Rom e sinti: prospettiva storica ei problemi di

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Rom e sinti: prospettiva storica ei problemi di
“Rom e sinti: prospettiva storica e i problemi di integrazione. Un’indagine scolastica.”*
ABSTRACT: l’obiettivo della tesi è realizzare un percorso di conoscenza delle comunità zingare e dei problemi di integrazione scolastica della
minoranza.
La prima sezione della ricerca si sofferma sullo studio della storia delle popolazioni nomadi a partire dalla scoperta delle loro origini, per
giungere al loro primo arrivo in Europa fino agli anni dei regimi fascista e nazista. Segue un rapido accenno alle caratteristiche della loro
cultura e alle condizioni socio-economiche. Infine, un quadro delle disposizioni normative attuate sia a livello europeo sia nazionale a tutela
dei diritti di questa minoranza e tesa a favorirne l’integrazione.
La scolarizzazione è stata introdotta presentando i dati statistici relativi ai livelli di istruzione delle comunità zingare in Europa e, nello
specifico, in Italia. Le problematiche riguardanti l’Italia sono state approfondite ricostruendo la storia della scolarizzazione della minoranza
rom/sinta, vista come evoluzione del processo di avvicinamento all’educazione formale e come modalità differenti di approccio della società
maggioritaria al tema dell’integrazione. Sono state poi analizzate delle ricerche di “Antropologia dell’educazione” che hanno lo scopo di
comprendere il fallimento o parziale fallimento della scolarizzazione zingara a partire dalla loro epistemologia della scuola.
Nell'ultima sezione della tesi vengono riportati i risultati di una indagine condotta sulla base di un questionario e svolta nelle scuole della città
di Roma in cui è concentrato il maggior numero di iscritti di etnia rom/sinta che mirava a valutare il grado di integrazione di questi allievi
attraverso la percezione dei loro insegnanti.
*
Estratto dalla Tesi di Laurea in Glottodidattica del Corso di Laurea Specialistica in Letteratura italiana, Filologia moderna, Linguistica: Rom e sinti: prospettiva
storica e i problemi di integrazione. Un’indagine scolastica. Anno accademico 2010/2011. Relatrice: Prof.ssa Elisabetta Zuanelli. Correlatore: Prof. Piero Vereni.
Estratto dalla Tesi di Laurea in Glottodidattica del Corso di Laurea Specialistica in Letteratura italiana,
Filologia moderna, Linguistica: Rom e sinti: prospettiva storica e i problemi di integrazione.
Un’indagine scolastica. Anno accademico 2010/2011.
Rom e sinti: prospettiva storica e i problemi di integrazione.
Un’indagine scolastica.
di Francesca Regano
Relatrice:
Prof.ssa Elisabetta Zuaneli
Correlatore:
Prof. Piero Vereni
Francesca Regano – Tesi in Glottodidattica, Rom e sinti: prospettiva storica e i problemi di integrazione, A.A. 2012/2011
Presentazione del lavoro di tesi
Obiettivo: indagare i problemi di integrazione e di scarsa riuscita scolastica dei bambini nomadi al fine di comprendere in che modo la scuola
possa impegnarsi per sostenerne una reale integrazione, studiando sia la storia e la cultura dei rom sia le modalità educative perseguite nel
corso del tempo dalle istituzioni scolastiche per favorirne l’istruzione e analizzando, di conseguenza, i problemi incontrati da entrambi i
soggetti.
Sviluppo: quadro della situazione riguardante i livelli di istruzione degli allievi nomadi in Europa e in Italia nell’ultimo decennio cui segue
un’analisi del processo che ha portato all’inserimento nella scuola di Stato dei bambini e ragazzi rom e sinti e delle conclusioni tratte, a questo
proposito, dalla progettazione educativa e pedagogica attuale. Presentazione delle teorie elaborate nell’ambito dell’antropologia
dell’educazione, che forniscono una spiegazione del rendimento scolastico delle minoranze e di una serie di ricerche etnografiche svolte
all’interno di differenti comunità nomadi, dalle quali si è tentato di trarre delle conclusioni che riguardano le strategie e le metodologie da
praticare nella didattica con allievi nomadi.
Risultato parziale:

la pedagogia educativa dovrebbe aspirare al raggiungimento di un equilibrio tra il successo scolastico e il pieno riconoscimento di una
identità comunitaria attraverso una reale applicazione della pedagogia interculturale;

la scuola dovrebbe creare un ambiente che possa risultare educativo anche per l'allievo rom, tentando di ricreare le relazioni
interpersonali che il bambino è abituato a gestire nella comunità o le modalità d'apprendimento sviluppate;

l’istituzione scolastica ha il compito di comprendere il processo educativo messo in atto da persone connotate da uno stile di vita e
occupazione differenti da quelli della società maggioritaria e trasmettere a queste famiglie la connessione che esiste, in termini di
opzioni future, tra processo educativo di cui sono responsabili e quello scolastico;

la scuola dovrebbe porsi come un modello educativo atto a raggiungere gli scopi che interessano anche gli allievi rom: solo in questo
modo potrà essere accettata da loro;
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
la scuola deve consentire agli allievi rom di appropriarsi delle pratiche scolastiche esibite dalla scuola realizzando un adattamento
reciproco tra scuola e allievo, offrendo opportunità educative differenziate che sappiano adattarsi alle culture dei soggetti
dell'apprendimento.
Sperimentazione: indagine quantitativa e qualitativa svolta nelle scuole della città di Roma caratterizzate da una maggiore concentrazione di
allievi rom per valutarne il grado di integrazione, attraverso la somministrazione di un questionario ai loro insegnanti.
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Denominazioni ed etnie
Terminologia: nella trattazione della tesi verrà utilizzato il termine “zingaro” perché è l’unico che riesce a comprendere tutti i gruppi che
costituiscono la popolazione romani.

Analisi della popolazione romanì sotto il profilo demografico e dell'autodeterminazione:
Rom
Sinti
Kale
Manouches
Romanichals
la denominazione più largamente usata fra le comunità romanès di tutto il mondo e derivano dal termine Dom che designava nei
territori persiani un gruppo etnico eterogeneo d'origine indiana. In Europa, oggi, i rom sono presenti soprattutto nelle regioni
balcaniche, nell'Europa centro-orientale e nell'Italia centro-meridionale.
i sinti (singolare sinto) deriverebbero il loro nome da sindhi ovvero la popolazione che viveva nella regione del Sind a nord-ovest
dell'India (oggi in Pakistan). I sinti parlano il romanès e appartengono alla popolazione romanì, quindi Rom e sinto sono etnonimi che
vanno considerati sinonimi. Gli sinti sono insediati soprattutto nelle regioni settentrionali dell'Europa occidentale , in Francia e in Italia
settentrionale.
I kale o calè derivano il loro nome dall'aggettivo hinfi kãlã che significa “nero”. Per kale s'intendono le comunità romanès della
Finlandia e del Galles, mentre con calo e calǎo si designano rispettivamente le comunità romanès della Spagna e del Portogallo.
I manouches si trovano soprattutto in Francia meridionale mentre sono chiamati in Italia sinti piemontesi, a sottolineare il fatto che i
manouches sono fondamentalmente un sotto-gruppo degli sinti.
i romanichals o romanichels che sono insediati soprattutto in Inghilterra (ma anche in Australia e in Nord America arrivati attraverso
le deportazioni) derivano il loro nome da due termini romanes: romani e da un oscura parola chals o chels.
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Storia

La ricerca tratta e ricostruisce la storia degli zingari seguendo diversi approcci: le varie fasi della storia sono contraddistinte dalla
diversità di testimonianze grazie alle quali si è giunti a ricostruirne il percorso: le origini sono state scoperte grazie alla linguistica
comparata; le tappe del percorso successivo al primo esodo grazie alla linguistica, alle ricerche sociologiche e alle testimonianze
storiche; le localizzazioni in occidente grazie ai documenti repressivi, decreti, sanzioni che ne testimoniano il passaggio nei diversi
Paesi europei.
ORIGINI
APPROCCIO LINGUISTICO
Sulla base degli studi di linguistica comparata si
scoprì che la patria d’origine degli zingari è
l’india
Studi di comparazione su base lessicale tra il sanscrito e il romanès
2 teorie:
 india centrale: perchè i medesimi cambiamenti rilevati nel passaggio dal sanscrito al romès si
riscontrano anche nei linguaggi dell'India centrale, fra i quali lo hindi, mentre non si
riscontrano nei linguaggi dell'India di Nord-Ovest, compreso il kashmiri e le lingue dardi».
esodo: migrazione interna
 india nord-occidentale: in base alle similitudini della fonetica degli indiomi del Kafiristan, del
Dradistan e del Kashmir. esodo: dall'India nordoccidentale all'Europa.
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MIGRAZIONI
APPROCCIO LINGUISTICO
APPROCCIO SOCIOLOGICO
APPROCCIO STORICO
Studi di linguistica, analisi
sociologiche e testimonianze
storiche ci consentono di stabilire
che la Persia fu la prima tappa dopo
il grande esodo dall’India
Studio dei presititi persiani, armeni
e greci al rómani
Studio delle caste e delle
occupazioni: tramite leggende che
raccontano di una casta, la cast del
Luri, praticante mestieri e aventi
caratteristiche tipiche degli zingari a
testimonianza della presenza degli
zingari in Persia, la prima tappa
dopo l'abbandono dell'India.
A causa della povertà, dei conflitti
con le popolazioni vicine si sarebbero
spostati in Persia, dove, dall'unione
dei figli di questi immigrati indiani
con i figli degli autoctoni persiani, si
formò quel gruppo etnico che essi
stessi chiamarono Dom (e
successivamente Rom)
Le testimonianze storiche
consentono di ricostruire le tappe
del percorso che gli zingari hanno
seguito per arrivare in Europa.
Alcuni gruppi di immigrati indiani
restavano in Persia, altri passando
per il Medio-oriente raggiungevano l'
Europa.
Abbandonarono la Persia quando fu
conquistata dagli arabi spostandosi in
una zona che corrisponde all'odierno
territorio iracheno da cui furono
cacciati dagli arabi dopo anni di
resistenza e furono deportati in Siria.
Dopo la conquista greca furono
deportati in Grecia da dove si
mossero verso Nord, in Armenia e,
poi, in Europa, nei Balcani.
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LOCALIZZAZIONI IN OCCIDENTE
TESTIMONIANZE
Germania, Svizzera, Italia
Salvacondotto dell'imperatore di Boemia e d' Ungheria che li raccomandava alle autorità quali
penitenti in pellegrinaggio per sette anni. Questo documento permise loro di entrare in Germania nel
1417, in Svizzera nel 1418, in Italia, nel 1422.
Francia, Spagna, Finlandia, Russia, Siberia
Documenti che testimoniano la loro presenza in Francia, in Spagna, nel XVI secolo in Portogallo,
nelle isole britanniche e nei paesi scandinavi da dove giunsero in Finlandia e di qui in Russia, dove
alcuni zingari originari della Polonia penetrarono fino a Tobolsk in Siberia, nel 1721.
Diffusione in Italia
Zingari di antico insediamento
Flusso migratorio conclusosi entro la 1°metà del 1400 di comunità rom nell’Italia centromeridionale e di sinti nel settentrione
Zingari immigrati dopo la prima guerra mondiale
Zingari provenienti dall’Europa orientale
Zingari di recente immigrazione
Ondata migratoria iniziata alla fine degli anni ‘60 di zingari provenienti dalla penisola balcanica e
Rom rumeni che dagli anni ‘90 giungono in Italia in cerca di migliori possibilità lavorative
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Scolarizzazione

Europa : analisi della “Relazione sull'attuazione dei provvedimenti previsti dalla Risoluzione del Consiglio e dei ministri dell'istruzione riuniti
in sede di Consiglio, del 22 maggio 1989”, presentata dalla Commissione delle Comunità Europee nel 1996 e della relazione Rom e travellers
nella pubblica istruzione”, pubblicata nel 2006 dall'Osservatorio europeo dei fenomeni razzisti e xenofobi (EUMC) che presenta la situazione
generale dell'accesso all'istruzione dei minori appartenenti alle comunità rom negli Stati membri dell'Unione europea, soprattutto per
quanto riguarda l'istruzione pubblica primaria e secondaria.
CONCLUSIONI





Mancanza di statistiche ufficiali su criteri etnici riguardanti la scolarizzazione;
I risultati scolastici sono più bassi rispetto alla media nazionale in tutti i paesi dell’Ue;
Solo in Francia e Paesi Bassi si rilevano sviluppi positivi;
Il tasso d abbandono scolastico è elevato; i titoli di studio più bassi rispetto alla media nazionale;
In Austria, Paesi Bassi, Ungheria, Inghilterra e Galles un maggior numero di alunni rom prosegue gli studi nella scuola secondaria.
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
Italia: analisi della ricerca “indagine sugli allievi appartenenti a comunità nomadi” condotta nel 2000 e del rapporto del 2010/2011 sulla
presenza e sugli esiti scolastici degli allievi con cittadinanza non italiana realizzato dal Ministero dell'Istruzione in collaborazione con la
Fondazione ISMU.
CONCLUSIONI
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1999/2000
2012/2011
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Indagine scolastica: percezione degli insegnanti riguardo i profili di integrazione degli
allievi rom/sinti
Distribuzione dei questionari:
116 questionari
69 scuole primarie
39 scuole secondarie di I° grado
8 scuole dell’infanzia
Struttura del questionario:


Dati docente

Età
Sesso
Titolo di studio
Formazione professionale


Partecipazione ad attività di formazione
Tipo di formazione e tematiche
Esperienza professionale con allievi rom/sinti


Anni di esperienza
Criteri di assegnazione degli allievi rom/sinti ai docenti
Formazione specifica al lavoro con allievi rom/sinti
Conoscenza delle comunità rom/sinte
Influenza della presenza di allievi rom/sinti sulla classe

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
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Profilo scolastico di un allievo rom/sinto nella
classe
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Inserimento in classe
Competenza linguistica
Contatti con la famiglia
Caratteristiche dell’allievo
Rapporto allievo/scuola
Rendimento scolastico
Sttività di supporto
Frequenza scolastica
Rapporto tra i genitori e la scolarizzazione
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Risultati
Dati anagrafici docenti: l’analisi dei dati anagrafici fotografa una situazione piuttosto uniforme su tutto il campione: il 79,3% ha un’età tra i 40 e i
70 anni (43,10 % tra i 40 e i 50, 36.20% tra i 50 e i 70), il 61,8% è in possesso di un diploma di laurea mentre il restante ha una diploma di istituto
magistrale e in larghissima maggioranza sono donne (88%).
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Formazione professionale: Il 77% dei docenti ha partecipato ad attività di formazione negli ultimi tre anni, e tra questi il 50,9% ha partecipato ad
attività di formazione riguardanti la tematica dell’educazione interculturale, il 23,9% sull’italiano come lingua seconda e solo il 12,9% sulla cultura
dei rom/sinti.
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Tipo di formazione maturata sulla cultura rom/sinta Un’alta percentuale dei docenti intervistati possiede una formazione al lavoro con allievi
rom/sinti che possiamo definire di natura para-accademica, maturata attraverso la partecipazione a convegni (10,3%); incontri con esperti del
settore (20,7%); incontri con mediatori culturali (47,4%); partecipando a progetti scolastici (34,5%); partecipando a corsi organizzati
dall’amministrazione comunale (1,7%); una percentuale minore ha vissuto esperienze frequentando i campi rom/sinti (7,7%); mentre più della metà
dei docenti, il 55,2%, si è preparato sui rom da autodidatta, attraverso letture ecc. Il fatto che un numero così consistente di docenti abbia maturato
la sua formazione da autodidatta è interessante e sembra indicare un desiderio di conoscenza delle tematiche legate alla cultura rom/sinta da parte
degli insegnanti e probabilmente l’inutilità della formazione ricevuta, alla pratica del lavoro quotidiano con i rom.
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Argomenti sui quali gli insegnanti desiderano essere formati: Struttura sociale, usi e costumi, tradizioni, lingua sono i punti sui quali emerge la
maggiore percentuale di interesse da parte dei docenti che ritengono necessario formarsi riguardo la cultura dei rom/sinti.
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Influenza della presenza di allievi rom/sinti sulla classe: Il dato sulla percezione della presenza in aula di allievi rom/sinti appare abbastanza netto
visto che l’influenza appare positiva al 70,9% dei docenti e negativa al 41,4%. Tali dati risultano però composti a loro volta da molteplici
sfaccettature, la più evidente è quella di ritenere negativa l’influenza di questa stessa presenza, principalmente per ragioni legate alle caratteristiche
comportamentali dei rom/sinti. Tra gli intervistati che ritengono positiva l’influenza esercitata dagli allievi rom/sinti sulla classe sia positiva, il 77,3%
percepisce la presenza come positiva grazie all’arricchimento culturale che può portare a tutti i membri della classe, mentre per 77,3% è un aiuto
pedagogico per i docenti, perché già pone i non rom di fronte alla realtà di un mondo multietnico.
NEGATIVA
POSITIVA
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Inserimento scolastico: I dati raccolti mostrano che il 63,4% degli allievi seguiti dai docenti intervistati è iscritto in una classe corrispondente alla sua
età anagrafica mentre il restante 36, 6% è inserito in una classe inferiore.
Competenza linguistica: il livello di conoscenza della lingua italiana dell’ allievo rom/sinto prescelto, che è ritenuto sufficiente dal 68,5% degli
intervistati. Sarebbe utile al momento dell’inserimento dell’allievo nella scuola verificare il livello della lingua italiana posseduta ed eventualmente,
per gli allievi che non possiedono una conoscenza sufficiente dell’italiano sarebbe auspicabile organizzare corsi di prima alfabetizzazione inseriti
nell’orario curricolare dello studente e/o extra curriculare, condotti da personale interno alla scuola o esterno, opportunamente formato e in un
primo momento occorrerebbe adattare i programmi di studio al livello di competenza linguistica posseduto dall’allievo per evitare la
demotivazionecausata dall’incapacità di comprendere l’insegnamento in una lingua che non si conosce adeguatamente.
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Caratteristiche dell’allievo: Una parte della ricerca è caratterizzata dall’analisi delle valutazioni che i docenti hanno espresso su 23 caratteristiche
della personalità dell’allievo rom/sinto scelto per questa parte del questionario. Ai docenti è stato chiesto di esprimere un giudizio da 1 a 10 sui
seguenti tratti della personalità dell’allievo:
affettività
6,8
attenzione in classe
4,6
leadership
3,3
aggressività
2,9
condotta
7,3
motivazione all’apprendimento
4,5
applicazione allo studio
4,1
cura delle cose
5,6
necessità di affetto
6,6
curiosità
5,3
partecipazione alle attività di classe
5,2
giovialità
6,7
disciplina
6,9
impulsività
4,3
sensibilità
7,2
sincerità
6,1
educazione e rispetto
7
indipendenza
6,5
necessità di riferimento
6,9
ordine
5,2
socialità
6,1
necessità di attenzione
6,8
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Irrequietezza, non rispetto delle regole e comportamento antisociale erano stati considerati dei tratti peculiari dei bambini rom/sinti tali da
influenzare negativamente il resto della classe e sono termini utilizzati spesso per descrivere le difficoltà con questi allievi. Al momento di assegnare
un valore ai tratti negativi della personalità dell’allievo sono emersi dati contrastanti: l’Aggressività e l’Impulsività raggiungono un valore medio
molto basso mentre le caratteristiche positive raggiungono, invece, come si può notare, valori piuttosto alti. La Condotta, la Disciplina e la voce
Educazione e rispetto hanno un valore superiore alla sufficienza e la socialità pari alla sufficienza. Anche la voce Cura delle cose raggiunge un valore
quasi pari alla sufficienza, nonostante nel delineare le caratteristiche comportamentali negative degli allievi rom/sinti, la scarsa cura del materiale
scolastico era uno degli elementi più ricorrenti. Al momento di valutare il singolo, quindi, gli insegnanti hanno reputato di assegnare dei valori ben
diversi di quanto hanno lasciato pensare in precedenza riferendosi ai rom/sinti in generale. Secondo quanto espresso dagli insegnanti, quindi, la
presenza dei rom/sinti nelle classi non è un elemento che di per se causa problemi e fa nascere difficoltà, tanto che quasi tutti gli elementi citati
nella prima parte del questionario vengono da essi stessi negati al momento di valutare il singolo. Il quadro che si va delineando quindi, mostra
come certi stereotipi resistano anche in individui preparati sia accademicamente sia professionalmente, ma che sono inesorabilmente destinati a
cadere nel momento in cui ci si trova a dover valutare un singolo.
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Rendimento scolastico: più del 60% dei docenti intervistati ritiene che sia inferiore alla sufficienza. Le motivazioni maggiormente riscontrate di tale
rendimento sono, a parere dei docenti, la frequenza irregolare, la scarsa motivazione allo studio, lo scarso appoggio delle famiglie all’attività
scolastica, la mancanza di continuità nelle attività a casa, e il fatto che i contenuti trasmessi dalla scuola non siano di loro interesse, per cui la
differenza negli obiettivi perseguiti dalla scuola causerebbe la mancanza di motivazione e il disinteresse dell'allievo.
Attività di supporto: Solo il 14,5% degli allievi fruisce di attività di sostegno. Il dato potrebbe essere considerato una delle cause dell’insufficiente
rendimento scolastico, considerando inoltre la necessità, sentita da un gran numero di docenti, di sottoporre gli allievi ad attività individualizzate.
Probabilmente usufruendo di attività didattiche adeguate ai propri bisogni e modalità di apprendimento gli allievi rom riuscirebbero a raggiungere
livelli più sufficienti e successivamente potrebbero seguire le medesime attività del resto della classe.
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Frequenza scolastica: rispetto a quanto emerso nel corso della ricerca, è possibile affermare che la frequenza, o meglio la scarsa frequenza
scolastica sia uno dei principali problemi, legati alla scolarizzazione degli allievi rom/sinti. In effetti il numero degli allievi rom/sinti che frequentano
con regolarità è più basso rispetto a coloro che frequentano regolarmente, ma la differenza non appare cosi netta ( il 42,6% frequenta regolarmente
mentre il 57,4% no).
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Conclusioni dell’indagine
I dati raccolti nell’indagine permettono di delineare un quadro dell’inserimento dei rom/sinti nelle scuole romane. Questo inserimento appare
recente e non privo di difficoltà, difficoltà che sono percepite dagli insegnanti sia nella capacità della scuola di accoglierli, sia nella cultura rom/sinta.
I grandi temi che emergono alla luce di questo lavoro sono sostanzialmente due: la formazione degli insegnanti e la percezione stereotipata dei
rom/sinti come entità culturale. È emerso in più di un’occasione come gli insegnanti intervistati percepiscano come insufficiente la formazione in
loro possesso in riferimento alla loro capacità di inserire in classe nel modo migliore gli allievi rom/sinti e manifestino la loro volontà di essere
formati riguardo tali tematiche. Nel corso della ricerca si è notato come perdurino determinati stereotipi sui rom/sinti o, meglio sulla loro cultura. Là
dove si chiede di valutare alcuni aspetti dell’inserimento dei rom/sinti nel loro insieme, gli insegnanti non riescono a nascondere certi stereotipi
destinati a scomparire al momento di valutare gli stessi aspetti ma riferiti al singolo allievo. Il che potrebbe essere interpretato come un elevato
grado di capacità e competenza didattico-professionale raggiunto dagli insegnanti, accompagnato contemporaneamente da un grado ancora basso
nella gestione di classi multiculturali.
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