptake inhibitor, on refractory vasovagal syncope: a randomized, double-blind, placebocontrolled study. J Am Coll Cardiol 1999; 33(5):1227-30. Takata TS, Wasmund SL, Smith ML, et al. Serotonin reuptake inhibitor (Paxil) does not prevent the vasovagal reaction associated with carotid sinus massage and/or lower body negative pressure in healthy volunteers. Circulation 2002; 106(12):1500-4. Theodorakis GN, Leftheriotis D, Livanis EG, et al. Fluoxetine vs. propranolol in the treatment of vasovagal syncope: a prospective, randomized, placebo-controlled study. Europace 2006; 8(3):193-8. Lewis T. Vasovagal syncope and the carotid sinus mechanism with commen- 35. 36. 37. 38. 39. ts on Gower’s and Nothnagel syndrome. BMJ 1932, 1: 873-876 Santini M, Ammirati F, Colivicchi F, et al. The effect of atropine in vasovagal syncope induced by head-up tilt testing. Eur Heart J 1999; 20(23):174551. Fortrat JO, Lemarie C, Bellard E, Victor J. Do we need a reflex tachycardia to stand up? Pacing Clin Electrophysiol. 2005; 28(9):962-7. Connolly SJ, Sheldon R, Roberts RS, Gent M. The North American Vasovagal Pacemaker Study (VPS). A randomized trial of permanent cardiac pacing for the prevention of vasovagal syncope. J Am Coll Cardiol 1999; 33(1) 16-20. Sutton R, Brignole M, Menozzi C, et al. Dual-chambering pacing in the treatment of neurally mediated tilt-positive cardioinhibitory syncope: pacemaker versus no therapy: a multicenter randomized study. The Vasovagal Syncope International Study (VASIS) Investigators. Circulation 2000; 102(3):294-9. Ammirati F, Colivicchi F, Velardi A, Santini M. Syncope Diagnosis and Treatment Study Investigators. Permanent cardiac pacing versus medical treatment for the prevention of recurrent vasovagal syncope: a multicenter, randomized controlled trial. Circulation 2001; 104(1):52-7. 40. Connolly SJ, Sheldon R, Thorpe KE, et al. VPS II Investigators. Pacemaker therapy for the prevention of syncope in patients with recurrent severe vasovagal syncope: Second Vasovagal Pacemaker Study (VPS II): a randomized trial. JAMA 2003;289(17):2224-9. 41. Raviele A, Giada F, Menozzi C, et al. Vasovagal Syncope and Pacing Trial Investigators. A randomized, doubleblind, placebo-controlled study of permanent cardiac pacing for the treatment of recurrent tilt-induced vasovagal sycope. The Vasovagal Syncope and Pacing Trial (SYNPACE). Eur Heart J 2004; 25(19):1741-8. 42. Sud S, Massel D, Klein GJ, et al. The expectation effect and cardiac pacing for refractory vasovagal syncope. Am J Med 2007; 120(1):54-62. 43. Alboni P, Dinelli M, Gianfranchi L, Pacchioni F. Current treatment of recurrent vasovagal syncope: between evidence-based therapy and common sense. J Cardiovasc Med (Hagerstown) 2007; 8(10):835-9. 44. Sutton R. Treatment strategies in neurally mediated reflex syncope: effectiveness of drugs, pacing, and physical naneuvers. In: Syncope and transient loss of consciousness, 1st Ed. by David G. Benditt et al. 2007: pp 83-88 CONGRESSI IN AGENDA 31 Marzo - 2 Aprile 2011 16-19 giugno 2011 V Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Malattia di Parkinson e Disordini del Movimento, Bologna, Lisbona, Portogallo Per informazioni (http://home.spsna.pt/) Prof.ssa Isabel Rocha http://www.aristea.com/dismovsin2011/ 9-16 Aprile 2001 2011 AAN Annual Meeting. www.ainv.it Honolulu, USA Segreteria organizzativa: Tel: 800-879-1960 - Fax: 651-695-2717 Email: [email protected] EFAS School 12-15 Ottobre 2011 XIII Annual Meeting of European Federation of Autonomic Societies. Berna, Svizzera www.imk.ch/efas2011 22-16 ottobre 2011 XLII Congresso della Società di Neurologia Per informazioni www.neuro.it Invitiamo i Signori Soci a rinnovare l’iscrizione per l’anno 2011 utilizzando la scheda allegata 14 Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 2011 Scheda AINV 2011 L’AINV nasce nel 1996 e riunisce i neurologi interessati allo studio del sistema neurovegetativo. È affiliata SIN - Società Italiana di Neurologia ed EFAS – European Federation of Autonomic Nervous System. Grazie alla continua e fruttuosa collaborazione tra neurologi, fisiologi, internisti, cardiologi, gastroenterologi, la ricerca sul sistema neurovegetativo ha portato ed è destinata a portare ancora ad importantissime scoperte. L’obiettivo principale dell’Associazione consiste nel favorire il dialogo e diffondere le conoscenze. Ciò porterà allo sviluppo di nuove idee che, inevitabilmente in quest’ambito, avranno valenza interdisciplinare. www.ainv.it Tra i vantaggi di essere socio dell’AINV: • ricevere NEUROVEGETATIVO NEWS, il periodico dell’Associazione • divenire automaticamente socio anche dell’EFAS, e avere di conseguenza agevolazioni per l’iscrizione al Congresso annuale EFAS • abbonarsi al prezzo riservato ai soci di € 110,00 al Clinical Autonomic Research (Official journal of the American Autonomic Society, Clinical Autonomic Research Society and Eyropean Federation of Autonomic Societies), l'unico periodico indicizzato ricco di reviews, editoriali e lavori scientifici originali nel campo della ricerca clinica del SNV. (Contattare direttamente la casa editrice Steinkopff Verlag ai seguenti indirizzi e-mail: [email protected], [email protected], specificando che si è soci AINV). La quota di iscrizione all’AINV è di € 40,00 (€ 20,00 per specializzandi e dottorandi), e può essere versata tramite bonifico bancario sul c/c 1108490 intestato a AINV, Banca Popolare dell’Emilia Romagna - Agenzia n. 20 di Bologna CAB 02412 ABI 5387 IBAN IT76T0538702412000001108490, oppure tramite assegno di conto corrente bancario intestato a AINV ed inviato alla Segreteria (MCC, via S. Stefano 57, 40125 Bologna BO, tel. 051263703, fax 051238564, e-mail [email protected]) ✂ Scheda AINV 2011 Cognome _________________________________________ Nome _________________________________ Luogo e data di nascita _____________________________________________________________________ Codice Fiscale _____________________________________________________________________________ 2011 Sede di lavoro _____________________________________________________________________________ Via ____________________________________________ CAP _____________ Città ___________________ E-mail ______________________________________ Tel. __________________ Fax __________________ Indirizzo Abitazione ________________________________________________________________________ CAP _____________________________ Città ___________________________________________________ ❑ Nuova Iscrizione ❑ Rinnovo ❑ € 40,00 ❑ € 20,00 per specializzandi e dottorandi ❑ Allego assegno di c/c n. ________________________ della banca__________________________ ❑ Allego copia del bonifico bancario Data ________________________ Firma ____________________________________________ Si garantisce la massima riservatezza e tutela dei dati personali (Legge 196/2003), utilizzati solo per finalità strettamente funzionali alla gestione dei rapporti. Anno 10 • Numero 2-3 • Maggio - Dicembre 2010 15