Il Secolo XIX edizione Savona del 13/08/2015

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Il Secolo XIX edizione Savona del 13/08/2015
savona
IL SECOLO XIX
GIOVEDÌ
13 AGOSTO 2015
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IL DEPOSITO DELLA DISCORDIA. L’UNICO SAVONESE TRA I PROMOTORI DEL PROGETTO CONTESTATO
Un uomo del sindaco nella società del bitume
Ghigliotto socio al 6% di Bit proposto da Berruti alle Opere sociali. Sedeva in Comitato portuale
IL RETROSCENA
SILVIA CAMPESE
SAVONA. Non nasconde, il
sindaco Berruti, che fosse
fra i suoi candidati di fiducia alla presidenza delle
Opere Sociali, un anno fa,
prima della designazione
di Giovanni De Filippi.
Gerardo Ghiliotto, unico
savonese all'interno della
società Bit - se si esclude
Transmare di Vado –, che dovrebbe realizzare il deposito
di bitume nel porto di Savona, è fra i nomi più discussi e
contestati dagli oppositori
del progetto, per conflitto
d'interesse. L'eclettico imprenditore, noto a Savona
per l'impegno in numerosi
ambiti, dallo sport alla musica, sedeva, cinque anni fa come oggi, nel Comitato portuale, in rappresentanza degli spedizionieri, quando si
votò il primo step autorizzativo per l'insediamento del
deposito. Ghiliotto, al momento del voto, uscì dalla
stanza, proprio per evitare di
sostenere un progetto imprenditoriale di cui la sua
stessaazienda,lalButscrl,faceva parte.
La But, con sede in via
Chiodo, detiene il 6 per
cento delle azioni all'interno di Bit: una minima fetta,
certo, rispetto al 90 per
cento, nelle mani di Argo
Finanziaria(GruppoGavio)
e Agriecò (Giachino Bitumi).
Un tema, quello del conflitto d'interessi, sollevato
da più voci. «Ho rilevato –
ha detto Daniela Pongiglione, Noi per Savona, la prima
ad avere riportato “in luce”,
nelle mani dei cittadini, il
progetto bitume - che in
questa pratica ci sono numerose sovrapposizioni di
enti e di figure istituzionali.
Dall'Autorità portuale, che
è socia di Autostrade dei
Fiori, quindi di Gavio,
IL “DISTINGUO”
Stimo molto
Gerardo ma con lui
non ho mai parlato
del progetto bitume
FEDERICO BERRUTI
sindaco di Savona
Gerardo Ghigliotto, imprenditore socio al 6% dell’azienda del bitume Bit
PARLA IL PRESIDENTE DEGLI INGEGNERI DELLA LIGURIA
«Il progetto? Scelta incomprensibile»
Michelini: una schifezza frutto di una decisione politica. Bisognava farlo altrove
«POTREMMO definire questo
progetto una schifezza, considerandone gli aspetti negativi.
Masesiamogiàinunafasecosì
avanzata, significa che qualcuno ne ha visto i vantaggi e in
base a questa valutazione economica è stata presa una decisione politica». Maurizio Michelini, genovese, è il presidente della Federazione ingegneri della liguria, ovvero
l’organismo che raggruppa i
quattro ordini provinciali.
Personaggio esuberante ed
eclettico, riesce a dare scossoni persino dalle pagine di A&B,
la rivista della Federazione.
Quali sono gli elementi negativi di quello che dovrebbe
diventare il più grande deposito di bitume del Nord?
«Cominciamo dalla considerazione che Savona è una zona
sismica. Poi aggiungiamoci
anche l’impatto visivo a trecento metri dalle case, sotto la
FortezzadelPriamar.Ilbitume
non è infiammabile, anzi deve
essere riscaldato con appositi
impianti per non solidificarsi.
Quindi pensiamo all’effetto
che potrebbe avere in caso di
un eventuale sversamento in
mare: un’asfaltatura dei fondali.Poigliodori.Naturalmente da tecnico dico anche che
tutto questo è superabile».
Come?
«Lo sversamento in mare può
essere evitato realizzando
appositi bacini capaci di trattenere il bitume anche in caso
di catastrofe. Per gli odori ci
sonoifiltri.Certotuttoquesto
costa moltissimo e chi investe spesso non ha interesse a
ridurre i margini di guadagno, si sceglie la strada più
vantaggiosa. Basta pensare a
quanto è accaduto negli anni
con l’Ilva».
C’è anche il dato di un aumento di traffico di mezzi
pesanti, calcolato in una
trentina di Tir al mese.
«Questo è un vecchio problema di cui si era parlato anche
in previsione del traffico dei
crocieristi. Ma è una questione di piano regolatore, di viabilità decisa in base a una realtà come quella portuale di
cui si sarebbe dovuto e si deve
tener conto».
Comunque possiamo dire
che realizzato con i criteri
più rigorosi, il deposito del
bitume sarà assolutamente
privo di rischi?
«Questo no non lo possiamo
dire, perchè anche Fukushima era stata progettata a prova di terremoto e catastrofe e
si è visto quello che è successo. E comunque continuo a
chiedermi quale fosse la necessità assoluta, con chilometri di costa e porti diversamente strutturati, di avere un
deposito di questo genere
proprio a Savona e su una zona così vicina all’abitato e
praticamente sotto il Priamar. Fermo restando che non
si può dire sempre solo di no
ad ogni progetto».
ALE. PIE.
nell'acquisizione del Vio di
Vado; del consigliere regionale Angelo Vaccarezza,
al tempo presidente della
Provincia, con carica automatica in Autostrade Fiori;
ancora, dell'ex presidente
dell'Autorità Portuale, Rino Canavese, oggi in Gavio».
Infine, Gerardo Ghiliotto,
legato al sindaco Federico
Berruti da amicizia e stima
professionale. Sin da tempi
lontani: Ghiliotto è uno dei
sostenitori storici della Rari Nantes, di cui è stato consigliere, ma è anche membro dell'Accademia musicale Ferrato Cilea, musicista e allievo del maestro
Walter Ferrato. Ha sfiorato
l'ingresso in politica un anno fa, con l'ipotesi di essere
scelto come presidente alle
Opere Sociali, un ente prestigioso, che detiene una
fetta ingente di beni immobili in città. Ma, proprio
quando sembrava in pole, il
ritiro e la scelta di non entrare nell'agone politico
privilegiando l'imprenditoria.
«Stimo molto Gerardo e
sono a lui legato da una lunga amicizia – ha commentato Federico Berruti-. Non
nego che fosse nella rosa di
nomi che avrei voluto alla
presidenza delle Opere Sociali. Vive a Savona e ha a
cuore la sua città». Alla domanda se la sua presenza in
Bit sia una garanzia sul progetto, Berruti è rimasto vago. «Non abbiamo mai discusso del progetto bitume
proprio per evitare commistioni e per non confondere
due piani differenti». Infine, sul contrastato Consiglio comunale di martedì,
ha aggiunto: «Non mi
aspettavo andasse diversamente e le manifestazioni
di dissenso fanno parte dellademocrazia.Lacosapositiva è che, sul tema, ho visto
una apertura collaborativa
tra il centrodestra e il Pd».
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IL BITUME SARÀ TRASPORTATO SU GOMMA: LE POSSIBILI CONSEGUENZE. E OGGI BASTA UNA BISARCA IN PANNE A CREARE IL CAOS
Dai venti ai trenta camion al giorno
traffico a valanga sull’Aurelia
Corso Mazzini e le Albisole le direttrici che pagheranno il prezzo più alto
GIOVANNI VACCARO
SAVONA. Un capoluogo, un
porto industriale, i comuni
vicini, il traffico turistico e
una rete viaria sottodimensionata. E una tempesta di
cervelli alla disperata ricerca di una soluzione che non
pregiudichi le prossime
elezioni comunali. Il progetto del deposito di bitume è solo la ciliegina su una
torta indigesta per gli abitanti della provincia di Savona e rischia di riaprire
fronti caldi a levante e a ponente.
Tra Savona e le Albisole si
infiamma da anni la tensione sull’eccessivo traffico di
mezzi pesanti e di pullman
che passano tra le case fra il
casello di Albisola Superiore, il porto di Savona ed il
terminal di Costa Crociere.
Negli anni scorsi d’estate la
Prefettura era arrivata addirittura ad emettere un divieto di transito sulla via
Aurelia, obbligando i camion a servirsi del casello di
Savona-Vado. Ma anche in
questocasononmancanole
criticità, dovendo attraversare il capoluogo: ieri, ad
esempio, è bastato che una
bisarca che trasportava furgoni avesse un guasto proprio in corso Mazzini all’incrocio con via Guidobono,
nel pieno centro di Savona,
per paralizzare la circolazione. In corso Mazzini dovrebbero transitare proprio
i camion carichi di bitume a
temperatura
controllata
che serviranno il deposito
nel porto di Savona. Una
ventina al giorno: un numero di mezzi pesanti esiguo,
se preso singolarmente, ma
per una rete viaria già al collasso capace di far precipitare la situazione.
La speranza è che una parte del bitume viaggi su treno ed è prevista la costruzione di un binario del raccordo portuale fino al deposito, che servirà il bacino di
Liguria, Piemonte e Lombardia meridionale. Per
cercare una soluzione e
spegnere le polemiche a Palazzo Sisto IV, a margine del
consiglio comunale di martedì, qualche esponente
della maggioranza ha azzardato uno spostamento
del deposito a Vado, dove è
in costruzione la piattaforma multipurpose. Ma l’ipotesi scatenerebbe la reazione contraria dei vadesi, che
già hanno mal digerito
l’ampliamento portuale facendo tremare il Pd. Senza
contare che il Piano regolatore portuale non prevede
depositi costieri a Vado, la
piattaforma non ha le caratteristiche adatte e che, comunque, sarebbe necessa-
Bisarca di traverso tra corso Ricci e via Guidobono
rio far ripartire da zero tutto
l’iter autorizzativo. Ieri è
emersa un’ulteriore ipotesi: cercare un sito più lontano dal mare, senza però
spiegare come si possa far
attraccare una nave lontano dal mare. Il bitume non
può infatti essere “travasato” in condotte più lunghe
di qualche decina di metri.
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