Giappone - Camere di Commercio
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Giappone - Camere di Commercio
SUPERFICIE 377.889 Kmq POPOLAZIONE 127.510.000 LINGUA giapponese RELIGIONE Scintoismo 49,9%, Buddismo 44,2%, Cristianesimo 0,9%, Altre 5,0% CAPITALE Tokyo FORMA ISTITUZIONALE Monarchia Costituzionale VALUTA Yen (JPY) TASSO DI CAMBIOEUR/JPY EUR/JPY 1/139.635 139.635 Fonte: ICE Ufficio E-Commerce E e Commercio Estero Camera di Commercio di Genova 1 Quadro politico Il sistema partitico giapponese del Secondo Dopoguerra si connota per una pronunciata frammentazione, che ha prodotto in più di sessant'anni numerose formazioni politiche e ha portato alla periodica nascita e al successivo disfacimento di movimenti e alleanze. alleanze. Soprattutto dopo gli anni '60, la lotta fra le correnti interne, tratto distintivo del sistema politico nipponico, ha influito negativamente sulla stabilità dei Governi. Salvo una breve interruzione nel 1993-1994, il Liberal Democratic Party (LDP), di stampo conservatore, ha detenuto il potere ininterrottamente dal 1955 al 2009, anno in cui ha avuto inizio la breve e travagliata parentesi governativa del Democratic Party of Japan (DPJ). La pronunciata instabilità governativa è compensata dall ruolo tradizionalmente trad preponderante dell'élite dei burocrati che, specie all'interno del potente Ministero dell'Economia, Commercio e Industria, hanno dettato le linee guida che hanno indirizzato il Giappone ai vertici dell'economia mondiale. La dirigenza amministrativa ativa occupa nel Paese, dunque, un posto privilegiato. Benché negli ultimi anni le imprese si siano in parte affrancate da questa tutela grazie alla loro crescente internazionalizzazione, il loro prepensionamento e la successiva riassunzione in settori chiave, chiave, quali aziende pubbliche, banche, multinazionali, senza escludere la carriera politica, rende lecito considerare questa classe di alti funzionari ancora molto influente. Il Partito Democratico Giapponese (DPJ), che aveva fatto del ridimensionamento della del burocrazia un punto cardine del proprio programma politico, non è riuscito ad introdurre alcun sostanziale cambiamento nelle gerarchie di potere consolidate, pagando il mancato rispetto del proprio manifesto elettorale con la netta sconfitta alle elezioni ni per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti del 16 dicembre 2012. Queste ultime hanno sancito la schiacciante vittoria del LDP (passato da 118 a 294 seggi alla Camera Bassa), il tracollo del DPJ (sceso da 230 a soli 57 seggi) e la conferma del Partito o della Restaurazione(di stampo nazionalista), nazionalista) fondato dal Sindaco di Osaka Toru Hashimoto, come terza forza politica del Paese (54 seggi). Il Primo Ministro Abe si trova oggi ad affrontare diverse e complesse problematiche: il futuro energetico del dopo-Fukushima, dopo ukushima, la riforma della burocrazia, la stagnazione economica, il debito pubblico, la riforma del mercato del lavoro, l’invecchiamento della popolazione con la caduta dei risparmi e le connesse politiche in tema d’immigrazione, la riforma della Costituzione Costituzi (in particolare dell’articolo 9), le relazioni con gli USA e con la Cina. Ufficio E-Commerce E e Commercio Estero Camera di Commercio di Genova 2 Quadro macroeconomico In termini di PIL, ill Giappone rappresenta la terza potenza economica mondiale dopo Stati Uniti e Cina. Cina. Nonostante il lungo periodo di stagnazione degli anni ’90, le ripercussioni della crisi economica internazionale le conseguenze morali e materiali derivanti dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo 2011, il sistema economico giapponese continua a rimanere tra i più solidi e sviluppati al mondo. Le elezioni politiche tenutesi il 16 dicembre 2012 hanno portato alla vittoria il Liberal Democratic Party guidato da Shinzo Abe, determinando determin una netta inversione di tendenza rispetto alle linee di politica economica adottate dal precedenteGoverno. L'attuale L'attuale esecutivo, pur confermando ladecisione d'incrementare l'imposta sui consumi dal 5% all'8% a partire dall'esercizio finanziario 2014, ha varato un programma di politica economica (ribattezzato "Abenomics") ") incentrato sulla crescita, avente l'obiettivo di d spingere definitivamente il Paese ese fuori dalle secche della deflazione.La deflazione. competitività internazionale ed il riequilibrio della bilancia commerciale, ormai da diversi mesi pesantemente in deficit, deficit rappresentano le priorità dell'agenda dell'esecutivo. Alla luce dell'appesantimento della bolletta energetica dovuto all'incremento dell'import di combustibili fossili, ill Governo Abe, con l’appoggio del mondo produttivo promuove il ritorno all'opzione nucleare ed al contestuale abbandono del programma avviato avviato dal precedente esecutivo per il "decommissioning"" di tutte le centrali atomiche presenti nel Paese. Rimane tuttavia l'incertezza legata all'esito dei referendum sul riavvio dei reattori nelle circoscrizioni comunali in cui sorgono gli impianti e alla conformità con delle centrali alla nuova regolamentazione sulla sicurezza nucleare. È stato inoltre confermato l'impegno per lo sviluppo delle energie rinnovabili, rinnovabili che dovrebbero ricevere nuovo impulso dall'approvazione della riforma del sistema di produzione e distribuzione istribuzione di energia elettrica. Nel terzo trimestre del 2013 il PIL reale è cresciuto ad un tasso annualizzato dell'1,1%, pagando il minor peso degli investimenti delle imprese. La crescita del 4,1% e del 3,8% registrata nei primi due trimestri aveva viceversa iceversa beneficiato di un incremento della spesa da parte dei consumatori e della ripresa dell'export. Per quanto riguarda l'interscambio commerciale, nei primi undici mesi del 2013 il valore dell'export giapponese, pari a 63,7 trilioni di yen, è salito del d 9% su base annua. Tale incremento è da ricondurre all'azione di alleggerimento quantitativo intrapresa ad aprile dalla Banca del Giappone, che ha favorito l'ulteriore indebolimento dello yen sui mercati internazionali. Il deprezzamento Ufficio E-Commerce E e Commercio Estero Camera di Commercio di Genova 3 della valuta nipponica onica ha permesso d'incrementare i guadagni derivanti dalle forniture denominate in yen delle aziende giapponesi. La massiccia manovra di allentamento quantitativo adottata dalla Banca del Giappone ha invece continuato a sostenere l'ascesa dell'Indice Nikkei, che ha chiuso il 2013 a quota 16.291 punti, raggiungendo il suo apice dal 2007 con un incremento record su base annua del 52,4%. L’ascesa dell'indice ndice di Borsa ha determinato un consistente incremento della spesa di prodotti di lusso, lusso che dall'inizio o del 2013 hanno potuto contare sull'elevata propensione al consumo da parte delle classi più abbienti. Sul fronte produttivo, prosegue la graduale ripresa avviata principalmente in virtù dell'eccellente andamento del settore automobilistico e dei buoni risultati ri ottenuti dall'industria chimica e dai produttori di componenti elettronici. Principali rincipali indicatori economici: 2010 PIL Nominale (mln €) 2011 2012 2013 4.145.596 4.237.694 4.640.214 3.773.758 PIL (variazione % reale) 4,7 -0,6 1,9 1,8 Inflazione media annua (%) -0,3 -0,2 -0,1 0,1 1,5 Saldo delle partite correnti (mln €) -9.805,99 -10.057,7 -10.896,7 10.896,7 -9.159,61 Bilancia dei pagamenti 2010 Esportazioni ($ mld) Importazioni ($ mld) Saldo bilancia commerciale ($ mld) Saldo transazioni correnti ($ mld) 2011 2013* 2014* 580.695,31 591.437,13 621.554,95 -14,7 8,6 522.448,61 689.484,92 -14,2 3,1 / / 613.973 2012 58.246,7 -22.535,87 -67.929,97 61.064,04 -9.805,99 9.805,99 -10.057,76 -10.896,72 -9.159,61 9.159,61 * previsioni di crescita % Fonte: InfoMercatiEsteri Ufficio E-Commerce E e Commercio Estero Camera di Commercio di Genova 4 Rischio Paese Sace, gruppo assicurativo--finanziario finanziario attivo nell’export credit, nell’assicurazione del credito, nella protezione degli investimenti, nelle garanzie finanziarie, nelle cauzioni e nel factoring, colloca il Giappone nella categoria di rischio 0, 0 essendo la settima categoria quella quella che denota il maggior rischio. rischio Rischi politici affinché l'esecutivo affronti con maggior A livello interno, sale la pressione affinché' decisione la crisi isi alla centrale di Fukushima. Ogni errore di gestione potrebbe portare seri danni alla credibilitàdel del Governo, minandone la stabilità, e allontanare l'ipotesi si di riavviare una parte degli impianti nucleari. Per quanto riguarda i rapporti internazionali, restano tesi i rapporti rapp con Cina e Corea del Nord. Rischi economici Il Giappone non è ancora riuscito a varare e una riforma fiscale che ponga un argine alla la crescita del debito pubblico e sebbene il Paese non sia a rischio default la situazione rimane preoccupante. È stata approvata la legge che prevede l’aumento dell'imposta sui consumi dal 5% al 10% in due fasi entro il 2015, alimentando la sensazione sensazione che la manovra fiscale, impattando negativamente sulla domanda interna, possa possa ricacciare il Giappone in una nuova recessione. Rischi operativi Persiste la carenza di energiaelettrica dopo che, n seguito al sisma dell'11 marzo 2011, il Governo giapponese ha provveduto all'arresto ditutti i suoi reattori nucleari.Le importazioni di petrolio petrolio e gas naturale sono quindi aumentate entate per sopperire al deficit energetico. Benché'' l'esecutivo Abe abbia espresso la volontà di riattivare ria una parte dei reattori, le aziende straniere devono continuare a considerare il rischio di frequenti blackout, premunendosi, ove possibile, con impianti o stabilimenti alternativi in diverse parti del Paese. A causa della forte sismicità della zona e la ciclicità dei terremoti, è previsto che una na scossa di forti dimensioni possa colpire la capitale nell'arco dei prossimi anni, causando numerose vittime vittime e danni economici incalcolabili. Le procedure legali giapponesi sono notoriamente complesse e lente per una serie e di motivi di tipo burocratico e organizzativo. Pertanto, gli investitori stranieri in Giappone devono considerare che, nell’eventualità nell’eventualità di un’azione legale, un processo potrebbe durare molto di più rispetto a quanto accadrebbe nel Paese di origine. Ufficio E-Commerce E e Commercio Estero Camera di Commercio di Genova 5 La presenza di cartelli e associazioni di categoria, che agiscono con azioni di distorsionesulle dinamiche di interi settori economici, unitamente unitamente ad una prassi commerciale del tutto sui generis, generis, impediscono anche alle grandi società straniere (salvo alcune eccezioni) di avviare un business duraturo nel Paese. I costi dei terreni rreni e l'elevato livello delle retribuzioni corrisposte al personale assunto in loco sono fattori che continuano a incidere in maniera altrettanto determinantesulla scarsa presenza straniera nel Paese. Meno del 2% della popolazione giapponese è composta composta da stranieri. Ciò comporta difficoltà ad assumere personale specializzato specializza proveniente dall'estero, anche se le autorità mantengono una sostanziale apertura all'immigrazione di lavoratori lavor altamente qualificati, con l'obiettivo di raddoppiarne il numero entro il 2020. L'iter per l'ottenimento dei visti di lavoro rimane, pertanto, o, ancora lungo e complesso, anche se nel medio termine si prevede uno snellimento delle attuali procedure burocratiche. Indicatori di rischio Standard&Poor’s Moody’s Fitch Rating AA- Aa3 A+ Prospettive future Nel 2014, la ripresa delle esportazioni e l'accelerazione del ritmo della produzione industriale, per essere efficaci sulla crescita, crescita dovranno essere accompagnate da un incremento dell'occupazione non circoscritto a forme contrattuali atipiche (oggi molto diffuse specie tra le giovani generazioni) e del livello base delle buste paga, in modo da innescare un circolo virtuoso che spinga la a domanda interna e trascini il Paese fuori dalle secche della deflazione. Secondo gli ultimi dati FMI, potrebbero presentarsi alcuni problemi relativi al debito pubblico che, sebbene sia detenuto da investitori stranieri solo per il 7%, si stima possa raggiungere giungere il livello record del 243% del PIL al termine dell'anno solare 2013. Interscambio con l’Italia L'interscambio con l'Italia risulta tradizionalmente limitato per una serie di ragioni e fattori che costituiscono un freno allo sviluppo delle reciproche roche relazioni di business. business. Una prima difficoltà è legata a problemi strutturali dell'impresa italiana, italiana, quali ad esempio la dimensione mediomedio piccola, la scarsità di fondi consistenti di investimento iniziale e la tendenza ad un approccio di mercato saltuario o comunque con un'ottica temporale a breve termine. Inoltre il contesto culturale, la lingua, le barriere barriere tariffarie e non tariffarie costituiscono un’ulteriore ostacolo. Ufficio E-Commerce E e Commercio Estero Camera di Commercio di Genova 6 Il mercato giapponese, nonostante le indubbie potenzialità, si presenta chiuso, sofisticato, altamente concorrenziale, di difficile penetrazione. penetrazione Pertanto, la cooperazione bilaterale con l'Italia risulta incentrata sull'interscambio commerciale e, solo in misura molto minore, sugli investimenti. Nel biennio 2011-2012, 2012, tuttavia, l'export italiano verso il Giappone, traendo grande beneficio del rafforzamento dello yen sull'euro, ha conosciuto una notevole accelerazione. Il tasso di cambio favorevole ha determinato, alla fine del 2011, il primo avanzo commerciale a favore del nostro Paese. Il trend favorevole è proseguito per tutto il 2012, tanto che l'avanzo a favore dell'Italia, anche in ragione del crollo dell'export nipponico, è addirittura quadruplicato rispetto all'anno precedente. L'eccellente andamento delle nostre forniture ha interessato un po' tutti i settori merceologici. merceologici. Aumenti particolarmente significativi si sono registrati nel comparto delle automotive (+32,9%), delle bevande (+26,8%), dei beni strumentali (+22,7%), degli altri mezzi di trasporto (+19,3%), dei prodotti alimentari (+18,5%), dei macchinari (+18,5%), dei prodotti farmaceutici (+18,1%), degli articoli in pelle (+17,3%) e degli articoli di abbigliamento (+16,7%). I dati sull'interscambio commerciale dei primi tre trimestri del 2013 confermano lo stato positivo dell'export italiano in Giappone. GENOVA-GIAPPONE Le imprese genovesi che hanno scambi commerciali con il Paese sono 72. Febbraio 2014 Ufficio E-Commerce E e Commercio Estero Camera di Commercio di Genova 7