19 settembre 2009

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19 settembre 2009
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
8 Comuni
l’Altopiano
La voce degli
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 303 - ANNO XI - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
Il senso dell’educazione
di Elena Donazzan*
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 19 SETTEMBRE 2009
IN ALLEGATO GRATUITO IL NUOVO MAGAZINE
DEDICATO AGLI SPORT DEL GHIACCIO
Asiago - Crisi economica
Grafica Altopiano
Tra le tante
deleghe, tutte bellissime,
che mi sono
state affidate in qualità di Assessore Regionale di questa
meravigliosa terra veneta,
certamente la più delicata è
quella dell’istruzione o meglio dell’educazione.
Mi sono sempre rifiutata di
parlare di istruzione, è un termine troppo tecnico e freddo che non lascia intendere
quale compito vi sia
ricompreso. Amo piuttosto
parlare di educazione, dal latino educere, tirare fuori.
Un significato quindi che lascia ben immaginare quale
responsabilità, quale profondità e quale occasione di scoperta vi sia nell’affrontare
questa scelta professionale
che appare più una vocazione.
E quale paura debba prendere chi si pone con coscienza di fronte a questo compito.
Ma la scuola senza educazione che cosè? Un
nozionificio, un supermercato di materie, un sito internet,
una catena di montaggio delle
idee, una ruolette russa delle
teorie e del relativismo.
E lo studente senza educazione? Un individuo libero da
condizionamenti o forse da
principi? Una pagina bianca
su qui scribacchiare, una ca-
via da laboratorio di teorici
della società ambiziosi nel
dimostrare la veridicità delle
proprie convinzioni.
E il docente senza educazione? Un tecnico specialista,
un arrogante imbonitore, un
freddo valutatore, un abitudinario del mestiere, un insensibile computer.
Ecco che l’educazione è l’essenza stessa della scuola e
di chi vi abita, della crescita
di coloro che avranno un percorso di vita costruito su solide basi, che saranno certamente a conoscenza delle
materie scientifiche o
umanistiche, ma che soprattutto avranno come perno
fondante la PERSONA.
Alla persona, all’insieme delle persone che formano la
comunità dobbiamo pensare
quando usiamo parole che
scivolano via semplicemente perché le abbiamo slegate dal contesto, dal comportamento, dal significato o che
sono lontane dalla emozione
di una scoperta, dalla verità
del significato.
Mi piacerebbe una scuola
che ponesse realmente al
centro la persona e la ricerca della verità, ma per fare
questo dobbiamo ritrovare
quella vocazione che spinge
un docente ad essere educatore, che riporta ad uno stato di grande dignità il suo ruolo sociale, che concentra nella scuola le migliori energie
ed intelligenze, capace di ritrovare un insieme di valori
e di principi che sappiano legare insieme le generazioni.
Una scuola che ritrovi studenti che siano allievi, che
mostrino amore e rispetto per
l’intelligenza e per l’insegnamento, che cerchino e non
subiscano, che sognino e non
sballino. Ma come fare?
* Assessore regionale
all’Istruzione
Pag.
4
Continua
a pagina 5
“Gli aiuti per le famiglie
ci sono, basta chiedere”
L’assessore al sociale Rigoni invita i cittadini ad informarsi
GALLIO
Cesuna
L’appello di Pino Rossi
“Mettiamo fine alle
divisioni, ritorniamo ad
essere una comunità
solidale”
Il cemento
minaccia
la zona sacra
di Val
Magnaboschi?
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Pag. 11
ENEGO
Volontariato: 25 associazioni
forza e vanto della comunità
Pag. 12
Conco
STORIA
L’intensa
attività della
neonata
Polisportiva
I settanta morti
nella repressione
del 1809
verranno
ricordati
per la prima
volta
al Parco della
Rimembranza
Pag. 13
SPORT
Mountain bike
Pag. 24
Sulla nuova
nuova pista
pista
Sulla
alle Melette
Melette di
di Gallio
Gallio una
una
alle
gara di
di Downhill
Downhill
gara
Turismo e
psicologia
Per dare buona
accoglienza
è necessaria
un’adeguata
preparazione
Pag. 21
Pagine 18 e 19
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l’Altopiano
Sabato 19 settembre 2009
www.giornalealtopiano.it
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Il tormentone d’agosto sull’Altopiano
ATTUALITA’
Cultura, turismo e sport. La
solidarietà, la scuola, i giovani.
Lavori pubblici ed urbanistica.
Il sindaco di Asiago Andrea
Gios, in consiglio comunale,
nell’esporre
le
linee
programmatiche che dovrebbero guidare l’amministrazione per i prossimi 5 anni, ha toccato quasi tutti gli aspetti della
società asiaghese.
“Decisioni che devono avere
al loro centro il cittadino, cittadino che dovrà essere protagonista nelle scelte amministrative – ha spiegato Gios –
Proprio per questo abbiamo
intenzione di ricostituire la “Federazione dei Colonnelli”; in
attesa di un pieno riconoscimento regionale delle proprietà collettive”.
Sono i giovani sui cui l’amministrazione Gios intende puntare proprio perché convinti
che il futuro di Asiago debba
essere strettamente legato alla
possibilità per i giovani di trovare occasioni di crescita, spazi per la cultura, l’aggregazione e lo svago. Inoltre la giunta
sta
valutando
forme
d’incentivazione a favore
“I cittadini protagonisti
delle scelte amministrative”
Il sindaco in consiglio comunale presenta le linee programmatiche per i prossimi
5 anni e conferma l’intenzione di ricostituire la “Federazione dei colonnelli”
dell’imprenditorialità giovanile.
Non minore sarà l’attenzione
comunale verso le fasce più
deboli. “La questione sociale
ed il welfare assumono un ruolo importantissimo e fondamentale nel contesto economico attuale ed in relazione alle
enormi difficoltà che stanno vivendo le famiglie in generale
– continua Gios - Si dovranno,
pertanto, potenziare gli interventi a sostegno delle famiglie
e dei soggetti bisognosi e si
dovrà continuare a collaborare con gli altri Enti che operano sul territorio per creare le
opportune sinergie operative.”
Quattro le priorità segnalate
da Gios: il problema dell’abitazione, il problema degli alloggi di emergenza, il problema
del lavoro e la creazione di un
punto d’ascolto. Non sarà trascurato il ruolo educativo dello sport con l’amministrazione
comunale intenzionata a promuovere corsi di avviamento
allo sport sin dalle scuole ele-
mentari e crediamo sia necessario potenziare l’attività sportiva in ambito scolastico a tutti i
livelli ed in tutti i gradi di istruzione. Sport che potrà essere
anche traino al turismo come
la cultura. Altro perno su cui il
Comune intende rilanciare il settore turistico. “E’ di fondamentale importanza proseguire sulle linee portate avanti negli 5
anni precedenti cercando di
migliorare la qualità delle nostre
proposte e dei singoli eventi –
illustra - Tuttavia, al fine di fare
un salto di qualità che ci consenta di sviluppare con prospettive di lungo termine i flussi turistici sono necessari importanti
investimenti strutturali, investimenti che dovranno essere
svolti assieme alle classi imprenditoriali.” Infine Gios
puntualizza che la strada intrapresa nelle scelte urbanistiche
sono indelebili. “L’urbanistica
ha rappresentato nel quinquennio 2004-2009 il terreno delle
scelte più coraggiose ed
innovative compiute dall’Amministrazione Comunale, consapevole della necessità inderogabile di superare un modello di sviluppo basato esclusivamente sull’edificazione di
seconde case, che restano
inutilizzate per la maggior parte dell’anno – conclude Gios
- Sulla base di queste premesse abbiamo approvato il Documento Preliminare al Pia-
Sapor d’acqua natìa
no di Assetto del Territorio, che
è stato consegnato a tutte le
famiglie e che indica con chiarezza i due principi fondamentali che hanno determinato le
scelte dell’amministrazione: lo
sviluppo sostenibile e la
restituibilità del territorio alle
future generazioni. L’adozione del PAT, con tutte le sue
linee principali, rappresenta la
priorità assoluta per nostro
mandato amministrativo”.
Gerardo Rigoni
Mobilità dolce
Domenica 27 settembre
uscita nei dintorni di Gallio
Guardare e non toccare: lo stile del sole
Grappoli d'uva sotto il sole di settembre: stanno le vecchie donne sotto i
filari di viti, rincasano i carri prospettando vino pregiato,
sorridono i contadini sull'uscio delle
stalle, tintinnano i
bicchieri all'ombra
dell'osteria di paese. Settembre è il mese della vendemmia: piangono le malghe per
la partenza degli armenti verso le valli ma gioiscono i tini
per i cesti traboccanti di acini e di belle speranze. Somiglia ad un'opera d'arte la vendemmia: profumi e attese,
potature e rinforzi, tagli e innesti, trattamenti e passione.
Poi tutto il resto spetta alla
natura che tra complicità e
malignità segna il destino di
un'intera stagione. E' un'antichissima liturgia la vendemmia: liturgia della natura, celebrazione degli uomini, appiglio al quale s'aggrappa
pure il Gesù Messia per parlare di tralci che portano frutto e di tralci destinati a seccare ed essere bruciati. Il
Vangelo attesta passaggi,
miracoli e trepidazioni ma
odora pure di pane, di casa,
di terra. Oltrechè di sogni, di
carezze, di stupori. Eppure
dietro quel bicchiere di rosso
pregiato, sta nascosta una
splendida storia d'amore:
quella tra il sole e l'uva. All'inizio della stagione si frequentavano da estranei. Lui
lassù: maestoso, luccicante,
caloroso, quasi superbo. Lei
non era ancora uva a quel
tempo: era un semplice fiore, un minuscolo granello
verdeggiante, un puntino sotto la patina della foglia. Col
trascorrere delle stagioni si
son guardati, cercati, parlati.
Lui ha iniziato a scaldarla, lei
ha iniziato ad arrossire; lui la
cercava tra i tralci, lei faceva capolino per rubare luce
al filare nella collina; lui s'interessò di lei, lei s'interessò
di lui. Il calore del sole, il verde immaturo dell'uva. Il contadino ogni tanto guarda il
cielo: per preservarsi dalla
furia della tempesta e assicurarsi un agosto di raggi luminosi, perchè sa che il destino dell'uva è una questione di calore che tocca, riscal-
da, illumina. Nei meriggi
di settembre l'uva si
farà cogliere, si lascerà bere, si sentirà gustare. Il sole l'ha maturata: senza toccarla minimamente. Solo guardandola, cercandola, illuminandola. Chissà se
l'uomo un giorno apprenderà pure lui lo stile del sole: se un giovane imparerà a far maturare la bellezza di una fanciulla senza rovinarne e graffiarne la verginità, se l'uomo imparerà a convivere con il fratello appoggiandosi al suono delle parole
più che alla forza delle mani,
se la donna si lascerà ancora
stregare da uno sguardo, un
suono, un profumo o cercherà la forza di un maschio pronto ad usarne la femminilità.
Perchè ci sono cose che per
maturare chiedono di non essere toccate da mani d'uomo,
come cuccioli di capriolo che
la madre abbandona se avverte passaggi stranieri sulla loro
pelle. Sono cose fragili, delicate, preziose: la bellezza, l'ingenuità, lo stupore, l'incoscienza, il sorriso, la semplicità, la
freschezza del corpo, l'armonia del linguaggio, l'ondulazione del cuore, l'alfabeto dell'anima. Essenze primordiali
difficili da far maturare
perchè chiedono d'essere ac-
cese senza essere violentate dalle mani. Grappoli d'uva
che maturano con l'aiuto di
un sole che non li tocca ma
l'illumina e li riscalda rimanendo lontano. Eppure vicinissimo al punto da farli abbronzare come statue sulla
spiaggia del mare. Il sole e
l'uva, la luna e la neve, il vento e la foresta; lo sguardo e
l'amore, la preoccupazione e
il rossore, il suono della campana e le lacrime, un volto
vicino e il cuore che batte.
Sono le assurdità splendide
del Vangelo del Nazareno
che invita alla vendemmia
facendosi aiutare da occhi
che guardino ma ti lascino
libero, mani che stringano la
tua ma non la trattengano,
amori che t'avvolgano ma
non t'imprigionino. Lo stile
del sole che dell'uva è innamorato al punto da non sfiorarla nemmeno per paura di
graffiarne la sua bellezza e
di rovinare la sua fioritura.
Guardare e non toccare: una
legge da assaporare alla luce
del sole.
Don Marco Pozza
Torniamo a parlare di mobilità dolce, e lo facciamo proponendo una
“prova pratica”, ovvero prefissando, dopo quella dello scorso giugno, un’altra passeggiata in compagnia, programmata per la mattina
di domenica 27 settembre. L’intenzione è la medesima dell’altra
volta: ritrovarci, camminare insieme, scambiarci idee mentre tastiamo sul posto le enormi potenzialità che il nostro territorio offre, il tutto
legato anche alla nostra proposta di raccogliere suggerimenti, idee,
informazioni che possano contribuire alla realizzazione di una rete di
percorsi facili, adatti a tutti, attraverso sentieri e strade già esistenti,
rendendoli semplicemente fruibili ai residenti e agli ospiti mediante la
loro valorizzazione con la segnaletica necessaria a individuarli facilmente e a cenni di toponomastica e microstoria indispensabili a “leggere” il senso di luoghi che in altopiano trasudano di passato. Dopo
aver lanciato la proposta un po’ di tempo fa, qualche segnalazione ci
è giunta, restiamo comunque in attesa di riceverne altre che possano
in qualsiasi modo essere utili al nostro scopo, compresi problemi e
anomalie riscontrate. Tornando all’uscita del 27 settembre, a guidarci sarà ancora Andrea Cunico Jegary, che propone, partendo da
Gallio, di percorrere il seguente itinerario: Valle dei Mulini, Ronchi,
Malga Stenfle, Ronco Carbon, Sisemol, Contrada Perch e ritorno a
Gallio. Il ritrovo sarà alle 9 presso i giardini pubblici di fianco al municipio, mentre il ritorno è previsto per le 12.30. Per essere dei nostri
basta contattare uno dei seguenti numeri di telefono: 348 3138606 o
338 1460517, oppure inviare una mail all’indirizzo
[email protected]. In caso di maltempo l’uscita verrà
rinviata alla domenica successiva.
Opportunità di lavoro al
nuovo bar del Patronato
La Parrocchia San Matteo di Asiago
comunica che, in previsione della prossima apertura del rinnovato bar del patronato, è indetta per il giorno 29 settembre
alle 20.45 una riunione aperta a tutti che si terrà presso la
chiesetta del Patronato. Verranno illustrate le modalità di gestione del bar e i criteri di scelta del personale. La possibilità
di far parte della Cooperativa che lo gestirà è ancora aperta.
Potrebbero esserci opportunità di occupazione sia a tempo
pieno che parziale.
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
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CRISI ECONOMICA - CONTRIBUTI E AGEVOLAZIONI DA PARTE DI STATO E REGIONE
ATTUALITA’
Famiglie in difficoltà: enti locali in aiuto
All’ufficio dei servizi sociali del Comune di Asiago tutte le informazioni per capire i propri diritti
“I sostegni economici, gli aiuti
materiali, le agevolazioni e le
detrazioni che gli enti locali,
Regione e Stato, mettono a
disposizione spettano di diritto
a chi ne ha titolo, tutte le informazioni sono reperibili negli uffici dei servizi sociali e
poco costa passare per vedere se si ha diritto a qualche
agevolazione.” L’invito alla
cittadinanza di far valere i propri diritti in termini di
agevolazioni fiscali e di contributi a sostegno delle famiglie e delle fasce deboli parte
proprio dall’assessore ai Servizi Sociali di Asiago Diego
Rigoni perché è ben consapevole che queste crisi sta colpendo duro le famiglie e che
per ora la fine della crisi è ancora oltre l’orizzonte. Proprio
per cercare di agevolare le
famiglie “vero fondamento su
cui si bassano le nostre comunità ma anche le nostre politiche a favore dei meno fortunati” il Comune ha creato alcune agevolazioni che associate ai bandi emessi dalla
Regione possono essere un
ottimo supporto alle famiglie.
E’ già stato avviato da qualche mese il progetto “Carta
famiglia” ad Asiago, progetto
inteso come sostegno alla cittadinanza e rivolto alle famiglie con almeno tre figli. L’iniziativa è stato poi esteso anche alle famiglie con un solo
genitore
o
con
un
ultrasessantacinquenne con un
reddito ISEE sotto le 18 mila
euro. L’idea del progetto parte da lontano con gli uffici dell’assessorato ai Servizi Sociali
che cercavano un modo per
andare incontro alle famiglie
numerosi e quelle più vulnerabili residenti nel Comune, una
necessità diventata più impellente con l’attuale crisi economica. Con la collaborazione
Contributi regionali per spese scolastiche
Presso l’Ufficio servizi sociali del Comune di Asiago
sono disponibili i bandi per
i contributi regionali a favore delle spese scolastiche. La Regione Veneto,
per l’anno scolastico 2009
– 2010, ha stilato tre tipi di
contributi a favore degli
studenti residenti in Regione frequentanti istituti scolastici d’obbligo o istituzioni formative accreditate. Il
primo, con scadenza il 15
ottobre, è una borsa di studio per la copertura parziale delle spese sostenute
dalle famiglie per l’istruzione dei figli. Il contributo è
indirizzato alle famiglie con
reddito ISEE inferiore o
uguale a 12.405,09 euro. La
seconda, con scadenza il 30
ottobre, è indirizzato alla
copertura parziale o totale
della spesa per l’acquisto
dei libri scolastici mentre la
terza, sempre con scadenza il 30 ottobre, è indirizzato alla copertura parziale
della spesa sostenuta dalle
famiglie per il trasporto scolastico.
Tutte le domande devono
essere accompagnate dalla dichiarazione ISEE,
compilabile nei Comuni di
residenza, nei centri di assistenza fiscale o nelle sedi
INPS.
G.R.
gli anziani, ma anche i giovani, nell’ ingannevole rete
(trappola) tesa, a loro danno,
da soggetti senza scrupoli.
In particolare le persone anziane, spesso, subiscono danni di forte e pesante impatto:
vengono loro sottratti risparmi, oggetti di valore e prelievi bancari e/o postali, a volte
anticipati e/o seguiti da atti
violenti psicofisici (minacce,
percosse, aggressioni, scippi,
ecc.). Per questo le raccomandazioni alla scrupolosa
sostenute dalle famiglie per
l’istruzione dei figli. Il contributo è indirizzato alle famiglie
con reddito ISEE inferiore o
uguale a • 12.405,09. La seconda, con scadenza il 30 ottobre, è indirizzato alla copertura parziale o totale della spesa per l’acquisto dei libri scolastici mentre la terza, sempre
con scadenza il 30 ottobre, è
indirizzato alla copertura parziale della spesa sostenuta dalle famiglie per il trasporto scolastico. Tutte le domande devono essere accompagnate
dalla dichiarazione ISEE,
compilabile nei Comuni di re-
sidenza, ai centri di assistenza
fiscale o alle sedi INPS e sono
indirizzati agli studenti frequentanti istituti scolastici d’obbligo o istituzioni formative accreditate. Gerardo Rigoni
1 ottobre: Sciopero degli SMS
più cari verso italia che verso estero
Inviare un SMS a Londra dal primo Luglio costa meno che inviare un SMS
in Italia al nostro vicino di casa. E per assurdo, se si compra una sim estera
e la si usa in Italia, si risparmia sul costo degli SMS.
Truffe e raggiri agli anziani
lo Spi – Cgil fa prevenzione
Il Sindacato Pensionati
CGIL, la Federconsumatori,
il Sindacato di Polizia SILP
– CGIL e l’associazione di
volontariato AUSER, consapevoli del peso crescente che
ha la sicurezza nel giudizio
della gente sulla vivibilità nelle realtà locali (città - paesi quartieri) e sul benessere
delle persone, da tempo hanno avviato e consolidato delle capillari campagne di informazione finalizzate a prevenire truffe e raggiri a danno dei cittadini (fenomeni sociali molto negativi
che colpiscono soprattutto soggetti anziani).
Nelle sedi sindacali dello SPI – CGIL (quella di
Asiago si trova in Via
Monte Cengio, 7
telefono 0424 - 46.33.03)
i cittadini possono ricevere informazioni su:
“non ci casco “, una serie di consigli e indicazioni per non far cadere
del Ascom locale, oltre 65
esercizi hanno già aderito all’iniziativa, ai possessori della
tessera saranno riservato
sconti particolari ed altre
agevolazioni.
Inoltre sono disponibili agli uffici degli servizi sociali di
Asiago i bandi per i contributi
regionali a favore delle spese
scolastiche. La Regione
Veneto, per l’anno scolastico
2009 – 2010, ha stilato tre contributi a favore degli studenti
residenti in Regione. Il primo,
con scadenza il 15 ottobre, è
una borsa di studio per la copertura parziale delle spese
attenzione non sono mai eccessive; di conseguenza vanno sempre ricordate alcune
regole fondamentali indicate
anche dal sindacato: gli sconosciuti non fanno regali; guadagni immediati e sorprendenti sono impossibili; non bisogna firmare contratti e/o assegni senza prima essere stati
informati da persone sicure e
fidate; non dare mai credito alle
magie e/o alle facili promesse; non aprire mai la porta a
sconosciuti; la prudenza deve
essere la “bussola” di
orientamento giornaliero
per evitare truffe e raggiri. Ovviamente quando si verificano situazioni
di insicurezza e/o di pericolo
è sempre opportuno chiamare (usando il telefono)
le forze dell’ordine e gli uffici assistenziali del proprio
comune.
Franco Piacentini
Segretario Regionale SPI
– CGIL
La condotta del cartello delle compagnie
telefoniche ora rasenta l’incredibile arrivando al paradosso.
La rete si ribella e
passa all’azione: su
FacciamociSentire.com
dopo il successo del
Primo Sciopero degli SMS
contro gli operatori telefonici
di sabato 1 agosto ora viene
indetto il Secondo Sciopero
degli SMS per giovedì 1 ottobre. La Commissione Europea ha imposto dal 1 luglio
2009 un tetto massimo di 11
centesimi al costo degli SMS
inviati fra gli stati membri che,
comprese tasse, arrivano ad
un massimo di 13,2 centesimi
di Euro. Prontamente tutti gli
operatori telefonici Italiani hanno cavalcato l’onda, inviando
un SMS ai loro clienti con una
comunicazione il cui senso è:
“Caro cliente, grazie al tuo
operatore che ti vuole tanto
bene, dal 1 luglio spenderai
meno per gli SMS dall’Italia
verso i paesi della Comunità
Europea e viceversa”, guardandosi bene però, dallo specificare la naturale conseguenza, cioè il paradosso: “Ricordati però che i prezzi degli
SMS spediti all’interno dei confini non avrà alcun tetto e quindi questi potranno essere più
cari di quelli inviati da o verso
altri paesi europei”. Salvo poi
uscire con promozioni SMS
allettanti ma a termine. A parte il prendersi il merito di una
conquista dei consumatori ottenuta grazie alla Commissione Europea guidata da Vivian
Reding (ma gli operatori telefonici sono abituati a farlo...
come ad esempio nella vicenda dell’abolizione dei costi di
ricarica) rimane questo con-
trosenso ovvio e logico, che
evidenzia come le autorità Italiane abbiano poca possibilità
o scarsa volontà di difendere i
consumatori. Se infatti fino al
30 giugno 2009 per inviare un
SMS da Milano a Londra si
potevano spendere anche 40
centesimi o più, spendendo 15
centesimi per inviare un SMS
all’interno dei confini Italiani,
ora quanto dovrebbe costare
un SMS domestico? Se un
minuto di telefonata costa, esagerando, 20 centesimi occupando un ampia quantità di
banda di trasmissione dell’operatore telefonico, in proporzione, (visto il peso minimo di un
SMS di 160 caratteri e quindi
l’esigua occupazione di banda
e di canale) per gli SMS il costo dovrebbe essere pari ad
uno zero, una virgola, e poi ad
una infinità di zeri prima di arrivare a mettere un uno.
Ma quanto costa un sms agli
operatori telefonici? Zero!
L’indagine del professor
Keshav Srinivasan, professore di informatica all’Università di Waterloo in Canada, è
stata pubblicata da molti giornali fra i quali il New York
Times in dicembre, ma ovviamente non è ancora apparso
sui nostri quotidiani italiani forse perché gli operatori telefonici ci spendono un sacco di
soldini in pubblicità? La ricerca mette in evidenza che il
messaggio sms sfrutta il segnale di controllo che già si scam-
biano i cellulari e
le antenne del
gestore, segnale
che viene scambiato a prescindere o meno dalla presenza di un
sms da inviare.
Ecco perché dalla nascita dell’sms i caratteri
sono sempre rimasti massimo
160, altrimenti non si poteva
continuare a sfruttare il sistema di inviarli a scrocco. Gli
sms più lunghi in realtà sono
sms da 160 caratteri che vengono spezzati e poi riassemblati
automaticamente. Mentre
quindi gli operatori telefonici
non sostengono nessun costo
per l’invio degli sms, solo nel
2008 ci hanno spillato più di 2
miliardi di euro solo per gli sms.
Appare evidente come la
Commissione Europea, così
lontana da noi, riesca ad imporre un tetto anche agli operatori italiani, mentre le nostre
autorità “nazionali” lasciano
che gli SMS domestici costino
più degli SMS verso l’estero.
Attendiamo quindi speranzosi,
che gli operatori rivedano questa loro posizione che crea un
paradosso davvero singolare.
O che qualche authority intervenga… “Altrimenti ci
arrabbiamo”...e per il 1 ottobre
“FacciamociSentire.com” indice
il Secondo Sciopero degli SMS,
proprio per protestare contro
questa paradossale situazione.
Useremo solo sistemi di invio
sms alternativi agli operatori telefonici. La notizia ha già iniziato
a diffondersi in rete e se all’inizio
le adesioni allo sciopero e la firma alla petizione, erano solo alcune decine, col passaparola
dei bit sono diventate qualche
centinaio, poi migliaia…poi.
Fonte: www.facciamocisentire.com
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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E l’orso se ne andò Oltralpe...
Dov’è finito l’orso? Sono in
molti a chiederselo, sia tra
coloro che aspirano a vederlo, che fra quelli che invece
non vorrebbero mai trovarsi
sulla sua strada durante
un’escursione o un giro alla
ricerca di funghi. Dopo un
inverno e una primavera in
cui l’orso dell’altopiano ha
fatto spesso parlare di sé, visto che invece di andarsene
in letargo ha preferito scorrazzare di qua e di là per
l’Altopiano in cerca di cibo,
da oltre tre mesi non si han-
no notizie della sua presenza
fra i nostri monti. Ci eravamo abituati a un susseguirsi
di informazioni che riguardavano soprattutto tracce lasciate in alcune zone, ma
anche avvistamenti veri e
propri. E sul più bello che,
grazie a un concorso indetto
dal Museo Naturalistico Didattico del Comune di Asiago
rivolto alle scuole primarie
dell’Altopiano, gli era stato
dato anche un nome, Likkot
(in cimbro goloso) da sostituire alla fredda sigla KJ2G2
con cui veniva identificato, di
lui non si è più trovata traccia. “La sicura presenza dell’orso in Altopiano – ci dicono dal Corpo Forestale dello
Stato – risale ai primi di maggio, quando in Val d’Assa
erano state rilevate orme fresche, che testimoniavano il
suo passaggio un paio di giorni
prima. Poi più nulla. Abbiamo saputo, tramite la Polizia
Provinciale di Vicenza, che
circa un mese dopo, la sua
presenza o il suo passaggio
erano stati rilevati in Austria,
DITELO AL GIORNALE
Via Btg 7 Comuni, urge manutenzione
I residenti lamentano numerosi disagi causati dai grandi alberi le cui
radici deteriorano il marciapiede e causano problemi alle vicine case.
Gli alberi creano numerosi disagi, succede in Via
Btg. 7 Comuni ad Asiago,
dove cinque anni fa era
stata organizzata anche
una raccolta di firme fra
gli abitanti per segnalare all’amministrazione
comunale i problemi dati
dall’eccessivo
e
incontrollato sviluppo
della chioma e delle radici degli stessi e chiedere adeguati interventi.
Essendo la situazione rimasta praticamente invariata, uno dei residenti,
Daniele Quagliato, facendosi portavoce anche
di altri abitanti, ha deciso di rivolgersi alla nostra redazione, sperando
che le lamentele possano
venire finalmente prese in
considerazione.
“Le
piante sono troppo grosse, troppo vicine alla
strada, le radici sollevano e rovinano i marciapiedi, creando disagi e
pericoli per i pedoni, soprattutto per gli anziani e
per genitori con bimbi
piccoli in passeggino.
Oltre a questo, le folte
chiome portano a una
precoce mancanza di luce
e di calore solare durante la giornata, con relativi problemi di umidità per
le abitazioni, se non addirittura danni ai muretti
e alle grondaie delle
case. Tempo fa si è verificato anche un incidente a un camion frigorifero, il cui carico è finito
sul marciapiede dopo
aver urtato contro i rami
sporgenti, fortunatamente in quel momento non
transitava nessun pedone. Sono problemi che
richiedono una soluzione,
che non può essere solo
quella,
seppur
auspicabile, di procedere
a una regolare potatura
delle chiome. Siamo consapevoli che la presenza degli alberi sia necessaria
anche per abbellire la nostra città, ma qui sarebbe
opportuno sostituirli con
piante di minori dimensioni”. E visto che c’è, Daniele mette l’accento anche su
altri problemi che riguardano la sua via, strada vicina al centro e piuttosto
percorsa (è quella che
dall’ossario porta in Via
Matteotti). “L’illuminazione – dice - è troppo scarsa
e col buio non ci si vede proprio. E poi le sponde del
ponticello sul Ghelpack
sono alquanto basse e malmesse, potrebbero rappresentare un pericolo per i più
piccoli. Io giro parecchio, e
noto come sono messe tante altre vie: mi sembra proprio di poter dire che non
ce ne sono altre di così
trascurate. Mi auguro che
chi di dovere possa risolvere questi problemi al più
presto”.
S.B.
dopo le analisi del dna su delle feci rinvenute oltralpe. Altre notizie non sono pervenute. Probabilmente, come si
prevedeva, l’orso dopo essere diventato adulto e aver
raggiunto la maturazione sessuale, è partito alla ricerca di
una femmina”. Qualcuno intanto ha ipotizzato l’arrivo di
un altro esemplare di orso
bruno, addirittura di una femmina gravida, ma i Forestali
smentiscano qualsiasi nuova
presenza. Tornerà Likkot fra
i nostri monti, che, da quel che
si è potuto capire, ha spesso
percorso in lungo e largo, prediligendo alcune zone e spingendosi per trovare cibo a
ridosso di più una contrada?
Difficile dirlo, ma non si può
neppure escludere che, una
volta messa su famiglia, possa tornare a scegliere
l’Altopiano come sua residenza.
Silvana Bortoli
I Cunico arrivano in 300
Alla fine sono stati trecento i
Cunico che si sono ritrovati
al
secondo
raduno
famigliare. Un numero al di
sotto delle aspettative degli
organizzatori ma la crisi ha
consigliato prudenza a molti
intenzionati a venire, in particolare dall’Argentina e dagli Stati Uniti. Ma ciò nonostante è stata una festa grandiosa con parenti ritrovati,
amicizie riconsolidate, nuovi
“fratelli” scoperti. Ha spiccato il gruppo brasiliano dei
Cunico ritornati per la prima
volta alla terra madre così
come molti Cunico arrivati da
molte zone italiane.
“Il sapersi parte di una grande famiglia aiuta, dopo la riunione del 2006 ho perso mio
figlio per una malattia e l’affetto giuntami da tutte le parti
del mondo ma mano che la
notizia girava mi ha fatto ridestare dall’oblio in cui ero
caduto, si potrebbe dire che i
Cunico sono stati la mia medicina,” racconta Barth
Cunico mente e anima della
riunione partito dallo studio
del suo albero genealogico
che oggi conta un migliaio di
nomi. “Si devo dire che ho
ritrovato “casa”, il mio focolare, il posto dove ritrovare
se stessi – dice Sidnej brasiliano da Parana – Nel sud
del brasile ci sono molti
Cunico, come altre famiglie
di questa zona. Quando ho
visto e girato l’Altopiano
molte cose sono riuscito a
capire di quei paesi popolati
dai nostri avi, ho compreso
alcune tradizioni che nulla
avevano a che fare con il
Brasile o con la cultura indigena.” Durante al festa Livio
Dalle Malle ha fatto una breve esposizione sui cimbri e
sulla cultura altopianese più
antica così come è stato spiegato che, a chi vorrebbe, c’è
la possibilità di fare uno
screening del dna per conoscere il grado di parentela tra
Cunico. Un test che si esegue passando una specie di
cotton fioc all’interno della
guancia e che poi viene spedito ad un laboratorio negli
Stati Uniti.
“Ringrazio tutti quelli che
sono intervenuti e ancor di
più quelli che in qualche
modo hanno contribuito all’albero genealogico che continua a crescere – dice Barth
– Anzi continua a decrescere nel senso che più ritorno
indietro nel tempo più i rami
si avvicinano annoverando la
mia ipotesi che tutti i Cunico
derivano da un unico ceppo
famigliare.”
G.R.
Nella commemorazione della scomparsa di Franco Cristiani
La Comunità Montana premia le tesi di laurea
Si terrà sabato 19 settembre alle ore 18.30, nella Sala
della Reggenza della Comunità Montana dei Sette Comuni la cerimonia per la
premiazione delle migliori
tesi di laurea che hanno partecipato al concorso, giunto
alla 14^ edizione. Un concorso frutto della generosità dei genitori di Franco Cristiani (Giulio e Giannira), vissuti per molti anni
sull’Altopiano, che hanno
avuto la sensibilità di mantenere nel tempo il ricordo
del giovane figlio, morto in
un tragico incidente.
I coniugi Cristiani, annualmente, elargiscono alla Comunità Montana oltre 1000
Euro affinché sia premiata la
tesi di laurea di un
altopianese, svolta sui
tematiche riguardanti i Sette
Comuni. Il successo dell’iniziativa - manifestatosi con la
presentazione di molte ricerche - ha determinato l’aggiungersi di altri premi: “Sette
Comuni” e “Rosi Gobbo Rino Bortoli – partigiani “,
tutti con pari dignità. L’esame delle ricerche e l’asse-
gnazione dei premi compete
esclusivamente ad un Comitato scientifico formato dai
signori. Sergio Bonato, Antonio Cantele, Mario Polato,
Antonio Cantele (erborista)
, Maurizio Stella, Daniele
Zovi e Lucio Spagnolo (Vice
Presidente della Comunità
Montana). Gli assegnatari dei
tre premi saranno resi noti
durante la cerimonia di Sabato 19 settembre 2009 alle
ore 18,30 e, in quell’occasione, gli interessati avranno
modo di esporre il contenuto
della loro ricerca.
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
5
Nuovo importante successo per la difesa dei prodotti agroalimentari doc
ASIAGO
Dalla tutela del territorio alla
tutela del consumatore, dalla
difesa della natura alla difesa
dei produttori agroalmentari
onesti. Il lavoro degli agenti
forestali del comando
distrettuale del CFS di Asiago
è sempre più complicato. Chi
ha l’immagine dell’agente
forestale in giro per boschi
che controlla cacciatori,
fungaioli e lo stato di salute
della flora e fauna si deve
ricredere. Oramai il lavoro
degli agenti di via Cinque si
sposta dai boschi alle aree
produttive, spazia dalle mon-
Il Corpo Forestale in
prima linea contro le
sofisticazioni alimentari
tagne ai controlli dei trasporti,
va dall’inseguire il bracconiere al troncare traffici internazionali illeciti. Operazione dopo
operazione, gli uomini e le donne del vice questore aggiunto
Isidoro Furlan si stanno creando la fama di investigatori indefessi e implacabili. E’ notizia di qualche giorno fa l’ennesimo colpo contro la sofisticazione alimentare, ovvero
truffe a danno dell’immagine
agroalimentare italiana, del
consumatore e talvolta anche
della salute pubblica, messo a
segno dal CFS altopianese.
Con l’operazione “Amarone
ter”, il Corpo Forestale dello
Stato, assieme all’Istituto per
il Controllo della Qualità di
Torino, ha stroncato un traffico di Amarone falso che si stima abbia emesso sul mercato
estero oltre un milione di bottiglie del pregiato vino veronese per un giro d’affari di oltre
2,5 milioni di euro.
Il 2 settembre nel Comune
di Fara Novarese, Provincia di Novara, il Corpo
Forestale dello Stato dei comandi di Vicenza e Novara
in collaborazione con l’ICQ
Torino ha provveduto a effettuare dei sequestri di
materiale attestante una vasta falsificazione a danno di
uno dei più pregiati vini italiani: l’Amarone della
Valpolicella - Verona. Il
vino veniva abilmente con-
traffatto, mediante l’utilizzo di
un ingente numero di etichette mendaci, inviato ad una
nota ditta danese di
intermediazione e poi venduto
ad una grande catena di distribuzione della Danimarca. Una
famosa e rinomata cantina di
Fara Novarese ha ideato, con
il supporto di un mediatore locale di origini italiane che opera in Danimarca, un sistema
di moltiplicazione esponenziale
di vino Valpolicella tipologia
“Amarone”, “Ripassa” e altri
vini pregiati sfruttando dei piccoli carichi regolari di
Amarone che venivano moltiplicati con del comune vino da
tavola, di provenienza francese per il 60% e italiana per il
40%, per un totale 952.084 litri.
La
cantina
commercializzava il prodotto
con un’etichettatura che attestava origine e provenienza
diversa da quella reale. Nell’ambito dell’operazione sono
state sequestrate 200.000 etichette di diverse tipologie, oltre 10.000 capsule e varia documentazione amministrativa.
“L’operazione “Amarone ter”
è un importante colpo messo
a segno contro i falsificatori e
i contraffattori di uno dei prodotti simbolo del Made in Italy
– ha detto il Ministro delle Politiche agricole alimentari e
forestali, Luca Zaia - Queste
contraffazioni sono gravi per-
E ad Asiago è iniziata … la vendemmia!
L’annuncio è stato dato qualche giorno fa in una delle
prime edizioni mattutine del TG1, e per chi, sveglio da
poco, pensava di aver capito male, la giornalista l’ha pure
ripetuto! In realtà, lanciando un servizio, la conduttrice
del telegiornale ha equivocato, perché si parlava di controlli fatti in questo periodo di vendemmia dagli uomini
del Corpo Forestale di Asiago, ma la raccolta e lavorazione del frutto stagionale si riferiva a Soave, zona decisamente più adatta per la coltivazione dell’uva.
Una striscia per la rubrica estiva di don Marco Pozza. Con “Come lucertole – Dentro la
faticosa bellezza dell’essere giovane” ci ha proposto, nel suo inconfondibile stile, parecchi
spunti di riflessione. Intendiamo continuare a parlare dei nostri giovani e del loro mondo con
alcuni qualificati interventi di amministratori, insegnanti, educatori e dei giovani stessi. Ospitiamo in questo numero la riflessione dell’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan.
Il senso dell’educazione
Parole. Alle volte sembrano
solo vuoto riempito, senza significato né per chi le pronuncia né per chi le ascolta. Parole
che hanno un senso solo se
sono direttamente capaci di
rappresentare l’essenza, il comportamento, la coerenza. Parole
che troppo spesso ingannano,
annullano, annacquano. Penso a
quante volte la politica non sa
ascoltare, usa parole come fossero ovatta per attutire le emozioni o peggio sassi per riempire
scatole vuote che diventano così
pesanti. Penso a quante volte i
politici hanno perso la loro credibilità perché incapaci di essere
coerenti, conseguenti, leali. Leggendo la profonda e complessa
riflessione di don Marco mi pongo tante domande. Si sa, don
Marco ha la forza grande di usare parole vere, che spaccano il
silenzio e lo riempiono di significato, che sanno segnare e inquietare, che sanno affascinare e far
dubitare, che tracciano un cammino che poi sta a noi seguire,
che sembrano parlare proprio a
noi.
Anche qui, con queste sue considerazioni parla a ciascuno per
come può o vuole ascoltare. Ma
in fondo è proprio quello che fa
Cristo con i suoi discepoli e con
ciascuno di noi ogni giorno: ci dà
la grande libertà di scegliere mettendo a nostra disposizione tutta
la verità, ci dà la possibilità di seguirlo oppure no, ci lascia liberi di
capire o di negare. Oggi ho sentito rivolgere anche a me queste
riflessioni. Le sento per me, soprattutto in qualità di persona impegnata in politica e mi sento in
particolare chiamata ad interrogarmi sul mio ruolo di giovane politico, con il compito straordinario e
la grande responsabilità di parlare
ai giovani. Tra le tante deleghe,
tutte bellissime, che mi sono state affidate in qualità di Assessore
Regionale di questa meravigliosa
terra veneta, certamente la più
delicata è quella dell’istruzione o
meglio dell’educazione. Mi sono
sempre rifiutata di parlare di istruzione, è un termine troppo tecnico e freddo che non lascia intendere quale compito vi sia
ricompreso. Amo piuttosto parlare di educazione, dal latino
educere, tirare fuori. Un significato quindi che lascia ben immaginare quale responsabilità,
quale profondità e quale occasione di scoperta vi sia nell’affrontare questa scelta professionale che appare più una vocazione. E quale paura debba prendere chi si pone con co-
scienza di fronte a questo compito. Ma la scuola senza educazione che cosè? Un
nozionificio, un supermercato
di materie, un sito internet, una
catena di montaggio delle idee,
una ruolette russa delle teorie e
del relativismo.
E lo studente senza educazione? Un individuo libero da
condizionamenti o forse da
principi? Una pagina bianca su
qui scribacchiare, una cavia da
laboratorio di teorici della società ambiziosi nel dimostrare
la veridicità delle proprie convinzioni. E il docente senza educazione? Un tecnico specialista,
un arrogante imbonitore, un
freddo valutatore, un abitudinario del mestiere, un insensibile
computer. Ecco che l’educazione è l’essenza stessa della scuola e di chi vi abita, della crescita
di coloro che avranno un percorso di vita costruito su solide basi, che saranno certamente a conoscenza delle materie
scientifiche o umanistiche, ma
che soprattutto avranno come
perno fondante la PERSONA.
Alla persona, all’insieme delle
persone che formano la comunità dobbiamo pensare quando
usiamo parole che scivolano via
semplicemente perché le abbia-
mo slegate dal contesto, dal
comportamento, dal significato o che sono lontane dalla emozione di una scoperta, dalla verità del significato. Mi piacerebbe una scuola che ponesse realmente al centro la persona e
la ricerca della verità, ma per
fare questo dobbiamo ritrovare quella vocazione che spinge
un docente ad essere educatore, che riporta ad uno stato di
grande dignità il suo ruolo sociale, che concentra nella scuola le migliori energie ed intelligenze, capace di ritrovare un
insieme di valori e di principi
che sappiano legare insieme le
generazioni. Una scuola che ritrovi studenti che siano allievi,
che mostrino amore e rispetto
per l’intelligenza e per l’insegnamento, che cerchino e non subiscano, che sognino e non
sballino. Ma come fare? E’ questa la domanda che semplifico
a me stessa dopo la lettura ripetuta del pensiero di don Marco attorno ai giovani. L’educazione è esempio e l’esempio è
educazione. E’ il titolo ed il significato che ho dato alla par-
ché, se non contrastate con il
dovuto rigore, rischiano di minare la qualità del nostro export
agroalimentare. La seconda
fase della nostra politica della
tolleranza zero anche grazie
all’impegno di ICQ e CFS,
continua a dare i suoi frutti.
Non permetteremo che pochi
furbi squalifichino i nostri vini
per i loro interessi con i loro
piccoli imbrogli”.
Gerardo Rigoni
tecipazione della Regione del
Veneto ad una manifestazione
dedicata al mondo della scuola
a cui avevo invitato a partecipare proprio il nostro don Marco. Il mio problema era riuscire ad attirare l’attenzione dei ragazzi che vagavano come automi all’interno d questi grandi
padiglioni della fiera di Verona.
Ragazzi che parevano quasi indolenziti dal loro incedere senza meta, disinteressati da qualsiasi cosa, impermeabili agli stimoli che affannosamente gli
adulti avevano cercato per loro.
E così è arrivato don Marco a
parlare direttamente a loro. L’ho
visto incendiarsi, porre domande, usare termini forti, anche
sconvolgenti, ma bucare quella noia. Non si trattava di forma, si trattava di sostanza, di
verità, di emozioni, di riflessioni. Quanto sia stata educativa
quella giornata io lo ricordo perfettamente, quanto l’interesse
da parte di quei giovani che fino
a prima avevo visto annoiate lucertole in attesa del nulla e subito dopo avevano gli occhi
accesi, l’attenzione vivida.
Cosa è stato? Io credo soprattutto l’esempio. Un giovane ragazzo che ha fatto una scelta
forte, radicale, convinta e già
questo è scioccante per un
mondo capace solo di guardare indietro, tutto proteso alla
comoda quotidianità, privo di
domande, ma con tante risposte a scelta multipla. Un giovane uomo che parla di Dio e che
lo ha seguito. E questo è quasi
del tutto incredibile per una società che trova Dio scomodo,
che lo vorrebbe espellere perché pone troppe domande, perché di propone tante scelte, tutte
aperte, tutte libere, tutte faticose. I giovani non fanno sconti
nei propri giudizi, non tollerano
l’ipocrisia che distrugge tutte le
idealità e credo sappiano apprezzare la coerenza, la fedeltà, la forza quando gli viene proposta. E’quindi sull’esempio
che noi riallacciamo l’attenzione della generazione dei più giovani, quella che ci appare la più
difficile da contattare, tutta rivolta a mondi paralleli, virtuali
e insensibili e la scuola, ma prima ancora la famiglia deve sapere che è sul comportamento,
sulla correttezza, sulla coerenza
che si ricostruisce il progetto
educativo. Lì le parole ritroveranno il loro senso e sapranno scatenare fuoco e fiamme al solo essere pronunciate perché sia per
chi le profferirà, sia per colui o
coloro che le ascolteranno avranno il medesimo, profondo, vero
significato. Elena Donazzan
Assessore regionale
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Obiettivo competitività
Il livello di competitività del nostro turismo è allarmante, ma diviene
imperdonabile se pensiamo all’abbondanza di risorse naturalistiche,
storiche e culturali di cui disponiamo. Spesso in certi discorsi ci confrontiamo con Cortina, ma la percezione che siamo riusciti ad ottenere investendo
per anni denaro pubblico in politiche di marketing e comunicazione fatte in
casa ci inchiodano senza appello affianco ad Auronzo e Tarvisio
I punti deboli della
competitività del sistema turismo sono i decisori locali, la
loro non-conoscenza e la loro
lontananza culturale dalle nuove dinamiche di mercato. Il
discorso vale soprattutto per gli
aspetti della sostenibilità,
identità di marca, marketing
territoriale, branding, new
media. L’assenza di un Centro Servizi che funga da regia
e, peggio, l’inadeguatezza della formazione specifica degli
attori della filiera decisionale,
sono i fattori che emarginano
progressivamente il territorio.
Nessuna di queste figure ha
mai realmente operato su progetti strategici a medio termine con una visione della portata richiesta. Naturalmente, la
loro onestà e impegno sono
fuori discussione.
Approccio Un approccio corretto richiede un tavolo
multidisciplinare dove, normalmente, si parte da linee-guida
espressione di un documento
condiviso e sottoscritto. Accade così nei distretti vicini, mentre in Altopiano manca una visione del divenire del territorio. Non si tratta di “amministrazione”, ma dell’ordinaria
(altrove) attività di analisi, ricerca e sviluppo per la
competitività del Distretto Turistico. Che serva un cambiamento sembra in parte emerso. Partecipando ai convegni,
si nota che certe parole d’ordine si ripetono univoche. Resta però da capire perché dovremmo aspettarci che gli attuali decisori-amministratori si
trasformino in qualche mese
in quello che non sono, degli
operatori di marketing e comunicazione con esperienza
internazionale. Non lo sono,
svolgono altre professioni, non
può essere chiesto loro di
divenirlo, non hanno mai portato alla competitività una mar-
ca, non ne hanno le competenze tecniche. Sono stati eletti
come amministratori e come
tali amministrano la vita del
proprio comune. E’ questo
aspetto che rappresenta l’attuale vero collo di bottiglia, il
centro stesso del problema.
Nella filiera decisionale non c’è
“qualità della committenza”.
C’è quindi bisogno urgente di
comunità, di andare oltre
l’ambito municipale, di ritrovare la capacità di essere uniti
nel formulare obiettivi strategici di interesse territoriale,
poichè il benessere comune è
la premessa al benessere personale (Tiziano Vescovi,
marketing, Università Ca’
Foscari, Venezia). Ora, se è
vero e se è condiviso, che la
crescita qualitativa del sistema
turismo sia davvero fattore
così centrale da non poter assolutamente rischiare di dare
ulteriori segnali di provincialismo ed emarginazione, allora
la prospettiva oggi è totalmente diversa e le parole d’ordine
sono diventate IDENTITA’,
COMPETITIVITA’ DEl TERRITORIO, TURISMO DI
PROSSIMITA’, MOBILITA’
DOLCE, DISTRETTO TURISTICO, CENTRO SERVIZI
ecc. ecc.
Visione. Credere, e far credere, che un turismo competitivo
possa ancora vivere di interventi sporadici, anticiclici,
personalistici ed estemporanei
dell’uno o dell’altro amministratore comunale o della Comunità
Montana è un errore imperdonabile. Come tutte le attività
complesse, un sistema-turismo
ha bisogno, prima ancora dei
finanziamenti, di una visione.
Questa in altopiano non c’è. La
cosa che più deve indignare chi
si avvicina a queste
problematiche è sentirsi dire «dateci i soldi e vedrete quello che
sapremo fare…». Inutile, anco-
ra strumentale, nascondersi dietro questi vecchi alibi. Nel nostro caso è richiesta una visione
a medio-lungo termine capace
di generare linee guida univoche
nell’obiettivo della competitività,
della percezione di rilevanza, della
massima valorizzazione del Distretto Turistico. Come tutte le
attività strutturate, questo progetto
ha bisogno che la visione generale sia corredata da strumenti
adeguati per attirare investimenti.
In questo senso possiamo parlare senza più remore di un’unica
grande organizzazione strategica del turismo (Centro Servizi),
governata e partecipata dai
referenti del territorio (Consulta
Turismo), finalmente coordinata
professionalmente a 360 gradi
(Linee Guida), in tutta l’attività
di comunicazione (Branding).
Cosa abbiamo: un ambente naturale favorevole con vantaggi
strategici che altri non hanno;
cosa non abbiamo: un’idea-sfida che guida il territorio verso la
competitività che altri già hanno.
Ma non è possibile l’innovazione del territorio verso la
competitività senza mettere per
prima la comunità, perché la
competitività si alimenta solo
con la polarizzazione tra Centro Servizi (l’area di eccellenza del distretto) e imprenditori,
mentre non ha mai funzionato
e non funzionerà la
polarizzazione tra imprenditori
e amministratori (…).
Marchio ad ombrello. Paradossalmente, l’Altopiano non
ha un suo unico marchio e una
sua identità di marca. In mancanza del Centro Servizi che
faccia da tutor, l’ identità è sistematicamente scomposta e
neutralizzata da una miriade di
iniziative della Regione, Provincia, Consorzio Turismo,
Montagna Cibra, Montagna
Vicentina, ecc ecc... In un
mondo in cui ogni prodotto o
servizio deve sempre più sa-
persi far distinguere per poter
emergere, il marchio e la marca sono diventati fattori sempre più importanti e fortemente determinanti per veicolare
lo “status” dell’offerta (la
rilevanza che percepiamo di un
dato prodotto o servizio rispetto
ad un’altro). Nel nostro caso
abbiamo fortemente bisogno di
un “marchio ad ombrello”,
ovvero un sistema di segni
normato (disciplinare d’area)
in grado di tenere sotto un’unico “ombrello - identità altopiano” tutto l’insieme di
attività e valori territoriali che
vanno dal Festival Hoga Zait
alla Fiaccolata Storica della
Calà del Sasso, dall’agricoltura all’agroalimentare, dall’artigianato ai servizi, tutto l’arco
dell’offerta di servizi ad essi
associati. Questa strada, che
va però affrontata con la massima professionalità, è già stata ampiamente percorsa con
successo dalle altre economie
di vallata. Va detto anche che
l’elaborazione del marchio ad
ombrello per un distretto turistico non è primariamente un
lavoro di grafici o designer, ma
implica un processo di elaborazione basato su uno studio
importante dell’identità del territorio, valori fondativi, valori
competitivi. Per capire quanto si sia ancora oggi culturalmente lontani dal disciplinare
questi aspetti fondamentali, basterà confrontare i siti web ufficiali degli otto comuni e comparane la formidabile eterogeneità, fino al punto che solo
Roana dichiara nella testata
della propria homepage di far
parte dell’Altopiano di Asiago
7C.
Percezione del prodotto.
L’Osservatorio Nazionale del
Turismo colloca Asiago - assieme ad Auronzo e Tarvisio all’interno del raggruppamento di destinazioni turistiche de-
nominato “Estati a bassa quota”. Il rapporto 2009 “Il turismo montano in Italia. Modelli,
strategie, performance” descrive, in buona sostanza,
come venga attualmente percepita la nostra offerta. Non
si tratta del nostro “ritratto”,
ma del modello di località turistica di montagna con cui siamo classificati da turisti e operatori: bassa altitudine; risorse
ambientali limitate; alta accessibilità; qualificazione medio-bassa dell’offerta alberghiera; spiccata vocazione estiva; bassa
pressione turistica; basso livello
di internazionalizzazione; prezzi
competitivi nella stagione invernale; scarso livello di
intermediazione; buona
differenziazione prodotto
estivo. Le località incluse in
questo modello: sono numericamente popolose; non basano principalmente sul turismo le proprie opportunità di
sviluppo; sono deboli nell’offerta ricettiva alberghiera
(con una presenza molto forte di ricettività non imprenditoriale); presentano un bassissimo tasso di occupazione
dei posti letto (non remunerativo
per le aziende e non strumentale a nuovi investimenti); risultano essere frequentate soprattutto in estate, con trend però negativi, a differenza della stagione invernale.
Le mappe i posizionamento.
Nel corso del Convegno “Montanari e foresti, insieme per un
nuovo modo di fare turismo
sull’Altopiano”, organizzato ad
Asiago il 3 agosto 2009 al
Millepini dal Rotary in seno al
18° Meeting dell’Amicizia, Giovanni Santoro, ricercatore
COSES (Consorzio per la Ricerca e la Formazione, Venezia)
ha presentato la ricerca “Il turismo dell’Altopiano”.Analizzando, tra l’altro, la competitività di
domanda/prodotto per bacini, ha
evidenziato che la competizione
per il prodotto invernale si gioca su una scala territoriale più
ampia (bacini di domanda spesso europei); il prodotto estivo
compete invece su scala territoriale più limitata e spesso
con altri prodotti non montani;
le località a doppia stagionalità
pur presentando maggiore articolazione di prodotto devono
competere su più livelli; la competizione sui bacini regionali ed
escursionistici è limitata a ristrette aree geografiche; all’interno dei gruppi di località
competitors giocano un ruolo
chiave l’organizzazione del
prodotto ed il prezzo. Ancora
il Dott. Santoro, «l’altopiano è
percepito come comprensorio,
va proposto come tale: Asiago
ne rimarrà la stella (...), ma non
sarà la destinazione del turismo»
Andrea Cunico Jegary
www.altopianobike.com: è attivo il nuovo sito per le MTB
Dallo scorso mese di agosto è in web un nuovo sito dedicato
agli appassionati della mountain bike . Le pagine telematiche
sono rivolte agli amanti di questo sport che da qualche anno ha
coinvolto giovani e adulti verso una forma di turismo alternativo tesa a coniugare immersioni nella natura ed attività fisica. Il
sito, nato da un idea di Alberto Pavanello, vuole diventare un
ottimale punto di riferimento per gli appassionati della due ruote, per chi vuole fare una gita in bicicletta su quello che è uno
dei più affascinanti posti del territorio veneto. L’Altopiano di
Asiago con oltre 500 km di strade percorribili si presta a diventare la più grande area per poter praticare escursioni in mountain
bike e AltopianoBike.com sarà il sito che valorizzerà tutto questo. Non solo percorsi per il “cavallo meccanico”, ma anche
storia, tradizioni e informazioni; non si vuole dimenticare, tra
tante cose, che i Sette Comuni sono stati teatro di aspri com-
battimenti durante la Prima Guerra Mondiale, e pure patria di
ottimi prodotti locali, tra cui il famoso formaggio apprezzato in
tutto il mondo, si tratta perciò di viaggi a ritroso nel passato e
nella tradizioni di questi luoghi. Il sito si presenta in continua
evoluzione, sia per quanto riguarda gli itinerari che per tutte le
altre informazioni. Vi saranno anche dei contributi video realizzati percorrendo i diversi itinerari. Attualmente sono inseriti 11
percorsi , ma presto ne verranno aggiunti altri insieme alle tracce
GPS da poter scaricare. Il webmaster Pavanello informa
che è già attivo anche un gruppo di Facebook chiamato
“AltopianoBike.com - escursioni in “bici off road”
sull’Altopiano di Asiago” al quale tutti possono iscriversi,
dove sarà possibile inserire commenti e dare il proprio contributo in termini di consigli e nuove tracce da percorrere in
sella alle MTB.
G. Dalle Fusine
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
7
“Nasce il primo nordic park sull’Altopiano”
ASIAGO
Sta riscuotendo un grande
successo il Nordic Walking
Park allestito al Prunno di
Asiago. Il primo parco del
suo genere nella Regione,
inaugurato l’8 agosto scor-
“Un luogo dove gli appassionati di questo sport possono trovare tutto il necessario per praticarlo”
so, è realizzato dalla
Nordwalk a.s.d. e la Baita
al Prunno e vede ogni giorno decine e decine di turisti
interessati ai percorsi allestiti. I Nordic Walking Parks
sono luoghi immersi nella
natura, studiati appositamente per permettere alle
persone di praticare il
nordic walking in assoluta
tranquillità e con la possibi-
Un anno di Adid sull’Altopiano
E’ passato un anno dalla fondazione della Delegazione
Asiago 7 Comuni dell’ADID,
Associazione Degustatori
Italiani Distillati ed il Presidente Mirko Rigoni tira le
somme.
“E’ stato – dice - un anno
sicuramente positivo per la
Delegazione. Al momento
contiamo su una ventina di
Soci sparsi sui vari comuni,
abbiamo organizzato serate a
tema,
degustazioni
guidate,visite in Distilleria, un
corso formativo base sull’analisi sensoriale dei distillati ed
sulle loro caratteristiche, una
serata indimenticabile sui
Rhum ed anche la cena sociale”.
Ma che cos’è l’Adid?
“Molti – spiega Mirko Rigoni
- appena sentono di cosa si
tratta pensano ad un gruppo
di amici vari che si ritrovano a
bere dei distillati per piacere e
per ubriacarsi. Mi dispiace deludere queste persone ma non
è esattamente cosi. Lo scopo
principe dell’Associazione è di
bere con molta moderazione,
per un bere che sia soprattutto di qualità, analizzando i vari
prodotti in modo da valutarne
le capacita visive, olfattive e
gustative e saper dare poi un
giudizio oggettivo sul distillato
degustato. E’ capitato più volte che, nell’arco di una nostra
serata, venisse alla fine penalizzato un prodotto di marca
nazionale o internazionale per-
ché mostrava difetti (ben nascosti) e che molti corsisti affermassero di averlo degustato parecchie volte prima di
quella sera e che fosse risultato piacevole al loro palato.
Alla fine si capisce che, con la
stessa cifra, al bar, ristorante,
enoteca o dove si voglia, si può
optare per un prodotto migliore sia nel gusto che nell’olfatto”.
Altro punto forte dell’Associazione vogliono essere le visite
in Distilleria.
“Purtroppo nell’arco dell’anno
ne abbiamo svolta solamente
una, sofferta anche perché
spesso non ci si trovava con
gli orari e la disponibilità dei soci
e
dell’azienda.
La
pluripremiata Distilleria
Bertagnolli di S. Michele
all’Adige ci ha accolto a braccia aperte. Il mastro distillatore
ci ha spiegato e fatto vedere
in modo molto professionale
tutte le attrezzature ed i vari
momenti della lavorazione”.
Per il prossimo futuro, l’Adid
intende ri-organizzare un corso base per aspiranti assaggiatori che si terrà probabilmente
nel mese di ottobre (solo con
un numero minimo di partecipanti pari a 15 persone). Il corso dura 6 settimane più l’esame finale. Gli incontri sono con
cadenza settimanale della durata di 2/3 ore. Al corsista vengono consegnate valigetta con
4 bicchieri, testo, dispense varie ed alla fine del corso verranno consegnati l’attestato, il
distintivo e la spilla dell’associazione. Il costo è di 190 euro
più 50 euro per la tessera associativa nazionale per chi non
fosse ancora socio. Nei programmi anche una serata a
tema sulle grappe aperta anche
ai non soci con data da definire.
Per qualsiasi info sull’associazione e sul corso non esitate a contattarmi al 349-8430948 oppure
[email protected]
Avis, gita sociale a Cortellazzo
Il direttivo Avis Altopiano
organizza per domenica
25 ottobre una gita socia-
Cercansi famiglie
per affido
Cerchiamo famiglie disposte
ad aiutare un bambino a crescere: il ruolo di affidatario può
essere assunto da una famiglia con figli, da una coppia, da
una persona singola, senza limiti di età. L’Equipe Affidi organizza un percorso formativo
(e non vincolante rispetto a una
futura richiesta di disponibilità)
per chiunque fosse interessato. Adesioni al n. 0424.885425
o via e-mail:
[email protected]
entro il 23 settembre 2009.
le a Cortellazzo (Ve) con
pranzo a base di pesce
presso il noto ristorante
“Al Gambero”. Il menù che
viene proposto vale
senz’altro un viaggio fino
alla laguna: dall’antipasto
con scheie con crema di
mais, cappasanta, dentice,
scampi o canoce, scampi,
granchio, polipi, insalata
di mare, mazzancolle e vongole, si passa ai primi piatti
con risotto a frutti di mare,
ravioli alle cappesante e
gnocchi al sugo di scampi.
Seguirà il secondo con
grigliata mista di pesce,
branzino ai ferri e fritto
misto. Per chiudere, dolce
e caffè. Costo complessivo,
compreso il viaggio in pullman è di 60 euro. Le prenotazioni si ricevono entro
il 10 ottobre presso i Capi
gruppo o telefonando al
3351358621. La partenza
è fissata alle 7.30 dal piazzale dello stadio del ghiaccio di Asiago.
Parte l’attività della Scuola di Musica
La scuola di Musica Altopiano organizza per mercoledì 23
settembre alle 20.30 presso l’aula di musica delle Scuole
Elementari “Monte Ortigara” in Asiago, una riunione preliminare per l’iscrizione al nuovo anno di attività.
lità di avere diversi percorsi
segnati che si adattano facilmente al tipo di impegno
fisico che si vuol avere.
I tre percorsi realizzati, di
4,2 di 5,1 e di 10,5 chilometri, sono adatti a ogni esigenza, segnalati da apposite tabelle segnaletiche che
danno indicazioni al turista
su quale percorso si trova,
a quale punto del percorso,
quanta strada ha percorso
e quanta ne rimane da percorrere per ritornare alla
Baita al Prunno, punto di
arrivo e partenza.
L’accesso al Nordic
Walking Park, ed ai suoi
percorsi, è gratuito e riveste perciò una nuova offerta turistica a costo “zero”.
Un servizio a disposizione
del turista, dell’atleta e dello sportivo in genere.
La Nordwalk a.s.d. , che
nella divulgazione del
nordic walking promuove il
benessere a 360° con la
pratica di un’attività sportiva praticabile e soprattutto
ripetibile da parte di tutti,
vuole anche e non solo va-
lorizzare il territorio
dell’Altopiano ma renderlo
accessibile in tutti i suoi
aspetti e siti più reconditi.
Il nordic walking è una disciplina sportiva che si pratica all’aria aperta, nata dagli sciatori fondisti
finlandesi che lo utilizzavano per i loro allenamenti
estivi. Oggi questa disciplina è cresciuta in tutto il
mondo proprio per i benefici che derivano nel praticarla. E’ un attività dolce che,
con l’uso di appositi bastoncini, tonifica la muscolatura,
è attenta a salvaguardare la
corretta postura del nostro
corpo, non affatica le
articolazioni e può essere
praticata da chiunque e a
qualunque età. La naturale
continuazione della pratica
del nordic walking in inverno si ha con le racchette da
neve. L’associazione tratta il
mondo del nordic walking con
tutte le sue varianti, specialità
ed applicazioni in molteplici
campi sia con uscite
escursionistiche, naturalistiche
ed ambientali, sia con corsi sia
con uscite invernali con le
ciaspole anche in notturna.
Gerado Rigoni
“Metti le mani in pasta
- A cena con lo chef ”
Aperte le iscrizioni al nuovo corso di cucina regionale
organizzato dall’associazione Le Buone Forchette
in collaborazione con
Regalcasa, che
prenderà il via il 6 ottobre: quattro serate durante le quali verranno
preparati altrettanti
menù a tema completi,
i cui piatti si gusteranno
poi tutti insieme.
Come già preannunciato,
visto il successo della prima edizione e le numerose richieste ricevute, torna l’iniziativa dell’associazione Le Buone Forchette, in collaborazione con
la Regalcasa di Asiago,
ovvero l’originale corso di
cucina regionale dove tutti
i partecipanti sono invitati
a “mettere le mani in pasta” per preparare sotto la
guida esperta
dello
chef
Mirko Rigoni i
piatti previsti
dalla serata,
che si concluderà poi alle-
gramente “a cena con lo
chef” gustando tutti insieme quanto cucinato. Saranno anche quest’anno
quattro le serate che comporranno il corso, ognuna
con un tema diverso e la
preparazione di un menù
completo, dall’antipasto al
dessert. A partire
dal 6 ottobre, una
sera la settimana
per 4 settimane,
presso i locali della scuola alberghiera di Asiago si
terranno le lezioni in un clima di amichevole collaborazione, e con il supporto
delle migliori attrezzature
per cucina messe a disposizione dalla Regalcasa di
Asiago, negozio al quale ci
si può rivolgere per
maggiori informazioni e per iscriversi al corso di cucina
regionale.
Regalcasa è in
piazza Carli 78
ad Asiago, il
numero di telefono è lo 0424
462619.
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Sabato 19 settembre 2009
ASIAGO
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Dall’iniziativa di alcune famiglie altopianesi
verso un gruppo di bambini russi uno spunto
di solidarietà da parte della popolazione asiaghese
Per il terzo anno la manifestazione di affetto di un gruppo di famiglie del
posto verso i bimbi colpiti dal disastro nucleare di Chernobyl
Anche quest’anno, per la terza estate, alcuni bambini provenienti da zone contaminate dall’incidente nucleare di
Chernobyl hanno avuto la
possibilità di trascorrere qualche settimana nel salubre
Altopiano di Asiago, ospitati
da alcune famiglie del posto.
Dal 2006, infatti, si è formato un gruppo di altopianesi
che collaborano ai fini di indirizzare un aiuto concreto e
solidale verso questa attuale
e drammatica realtà, coinvolgendo negli anni ben trenta
bambini.
Il primo anno, in occasione
del ventesimo anniversario
dal disastro nucleare, dieci
famiglie, con l’appoggio della Parrocchia di Asiago e
dell’Associazione benefica
“Amici di Antonio Pertile e
Sonia Sartori, hanno deciso
di ospitare altrettanti bambini russi.
Nel 2008, l’aiuto del gruppo
benefico si è indirizzato a
dodici bimbi bielorussi che
vivono in un orfanatrofio;
considerando le loro abitudini e il loro stile di vita, si è
pensato di dare loro vitto e
alloggio presso la Famiglia
Aperta sul Mondo, collaborando con essa nell’organizzazione di pasti, turni notturni e gite, tra cui quella che li
ha condotti per la prima volta (e forse l’unica) al mare
per un’intera settimana.
Quest’anno sono stati coinvolti otto bambini che sono
stati accolti in altrettante famiglie; i piccoli ospiti prove-
nivano da villaggi nelle vicinanze della cittadina di
Novozibkov in provincia di
Bryansk (Russia) e hanno
avuto la possibilità di trascorrere un mese ad Asiago.
L’esperienza è stata positiva
sotto molpteplici punti di vista.
Lo scopo dell’iniziativa, sin
dalle sue origini, è primariamente di carattere sanitario:
la permanenza in un territorio salubre come l’Altopiano
consente al loro organismo di
ridurre la quantità di cesio
137 assorbito, aumentando
nel contempo le difese
immunitarie e contenendo il
pericolo di insorgenza di
patologie legate all’esposizione alla radioattività. Allo
stesso tempo, fornisce loro
un’opportunità altrimenti difficilmente realizzabile considerata la povertà dei paesi in
questione, cioè quella di trascorrere una piacevole vacanza in un luogo
incontaminato; per di più, Il
bilancio complessivo dell’esperienza è senza dubbio
più che positivo; l’inserimento dei ragazzini (di età com-
presa tra gli otto e
i nove anni) non è
stato difficoltoso:
spesso le barriere
linguistiche e culturali spaventano,
ma il sentimento di
aggregazione e
sinergia tra ospiti e
famiglie le ha brillantemente superate. Non solo: i
bambini sono anche stati ospiti del
Grest di Asiago,
che ha collaborato alla loro integrazione e
socializzazione tra i ragazzi
del posto; un ringraziamento
particolare va quindi agli animatori e organizzatori del
Grest che hanno creato un
momento di accoglienza
splendida ai bambini russi e
un’occasione di incontro e di
unione con i bambini di
Asiago.
Le famiglie ospitanti, che desiderano
rimanere
nell’anonimato, hanno raccolto grandi soddisfazioni
dall’esperienza condotta quest’anno; “E’ stata sicuramente un’iniziativa gratificante dal punto di vista
umano – ha dichiarato il
gruppo di famiglie altopianesi
– Nutriamo la speranza di
aver regalato loro un mese
di vacanza con positivi risvolti anche sanitari. I loro
sorrisi, le gioie, le espressioni di stupore, l’affetto,
la gratitudine e tutti i momenti di vita quotidiana
hanno ampiamente ripagato degli sforzi organizzativi ed economici necessari alla realizzazione dell’iniziativa”.
La permanenza dei bimbi nel
corso di questi tre anni è stata anche l’occasione per le
famiglie ospitanti (alcune delle
quali inseritesi nel tempo, altre presenti fin dalle origini del
progetto) di frequentarsi e,
quindi, di conoscersi meglio e
di iniziare, proseguire, approfondire e intrattenere rapporti
di amicizia.
Tra le prospettive che si sono
poste al gruppo di famiglie c’è
stata anche quella di
riospitare negli anni i medesimi bambini; lo scopo iniziale dell’iniziativa era quello di dare la possibilità a più
ragazzi di intraprendere
questa esperienza e, soprattutto, di capire di volta in
volta quali siano le loro reali esigenze e gli effettivi
benefici; centrale è il bambino: ecco che si è preferito inserire gli ospiti orfani
nella Famiglia Aperta sul
Mondo ai fini di non creare
loro un disagio profondo,
ecco che si è pensato di
dare a più bimbi l’opportunità di passare un mese in
Altopiano e ancora di rimanere anonimi nell’adempimento di questo grande atto
di solidarietà.
La realizzazione dell’iniziativa benefica ha comportato un notevole impegno per
le famiglie interessate, sia
dal punto di vista umano e
organizzativo che da quello
strettamente economico. In
questo senso è importante
dare rilievo alla disponibilità di enti e associazioni, di
esercenti di attività commerciali ma anche di molti
privati che, in misura diver-
sa, hanno contribuito alla
buona riuscita dell’iniziativa. La solidarietà si vede
anche e soprattutto nelle
piccole cose: l’inserimento
gratuito dei ragazzini al
Grest, l’offerta del vitto per
la loro accompagnatrice o
di una pizza per i ragazzi,
l’organizzazione di una festa in loro onore, qualche indumento donato, pane e
pizzette regalati con gioia,
ma anche un gelato offerto
lungo il Corso, un sorriso di
simpatia e una chiacchiera
in centro sono piccoli gesti
che rendono grande
un’esperienza già di per sé
irripetibile, tra boschi e gite
a Leoland, tra giri in bicicletta e passeggiate, tra
pattinate e nuotate.
Le famiglie altopianesi
coinvolte nel progetto sperano di riproporre l’iniziativa anche per l’anno venturo, nei limiti della disponibilità
anche economica, in modo da
poter far fronte agli innegabili
costi logistici e al notevole dispendio di energie richiesto. A
tal fine, in autunno, verrà proposto un incontro informativo,
indirizzato a chi voglia conoscere il progetto e/o parteciparvi, conscio dell’importanza
dell’impegno richiesto dall’iniziativa. Lo scopo principale è
che questa meravigliosa e disinteressata forma di solidarietà, condotta in silenzio e indirizzata esclusivamente al benessere dei bambini coinvolti,
possa continuare negli anni e
portare loro un giovamento
sanitario o anche solo un bel
sorriso.
Martina Rossi
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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L’impianto a biomasse di Asiago, l’assessore Rigoni
risponde ai dubbi e alle perplessità della popolazione
Pagina a cura di Claudio Savelli
Chi di noi, arrivando sull’Altopiano provenendo da Bassano, non
ha notato quell’imponente struttura che si trova poco prima del
Turcio? Due scatoloni che si ergono verso la strada, quasi volessero oscurare l’ingresso al nostro meraviglioso territorio. Non
si tratta dell’ennesima speculazione edilizia, bensì del progetto
Demetra: l’impianto di cogenerazione e teleriscaldamento di
Asiago. Demetra è anche il nome della dea della fecondità della
terra, della speranza di un buon raccolto, la dea che faceva
nascere fiori, frutti e grano in abbondanza, perché felice di aver
ritrovato la figlia, dopo averla persa e angosciosamente ricercata per lungo tempo. Il nome Demetra è dunque auspicio di ricLa popolazione si lamenta per il cattivo impatto visivo
che l’impianto offre, soprattutto per i turisti che salgono sull’Altopiano da Bassano. Che commento fa su
questo tema?
Sono d’accordo con la popolazione. Purtroppo non
si poteva edificare in una
altra area, più isolata, per
almeno due ragioni: la prima perché si rischiava di
perdere un contributo di
1.400.00 euro essenziale
per la realizzazione del progetto per scadenza dei termini temporali e la seconda per ragioni operative e
di costi: essere così vicini
alla segheria abbatte tutta
una serie di costi e permette
quindi di operare con maggior margine operativo.
Bisogna considerare inoltre un altro aspetto, in ogni
caso molto comune anche
nelle
vallate
del
Trentino:
ad
esempio, vedere un’attività industriale
“montana”, che
comunque
crea indotto ed impiego lavorando
cataste di legname, è
sempre più gradevole di vedere industrie plastiche o
chimiche. La segheria è
una attività industriale che
rispetta in un certo senso
la tipicità della località in
cui si trova, lavorando la
legna
prodotta
sull’Altopiano. Una attività industriale di questo genere
è
sicuramente
logisticamente più efficiente se si colloca presso una
delle due vie di accesso
principali dell’altopiano. Il
progetto nasce già, tuttavia,
con l’intenzione di essere a
minore impatto visivo possibile. Per questa ragione si
è pensato di costruire le
strutture ad una quota più
bassa rispetto al ciglio stradale; è
previsto e in corso di realizzazione a breve
un argine con
piantumazione
di alcune piante ad alto fusto
che possano creare una piacevole
barrie-
ra.
chezza ed abbondanza per l’Altopiano. Il progetto, in fase di
studio da una decina di anni, si è concretizzato con la prima
amministrazione del Sindaco Andrea Gios. Tuttavia esistono alcuni aspetti che l’opinione pubblica asiaghese ha sottolineato,
esprimendo dubbi sull’effettiva operatività e sui reali benefici di
questo investimento. Innanzitutto alcune informazioni tecniche
per poter dare una visione obiettiva: l’impianto del Turcio è realizzato da una società a responsabilità limitata composta per il
95% da Vi.Energia e per il 5% dal Comune di Asiago. La sua
realizzazione è costata circa 22.000.000 di Euro. Si prevede di
ricavare calore per riscaldamento urbano ed energia elettrica
da immettere in rete da una centrale di cogenerazione che sfrutta
come combustibile il cascame della segheria, situata sul terreno
Alcuni cittadini hanno segnalato fumi particolarmente maleodoranti. Ci
sono voci che suggeriscono si stia utilizzando
cippato che non viene
dall’Altopiano o addirittura altro tipo di materiale
di combustione…
L’impianto è alimentato con
gli scarti di lavorazione della
segheria annessa. La materia prima non può provenire
da altra nobilitazione del legno a causa dei prodotti chimici che si usano in alcune
lavorazioni, come per esempio le vernici. Questa centrale
viene alimentata esclusivamente da cippato “puro”; in
situazioni di emergenza, che
non si sono ancora verificate, si può utilizzare olio vegetale o metano. Se è stato visto a volte uscire fumo di colore e odori particolarmente
penetranti, è stato saltuariamente e solo per la manutenzione e la messa a punto
dell’impianto stesso. A regime questi fumi non vengono
emessi, anche perché non
è possibile utilizzare altro
tipo di materia prima; ciò
andrebbe a creare grossi
danni all’impianto stesso
(filtri e caldaia), con i conseguenti costi economici per
le riparazioni. La centrale di
cogenerazione dell’impianto è equipaggiata con efficienti sistemi di depurazione
dei fumi, mediante i quali si garantisce il rispetto dei vigenti
vincoli di legge in relazione alle
emissioni di inquinanti in atmosfera.
adiacente a nord della zona dov’è edificata la centrale termica.
Il cascame è composto da trucioli, cippato di legno, corteccia e
segatura. In centrale termica è prevista l’installazione di due
generatori, alimentati a biomassa, rispettivamente con caldaia
ad acqua calda avente una potenza termica pari a 3,5 MW e
una caldaia ad olio diatermico avente una potenza termica pari
a 6,5 MW. L’impianto è dotato di sistema di gestione computerizzato, automazione, misure e controllo del tipo più avanzato
oggi esistente. Sono previsti tutti i dispositivi di sicurezza e protezione necessari secondo la normativa tecnica, in maniera da
garantire un funzionamento sicuro. Esistono però alcuni temi di
priorità per la popolazione, che andiamo a discutere con l’Assessore ai Lavori Pubblici di Asiago, Giampaolo Rigoni Camplan:
Ma quale tipo di vantaggio per il bilancio comunale e dal punto di vista ambientale si persegue con questa tecnologia ?
“L’energia termica proveniente
dalla combustione delle
biomasse produce acqua calda,
che immessa in un sistema di
tubazioni sotterranee (rete di
teleriscaldamento) viene distribuita all’utenza pubblica e privata. Abbiamo già allacciato alcuni edifici pubblici (Liceo
Pertile, museo Le Carceri, asilo
Regina Margherita, scuole elementari, scuole medie, ufficio del
Giudice di Pace, Distretto Sanitario, Ospedale, Polizia locale),
più oltre 70 utenze private. Per
poter eseguire gli allacciamenti
si è dovuto intervenire sulla sede
stradale. Si dovrà tuttavia intervenire ancora per poter allacciare l’ Ipsia (via Cesare Battisti) e il Comune. Probabilmente
questi ulteriori interventi potranno creare alcuni disservizi a li-
vello di viabilità, ma l’obiettivo da
raggiungere è sicuramente importante ed è quello di implementare una tecnologia all’avanguardia che salvaguardi l’ambiente
e che possa portare un beneficio economico tra il 15% e il 20
%. Questo risparmio è distribuito tra l’abbattimento dei costi
delle caldaie e della loro manutenzione, nei costi di
certificazione (bollino blu) di ciascun impianto, senza contare che
gli edifici pubblici che vengono
riscaldati con questo sistema
energetico hanno costi assicurativi minori e procedure più snelle
per ottenere i certificati di agibilità
da parte dei Vigili del fuoco. Dal
punto di vista ecologico e ambientale, l’impianto presenta
alcuni vantaggi indiscutibili rispetto ad impianti per la pro-
duzione di calore basati esclusivamente su combustibili fossili tradizionali quali il gasolio e
il metano. La biomassa è infatti una fonte di energia
rinnovabile. Si può quindi considerare l’impianto di
teleriscaldamento come un sistema di produzione di calore
ecologico che consente di ridurre l’inquinamento atmosferico: esso permette di rendersi indipendenti dalle fluttuazioni
dei prezzi delle fonti
energetiche tradizionali (gasolio, metano) dovute a svalutazioni della moneta, vicissitudini internazionali e carichi fiscali imposti da terzi. Un dato
su tutti: con questo impianto
sarà possibile sostituire un
equivalente di circa 3,1 milioni
di litri di gasolio per anno”.
Il Comune intende implementare altri progetti dove verranno utilizzate fonti di energia
alternative ?
Si. Il Comune è sicuramente molto attento a questo nuovo tipo di soluzioni energetiche. Si sta per
esempio valutando di dotare la Casa di riposo di un impianto fotovoltaico. Verranno fatti i relativi approfondimenti in funzione di costi, resa energetica e risparmio per poi portare in Giunta un progetto di
massima nei prossimi mesi. Obiettivamente non si può non riconoscere la bontà tecnica e culturale di un
impianto di questo genere. Il suo studio, affidato a Maurizio Fauri, docente all’università di Trento e
coordinatore della progettualità, è sicuramente uno dei più validi. Una volta superati i problemi produttivi
iniziali, ottimizzata la resa e il reperimento della materia prima, magari andando a “raccoglierla” direttamente nei nostri boschi (sarebbe stato forse più interessante pensare alla raccolta della legna già in fase
progettuale così da “budgettare” anche questo costo), risulteranno più evidenti i benefici che l’Amministrazione di Asiago ha voluto perseguire con un progetto così ambizioso. Tuttavia permangono perplessità e dubbi da parte di una fascia di popolazione che avrebbe desiderato essere coinvolta maggiormente
nel processo decisionale, persone qualificate, professionisti con profonde conoscenze legali, tecniche,
finanziarie o sociali, che avrebbero voluto partecipare e influenzare in maniera più marcata un così
importante progetto prima di tutto culturale per l’Altopiano, ma anche persone meno “tecniche”, comunque fortemente legate alla tradizione e al rispetto dell’”anima” dell’ambiente e al territorio altopianese. Si
spera che la popolazione venga d’ora in avanti maggiormente coinvolta nelle decisioni relative a progetti
che vanno ad influenzare o a modificare l’Ambiente, che per definizione appartiene a tutti. Una buona
occasione potrebbe essere il progetto dell’Amministrazione di Enego per l’area di Marcesina, ma questa
è un’altra storia e se ne parlerà in un prossimo numero di questa rubrica.
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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I primi cento giorni di Pino Rossi
GALLIO
“Sono stati cento giorni frenetici, giorni di apprendimento, di presa di coscienza e
anche talvolta di scontro, ma
sempre con l’interesse di
Gallio al centro degli intenti”.
E’ un Pino Rossi che parla a
cuore aperto ai cittadini di
Gallio convogliati al Cineghel
per ascoltare il sindaco illustrare i primi cento giorni di governo della sua amministrazione.
“Non nascondo che i momenti
di difficoltà ci sono stati e ci
saranno ancora – ha detto
Rossi – Difficoltà nel prende-
Illustrati al Cineghel i primi tre mesi di governo e gli intenti per il futuro.
L’invito del sindaco: “Abbiamo trovato un paese diviso. Adesso con la buona volontà
di tutti cerchiamo di serrare le file e ridiventare una comunità solidale e dinamica”
re possesso di una macchina
guidata per 15 anni da altri, altri che hanno avuto un loro
metodo e modalità che sono
diverse dalle nostre. Il mio non
è voler fare polemica, ma è
una constatazione; oggi, domani e per i prossimi 5 anni ci saremo noi che vogliamo prendere decisioni concertate con
la popolazione, ma una volte
prese non si discutono più perché applicheremo solamente la
volontà popolare e tutti dovranno lavorare per portare a casa
il risultato il più velocemente
possibile”. Proprio per coinvol-
I vincitori del Concorso
fotografico sui funghi
Durante la manifestazione ta “Elegante Peluria”, che ha
denominata “4^ Weekend vinto una macchinetta fotogradel fungo” tenutasi con suc- fica digitale; secondo classicesso a Gallio dal 4 al 6 set- ficato Luca Natali di Maceratembre sono state esposte le ta, con la fotografia
Pag. che
16-17
165 foto che hanno parteci- “Convivenze”,
ha ricevuto
pato al concorso, aperto a una Cornice Digitale; terzo Fetutti, indetto dall’Ufficio In- derico Stefani con la fotografia
formazioni turistiche di Gallio “Spugnole”, che si è aggiudicato
dedicato ai funghi nel loro un Weekend benessere all’Hohabitat naturale. Per valuta- tel Gaarten di Gallio.
re le foto, provenienti da tutta Italia,
la giuria, composta
da esperti micologi,
fotografi ed artisti,
si è basata in particolare sulle seguenti caratteristiche: l’artisticità e la
tipicità delle stesse
e non da ultimo
l’aspetto tecnico della foto. Questi i premiati: Michael Marini di Valstagna, primo classificato con
Seconda
classificata
la fotografia intitola-
gere il più possibile i suoi concittadini nelle decisioni amministrative il sindaco ha creato
numerose consulte e gruppi di
lavoro, una su tutte la consulta
generale che conta già oltre
100 persone e che coinvolge
tutte le consulte specifiche più
tutti i presidenti delle varie associazioni, gruppi e categorie
che compongono il tessuto sociale galliese. In più sono stati
nominati i “capi contrada” persone a cui gli abitanti della
contrada possono rivolgersi
perché portino la loro voce alla
Giunta. “La nostra amministrazione si contraddistingue per
due caratteristiche principali –
ha continuato – umiltà
programmatica, intesa come il
proporre idee non certo
irrealizzabili, e la condivisione
delle scelte. Più opinioni, più
critiche costruttive, più suggerimenti che ci arrivano rendono più semplice il nostro lavoro e accontentano più persone”. Il concetto di democrazia
partecipata sarà il filo condut-
tore della serata galliese dove
il sindaco ha esposto le prime
iniziative del suo gruppo. Rifacimenti e allargamenti stradali, riorganizzazione e
razionalizzazione del personale comunale, l’aver raggiunto
un’intesa per la conclusione
della contesa tra Comune e
parrocchia sui lavori della
canonica (contesa che ha portato l’arciprete ad abbandonare la sua abitazione parrocchiale), l’aver ottenuto il prolungamento fino a Gallio della
pista ciclabile finanziata dai
fondi dei paesi di confine che
inizialmente si fermava ad
Asiago sono solo alcune delle
“tacche sulla pistola” della
nuova amministrazione. Tra i
progetti in cantiere invece la
creazione di stage con le università, di partnership con
aziende che lavorano nel campo del marmo e del legno, la
realizzazione di una casa di riposo e la riduzione drastica dei
costi energetici del comune.
Infine Rossi indica come fon-
damentale ristabilire un rapporto paritario con le società
impiantistiche per rilanciare il
turismo a Gallio.
Rossi non risparmia qualche
critica alle passate amministrazioni “progetti senza una
finalità, costi eccessivi, nessun richiesta di finanziamento, mancanza totale di una
progettualità sul medio - lungo termine”, ma poi passa
oltre invitando tutti a contribuire alla crescita di Gallio.
“Abbiamo trovato un paese
diviso rispecchiato nelle quattro liste che si sono presentate alle elezioni – ha concluso – Adesso con la buona
volontà di tutti cerchiamo di
serrare le file e ridiventare
una comunità solidale e dinamica”.
Gerardo Rigoni
Istituito l’elenco degli Antichi Abitatori
L’amministrazione comunale di Gallio, con delibera di giunta,
ha istituito l’albo degli Antichi Abitatori in ottemperanza a
quanto previsto dallo Statuto comunale sul diritto di Godimento della Proprietà Collettiva. L’elenco, disponibile per la
consultazione, ed eventuali osservazioni, è depositato presso
l’Ufficio Anagrafe del Comune di Gallio. In esso, oltre ad
essere censiti i beneficiari del diritto nelle forme: “Uti singuli”
(forma diretta) e “Uti Cives” (forma collettiva), vengono
annoverate e definite le pratiche e le attività che possono
essere svolte. In linea con il regolamento sono da considerarsi titolari della proprietà Collettiva del Comune di Gallio
tutti i cittadini residenti che risultino discendenti da genitori
(Padre e/o Madre) iscritti all’anagrafe del Comune nel censimento del 1951 (data dell’ultimo censimento disponibile
presso l’archivio del Comune, in quanto i precedenti sono
stati distrutti o persi durante gli eventi bellici). Stesse regole
per gli emigranti di ritorno, indipendentemente dal periodo di
residenza fuori dal Comune di Gallio. Gli “Antichi abitatori”
possono usufruire, ad esempio, dei diritti di Uso Civico del
Legnatico, di Uso Civico di Pascolatici e di Uso Civico di
Erbatico. Inoltre è consentito, tra gli altri, il diritto di cacciare,
di raccogliere erbe, funghi e foglie, di approvvigionarsi di legname per scopi artigianali o per la realizzazione di pali e
steccati e il diritto di assegnazione della legna da ardere o per
la realizzazione del tetto della prima casa. “L’intento dell’amministrazione comunale - afferma il Sindaco Pino Rossi - è quello
di mantenere viva un’antica tradizione coniugandola al presente
e tenendo ben presente che non c’è futuro e sviluppo senza la
valorizzazione della Montagna, la difesa del suolo, della foresta
e la tutela dell’ambiente e delle sue risorse naturali”.
A Gallio un corso di block bau canadese
Si terrà dal 5 al 9 ottobre. Permette di acquisire la tecnica della costruzione senza chiodi
Prima classificata
Terza classificata
Si chiama Blockbau ed è
uno dei più antichi metodi
di costruzione delle case. È
una tecnica di costruzione
antichissima, perfezionata
nel tempo dai canadesi,
nella
quale
si
sovrappongono orizzontalmente tronchi o
travi fino a formare delle pareti. I tronchi rotondi vengono fatti combaciare ad incastro senza
fessure tra uno e l’altro
e senza chiodi, con la
massima precisione. Tutti i segreti di questa storica pratica saranno
svelati da un corso si
terrà a Gallio dal 5 al 9
ottobre 2009 tenuto dal
maestro sud tirolese
Dietmar Gånsbacher.
Quello del Blockbau è un
sistema utile per tetti,
abitazioni,
baite,
malghe (come quelle di
un tempo), rifugi, ricoveri per animali od attrezzi, strutture da giardino o lavoro, in uso in
tutta l’Europa centro set-
tentrionale dai primordi
dell’umanità ed evolutasi
fino alle raffinate costruzioni nord americane attuali. L’aggancio è ottenuto sugli angoli, dove vengono ricavate delle connessione che permettono
l’incasso, permettendo
allo stesso momento un
irrigidimento della struttura. Durante il corso (
che avrà come orario
8.30-12.3 0 e 1 4 . 0 0 18.00) verrà costruita
una casetta mobile di m.
4 x 3. Sotto la casetta
verrà montata una slitta simile a quelle utilizzate anticamente in
altopiano documentate
da Aristide Baragiola.
8
Sabato 19 settembre 2009
ROANA
“Cosa succede in Val
Magnaboschi?” Da qualche
giorno a questa parte è la domanda corrente che si pongono
turisti, residenti e villeggianti. La
quiete della valle è scossa da
rombanti ruspe che preparano il
terreno a nuove costruzioni, inoltre un gran cantiere risulta
transennato a circoscrivere la
porzione di terreno limitata dalla
strada che a sud conduce alla
Zona Sacra dei cimiteri militari,
a ovest sale verso il rifugio
l’Altopiano
11
Nuove residenze
e un parcheggio in
Val Magnaboschi
Kubelek e a est dalla carreggiabile che porta alla piana del Paù.
Sul luogo insiste una contrada
che dai suoi antichi abitanti trae
il suo toponimo, i Magnaboschi,
per l’appunto. La preoccupazione tesa a salvaguardare il luogo
è tale che qualcuno si è pure
preso la briga di spedire alla redazione la foto del cantiere, a
questa, senza polemico contrasto, abbiamo affiancato una
immagine dell’archivio
Bonomo datata anni Sessanta, per mostrare come il luogo
si mostrasse all’epoca, con la
pozza per gli armenti, le laste
divisorie, con abitazioni e le baracche costruite secondo vecchi sistemi. Inoltre ci siamo presi la briga di interpellare l’Ufficio Tecnico di Roana per appurare il tipo di interventi a cui
andrà soggetto il sito. Veniamo così a conoscenza che i
lavori hanno seguito un iter piut-
Operazione puliamo il buio
all’Abisso Spiller sul Verena
Da alcuni anni la Società
Speleologica Italiana organizza la manifestazione
Puliamo il Buio. Si tratta
della bonifica totale o parziale
di siti carsici inquinati da rifiuti. La manifestazione rientra in quella internazionale
denominata Puliamo il
Mondo coordinata in Italia
da Legambiente e che, negli stessi giorni, sarà operativa in centinaia di località tra
parchi, boschi, fiumi, coste
ed in tutti quei luoghi che
necessitano di una bonifica
ambientale. Ricordiamo l’importanza di salvaguardare i
massicci carsici in quanto
sono tra i maggiori contenitori di acqua dolce sulla terra e, le grotte, sono le
porte di accesso di gran
parte di questa acqua. In
particolare negli anni
passati sono state fatte,
sotto l’egida della Federazione Speleologica
Veneta, delle operazioni
al Buso di Busa Fonda
a Gallio, alla Speluga di
Fondi a Caltrano, al
Brutto Buso di Asiago e,
l’anno scorso, al Buso
della Femmina ed alla
Voragine di Val
Schiavina a Lusiana.
Quest’anno la grotta interessata sarà l’Abisso
Spiller in località Busa
Masciara sul monte
www.giornalealtopiano.it
Verena, in comune di
Roana..
L’Abisso Spiller, profondo
oggi circa 400 metri, è ancora in fase di esplorazione ed
è meta di molti corsi di
speleologia del CAI e della
SSI . Infatti la semplicità della
morfologia nella parte iniziale della grotta e la sua bellezza ne fanno una cavità
particolarmente frequentata.
Purtroppo la sua vicinanza al
sentiero CAI n° 820
(
che gira intorno al monte
Verena) ed alla malga Quarti, ne fanno anche un facile
bersaglio da parte di persone incivili che utilizzano la
grotta come discarica di rifiuti. Una prima bonifica ven-
ne fatta una quindicina di anni
fa da parte del Gruppo Grotte Trevisiol del CAI di
Vicenza che ne permise poi
l’esplorazione ancora oggi in
corso. L’operazione Puliamo il Buio 2009 sarà effettuata i giorni 26 e 27 settembre in collaborazione con il
Comune di Roana e avrà
come base operativa malga
Quarti. Il programma prevede la pulizia del primo pozzo,
dove sono presenti alcuni
quintali di rifiuti; il ripristino
della recinzione esterna, con
eventualmente apposizione di
un cartello che rammenti il
valore della cavità e della sua
bonifica. Con l’occasione
verrà ripristinata anche la linea telefonica interna,
oggi rotta dalle nevicate, che copre la grotta
fino a meno 300 metri
di profondità.
I gruppi speleologici della provincia di Vicenza
che hanno aderito sono:
Gruppo grotte trevisiol
cai Vicenza (organizzatore)
Gruppo speleologico
settecomuni di Asiago
Gruppo speleologico geo
cai Bassano
Gruppo speleologi cai
Malo
Corrado Corradin
GSS Asiago
Anche in Altopiano le Primarie
del Partito Democratico
Si è tenuta lo scorso 10 settembre a Canove la prima assemblea di circolo provinciale per
l’elezione dei candidati a segretario nazionale del Partito Democratico, a ritrovarsi presso
l’Albergo alla Vecchia Stazione sono stati gli iscritti al Circolo di Roana e Rotzo. Dopo la
presentazione delle mozioni dei tre candidati Pierluigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio
Marino, si è proceduto alle votazioni da parte degli iscritti del candidato prescelto. Alla
serata erano presenti gli iscritti al Circolo e i simpatizzanti, che al termine delle presentazioni hanno aperto la discussione sui contenuti delle mozioni. Il Circolo Roana – Rotzo ricorda
che il 25 ottobre prossimo anche sull’Altopiano si procederà alle primarie del Partito Democratico alle quali potranno partecipare tutti i cittadini, anche i non iscritti.
tosto lungo, alla fine del quale
l’opera è stata avallata dalla
Sovrintendenza, ente garante
di specifiche prescrizioni in
materia di salvaguardia ambientale. Nello specifico gli
oneri di urbanizzazione prevedono il riguardo dell’aspetto
naturalistico dell’area. La storica pozza sarà recuperata con
un restauro del fondo e delle
adiacenze, e le costruzioni a
scopo abitativo (spiega la
cartellonistica:” Complesso residenziale plurifamiliare”) da ergersi ex novo si manterranno
a debita distanza dall’invaso
idrico. Va considerato poi che,
essendo la zona interessata a
cadenza periodica da manifestazioni di carattere storico-locale (Festa di san Antonio e
Pellegrinaggio Interregionale
dei Fanti), si è finalmente data
risposta alla carente disponibilità dei parcheggi per i numerosi automezzi che qui giungo-
no, rendendo idonea alla sosta
l’area prativa che dal cantiere
posto a valle arriva alla cappella votiva. Opere poco
invasive, valutate dall’Amministrazione Comunale roanese
di pubblica utilità.
Giovanni Dalle Fusine
Ritorna “Due passi per il cuore”, corso gratuito di nordic walking.
Verrà presentato venerdì 25 settembre alle ore 20.30 nella sala consiliare del municipio di Roana a Canove il nuovo appuntamento con l’ormai collaudata iniziativa
“Due passi per il cuore”, curata dal Comune di Roana e sponsorizzata dalla Provincia di Vicenza, con la collaborazione della Roana Servizi e dell’associazione Nordwalk
Asiago che si occupa dello svolgimento pratico. Continua così il progetto volto a
promuovere l’attività fisica attraverso la pratica del nordic walking, quale prevenzione in particolare delle patologie che possono colpire il sistema cardiocircolatorio. Le
uscite si terranno il lunedì e il sabato alle ore 17, a partire dal 3 ottobre, e il corso,
gratuito, è aperto tutti, previa iscrizione allo Chalet turistico di Treschè Conca (tel. 0424
694361) al quale ci si può rivolgere anche per ulteriori informazioni.
S.B.
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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La 1^ Giornata del Volontariato
ENEGO
Nuovi mezzi per la Protezione Civile
Il gruppo di Enego dotato della migliore attrezzatura per gli incendi boschivi. Sono 25
associazioni di volontari che svolgono la loro attività a vari livelli, una vera ricchezza per il paese
Si è aperta con la Santa Messa la 1^Giornata del
Volontariato svoltasi ad Enego
domenica 13 settembre. A sfilare lungo le bianche gradinate del duomo di S. Giustina, i
rappresentanti delle 25 associazioni di volontariato locale
oltre ai gruppi veneti di Protezione Civile (PC di Venezia,
PC di Venezia Terraferma, PC
di Pellestrina, PC di Cologna
Veneta, PC di Rosà, PC di
Salcedo, PC di Sarcedo, PC
di Monselice, PC di
Montebello e il Nucleo Operativo di Protezione Civile della Provincia di Padova) che
con il gruppo di Enego hanno
partecipato alle operazioni della missione “Sisma Abruzzo
2009”.
Dopo la funzione religiosa, prima del pranzo conviviale, presso il nuovo palazzo della cultura e turismo, è stata illustrata l’attività del gruppo
eneghese di Protezione Civile, ultimo gruppo nato, nell’ambito del volontariato paesano,
ma già molto attivo.
Un ruolo ed una mole di attività, che sono state descritte con
parole di ammirazione e accenti di sincero ringraziamento
da parte del vice presidente
della Comunità Montana
Lucio Spagnolo e del direttore
del distretto di Asiago Gilbert
Nanhoungue, anche perché
in questo momento la protezione Civile di Enego ha la
miglior
attrezzatura
dell’Altopiano per quanto riguarda gli incendi boschivi .
Quindi ha preso la parola il Sindaco di Enego Igor
Rodeghiero, che è anche a
capo del gruppo di protezione,
ed ha rivolto un ringraziamento e una targa di riconoscimen-
to al corpo forestale per la preziosa collaborazione che ha
portato
fra
l’altro
all’acquisizione di due importanti mezzi: il camion
antincendio ed un auto 4x4.
Una targa è stata così consegnata all’Ispettore superiore
Nicola Pierotti e all’Ispettore
capo Mauro Rossi, persone
che comunque si sono distinte
nell’ambito del volontariato.
“Come amministrazione Comunale, quest’anno per la prima volta abbiamo voluto
istituire questa Festa come segno di
riconoscimento per
il grande valore che
il mondo del
volontariato assume nel nostro territorio”
così
Rodeghiero ha
spiegato questa prima festa del
volontariato.
Un volontariato
che a Enego come abbiamo
accennato, si articola in ben 25
associazioni che esercitano la
loro opera a vari livelli, c’è il
gruppo di soccorritori collegato al 118, la Polisportiva, due
gruppi di donatori di sangue, il
gruppo alpini, i vari comitati per
l’organizzazione delle feste paesane, i comitati in ricordo degli emigranti, solo per ricordarne alcuni; doveroso quindi per
l’amministrazione comunale è
stato istituire questa giornata
da dedicare ai volontari, per riconoscere il giusto valore al
loro impegno umano e civile,
che nessun ente pubblico potrebbe mai colmare.
Il gruppo di Protezione Civile
eneghese è composto da 50
volontari suddivisi in 8 squa-
dre (2 logistiche, 1 sanitaria, 5
ambientali e territoriali), con
una dotazione di mezzi operativi antincendio, di emergenza
e un ambulanza. “Un parco
macchine indubbiamente importante – riprende il responsabile – che comprende oltre
ai mezzi già citati: un’ambulanza, un mezzo operativo Fiat
Iveco WM, un mulo meccanico ed una Fiat campagnola, più
naturalmente l’attrezzato furgone Mercedes utile per il servizio sociale. Un risultato possibile non solo grazie alla nostra buona volontà naturalmente, ma anche a quella di molti
altri amici. Come si diceva una
preziosa collaborazione ci è
giunta dal Corpo Forestale; da
altre Amministrazioni, è il caso
di Rosà, la sua Protezione Civile, dopo aver
riordinato la propria
struttura, ci ha offerto,
a livello molto vantaggioso alcuni mezzi, dei
semplici amici, come coloro che gestiscono l’officina Sandri di Belvedere di Tezze, hanno
donato la Fiat campagnola”. “Tutti i nostri
gruppi di volontariato
sono la dimostrazione
che se c’è la volontà si possono fare grandi servizi - continua Rodeghiero – ed il gruppo
di protezione civile ne è l’estremo esempio. In nemmeno un
anno di attività, la presentazio-
ne ufficiale è avvenuta solo lo
scorso aprile, sono già stati
realizzati interventi e missioni
per oltre 5700 ore di attività”.
Una mole di attività rivolta a
garantire la tutela del territorio e delle persone attraverso:
interventi di emergenza, il servizio di mobilità anziani ed invalidi presso il presidio sanitario svolto con puntualità ogni
martedì, presidio e supporto
alle manifestazioni sportive,
sociali, culturali ed istituzionali, interventi stradali e forestali
(mantenimento sentieri), interventi di carattere addestrativo
come quello avvenuto lo scorso 14 giugno, quando il Gruppo Comunale di Protezione
Civile di Enego ha partecipato
ad
un’esercitazione
intercomunale antincendio in
località Ospedaletto di Trento.
Ma importantissima come prima esperienza fuori dal territorio “di casa” e soprattutto a
livello umano, è stata la partecipazione, con la colonna mobile di Vicenza, alle operazioni denominate. “Emergenza
Sisma Abruzzo 2009” . Dodici dei volontari eneghesi, sono
stati impegnati nei pressi de
L’Aquila, esattamente a
Piànola, presso il Centro Operativo Misto 4, svolgendo le
mansioni più diverse. Giorni
impegnativi, intensi, coinvolgenti, e a breve, torneranno in
quelle terre martoriate, ancora tre volontari di Enego, questa volta l’impegno sarà rivolto a disfare le tendopoli che
fino ad oggi hanno ospitato tanti
sfollati. Fino ad oggi i volontari
hanno seguito vari corsi di formazione e continueranno a farlo, corsi di formazione di base e
di specializzazione, in campo sanitario per il primo soccorso;
logistico per situazioni di emergenza, di incidente maggiore, di
antincendio, di salvataggio.
Stefania Simi
Gli appuntamenti ad Enego
Sabato 19 settembre a Enego, si svolgerà, coordinata dal capogruppo Avis di Enego, Damiano
Cappellaro, la 41^ Festa Sociale Avis Altopiano. Sabato 26 settembre, la piana di Marcesina
ospiterà una prova dell’ormai classicissimo Rally dei 7 Comuni. Domenica 27, dopo i frastuoni dei motori si tornerà ai suoni più tradizionali, con la transumanza organizzata per il
secondo anno dalla Malga primo lotto Valmaron dei Flli Dalla Palma, malga alla quale da
alcuni anni è stato affidato il marchio per l’asiago DOP e che da quest’anno rientra anche
nel programma per la salvaguardia della razza bovina Burlina.
Dopo essere scesi da Valmaron, i fratelli Dalla Palma, offriranno a tutti una festa presso la
loro azienda Ca’ Tabaro ad Enego. Nei giorni 2- 3- 4 ottobre, Enego festeggerà come da
tradizione la santa patrona S. Giustina. La fiera prevederà, come di consueto: mostra degli
animali, gara dei boscaioli, i giochi per i bambini ed i ragazzi delle scuole, stand gastronomico,
lotteria e naturalmente tanta musica che allieterà i pomeriggi e le serate.
S.S.
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l’Altopiano
Sabato 19 settembre 2009
FOZA
volte si intratteneva un po’ a
parlare con qualcuno, ma
sempre con una certa fretta
perché lei è una persona che
non dedica molto tempo alle
chiacchiere, spesso così inutili. Molto provata nella sua
vita, specialmente per la perdita della figlia Luisa, non ha
mai amato piangersi addosso, anzi non le manca mai un
sorriso per tutti e cerca sempre di dare coraggio a chi ne
ha bisogno. A Lidia, come del
resto a tutte le persone di una
certa età, piace ricordare il
passato e così racconta soprattutto degli anni duri,
quando a Foza e in tutto
l’Altopiano mancava il lavoro e non c’erano soldi per cui
si tirava avanti con duri sacrifici. Anche lei, come molte altre donne, al canto del
gallo si recava a Valstagna
dove si svolgeva il mercato
nero e qui, non avendo niente da vendere perché la sua
famiglia non possedeva terreno e quindi non allevava né
capi di bestiame, né animali
da cortile, comprava per poi
rivendere. Acquistava dei
fazzoletti da testa tutti diversi fra loro e faceva in modo
che le persone di Foza che si
trovavano al mercato di
Valstagna non ne conoscessero il prezzo. Al ritorno andava di casa
in casa anche
nel paese
13
TANGO ARGENTINO,
ad Asiago riprendono
i corsi dell’Associazione
Altotango
La Lidia
campanara
va in pensione
Per una donna lasciare il lavoro a ottantuno anni è certamente un’eccezione. E’ il
caso di Lidia Menegatti, conosciuta come “campanara”
che proviene da una famiglia
di campanari. Recentemente, infatti, ha lasciato la sua
mansione di sacrestana svolta per anni nella parrocchia
di Foza. Il suo aspetto “sempre uguale” e la sua costante presenza nelle funzioni
religiose facevano pensare
che potesse rimanere ancora, ma l’avanzare dell’età
non glielo permette più. Lidia
è stata la figura di riferimento per quanto riguarda l’attività della parrocchia: oltre
che sacrestana, ha fatto anche da perpetua ad alcuni
parroci è ha sempre dato
una mano per le iniziative che
si svolgevano nella Casa della dottrina. E’ sempre stata
disponibile e cordiale con tutti per cui molte persone si rivolgevano a lei per avere informazioni e soprattutto per
ordinare le messe per i defunti. Quando si sentiva suonare la campana a morto, si
correva subito dalla Lidia per
sapere quale paesano fosse
venuto a mancare. Molto attiva e presente nel suo lavoro, lo ha svolto proprio con
vera passione riuscendo a
trasmettere interesse anche
a coloro che in molte occasioni la aiutavano come il
gruppo di donne sempre
pronto a dare una mano. A
www.giornalealtopiano.it
Giovedì 24 settembre alle ore 21.30
presso la scuola materna “Regina
Margherita” lezione gratuita aperta a tutti.
di Gallio per ricavare un guadagno che di solito era molto
soddisfacente perché Lidia
raddoppiava il costo. Quasi
sempre prendeva anche del
sale per rivenderlo al fornaio
di Foza e del tabacco che
come i fazzoletti portava di
casa in casa soprattutto in
pianura camminando per chilometri e chilometri, anche
fino
a
Udine. Allora aveva solo
dodici anni.
Oltre ad occuparsi della
famiglia, prima di iniziare il
lavoro
di
sacrestana,
Lidia si re-
cava a lavorare all’albergo
“Alle Alpi” dove aiutava
sempre in cucina. Come cuoca deve essere stata proprio
brava perché quando i clienti si complimentavano con il
titolare Pio Munari, che era
comunque un ottimo cuoco,
lui rispondeva sempre che
metà del merito per la buona
riuscita dei piatti andava riconosciuta a Lidia e alla
sua abilità. Ora, a
ottantun’ anni si prende
il peritato riposo lasciando fra i paesani un
esempio di impegno costante e meritevole.
Paola
Cappellari
Foto tratta da www.associazioni-foza.it
Il tango argentino, caratterizzato dalla sua eleganza e passionalità, ha
sempre continuato ad
evolversi e ad affermarsi, arrivando recentemente a una diffusione notevole, coinvolgendo gente
di tutte le età: dai giovanissimi attirati dal nuovo
tango elettronico fino a
persone di età matura,
che trovano in questo
ballo il modo di fare del
sano movimento e allo
stesso tempo divertirsi in
compagnia. Una curiosità: nel Regno Unito la pratica del tango argentino
viene rimborsata dalla
mutua che la promuove
in alternativa ad altre terapie di mantenimento
della
forma!
Sull’Altopiano di Asiago
già da alcuni anni il tango argentino ha trovato
numerosi seguaci, oltre
una trentina sono coloro
che hanno imparato a ballarlo seguendo i corsi dell’associazione Altotango.
Con l’auspicio di poter
ampliare ulteriormente il
gruppo di appassionati, a
partire da giovedì 24 settembre partiranno i nuovi corsi presso la scuola
materna “Regina Margherita”, che proseguiranno poi ogni giovedì
alle ore 21.30 per l’intera
durata dell’anno scolastico. Si ricorda che non è
necessario iscriversi in
coppia, e proprio per
socializzare e fare nuove amicizie è abitudine
degli associati ballare
scambiandosi i partner.
Volete imparare a ballare il tango argentino in
sole dieci lezioni? L’Associazione Altotango vi
attende, per condurvi nel
fascinoso mondo di questa coinvolgente danza,
proponendo per giovedì
24 settembre alle
21.30 una lezione gratuita aperta a tutti. Per
informazioni si può telefonare al n. 348
5209700. Altotango ha
inoltre in programma di organizzare
un paio di serate al
mese dedicate al
tango argentino,
per permettere agli
allievi di fare pratica con questo appassionante ballo.
Servizio
redazionale
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Ad ottobre torna la rassegna “Pomo pero”
LUSIANA
Come sempre nutrito il programma che si aprirà con un convegno sul tema “Conosciamo gli alimenti
che mettiamo sulla nostra tavola”. Non mancheranno escursioni, cene e la consueta mostra.
Avranno inizio nel pomeriggio di sabato 10 ottobre le manifestazioni incluse nel programma di “Pomo pero”. Alle 15 nella
sala consiliare del Palazzon è programmato un convegno sul
tema “Conosciamo gli alimenti che mettiamo sulla nostra tavola”. Sono previsti interventi di Elisa Bianco di Slow food
Italia che parlerà su: “Quale agricoltura per un cibo buono,
pulito e giusto?”. Seguirà l’intervento di Dino Panozzo, presidente di zona della Coldiretti di Asiago che parlerà di: “Origine, sicurezza e rintracciabilità dei prodotti del territorio”.
Moderatore sarà Antonio Cantele, presidente dell’associazione “Opfel on Pira”. Alle 17 nella sala del cinema Comunale sarà inaugurata la mostra delle mele, pere e prodotti del
territorio. Domenica 11 ottobre dalle 15 in via Roma e piazza
IV Novembre andrà in scena: “Antichi mestieri… imparare
dal passato, da Lamon a Lusiana” un gemellaggio dimostrativo di lavori tipici con il gruppo di tradizioni popolari “Drio le
peche” di Lamon e con il gruppo del museo di Lusiana. Sarà
possibile acquistare i famosi fagioli di Lamon e le sporte “de
paja” di Lusiana. Venerdì 16 ottobre nella sala consiliare,
alle 20, andrà in scena la cena a base di mele e pere locali
organizzata dal gruppo ristoratori. Sabato mattina, alle 10, è
prevista una visita guidata al meleto di Laverda, mentre alle
15 del pomeriggio è in programma una visita al meleto di
Asiago. Domenica 18 ottobre, alle 15, è previsto un “Viaggio
nella terra dei pomi e dei peri”, escursione guidata con visita
alla mostra inserita nel programma “Le domeniche della rete”
a cura della rete mussale Alto vicentino. Alle 15,30 si svolgerà una dimostrazione degli scultori del legno e degli scalpellini del marmo. Alle 16 andrà in scena la spremitura delle mele
con degustazione del sidro e di marroni nostrani. Alle 16,30
al teatro parrocchiale si svolgerà uno spettacolo teatrale per
bambini dell’asilo e delle scuola elementare con l’associazione “Il Gufo” con titolo:”Da Biancaneve e Pierino ai peri”.
Nelle domeniche 11 e 18 ottobre si svolgerà il mercatino di
prodotti tipici con formaggi di malga, carne secca, salumi,
miele, patate di Rotzo, sedano di Rubbio, vini, grappe, oltre
ad oggetti di artigianato locale. Sarà aperto anche il museo
del Palazzon e il villaggio preistorico del monte Corgnon. Per
tutto il mese di ottobre i ristoratori presenteranno un piatto a
base di mele e pere locali; nei bar saranno serviti stuzzichini
e aperitivi a base di frutta locale.
Egidio Zampese
Il “mal d’estate” degli ippocastani Una nuova pavimentazione davanti
Le piante di Lusiana colpite dalla Cameraria. Il fenomeno si ripete da anni.
La “Cameraria ohridella” imperversa nella
zona a sud dell’Altopiano, in particolare a
Lusiana dove la sua azione è ben visibile. La
“Cameraria” è una larva che colpisce gli ippocastani che in piena estate presentano il
fogliame color marrone e le stesse foglie cadono prima dell’autunno. Sono anni che la
Cameraria colpisce gli ippocastani della zona
che comunque non muoiono e a primavera si
ripresentano con il fogliame verde. Per debellare questa larva sarebbe necessario bruciare tutte le foglie cadute ma la zona è vasta
e sarebbe impossibile distruggere tutte le foglie malate.
E.Z.
Nella foto, ippocastani colpiti dalla “Cameraria
ohridella” nel Viale della rimembranza che porta
al cimitero di via Cobbaro
Raccolta una brisa gigante
Grossa soddisfazione per il cercatore di funghi Gian Pietro
Bonato di S. Caterina: camminando lungo la strada delle Buse
magre, nella zona alta dell’altopiano, ha trovato una brisa di
dimensioni e peso ragguardevoli. Messo sulla bilancia il
boletus edulis ha mandato la lancetta sul peso di un chilogrammo e 386 grammi. Un bel colpo in un periodo avaro di
miceti. E.Z.
Nella foto, Gian Pietro Bonato con il fungo di 1.386 grammi.
alla chiesa di Campomezzavia
Alcuni
abitanti
di
Campomezzavia insieme agli
alpini del gruppo “Gabriele
Cantele” di Lusiana hanno eseguito la pavimentazione davanti
alla chiesa di San Gaetano di
Campomezzavia in comune di
Lusiana. Gli stessi hanno anche
scritto al vescovo di Padova
che riveda la sua decisione di
trasferire in un’altra parrocchia il parroco don Marco
Gobbatto (parroco di Sasso di
Asiago) perché benvoluto dagli abitanti della contrada
lusianese.
E.Z.
Recinto nuovo per
le lapidi di Granezza
In vista della cerimonia a ricordo dei caduti di Granezza e
Monte Corno, un gruppo di volontari ha rimesso in sesto la
palizzata del recinto che racchiude una delle lapidi che ricordano l’eccidio. La recinzione era stata rovinata dalle intemperie ed era necessario un intervento che la riportasse alla
sua funzionalità. E.Z.
Nella foto, la nuova recinzione della lapide sul Monte Corno.
Alpini e abitanti di Campomezzavia che hanno eseguito i
lavori di pavimentazione davanti alla chiesa di San Gaetano.
l’Altopiano
Sabato 19 settembre 2009
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Via Monte Sisemol ,9 - 36012 Asiago (Vi)
Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002
presso il tribunale di Bassano del Grappa
Telefono servizio lettori: 348 - 3138606
Telefono servizio abbonati 338 -1460517
Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517
E-mail: [email protected]
[email protected]
Direttore responsabile: Stefania Longhini
Segretaria di redazione: Silvana Bortoli
Le patate da record di Tranquillo
Coltivando l’orto in contrada Xausa, concimato normalmente,
Tranquillo Xausa ha raccolto patate di dimensioni e peso ragguardevoli. “Erano anni che non vedevo patate così grandi nel
mio orto”, dice con orgoglio, mostrando il suo raccolto riunito sul
pavimento del garage di casa in via Sette Comuni. E.Z.
In redazione:
Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado,
Giovanni Dalle Fusine
Cesare Pivotto, Giulia Panozzo, Giovanni Rattini,
Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni,
Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese
Hanno collaborato: don Marco Pozza,
Claudio Savelli, Virginia Gianello, Aurora Carli,
Serena Baù, Stefano Rigoni, Paola Cappellari, Andrea Cunico
Jegary, Corrado Corradin, Renato Stona, Alessandro Siviero
Luciano Gios, Bruno Oro
Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro
Nella foto, le patate eccezionali di Tranquillo Xausa.
Foto: Foto Bergamaschi Archivio Giornale -Grafica Altopiano
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
CONCO
l’Altopiano
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Sabato 19 settembre 2009
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Primi positivi bilanci per l’Associazione Sportiva di Conco
Era da un po’di tempo che a
Conco sentivano l’esigenza di
dare vita a un gruppo che si
occupasse di organizzare nuove attività sportive, in particolare per i bambini: soprattutto
ne parlavano fra loro i genitori
dei piccoli dell’asilo, che lo
scorso maggio, assieme al presidente della locale scuola
materna Enzo Girardi, sono
riusciti a concretizzare la loro
idea, dando vita all’onlus “Associazione Sportiva Conco”.
In poco tempo sono riusciti a
mettere a punto e portare
avanti una importante serie di
iniziative, coinvolgendo un
buon numero di persone, sia
bambini che adulti, residenti e
villeggianti. “L’obiettivo di base
– commentano alcuni membri
dell’associazione – era quella
di proporre delle attività sportive per i bambini che non fossero sempre le solite e limitate a determinati periodi, insieme al proposito di far conoscere meglio il territorio in cui
viviamo, sfruttando quanto
naturalmente ci offre, soprattutto attraverso escursioni a
piedi e in mountain bike. Esisteva già un gruppetto di persone che si occupava di accompagnare bambini e ragazzi in escursione, e la Pro Loco,
delegata dal comune, provvedeva a organizzare alcuni corsi
sportivi, noi abbiamo inteso allargare e supportare queste iniziative”. Particolare apprezzamento e adesione fra i progetti messi a punto ha avuto il
cicloturismo per bambini dai 7
ai 14 anni accompagnati dall’istruttrice di mountain bike
Antonella Bagnara e dai genitori disponibili, con escursioni
Dopo le numerose iniziative organizzate per l’estate si pensa a una
programmazione a lungo termine, mentre sono pronti a partire nuovi corsi.
poste, o per supportare
chiunque volesse organizzare
qualcosa a livello sportivo. Informazioni di vario genere si trovano
sul
nostro
sito
www.polisportivaconco.org,
anche per il tesseramento necessario per partecipare alle attività, il cui costo di euro 5,30
copre le spese assicurative ed è
valido per un anno. Oltre agli appuntamenti in programma, nel
sito vi sono foto e video delle attività fatte ed ora anche un angolo per chiunque desideri inserire immagini di proprie escursioni. Vorremmo anche attraogni sabato nei mesi estivi,
appuntamenti ben riusciti anche grazie anche al valido contributo offerto da alcuni ristoratori che hanno accolto i bambini offrendo la pastasciutta. A
conclusione dell’attività estiva
è stata organizzata una bellissima pedalata di 25 km lungo
la Ciclopista del Brenta, alla
quale hanno partecipato una
cinquantina di persone, tra cui
alcuni piccoli di appena 3 anni.
Fra le altre iniziative, da ricordare il corso di step e total body
con Cristina Carlesso, il corso
di rugby per bambini e ragazzi
dagli 8 ai 14 anni tenuto da
Mauro Andolfatto, ex giocatore di serie A e allenatore del
Bassano Rugby, che prevede
ora la partecipazione a un quadrangolare, le escursioni a piedi per le quali preziosa è stata
la collaborazione di Carlo Pilati
(Pens), appassionato ed
esperto. Anche i turisti hanno
risposto di buon grado alle ini-
ziative proposte, prediligendo
in particolare le camminate,
come quella in cui si sono attraversate le vecchie
contrade di Conco. Ora in
programma ci sono nuovi
corsi, come quello di ballo latino americano per adulti e
di danza per bambini presentati nei giorni scorsi, e poi nuoto, presciistica, fondo, discesa, snowboard, nonchè l’organizzazione per il prossimo
inverno di ciaspolade da promuovere anche in pianura. Ci
si sta inoltre attivando per
organizzare un corso di ginnastica antalgica per anziani. I membri dell’Associazione si ritrovano ogni due mesi
circa per fare un bilancio e
mettere in cantiere nuove
proposte. “La nostra associazione è aperta a tutti coloro che volessero aderirvi,
anche dai paesi vicini, sia per
partecipare alle attività che
per portare nuove idee e pro-
Domenico Cortese vince il
concorso dedicato al sedano
A Rubbio di Conco è andata
in scena la “22.a mostra concorso del sedano”. 17 i concorrenti che hanno presentato i mazzi sottoposti al giudizio
di una giuria di esperti che ha
valutato lo sviluppo vegetativo,
l’imbianchimento e il peso dei
mazzi. Il primo premio è stato
vinto da Domenico Cortese, il
secondo da Damiano Cortese
e il terzo da Giovanni Pizzato,
tutti di Rubbio (per il secondo
classificato ha ritirato il premio
la figlia Sofia Cortese). E.Z.
Nella foto, i primi tre classificati alla mostra concorso del
sedano di Rubbio di Conco.
verso il giornale ringraziare
molto gli Alpini di Conco per la
loro collaborazione, gli esercenti
che hanno offerto il pranzo ai
bambini durante le escursioni:
l’agriturismo Alle Porte delle
Laite, la Malga Verde di Val
Lastaro, il ristorante alla Torre di
Fontanelle, il Rubens di Rubbio,
e il negozio La Bottega che ha
fornito la pasta per la serata conclusiva del corso di rugby. Un
grazie anche agli sponsor delle
varie iniziative, e a tutti coloro che
collaborano con noi in qualsiasi
modo”. Tra i prossimi appuntamenti organizzati dall’associazione, il 20 settembre si andrà alla
scoperta delle “Pucche”, alberi
giganti nella zona delle Melette.
Silvana Bortoli
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
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Scotolati e i suoi manifesti selvaggi salutano
Asiago e danno il probabile arrivederci a presto
Le false ma ilari notizie diffuse dell’artista sui generis hanno contribuito a portare un po’ di scompiglio e
a vivacizzare le giornate estive di residenti e turisti - Il suo ultimo scritto sul muro di una cabina elettrica
“Ecco, con quel che resta dei
miei
gessetti
–aveva
preannunciato Scotolati mostrando la scatola che conteneva spezzoni colorati di 2 – 3
cm – stanotte scriverò su un
muro il mio saluto ad Asiago!”.
Era il suo ultimo giorno di permanenza con la “Grande mostra Niente, nello spazio inconsueto di Via Cavour 7”, e ancora non aveva scelto il luogo
in cui portare a termine la sua
ennesima opera, optando infine di imprimere il suo scritto
sulla cabina elettrica del parcheggio di Via Matteotti. “O
Asiago, brumida cittadella
dolomitica espugnata da
Fanfulla da Genova, invasa
dai longobardi messinesi nativi di Ostuni … preparati quotidianamente a riscattarti dalla secolare tirannia degli
Ugonotti veneziani zampettanti.
A.D.MMIX”, questo il testo
scaturito dalla vivace mente del
singolare artista vicentino,
che in redazione del nostro
giornale ha lasciato uno dei
suoi scritti nel quale asserisce di non essersi mai divertito tanto come in questa
estate ad Asiago, augurandosi che così non sia stato solo
per lui. Ha prima di tutto incuriosito Scotolati, soprattutto chi, leggendo le sue locandine disseminate qua e là
per i paesi, è rimasto perplesso per ciò che in esse si
diceva, chiedendosi chi mai
fosse l’autore di tali
stramberie e se ci potesse
essere qualcosa di vero in
simili affermazioni. Ma ba-
Il cartello dice
“E’ severamente
vietato
addormentarsi
davanti a questa
porta”
stava passare per via Cavour e
vedere l’inconsueto allestimento della mostra per capire che
l’artista, che esegue su richiesta pitture, murales, ritratti, caricature, è un personaggio
quantomeno insolito, dall’ironia arguta. “Vietata l’afflizione”
si legge in una delle sue prime
… affissioni, e certo chi ha visto le sue creazioni si è tutt’altro che afflitto. In particolare
Asiago vista da Scotolati
Scotolati si è ingegnato nell’inventare nuove offerte di alloggio in una stagione estiva da lui
immaginata eccezionale con alberghi pieni e tutto esaurito. E
allora via agli annunci di affitto
a prezzi convenienti di gallerie,
rifugi bellici, orti e scantinati,
nonché coperte e lenzuola per
alloggi all’aperto, fino a scomodare la Chiesa Cattolica per decretare che tutte le chiese del
territorio, con tanto di
elenco e numero di posti
disponibili, fossero predi-
sposte ad accettare gratuitamente e senza condizioni la presenza dei fratelli vacanzieri ricavando i posti letto all’interno
delle stesse, libere di banchi e
suppellettili. Annunci che facevano riferimento a numeri di telefono e persone effettivamente esistenti, fantasiosamente e
soprattutto inconsapevolmente catapultate in nuovi e
impensabili ruoli. Poi è arrivata
l’epidemia di gastroenterite, e
Scotolati non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione per
produrre materiale riferito all’argomento. E in periodi in cui
i divieti più inconsueti ma reali
fanno notizia, non ha mancato
di dare il suo contributo con
avvisi (chiaramente falsi) come
quello in cui in Comune di
Asiago, Provincia di Trento, il
Corpo Forestale dello Stato
vieta di dare da mangiare agli
alberi, o quello in cui il Comando di Polizia Municipale proibisce di sciare con galline a
carico. A proposito di divieti,
con questo suo apporre
Scotolati ne ha trasgrediti di
concreti, e ciò ha contribuito
ad allungare la lunga lista di
multe ricevute nella sua carriera per la diffusione di notizie
false senza autorizzazione comunale e fuori dagli appositi
spazi, il cui record fu di 11 milioni di lire in “periodi murali
intensi”. Oltre alle produzioni
dello Scotolati umorista e “monello”, nei locali dell’ex Pensione Bassano in Via Cavour si
sono potute ammirare anche
quelle dell’abile caricaturista e
pittore, noto per i suoi disegni
monocolore e i dipinti
coloratissimi che ritraggono
Vicenza e tante cittadine della
provincia con i monumenti e i
palazzi più caratteristici, nonché
per le sue opere murali anche imponenti, come quella realizzata al
Centro Commerciale Palladio di
Vicenza, con 90 mq in cui sono
rappresentati in continuità 70
monumenti (fra esistenti e scomparsi) del territorio vicentino.
“L’ingresso a rischio” annunciato sulle locandine della mostra vi
ha fatto desistere dal visitare la
stessa? Bè, può essere che l’occasione si ripresenti il prossimo
inverno, visto che Scotolati ad
Asiago ha trovato pane per i suoi
denti, ed è seriamente intenzionato a tornarci! Silvana Bortoli
(Si ringrazia Lorenzo Cisola di Central
Photo per la gentile collaborazione)
Prima di andarsene da Asiago, Scotolati ha fatto visita alla
nostra redazione
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
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A Gallio, Roana e Enego tre serate con il “TeatrOrtaet”
CULTURA
Va in scena “La Grande Guerra”
Tra i personaggi rappresentati figurano Turati, Treves, d’Annunzio, Eleonora Duse,
la scrittrice Freya Stark e tante altre donne che chiedono notizie dei loro cari al fronte
L’associazione “TeatrOrtaet”
con il contributo e patrocinio
della Comunità Montana Spettabile Reggenza 7 C, i Comuni di Gallio, Roana, Enego e la
collaborazione del Centro Studi
Informatico Grande Guerra
organizza sull’Altopiano un ciclo di rappresentazioni. Le tre
serate, ad ingresso libero, si
terranno sempre alle ore 21: il
26 settembre presso
Cinema
Teatro
Palladio di Cesuna,
sabato 3 ottobre al
Palazzo della Cultura
e del Turismo di
Enego, il 10 ottobre al
Cinema Cineghel di
Gallio. “La Grande
Guerra, voci e ricordi
nelle stagioni della storia” è il titolo della produzione teatrale per la
regia di Carlo
Bertinelli, con musiche eseguite dal vivo
da Filippo Albertin.
Si tratta di una recita
di prosa, commissionata per le celebrazioni dei 90 anni dalla
fine della Prima Guer-
ra Mondiale (1918/2008) dal
Comune di Abano Terme. È
in definitiva una raccolta di
brani sulla primo conflitto
mondiale, uno spettacolo a
tre voci, supportato da suoni
e immagini d’epoca.
La drammaturgia iniziale si
snoda in rapide scene partendo dai discordi pareri di
interventisti e non, riporta
scene dal fronte e poesie,
si nutre di discorsi politici e
di lettere di gente comune,
il tutto incastonato nella reale cronologia degli avvenimenti storici, cercando di
rievocare il clima del succedersi degli eventi e il sapore di un’epoca, senza tralasciare la retorica e la politica, né la crudezza dei fatti vista da giornalisti e
scrittori. Tra i personaggi rappresentati
figurano Turati,
Treves, d’Annunzio,
Eleonora Duse, la
scrittrice Freya
Stark (crocerossina
al fronte in prossimità di Caporetto) e
tante altre donne
che chiedono notizie
dei loro cari al fronte, il cappellano militare don Giovanni
Rossi, Ungaretti,
Benedetto Croce e
tante altre figure di
testimoni e gente
comune, uomini e
donne protagonisti di
una delle vicende
più sanguinose del secolo scorso. La messa in scena procede per frammenti: poesie, lettere e discorsi politici, cuciti da
tecnologie multimediali, scanditi dalle date proiettate sulla
juta grezza dei fondali o che
ricopre dei cubi (schermi che
si
sgretolano
e
si
ricompongono in muri, trincee,
frammenti di case), episodi
spezzati da suoni e rumori,
dalle musiche dei canti di guerra o da voci originali che provengono dal passato leggendo proclami di disfatte o di vittorie
G.D.F.
TeatrOrtaet, con sede operativa presso Albignasego, accoglie tradizione teatrale e
teatroterapia, collocando la “persona” al centro della propria attività, promuovendo
la valorizzazione e la divulgazione del teatro in ambito artistico, preventivo, riabilitativo
e terapeutico. Fondato da Carlo Bertinelli e Alessandra Brocadello, si propone come
obiettivo principale lo sviluppo del potenziale umano, dove mentre la persona-attore
esprime la propria soggettività, il fare teatro diviene la possibilità di inventare il valore di ciò che facciamo e che siamo. Un gioco di simmetrie e di rimandi sta alla base
del nome TeatrOrtaet: “teatro” riscritto in forma speculare, mantenendo al centro la
“O” maiuscola. Il simbolo ad esso abbinato è quello della clessidra, una figura speculare che nel suo restringersi al centro sintetizza il concetto di “transizione-spettacolo”. La transizione costituisce il passaggio da uno stato all’altro (l’incontro della
persona-attore con una parte del proprio io), mentre lo spettacolo rappresenta il
momento di incontro dell’attore con il pubblico, al termine del complesso percorso di
ideazione, elaborazione e allestimento dell’evento scenico.
G.D.F.
Mario Giordano ad Asiago: una conferenza
giornalistico-satirica da…10 e lode
Cronaca di un incontro per la presentazione del libro “5 in condotta”: uno spunto di riflessione sulla scuola italiana
Il 22 agosto, il Palazzo del
Turismo Millepini di Asiago è
stato teatro di un’interessante
conferenza del noto giornalista Mario Giordano, giunto in
Altopiano per presentare il suo
ottavo libro-inchiesta per
Mondadori. Le sue pubblicazioni si prefiggono di denunciare in maniera documentata, ma al contempo originale,
quelli che sono “i guai” del
nostro Paese. 5 in condotta.
Tutto quello che bisogna
sapere sul disastro della
scuola si colloca all’interno di
un grande tema di attualità:
l’istruzione italiana.
Gli otto capitoli che lo costituiscono offrono una panoramica completa della realtà in
questione, la cui focalizzazione
è molteplice: dagli asini ai professori, dalla burocrazia ai bulli,
dalle ideologie all’organizzazione.
Mario Giordano, direttore de
«Il Giornale» dal 2007 al 2009
Quattro spettacoli teatrali per la rassegna
autunnale organizzata dalla Pro Canove
Prenderà il via sabato 3 ottobre la rassegna teatrale
d’autunno organizzata dalla
Pro Loco Canove. Quattro le
serate in programma, la prima a cura della compagnia
Il Baule Teatro di Bassano
che porterà in scena la commedia di Carlo Goldoni “Le
donne de casa soa”, per la
regia di Domenico Filippin;
sabato 10 sarà la volta della
compagnia Il Siparietto di
Cassola in “Il guasta vino e il
passa l’acqua di Emanuele
Canesi, regia di Luciano Sonda. Gli altri due spettacoli
verranno proposti da due
compagnie locali: sabato 17
ottobre i giovanissimi
“Trivelini” presentati dalla
Compagnia del Trivelin di
Cesuna, con la loro divertentissima commedia “El
tempo de…un cafè” , mentre sabato 24 di scena saranno I Lacharen di Roana in
“Na scaretà de schei”. L’ingresso agli spettacoli, che si
terranno presso la sala del teatro parrocchiale alle ore 21,
sarà di 7 euro per i biglietti interi, con la possibilità di fare
l’abbonamento per tutte e
quattro le serate al costo di
20 euro.
S.B.
e ora in procinto di tornare alla
direzione di Studio Aperto, unisce lo stile giornalistico, fatto
di dati e statistiche, a quello di
prosatore satirico, al fine di
denunciare l’incombente
“emergenza scuola”.
Ascoltandolo parlare degli errori degli studenti italiani, è
sembrato di assistere a una
gag; l’ultimo libro della Bibbia?
Il pocalisse. Tiepolo? Il fratello di Mammolo. Vasco da
Gama? Circoncise l’Africa. E
l’Infinito di Leopardi?
Leopardare. Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis? Ho letto
solo le prime. Ecco gli errori
degli studenti italiani: a una prima risata di divertimento se ne
aggiunge una seconda più
amara, constatando che si tratta di paurosi sbagli attestati e
documentati.
“Stiamo perdendo il treno
della crescita” ha commentato il giornalista in riferimento alla situazione scolastica,
oltremodo evidente nel Sud del
Paese; o forse lo abbiamo già
perso. Le cause? Prima di tutto, secondo Giordano, sono gli
insegnanti: “alcuni sono
fancazzisti, quattro si dieci
non hanno conseguito una
laurea, il 41% compie reati
(furti, molestie, etc) e rimane impunito e senza richiamo formale”.
Le percentuali, a dir poco
scioccanti, potrebbero continuare ancora per molto; per
porre rimedio alla situazione
non resta che avere il coraggio di denunciarla, anche se
l’omertà è spesso più forte di
qualsiasi sopruso: al giornalista è stata persino negata la
presentazione del suo libro in
una libreria di Milano.
Qualsiasi Ministro cui sia affidata la pubblica istruzione viene contestato e sorge il dubbio che ci sia una volontà generalizzata di rimanere tra i
Paesi meno istruiti d’Europa,
sede di un nuovo e preoccupante analfabetismo, in cui per
11 alunni ci sono 4 insegnanti
e 1 bidello (addirittura in un
Istituto di Mestre 11 insegnanti
e nessuno studente), dove il
precariato imperversa senza
che vi si ponga rimedio con una
necessaria selezione e in cui
la crescente domanda di consulenza esterna è finalizzata a
laboratori dei più stravaganti
(canti di lavoro e di protesta,
lezioni sullo spinello, come perdere tempo, scommesse clandestine). Un altro problema,
secondo il direttore di Studio
Aperto, è lo scarso rispetto
che si ha della figura dell’insegnante: la laurea e il dottorato sono sempre meno considerati. Si è dunque delineato
il ritratto di una scuola fallimentare, una moderna rivisitazione
di Pinocchio, in cui il Paese dei
Balocchi è proprio la scuola,
con i suoi 6 politici, con la sua
affettività esibita, con le sue
promozioni generalizzate.
Lo scrittore, in occasione della sua conferenza ad Asiago,
ha sottolineato l’importanza
dell’attaccamento alla nostra
cultura, ben rilevabile dalla
mostra in omaggio a Mario
Rigoni Stern allestita nella sala
vicina, che ha visitato con interesse e da cui è stato positivamente colpito. I musulmani,
attaccati alle loro tradizioni, ri-
dono del nostro distacco da
una cultura che ci
contraddistingue.
Ovviamente il quadro non è del
tutto nero, ci sono dei casi in
cui si possono rilevare dei veri
eroi dell’istruzione: è il caso del
Liceo Russel di Cles, dove
sono stati coinvolti insegnanti
madrelingua per la didattica
delle lingue.
E’ dunque necessario un cambiamento culturale che arrivi
alle leggi, non il contrario.
La conferenza, organizzata
dalla libreria Giunti al punto e
introdotta dall’Assessore al
Turismo, alla Cultura e all’Istruzione Roberto Rigoni, si
è chiusa con una serie di domande del pubblico, accorso
numeroso.
Martina Rossi
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
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PAGINE DELLA NOSTRA STORIA
Nell’estate del 1809 la popolazione dell’Altopiano dei Sette Comuni insorse contro
l’occupazione dell’esercito Napoleonico, sotto la guida del Capitano Ottavio de
Bianchi dello Stato Maggiore Generale di Sua Altezza Imperiale Arciduca Giovanni d’Austria, per riconquistare la totale Autonomia del Governo della Reggenza dei Sette Comuni e la libertà soppressa dall’esercito sabaudo-francese invasore. Nell’autunno del 1809, al termine delle repressioni moltissimi Altopianesi morirono in battaglia o impiccati, per mano del neo costituito regno d’Italia, nella
persona di Napoleone I°. A duecento anni di distanza da quei tragici fatti, su iniziativa di alcuni cittadini, s’intendono ricordare i caduti in quelle circostanze con la celebrazione di una santa messa nella Chiesetta del Parco della Rimembranza di Asiago.
L’appuntamento è fissato per domenica 11 ottobre 2009 alle ore 09.00.
Per capire e conoscere la storia di quei lontani giorni pubblichiamo
la certosina ricerca storica realizzata con grande impegno e passione da Luciano Gios e Bruno Oro.
1809 – 2009 - Il 200° anniversario
dell’insurrezione del popolo
dei Sette Comuni
La federazione dei Sette Comuni
La Federazione dei Sette Comuni, nota col nome di Spettabile
Reggenza dei Sette Comuni, sorse attorno il 1310. Il preambolo
di questi Comuni, esaltava e suggellava, come un giuramento,
lo spirito di solidarietà: “Sleghe, un
Lusaan, Genebe, un
Vüesche, Ghel, Rotz,
Robaan: Dise saint
siben Alte Comeün
Prudere liben.”, il
bene del Popolo è il
bene della Reggenza,
il bene della Reggenza è il bene del Popolo.
Infatti
Cinquantuno anni prima, vale a dire alla
morte di Ezzelino III
da Romano, avvenuta il 27 Settembre
1259, compariva la
più piccola Nazione Indipendente comprendente il territorio
oggi conosciuto come Altopiano dei Sette Comuni e alcune
altre località contigue appartenenti ad altri ambiti amministrativi, nelle attuali Province di Trento e Vicenza.
L’alleanza con gli Scaligeri
Terminata l’epopea Ezzeliniana,
Vicenza tentò più volte di impossessarsi delle terre dell’Altopiano:
così durante l’ascesa dei Signori
di Verona, la Federazione dei Sette
comuni, pur mantenendo la propria totale Autonomia Amministrativa, si alleò con gli Scaligeri, che
la liberarono da ogni vincolo di sottomissione, anche fiscale, rivendicato dal Comune di Vicenza.
La protezione dei Visconti
Nel 1387 la Reggenza passò sotto la protezione dei Visconti di
Milano, che ne rispettarono i diritti acquisiti dagli Scaligeri, ne assicurarono la
totale Autonomia Amministrativa, ne riconobbero le esenzioni fiscali e i privilegi, denominando gli abitanti dei Sette Comuni “i Tedeschi delle montagne del distretto di Vicenza.
La dedizione a Venezia
Il 20 febbraio 1404 secondo il calendario
veneto, ma il 1405 secondo l’attuale, la
Reggenza dei Sette Comuni fece uno spontaneo atto di dedizione alla Repubblica di Venezia governata dal Doge Michele
Steno. Anche questa volta non si trattò assolutamente di un
atto di sottomissione, bensì di un accordo “internazionale” sulla
stregua di quelli precedenti. L’accordo era fondato sullo scambio dei vantaggi che l’uno poteva offrire all’altro: dei confini
posti a Nord, vendita dei prodotti locali non solo nel territorio
della Repubblica di Venezia, garanzia del mantenimento dell’Antica Autonomia e delle esenzioni fiscali (salvo un contributo annuo forfettario di 400 libre e 10 vitelli, nel frattempo
conglobati in un unico pagamento di 500 libre) da parte della
Reggenza.
Si inizia a sentire aria di cambiamenti, perché Napoleone intraprende la conquista dell’Italia.
“All’albeggiare del 29 gennaio 1797, Domenico Mènadar il
Capitano de’ Bianchi prendendo su un rinforzo di altri 2000
uomini che stanziavano in San Nazzario e in Merlo, si reca di
nuovo al Cismone per esplorare del suo meglio i luoghi occupati dal nemico. Nell’assenza di lui, pochi francesi rimasero
in Valstagna, quand’ecco nell’ora appunto che il popolo
usciva di Chiesa,
dov’èra stato per udire la Messa del mezzo mattino, s’odono
gli spari di un’improvvisa fucilata e
con essi il fischiare
delle palle proveniente da un’eminenza detta il Cornione,
che dominava la Villa. All’insaputa di
tutti, e rasi ivi
appiattato un drappello
di
150
Bersaglieri Tirolesi, che il Capitano Giacomo Stefani di
Asiago… aveva condotto la su, partendo da Asiago durante
le notte. Si erano essi preposto con quel badalucco di spargere
il terrore nella Villa, con ammazzamento di molti francesi.
Volle ventura che le palle non colpissero alcuno, del popolo,
ne degli stessi soldati; i quali ben presto, viare le armi e arrampicandosi per la rocciosa pendice obbligarono il drappello a sloggiare dal Cornione e a salvarsi fuggendo sulle alture
di Foza […]. Fu in tale congiuntura che il colonnello francese Cognet salendo per la Pioveva al monte di Enego si fermò
alcune ore con la schiera sua di 400 soldati nella contrada
della Fossa di Sotto e vi bivaccò: calando poscia a Primolano
per le strade montane della Corsara e Correggio, aveva preso
quel cammino sospettando che nel castello della Bastia, un
tempo arnese di guerra assai formidabile, stanziasse tuttavia
qualche posto di nemici. E di fatti poco prima si trovavano in
Enego 400 Bersaglieri Tirolesi” (Tratto da Modesto Bonato,
Storia dei Sette Comuni e Contrade
Annese dalla loro origini sino alla caduta della Veneta Repubblica, Tomo
V, Padova, tipi del Seminario,
1893, pp. 125,126,127 ).
Il 12 maggio 1797 il doge
Ludovico Manin decretava la fine
della Repubblica Serenissima.
Il 22 luglio 1797, a nome della
Reggenza tra i Deputati della
Reggenza, Gio. Maria PertileRampini e Antonio Maria Valente, e il generale francese
Barthélemy- Catherine Joubert che
presiedeva il governo provinciale di Vicenza, stipularono una
convenzione la quale confermava, l’esenzione dei dazi, il mantenimento in vita del pensionatico e la Milizia.
Il trattato di Campoformio e il passaggio all’Austria
Con il tempo, tuttavia, andò crescendo il sospetto che i francesi non
intendessero confermare la
convenzione del 22 luglio e
così il 22 settembre venne
stipulata una richiesta di aiuto con la collaborazione del
Conte di Lehrbach, Ministro plenipotenziario e Commissario dell’Armata Imperiale, fatta pervenire con la
massima segretezza all’Imperatore d’Austria Francesco II a
Innsbruck.
Il 17 ottobre 1797
il trattato di
Campoformio
determinò il passaggio del Veneto e
della Reggenza all’Austria nell’anno seguente.
Il 5 novembre 1797 il delegato dei Sette Comuni a
Vicenza, Gio. Battista Fabris,
angosciosamente rivelò: “Siamo
stati traditi dai perfidi francesi, a
fronte di tanti sacrifizzi. Oh Dio! Io mi
sento morire […] rimanendo a me la dolce compiacenza di avere servito la mia
cara patria. Voi non potete immaginarvi
quante cose io abbia dette al generale
Bonaparte, rimproverando sì, che lui e
la Francia
di malafede, per la quale eclissavano il loro nome eternamente”. L’autorevole Abate Agostino Dal Pozzo il 10 novembre,
fece conoscere alla Reggenza la traduzione dal francese degli
articoli della pace di
Francesco II
Campoformio e commentava: “Siamo stati
corbellati dal generale
Bonaparte”.
Il 17 febbraio 1798 a
Gallio fu stilato un atto
notarile, nella quale traspare la crescente angoscia per la precarietà
della situazione politica.
[… nel divenir … sudditi del monarca austriaco e per di somma
utilità alla nazione di
elleger deputati per
trattar il possibil bene
di queste popolazioni...]. (Tratto da Archivio di Stato di
Vicenza, Notaio Antonio Pertele, b. 3435, f. 1503 r-v)
Il 24 febbraio 1798 quattro delegati dei Sette Comuni giurarono fedeltà ed obbedienza allo stesso Imperatore d’Austria Francesco II, che già il 4 febbraio aveva ripristinato 14 membri
dell’antica Reggenza.
Nel agosto del 1798 l’Arciprete Giuseppe Strazzabosco al quale
“in benemerenza di aver predicato l’intera Quaresima in
Cimbro, fu regalata una tabacchiera in oro ripiena di zecchini
coll’arma del Comune di Asiago, la quale fu nascosta assieme a tutti i paramenti di valore della chiesa, con la complicità del Sindaco Giacomo Antonio Costa Pruch, nella parte più
alta del campanile, all’insaputa dell’intero paese.
“Alcuni spiriti torbidi”, non vedendo i tradizionali paramenti
esposti, minacciarono la vita del Costa… che messo alle strette si arrese e rivelò il nascondiglio, per cui i francesi venuti in
Altopiano per saccheggiarlo, rubarono quanto possedeva la
chiesa portandolo a Vicenza”. (Tratto da Ibid. pag.139)
Dal 1798 al 1805 l’Austria permise alla gente dei Sette Comuni
di governarsi con le antiche leggi governate fondate sulla libertà. Ovviamente erano sorvegliate, proprio perché l’Altopiano
rappresentava un punto strategico per il suo Impero. L’Austria, perciò, invitò la Reggenza a consolidare il piccolo Esercito Federale, portandolo a 2.500 uomini, perché occorreva
prepararli da ogni assalto francese, tanto più che Napoleone
stava rientrando a Vienna, dopo il ritorno dall’Egitto.
Nello stesso anno il Milanese Austriaco, Trentino Tirolese,
Ottavio de Bianchi, Capitano dello Stato Maggiore generale di
Sua Altezza
8
Sabato 19 settembre 2009
Imperiale l’Arciduca Giovanni d’Austria, sottoposto del maggiore Franz von Siegenfeld, che in precedenza scacciò delle
truppe napoleoniche dalla Valsugana, conobbe Elisabetta, della
potente famiglia dei Baroni Hippoliti di Borgo, che divenne sua
sposa.
Nel 1804 il Capitano, investito da Giovanni d’Austria di 4 battaglioni, assieme alla Milizia della Reggenza e altri volontari del
Tirolo sferrò la controffensiva alle truppe napoleoniche
sull’Altopiano dei 7 Comuni e in Primiero.
Nessuna meraviglia se in Tirolo e in Altopiano i contadini, cittadini e nobili si preparassero all’insurrezione
con l’orgoglioso patriottismo di sempre, perché si
dava per certa una nuova guerra dell’Austria contro la Francia.
Le truppe francesi, nel novembre 1805 giunsero ad Asiago, incendiarono una quantità di munizioni requisite, fra lo sgomento delle popolazioni dell’Altopiano. Successivamente le
truppe Austriache dovettero abbandonarlo.
La fine dell’indipendenza
Con la vittoria dei francesi sull’Austria, la
Reggenza e il Veneto entrarono a far parte
dell’Impero napoleonico. Alla Reggenza
dei Sette Comuni fu tolto lo status di terra separata e quindi abolita la sua indipendenza e sovranità il 29 giugno del 1807 ed essa
fu integrata ai territori occupati dai francesi.
Il 9 aprile 1809 senza dichiarazione di guerra calcolando sulla
sorpresa, l’Arciduca Carlo, il più
valido, per non dire l’unico, fra gli
strateghi austriaci, apre le ostilità, attaccando la Baviera a Braunau.
Contemporaneamente l’Arciduca Giovanni,
comandante il fronte sud con le sue 8ª e 9ª
armata, forte di complessivi 80.000 uomini,
inizia le ostilità, lanciando l’8ª armata sotto il
generale Johann Freiherr von Hiller, a ritroso
dell’Inn e il 9ª Corpo d’armata al comando di
Chasteller, da Villacco lungo la Val Pusteria.
Meta del primo Innsbruck, del secondo
Bressanone.
All’avanguardia di Chasteller, avanza i generale Franz Philipp Fenner con i sui Carinziani.
L’Arciduca Giovanni, con la 9ª armata al suo
diretto comando, forzata la stretta di Saga a
sud-ovest di Caporetto penetra nel Veneto.
Il 12 aprile, la prima battaglia del Berg-Jsel. Gli Schützen di
Andreas Hofer prendono Innsbruck.
Il 14 aprile la vittoria austriaca di Sacile. Il Viceré Eugenio è
costretto a ritirarsi, con i sui reparti italo-francesi, prima al
Piave poi all’Adige, sgombrando anche il basso Trentino e il
Cadore. Gli Austriaci nella loro rapida avanzata arrivano in
Altopiano e oltrepassano Vicenza.
Ordine aperto del 24 aprile 1809 con il quale Giovanni d’Austria nomina Ottavio de’ Bianchi conduttore del buon Popolo
del Tirolo italiano: “Esperimentato l’animo, el’attaccamento
del buon popolo del TiroloItaliano per la buona causa, e persuaso che continueranno con eguale zelo, ed energia, ho deciso di mandargli un conduttore, ed a tale effetto nomino il
Capitano de’ Bianchi, il quale è incombenzato di arruolare
tutti quelli, che volontariamente nella Valsugana sino nelle
Vallate Bresciane, sperando, che anche quelle vorranno far
parte del bene comune, e proteggere la loro Religione, e le
loro famiglie, e proprietà”.(Tratto dal libro: “Frammenti di
storia trentina” pag.85)
l’Altopiano
La rivolta contro i francesi
Il commerciante di legnami Arcangelo Michele Maria
Prosdocimo Vincenzo Negrelli, amico del De’ Bianchi, pochi
giorni dopo compie opera di proselitismo oltre frontiera e, più
precisamente sull’intero Altopiano del Sette Comuni fino a toccare Arsiero, Schio e alcuni borghi minori posti ai piedi dei
Lessini. In questi comuni dopo aver distribuito materiale propagandistico fornito da Ottavio de’ Bianchi, il Negrelli, preceduto dal suo comandante e scortato da un fedele “caporale”,
raggiunge il paese di Bolca nei pressi di Valdagno dal quale
minacciato per la presenza di francesi distrugge le “stampiglie”
e guidato dal Capo Comune di Bolca lo porta fino ad Asiago. Il
sacerdote della canonica lo accoglie clamorosamente, allestisce la tavola in suo onore e lo fornisce di “masserizie” per
cambiarsi. In un vicino villaggio il curato lo preserva da un’imboscata. A Rotzo viene “rinforzato” dal pievano (il parroco di
canonica) che lo ospita per la notte. Oltre che vitto e alloggio,
dai ministri di Dio Angelo Michele ottiene un mulo per il trasporto dei bagagli, foraggi per la cavalla, informazioni preziose
e, soprattutto, lettere di raccomandazione necessarie a preservarlo all’organizzazione religiosa.
Tornato quindi nel centro dell’Altopiano, il Negrelli perviene in
Asiago ove trova “… il cugino del curato di Rotzo, che tremava per la situazione e che consigliava d’allontanarsi ben presto mentre veniva a quella volta in quel giorno istesso un battaglione di armati francesi”1
Raggiunto Enego ed accolto anche qui dall’arciprete di quella
località “… colle più vive dimostrazioni
d’allegrezza passai la notte –racconta
Negrelli- con quel sig. Arciprete e la mattina dietro consegnando ad me quel poco
denaro ch’io mi aveva sembrato e così
ugualmente quel plico suggellato in mia
cavalla, e la cura di tener celato quanto
gli consegnai cangiando di vestito, e dirigendomi dietro il suo consiglio per sortire con sicurezza in Valsugana…” (Tratto
dal libro “Frammenti di storia trentina,
pag. 78)
Ottavio de Bianchi fu fatto prigioniero,
e, riconosciutone l’alto valore militare,
non subì giustizia sommaria perché i comandanti francesi non sentirono nè di
trattenerlo, nè di passarlo direttamente
per le armi, come previsto dalle leggi
militari e come, peraltro, avvenuto in altre occasioni. Rimetterono quindi il tutto
nelle mani del generale di divisione Pascal Fiorello, governatore di Mantova e comandante delle truppe stanziate nel regno
d’italia, che senza esitazione alcuna dispose di sottoporlo a
processo criminale, e dopo “regolare” processo fu fucilato
il 24 giugno 1809 a Mantova. L’imputazione consisteva in:
1. Di avere eccitato i Popoli delle sette Comuni poste nel
Regno d’italia a prendere le armi contro il loro legittimo
Sovrano da lui chiamato nemico comune dell’Europa, col
messo di un suo proclama segnato da lui stesso, 2. D’avere
comandata una massa di rivoltosi, 3.
D’aver diretto uno spionaggio. Lui riconosce le prime due
imputazioni, negando la terza. Verrà riconosciuto colpevole
per le prime due imputazioni e dichiarato non colpevole per
la terza imputazione. Il procedimento penale si tenne nel
maggior salone del palazzo del Conte Giovanni Arrivabene,
sito nella contrada si San. Francesco detta delle Concole, al
numero civico 747, oggi giorno via fratelli Bandiera n° 4.
La sanguinosa repressione
Il 17 luglio, Asiago era stata ripresa sotto la dominazione
napoleonica e la repressione
fu sanguinosa, addirittura
“strage orrenda”, secondo la
c r o n a c a
dell’ultraconservatore
Arnaldo Tornieri “Più di 70
furono uccisi dai Francesi,
tra cui anche qualche donna”. Pur compiacendosi che
si fosse data una valida “lezione a quelli abitanti” e inveendo contro gli “sciagurati
suscitatori del disordine e
della confusione”.
I “disordini”, continuarono
almeno fino ad ottobre.
Il 28 agosto 1809, destituito ufficialmente l’inetto
vice-prefetto di Asiago Angelo Trevisan incapace di
estirpare il popolo rivoltoso
Altopianese, giustificandosi:
[…] in quei ardui momenti
io non potea dirigermi diversamente, sprovvisto
come io l’era di forza armata ed in mezzo ad una popo-
www.giornalealtopiano.it
19
lazione riscaldata per innanzi dalli inviti lusinghevoli del
nemico e poscia sedotta in parte dalli giornalieri eccitamenti
delli Tirolesi limitrofi ed in parte da quelli briganti della
pianura, oltre io essere stato mal corrisposto da una Municipalità che, passando meco di concerto essa sola potea
garantirmi, come conoscitrice dei costumi e dell’indole di
quelli non ancor civilizzati pastori. (tratto da “Storia
dell’Altopiano dei Sette Comuni, pag. 490)
30 settembre, il generale italiaco Rusca “figlio di un
Roveretano” è pronto a trattare in nome di napoleone con i
Tirolesi. Offre loro dell’odiato Governo Bavarese, l’unione
al regno d’Italia. Dichiara loro, però che è da escludersi,
nel modo più assoluto la possibilità che il Tirolo rimanga
unito all’Austria. Ma Hofer ha già rivolto il suo ultimo, urgente appello, all’insurrezione in massa e non prende in alcuna considerazione i tentativi di contattare una
capitalizzazione. L’Imperatore d’Austria per non perdere la
faccia di fronte al Tirolo e all’Europa, compie un estremo
tentativo. Pur di mantenere quanto ha promesso a
Wholkersdorf, tenta offrire a Napoleone, al posto del Tirolo,
la Galizia o la Dalmazia, ma ne ha un rifiuto. A fine settembre le popolazione del Tirolo, si levano in massa in difesa
della loro terra.
14 ottobre a Schönbrunn, presso Vienna, viene firmata la
pace fra Napoleone e Francesco I, con il sacrificio del Tirolo
e del Worarlberg, divisi fra il Regno di Baviera e il Regno
d’Italia.
16 ottobre quasi 60.000 uomini fra Bavaresi e Franco-italici
iniziano la rioccupazione del Tirolo e dell’ex Principato di
Trento, reprimendo spietatamente gli ultimi tentativi di resistenza dei montanari.
16 novembre ultime vittorie degli insorti, guidati da Hofer al
Kucheberg presso Merano, e a San Leonardo di Passiria.
28 gennaio 1810 cattura, per tradimento di Andreas Hofer
alla “Pfan-dleralm”, la baita in Val Passiria, ove si era rifugiato con la famiglia.
20 febbraio fucilazione di Hofer nella fortezza di Mantova.
Dopo l’infelice esperienza di Angelo Trevisan la
Viceprefettura di Asiago venne affidata, il 28 febbraio 1810
a Giacinto Bossi. La repressione della rivolta era fin troppo
spietata, come lo stesso direttore di Polizia aveva ammesso
in un “promemoria” indirizzato, ancora nei primi giorni d’ottobre 1809 al duca Francesco Melzi d’Eril: “L’insorgenza è
compressa, ma sarà sempre grave il pensiero della perdita di
circa 2000 uomini, la maggior parte agricoltori, che lasciarono la
vita affrontandosi colle truppe o sul patibolo. La pena di morte fu
applicata forse con troppa profusione dalle commissioni militari,
cosicché sotto il giorno d’oggi produce un effetto contrario di
quello che si vorrebbe. Accostuma il popolo al sangue e fa riguardare con indifferenza ciò che prima si vedeva con ribrezzo. Il
numero dei detenuti è grande, quello de’ fuggitivi lo è ancor di
più…. (tratto da I cartezzi di Francesco Melzi d’Eril duca di Lodi.
Il regno d’Italia di Napoleone, cit., pp. 173, 216, 647).
...e la ricerca continua
Giunge ai giorni nostri la testimonianza di un nostro concittadino emigrato in America ai primi del ‘900, che con particolare attenzione scrive ai parenti in Asiago per ricordare nella
storia il sacrificio, del bisnonno del Nicoletto Sartori, ultimo
Eroe Repubblicano della Reggenza.
Buenos Aires, 30 Novembre de 1921
Nicoletto carissimo,
da molto tempo aspettiamo una tua condescrizione sulla nuova
edificazione del nostro distrutto paese.
Abbiamo visto dai telegrammi che fu ricostruito il ponte sulla
Valdassa e che venne innalzato un monumento ai caduti del
Reggimento Regina.
I settecomuni non han da tenersi onorati da tal monumento: il
monumento che li onorerà potrà essere che quello che dovrassi
innalzare, presto o tardi : a Domenico Sartori tuo bisnonno che
può considerarsi come l’ultimo repubblicano di una Repubblica Federale durata più che nessun’altra al mondo,e che terminò il giorno nel quale il tuo bisnonno(assalito e ucciso il capitano che guidava un corpo d’esercito mandato per sopprimere
una rivolta) fu fucilato sull’albero detto della Libertà piantato là
dove comincia la via che conduce alla Laita.
Tu devi farti iniziatore per un tal monumento: non vi è alcuno
che ti possa aiutare nella nobile impresa?
Dimmi che persone son quelle che formano la municipalità,la
segreteria, la direzione della scuola perché possa scrivere in
argomento a qualcuna di esse.
Non si stampa in Asiago un qualche periodico perché possa
farvi inserire degli articoli in proposito?
Scrivimi presto e molto su quanto ti chiesi perché amo le cose
del mio paese sopra ogni cosa.
La lettera prosegue con comunicazioni personali e conclude:
A tutti i nostri cari tante belle cose, e mille me ne darai tu dal
nostro adorato Asiago, che attendiamo con ansia.
Nicoletto mio carissimo, e a tutti i tuoi, sentimenti più intensi
dell’animo mio.
Vostro Cristiano Rigoni
8
Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
20
Quarto lampione a destra sul ponte…dell’amore
Anche Roana contagiata dalla moda lanciata dal libro “Ho voglia di te” di Federico Moccia.
Lucchetti serrati e chiavi in Val d’Assa per suggellare patti d’amicizia e rapporti sentimentali.
Li avevamo incontrati nel libro “Ho voglia di te” di Federico Moccia, seguito del
cult “Tre metri sopra il cielo”, per poi ritrovarli nella
trasposizione cinematografica dello stesso romanzo,
uscita nel marzo 2007. Per
non parlare del video di
Tiziano Ferro “Ti scatterò
una foto”. Eh si, sono loro, i
“lucchetti dell’amore”, simboli che sanciscono il legame indissolubile di due persone, diventati famosi grazie
alla scena in cui Riccardo
Scamarcio, interprete di quello
Step che tanto
aveva fatto sognare le giovani
lettrici
di
“3MSC”, getta le
chiavi da Ponte
Milvio nel Tevere, affermando
“PER
SEMPRE”. Si, con la
stessa espressione sulla faccia di
uno che va al patibolo. Ma
questo è un altro discorso...:).
Dal libro, al film, infine alla
realtà: a Roma, sul Ponte
Milvio, i lucchetti dell’amore
non si sono fatti attendere,
tanto che nell’aprile 2007 un
lampione è crollato a causa
del peso eccessivo, da
ricondursi proprio alla nuova
ondata di metalliche manifestazioni d’amore su di esso.
E il Comune di Roma si è visto costretto ad affiancare ai
lampioni delle strutture appositamente create per il deposito dei lucchetti...a mali
estremi, estremi rimedi.
Tuttavia ciò ha dato l’occasione a un gruppo di giovani
di mettere online un sito
(www.lucchettipontemilvio.com)
dove i lucchetti vengono creati e attaccati virtualmente al
famoso ponte romano, di cui
è
stata
ricreata
l’ambientazione digitale. La
“lucchettomania”, diventata
già internazionale nella realtà, ha superato le aspettative
degli ideatori del sito, che si
sono visti arrivare richieste e
visite da tutto il mondo, per
un totale di quasi 30 mila lucchetti.
Sembra che la tradizione sia
nata in Cina il secolo scorso,
ma se ci soffermiamo sull’Italia, invece, il primo “ponte dei lucchetti” lo troviamo
a Merano. Unica differenza?
Non si trattava di segni
d’amore, ma di una sorta di
“rito di passaggio” per i mili-
tari che terminavano il servizio di leva nella città
altoatesina.
Come ho già detto, il film “Ho
voglia di te” li ha fatti diventare una moda che si è poi
diffusa in varie città italiane,
tra cui troviamo anche
Vicenza con il suo Piazzale
della Vittoria a Monte
Berico; ma se qualcuno si è
mai fermato a osservare il
nostro Ponte di Roana, avrà
certamente notato che al
quarto lampione a destra, in
direzione Canove, qualcosa
luccica. Non sono ancora
così tanti da determinarne il
crollo, eppure anche noi abbiamo i nostri lucchetti, qui
sull’Altopiano.
Il primo lucchetto nel 2008
A raccontarmi la storia dei
lucchetti di Roana sono tre
dei cinque ideatori: il primo
l’hanno attaccato proprio
loro al famoso “quarto lampione”, e porta su di sé la
data precisa della nascita di
questa nuova tradizione
altopianese: 17 maggio 2008.
“Non è un lucchetto dell’amore, però, ma di amicizia spontanea e sincera come
è la nostra” mi precisa J.,
“proprio per questo abbiamo
sistemato le nostre iniziali a
formare
la
parola
“A.M.J.C.I.”: insomma, era
quasi un segno del destino!
Un’amicizia vera non si
costruisce...diventa tale da
sola. E noi abbiamo deciso di
consolidarla così.”
Già il Giornale di
Vicenza aveva
dedicato un articolo ai lucchetti
di Roana, attribuendo il merito del
primo di essi a
degli studenti
laziali in visita
alla cittadina
altopianese. “Tutto falso,
hanno inventato addirittura
delle interviste, in cui a parlare di amore era una ragazza roanese bionda di nome
Silvia: ma come noi tutti sappiamo, non c’è nessuna nostra coetanea che si chiami
così a Roana. E poi, altro che
studenti laziali, siamo stati noi
a mettere il primo lucchetto
quella notte del 17 maggio!”
E per documentarlo, i tre mi
mostrano delle foto e un video fatto con il cellulare la
notte stessa in cui hanno deciso di segnare per sempre il
loro legame di amicizia. Nel
video si vede poco, essendo
stato girato di notte, ma l’audio rende bene: e a meno che
gli studenti laziali non parlino
alla perfezione il dialetto
veneto, è chiaro che la ragione (e il merito) sta dalla parte dei nostri ragazzi.
“Dopo quella notte, abbiamo
cercato di spargere la voce
in giro”, mi spiega A.” in
modo che sempre più persone attaccassero il proprio lucchetto per poi gettare le chiavi nella valle sottostante. Per
un mese, tuttavia, il nostro è
rimasto il solo lucchetto sul
lampione. Ora, invece, altri
amici e coppie sposate hanno seguito il nostro esempio”.
Per dimostrarmelo, mi portano sul ponte: la scena diventa comica, dal momento che
tutte le auto di passaggio rallentano e controllano dallo
specchietto retrovisore cosa
ci facciano quattro giovani in
fila indiana sul ponte tristemente famoso per i suicidi.
Arrivati al quarto lampione,
accanto al primo famoso
“AMJCI X SEMPRE: 17
MAGGIO 2008” si leggono
coppie di nomi o iniziali
“BARBARA E RENATO”
, “MATTIA+VANESSA” e
si arriva addirittura al consiglio “PENSATE PRIMA DI
BUTTARVI...LA VITA È
BELLA!”. Interviene I. a ricordarmi una frase particolarmente originale, quasi una
parodia ai libri di Moccia:
“IO E TE...80 METRI SOPRA IL PONTE!”. “Ma ora
quel lucchetto è stato
tolto...evidentemente, non si
trattava di un sentimento così
forte!”
Un altro lucchetto è un saluto dedicato a un amico che
parte per un lungo viaggio,
altri ancora portano le iniziali
di amiche che, mi raccontano, ora non si parlano più.
Qualsiasi sia il pretesto, sembra che i lucchetti abbiano incuriosito anche i turisti estivi, che a più riprese si sono
fermati a contemplarne le
scritte. Ma guai a chi pensa
che sia stato solo un gesto per
copiare i personaggi di
Moccia: i tre portavoce ci
tengono a precisare che da lì
è nata solo l’ispirazione per
portare qualcosa di diverso a
Roana, una nuova tradizione
che sperano di rendere più
conosciuta
in
tutto
l’Altopiano.
“Ci rendiamo conto che passando per il ponte di Roana
in macchina non si abbia
molto tempo per osservare il
quarto lampione e di conseguenza molti ancora non sappiano
della
nostra
iniziativa...ma ora che altre
persone ne verranno a conoscenza leggendo il giornale,
invitiamo tutti coloro che vogliono lasciare un segno di
affetto, amicizia, amore per
una persona o per un luogo
come il nostro paese ad attaccare
il
proprio
lucchetto...speriamo di vederne tanti altri prestissimo!”
Quindi, ora non avete più
scuse per tirare dritto sul ponte. Dimenticavo: se volete
lasciare il vostro personale
pegno d’amore, l’unica clausola è quella di esserne davvero convinti, perchè simboleggia un sentimento che non
ha fine...e una volta che avete buttato le chiavi, fidatevi
che nessuno torna giù a cercarvele! ;)
Iceskater
I giovani incontrano…la Germania
Si chiude il 15 ottobre il termine per iscriversi al viaggio a Berlino
Scadono il 15 ottobre i termini per le iscrizioni al viaggio a Berlino organizzato
dall’amministrazione comunale di Asiago nell’ambito
del progetto denominato “I
giovani incontrano l’Europa”, che si svolgerà dal 12
al 16 dicembre 2009.
“Quest’anno – spiega l’assessore Roberto Rigoni vogliamo portare i nostri ragazzi a visitare un’altra importante nazione europea
qual è la Germania. Il viaggio culturale assume ancor
più significato poiché si inserisce nella ricorrenza del
ventesimo anniversario dalla caduta del Muro di Berlino. Da questo momento la
situazione planetaria si è radicalmente modificata ed è
fondamentale che i giovani
possano conoscere gli
eventi che hanno contribuito a riunire l’Europa affinché possano loro stessi sentirsi ancor più cittadini europei. Il nostro obiettivo non
é solo quello di commemorare un periodo storico ma
anche quello di stimolare i
nostri giovani affinché sap-
piano leggere il presente e,
per quanto possibile, comprendere il valore delle relazioni politiche che hanno garantito la democrazia in Europa dall’epoca in cui avvenne la dissoluzione dei più imponenti regimi comunisti”.
“Voglio sottolineare – continua Rigoni - come il progetto “I giovani incontrano l’Europa”, avviato dalla nostra
Amministrazione da quasi 5
anni, sia stato in grado, sinora,
di fornire rilevanti opportunità di crescita culturale ai ragazzi. L’iniziativa di Berlino
ci da grande soddisfazione
per come è stata recepita dai
nostri ragazzi i quali si stanno iscrivendo numerosi. Voglio sottolineare che il viaggio non si esaurisce nella vi-
sita della capitale della Germania, ma prevede la visita
di altre due importanti città
quali Dresda e Lipsia dove
visiteremo il museo dedicato a J.S.Bach ed assisteremo ad un concerto di musica classica dedicato proprio
a questo grande compositore che in questa città visse
il suo migliore periodo artistico; anche questo è un
modo per conoscere l’Europa ed apprezzarne i talenti che l’hanno resa grande”.
Si ricorda che l’apposito
modulo di iscrizione che
potrà essere ritirato presso
l’Ufficio del Turismo del
Comune di Asiago oppure
scaricato su internet al sito
www.asiago.to alla voce
“Asiago ai giovani”.
8
Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
21
L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale
RUBRICHE
E’ al via in questi giorni la procedura di regolarizzazione per
colf e badanti prevista dal
Governo all’interno del cosiddetto ‘pacchetto anti-crisi’
(legge 3 agosto 2009, n. 102,
articolo n. 1-ter). Tramite tale
procedura di emersione dal
lavoro irregolare i cittadini UE
ed extracomunitari privi di titolo di soggiorno che siano
impiegati presso le famiglie
come lavoratori domestici di
sostegno al bisogno familiare
(colf) o come assistenti di persone affette da patologie o
handicap (badanti) potranno,
appunto, regolarizzare la propria posizione.
Vediamo tale procedura in sintesi:
Chi può presentare la domanda. La domanda per la
sanatoria può essere presentata dal datore di lavoro che
alla data del 30 giugno 2009
occupa irregolarmente alle
proprie dipendenze da almeno 3 mesi quali colf o badanti
lavoratori cittadini UE o
extracomunitari presenti in Italia. Per quanto riguarda le badanti, la regolarizzazione può
essere fatta anche da un componente della famiglia non
convivente con la persona non
La regolarizzazione per colf e badanti
autosufficiente per la quale si
rende necessaria l’assistenza.
Quando e a chi si invia la
domanda. La domanda si invia dal 1° al 30 settembre 2009
per il lavoratore italiano e per
il cittadino UE all’Inps, mentre per il lavoratore
extracomunitario allo sportello unico per l’immigrazione.
Quanto costa. La dichiarazione di emersione si presenta previo pagamento di un
contributo forfetario di 500
euro per ogni lavoratore, contributo che non è deducibile ai
fini dell’imposta sul reddito. Il
pagamento va effettuato tramite modello F24 scaricabile
dal sito internet del Ministero
dell’Interno, dell’Agenzia delle
Entrate, del ministero del Lavoro o dell’Istituto Nazionale
di Previdenza Sociale (Inps),
o reperibile presso gli sportelli
bancari.
Cosa deve contenere la
dichiarazione di emersione
del cittadino extra UE. La
dichiarazione, da presentare
con modalità informatiche,
deve contenere i dati identificativi del datore di lavoro, le
generalità e la nazionalità del
lavoratore extracomunitario
occupato al quale si riferisce
la dichiarazione (compresi gli
estremi del passaporto o di un
altro documento equipollente
valido per l’espatrio). Per le
colf (ma non per le bandanti)
è necessario, inoltre, indicare
tipologia e modalità di impiego, oltre all’attestazione da
parte del datore di lavoro del
possesso di un reddito imponibile non inferiore a 20mila euro
annui (in caso di famiglia con
un solo percettore di reddito)
o di almeno 25mila euro, nel
caso in cui il nucleo sia composto da più soggetti conviventi
percettori di reddito. E’ necessario, inoltre, allegare l’attestazione dell’occupazione del lavoratore per il periodo previsto dalla sanatoria, la dichiara-
zione della retribuzione convenuta (non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo
nazionale di lavoro) ed, in caso
di lavoro domestico, l’orario
lavorativo a tempo pieno o
parziale, comunque non inferiore a 20 ore settimanali. E,
ancora, la proposta di contratto di soggiorno e gli estremi della ricevuta di pagamento del contributo
forfetario.
Cosa determina la dichiarazione di emersione. Determina la rinuncia alla richiesta di nulla osta al lavoro subordinato legata alla
programmazione transitoria
dei flussi di ingresso di lavoratori extra UE non stagionali nel territorio italiano.
Gli effetti sospensivi e definitivi della misura. Fino
alla conclusione della procedura di sanatoria sono sospesi i procedimenti penali e
amministrativi nei confronti di
datore di lavoro e lavoratore
per la violazione delle norme
di ingresso e soggiorno in Italia e l’impiego di lavoratori.
La sottoscrizione del contratto di soggiorno, insieme
alla comunicazione obbligatoria di assunzione all’Inps e
il rilascio del permesso di
soggiorno, comportano per
datore di lavoro e lavoratore
l’estinzione dei reati e degli
illeciti amministrativi legati
alle violazioni delle norme di
ingresso e soggiorno in Italia
e l’impiego di lavoratori.
Nullità del contratto di
soggiorno. È nullo il contratto di soggiorno stipulato
sulla base di una dichiarazione di emersione contenente
dati falsi. In questo caso è
revocato il permesso di soggiorno eventualmente rilasciato.
Chi non può essere ammesso alla procedura di
emersione. Non sono ammessi alla procedura di
Avvocato Serena Baù
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
Asiago (Vi)”
emersione i lavoratori
extracomunitari per i quali sia
stato emesso un provvedimento di espulsione o quando lo straniero sia segnalato
ai fini della non ammissione
in Italia in base ad accordi o
convenzioni internazionali.
Le sanzioni per false dichiarazioni o attestazioni.
Chi presenta false dichiarazioni o attestazioni è punito ai
sensi del codice penale e delle
leggi speciali in materia. Se il
fatto è commesso attraverso
la contraffazione o l’alterazione di documenti è prevista
la reclusione da uno a 6 anni.
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
Quando lavorare…fa male: la sindrome del burnout
L’altro giorno discutevo con
alcuni amici di come fosse
andata la stagione turistica
estiva, nel ruolo dei profani
che di mestiere non sono
commercianti o operatori del
settore turistico. Si parlava
del più e del meno, fino a che
la discussione non si è
soffermata su di un tema interessante: la professionalità dei gestori locali. L’argomento mi ha intrigato perché
più se ne dibatteva, più emergevano due teorie contrapposte sulle qualità necessarie per lavorare con i turisti.
Alcuni ritenevano che per
saperci fare con la gente, riuscendo ad essere cordiali e professionali anche a ferragosto quando il lavoro diventa esasperato e disumano, ci
vuole il carattere giusto,
bisogna essere nati per
fare quel mestiere, altrimenti alla lunga si scoppia. L’altra teoria, da me
supportata, riteneva invece che fosse necessaria una preparazione
tecnica specifica per
c o s t i t u i r e
un’”interfaccia” di qualità anche in situazioni
stressanti (ad esempio
di fronte alle maleduca-
te intemperanze del cliente).
I molti anni di studio e di
esperienza con le persone mi
hanno convinto che quando
si è di fronte, in maniera continuativa e voluta, al bisogno
d’aiuto delle persone, è fondamentale essere attrezzati
per riuscire a rimanere alla
giusta distanza (poi ve lo
spiego) ed essere in grado di
gestire i propri stati emotivi
di fronte al malcontento della gente. Facciamo un
excursus. Gli studi sulla sindrome da stress riguardante
le professioni d’aiuto sono
piuttosto recenti. Solo dal
1970 in poi, infatti, si è posto
l’accento su di una
problematica che stava invadendo i contesti lavorativi nei
quali si lavorava a contatto
con malattie, disagio fisico e
psichico, morte: gli ospedali,
le case di cura, gli ambulatori. Si scoprì che chi aveva a
che fare professionalmente
(nel senso che aveva una
frequentazione costante e
strutturata) con la sofferenza delle persone tendeva progressivamente, senza peraltro accorgersene, ad esaurirsi
emotivamente e distaccarsi
dal paziente sviluppando freddezza
e
distanza
interpersonale. Ciò comportava uno scadere della qualità della prestazione lavorativa e sviluppo di sintomi
da stress negli operatori.
La
sindrome
del
“Burnout”, così definita inizialmente
da
Freudenberger è oramai
una malattia riconosciuta a
cui molte professioni d’aiuto sono esposte. Il principio attivo che determina
l’esordio del burnout sembra essere multifattoriale: in
pratica è un “cocktail” di
ambiente lavorativo protettivo nei confronti del lavoratore, vulnerabilità personale ed esposizione prolun-
gata al disagio dei pazienti. Il
burnout segue tre fasi di gravità crescente. In un primo
momento l’operatore idealizza il proprio lavoro e tende a
sovrastimare la sua capacità
di rispondere alle necessità
ambientali e personali dei
pazienti. E’ una specie di luna
di miele che se non ridimensionata sin da subito rischia
di esaurire le energie e le
motivazioni, visto che lo
scontro con la cruda realtà
lavorativa porta ad una crescente sensazione di incapacità a sostenere il carico lavorativo. Può accadere, soprattutto all’inizio, che l’operatore non sappia ridimensionarsi e prendere le giuste distanze dal suo ruolo, lasciandosi coinvolgere personalmente dalle problematiche
dei pazienti. Ciò non può essere sopportato a lungo e
l’entusiasmo lascia presto il
posto alla delusione di non
essere onnipotenti e infrangibili. Le richieste assillanti
diventano insopportabili, tanto che il rendimento nella seconda
fase
diventa
altalenante, approssimativo,
persino cinico. Un ambiente
lavorativo disorganizzato,
senza una struttura gerarchica sufficientemente solida,
che non tuteli il modus
operandi e i singoli ruoli professionali complica ulteriormente il quadro e fa cedere i
più deboli. Inoltre (per tornare ai fattori personali e al
carattere), rischia di più chi
sovrainveste nel lavoro, chi
non ha relazioni affettive stabili al di fuori della vita professionale, chi ha una personalità ansiosa, nevrotica o
eccessivamente rigida e mischia il personale con il professionale. Nel terzo livello di
sviluppo sintomatologico aumenta il senso di sfiducia in
se stessi e l’emotività negativa prende il sopravvento. E’
possibile assistere a episodi
di aggressività nei confronti
dei pazienti o alla totale apatia nei confronti della sofferenza. In più, si matura un
senso di svalutazione del proprio ruolo professionale
(autorealizzazione) e dell’ambiente lavorativo di riferimento. Tutto questo per dirvi che…chi ha a che fare con
le richieste altrui, tende a subire i ritmi imposti da altri, si
sente sopraffatto dal carico
lavorativo, è costretto continuamente a mediare l’aggressività, la rabbia, il disagio, il
malcontento dei turisti mettendoci la faccia (e il cuo-
Stefano Rigoni, Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
re)… è a rischio di burnout.
Ciò vale anche per il settore
turistico, e in particolare per
chi è operatore front desk. I
dati dicono che chi ha a che
fare con la malattia e la morte si “brucia” prima (infermieri, medici, psicologi, operatori sanitari) se non si attrezza con una debita preparazione tecnico-professionale
(corsi specifici per accrescere le capacità di gestione della
problematica); gli altri, come gli
operatori del turismo o dei servizi, forse sono meno a rischio
per lo sviluppo della sindrome
in tempi brevi, ma certo non
possono reputarsi del tutto
esenti da rischi. Ecco perché
con i miei amici ho sostenuto
l’idea che solo una preparazione specifica permette di garantire qualità professionale e
allo stesso tempo tuteli la salute del lavoratore.
8
Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
22
Hockey Inline A1
INLINE
Non si stanca di vincere la Rigoni di Asiago
Vipers - Sua (ancora una volta) la Supercoppa
di Stefano Angonese
Anche quando sembra possa essere arrivato il momento di cedere qualcosa anche
agli altri, il “killer instinct”
della Rigoni di Asiago Vipers
emerge, impietoso, ancora
una volta, e fa la differenza.
Ancora loro, i “cannibali”
dell’hockey inline. Ancora un
trofeo (il 19° in totale): la
Supercoppa, la sesta, di una
collezione quasi esclusiva, a
cui manca solo l’edizione
2008, soffiata all’overtime
dall’Edera Trieste.
Qualcuno pensava che questa nuova stagione potesse
iniziare in modo diverso, con
qualche incertezza in più e,
invece, no. Almeno per ora.
Si è ripartiti esattamente da
dove ci si era lasciati, con
Asiago sempre più padrone
di questa disciplina,
nonostante voci
e
“rumours” di mercato a disturbare per settimane, e
stavolta pure con un
Vicenza autolesionista, che
ancora adesso si morde le
mani per l’occasionissima
sprecata. I biancorossi di
Angelo Roffo erano saliti
sull’Altopiano per conquistare il loro primo titolo. Ci
credevano. Molto, prima di
iniziare a giocare, molto di
più dopo 14', quando per
due volte si sono trovati
avanti addirittura di tre reti
(0-3 e 1-4). All’intervallo il
“gap” era sceso a due lunghezze (2-4). Comunque un
bel tesoretto da amministrare non c’è che dire, ma
Vicenza lo ha visto azzerarsi in una manciata di minuti
in avvio di secondo periodo
per mano dei soliti
Comencini (giustiziere dei
Diavoli ai rigori in gara 4
dell’ultima finale scudetto)
e Tomasello, vero e proprio
“acquisto” in questo periodo dell’anno.
Derby vero, intenso, con
Vicenza che torna a crederci ancora una volta, grazie alla rete di uno dei tanti
nuovi volti in pista. Stavolta
sembra davvero fatta, anche
perchè Asiago sbatte sui pali
e quando Mosele (Ricky) si
accomoda in panca puniti
Vicenza ha di fatto l’occasione per prendersi la coppa.
Ma la spreca. E non solo, visto che si fa infilare da Sergio Rigoni (già decisivo tre
mesi prima con quel rigore,
un po’ fortunoso, che tenne
in vita i Vipers), uno che magari non si vede, ma che fa
decisamente il suo lavoro.
Colpo letale per i Diavoli, che
implodono a livello fisico e
nervoso. La superiorità numerica, nel finale, è per i
Vipers e Tomasello, uomo da
momenti importanti, piazza
la stoccata vincente. Sorpasso all’ultima curva,
con Vicenza che si pianta,
ormai senza più benzina. I
titoli di coda li fa scorrere
ficiale di Claudio
Mantese, probabilmente il miglior
elemento in circolazione, nelle scorse settimane entrato nel vivo del
mercato, con Edera Trieste
e
Vicenza alla finestra in attesa di
qualche “rottura”
nella trattativa per
il rinnovo. « Su
Mantese puntiamo molto – ha dichiarato il presidente Fabio Forte
– sia per la prima squadra che
per il progetto legato allo svilupFoto Cesare Pivotto
po del nostro setcapitan Sartori. Finisce 7- tore giovanile e davvero
5; poi è il solito rituale. Al- non mi è mai passato per
l’indomani dell’ennesimo la mente che potesse antrionfo è giunta anche dar via. Ora deve pensaun’altra buona notizia per il re a recuperare bene dalclub
più
titolato l’infortunio alla caviglia
dell’inline: la conferma uf- ».
Non
ancora
ufficializzata, ma data praticamente per certa la conferma anche di un altro
“gioiello” di casa Vipers:
Gianluca Tomasello, anche
lui finito nel mirino delle rivali più accreditate, ma alla
fine vicino ad indossare
ancora una volta la maglia
della Rigoni, per lui diventata quasi una seconda pelle. Una volta risolte le questioni di mercato, la Rigoni
di Asiago Vipers in formato “tascabile” (solo 7 giocatori) ha debuttato in Coppa Italia. Nell’andata dei
quarti di finale la formazione allenata dal presidente
Fabio Forte si è imposta con
autorità per 4-2 (doppietta
di Comencini, capitano per
l’occasione, Ceschini e Frigo) sul Civitavecchia, ipotecando così il passaggio
del turno.
La gara di ritorno è in programma ad Asiago domenica 20 settembre alle ore
18.30. Stefano Angonese
Sulle strade di Rubbio, Stoccareddo,
Marcesina e Valstagna si corre il 26°
Rally Internazionale Città di Bassano
Torna il 25 e 26 settembre il
“Rally Internazionale Città di
Bassano”, che giunge in questo 2009 alla sua 26^ edizione. Durante la suggestiva
presentazione ufficiale tenutasi ad inizio mese nella regale cornice di Villa Caffo a
Rossano Veneto, è stato svelato il percorso di quest’anno, che toccherà il territorio
dell’Altopiano grazie alle pro-
ve speciali che si correranno
sulle strade di Rubbio,
Stoccareddo, Marcesina e
Valstagna. L’inizio ufficiale
della manifestazione è in programma al Ponte degli Alpini di Bassano del Grappa alle
ore 19.30 di venerdì 25 settembre, mentre l’arrivo finale e le premiazioni si terranno la sera successiva, sabato 26 settembre, alle ore
19.30 in piazza Libertà, sempre a Bassano.
Gli orari previsti per
l’inizio delle varie prove speciali del 26 settembre sono: Rubbio
alle 7.51 – 12.04 –
16.17 , Stoccareddo
alle 8.34 – 12.47 –
17.00, Marcesina 9.09
- 13.22 – 17.35,
La vettura di
Mauro Spagolla
Valstagna alle 9.54 –
14.07 – 18.20. Oltre al
vincitore delle ultime due edi- Baù assieme a Silvano
zioni, l’eneghese Mauro Cerato su Mitsubishi Lancer
Spagolla navigato da Ema- Evo IX, Mirko Moro su
nuele Bonotto, fra i circa Peugeot 106 con la
centoventi equipaggi in gara navigatrice Lara Fincato,
in questo rally, ci sono altri Daniele Sterchele e Andrea
altopianesi: il giovane Fran- Rigoni su Renault Clio,
cesco Pozza con il suo fede- Gianantonio Frison e Alex
le navigatore Michele Cerato su Renault Clio RS
Slaviero su Renault Clio RS Light.
Light, il veterano Remigio
S.B.
8
Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
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23
CANOVE CALCIO
CALCIO
Una squadra ricca di potenzialità
La prima competizione stagionale, la Coppa Veneto, ha messo in luce le tante zone d’ombra della
formazione di Mister Covolo. Non sono mancati i lampi di bel gioco. Si può e si deve migliorare.
Terza Categoria
Domenica in campo Asiago Calcio
Altopiano e GLC Soccer Team
Dimenticare e ricominciare. Un destino comune per le due formazioni
altopianesi che a partire
da domenica 20 settembre (calcio d’inizio ore
15.30) inizieranno la loro
avventura nel campionato di terza categoria.
Dimenticare l’ultima stagione, amara, e ricominciare, in entrambi i casi,
anche cambiando.
Ad Asiago, dopo due anni
di gestione Rudy Baù (all’attivo una splendida promozione a cui ha fatto
subito seguito una
fulminea retrocessione),
si volta pagina, investendo su di un nuovo allenatore: Marcello Carlesso.
Bassanese classe ‘57,
vanta una pluriennale esperienza (allena dal 1982) che
spazia dalle giovanili alla prima categoria. Nell’ultima stagione una breve apparizione
sulla panchina dell’Arsenal
Cusinati. Adesso questa nuova, stimolante sfida. Per lui, per
la squadra e per il presidente,
nuovo anche quello: si tratta
di Federico Longhini, subentrato a Santino Rossi, dimessosi a causa dei sopraggiunti
impegni politici nell’amministrazione comunale di Asiago.
« Sarà un anno di ricostruzione – dice Longhini –. Non
sono certo tempi per fare
follie questi, bisogna stare
tranquilli e lavorare “a fari
spenti”, con le nostre forze
e con i nostri giovani per
gettare le basi per il futuro.
Abbiamo un nuovo tecnico,
che si sta inserendo bene e
che ha già avuto un buon
impatto sui giocatori. Forse
prima della chiusura dei trasferimenti metteremo a segno un altro paio di innesti
nel reparto difensivo, ma la
squadra c’è ed ha le qualità per poter disputare un torneo di livello medio-alto. Come
al solito, però, ci attende un
avvio in salita, complice una
preparazione a singhiozzo.
Servirà quindi anche un po’
di pazienza ».
Cambiamenti radicali, invece,
sull’asse Gallio-Lusiana Conco.
I primi, dopo una stagione anonima, hanno unito le forze con gli
altri, reduci da una bruciante retrocessione maturata ai rigori, per
dare vita ad una nuova realtà
sportiva: il GLC Soccer Team.
« Siamo pronti a questa nuova avventura – esordisce il presidente Marino Xausa – e speriamo di viverla da protagonisti, anche se le avversarie
(Tezze Brenta ed
Eurocalcio in primis,
senza dimenticare
Stroppari e Cresole)
non mancano e l’esordio, sul terreno del
Tezze, è un vero e proprio test d’ingresso. In
ogni caso siamo tranquilli, ci siamo preparati bene; il tecnico
Sandro Baù è soddisfatto ed i nostri giocatori sono motivatissimi.
Il precampionato è stato positivo; ora attendiamo conferme dagli
impegni ufficiali. Nonostante un organico
giovane il nostro obiettivo è quello di disputare un campionato importante ».
Destini ed obiettivi comuni, si diceva, ma gironi diversi. L’Asiago
è inserito nel girone “B”, il gruppo composto da formazioni dell’Alto Vicentino; mentre il GLC
figura nel girone “Bassano”
dove già militava nella passata
stagione il Gallio.
Esordio casalingo, allo stadio
“Zotti”, per i giallorossi
dell’Asiago, che riceveranno il
Silva 1950. Domenica 27, invece, prima discesa in pianura, sul
campo dell’Union Centrale
Thiene. Parte fuori casa, invece, il GLC, atteso dal confronto
con il Tezze Brenta. Debutto sul
campo di Gallio domenica 27
settembre: avversari i patavini del
Facca. Il GLC Soccer Team
giocherà la prima parte della stagione a Gallio e poi traslocherà
sul terreno di Lusiana, dove è
stato rifatto il manto erboso,
per il resto della stagione.
Stefano Angonese
Campagna tesseramenti Interclub
Con l’inizio della stagione sportiva si è aperta anche la campagna tesseramenti all’Interclub
Altopiano Nerazzurro, all’insegna del nuovo slogan “Inter nel cuore” . Moltissimi i rinnovi
e i nuovi membri, che comprendono anche abitanti delle zone di Arsiero, Bassano, Marostica,
Vicenza e limitrofi, per un numero che ha già superato di gran lunga i tesserati dell’anno
scorso. La quota di iscrizione al club è rimasta invariata: 20 euro per gli adulti e 10 per i
membri junior minori di 14 anni. Il ruolo di socio comprende anche la possibilità di andare a
vedere in pullman tutte le partite casalinghe della squadra del cuore e di seguirla in alcune
trasferte all’estero. Tra i numerosi progetti in corso per questa stagione dell’Interclub,
infatti, troviamo anche quello di seguire la Beneamata a Barcellona il 24 novembre, dove si
scontrerà con la squadra di casa. I responsabili Vasco Sambugaro, Alessio Franquilli ed
Emanuela dalla Bona si dichiarano molto soddisfatti dell’interesse riscontrato anche in
pianura nei confronti dell’Interclub: non si sono fatti attendere neppure gli abbonamenti
stadio, arrivati attualmente a quota 12, che assicurano ai tifosi la presenza a tutte le partite
dell’Inter durante la stagione 2009/2010. Per le iscrizioni è possibile telefonare al 3465158997
e 3481266334 oppure rivolgersi al caffè Garibaldi e alla Pizzeria Titamaso; per quanto
riguarda i locali nelle altre zone della provincia, ricordiamo che ci si può iscrivere anche
presso il bar Mirò di Bassano e il ristorante Italia Risorta di Arsiero.
Finita, per il Canove Calcio,
l’avventura in Coppa Veneto.
Due pareggi (0 – 0 con il
Scledum e 1 – 1 con il
Summania) e una sconfitta per
3 a 1 (con l’Asticoposina) non
hanno permesso alla compagine di mister Covolo di proseguire nella competizione. Un
trofeo che comunque ha permesso all’allenatore di vedere
come vanno i suoi in campo e
come si sono inseriti i nuovi
acquisti che la dirigenza attende al varco per dare quel supporto in più per affrontare un
campionato al vertice piuttosto che sofferto come quello
appena trascorso.
Per quanto si è visto nelle prime due partite casalinghe, nonostante un lavoro intenso dello
staff tecnico, si sono riscontrate le stesse problematiche
dell’anno scorso. Difficoltà di
uscire dalla propria metà campo, disattenzioni; in alcuni momenti la squadra gialloblu ha
trasmesso una svogliatezza irritante. Poi s’è desta, proponendo lampi di bel gioco che
hanno fatto capire quale potrebbe essere il vero valore di
questa compagine se solo fossero i giocatori i primi a crederci.
Forse è proprio il grosso lavoro di preparazione che pesa
sulle gambe (e sulla testa), ma
tutti e tre i settori hanno lasciato giocare troppo l’avversario,
concedendo spazi e tempo agli
altri per impostare il loro gioco. Regali che, in un campionato agguerrito, non ci si può
permettere di fare. Una nota
positiva c’è stata: un maggior
movimento davanti con un’intesa già buona, che può solo
migliorare, tra la “vecchia
guardia” e i nuovi arrivati. Il
pacchetto difensivo si conferma solido e l’attacco pare un
po’ più incisivo rispetto all’anno scorso offrendo più
soluzioni sia in fase di gioco sia all’allenatore stesso
nella preparazione
della partita. E’ forse in mezzo al campo che la squadra
deve affinare le
p r o p r i e
potenzialità,
potenzialità che
ci sono e a tratti
sono state ben
visibili nelle
d u e
L’allenatore Gianluca Covolo
Giorgio Baù in azione
partite casalinghe di Coppa.
Ora al Canove spetta il campionato di Prima categoria
per il 15° anno consecutivo; risultato che è già un
successo. Ma la dirigenza
vorrebbe qualche soddisfazione in più, così
come i tifosi sugli
spalti dell’Armando Frigo. Forza
Canove!
Gerardo Rigoni
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Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
24
Mountain bike – Il 4 ottobre gara del circuito DH Nordest 2009
SPORT
Downhill, alle Melette il “4° final round”
La spettacolare manifestazione si svolgerà sulla pista omologata di recente realizzazione
Dopo le spettacolari gare tenutesi sul Monte Avena, a
Canazei e sul circuito di
Cavalese/Cermis, il circuito
DH Nordest 2009 si porterà
sulle Melette per l’ultima prova dell’ A.S.D. Gravity
Project.
Il Circuito è formato
dalle Gare Regionali organizzate in Veneto,
Trentino Alto Adige e
Friuli Venezia Giulia,
Tutte le prove risultano
valide ai fini della classifica finale del Circuito, non vi sono quindi
prove di scarto. La partecipazione è aperta ai
tesserati UCI, FCI e
ENTI con biciclette
specialistiche, inoltre le
categorie ammesse
sono: Esordienti – Allievi – Junior – Under 23
– Elite M. – Donna
agonista– Donna amatore – Mastersport –
Master 1 / 2 – Master 3 / 4 /
5.
Lo svolgimento delle singole
gare sottostà alle “Norme
Attuative
Downhill
2009”(F.C.I.) ed ogni prova
attribuisce punteggio top
class ai fini del Ranking Na-
zionale Downhill.
Anche alla prova delle
Melette acquisiscono punteggio, ai fini della classifica
del Circuito DH NORDEST
2008, i primi 15 atleti di tutte
le categorie (30 punti al 1°26 al 2° - 22 al 3° - 19 al 4° 16 al 5° - 13 al 6° 11 al 7° - 9 all’ 8° 7 al 9° - 6 al 10° - 5
all’ 11° - 4 al 12° 3 al 13° - 2 al 14° 1 al 15°). Per la
prova finale verrà
attribuito un punteggio doppio rispetto alle prove
precedenti. Singolare la clausola che
alla fine di ogni
prova venga promosso il Leader di
ogni singola categoria premiata e al
termine dell’ultima
prova valida del
Circuito verranno
premiati i Leader di tutte le
categorie con premi in natura. Nel caso in cui due
atleti risultassero a pari
punti nella classifica finale,
la posizione sarà discriminata dal loro miglior
piazzamento nell’ultima prova valida. L’organizzazione
della manifestazione rende
noto che, visti la data e il
luogo di svolgimento della
gara le condizioni climatiche potrebbero esporre gli
atleti a disagi, si è ritenuto
opportuno adeguare la
tempistica della gara con il
seguente programma: dalle
ore 7.30 alle 8.30 ricognizione pista a piedi, dalle ore
8.00 alle 10.00 verifica tessere, dalle ore 8.30 alle
11.30 prove libere assistite,
ore 12.00 1^ manche, 30
minuti dopo il termine della
1^ partirà la 2^ manche con
lo stesso ordine di partenza
della 1^.
G.D.F.
Trofeo Rotariano al Golf di Asiago
La “Slegar Volley Club Asiago”
a scuola dai campioni.
Se il buon giorno si vede dal
mattino, possiamo senz’altro
dire che la “Slegar” ha iniziato la preparazione della stagione agonistica 2009/2010 nel
migliore dei modi.
Dopo l’esecuzione dei primi
allenamenti a secco, le ragazze della under 14, della under
16 e under 18 hanno potuto
usufruire nel mese di agosto
di uno stage in palestra con
Miriam
Dalla
Bona,
altopianese di Gallio, ma residente a Varese, atleta conosciuta ed apprezzata nel volley
italiano, con un’ottima carriera sportiva trascorsa tra la serie A1 e A2 e con ben 22 presenze nella Nazionale Italiana
maggiore, difendendo tra l’altro i colori del Vicenza nell’anno della storica promozione nel
massimo campionato italiano.
Merito di questa magnifica iniziativa va attribuito in particolare ad un genitore che, assieme ai dirigenti della società, ha
colto la grande disponibilità di
Miriam, offrendo in tal modo
alle atlete tutte ed agli allenatori, la possibilità di confrontarsi con la realtà del volley di
massimo livello, con la possibilità di crescere dal punto di
vista tecnico ed organizzativo.
Miriam ha accettato da subito
e con entusiasmo la proposta
di realizzazione dello stage e
di collaborazione con la Società, mettendo in campo tutta la
sua esperienza di atleta e di
allenatrice, la sua grande dialettica nello spiegare le nozio-
ni della pallavolo, nel rispondere alle frequenti domande
degli allenatori e nel correggere le inesattezze nell’esecuzione degli esercizi da parte delle
giovani atlete che, entusiaste,
hanno partecipato alle varie
attività proposte. Ora, finite le
ferie, Miriam è ritornata al suo
consueto ruolo di moglie e di
allenatrice nella città di residenza, ma siamo sicuri che,
dopo questa esperienza, porterà con sé, oltre al grande sentimento che la lega a Gallio e
all’Altopiano, anche un po’ di
affetto per la “Slegar”. Grazie di cuore Miriam, un abbraccio da tutte le ragazze e un
arrivederci a presto perché ti
vogliamo ancora con noi. Si
ringrazia anche l’assessore
allo Sport, Franco Sella per la
sensibilità dimostrata nel mettere celermente a disposizione le strutture comunali e per
l’appoggio fornito. Ricordiamo
che nel mese di settembre
sono ripresi regolarmente gli
allenamenti presso la nuova
palestra dell’Ipsia di Asiago e
che le iscrizioni allo “Slegar
Volley Club Asiago” sono già
aperte, dalle varie under e al
mini volley per i più piccoli. Per
ogni informazioni contattare il
Presidente al n. 333/2404037.
Renato Stona
Volley Asiago Altopiano - Si riparte col Mini - volley
Il Volley Asiago Altopiano informa che da martedì prossimo
22 Settembre ricomincerà l’avviamento al Mini-Volley per la
stagione 2009/10. Gli allenamenti si terranno presso la palestra dell’Istituto Superiore IPSIA il martedì e il giovedì dalle
17 alle 18. L’avviamento è rivolto a tutti i bambini delle elementari con le seguenti disposizioni dettate dall’Associazione Italiana per la Cultura e lo Sport (AICS): prima, seconda
e terza elementare avviamento al Gioca-Volley, mentre quarta
e quinta avviamento al Mini-Volley. Per ulteriori informazioni
consultare il sito www.volley-asiago.it oppure rivolgersi ai
seguenti numeri: 0424/450023 o 338/3141936.
I “padroni di casa” primi
nella classifica per club
Sulle 18 buche del Golf Club
Asiago si è giocato sabato
scorso il 3° Trofeo Rotariano
di Golf, organizzato dal Rotary
Club Asiago - Altopiano 7
Comuni in collaborazione con
il Golf Club Asiago, che ha visto la partecipazione di un’ottantina di golfisti rotariani (in
rappresentanza di ben 12 club
: Asiago, Castelfranco,
Lignano, Padova Euganea,
Padova Nord, Sandrigo,
Schio/Thiene,
Trento,
Valsugana, Vicenza, Vicenza
Berici, Vicenza Palladio) e
simpatizzanti. L’appuntamento annuale, nato nel 2007 da
un’idea del primo presidente
del Rotary Club Asiago
Altopiano dei 7 Comuni, Pietro Hyvoz, ha il duplice intento
di allargare e diversificare le
occasioni di incontro fra
rotariani e di sensibilizzare e
raccogliere fondi per i service
promossi dal club.
Gara di buon contenuto tecnico che, in una fresca e piacevole giornata autunnale, ha
visto il Rotary Club di Asiago
aggiudicarsi il titolo di Campione 2009 del Distretto 2060
grazie alle ottime prestazioni
dell’accoppiata Pietro Hyvoz
– Nereo Sartori; presente alle
premiazioni anche il Governatore del Distretto, Luciano
Kullovitz, (oltre al past Governatore Giampaolo Ferrari, ora
responsabile distrettuale
Fellowship, e Giuseppe
Gerarduzzi, coordinatore della commissione distrettuale
Relazioni Pubbliche e Immagini del Rotary) a consegnare
il Trofeo nelle mani del presidente asiaghese Mario Colpo.
Il presidente del Golf Club
Asiago, Nereo Sartori, ha
quindi consegnato l’intero ricavato della manifestazione
(visto che i premi ed il buffet
sono stati offerti dagli sponsor:
la Farmacia Bortoli, la
Casearia Monti Trentini,
l’azienda di moda per bambini
“Il Gufo” e la Golf House) al
Presidente del R.C. Asiago
Colpo a sostegno dei service
programmati dal Club.
Questi i premiati : AMICI, 1^
cat., 1° lordo Giulio Gatti p. 33;
1° netto Giampiero Longhini p.
40; 2° netto Silvia Chimenti p.
38; 2^ cat, 1° netto Riccardo
Dalla Fina p. 39; 2° netto Francesco Santolini p. 39
ROTARIANI :1^ cat, 1° lordo
Pietro Hyvoz (Asiago) p. 23, 1°
netto Mauro Niccolini(Trento) p.
37; 2° netto Stefano Cerin
(Vicenza Berici) p. 29; 2^ cat,
1° netto Domenico Magrin (Padova Nord) p. 34; 2° netto
Riccardo Teoldi (Valsugana) p.
32; 3^ cat, 1° netto Stefano Corà
(Vicenza) p. 38; 2° netto Nereo
Sartori (Asiago) p. 35; Cat.
Senior, 1° netto Giuliano Cestari
(Valsugana) p. 33; Cat. Master,
1° netto Vittorio Pizzolotto
(Castelfranco)
p.
29;
PUTTING GREEN: 1° Sergio
Vellar p. 16; 2° Imelda Cocco
p. 17.
Campioni 2009 distretto 2060 :
Rotary Club Asiago
Altopiano 7 comuni con punti
70.
Cesare Pivotto
8
Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
25
CALCIO
Cani ( e gatti ). Pensieri senza guinzaglio
A proposito della giornata
“Veneti nel mondo”
Sabato 29 e domenica 30 agosto sono state celebrate due giornate dei Veneti nel mondo, di
cui ha dato ampia notizia il Giornale dell’Altopiano del 5 settembre scorso. Come è noto, la Regione Veneto qualche anno fa
ha emanato una legge apposita
per festeggiare ogni anno i Veneti
nel mondo, quella di quest’anno
è stata la seconda edizione, la
prima si è tenuta lo scorso anno
a Feltre/Pedavena. Sono intervenute delle delegazioni di Veneti
da tutti i paesi Oltreoceano e dai
paesi dell’Europa, dove sono
emigrati in particolar modo nel
secondo dopoguerra centinaia di migliaia di italiani, spesso
in condizioni particolarmente
difficili e disagiate, al punto da
non sapere dove si trovassero. Difficoltà di ogni genere,
di inserimento, di lingua, di costumi, ecc., ma sempre con
una grande nostalgia nel cuore del paese natale. Il momento clou è stata domenica alle
14.30 presso il Palazzo dei
Congressi Millepini, stipato in
ogni ordine di posti, con la partecipazione di molti Sindaci,
bandiere e stendardi di tutte le
provincie venete. Sicuramente una giornata meritata, poiché i Veneti che sono emigrati
hanno saputo con il loro lavoro, con i loro sacrifici, con la
loro dedizione alla famiglia,
guadagnarsi la stima dei paesi
ospitanti. Si sono succeduti sul
palco diversi relatori, a cominciare dal Sindaco di Asiago
che ha porto il suo saluto a
nome della città e
dell’Altopiano, a seguire altri
relatori. L’intervento più significativo è stato quello di Luciano Benetti, nato in Australia, ma con i genitori originari
di Asiago, il quale ricopre la
carica di Presidente dell’omo-
nima Comunità Montana di
Melbourne. Il Sig. Benetti ha
esordito dicendo che lui non
avrebbe parlato in italiano, ma
in “talian”, un dialetto arcaico
che si parla ancora fra i nostri
emigrati quando si incontrano,
un dialetto che non si è evoluto o italianizzato, ma che è rimasto tale da parecchi anni.
Ha detto che non sarebbe stato in grado di parlare in italiano e le sue battute sono state
applauditissime e hanno veramente toccato le corde di molti
emigranti e non solo. Devo
dire però che non ho condiviso del tutto l’intervento dell’Assessore Regionale ai flussi
migratori De Bona, il quale sostanzialmente ha ribadito la
politica di questo Governo nei
confronti dell’immigrazione.
Nel suo intervento il figlio di
Mario Rigoni Stern, Alberico,
ha detto che se fosse presente il padre mancato lo scorso
anno il 16 di giugno, avrebbe
sottolineato l’importanza dell’accoglienza, della tolleranza,
del rispetto della vita di coloro
che vengono nel nostro paese
in condizioni disperate e che
spesso finiscono la loro avventura umana in mare, spesso
senza essere soccorsi e tratti
in salvo. Non la pensava certamente così Mario Rigoni
Stern, ha detto il figlio Alberico,
lui che aveva conosciuto gli
orrori della guerra e della prigionia. A quel punto mi è venuto in mente la dedica del libro di Gian Antonio Stella
“L’orda quando gli albanesi
eravamo noi – Edizione
Rizzoli” che dice: “A mio nonno Toni “Cajo” che mangiò
pane e disprezzo in Prussia e
in Ungheria e sarebbe schifato dagli smemorati che sputano oggi su quelli come lui”.
Vorrei pertanto consigliare all’Assessore la lettura di questo bellissimo libro, molto documentato ed eventualmente
anche una rilettura della “Storia di Tonle, di Mario Rigoni
Stern – Ed. Einaudi”, perché
sono certo che l’Assessore ne
trarrebbe una interessante lezione sul modo di interpretare
e di risolvere il problema dell’immigrazione, che è destinato a durare sine die, non solo
in Italia, ma in tutta Europa, al
punto da richiedere l’emanazione di direttive da parte della Comunità Europea, la quale
ha già espresso con il suo portavoce un dissenso sui cosiddetti “respingimenti”, che hanno causato molte vittime inghiottite nelle acque del Mediterraneo. Le cause di questi
flussi migratori sono le stesse
che hanno determinato in epoche passate in certi casi un vero
e proprio esodo dalle Regioni italiane, Veneto compreso: disoccupazione, condizioni di vita al limite della fame, miseria, famiglie numerose, ecc. Era invalso
il detto che quando nasceva un
bambino era già pronta una valigia, talvolta di cartone. A questo si aggiunga oggi, specialmente nei paesi africani, le sanguinose guerre etniche, la privazione delle libertà individuali
imposta da spietati regimi dittatoriali, che hanno in dispregio i diritti umani, nonché
l’estrema povertà di molte popolazioni.
Ho sentito anche dei pareri discordi sul fatto di chiamare festa questo evento, poiché sappiamo quali sacrifici e sofferenze abbia comportato lo
sradicamento dai paesi e dagli
affetti: LACRIME E SANGUE.
Edoardo dr. Sartori
Io, non sono né canide
né gattide. Nel senso
che, dalle due razze, mi
separa un elegante
muro di indifferenza .
Io qua e loro là.
I gatti vivono in casa,
esclusi quelli randagi (
ai quali – con le famiglie che ci ritroviamo va tutta la mia stima e
solidarietà ).
Anche i cani vivono in
casa, salvo quelli randagi ( ai quali con le
famiglie che ci ritroviamo ecc. ecc.)
I cani che vivono in
casa fanno una vita ,
appunto, “ da cani”.
Basta appostarsi, al
mattino, in qualunque
area della città per vedere turbe di assonnati,
chi in pigiama, chi in
mutande, chi in vestaglia ,
armati di sacchetto e paletta
,
trascinati
da
Molossi,Volpini, Labrador,
Chiuaua, Cocker,Collie, Barboni, Afghan Hound , Bull
Terrier, Samoiedo, Bassotti,
ecc.ecc affannosamente in
cerca di una pianta per dare
sfogo a quel tanto di naturale incontinenza che li ha
arrapati la notte. Dovete
sapere che nelle nostre case
c’è la lavatrice, c’è la lavapiatti, ci sono il bagno turco,
la doccia scozzese, la vasca
idromassaggi, la sauna, ma
manca, in realtà, un gabinetto per cani. ( Cosa aspettano gli animalisti ?)
Sembra che i cani derivino
dall’addomesticamento dei
lupi, circa 16 mila anni fa. In
Cina . Prima erano liberi –
beati loro – poi è arrivato
l’uomo che li ha addomesticati (si fa per dire) e resi
schiavi dei propri servigi. Ci
sono cani da montagna e da
mare (?) , cani antivalanga,
antisommossa e da tiro, Cani
da tartufi e cani da compagnia. Cani da pastore e da
mandrie. Cani da circo,cani
da caccia , varietà da “pelo”
o da “penna”. Comunque al
servizio dell’uomo.(Chissà
se li ameremmo di più se li
spogliassimo della “servitù
di essere utili”)
Ma veniamo al fatto.Durante
una delle mie passeggiate
mattutine incrocio il Pino
Barolo, con gli occhi a fes-
Un ringraziamento all’Auser di Gallio
Ritengo doveroso segnalare alla vostra Redazione quanto
segue:
mia moglie M.Letizia obbligata alla dialisi tre volte alla settimana, ha potuto fruire di tale servizio da parte dell’Ospedale
di Asiago durante il mese di Agosto, grazie alla venuta in
soccorso da parte dell’Associazione di volontariato Auser
Arca di Gallio nelle persone del presidente Giancarlo Sartori
e Gildo Sambugaro. Senza il loro intervento non sarebbe stato possibile la fruizione, essendo necessario trasportare alla
mia macchina da un primo piano la dializzata essendo essa
inabile alla deambulazione. Va a tutta l’Auser Arca di Gallio
la nostra viva riconoscenza ed il conforto di vedere che esistono ancora valori di solidarietà nella nostra società.
Paolo Cavaleri e Gavagnin M.Letizia - Mestre
sura, trascinato da un cane
come quelli sopra. Glielo ha
piombato in casa il figlio che
è in ferie. Lo deve accudire
e portare a spasso. Brevi
commenti ironici da parte mia
che il Pino condivide con altrettanta ironia. Ma…senti
senti..mi racconta: “Abito da
una vita a pochi metri dai
parchi cittadini. Il Parco Regina e il Parco della
Rimembranza. Chi li ha mai
visti? Provvede il “fido” che
– oltretutto - in quella selva
di piante ci va a nozze.
Ed ecco cosa scopre il Pino
Barolo : nel parco a sud , il
grande monumento dedicato dalla Brigata Regina ai
suoi figli diletti e ai compagni d’arme eroicamente
caduti sugli altipiani, nell’altro – oltre alla Chiesetta
dedicata alla Vergine Maria
– ritratta all’interno in modi
bizantini assieme a Santi
Hermagora e Fortunato, una
moltitudine di steli in pietra a
ricordo perenne dei caduti
delle due grandi guerre, ma
anche dei personaggi della
cultura e della storia di
Asiago.
Scopre i monumenti in memoria del diciassettenne Roberto Sarfatti caduto sul col
d’Ecchele nel 18, dei caduti
e reduci di Russia, della Brigata Sassari,della Divisione
Alpina Pusteria, e i
sottili ferri forgiati a
“ramo di alloro” con
il nome di soldati,
D o m e n i c o
F o r t e , Vi t t o r i o
Cunico,
Marco
Pesavento ecc, del
Colonnello G.B
Rodeghiero e di altri
ufficiali , ( l’uno accanto all’altro , senza ordine gerarchico,
accomunati solo dalla morte). E poi i
monumenti all’Abate
Costa – poeta latino
ma di sangue
asiaghese, al Generale Lobbia, (quello
del famoso cappello
alla “ Lobbia”) e al
Generale Euclide
Turba. Poi ancora il
ricordo dell’ing. Giovanni Carli medaglia d’oro, e
quello dedicato ai profughi
del 15/18. Un condensato di
storia patria sepolta nelle due
colline, i Parchi funebri che
la Città di Asiago seppe erigere nell’immediato dopoguerra a testimonianza del
sacrificio per la patria di tanti cittadini. “Se non fosse stato per il cane “ - mi dice , “di
tutte queste cose non saprei
nulla o quasi.”
Bravo il cane . Voi non lo
sapete , ma si tratta dei famosi cani “ da Storia”.
Galeotti dunque furono i Parchi. All’amico Pino – badante di cani - per ripassare un
po’ di Storia e al fido …. per
i suoi bisogni.
Quasi quasi comincio a ricredermi sui cani
Paolo Lorenzi
Nota personale. Il Parco
Regina è in parte trasformato in “parco giochi “ e “picnic “: Suggerirei che almeno
un’area – attorno al monumento fosse - in qualche
modo identificata come “ sacra” e interdetta al turismo
mordi e fuggi. Quello della
Rimembranza è ancora interamente usato e visitato
come tale. In ogni caso un
po’ di manutenzione non farebbe male.
Il Giornale pubblica le Vostre lettere!
Inviatele a: Giornale dell’Altopiano
e-mail: [email protected]
Per favorire il lavoro della redazione sarebbe
preferibile riceverle via posta elettronica.
E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo:
Via Monte Sisemol n.9 36012 Asiago
Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere
devono riportare sempre firma e indirizzo e
numero di telefono del mittente. La redazione si
riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o
non accettare eventuali testi di cattivo gusto.
8
Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
26
Di Giovanni Dalle Fusine
Da sabato 19 settembre a venerdì 2 ottobre 2009
Il 19 settembre è il 262° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 103 giorni alla fine del 2009
Sabato 19 settembre S. Gennaro
Domenica 20 S. Eustachio
Lunedì 21 S. Matteo
Martedì 22 S. Maurizio
Mercoledì 23 S. Pietro da Pietrel.
Giovedì 24 S. Pacifico
Venerdì 25 S. Aurelia
Sabato 26 S. Damiano
Domenica 27 S. Vincenzo
Lunedì 28 S. Venceslao
Martedì 29 S. Michele
Mercoledì 30 S. Gerolamo
Giovedì 1 ottobre S. Teresa
Venerdì 2 SS. Angeli Custodi
Un santo per volta: San Michele Arcangelo
Nel Nuovo Testamento il termine “arcangelo” è attribuito a Michele. Solo in seguito
venne esteso a Gabriele e Raffaele, gli unici
tre arcangeli riconosciuti dalla Chiesa, il cui
nome è documentato nella Bibbia. San Michele, “chi come Dio?”, è capo supremo
dell’esercito celeste, degli angeli fedeli a Dio.
Antico patrono della Sinagoga oggi è patrono della Chiesa Universale, che lo ha
considerato sempre di aiuto nella lotta contro le forze del male. Per la sua caratteristica
di “guerriero celeste” s. Michele è patrono degli spadaccini, dei maestri d’armi; poi dei doratori, dei commercianti, di tutti i mestieri che
usano la bilancia, i farmacisti, pasticcieri, droghieri, merciai; fabbricanti di tinozze, inoltre è patrono dei radiologi e della Polizia. È patrono principale delle città italiane di Cuneo, Caltanissetta, Monte Sant’Angelo, Sant’Angelo dei Lombardi, compatrono di Caserta. Difensore della Chiesa, la sua statua compare sulla sommità di Castel S.
Angelo a Roma, che come è noto era diventata una fortezza in difesa
del Pontefice;
Storia dell’Altopiano: la “fabbrica asiaghese” della torta Ortigara
ha 100 anni. Il laboratorio Carli dove ancor oggi si produce la Torta
Ortigara nasce nel 1909 ad Asiago come offelleria e nel 1922 la Pasticceria Carli fu insignita del diploma e della medaglia d’oro per le specialità di paste e dolci. Ma fu soprattutto
la Torta che acquisì notorietà ben oltre
i confini della zona di produzione, tanto da venire indicata come dolce tipico
di Asiago. Il dolce, forse più che un
prodotto tipico, si potrebbe definire un
segreto “alchemico”, protetto da brevetto N°164687. Anche il nome ha la
sua motivazione: il monte Ortigara fu
teatro della più aspra battaglia combattuta sull’Altopiano durante la Iª Guerra
Mondiale. Fu per ricordare questo triste
episodio che le sorelle Susanna e Caterina Carli, nel 1920, decisero di
chiamare il dolce con il monte sacro per gli Alpini dolce. Oggi il nome del
dolce è divenuto inscindibile da quello di Asiago e negli anni la sua storia
si è intrecciata a quella del capoluogo dei Sette Comuni.
Successe il 23 settembre 1939: settanta anni fa nacque Sigmund
Freud. Neurologo, psicoanalista, fondatore della psicoanalisi. Nacque in Moravia da famiglia israelita, ma visse quasi sempre a Vienna
finchè, nel 1938, a causa dell’annessione dell’Austria alla Germania,
fu costretto ad emigrare a Londra per sottrarsi alle persecuzioni razziali. Laureatosi in medicina, si indirizzò alla
neuropsichiatria. Nel 1885 andò a Parigi dove lavorò sotto la guida del
neurologo Jean Martin Charcot per approfondire lo studio delle tecniche ipnotiche nella cura delle nevrosi. Nel 1886
sposò Martha Bernays e dal loro matrimonio nacquero sei figli tra cui Anna che continuò il lavoro del padre
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nel campo della psicoanalisi infantile. Dopo aver abbandonato il metodo dell’ipnosi, iniziò ad elaborare le tecniche dell’interpretazione
dei sogni e delle libere associazioni che caratterizzano la psicoanalisi,
metodo terapeutico applicato nel trattamento delle nevrosi che si
basa sul rapporto personale tra medico e paziente. I risultati degli
studi condotti da Freud insieme con alcuni collaboratori furono presentati nel trattato “Studi sull’isteria” del 1895. Partendo dall’analisi
dei sogni, Freud sviluppò la teoria della sessualità infantile e nel 1897
mise a punto il concetto del complesso di Edipo. Nel 1899 fu pubblicata una delle sue principali opere “L’interpretazione dei sogni”. Le sue
idee furono circondate da scetticismo e diffidenza, ma nonostante il
clima a lui avverso, nel 1910 riuscì a fondare la Società psicoanalitica
internazionale. Tra il 1915 ed il 1917, per spiegare e diffondere la psicoanalisi, scrisse “Introduzione alla psicoanalisi”. Solo nel 1920, dopo
diciotto anni di incarico, divenne professore di ruolo all’ Università di
Vienna. Nel 1923 gli fu diagnosticato un tumore alla mascella e dovette sottoporsi a numerosi interventi chirurgici. Nonostante la malattia
continuò il suo lavoro di analista e di scrittore assistito dalla figlia
Anna. Morì a Londra nel 1939.
Ottobre in cucina: la zucca. Qual è il vegetale più spontaneamente”
bio”? semplice, la zucca. Mangiandola è difficile ingerire veleni. Dall’aspetto voluminoso, la forma rotonda, schiacciata o cilindrica, ricurva
, può avere scorza liscia o con protuberanze, di colore verde striato,
giallo o, aranciato. Ha polpa dolce e farinosa, gialla o arancione, con
molti semi bianchi al centro. Fra le varietà : lunga di Napoli, marina di
Chioggia, mammouth, hubbard . Come scegliere: anche quando è
matura la superficie si presenta dura, senza cedimenti alla pressione
delle dita. La scorza deve essere compatta, di colore brillante, priva di
tagli o ammaccature, muffa . La polpa matura è arancione o giallo acceso,
non pallida. Percossa con la nocca deve produrre un suono sordo. Se
l’acquistate a fette, deve essere soda dal profumo gradevole. Si raccoglie
a fine estate, dura tutto l’inverno. La produzione più alta si ha in Veneto,
Piemonte, Campania, Lombardia, dalla Liguria provengono zucche piccole e tenere. Intera si conserva 5 mesi in luogo asciutto, aerato, una volta
tagliata va consumata entro breve tempo poiché la polpa si disidrata,
appassendo. Si conserva in frigorifero 1 settimana, avvolta nella pellicola
trasparente. Ha proprietà diuretiche, lassative, è digeribile, per l’alta percentuale di acqua. Contiene poche calorie e pochi zuccheri, indicata per le
diete, il diabete, se si è fuori forma fisica. Ha poche vitamine, è meglio
cuocerla senza acqua per non disperderle. La zucca costituisce un alimento valido sia cotta al forno con poco olio di condimento, sia tagliata a
cubetti nel minestrone, sia come ripieno in un tortello o in un cappellaccio,
sia da miscelare in una purea, dove è utile tanto a creare giochi di colore,
quanto a mediare le calorie della patata.
Proverbi sui cani e sulla caccia:
- Cane amoroso, sempre velenoso.
- Il cane, quand’è in amore, è cattivo.
- Cane che si stira non val neanche una lira
- Cane che va dietro a più di un padrone merita la polpetta.
- Cane da caccia costa più che non chiappa.
- Cane mogio e cavallo desto.
- Cavallo allegro e cane malinconico.
- Cane sazio e gatto affamato.
PUNTO SPORT GALLIO cerca
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il n. 0424 445122.
Domenica 20 settembre
CONCO: OMV, Via Cappellari 12
MEZZASELVA: IP, via XXI Maggio
Domenica 27 settembre
ASIAGO: Q8 Località Mosele
FOZA: TOTAL, via Lazzaretti 24
Dalle ore 8.45 di sabato 19
alle ore 8.45 di sabato 26 settembre
GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano
Dalla Valle – Via Prestinari, 34
Dalle ore 8.45 di sabato 26 settembre
alle ore 8.45 di sabato 3 ottobre
ASIAGO: Farmacia Rossi del
dr. Adelchi Zuccato – Viale Matteotti
ARIETE
Non mancano le novità e le occasioni di misurarvi
con un destino mutevole ma ricco di prospettive. L’amore rischia
di essere destabilizzato da impennate emotive improvvise, dovute a rotture o a incontri coinvolgenti. Anche nel lavoro e nelle
finanze occorre prudenza. E’ essenziale evitare fraintendimenti
clamorosi che potrebbero costarvi cari.
TORO
Il vostro bisogno di autonomia e libertà favorisce
nuovi interessi, sia affettivi che spirituali: non mancheranno le
occasioni di misurarvi con nuove realtà, e di farvi coinvolgere da
lontane e affascinanti culture. Grazie a Nettuno, infatti, il vostro
orizzonte si sta allargando, ma rischiate anche di essere vittime di
illusioni che sarà meglio poter distinguere.
GEMELLI
Come sapete, Giove è nel vostro segno, ma ora vi
è particolarmente favorevole grazie all’ottimo aspetto con Saturno
e il Sole. Ciò significa che la vostra razionalità sarà messa alla
prova, ma otterrete la soddisfazione di mostrare la vostra ragione
a chi, recentemente, vi ha dato torto. Per ora limitatevi a questa
soddisfazione. I fatti seguiranno.
CANCRO
Gli astri vi offrono innumerevoli possibilità, specie
se aspirate a cambiamenti sia in campo affettivo che in quello
lavorativo. Sono possibili interessanti quanto imprevisti sviluppi
di un progetto che credevate superato, e incontri con personalità
che potranno esservi utili, anche professionalmente, in un futuro
però non troppo immediato.
LEONE
Sono in arrivo piacevoli imprevisti: siate disponibili ad accoglierli, specie se la novità riguarda un particolare incontro. Potrebbe essere un’occasione assolutamente da non perdere, state dunque all’erta e prestate attenzione a tutto ciò che
accade intorno a voi, pronti a cogliere “l’attimo fuggente”. Non
sono esclusi sviluppi anche sul piano finanziario e professionale.
VERGINE
Seguite l’estro del momento e scegliete quali di
tanti progetti privilegiare. E’ infatti il caso di approfittare della
presenza di Mare nel vostro segno: vi conferirà autorevolezza e
capacità d’azione, anche materiale. Ciò non vuole dire che dovete
affaticarvi, quel che più conta è la scelta oculata del settore dove
far valere con energia le vostre ragioni.
BILANCIA Saturno transita nel vostro segno, dove ancora si
attarda Venere: vuol dire che riuscirete a risolvere facilmente un
momento difficile della vita di relazione, che coinvolge anche i
rapporti di lavoro. Evitate però di lasciarvi andare alla polemica
con chi non la pensa come voi: la parola d’ordine, in questo momento, è tolleranza.
SCORPIONE Non sottovalutate il vostro prestigio e la vostra
autorevolezza: vi aiuteranno a risolvere una situazione che richiede responsabilità e capacità di leggere concretamente la realtà. Se
avete pene d’amore vi basterà prendere dolcemente la mano al
partner: sarà felice di seguirvi. Nelle faccende economiche è necessaria, invece, un po’ di pazienza.
SAGITTARIO
Le indicazioni di Giove vi aiuteranno a prendere le redini affettive, finanziarie e organizzative della vostra vita.
Se sarà necessario eliminare sprechi, affettivi o economici che
siano, non arretrate. In questo modo aumenterete la sicurezza con
cui affrontare tutte le prove che vi si presentano, sia nel lavoro
che nei rapporti d’amore.
CAPRICORNO
Avete attraversato una fase particolarmente
difficile: ora godetevi i frutti di ciò che avete seminato e la rinnovata grinta che le prove saturnine appena superate vi lasciano in
eredità. Il vostro estro e la vostra fantasia ricominciano a brillare,
con risultati eccitanti soprattutto nell’amore e nel sesso. Il nuovo
corso non vi distragga però dagli studi e dalle finanze.
ACQUARIO Il favore del destino è tale da permettervi di scegliere ciò che più vi fa gola, fra una vasta gamma di occasioni.
L’atmosfera amorosa è particolarmente favorita: seguite con fiducia le indicazioni degli astri. Non fatevi sfuggire l’occasione di
fare acquisti di lusso, farete un buon affare. Nel lavoro non sono
esclusi passi avanti e crescita della stima di cui già godete.
PESCI Coraggio e capacità d’azione vi aiuteranno a risolvere un
problema affettivo: vi basterà infatti essere più sicuri, per tornare
ad affascinare il partner. Se in cima ai vostri pensieri c’è l’amore
approfittate di una occasione speciale, offerta dal destino. Nei
rapporti di lavoro, invece, è il caso di essere cauti e riflettere prima
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8
Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
Io vi dichiaro marito e …. marito?!?
Sarà stato perché la sera prima, passando da un canale
televisivo all’altro avevo visto
qualche spezzone del film di
Dennis Duggan “Io vi dichiaro marito e ….marito”, fatto
sta che quando sabato 12 settembre, percorrendo in auto
una via di Asiago ho notato
appesa ad un albero una di
quelle locandine che si usano
per annunciare le nozze degli
amici con l’immagine
inequivocabile di due maschi,
bè… mentre strabuzzavo gli
occhi, per qualche secondo mi
son chiesta se si stesse per celebrare un matrimonio tra due
persone dello stesso sesso! E’
bastato fermarsi a leggere ciò
che era scritto per capire che
si trattava invece di un’originale aggiunta a quella che è la
diffusa abitudine di appendere foglietti con la foto della
coppia che sta per convolare
a nozze, in questo caso Teresa e Luca, come annunciavano poi numerosi altri volantini:
“Fabrizio e Marco,
oggi compari!” stava
stampato sullo spiritoso manifestino. E che
la pratica in uso ormai
da anni per gli sposi si
stia allargando anche
ad altri eventi, lo si
evince anche dal
modo scelto per annunciare la maggiore
età (oltre che la presenza di un nuovo pericolo per la circolazione stradale!) di Simo,
a cui qualcuno ha pensato di fare gli auguri
appendendo
un
depliant con scritto
Tanti auguri
di Buon
Compleanno a
Federico
Bagnara che il
18 settembre
compie 3 anni
con un grosso
bacione dal
fratellino
Stefano
Quattro porzioni….
in una sola patata.
Pesa ben ottocento grammi la patata che ha in
mano il piccolo Gabriel
Dellai: praticamente,
quando verrà deciso di
cuocerla e mangiarla, basterà per l’intera famiglia!
Il tubero, di qualità
“desirèe” ovvero con buccia rossa e pasta gialla, è
stato
raccolto
a
Camporovere nell’orto
degli zii Dal Sasso, i quali
assicurano che questa,
per le patate, è stata
un’annata ottima e generosa. E l’immagine che
pubblichiamo ne è la conferma.
“Wanted”, ricercato perché,
oltre che offrire da bere, potesse preparare … un’insalata mista, come richiesto nel
foglietto. Passando invece agli
originali mezzi di trasporto scelti per gli sposi, recentemente
si è visto un vero bus inglese
rosso a due piani, che dopo la
cerimonia di nozze ha accompagnato Valentina e Ivan assieme ad alcuni invitati verso
la location scelta per il banchetto, mentre sabato scorso,
l’attenzione di chi si trovava
lungo la strada che da Cesuna
porta a Rotzo, è stata attirata
dal rumore di una sirena spiegata, proveniente da una panda verde scuro… “Cosa sarà
successo da far accorrere la
polizia provinciale?” si sono
chiesti alcuni. Bè, non si trattava della polizia provinciale,
ma della polizia matrimoniale, come riportava la scritta sull’auto adibita al “trasporto dello
sposo”, in questo caso Brian,
pronto per dire sì a Giada.
Auguri a tutti!
Silvana Bortoli
www.giornalealtopiano.it
27
Marta e Andrea lasciano
il Bar Sport di Mezzaselva,
ad ottobre si sposano
Per più di un
anno sono stati
i giovani e simpatici gestori
del bar Sport di
Mezzaselva.
Dal maggio
2008 Marta
Rebeschini di
Roana e Andrea Lo Casto
(milanese trasferitosi in
Altopiano una
decina di anni
fa) hanno accolto con professionalità i
loro clienti, occupandosi anche della rivendita giornali (tra cui il nostro).
Ora hanno però deciso di
smettere con questa attività
e dallo scorso 7 settembre il
bar è chiuso in attesa di nuovi gestori.
Per i prossimi mesi avranno
comunque il loro bel daffare
tra i preparativi per il matrimonio, in programma il 17
ottobre e un bebè in arrivo
che dovrebbe nascere a fine
anno. Marta e Andrea han-
no scelto di dirsi sì lontano
dall’Altopiano. Si sposeranno infatti a Romena, in Toscana “Un luogo molto significativo per me e la mia famiglia” dice Marta. “Sicuramente un luogo che dà carica e molta serenità” le fa eco
Andrea. Ai promessi sposi un
grossissimo in bocca al lupo
da parte nostra. “A tutta la
nostra clientela – dicono Andrea e Marta – un ringraziamento e un saluto”. S.L.
ROANA, I COSCRITTI DEL 1991
FESTEGGIANO LA MAGGIORE ETA’
foto: Central Photo
I NEOLAUREATI DELL’ALTOPIANO
Giorgia Pertile, di Gallio, si è laureata il giorno 16 settembre 2009 all’Università di Padova, Facoltà di Agraria, in
“Scienze e tecnologie forestali ed ambientali”. Voto 90/110.
Titolo della tesi presentata: “Monitoraggio della Cephalcia
sull’Altopiano di Asiago a 20 anni dall’infestazione”.
Lo scorso 15 luglio presso la sede della Royal Academy of
Dance di Londra, la Lusianese Genny Ronzani ha ricevuto la
nomina a “Registered Teacher R.A.D.: abilitazione internazionale all’insegnamento della danza classica, con facoltà di
presentare i propri allievi agli esami. Genny già direttrice del “Centro formazione Danza Chorus” di Lusiana, prosegue la sua attività di R.A.D. insegnante anche in collaborazione con diverse
scuole Altopianesi e della Pedemontana. Per il raggiungimento
dell’ambito traguardo, orgogliosi si congratulano con lei i genitori
Renzo e Oriana, la sorella Michela e Diego.
E’ una tradizione che
dura da svariate generazioni quella che a Roana
e Mezzaselva vede i coscritti festeggiare il
raggiungimento della
maggior età con una settimana del tutto “speciale”. Quest’anno erano
una decina quelli del
1991 che, secondo tradizione, nella prima settimana di settembre sono
andati a dormire insieme
fuori casa, girovagando
di giorno per strade e
contrade a far festa con
i paesani. Guai a trovarsi sulla loro strada, non
si passava se prima non
si era bevuto un bel
bicchier di vino e non si
era provveduto ad una
doverosa offerta per “sostenere la causa”!
Qualche momento particolare, raccontano i
neomaggiorenni, c’è stato, co m e q u a n d o s o n o
andati a trovare la maestra Imelda, di cui sono
stati allievi nel suo ultimo anno di scuola prima della pensione, che
li ha accolti con calore
ed un pizzico di commoz i o n e ; o p p u re q u a n d o
l’Aldo Vellar dei Parnoli
ha tirato fuori la fisarmonica ed ha suonato e
cantato per loro e con
loro. Oppure, infine, al
K2 dove i genitori di
Athos, un loro compagno di scuola scomparso qualche anno fa, li
hanno ospitati a mangiare.
Cesare Pivotto
8
Sabato 19 settembre 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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