19 settembre 2009
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19 settembre 2009
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI 8 Comuni l’Altopiano La voce degli www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 303 - ANNO XI - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” Il senso dell’educazione di Elena Donazzan* I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 19 SETTEMBRE 2009 IN ALLEGATO GRATUITO IL NUOVO MAGAZINE DEDICATO AGLI SPORT DEL GHIACCIO Asiago - Crisi economica Grafica Altopiano Tra le tante deleghe, tutte bellissime, che mi sono state affidate in qualità di Assessore Regionale di questa meravigliosa terra veneta, certamente la più delicata è quella dell’istruzione o meglio dell’educazione. Mi sono sempre rifiutata di parlare di istruzione, è un termine troppo tecnico e freddo che non lascia intendere quale compito vi sia ricompreso. Amo piuttosto parlare di educazione, dal latino educere, tirare fuori. Un significato quindi che lascia ben immaginare quale responsabilità, quale profondità e quale occasione di scoperta vi sia nell’affrontare questa scelta professionale che appare più una vocazione. E quale paura debba prendere chi si pone con coscienza di fronte a questo compito. Ma la scuola senza educazione che cosè? Un nozionificio, un supermercato di materie, un sito internet, una catena di montaggio delle idee, una ruolette russa delle teorie e del relativismo. E lo studente senza educazione? Un individuo libero da condizionamenti o forse da principi? Una pagina bianca su qui scribacchiare, una ca- via da laboratorio di teorici della società ambiziosi nel dimostrare la veridicità delle proprie convinzioni. E il docente senza educazione? Un tecnico specialista, un arrogante imbonitore, un freddo valutatore, un abitudinario del mestiere, un insensibile computer. Ecco che l’educazione è l’essenza stessa della scuola e di chi vi abita, della crescita di coloro che avranno un percorso di vita costruito su solide basi, che saranno certamente a conoscenza delle materie scientifiche o umanistiche, ma che soprattutto avranno come perno fondante la PERSONA. Alla persona, all’insieme delle persone che formano la comunità dobbiamo pensare quando usiamo parole che scivolano via semplicemente perché le abbiamo slegate dal contesto, dal comportamento, dal significato o che sono lontane dalla emozione di una scoperta, dalla verità del significato. Mi piacerebbe una scuola che ponesse realmente al centro la persona e la ricerca della verità, ma per fare questo dobbiamo ritrovare quella vocazione che spinge un docente ad essere educatore, che riporta ad uno stato di grande dignità il suo ruolo sociale, che concentra nella scuola le migliori energie ed intelligenze, capace di ritrovare un insieme di valori e di principi che sappiano legare insieme le generazioni. Una scuola che ritrovi studenti che siano allievi, che mostrino amore e rispetto per l’intelligenza e per l’insegnamento, che cerchino e non subiscano, che sognino e non sballino. Ma come fare? * Assessore regionale all’Istruzione Pag. 4 Continua a pagina 5 “Gli aiuti per le famiglie ci sono, basta chiedere” L’assessore al sociale Rigoni invita i cittadini ad informarsi GALLIO Cesuna L’appello di Pino Rossi “Mettiamo fine alle divisioni, ritorniamo ad essere una comunità solidale” Il cemento minaccia la zona sacra di Val Magnaboschi? Pag. 10 Pag. 11 ENEGO Volontariato: 25 associazioni forza e vanto della comunità Pag. 12 Conco STORIA L’intensa attività della neonata Polisportiva I settanta morti nella repressione del 1809 verranno ricordati per la prima volta al Parco della Rimembranza Pag. 13 SPORT Mountain bike Pag. 24 Sulla nuova nuova pista pista Sulla alle Melette Melette di di Gallio Gallio una una alle gara di di Downhill Downhill gara Turismo e psicologia Per dare buona accoglienza è necessaria un’adeguata preparazione Pag. 21 Pagine 18 e 19 8 l’Altopiano Sabato 19 settembre 2009 www.giornalealtopiano.it 2 Il tormentone d’agosto sull’Altopiano ATTUALITA’ Cultura, turismo e sport. La solidarietà, la scuola, i giovani. Lavori pubblici ed urbanistica. Il sindaco di Asiago Andrea Gios, in consiglio comunale, nell’esporre le linee programmatiche che dovrebbero guidare l’amministrazione per i prossimi 5 anni, ha toccato quasi tutti gli aspetti della società asiaghese. “Decisioni che devono avere al loro centro il cittadino, cittadino che dovrà essere protagonista nelle scelte amministrative – ha spiegato Gios – Proprio per questo abbiamo intenzione di ricostituire la “Federazione dei Colonnelli”; in attesa di un pieno riconoscimento regionale delle proprietà collettive”. Sono i giovani sui cui l’amministrazione Gios intende puntare proprio perché convinti che il futuro di Asiago debba essere strettamente legato alla possibilità per i giovani di trovare occasioni di crescita, spazi per la cultura, l’aggregazione e lo svago. Inoltre la giunta sta valutando forme d’incentivazione a favore “I cittadini protagonisti delle scelte amministrative” Il sindaco in consiglio comunale presenta le linee programmatiche per i prossimi 5 anni e conferma l’intenzione di ricostituire la “Federazione dei colonnelli” dell’imprenditorialità giovanile. Non minore sarà l’attenzione comunale verso le fasce più deboli. “La questione sociale ed il welfare assumono un ruolo importantissimo e fondamentale nel contesto economico attuale ed in relazione alle enormi difficoltà che stanno vivendo le famiglie in generale – continua Gios - Si dovranno, pertanto, potenziare gli interventi a sostegno delle famiglie e dei soggetti bisognosi e si dovrà continuare a collaborare con gli altri Enti che operano sul territorio per creare le opportune sinergie operative.” Quattro le priorità segnalate da Gios: il problema dell’abitazione, il problema degli alloggi di emergenza, il problema del lavoro e la creazione di un punto d’ascolto. Non sarà trascurato il ruolo educativo dello sport con l’amministrazione comunale intenzionata a promuovere corsi di avviamento allo sport sin dalle scuole ele- mentari e crediamo sia necessario potenziare l’attività sportiva in ambito scolastico a tutti i livelli ed in tutti i gradi di istruzione. Sport che potrà essere anche traino al turismo come la cultura. Altro perno su cui il Comune intende rilanciare il settore turistico. “E’ di fondamentale importanza proseguire sulle linee portate avanti negli 5 anni precedenti cercando di migliorare la qualità delle nostre proposte e dei singoli eventi – illustra - Tuttavia, al fine di fare un salto di qualità che ci consenta di sviluppare con prospettive di lungo termine i flussi turistici sono necessari importanti investimenti strutturali, investimenti che dovranno essere svolti assieme alle classi imprenditoriali.” Infine Gios puntualizza che la strada intrapresa nelle scelte urbanistiche sono indelebili. “L’urbanistica ha rappresentato nel quinquennio 2004-2009 il terreno delle scelte più coraggiose ed innovative compiute dall’Amministrazione Comunale, consapevole della necessità inderogabile di superare un modello di sviluppo basato esclusivamente sull’edificazione di seconde case, che restano inutilizzate per la maggior parte dell’anno – conclude Gios - Sulla base di queste premesse abbiamo approvato il Documento Preliminare al Pia- Sapor d’acqua natìa no di Assetto del Territorio, che è stato consegnato a tutte le famiglie e che indica con chiarezza i due principi fondamentali che hanno determinato le scelte dell’amministrazione: lo sviluppo sostenibile e la restituibilità del territorio alle future generazioni. L’adozione del PAT, con tutte le sue linee principali, rappresenta la priorità assoluta per nostro mandato amministrativo”. Gerardo Rigoni Mobilità dolce Domenica 27 settembre uscita nei dintorni di Gallio Guardare e non toccare: lo stile del sole Grappoli d'uva sotto il sole di settembre: stanno le vecchie donne sotto i filari di viti, rincasano i carri prospettando vino pregiato, sorridono i contadini sull'uscio delle stalle, tintinnano i bicchieri all'ombra dell'osteria di paese. Settembre è il mese della vendemmia: piangono le malghe per la partenza degli armenti verso le valli ma gioiscono i tini per i cesti traboccanti di acini e di belle speranze. Somiglia ad un'opera d'arte la vendemmia: profumi e attese, potature e rinforzi, tagli e innesti, trattamenti e passione. Poi tutto il resto spetta alla natura che tra complicità e malignità segna il destino di un'intera stagione. E' un'antichissima liturgia la vendemmia: liturgia della natura, celebrazione degli uomini, appiglio al quale s'aggrappa pure il Gesù Messia per parlare di tralci che portano frutto e di tralci destinati a seccare ed essere bruciati. Il Vangelo attesta passaggi, miracoli e trepidazioni ma odora pure di pane, di casa, di terra. Oltrechè di sogni, di carezze, di stupori. Eppure dietro quel bicchiere di rosso pregiato, sta nascosta una splendida storia d'amore: quella tra il sole e l'uva. All'inizio della stagione si frequentavano da estranei. Lui lassù: maestoso, luccicante, caloroso, quasi superbo. Lei non era ancora uva a quel tempo: era un semplice fiore, un minuscolo granello verdeggiante, un puntino sotto la patina della foglia. Col trascorrere delle stagioni si son guardati, cercati, parlati. Lui ha iniziato a scaldarla, lei ha iniziato ad arrossire; lui la cercava tra i tralci, lei faceva capolino per rubare luce al filare nella collina; lui s'interessò di lei, lei s'interessò di lui. Il calore del sole, il verde immaturo dell'uva. Il contadino ogni tanto guarda il cielo: per preservarsi dalla furia della tempesta e assicurarsi un agosto di raggi luminosi, perchè sa che il destino dell'uva è una questione di calore che tocca, riscal- da, illumina. Nei meriggi di settembre l'uva si farà cogliere, si lascerà bere, si sentirà gustare. Il sole l'ha maturata: senza toccarla minimamente. Solo guardandola, cercandola, illuminandola. Chissà se l'uomo un giorno apprenderà pure lui lo stile del sole: se un giovane imparerà a far maturare la bellezza di una fanciulla senza rovinarne e graffiarne la verginità, se l'uomo imparerà a convivere con il fratello appoggiandosi al suono delle parole più che alla forza delle mani, se la donna si lascerà ancora stregare da uno sguardo, un suono, un profumo o cercherà la forza di un maschio pronto ad usarne la femminilità. Perchè ci sono cose che per maturare chiedono di non essere toccate da mani d'uomo, come cuccioli di capriolo che la madre abbandona se avverte passaggi stranieri sulla loro pelle. Sono cose fragili, delicate, preziose: la bellezza, l'ingenuità, lo stupore, l'incoscienza, il sorriso, la semplicità, la freschezza del corpo, l'armonia del linguaggio, l'ondulazione del cuore, l'alfabeto dell'anima. Essenze primordiali difficili da far maturare perchè chiedono d'essere ac- cese senza essere violentate dalle mani. Grappoli d'uva che maturano con l'aiuto di un sole che non li tocca ma l'illumina e li riscalda rimanendo lontano. Eppure vicinissimo al punto da farli abbronzare come statue sulla spiaggia del mare. Il sole e l'uva, la luna e la neve, il vento e la foresta; lo sguardo e l'amore, la preoccupazione e il rossore, il suono della campana e le lacrime, un volto vicino e il cuore che batte. Sono le assurdità splendide del Vangelo del Nazareno che invita alla vendemmia facendosi aiutare da occhi che guardino ma ti lascino libero, mani che stringano la tua ma non la trattengano, amori che t'avvolgano ma non t'imprigionino. Lo stile del sole che dell'uva è innamorato al punto da non sfiorarla nemmeno per paura di graffiarne la sua bellezza e di rovinare la sua fioritura. Guardare e non toccare: una legge da assaporare alla luce del sole. Don Marco Pozza Torniamo a parlare di mobilità dolce, e lo facciamo proponendo una “prova pratica”, ovvero prefissando, dopo quella dello scorso giugno, un’altra passeggiata in compagnia, programmata per la mattina di domenica 27 settembre. L’intenzione è la medesima dell’altra volta: ritrovarci, camminare insieme, scambiarci idee mentre tastiamo sul posto le enormi potenzialità che il nostro territorio offre, il tutto legato anche alla nostra proposta di raccogliere suggerimenti, idee, informazioni che possano contribuire alla realizzazione di una rete di percorsi facili, adatti a tutti, attraverso sentieri e strade già esistenti, rendendoli semplicemente fruibili ai residenti e agli ospiti mediante la loro valorizzazione con la segnaletica necessaria a individuarli facilmente e a cenni di toponomastica e microstoria indispensabili a “leggere” il senso di luoghi che in altopiano trasudano di passato. Dopo aver lanciato la proposta un po’ di tempo fa, qualche segnalazione ci è giunta, restiamo comunque in attesa di riceverne altre che possano in qualsiasi modo essere utili al nostro scopo, compresi problemi e anomalie riscontrate. Tornando all’uscita del 27 settembre, a guidarci sarà ancora Andrea Cunico Jegary, che propone, partendo da Gallio, di percorrere il seguente itinerario: Valle dei Mulini, Ronchi, Malga Stenfle, Ronco Carbon, Sisemol, Contrada Perch e ritorno a Gallio. Il ritrovo sarà alle 9 presso i giardini pubblici di fianco al municipio, mentre il ritorno è previsto per le 12.30. Per essere dei nostri basta contattare uno dei seguenti numeri di telefono: 348 3138606 o 338 1460517, oppure inviare una mail all’indirizzo [email protected]. In caso di maltempo l’uscita verrà rinviata alla domenica successiva. Opportunità di lavoro al nuovo bar del Patronato La Parrocchia San Matteo di Asiago comunica che, in previsione della prossima apertura del rinnovato bar del patronato, è indetta per il giorno 29 settembre alle 20.45 una riunione aperta a tutti che si terrà presso la chiesetta del Patronato. Verranno illustrate le modalità di gestione del bar e i criteri di scelta del personale. La possibilità di far parte della Cooperativa che lo gestirà è ancora aperta. Potrebbero esserci opportunità di occupazione sia a tempo pieno che parziale. 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 3 CRISI ECONOMICA - CONTRIBUTI E AGEVOLAZIONI DA PARTE DI STATO E REGIONE ATTUALITA’ Famiglie in difficoltà: enti locali in aiuto All’ufficio dei servizi sociali del Comune di Asiago tutte le informazioni per capire i propri diritti “I sostegni economici, gli aiuti materiali, le agevolazioni e le detrazioni che gli enti locali, Regione e Stato, mettono a disposizione spettano di diritto a chi ne ha titolo, tutte le informazioni sono reperibili negli uffici dei servizi sociali e poco costa passare per vedere se si ha diritto a qualche agevolazione.” L’invito alla cittadinanza di far valere i propri diritti in termini di agevolazioni fiscali e di contributi a sostegno delle famiglie e delle fasce deboli parte proprio dall’assessore ai Servizi Sociali di Asiago Diego Rigoni perché è ben consapevole che queste crisi sta colpendo duro le famiglie e che per ora la fine della crisi è ancora oltre l’orizzonte. Proprio per cercare di agevolare le famiglie “vero fondamento su cui si bassano le nostre comunità ma anche le nostre politiche a favore dei meno fortunati” il Comune ha creato alcune agevolazioni che associate ai bandi emessi dalla Regione possono essere un ottimo supporto alle famiglie. E’ già stato avviato da qualche mese il progetto “Carta famiglia” ad Asiago, progetto inteso come sostegno alla cittadinanza e rivolto alle famiglie con almeno tre figli. L’iniziativa è stato poi esteso anche alle famiglie con un solo genitore o con un ultrasessantacinquenne con un reddito ISEE sotto le 18 mila euro. L’idea del progetto parte da lontano con gli uffici dell’assessorato ai Servizi Sociali che cercavano un modo per andare incontro alle famiglie numerosi e quelle più vulnerabili residenti nel Comune, una necessità diventata più impellente con l’attuale crisi economica. Con la collaborazione Contributi regionali per spese scolastiche Presso l’Ufficio servizi sociali del Comune di Asiago sono disponibili i bandi per i contributi regionali a favore delle spese scolastiche. La Regione Veneto, per l’anno scolastico 2009 – 2010, ha stilato tre tipi di contributi a favore degli studenti residenti in Regione frequentanti istituti scolastici d’obbligo o istituzioni formative accreditate. Il primo, con scadenza il 15 ottobre, è una borsa di studio per la copertura parziale delle spese sostenute dalle famiglie per l’istruzione dei figli. Il contributo è indirizzato alle famiglie con reddito ISEE inferiore o uguale a 12.405,09 euro. La seconda, con scadenza il 30 ottobre, è indirizzato alla copertura parziale o totale della spesa per l’acquisto dei libri scolastici mentre la terza, sempre con scadenza il 30 ottobre, è indirizzato alla copertura parziale della spesa sostenuta dalle famiglie per il trasporto scolastico. Tutte le domande devono essere accompagnate dalla dichiarazione ISEE, compilabile nei Comuni di residenza, nei centri di assistenza fiscale o nelle sedi INPS. G.R. gli anziani, ma anche i giovani, nell’ ingannevole rete (trappola) tesa, a loro danno, da soggetti senza scrupoli. In particolare le persone anziane, spesso, subiscono danni di forte e pesante impatto: vengono loro sottratti risparmi, oggetti di valore e prelievi bancari e/o postali, a volte anticipati e/o seguiti da atti violenti psicofisici (minacce, percosse, aggressioni, scippi, ecc.). Per questo le raccomandazioni alla scrupolosa sostenute dalle famiglie per l’istruzione dei figli. Il contributo è indirizzato alle famiglie con reddito ISEE inferiore o uguale a • 12.405,09. La seconda, con scadenza il 30 ottobre, è indirizzato alla copertura parziale o totale della spesa per l’acquisto dei libri scolastici mentre la terza, sempre con scadenza il 30 ottobre, è indirizzato alla copertura parziale della spesa sostenuta dalle famiglie per il trasporto scolastico. Tutte le domande devono essere accompagnate dalla dichiarazione ISEE, compilabile nei Comuni di re- sidenza, ai centri di assistenza fiscale o alle sedi INPS e sono indirizzati agli studenti frequentanti istituti scolastici d’obbligo o istituzioni formative accreditate. Gerardo Rigoni 1 ottobre: Sciopero degli SMS più cari verso italia che verso estero Inviare un SMS a Londra dal primo Luglio costa meno che inviare un SMS in Italia al nostro vicino di casa. E per assurdo, se si compra una sim estera e la si usa in Italia, si risparmia sul costo degli SMS. Truffe e raggiri agli anziani lo Spi – Cgil fa prevenzione Il Sindacato Pensionati CGIL, la Federconsumatori, il Sindacato di Polizia SILP – CGIL e l’associazione di volontariato AUSER, consapevoli del peso crescente che ha la sicurezza nel giudizio della gente sulla vivibilità nelle realtà locali (città - paesi quartieri) e sul benessere delle persone, da tempo hanno avviato e consolidato delle capillari campagne di informazione finalizzate a prevenire truffe e raggiri a danno dei cittadini (fenomeni sociali molto negativi che colpiscono soprattutto soggetti anziani). Nelle sedi sindacali dello SPI – CGIL (quella di Asiago si trova in Via Monte Cengio, 7 telefono 0424 - 46.33.03) i cittadini possono ricevere informazioni su: “non ci casco “, una serie di consigli e indicazioni per non far cadere del Ascom locale, oltre 65 esercizi hanno già aderito all’iniziativa, ai possessori della tessera saranno riservato sconti particolari ed altre agevolazioni. Inoltre sono disponibili agli uffici degli servizi sociali di Asiago i bandi per i contributi regionali a favore delle spese scolastiche. La Regione Veneto, per l’anno scolastico 2009 – 2010, ha stilato tre contributi a favore degli studenti residenti in Regione. Il primo, con scadenza il 15 ottobre, è una borsa di studio per la copertura parziale delle spese attenzione non sono mai eccessive; di conseguenza vanno sempre ricordate alcune regole fondamentali indicate anche dal sindacato: gli sconosciuti non fanno regali; guadagni immediati e sorprendenti sono impossibili; non bisogna firmare contratti e/o assegni senza prima essere stati informati da persone sicure e fidate; non dare mai credito alle magie e/o alle facili promesse; non aprire mai la porta a sconosciuti; la prudenza deve essere la “bussola” di orientamento giornaliero per evitare truffe e raggiri. Ovviamente quando si verificano situazioni di insicurezza e/o di pericolo è sempre opportuno chiamare (usando il telefono) le forze dell’ordine e gli uffici assistenziali del proprio comune. Franco Piacentini Segretario Regionale SPI – CGIL La condotta del cartello delle compagnie telefoniche ora rasenta l’incredibile arrivando al paradosso. La rete si ribella e passa all’azione: su FacciamociSentire.com dopo il successo del Primo Sciopero degli SMS contro gli operatori telefonici di sabato 1 agosto ora viene indetto il Secondo Sciopero degli SMS per giovedì 1 ottobre. La Commissione Europea ha imposto dal 1 luglio 2009 un tetto massimo di 11 centesimi al costo degli SMS inviati fra gli stati membri che, comprese tasse, arrivano ad un massimo di 13,2 centesimi di Euro. Prontamente tutti gli operatori telefonici Italiani hanno cavalcato l’onda, inviando un SMS ai loro clienti con una comunicazione il cui senso è: “Caro cliente, grazie al tuo operatore che ti vuole tanto bene, dal 1 luglio spenderai meno per gli SMS dall’Italia verso i paesi della Comunità Europea e viceversa”, guardandosi bene però, dallo specificare la naturale conseguenza, cioè il paradosso: “Ricordati però che i prezzi degli SMS spediti all’interno dei confini non avrà alcun tetto e quindi questi potranno essere più cari di quelli inviati da o verso altri paesi europei”. Salvo poi uscire con promozioni SMS allettanti ma a termine. A parte il prendersi il merito di una conquista dei consumatori ottenuta grazie alla Commissione Europea guidata da Vivian Reding (ma gli operatori telefonici sono abituati a farlo... come ad esempio nella vicenda dell’abolizione dei costi di ricarica) rimane questo con- trosenso ovvio e logico, che evidenzia come le autorità Italiane abbiano poca possibilità o scarsa volontà di difendere i consumatori. Se infatti fino al 30 giugno 2009 per inviare un SMS da Milano a Londra si potevano spendere anche 40 centesimi o più, spendendo 15 centesimi per inviare un SMS all’interno dei confini Italiani, ora quanto dovrebbe costare un SMS domestico? Se un minuto di telefonata costa, esagerando, 20 centesimi occupando un ampia quantità di banda di trasmissione dell’operatore telefonico, in proporzione, (visto il peso minimo di un SMS di 160 caratteri e quindi l’esigua occupazione di banda e di canale) per gli SMS il costo dovrebbe essere pari ad uno zero, una virgola, e poi ad una infinità di zeri prima di arrivare a mettere un uno. Ma quanto costa un sms agli operatori telefonici? Zero! L’indagine del professor Keshav Srinivasan, professore di informatica all’Università di Waterloo in Canada, è stata pubblicata da molti giornali fra i quali il New York Times in dicembre, ma ovviamente non è ancora apparso sui nostri quotidiani italiani forse perché gli operatori telefonici ci spendono un sacco di soldini in pubblicità? La ricerca mette in evidenza che il messaggio sms sfrutta il segnale di controllo che già si scam- biano i cellulari e le antenne del gestore, segnale che viene scambiato a prescindere o meno dalla presenza di un sms da inviare. Ecco perché dalla nascita dell’sms i caratteri sono sempre rimasti massimo 160, altrimenti non si poteva continuare a sfruttare il sistema di inviarli a scrocco. Gli sms più lunghi in realtà sono sms da 160 caratteri che vengono spezzati e poi riassemblati automaticamente. Mentre quindi gli operatori telefonici non sostengono nessun costo per l’invio degli sms, solo nel 2008 ci hanno spillato più di 2 miliardi di euro solo per gli sms. Appare evidente come la Commissione Europea, così lontana da noi, riesca ad imporre un tetto anche agli operatori italiani, mentre le nostre autorità “nazionali” lasciano che gli SMS domestici costino più degli SMS verso l’estero. Attendiamo quindi speranzosi, che gli operatori rivedano questa loro posizione che crea un paradosso davvero singolare. O che qualche authority intervenga… “Altrimenti ci arrabbiamo”...e per il 1 ottobre “FacciamociSentire.com” indice il Secondo Sciopero degli SMS, proprio per protestare contro questa paradossale situazione. Useremo solo sistemi di invio sms alternativi agli operatori telefonici. La notizia ha già iniziato a diffondersi in rete e se all’inizio le adesioni allo sciopero e la firma alla petizione, erano solo alcune decine, col passaparola dei bit sono diventate qualche centinaio, poi migliaia…poi. Fonte: www.facciamocisentire.com 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 4 E l’orso se ne andò Oltralpe... Dov’è finito l’orso? Sono in molti a chiederselo, sia tra coloro che aspirano a vederlo, che fra quelli che invece non vorrebbero mai trovarsi sulla sua strada durante un’escursione o un giro alla ricerca di funghi. Dopo un inverno e una primavera in cui l’orso dell’altopiano ha fatto spesso parlare di sé, visto che invece di andarsene in letargo ha preferito scorrazzare di qua e di là per l’Altopiano in cerca di cibo, da oltre tre mesi non si han- no notizie della sua presenza fra i nostri monti. Ci eravamo abituati a un susseguirsi di informazioni che riguardavano soprattutto tracce lasciate in alcune zone, ma anche avvistamenti veri e propri. E sul più bello che, grazie a un concorso indetto dal Museo Naturalistico Didattico del Comune di Asiago rivolto alle scuole primarie dell’Altopiano, gli era stato dato anche un nome, Likkot (in cimbro goloso) da sostituire alla fredda sigla KJ2G2 con cui veniva identificato, di lui non si è più trovata traccia. “La sicura presenza dell’orso in Altopiano – ci dicono dal Corpo Forestale dello Stato – risale ai primi di maggio, quando in Val d’Assa erano state rilevate orme fresche, che testimoniavano il suo passaggio un paio di giorni prima. Poi più nulla. Abbiamo saputo, tramite la Polizia Provinciale di Vicenza, che circa un mese dopo, la sua presenza o il suo passaggio erano stati rilevati in Austria, DITELO AL GIORNALE Via Btg 7 Comuni, urge manutenzione I residenti lamentano numerosi disagi causati dai grandi alberi le cui radici deteriorano il marciapiede e causano problemi alle vicine case. Gli alberi creano numerosi disagi, succede in Via Btg. 7 Comuni ad Asiago, dove cinque anni fa era stata organizzata anche una raccolta di firme fra gli abitanti per segnalare all’amministrazione comunale i problemi dati dall’eccessivo e incontrollato sviluppo della chioma e delle radici degli stessi e chiedere adeguati interventi. Essendo la situazione rimasta praticamente invariata, uno dei residenti, Daniele Quagliato, facendosi portavoce anche di altri abitanti, ha deciso di rivolgersi alla nostra redazione, sperando che le lamentele possano venire finalmente prese in considerazione. “Le piante sono troppo grosse, troppo vicine alla strada, le radici sollevano e rovinano i marciapiedi, creando disagi e pericoli per i pedoni, soprattutto per gli anziani e per genitori con bimbi piccoli in passeggino. Oltre a questo, le folte chiome portano a una precoce mancanza di luce e di calore solare durante la giornata, con relativi problemi di umidità per le abitazioni, se non addirittura danni ai muretti e alle grondaie delle case. Tempo fa si è verificato anche un incidente a un camion frigorifero, il cui carico è finito sul marciapiede dopo aver urtato contro i rami sporgenti, fortunatamente in quel momento non transitava nessun pedone. Sono problemi che richiedono una soluzione, che non può essere solo quella, seppur auspicabile, di procedere a una regolare potatura delle chiome. Siamo consapevoli che la presenza degli alberi sia necessaria anche per abbellire la nostra città, ma qui sarebbe opportuno sostituirli con piante di minori dimensioni”. E visto che c’è, Daniele mette l’accento anche su altri problemi che riguardano la sua via, strada vicina al centro e piuttosto percorsa (è quella che dall’ossario porta in Via Matteotti). “L’illuminazione – dice - è troppo scarsa e col buio non ci si vede proprio. E poi le sponde del ponticello sul Ghelpack sono alquanto basse e malmesse, potrebbero rappresentare un pericolo per i più piccoli. Io giro parecchio, e noto come sono messe tante altre vie: mi sembra proprio di poter dire che non ce ne sono altre di così trascurate. Mi auguro che chi di dovere possa risolvere questi problemi al più presto”. S.B. dopo le analisi del dna su delle feci rinvenute oltralpe. Altre notizie non sono pervenute. Probabilmente, come si prevedeva, l’orso dopo essere diventato adulto e aver raggiunto la maturazione sessuale, è partito alla ricerca di una femmina”. Qualcuno intanto ha ipotizzato l’arrivo di un altro esemplare di orso bruno, addirittura di una femmina gravida, ma i Forestali smentiscano qualsiasi nuova presenza. Tornerà Likkot fra i nostri monti, che, da quel che si è potuto capire, ha spesso percorso in lungo e largo, prediligendo alcune zone e spingendosi per trovare cibo a ridosso di più una contrada? Difficile dirlo, ma non si può neppure escludere che, una volta messa su famiglia, possa tornare a scegliere l’Altopiano come sua residenza. Silvana Bortoli I Cunico arrivano in 300 Alla fine sono stati trecento i Cunico che si sono ritrovati al secondo raduno famigliare. Un numero al di sotto delle aspettative degli organizzatori ma la crisi ha consigliato prudenza a molti intenzionati a venire, in particolare dall’Argentina e dagli Stati Uniti. Ma ciò nonostante è stata una festa grandiosa con parenti ritrovati, amicizie riconsolidate, nuovi “fratelli” scoperti. Ha spiccato il gruppo brasiliano dei Cunico ritornati per la prima volta alla terra madre così come molti Cunico arrivati da molte zone italiane. “Il sapersi parte di una grande famiglia aiuta, dopo la riunione del 2006 ho perso mio figlio per una malattia e l’affetto giuntami da tutte le parti del mondo ma mano che la notizia girava mi ha fatto ridestare dall’oblio in cui ero caduto, si potrebbe dire che i Cunico sono stati la mia medicina,” racconta Barth Cunico mente e anima della riunione partito dallo studio del suo albero genealogico che oggi conta un migliaio di nomi. “Si devo dire che ho ritrovato “casa”, il mio focolare, il posto dove ritrovare se stessi – dice Sidnej brasiliano da Parana – Nel sud del brasile ci sono molti Cunico, come altre famiglie di questa zona. Quando ho visto e girato l’Altopiano molte cose sono riuscito a capire di quei paesi popolati dai nostri avi, ho compreso alcune tradizioni che nulla avevano a che fare con il Brasile o con la cultura indigena.” Durante al festa Livio Dalle Malle ha fatto una breve esposizione sui cimbri e sulla cultura altopianese più antica così come è stato spiegato che, a chi vorrebbe, c’è la possibilità di fare uno screening del dna per conoscere il grado di parentela tra Cunico. Un test che si esegue passando una specie di cotton fioc all’interno della guancia e che poi viene spedito ad un laboratorio negli Stati Uniti. “Ringrazio tutti quelli che sono intervenuti e ancor di più quelli che in qualche modo hanno contribuito all’albero genealogico che continua a crescere – dice Barth – Anzi continua a decrescere nel senso che più ritorno indietro nel tempo più i rami si avvicinano annoverando la mia ipotesi che tutti i Cunico derivano da un unico ceppo famigliare.” G.R. Nella commemorazione della scomparsa di Franco Cristiani La Comunità Montana premia le tesi di laurea Si terrà sabato 19 settembre alle ore 18.30, nella Sala della Reggenza della Comunità Montana dei Sette Comuni la cerimonia per la premiazione delle migliori tesi di laurea che hanno partecipato al concorso, giunto alla 14^ edizione. Un concorso frutto della generosità dei genitori di Franco Cristiani (Giulio e Giannira), vissuti per molti anni sull’Altopiano, che hanno avuto la sensibilità di mantenere nel tempo il ricordo del giovane figlio, morto in un tragico incidente. I coniugi Cristiani, annualmente, elargiscono alla Comunità Montana oltre 1000 Euro affinché sia premiata la tesi di laurea di un altopianese, svolta sui tematiche riguardanti i Sette Comuni. Il successo dell’iniziativa - manifestatosi con la presentazione di molte ricerche - ha determinato l’aggiungersi di altri premi: “Sette Comuni” e “Rosi Gobbo Rino Bortoli – partigiani “, tutti con pari dignità. L’esame delle ricerche e l’asse- gnazione dei premi compete esclusivamente ad un Comitato scientifico formato dai signori. Sergio Bonato, Antonio Cantele, Mario Polato, Antonio Cantele (erborista) , Maurizio Stella, Daniele Zovi e Lucio Spagnolo (Vice Presidente della Comunità Montana). Gli assegnatari dei tre premi saranno resi noti durante la cerimonia di Sabato 19 settembre 2009 alle ore 18,30 e, in quell’occasione, gli interessati avranno modo di esporre il contenuto della loro ricerca. 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 5 Nuovo importante successo per la difesa dei prodotti agroalimentari doc ASIAGO Dalla tutela del territorio alla tutela del consumatore, dalla difesa della natura alla difesa dei produttori agroalmentari onesti. Il lavoro degli agenti forestali del comando distrettuale del CFS di Asiago è sempre più complicato. Chi ha l’immagine dell’agente forestale in giro per boschi che controlla cacciatori, fungaioli e lo stato di salute della flora e fauna si deve ricredere. Oramai il lavoro degli agenti di via Cinque si sposta dai boschi alle aree produttive, spazia dalle mon- Il Corpo Forestale in prima linea contro le sofisticazioni alimentari tagne ai controlli dei trasporti, va dall’inseguire il bracconiere al troncare traffici internazionali illeciti. Operazione dopo operazione, gli uomini e le donne del vice questore aggiunto Isidoro Furlan si stanno creando la fama di investigatori indefessi e implacabili. E’ notizia di qualche giorno fa l’ennesimo colpo contro la sofisticazione alimentare, ovvero truffe a danno dell’immagine agroalimentare italiana, del consumatore e talvolta anche della salute pubblica, messo a segno dal CFS altopianese. Con l’operazione “Amarone ter”, il Corpo Forestale dello Stato, assieme all’Istituto per il Controllo della Qualità di Torino, ha stroncato un traffico di Amarone falso che si stima abbia emesso sul mercato estero oltre un milione di bottiglie del pregiato vino veronese per un giro d’affari di oltre 2,5 milioni di euro. Il 2 settembre nel Comune di Fara Novarese, Provincia di Novara, il Corpo Forestale dello Stato dei comandi di Vicenza e Novara in collaborazione con l’ICQ Torino ha provveduto a effettuare dei sequestri di materiale attestante una vasta falsificazione a danno di uno dei più pregiati vini italiani: l’Amarone della Valpolicella - Verona. Il vino veniva abilmente con- traffatto, mediante l’utilizzo di un ingente numero di etichette mendaci, inviato ad una nota ditta danese di intermediazione e poi venduto ad una grande catena di distribuzione della Danimarca. Una famosa e rinomata cantina di Fara Novarese ha ideato, con il supporto di un mediatore locale di origini italiane che opera in Danimarca, un sistema di moltiplicazione esponenziale di vino Valpolicella tipologia “Amarone”, “Ripassa” e altri vini pregiati sfruttando dei piccoli carichi regolari di Amarone che venivano moltiplicati con del comune vino da tavola, di provenienza francese per il 60% e italiana per il 40%, per un totale 952.084 litri. La cantina commercializzava il prodotto con un’etichettatura che attestava origine e provenienza diversa da quella reale. Nell’ambito dell’operazione sono state sequestrate 200.000 etichette di diverse tipologie, oltre 10.000 capsule e varia documentazione amministrativa. “L’operazione “Amarone ter” è un importante colpo messo a segno contro i falsificatori e i contraffattori di uno dei prodotti simbolo del Made in Italy – ha detto il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia - Queste contraffazioni sono gravi per- E ad Asiago è iniziata … la vendemmia! L’annuncio è stato dato qualche giorno fa in una delle prime edizioni mattutine del TG1, e per chi, sveglio da poco, pensava di aver capito male, la giornalista l’ha pure ripetuto! In realtà, lanciando un servizio, la conduttrice del telegiornale ha equivocato, perché si parlava di controlli fatti in questo periodo di vendemmia dagli uomini del Corpo Forestale di Asiago, ma la raccolta e lavorazione del frutto stagionale si riferiva a Soave, zona decisamente più adatta per la coltivazione dell’uva. Una striscia per la rubrica estiva di don Marco Pozza. Con “Come lucertole – Dentro la faticosa bellezza dell’essere giovane” ci ha proposto, nel suo inconfondibile stile, parecchi spunti di riflessione. Intendiamo continuare a parlare dei nostri giovani e del loro mondo con alcuni qualificati interventi di amministratori, insegnanti, educatori e dei giovani stessi. Ospitiamo in questo numero la riflessione dell’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan. Il senso dell’educazione Parole. Alle volte sembrano solo vuoto riempito, senza significato né per chi le pronuncia né per chi le ascolta. Parole che hanno un senso solo se sono direttamente capaci di rappresentare l’essenza, il comportamento, la coerenza. Parole che troppo spesso ingannano, annullano, annacquano. Penso a quante volte la politica non sa ascoltare, usa parole come fossero ovatta per attutire le emozioni o peggio sassi per riempire scatole vuote che diventano così pesanti. Penso a quante volte i politici hanno perso la loro credibilità perché incapaci di essere coerenti, conseguenti, leali. Leggendo la profonda e complessa riflessione di don Marco mi pongo tante domande. Si sa, don Marco ha la forza grande di usare parole vere, che spaccano il silenzio e lo riempiono di significato, che sanno segnare e inquietare, che sanno affascinare e far dubitare, che tracciano un cammino che poi sta a noi seguire, che sembrano parlare proprio a noi. Anche qui, con queste sue considerazioni parla a ciascuno per come può o vuole ascoltare. Ma in fondo è proprio quello che fa Cristo con i suoi discepoli e con ciascuno di noi ogni giorno: ci dà la grande libertà di scegliere mettendo a nostra disposizione tutta la verità, ci dà la possibilità di seguirlo oppure no, ci lascia liberi di capire o di negare. Oggi ho sentito rivolgere anche a me queste riflessioni. Le sento per me, soprattutto in qualità di persona impegnata in politica e mi sento in particolare chiamata ad interrogarmi sul mio ruolo di giovane politico, con il compito straordinario e la grande responsabilità di parlare ai giovani. Tra le tante deleghe, tutte bellissime, che mi sono state affidate in qualità di Assessore Regionale di questa meravigliosa terra veneta, certamente la più delicata è quella dell’istruzione o meglio dell’educazione. Mi sono sempre rifiutata di parlare di istruzione, è un termine troppo tecnico e freddo che non lascia intendere quale compito vi sia ricompreso. Amo piuttosto parlare di educazione, dal latino educere, tirare fuori. Un significato quindi che lascia ben immaginare quale responsabilità, quale profondità e quale occasione di scoperta vi sia nell’affrontare questa scelta professionale che appare più una vocazione. E quale paura debba prendere chi si pone con co- scienza di fronte a questo compito. Ma la scuola senza educazione che cosè? Un nozionificio, un supermercato di materie, un sito internet, una catena di montaggio delle idee, una ruolette russa delle teorie e del relativismo. E lo studente senza educazione? Un individuo libero da condizionamenti o forse da principi? Una pagina bianca su qui scribacchiare, una cavia da laboratorio di teorici della società ambiziosi nel dimostrare la veridicità delle proprie convinzioni. E il docente senza educazione? Un tecnico specialista, un arrogante imbonitore, un freddo valutatore, un abitudinario del mestiere, un insensibile computer. Ecco che l’educazione è l’essenza stessa della scuola e di chi vi abita, della crescita di coloro che avranno un percorso di vita costruito su solide basi, che saranno certamente a conoscenza delle materie scientifiche o umanistiche, ma che soprattutto avranno come perno fondante la PERSONA. Alla persona, all’insieme delle persone che formano la comunità dobbiamo pensare quando usiamo parole che scivolano via semplicemente perché le abbia- mo slegate dal contesto, dal comportamento, dal significato o che sono lontane dalla emozione di una scoperta, dalla verità del significato. Mi piacerebbe una scuola che ponesse realmente al centro la persona e la ricerca della verità, ma per fare questo dobbiamo ritrovare quella vocazione che spinge un docente ad essere educatore, che riporta ad uno stato di grande dignità il suo ruolo sociale, che concentra nella scuola le migliori energie ed intelligenze, capace di ritrovare un insieme di valori e di principi che sappiano legare insieme le generazioni. Una scuola che ritrovi studenti che siano allievi, che mostrino amore e rispetto per l’intelligenza e per l’insegnamento, che cerchino e non subiscano, che sognino e non sballino. Ma come fare? E’ questa la domanda che semplifico a me stessa dopo la lettura ripetuta del pensiero di don Marco attorno ai giovani. L’educazione è esempio e l’esempio è educazione. E’ il titolo ed il significato che ho dato alla par- ché, se non contrastate con il dovuto rigore, rischiano di minare la qualità del nostro export agroalimentare. La seconda fase della nostra politica della tolleranza zero anche grazie all’impegno di ICQ e CFS, continua a dare i suoi frutti. Non permetteremo che pochi furbi squalifichino i nostri vini per i loro interessi con i loro piccoli imbrogli”. Gerardo Rigoni tecipazione della Regione del Veneto ad una manifestazione dedicata al mondo della scuola a cui avevo invitato a partecipare proprio il nostro don Marco. Il mio problema era riuscire ad attirare l’attenzione dei ragazzi che vagavano come automi all’interno d questi grandi padiglioni della fiera di Verona. Ragazzi che parevano quasi indolenziti dal loro incedere senza meta, disinteressati da qualsiasi cosa, impermeabili agli stimoli che affannosamente gli adulti avevano cercato per loro. E così è arrivato don Marco a parlare direttamente a loro. L’ho visto incendiarsi, porre domande, usare termini forti, anche sconvolgenti, ma bucare quella noia. Non si trattava di forma, si trattava di sostanza, di verità, di emozioni, di riflessioni. Quanto sia stata educativa quella giornata io lo ricordo perfettamente, quanto l’interesse da parte di quei giovani che fino a prima avevo visto annoiate lucertole in attesa del nulla e subito dopo avevano gli occhi accesi, l’attenzione vivida. Cosa è stato? Io credo soprattutto l’esempio. Un giovane ragazzo che ha fatto una scelta forte, radicale, convinta e già questo è scioccante per un mondo capace solo di guardare indietro, tutto proteso alla comoda quotidianità, privo di domande, ma con tante risposte a scelta multipla. Un giovane uomo che parla di Dio e che lo ha seguito. E questo è quasi del tutto incredibile per una società che trova Dio scomodo, che lo vorrebbe espellere perché pone troppe domande, perché di propone tante scelte, tutte aperte, tutte libere, tutte faticose. I giovani non fanno sconti nei propri giudizi, non tollerano l’ipocrisia che distrugge tutte le idealità e credo sappiano apprezzare la coerenza, la fedeltà, la forza quando gli viene proposta. E’quindi sull’esempio che noi riallacciamo l’attenzione della generazione dei più giovani, quella che ci appare la più difficile da contattare, tutta rivolta a mondi paralleli, virtuali e insensibili e la scuola, ma prima ancora la famiglia deve sapere che è sul comportamento, sulla correttezza, sulla coerenza che si ricostruisce il progetto educativo. Lì le parole ritroveranno il loro senso e sapranno scatenare fuoco e fiamme al solo essere pronunciate perché sia per chi le profferirà, sia per colui o coloro che le ascolteranno avranno il medesimo, profondo, vero significato. Elena Donazzan Assessore regionale 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 6 Obiettivo competitività Il livello di competitività del nostro turismo è allarmante, ma diviene imperdonabile se pensiamo all’abbondanza di risorse naturalistiche, storiche e culturali di cui disponiamo. Spesso in certi discorsi ci confrontiamo con Cortina, ma la percezione che siamo riusciti ad ottenere investendo per anni denaro pubblico in politiche di marketing e comunicazione fatte in casa ci inchiodano senza appello affianco ad Auronzo e Tarvisio I punti deboli della competitività del sistema turismo sono i decisori locali, la loro non-conoscenza e la loro lontananza culturale dalle nuove dinamiche di mercato. Il discorso vale soprattutto per gli aspetti della sostenibilità, identità di marca, marketing territoriale, branding, new media. L’assenza di un Centro Servizi che funga da regia e, peggio, l’inadeguatezza della formazione specifica degli attori della filiera decisionale, sono i fattori che emarginano progressivamente il territorio. Nessuna di queste figure ha mai realmente operato su progetti strategici a medio termine con una visione della portata richiesta. Naturalmente, la loro onestà e impegno sono fuori discussione. Approccio Un approccio corretto richiede un tavolo multidisciplinare dove, normalmente, si parte da linee-guida espressione di un documento condiviso e sottoscritto. Accade così nei distretti vicini, mentre in Altopiano manca una visione del divenire del territorio. Non si tratta di “amministrazione”, ma dell’ordinaria (altrove) attività di analisi, ricerca e sviluppo per la competitività del Distretto Turistico. Che serva un cambiamento sembra in parte emerso. Partecipando ai convegni, si nota che certe parole d’ordine si ripetono univoche. Resta però da capire perché dovremmo aspettarci che gli attuali decisori-amministratori si trasformino in qualche mese in quello che non sono, degli operatori di marketing e comunicazione con esperienza internazionale. Non lo sono, svolgono altre professioni, non può essere chiesto loro di divenirlo, non hanno mai portato alla competitività una mar- ca, non ne hanno le competenze tecniche. Sono stati eletti come amministratori e come tali amministrano la vita del proprio comune. E’ questo aspetto che rappresenta l’attuale vero collo di bottiglia, il centro stesso del problema. Nella filiera decisionale non c’è “qualità della committenza”. C’è quindi bisogno urgente di comunità, di andare oltre l’ambito municipale, di ritrovare la capacità di essere uniti nel formulare obiettivi strategici di interesse territoriale, poichè il benessere comune è la premessa al benessere personale (Tiziano Vescovi, marketing, Università Ca’ Foscari, Venezia). Ora, se è vero e se è condiviso, che la crescita qualitativa del sistema turismo sia davvero fattore così centrale da non poter assolutamente rischiare di dare ulteriori segnali di provincialismo ed emarginazione, allora la prospettiva oggi è totalmente diversa e le parole d’ordine sono diventate IDENTITA’, COMPETITIVITA’ DEl TERRITORIO, TURISMO DI PROSSIMITA’, MOBILITA’ DOLCE, DISTRETTO TURISTICO, CENTRO SERVIZI ecc. ecc. Visione. Credere, e far credere, che un turismo competitivo possa ancora vivere di interventi sporadici, anticiclici, personalistici ed estemporanei dell’uno o dell’altro amministratore comunale o della Comunità Montana è un errore imperdonabile. Come tutte le attività complesse, un sistema-turismo ha bisogno, prima ancora dei finanziamenti, di una visione. Questa in altopiano non c’è. La cosa che più deve indignare chi si avvicina a queste problematiche è sentirsi dire «dateci i soldi e vedrete quello che sapremo fare…». Inutile, anco- ra strumentale, nascondersi dietro questi vecchi alibi. Nel nostro caso è richiesta una visione a medio-lungo termine capace di generare linee guida univoche nell’obiettivo della competitività, della percezione di rilevanza, della massima valorizzazione del Distretto Turistico. Come tutte le attività strutturate, questo progetto ha bisogno che la visione generale sia corredata da strumenti adeguati per attirare investimenti. In questo senso possiamo parlare senza più remore di un’unica grande organizzazione strategica del turismo (Centro Servizi), governata e partecipata dai referenti del territorio (Consulta Turismo), finalmente coordinata professionalmente a 360 gradi (Linee Guida), in tutta l’attività di comunicazione (Branding). Cosa abbiamo: un ambente naturale favorevole con vantaggi strategici che altri non hanno; cosa non abbiamo: un’idea-sfida che guida il territorio verso la competitività che altri già hanno. Ma non è possibile l’innovazione del territorio verso la competitività senza mettere per prima la comunità, perché la competitività si alimenta solo con la polarizzazione tra Centro Servizi (l’area di eccellenza del distretto) e imprenditori, mentre non ha mai funzionato e non funzionerà la polarizzazione tra imprenditori e amministratori (…). Marchio ad ombrello. Paradossalmente, l’Altopiano non ha un suo unico marchio e una sua identità di marca. In mancanza del Centro Servizi che faccia da tutor, l’ identità è sistematicamente scomposta e neutralizzata da una miriade di iniziative della Regione, Provincia, Consorzio Turismo, Montagna Cibra, Montagna Vicentina, ecc ecc... In un mondo in cui ogni prodotto o servizio deve sempre più sa- persi far distinguere per poter emergere, il marchio e la marca sono diventati fattori sempre più importanti e fortemente determinanti per veicolare lo “status” dell’offerta (la rilevanza che percepiamo di un dato prodotto o servizio rispetto ad un’altro). Nel nostro caso abbiamo fortemente bisogno di un “marchio ad ombrello”, ovvero un sistema di segni normato (disciplinare d’area) in grado di tenere sotto un’unico “ombrello - identità altopiano” tutto l’insieme di attività e valori territoriali che vanno dal Festival Hoga Zait alla Fiaccolata Storica della Calà del Sasso, dall’agricoltura all’agroalimentare, dall’artigianato ai servizi, tutto l’arco dell’offerta di servizi ad essi associati. Questa strada, che va però affrontata con la massima professionalità, è già stata ampiamente percorsa con successo dalle altre economie di vallata. Va detto anche che l’elaborazione del marchio ad ombrello per un distretto turistico non è primariamente un lavoro di grafici o designer, ma implica un processo di elaborazione basato su uno studio importante dell’identità del territorio, valori fondativi, valori competitivi. Per capire quanto si sia ancora oggi culturalmente lontani dal disciplinare questi aspetti fondamentali, basterà confrontare i siti web ufficiali degli otto comuni e comparane la formidabile eterogeneità, fino al punto che solo Roana dichiara nella testata della propria homepage di far parte dell’Altopiano di Asiago 7C. Percezione del prodotto. L’Osservatorio Nazionale del Turismo colloca Asiago - assieme ad Auronzo e Tarvisio all’interno del raggruppamento di destinazioni turistiche de- nominato “Estati a bassa quota”. Il rapporto 2009 “Il turismo montano in Italia. Modelli, strategie, performance” descrive, in buona sostanza, come venga attualmente percepita la nostra offerta. Non si tratta del nostro “ritratto”, ma del modello di località turistica di montagna con cui siamo classificati da turisti e operatori: bassa altitudine; risorse ambientali limitate; alta accessibilità; qualificazione medio-bassa dell’offerta alberghiera; spiccata vocazione estiva; bassa pressione turistica; basso livello di internazionalizzazione; prezzi competitivi nella stagione invernale; scarso livello di intermediazione; buona differenziazione prodotto estivo. Le località incluse in questo modello: sono numericamente popolose; non basano principalmente sul turismo le proprie opportunità di sviluppo; sono deboli nell’offerta ricettiva alberghiera (con una presenza molto forte di ricettività non imprenditoriale); presentano un bassissimo tasso di occupazione dei posti letto (non remunerativo per le aziende e non strumentale a nuovi investimenti); risultano essere frequentate soprattutto in estate, con trend però negativi, a differenza della stagione invernale. Le mappe i posizionamento. Nel corso del Convegno “Montanari e foresti, insieme per un nuovo modo di fare turismo sull’Altopiano”, organizzato ad Asiago il 3 agosto 2009 al Millepini dal Rotary in seno al 18° Meeting dell’Amicizia, Giovanni Santoro, ricercatore COSES (Consorzio per la Ricerca e la Formazione, Venezia) ha presentato la ricerca “Il turismo dell’Altopiano”.Analizzando, tra l’altro, la competitività di domanda/prodotto per bacini, ha evidenziato che la competizione per il prodotto invernale si gioca su una scala territoriale più ampia (bacini di domanda spesso europei); il prodotto estivo compete invece su scala territoriale più limitata e spesso con altri prodotti non montani; le località a doppia stagionalità pur presentando maggiore articolazione di prodotto devono competere su più livelli; la competizione sui bacini regionali ed escursionistici è limitata a ristrette aree geografiche; all’interno dei gruppi di località competitors giocano un ruolo chiave l’organizzazione del prodotto ed il prezzo. Ancora il Dott. Santoro, «l’altopiano è percepito come comprensorio, va proposto come tale: Asiago ne rimarrà la stella (...), ma non sarà la destinazione del turismo» Andrea Cunico Jegary www.altopianobike.com: è attivo il nuovo sito per le MTB Dallo scorso mese di agosto è in web un nuovo sito dedicato agli appassionati della mountain bike . Le pagine telematiche sono rivolte agli amanti di questo sport che da qualche anno ha coinvolto giovani e adulti verso una forma di turismo alternativo tesa a coniugare immersioni nella natura ed attività fisica. Il sito, nato da un idea di Alberto Pavanello, vuole diventare un ottimale punto di riferimento per gli appassionati della due ruote, per chi vuole fare una gita in bicicletta su quello che è uno dei più affascinanti posti del territorio veneto. L’Altopiano di Asiago con oltre 500 km di strade percorribili si presta a diventare la più grande area per poter praticare escursioni in mountain bike e AltopianoBike.com sarà il sito che valorizzerà tutto questo. Non solo percorsi per il “cavallo meccanico”, ma anche storia, tradizioni e informazioni; non si vuole dimenticare, tra tante cose, che i Sette Comuni sono stati teatro di aspri com- battimenti durante la Prima Guerra Mondiale, e pure patria di ottimi prodotti locali, tra cui il famoso formaggio apprezzato in tutto il mondo, si tratta perciò di viaggi a ritroso nel passato e nella tradizioni di questi luoghi. Il sito si presenta in continua evoluzione, sia per quanto riguarda gli itinerari che per tutte le altre informazioni. Vi saranno anche dei contributi video realizzati percorrendo i diversi itinerari. Attualmente sono inseriti 11 percorsi , ma presto ne verranno aggiunti altri insieme alle tracce GPS da poter scaricare. Il webmaster Pavanello informa che è già attivo anche un gruppo di Facebook chiamato “AltopianoBike.com - escursioni in “bici off road” sull’Altopiano di Asiago” al quale tutti possono iscriversi, dove sarà possibile inserire commenti e dare il proprio contributo in termini di consigli e nuove tracce da percorrere in sella alle MTB. G. Dalle Fusine 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 7 “Nasce il primo nordic park sull’Altopiano” ASIAGO Sta riscuotendo un grande successo il Nordic Walking Park allestito al Prunno di Asiago. Il primo parco del suo genere nella Regione, inaugurato l’8 agosto scor- “Un luogo dove gli appassionati di questo sport possono trovare tutto il necessario per praticarlo” so, è realizzato dalla Nordwalk a.s.d. e la Baita al Prunno e vede ogni giorno decine e decine di turisti interessati ai percorsi allestiti. I Nordic Walking Parks sono luoghi immersi nella natura, studiati appositamente per permettere alle persone di praticare il nordic walking in assoluta tranquillità e con la possibi- Un anno di Adid sull’Altopiano E’ passato un anno dalla fondazione della Delegazione Asiago 7 Comuni dell’ADID, Associazione Degustatori Italiani Distillati ed il Presidente Mirko Rigoni tira le somme. “E’ stato – dice - un anno sicuramente positivo per la Delegazione. Al momento contiamo su una ventina di Soci sparsi sui vari comuni, abbiamo organizzato serate a tema, degustazioni guidate,visite in Distilleria, un corso formativo base sull’analisi sensoriale dei distillati ed sulle loro caratteristiche, una serata indimenticabile sui Rhum ed anche la cena sociale”. Ma che cos’è l’Adid? “Molti – spiega Mirko Rigoni - appena sentono di cosa si tratta pensano ad un gruppo di amici vari che si ritrovano a bere dei distillati per piacere e per ubriacarsi. Mi dispiace deludere queste persone ma non è esattamente cosi. Lo scopo principe dell’Associazione è di bere con molta moderazione, per un bere che sia soprattutto di qualità, analizzando i vari prodotti in modo da valutarne le capacita visive, olfattive e gustative e saper dare poi un giudizio oggettivo sul distillato degustato. E’ capitato più volte che, nell’arco di una nostra serata, venisse alla fine penalizzato un prodotto di marca nazionale o internazionale per- ché mostrava difetti (ben nascosti) e che molti corsisti affermassero di averlo degustato parecchie volte prima di quella sera e che fosse risultato piacevole al loro palato. Alla fine si capisce che, con la stessa cifra, al bar, ristorante, enoteca o dove si voglia, si può optare per un prodotto migliore sia nel gusto che nell’olfatto”. Altro punto forte dell’Associazione vogliono essere le visite in Distilleria. “Purtroppo nell’arco dell’anno ne abbiamo svolta solamente una, sofferta anche perché spesso non ci si trovava con gli orari e la disponibilità dei soci e dell’azienda. La pluripremiata Distilleria Bertagnolli di S. Michele all’Adige ci ha accolto a braccia aperte. Il mastro distillatore ci ha spiegato e fatto vedere in modo molto professionale tutte le attrezzature ed i vari momenti della lavorazione”. Per il prossimo futuro, l’Adid intende ri-organizzare un corso base per aspiranti assaggiatori che si terrà probabilmente nel mese di ottobre (solo con un numero minimo di partecipanti pari a 15 persone). Il corso dura 6 settimane più l’esame finale. Gli incontri sono con cadenza settimanale della durata di 2/3 ore. Al corsista vengono consegnate valigetta con 4 bicchieri, testo, dispense varie ed alla fine del corso verranno consegnati l’attestato, il distintivo e la spilla dell’associazione. Il costo è di 190 euro più 50 euro per la tessera associativa nazionale per chi non fosse ancora socio. Nei programmi anche una serata a tema sulle grappe aperta anche ai non soci con data da definire. Per qualsiasi info sull’associazione e sul corso non esitate a contattarmi al 349-8430948 oppure [email protected] Avis, gita sociale a Cortellazzo Il direttivo Avis Altopiano organizza per domenica 25 ottobre una gita socia- Cercansi famiglie per affido Cerchiamo famiglie disposte ad aiutare un bambino a crescere: il ruolo di affidatario può essere assunto da una famiglia con figli, da una coppia, da una persona singola, senza limiti di età. L’Equipe Affidi organizza un percorso formativo (e non vincolante rispetto a una futura richiesta di disponibilità) per chiunque fosse interessato. Adesioni al n. 0424.885425 o via e-mail: [email protected] entro il 23 settembre 2009. le a Cortellazzo (Ve) con pranzo a base di pesce presso il noto ristorante “Al Gambero”. Il menù che viene proposto vale senz’altro un viaggio fino alla laguna: dall’antipasto con scheie con crema di mais, cappasanta, dentice, scampi o canoce, scampi, granchio, polipi, insalata di mare, mazzancolle e vongole, si passa ai primi piatti con risotto a frutti di mare, ravioli alle cappesante e gnocchi al sugo di scampi. Seguirà il secondo con grigliata mista di pesce, branzino ai ferri e fritto misto. Per chiudere, dolce e caffè. Costo complessivo, compreso il viaggio in pullman è di 60 euro. Le prenotazioni si ricevono entro il 10 ottobre presso i Capi gruppo o telefonando al 3351358621. La partenza è fissata alle 7.30 dal piazzale dello stadio del ghiaccio di Asiago. Parte l’attività della Scuola di Musica La scuola di Musica Altopiano organizza per mercoledì 23 settembre alle 20.30 presso l’aula di musica delle Scuole Elementari “Monte Ortigara” in Asiago, una riunione preliminare per l’iscrizione al nuovo anno di attività. lità di avere diversi percorsi segnati che si adattano facilmente al tipo di impegno fisico che si vuol avere. I tre percorsi realizzati, di 4,2 di 5,1 e di 10,5 chilometri, sono adatti a ogni esigenza, segnalati da apposite tabelle segnaletiche che danno indicazioni al turista su quale percorso si trova, a quale punto del percorso, quanta strada ha percorso e quanta ne rimane da percorrere per ritornare alla Baita al Prunno, punto di arrivo e partenza. L’accesso al Nordic Walking Park, ed ai suoi percorsi, è gratuito e riveste perciò una nuova offerta turistica a costo “zero”. Un servizio a disposizione del turista, dell’atleta e dello sportivo in genere. La Nordwalk a.s.d. , che nella divulgazione del nordic walking promuove il benessere a 360° con la pratica di un’attività sportiva praticabile e soprattutto ripetibile da parte di tutti, vuole anche e non solo va- lorizzare il territorio dell’Altopiano ma renderlo accessibile in tutti i suoi aspetti e siti più reconditi. Il nordic walking è una disciplina sportiva che si pratica all’aria aperta, nata dagli sciatori fondisti finlandesi che lo utilizzavano per i loro allenamenti estivi. Oggi questa disciplina è cresciuta in tutto il mondo proprio per i benefici che derivano nel praticarla. E’ un attività dolce che, con l’uso di appositi bastoncini, tonifica la muscolatura, è attenta a salvaguardare la corretta postura del nostro corpo, non affatica le articolazioni e può essere praticata da chiunque e a qualunque età. La naturale continuazione della pratica del nordic walking in inverno si ha con le racchette da neve. L’associazione tratta il mondo del nordic walking con tutte le sue varianti, specialità ed applicazioni in molteplici campi sia con uscite escursionistiche, naturalistiche ed ambientali, sia con corsi sia con uscite invernali con le ciaspole anche in notturna. Gerado Rigoni “Metti le mani in pasta - A cena con lo chef ” Aperte le iscrizioni al nuovo corso di cucina regionale organizzato dall’associazione Le Buone Forchette in collaborazione con Regalcasa, che prenderà il via il 6 ottobre: quattro serate durante le quali verranno preparati altrettanti menù a tema completi, i cui piatti si gusteranno poi tutti insieme. Come già preannunciato, visto il successo della prima edizione e le numerose richieste ricevute, torna l’iniziativa dell’associazione Le Buone Forchette, in collaborazione con la Regalcasa di Asiago, ovvero l’originale corso di cucina regionale dove tutti i partecipanti sono invitati a “mettere le mani in pasta” per preparare sotto la guida esperta dello chef Mirko Rigoni i piatti previsti dalla serata, che si concluderà poi alle- gramente “a cena con lo chef” gustando tutti insieme quanto cucinato. Saranno anche quest’anno quattro le serate che comporranno il corso, ognuna con un tema diverso e la preparazione di un menù completo, dall’antipasto al dessert. A partire dal 6 ottobre, una sera la settimana per 4 settimane, presso i locali della scuola alberghiera di Asiago si terranno le lezioni in un clima di amichevole collaborazione, e con il supporto delle migliori attrezzature per cucina messe a disposizione dalla Regalcasa di Asiago, negozio al quale ci si può rivolgere per maggiori informazioni e per iscriversi al corso di cucina regionale. Regalcasa è in piazza Carli 78 ad Asiago, il numero di telefono è lo 0424 462619. 8 Sabato 19 settembre 2009 ASIAGO l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 8 Dall’iniziativa di alcune famiglie altopianesi verso un gruppo di bambini russi uno spunto di solidarietà da parte della popolazione asiaghese Per il terzo anno la manifestazione di affetto di un gruppo di famiglie del posto verso i bimbi colpiti dal disastro nucleare di Chernobyl Anche quest’anno, per la terza estate, alcuni bambini provenienti da zone contaminate dall’incidente nucleare di Chernobyl hanno avuto la possibilità di trascorrere qualche settimana nel salubre Altopiano di Asiago, ospitati da alcune famiglie del posto. Dal 2006, infatti, si è formato un gruppo di altopianesi che collaborano ai fini di indirizzare un aiuto concreto e solidale verso questa attuale e drammatica realtà, coinvolgendo negli anni ben trenta bambini. Il primo anno, in occasione del ventesimo anniversario dal disastro nucleare, dieci famiglie, con l’appoggio della Parrocchia di Asiago e dell’Associazione benefica “Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori, hanno deciso di ospitare altrettanti bambini russi. Nel 2008, l’aiuto del gruppo benefico si è indirizzato a dodici bimbi bielorussi che vivono in un orfanatrofio; considerando le loro abitudini e il loro stile di vita, si è pensato di dare loro vitto e alloggio presso la Famiglia Aperta sul Mondo, collaborando con essa nell’organizzazione di pasti, turni notturni e gite, tra cui quella che li ha condotti per la prima volta (e forse l’unica) al mare per un’intera settimana. Quest’anno sono stati coinvolti otto bambini che sono stati accolti in altrettante famiglie; i piccoli ospiti prove- nivano da villaggi nelle vicinanze della cittadina di Novozibkov in provincia di Bryansk (Russia) e hanno avuto la possibilità di trascorrere un mese ad Asiago. L’esperienza è stata positiva sotto molpteplici punti di vista. Lo scopo dell’iniziativa, sin dalle sue origini, è primariamente di carattere sanitario: la permanenza in un territorio salubre come l’Altopiano consente al loro organismo di ridurre la quantità di cesio 137 assorbito, aumentando nel contempo le difese immunitarie e contenendo il pericolo di insorgenza di patologie legate all’esposizione alla radioattività. Allo stesso tempo, fornisce loro un’opportunità altrimenti difficilmente realizzabile considerata la povertà dei paesi in questione, cioè quella di trascorrere una piacevole vacanza in un luogo incontaminato; per di più, Il bilancio complessivo dell’esperienza è senza dubbio più che positivo; l’inserimento dei ragazzini (di età com- presa tra gli otto e i nove anni) non è stato difficoltoso: spesso le barriere linguistiche e culturali spaventano, ma il sentimento di aggregazione e sinergia tra ospiti e famiglie le ha brillantemente superate. Non solo: i bambini sono anche stati ospiti del Grest di Asiago, che ha collaborato alla loro integrazione e socializzazione tra i ragazzi del posto; un ringraziamento particolare va quindi agli animatori e organizzatori del Grest che hanno creato un momento di accoglienza splendida ai bambini russi e un’occasione di incontro e di unione con i bambini di Asiago. Le famiglie ospitanti, che desiderano rimanere nell’anonimato, hanno raccolto grandi soddisfazioni dall’esperienza condotta quest’anno; “E’ stata sicuramente un’iniziativa gratificante dal punto di vista umano – ha dichiarato il gruppo di famiglie altopianesi – Nutriamo la speranza di aver regalato loro un mese di vacanza con positivi risvolti anche sanitari. I loro sorrisi, le gioie, le espressioni di stupore, l’affetto, la gratitudine e tutti i momenti di vita quotidiana hanno ampiamente ripagato degli sforzi organizzativi ed economici necessari alla realizzazione dell’iniziativa”. La permanenza dei bimbi nel corso di questi tre anni è stata anche l’occasione per le famiglie ospitanti (alcune delle quali inseritesi nel tempo, altre presenti fin dalle origini del progetto) di frequentarsi e, quindi, di conoscersi meglio e di iniziare, proseguire, approfondire e intrattenere rapporti di amicizia. Tra le prospettive che si sono poste al gruppo di famiglie c’è stata anche quella di riospitare negli anni i medesimi bambini; lo scopo iniziale dell’iniziativa era quello di dare la possibilità a più ragazzi di intraprendere questa esperienza e, soprattutto, di capire di volta in volta quali siano le loro reali esigenze e gli effettivi benefici; centrale è il bambino: ecco che si è preferito inserire gli ospiti orfani nella Famiglia Aperta sul Mondo ai fini di non creare loro un disagio profondo, ecco che si è pensato di dare a più bimbi l’opportunità di passare un mese in Altopiano e ancora di rimanere anonimi nell’adempimento di questo grande atto di solidarietà. La realizzazione dell’iniziativa benefica ha comportato un notevole impegno per le famiglie interessate, sia dal punto di vista umano e organizzativo che da quello strettamente economico. In questo senso è importante dare rilievo alla disponibilità di enti e associazioni, di esercenti di attività commerciali ma anche di molti privati che, in misura diver- sa, hanno contribuito alla buona riuscita dell’iniziativa. La solidarietà si vede anche e soprattutto nelle piccole cose: l’inserimento gratuito dei ragazzini al Grest, l’offerta del vitto per la loro accompagnatrice o di una pizza per i ragazzi, l’organizzazione di una festa in loro onore, qualche indumento donato, pane e pizzette regalati con gioia, ma anche un gelato offerto lungo il Corso, un sorriso di simpatia e una chiacchiera in centro sono piccoli gesti che rendono grande un’esperienza già di per sé irripetibile, tra boschi e gite a Leoland, tra giri in bicicletta e passeggiate, tra pattinate e nuotate. Le famiglie altopianesi coinvolte nel progetto sperano di riproporre l’iniziativa anche per l’anno venturo, nei limiti della disponibilità anche economica, in modo da poter far fronte agli innegabili costi logistici e al notevole dispendio di energie richiesto. A tal fine, in autunno, verrà proposto un incontro informativo, indirizzato a chi voglia conoscere il progetto e/o parteciparvi, conscio dell’importanza dell’impegno richiesto dall’iniziativa. Lo scopo principale è che questa meravigliosa e disinteressata forma di solidarietà, condotta in silenzio e indirizzata esclusivamente al benessere dei bambini coinvolti, possa continuare negli anni e portare loro un giovamento sanitario o anche solo un bel sorriso. Martina Rossi 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 9 L’impianto a biomasse di Asiago, l’assessore Rigoni risponde ai dubbi e alle perplessità della popolazione Pagina a cura di Claudio Savelli Chi di noi, arrivando sull’Altopiano provenendo da Bassano, non ha notato quell’imponente struttura che si trova poco prima del Turcio? Due scatoloni che si ergono verso la strada, quasi volessero oscurare l’ingresso al nostro meraviglioso territorio. Non si tratta dell’ennesima speculazione edilizia, bensì del progetto Demetra: l’impianto di cogenerazione e teleriscaldamento di Asiago. Demetra è anche il nome della dea della fecondità della terra, della speranza di un buon raccolto, la dea che faceva nascere fiori, frutti e grano in abbondanza, perché felice di aver ritrovato la figlia, dopo averla persa e angosciosamente ricercata per lungo tempo. Il nome Demetra è dunque auspicio di ricLa popolazione si lamenta per il cattivo impatto visivo che l’impianto offre, soprattutto per i turisti che salgono sull’Altopiano da Bassano. Che commento fa su questo tema? Sono d’accordo con la popolazione. Purtroppo non si poteva edificare in una altra area, più isolata, per almeno due ragioni: la prima perché si rischiava di perdere un contributo di 1.400.00 euro essenziale per la realizzazione del progetto per scadenza dei termini temporali e la seconda per ragioni operative e di costi: essere così vicini alla segheria abbatte tutta una serie di costi e permette quindi di operare con maggior margine operativo. Bisogna considerare inoltre un altro aspetto, in ogni caso molto comune anche nelle vallate del Trentino: ad esempio, vedere un’attività industriale “montana”, che comunque crea indotto ed impiego lavorando cataste di legname, è sempre più gradevole di vedere industrie plastiche o chimiche. La segheria è una attività industriale che rispetta in un certo senso la tipicità della località in cui si trova, lavorando la legna prodotta sull’Altopiano. Una attività industriale di questo genere è sicuramente logisticamente più efficiente se si colloca presso una delle due vie di accesso principali dell’altopiano. Il progetto nasce già, tuttavia, con l’intenzione di essere a minore impatto visivo possibile. Per questa ragione si è pensato di costruire le strutture ad una quota più bassa rispetto al ciglio stradale; è previsto e in corso di realizzazione a breve un argine con piantumazione di alcune piante ad alto fusto che possano creare una piacevole barrie- ra. chezza ed abbondanza per l’Altopiano. Il progetto, in fase di studio da una decina di anni, si è concretizzato con la prima amministrazione del Sindaco Andrea Gios. Tuttavia esistono alcuni aspetti che l’opinione pubblica asiaghese ha sottolineato, esprimendo dubbi sull’effettiva operatività e sui reali benefici di questo investimento. Innanzitutto alcune informazioni tecniche per poter dare una visione obiettiva: l’impianto del Turcio è realizzato da una società a responsabilità limitata composta per il 95% da Vi.Energia e per il 5% dal Comune di Asiago. La sua realizzazione è costata circa 22.000.000 di Euro. Si prevede di ricavare calore per riscaldamento urbano ed energia elettrica da immettere in rete da una centrale di cogenerazione che sfrutta come combustibile il cascame della segheria, situata sul terreno Alcuni cittadini hanno segnalato fumi particolarmente maleodoranti. Ci sono voci che suggeriscono si stia utilizzando cippato che non viene dall’Altopiano o addirittura altro tipo di materiale di combustione… L’impianto è alimentato con gli scarti di lavorazione della segheria annessa. La materia prima non può provenire da altra nobilitazione del legno a causa dei prodotti chimici che si usano in alcune lavorazioni, come per esempio le vernici. Questa centrale viene alimentata esclusivamente da cippato “puro”; in situazioni di emergenza, che non si sono ancora verificate, si può utilizzare olio vegetale o metano. Se è stato visto a volte uscire fumo di colore e odori particolarmente penetranti, è stato saltuariamente e solo per la manutenzione e la messa a punto dell’impianto stesso. A regime questi fumi non vengono emessi, anche perché non è possibile utilizzare altro tipo di materia prima; ciò andrebbe a creare grossi danni all’impianto stesso (filtri e caldaia), con i conseguenti costi economici per le riparazioni. La centrale di cogenerazione dell’impianto è equipaggiata con efficienti sistemi di depurazione dei fumi, mediante i quali si garantisce il rispetto dei vigenti vincoli di legge in relazione alle emissioni di inquinanti in atmosfera. adiacente a nord della zona dov’è edificata la centrale termica. Il cascame è composto da trucioli, cippato di legno, corteccia e segatura. In centrale termica è prevista l’installazione di due generatori, alimentati a biomassa, rispettivamente con caldaia ad acqua calda avente una potenza termica pari a 3,5 MW e una caldaia ad olio diatermico avente una potenza termica pari a 6,5 MW. L’impianto è dotato di sistema di gestione computerizzato, automazione, misure e controllo del tipo più avanzato oggi esistente. Sono previsti tutti i dispositivi di sicurezza e protezione necessari secondo la normativa tecnica, in maniera da garantire un funzionamento sicuro. Esistono però alcuni temi di priorità per la popolazione, che andiamo a discutere con l’Assessore ai Lavori Pubblici di Asiago, Giampaolo Rigoni Camplan: Ma quale tipo di vantaggio per il bilancio comunale e dal punto di vista ambientale si persegue con questa tecnologia ? “L’energia termica proveniente dalla combustione delle biomasse produce acqua calda, che immessa in un sistema di tubazioni sotterranee (rete di teleriscaldamento) viene distribuita all’utenza pubblica e privata. Abbiamo già allacciato alcuni edifici pubblici (Liceo Pertile, museo Le Carceri, asilo Regina Margherita, scuole elementari, scuole medie, ufficio del Giudice di Pace, Distretto Sanitario, Ospedale, Polizia locale), più oltre 70 utenze private. Per poter eseguire gli allacciamenti si è dovuto intervenire sulla sede stradale. Si dovrà tuttavia intervenire ancora per poter allacciare l’ Ipsia (via Cesare Battisti) e il Comune. Probabilmente questi ulteriori interventi potranno creare alcuni disservizi a li- vello di viabilità, ma l’obiettivo da raggiungere è sicuramente importante ed è quello di implementare una tecnologia all’avanguardia che salvaguardi l’ambiente e che possa portare un beneficio economico tra il 15% e il 20 %. Questo risparmio è distribuito tra l’abbattimento dei costi delle caldaie e della loro manutenzione, nei costi di certificazione (bollino blu) di ciascun impianto, senza contare che gli edifici pubblici che vengono riscaldati con questo sistema energetico hanno costi assicurativi minori e procedure più snelle per ottenere i certificati di agibilità da parte dei Vigili del fuoco. Dal punto di vista ecologico e ambientale, l’impianto presenta alcuni vantaggi indiscutibili rispetto ad impianti per la pro- duzione di calore basati esclusivamente su combustibili fossili tradizionali quali il gasolio e il metano. La biomassa è infatti una fonte di energia rinnovabile. Si può quindi considerare l’impianto di teleriscaldamento come un sistema di produzione di calore ecologico che consente di ridurre l’inquinamento atmosferico: esso permette di rendersi indipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi delle fonti energetiche tradizionali (gasolio, metano) dovute a svalutazioni della moneta, vicissitudini internazionali e carichi fiscali imposti da terzi. Un dato su tutti: con questo impianto sarà possibile sostituire un equivalente di circa 3,1 milioni di litri di gasolio per anno”. Il Comune intende implementare altri progetti dove verranno utilizzate fonti di energia alternative ? Si. Il Comune è sicuramente molto attento a questo nuovo tipo di soluzioni energetiche. Si sta per esempio valutando di dotare la Casa di riposo di un impianto fotovoltaico. Verranno fatti i relativi approfondimenti in funzione di costi, resa energetica e risparmio per poi portare in Giunta un progetto di massima nei prossimi mesi. Obiettivamente non si può non riconoscere la bontà tecnica e culturale di un impianto di questo genere. Il suo studio, affidato a Maurizio Fauri, docente all’università di Trento e coordinatore della progettualità, è sicuramente uno dei più validi. Una volta superati i problemi produttivi iniziali, ottimizzata la resa e il reperimento della materia prima, magari andando a “raccoglierla” direttamente nei nostri boschi (sarebbe stato forse più interessante pensare alla raccolta della legna già in fase progettuale così da “budgettare” anche questo costo), risulteranno più evidenti i benefici che l’Amministrazione di Asiago ha voluto perseguire con un progetto così ambizioso. Tuttavia permangono perplessità e dubbi da parte di una fascia di popolazione che avrebbe desiderato essere coinvolta maggiormente nel processo decisionale, persone qualificate, professionisti con profonde conoscenze legali, tecniche, finanziarie o sociali, che avrebbero voluto partecipare e influenzare in maniera più marcata un così importante progetto prima di tutto culturale per l’Altopiano, ma anche persone meno “tecniche”, comunque fortemente legate alla tradizione e al rispetto dell’”anima” dell’ambiente e al territorio altopianese. Si spera che la popolazione venga d’ora in avanti maggiormente coinvolta nelle decisioni relative a progetti che vanno ad influenzare o a modificare l’Ambiente, che per definizione appartiene a tutti. Una buona occasione potrebbe essere il progetto dell’Amministrazione di Enego per l’area di Marcesina, ma questa è un’altra storia e se ne parlerà in un prossimo numero di questa rubrica. 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 10 I primi cento giorni di Pino Rossi GALLIO “Sono stati cento giorni frenetici, giorni di apprendimento, di presa di coscienza e anche talvolta di scontro, ma sempre con l’interesse di Gallio al centro degli intenti”. E’ un Pino Rossi che parla a cuore aperto ai cittadini di Gallio convogliati al Cineghel per ascoltare il sindaco illustrare i primi cento giorni di governo della sua amministrazione. “Non nascondo che i momenti di difficoltà ci sono stati e ci saranno ancora – ha detto Rossi – Difficoltà nel prende- Illustrati al Cineghel i primi tre mesi di governo e gli intenti per il futuro. L’invito del sindaco: “Abbiamo trovato un paese diviso. Adesso con la buona volontà di tutti cerchiamo di serrare le file e ridiventare una comunità solidale e dinamica” re possesso di una macchina guidata per 15 anni da altri, altri che hanno avuto un loro metodo e modalità che sono diverse dalle nostre. Il mio non è voler fare polemica, ma è una constatazione; oggi, domani e per i prossimi 5 anni ci saremo noi che vogliamo prendere decisioni concertate con la popolazione, ma una volte prese non si discutono più perché applicheremo solamente la volontà popolare e tutti dovranno lavorare per portare a casa il risultato il più velocemente possibile”. Proprio per coinvol- I vincitori del Concorso fotografico sui funghi Durante la manifestazione ta “Elegante Peluria”, che ha denominata “4^ Weekend vinto una macchinetta fotogradel fungo” tenutasi con suc- fica digitale; secondo classicesso a Gallio dal 4 al 6 set- ficato Luca Natali di Maceratembre sono state esposte le ta, con la fotografia Pag. che 16-17 165 foto che hanno parteci- “Convivenze”, ha ricevuto pato al concorso, aperto a una Cornice Digitale; terzo Fetutti, indetto dall’Ufficio In- derico Stefani con la fotografia formazioni turistiche di Gallio “Spugnole”, che si è aggiudicato dedicato ai funghi nel loro un Weekend benessere all’Hohabitat naturale. Per valuta- tel Gaarten di Gallio. re le foto, provenienti da tutta Italia, la giuria, composta da esperti micologi, fotografi ed artisti, si è basata in particolare sulle seguenti caratteristiche: l’artisticità e la tipicità delle stesse e non da ultimo l’aspetto tecnico della foto. Questi i premiati: Michael Marini di Valstagna, primo classificato con Seconda classificata la fotografia intitola- gere il più possibile i suoi concittadini nelle decisioni amministrative il sindaco ha creato numerose consulte e gruppi di lavoro, una su tutte la consulta generale che conta già oltre 100 persone e che coinvolge tutte le consulte specifiche più tutti i presidenti delle varie associazioni, gruppi e categorie che compongono il tessuto sociale galliese. In più sono stati nominati i “capi contrada” persone a cui gli abitanti della contrada possono rivolgersi perché portino la loro voce alla Giunta. “La nostra amministrazione si contraddistingue per due caratteristiche principali – ha continuato – umiltà programmatica, intesa come il proporre idee non certo irrealizzabili, e la condivisione delle scelte. Più opinioni, più critiche costruttive, più suggerimenti che ci arrivano rendono più semplice il nostro lavoro e accontentano più persone”. Il concetto di democrazia partecipata sarà il filo condut- tore della serata galliese dove il sindaco ha esposto le prime iniziative del suo gruppo. Rifacimenti e allargamenti stradali, riorganizzazione e razionalizzazione del personale comunale, l’aver raggiunto un’intesa per la conclusione della contesa tra Comune e parrocchia sui lavori della canonica (contesa che ha portato l’arciprete ad abbandonare la sua abitazione parrocchiale), l’aver ottenuto il prolungamento fino a Gallio della pista ciclabile finanziata dai fondi dei paesi di confine che inizialmente si fermava ad Asiago sono solo alcune delle “tacche sulla pistola” della nuova amministrazione. Tra i progetti in cantiere invece la creazione di stage con le università, di partnership con aziende che lavorano nel campo del marmo e del legno, la realizzazione di una casa di riposo e la riduzione drastica dei costi energetici del comune. Infine Rossi indica come fon- damentale ristabilire un rapporto paritario con le società impiantistiche per rilanciare il turismo a Gallio. Rossi non risparmia qualche critica alle passate amministrazioni “progetti senza una finalità, costi eccessivi, nessun richiesta di finanziamento, mancanza totale di una progettualità sul medio - lungo termine”, ma poi passa oltre invitando tutti a contribuire alla crescita di Gallio. “Abbiamo trovato un paese diviso rispecchiato nelle quattro liste che si sono presentate alle elezioni – ha concluso – Adesso con la buona volontà di tutti cerchiamo di serrare le file e ridiventare una comunità solidale e dinamica”. Gerardo Rigoni Istituito l’elenco degli Antichi Abitatori L’amministrazione comunale di Gallio, con delibera di giunta, ha istituito l’albo degli Antichi Abitatori in ottemperanza a quanto previsto dallo Statuto comunale sul diritto di Godimento della Proprietà Collettiva. L’elenco, disponibile per la consultazione, ed eventuali osservazioni, è depositato presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Gallio. In esso, oltre ad essere censiti i beneficiari del diritto nelle forme: “Uti singuli” (forma diretta) e “Uti Cives” (forma collettiva), vengono annoverate e definite le pratiche e le attività che possono essere svolte. In linea con il regolamento sono da considerarsi titolari della proprietà Collettiva del Comune di Gallio tutti i cittadini residenti che risultino discendenti da genitori (Padre e/o Madre) iscritti all’anagrafe del Comune nel censimento del 1951 (data dell’ultimo censimento disponibile presso l’archivio del Comune, in quanto i precedenti sono stati distrutti o persi durante gli eventi bellici). Stesse regole per gli emigranti di ritorno, indipendentemente dal periodo di residenza fuori dal Comune di Gallio. Gli “Antichi abitatori” possono usufruire, ad esempio, dei diritti di Uso Civico del Legnatico, di Uso Civico di Pascolatici e di Uso Civico di Erbatico. Inoltre è consentito, tra gli altri, il diritto di cacciare, di raccogliere erbe, funghi e foglie, di approvvigionarsi di legname per scopi artigianali o per la realizzazione di pali e steccati e il diritto di assegnazione della legna da ardere o per la realizzazione del tetto della prima casa. “L’intento dell’amministrazione comunale - afferma il Sindaco Pino Rossi - è quello di mantenere viva un’antica tradizione coniugandola al presente e tenendo ben presente che non c’è futuro e sviluppo senza la valorizzazione della Montagna, la difesa del suolo, della foresta e la tutela dell’ambiente e delle sue risorse naturali”. A Gallio un corso di block bau canadese Si terrà dal 5 al 9 ottobre. Permette di acquisire la tecnica della costruzione senza chiodi Prima classificata Terza classificata Si chiama Blockbau ed è uno dei più antichi metodi di costruzione delle case. È una tecnica di costruzione antichissima, perfezionata nel tempo dai canadesi, nella quale si sovrappongono orizzontalmente tronchi o travi fino a formare delle pareti. I tronchi rotondi vengono fatti combaciare ad incastro senza fessure tra uno e l’altro e senza chiodi, con la massima precisione. Tutti i segreti di questa storica pratica saranno svelati da un corso si terrà a Gallio dal 5 al 9 ottobre 2009 tenuto dal maestro sud tirolese Dietmar Gånsbacher. Quello del Blockbau è un sistema utile per tetti, abitazioni, baite, malghe (come quelle di un tempo), rifugi, ricoveri per animali od attrezzi, strutture da giardino o lavoro, in uso in tutta l’Europa centro set- tentrionale dai primordi dell’umanità ed evolutasi fino alle raffinate costruzioni nord americane attuali. L’aggancio è ottenuto sugli angoli, dove vengono ricavate delle connessione che permettono l’incasso, permettendo allo stesso momento un irrigidimento della struttura. Durante il corso ( che avrà come orario 8.30-12.3 0 e 1 4 . 0 0 18.00) verrà costruita una casetta mobile di m. 4 x 3. Sotto la casetta verrà montata una slitta simile a quelle utilizzate anticamente in altopiano documentate da Aristide Baragiola. 8 Sabato 19 settembre 2009 ROANA “Cosa succede in Val Magnaboschi?” Da qualche giorno a questa parte è la domanda corrente che si pongono turisti, residenti e villeggianti. La quiete della valle è scossa da rombanti ruspe che preparano il terreno a nuove costruzioni, inoltre un gran cantiere risulta transennato a circoscrivere la porzione di terreno limitata dalla strada che a sud conduce alla Zona Sacra dei cimiteri militari, a ovest sale verso il rifugio l’Altopiano 11 Nuove residenze e un parcheggio in Val Magnaboschi Kubelek e a est dalla carreggiabile che porta alla piana del Paù. Sul luogo insiste una contrada che dai suoi antichi abitanti trae il suo toponimo, i Magnaboschi, per l’appunto. La preoccupazione tesa a salvaguardare il luogo è tale che qualcuno si è pure preso la briga di spedire alla redazione la foto del cantiere, a questa, senza polemico contrasto, abbiamo affiancato una immagine dell’archivio Bonomo datata anni Sessanta, per mostrare come il luogo si mostrasse all’epoca, con la pozza per gli armenti, le laste divisorie, con abitazioni e le baracche costruite secondo vecchi sistemi. Inoltre ci siamo presi la briga di interpellare l’Ufficio Tecnico di Roana per appurare il tipo di interventi a cui andrà soggetto il sito. Veniamo così a conoscenza che i lavori hanno seguito un iter piut- Operazione puliamo il buio all’Abisso Spiller sul Verena Da alcuni anni la Società Speleologica Italiana organizza la manifestazione Puliamo il Buio. Si tratta della bonifica totale o parziale di siti carsici inquinati da rifiuti. La manifestazione rientra in quella internazionale denominata Puliamo il Mondo coordinata in Italia da Legambiente e che, negli stessi giorni, sarà operativa in centinaia di località tra parchi, boschi, fiumi, coste ed in tutti quei luoghi che necessitano di una bonifica ambientale. Ricordiamo l’importanza di salvaguardare i massicci carsici in quanto sono tra i maggiori contenitori di acqua dolce sulla terra e, le grotte, sono le porte di accesso di gran parte di questa acqua. In particolare negli anni passati sono state fatte, sotto l’egida della Federazione Speleologica Veneta, delle operazioni al Buso di Busa Fonda a Gallio, alla Speluga di Fondi a Caltrano, al Brutto Buso di Asiago e, l’anno scorso, al Buso della Femmina ed alla Voragine di Val Schiavina a Lusiana. Quest’anno la grotta interessata sarà l’Abisso Spiller in località Busa Masciara sul monte www.giornalealtopiano.it Verena, in comune di Roana.. L’Abisso Spiller, profondo oggi circa 400 metri, è ancora in fase di esplorazione ed è meta di molti corsi di speleologia del CAI e della SSI . Infatti la semplicità della morfologia nella parte iniziale della grotta e la sua bellezza ne fanno una cavità particolarmente frequentata. Purtroppo la sua vicinanza al sentiero CAI n° 820 ( che gira intorno al monte Verena) ed alla malga Quarti, ne fanno anche un facile bersaglio da parte di persone incivili che utilizzano la grotta come discarica di rifiuti. Una prima bonifica ven- ne fatta una quindicina di anni fa da parte del Gruppo Grotte Trevisiol del CAI di Vicenza che ne permise poi l’esplorazione ancora oggi in corso. L’operazione Puliamo il Buio 2009 sarà effettuata i giorni 26 e 27 settembre in collaborazione con il Comune di Roana e avrà come base operativa malga Quarti. Il programma prevede la pulizia del primo pozzo, dove sono presenti alcuni quintali di rifiuti; il ripristino della recinzione esterna, con eventualmente apposizione di un cartello che rammenti il valore della cavità e della sua bonifica. Con l’occasione verrà ripristinata anche la linea telefonica interna, oggi rotta dalle nevicate, che copre la grotta fino a meno 300 metri di profondità. I gruppi speleologici della provincia di Vicenza che hanno aderito sono: Gruppo grotte trevisiol cai Vicenza (organizzatore) Gruppo speleologico settecomuni di Asiago Gruppo speleologico geo cai Bassano Gruppo speleologi cai Malo Corrado Corradin GSS Asiago Anche in Altopiano le Primarie del Partito Democratico Si è tenuta lo scorso 10 settembre a Canove la prima assemblea di circolo provinciale per l’elezione dei candidati a segretario nazionale del Partito Democratico, a ritrovarsi presso l’Albergo alla Vecchia Stazione sono stati gli iscritti al Circolo di Roana e Rotzo. Dopo la presentazione delle mozioni dei tre candidati Pierluigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino, si è proceduto alle votazioni da parte degli iscritti del candidato prescelto. Alla serata erano presenti gli iscritti al Circolo e i simpatizzanti, che al termine delle presentazioni hanno aperto la discussione sui contenuti delle mozioni. Il Circolo Roana – Rotzo ricorda che il 25 ottobre prossimo anche sull’Altopiano si procederà alle primarie del Partito Democratico alle quali potranno partecipare tutti i cittadini, anche i non iscritti. tosto lungo, alla fine del quale l’opera è stata avallata dalla Sovrintendenza, ente garante di specifiche prescrizioni in materia di salvaguardia ambientale. Nello specifico gli oneri di urbanizzazione prevedono il riguardo dell’aspetto naturalistico dell’area. La storica pozza sarà recuperata con un restauro del fondo e delle adiacenze, e le costruzioni a scopo abitativo (spiega la cartellonistica:” Complesso residenziale plurifamiliare”) da ergersi ex novo si manterranno a debita distanza dall’invaso idrico. Va considerato poi che, essendo la zona interessata a cadenza periodica da manifestazioni di carattere storico-locale (Festa di san Antonio e Pellegrinaggio Interregionale dei Fanti), si è finalmente data risposta alla carente disponibilità dei parcheggi per i numerosi automezzi che qui giungo- no, rendendo idonea alla sosta l’area prativa che dal cantiere posto a valle arriva alla cappella votiva. Opere poco invasive, valutate dall’Amministrazione Comunale roanese di pubblica utilità. Giovanni Dalle Fusine Ritorna “Due passi per il cuore”, corso gratuito di nordic walking. Verrà presentato venerdì 25 settembre alle ore 20.30 nella sala consiliare del municipio di Roana a Canove il nuovo appuntamento con l’ormai collaudata iniziativa “Due passi per il cuore”, curata dal Comune di Roana e sponsorizzata dalla Provincia di Vicenza, con la collaborazione della Roana Servizi e dell’associazione Nordwalk Asiago che si occupa dello svolgimento pratico. Continua così il progetto volto a promuovere l’attività fisica attraverso la pratica del nordic walking, quale prevenzione in particolare delle patologie che possono colpire il sistema cardiocircolatorio. Le uscite si terranno il lunedì e il sabato alle ore 17, a partire dal 3 ottobre, e il corso, gratuito, è aperto tutti, previa iscrizione allo Chalet turistico di Treschè Conca (tel. 0424 694361) al quale ci si può rivolgere anche per ulteriori informazioni. S.B. 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 12 La 1^ Giornata del Volontariato ENEGO Nuovi mezzi per la Protezione Civile Il gruppo di Enego dotato della migliore attrezzatura per gli incendi boschivi. Sono 25 associazioni di volontari che svolgono la loro attività a vari livelli, una vera ricchezza per il paese Si è aperta con la Santa Messa la 1^Giornata del Volontariato svoltasi ad Enego domenica 13 settembre. A sfilare lungo le bianche gradinate del duomo di S. Giustina, i rappresentanti delle 25 associazioni di volontariato locale oltre ai gruppi veneti di Protezione Civile (PC di Venezia, PC di Venezia Terraferma, PC di Pellestrina, PC di Cologna Veneta, PC di Rosà, PC di Salcedo, PC di Sarcedo, PC di Monselice, PC di Montebello e il Nucleo Operativo di Protezione Civile della Provincia di Padova) che con il gruppo di Enego hanno partecipato alle operazioni della missione “Sisma Abruzzo 2009”. Dopo la funzione religiosa, prima del pranzo conviviale, presso il nuovo palazzo della cultura e turismo, è stata illustrata l’attività del gruppo eneghese di Protezione Civile, ultimo gruppo nato, nell’ambito del volontariato paesano, ma già molto attivo. Un ruolo ed una mole di attività, che sono state descritte con parole di ammirazione e accenti di sincero ringraziamento da parte del vice presidente della Comunità Montana Lucio Spagnolo e del direttore del distretto di Asiago Gilbert Nanhoungue, anche perché in questo momento la protezione Civile di Enego ha la miglior attrezzatura dell’Altopiano per quanto riguarda gli incendi boschivi . Quindi ha preso la parola il Sindaco di Enego Igor Rodeghiero, che è anche a capo del gruppo di protezione, ed ha rivolto un ringraziamento e una targa di riconoscimen- to al corpo forestale per la preziosa collaborazione che ha portato fra l’altro all’acquisizione di due importanti mezzi: il camion antincendio ed un auto 4x4. Una targa è stata così consegnata all’Ispettore superiore Nicola Pierotti e all’Ispettore capo Mauro Rossi, persone che comunque si sono distinte nell’ambito del volontariato. “Come amministrazione Comunale, quest’anno per la prima volta abbiamo voluto istituire questa Festa come segno di riconoscimento per il grande valore che il mondo del volontariato assume nel nostro territorio” così Rodeghiero ha spiegato questa prima festa del volontariato. Un volontariato che a Enego come abbiamo accennato, si articola in ben 25 associazioni che esercitano la loro opera a vari livelli, c’è il gruppo di soccorritori collegato al 118, la Polisportiva, due gruppi di donatori di sangue, il gruppo alpini, i vari comitati per l’organizzazione delle feste paesane, i comitati in ricordo degli emigranti, solo per ricordarne alcuni; doveroso quindi per l’amministrazione comunale è stato istituire questa giornata da dedicare ai volontari, per riconoscere il giusto valore al loro impegno umano e civile, che nessun ente pubblico potrebbe mai colmare. Il gruppo di Protezione Civile eneghese è composto da 50 volontari suddivisi in 8 squa- dre (2 logistiche, 1 sanitaria, 5 ambientali e territoriali), con una dotazione di mezzi operativi antincendio, di emergenza e un ambulanza. “Un parco macchine indubbiamente importante – riprende il responsabile – che comprende oltre ai mezzi già citati: un’ambulanza, un mezzo operativo Fiat Iveco WM, un mulo meccanico ed una Fiat campagnola, più naturalmente l’attrezzato furgone Mercedes utile per il servizio sociale. Un risultato possibile non solo grazie alla nostra buona volontà naturalmente, ma anche a quella di molti altri amici. Come si diceva una preziosa collaborazione ci è giunta dal Corpo Forestale; da altre Amministrazioni, è il caso di Rosà, la sua Protezione Civile, dopo aver riordinato la propria struttura, ci ha offerto, a livello molto vantaggioso alcuni mezzi, dei semplici amici, come coloro che gestiscono l’officina Sandri di Belvedere di Tezze, hanno donato la Fiat campagnola”. “Tutti i nostri gruppi di volontariato sono la dimostrazione che se c’è la volontà si possono fare grandi servizi - continua Rodeghiero – ed il gruppo di protezione civile ne è l’estremo esempio. In nemmeno un anno di attività, la presentazio- ne ufficiale è avvenuta solo lo scorso aprile, sono già stati realizzati interventi e missioni per oltre 5700 ore di attività”. Una mole di attività rivolta a garantire la tutela del territorio e delle persone attraverso: interventi di emergenza, il servizio di mobilità anziani ed invalidi presso il presidio sanitario svolto con puntualità ogni martedì, presidio e supporto alle manifestazioni sportive, sociali, culturali ed istituzionali, interventi stradali e forestali (mantenimento sentieri), interventi di carattere addestrativo come quello avvenuto lo scorso 14 giugno, quando il Gruppo Comunale di Protezione Civile di Enego ha partecipato ad un’esercitazione intercomunale antincendio in località Ospedaletto di Trento. Ma importantissima come prima esperienza fuori dal territorio “di casa” e soprattutto a livello umano, è stata la partecipazione, con la colonna mobile di Vicenza, alle operazioni denominate. “Emergenza Sisma Abruzzo 2009” . Dodici dei volontari eneghesi, sono stati impegnati nei pressi de L’Aquila, esattamente a Piànola, presso il Centro Operativo Misto 4, svolgendo le mansioni più diverse. Giorni impegnativi, intensi, coinvolgenti, e a breve, torneranno in quelle terre martoriate, ancora tre volontari di Enego, questa volta l’impegno sarà rivolto a disfare le tendopoli che fino ad oggi hanno ospitato tanti sfollati. Fino ad oggi i volontari hanno seguito vari corsi di formazione e continueranno a farlo, corsi di formazione di base e di specializzazione, in campo sanitario per il primo soccorso; logistico per situazioni di emergenza, di incidente maggiore, di antincendio, di salvataggio. Stefania Simi Gli appuntamenti ad Enego Sabato 19 settembre a Enego, si svolgerà, coordinata dal capogruppo Avis di Enego, Damiano Cappellaro, la 41^ Festa Sociale Avis Altopiano. Sabato 26 settembre, la piana di Marcesina ospiterà una prova dell’ormai classicissimo Rally dei 7 Comuni. Domenica 27, dopo i frastuoni dei motori si tornerà ai suoni più tradizionali, con la transumanza organizzata per il secondo anno dalla Malga primo lotto Valmaron dei Flli Dalla Palma, malga alla quale da alcuni anni è stato affidato il marchio per l’asiago DOP e che da quest’anno rientra anche nel programma per la salvaguardia della razza bovina Burlina. Dopo essere scesi da Valmaron, i fratelli Dalla Palma, offriranno a tutti una festa presso la loro azienda Ca’ Tabaro ad Enego. Nei giorni 2- 3- 4 ottobre, Enego festeggerà come da tradizione la santa patrona S. Giustina. La fiera prevederà, come di consueto: mostra degli animali, gara dei boscaioli, i giochi per i bambini ed i ragazzi delle scuole, stand gastronomico, lotteria e naturalmente tanta musica che allieterà i pomeriggi e le serate. S.S. 8 l’Altopiano Sabato 19 settembre 2009 FOZA volte si intratteneva un po’ a parlare con qualcuno, ma sempre con una certa fretta perché lei è una persona che non dedica molto tempo alle chiacchiere, spesso così inutili. Molto provata nella sua vita, specialmente per la perdita della figlia Luisa, non ha mai amato piangersi addosso, anzi non le manca mai un sorriso per tutti e cerca sempre di dare coraggio a chi ne ha bisogno. A Lidia, come del resto a tutte le persone di una certa età, piace ricordare il passato e così racconta soprattutto degli anni duri, quando a Foza e in tutto l’Altopiano mancava il lavoro e non c’erano soldi per cui si tirava avanti con duri sacrifici. Anche lei, come molte altre donne, al canto del gallo si recava a Valstagna dove si svolgeva il mercato nero e qui, non avendo niente da vendere perché la sua famiglia non possedeva terreno e quindi non allevava né capi di bestiame, né animali da cortile, comprava per poi rivendere. Acquistava dei fazzoletti da testa tutti diversi fra loro e faceva in modo che le persone di Foza che si trovavano al mercato di Valstagna non ne conoscessero il prezzo. Al ritorno andava di casa in casa anche nel paese 13 TANGO ARGENTINO, ad Asiago riprendono i corsi dell’Associazione Altotango La Lidia campanara va in pensione Per una donna lasciare il lavoro a ottantuno anni è certamente un’eccezione. E’ il caso di Lidia Menegatti, conosciuta come “campanara” che proviene da una famiglia di campanari. Recentemente, infatti, ha lasciato la sua mansione di sacrestana svolta per anni nella parrocchia di Foza. Il suo aspetto “sempre uguale” e la sua costante presenza nelle funzioni religiose facevano pensare che potesse rimanere ancora, ma l’avanzare dell’età non glielo permette più. Lidia è stata la figura di riferimento per quanto riguarda l’attività della parrocchia: oltre che sacrestana, ha fatto anche da perpetua ad alcuni parroci è ha sempre dato una mano per le iniziative che si svolgevano nella Casa della dottrina. E’ sempre stata disponibile e cordiale con tutti per cui molte persone si rivolgevano a lei per avere informazioni e soprattutto per ordinare le messe per i defunti. Quando si sentiva suonare la campana a morto, si correva subito dalla Lidia per sapere quale paesano fosse venuto a mancare. Molto attiva e presente nel suo lavoro, lo ha svolto proprio con vera passione riuscendo a trasmettere interesse anche a coloro che in molte occasioni la aiutavano come il gruppo di donne sempre pronto a dare una mano. A www.giornalealtopiano.it Giovedì 24 settembre alle ore 21.30 presso la scuola materna “Regina Margherita” lezione gratuita aperta a tutti. di Gallio per ricavare un guadagno che di solito era molto soddisfacente perché Lidia raddoppiava il costo. Quasi sempre prendeva anche del sale per rivenderlo al fornaio di Foza e del tabacco che come i fazzoletti portava di casa in casa soprattutto in pianura camminando per chilometri e chilometri, anche fino a Udine. Allora aveva solo dodici anni. Oltre ad occuparsi della famiglia, prima di iniziare il lavoro di sacrestana, Lidia si re- cava a lavorare all’albergo “Alle Alpi” dove aiutava sempre in cucina. Come cuoca deve essere stata proprio brava perché quando i clienti si complimentavano con il titolare Pio Munari, che era comunque un ottimo cuoco, lui rispondeva sempre che metà del merito per la buona riuscita dei piatti andava riconosciuta a Lidia e alla sua abilità. Ora, a ottantun’ anni si prende il peritato riposo lasciando fra i paesani un esempio di impegno costante e meritevole. Paola Cappellari Foto tratta da www.associazioni-foza.it Il tango argentino, caratterizzato dalla sua eleganza e passionalità, ha sempre continuato ad evolversi e ad affermarsi, arrivando recentemente a una diffusione notevole, coinvolgendo gente di tutte le età: dai giovanissimi attirati dal nuovo tango elettronico fino a persone di età matura, che trovano in questo ballo il modo di fare del sano movimento e allo stesso tempo divertirsi in compagnia. Una curiosità: nel Regno Unito la pratica del tango argentino viene rimborsata dalla mutua che la promuove in alternativa ad altre terapie di mantenimento della forma! Sull’Altopiano di Asiago già da alcuni anni il tango argentino ha trovato numerosi seguaci, oltre una trentina sono coloro che hanno imparato a ballarlo seguendo i corsi dell’associazione Altotango. Con l’auspicio di poter ampliare ulteriormente il gruppo di appassionati, a partire da giovedì 24 settembre partiranno i nuovi corsi presso la scuola materna “Regina Margherita”, che proseguiranno poi ogni giovedì alle ore 21.30 per l’intera durata dell’anno scolastico. Si ricorda che non è necessario iscriversi in coppia, e proprio per socializzare e fare nuove amicizie è abitudine degli associati ballare scambiandosi i partner. Volete imparare a ballare il tango argentino in sole dieci lezioni? L’Associazione Altotango vi attende, per condurvi nel fascinoso mondo di questa coinvolgente danza, proponendo per giovedì 24 settembre alle 21.30 una lezione gratuita aperta a tutti. Per informazioni si può telefonare al n. 348 5209700. Altotango ha inoltre in programma di organizzare un paio di serate al mese dedicate al tango argentino, per permettere agli allievi di fare pratica con questo appassionante ballo. Servizio redazionale 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 14 Ad ottobre torna la rassegna “Pomo pero” LUSIANA Come sempre nutrito il programma che si aprirà con un convegno sul tema “Conosciamo gli alimenti che mettiamo sulla nostra tavola”. Non mancheranno escursioni, cene e la consueta mostra. Avranno inizio nel pomeriggio di sabato 10 ottobre le manifestazioni incluse nel programma di “Pomo pero”. Alle 15 nella sala consiliare del Palazzon è programmato un convegno sul tema “Conosciamo gli alimenti che mettiamo sulla nostra tavola”. Sono previsti interventi di Elisa Bianco di Slow food Italia che parlerà su: “Quale agricoltura per un cibo buono, pulito e giusto?”. Seguirà l’intervento di Dino Panozzo, presidente di zona della Coldiretti di Asiago che parlerà di: “Origine, sicurezza e rintracciabilità dei prodotti del territorio”. Moderatore sarà Antonio Cantele, presidente dell’associazione “Opfel on Pira”. Alle 17 nella sala del cinema Comunale sarà inaugurata la mostra delle mele, pere e prodotti del territorio. Domenica 11 ottobre dalle 15 in via Roma e piazza IV Novembre andrà in scena: “Antichi mestieri… imparare dal passato, da Lamon a Lusiana” un gemellaggio dimostrativo di lavori tipici con il gruppo di tradizioni popolari “Drio le peche” di Lamon e con il gruppo del museo di Lusiana. Sarà possibile acquistare i famosi fagioli di Lamon e le sporte “de paja” di Lusiana. Venerdì 16 ottobre nella sala consiliare, alle 20, andrà in scena la cena a base di mele e pere locali organizzata dal gruppo ristoratori. Sabato mattina, alle 10, è prevista una visita guidata al meleto di Laverda, mentre alle 15 del pomeriggio è in programma una visita al meleto di Asiago. Domenica 18 ottobre, alle 15, è previsto un “Viaggio nella terra dei pomi e dei peri”, escursione guidata con visita alla mostra inserita nel programma “Le domeniche della rete” a cura della rete mussale Alto vicentino. Alle 15,30 si svolgerà una dimostrazione degli scultori del legno e degli scalpellini del marmo. Alle 16 andrà in scena la spremitura delle mele con degustazione del sidro e di marroni nostrani. Alle 16,30 al teatro parrocchiale si svolgerà uno spettacolo teatrale per bambini dell’asilo e delle scuola elementare con l’associazione “Il Gufo” con titolo:”Da Biancaneve e Pierino ai peri”. Nelle domeniche 11 e 18 ottobre si svolgerà il mercatino di prodotti tipici con formaggi di malga, carne secca, salumi, miele, patate di Rotzo, sedano di Rubbio, vini, grappe, oltre ad oggetti di artigianato locale. Sarà aperto anche il museo del Palazzon e il villaggio preistorico del monte Corgnon. Per tutto il mese di ottobre i ristoratori presenteranno un piatto a base di mele e pere locali; nei bar saranno serviti stuzzichini e aperitivi a base di frutta locale. Egidio Zampese Il “mal d’estate” degli ippocastani Una nuova pavimentazione davanti Le piante di Lusiana colpite dalla Cameraria. Il fenomeno si ripete da anni. La “Cameraria ohridella” imperversa nella zona a sud dell’Altopiano, in particolare a Lusiana dove la sua azione è ben visibile. La “Cameraria” è una larva che colpisce gli ippocastani che in piena estate presentano il fogliame color marrone e le stesse foglie cadono prima dell’autunno. Sono anni che la Cameraria colpisce gli ippocastani della zona che comunque non muoiono e a primavera si ripresentano con il fogliame verde. Per debellare questa larva sarebbe necessario bruciare tutte le foglie cadute ma la zona è vasta e sarebbe impossibile distruggere tutte le foglie malate. E.Z. Nella foto, ippocastani colpiti dalla “Cameraria ohridella” nel Viale della rimembranza che porta al cimitero di via Cobbaro Raccolta una brisa gigante Grossa soddisfazione per il cercatore di funghi Gian Pietro Bonato di S. Caterina: camminando lungo la strada delle Buse magre, nella zona alta dell’altopiano, ha trovato una brisa di dimensioni e peso ragguardevoli. Messo sulla bilancia il boletus edulis ha mandato la lancetta sul peso di un chilogrammo e 386 grammi. Un bel colpo in un periodo avaro di miceti. E.Z. Nella foto, Gian Pietro Bonato con il fungo di 1.386 grammi. alla chiesa di Campomezzavia Alcuni abitanti di Campomezzavia insieme agli alpini del gruppo “Gabriele Cantele” di Lusiana hanno eseguito la pavimentazione davanti alla chiesa di San Gaetano di Campomezzavia in comune di Lusiana. Gli stessi hanno anche scritto al vescovo di Padova che riveda la sua decisione di trasferire in un’altra parrocchia il parroco don Marco Gobbatto (parroco di Sasso di Asiago) perché benvoluto dagli abitanti della contrada lusianese. E.Z. Recinto nuovo per le lapidi di Granezza In vista della cerimonia a ricordo dei caduti di Granezza e Monte Corno, un gruppo di volontari ha rimesso in sesto la palizzata del recinto che racchiude una delle lapidi che ricordano l’eccidio. La recinzione era stata rovinata dalle intemperie ed era necessario un intervento che la riportasse alla sua funzionalità. E.Z. Nella foto, la nuova recinzione della lapide sul Monte Corno. Alpini e abitanti di Campomezzavia che hanno eseguito i lavori di pavimentazione davanti alla chiesa di San Gaetano. l’Altopiano Sabato 19 settembre 2009 L’Altopiano srl - Società unipersonale Via Monte Sisemol ,9 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli Le patate da record di Tranquillo Coltivando l’orto in contrada Xausa, concimato normalmente, Tranquillo Xausa ha raccolto patate di dimensioni e peso ragguardevoli. “Erano anni che non vedevo patate così grandi nel mio orto”, dice con orgoglio, mostrando il suo raccolto riunito sul pavimento del garage di casa in via Sette Comuni. E.Z. In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado, Giovanni Dalle Fusine Cesare Pivotto, Giulia Panozzo, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Claudio Savelli, Virginia Gianello, Aurora Carli, Serena Baù, Stefano Rigoni, Paola Cappellari, Andrea Cunico Jegary, Corrado Corradin, Renato Stona, Alessandro Siviero Luciano Gios, Bruno Oro Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro Nella foto, le patate eccezionali di Tranquillo Xausa. Foto: Foto Bergamaschi Archivio Giornale -Grafica Altopiano Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova CONCO l’Altopiano 8 Sabato 19 settembre 2009 www.giornalealtopiano.it 15 Primi positivi bilanci per l’Associazione Sportiva di Conco Era da un po’di tempo che a Conco sentivano l’esigenza di dare vita a un gruppo che si occupasse di organizzare nuove attività sportive, in particolare per i bambini: soprattutto ne parlavano fra loro i genitori dei piccoli dell’asilo, che lo scorso maggio, assieme al presidente della locale scuola materna Enzo Girardi, sono riusciti a concretizzare la loro idea, dando vita all’onlus “Associazione Sportiva Conco”. In poco tempo sono riusciti a mettere a punto e portare avanti una importante serie di iniziative, coinvolgendo un buon numero di persone, sia bambini che adulti, residenti e villeggianti. “L’obiettivo di base – commentano alcuni membri dell’associazione – era quella di proporre delle attività sportive per i bambini che non fossero sempre le solite e limitate a determinati periodi, insieme al proposito di far conoscere meglio il territorio in cui viviamo, sfruttando quanto naturalmente ci offre, soprattutto attraverso escursioni a piedi e in mountain bike. Esisteva già un gruppetto di persone che si occupava di accompagnare bambini e ragazzi in escursione, e la Pro Loco, delegata dal comune, provvedeva a organizzare alcuni corsi sportivi, noi abbiamo inteso allargare e supportare queste iniziative”. Particolare apprezzamento e adesione fra i progetti messi a punto ha avuto il cicloturismo per bambini dai 7 ai 14 anni accompagnati dall’istruttrice di mountain bike Antonella Bagnara e dai genitori disponibili, con escursioni Dopo le numerose iniziative organizzate per l’estate si pensa a una programmazione a lungo termine, mentre sono pronti a partire nuovi corsi. poste, o per supportare chiunque volesse organizzare qualcosa a livello sportivo. Informazioni di vario genere si trovano sul nostro sito www.polisportivaconco.org, anche per il tesseramento necessario per partecipare alle attività, il cui costo di euro 5,30 copre le spese assicurative ed è valido per un anno. Oltre agli appuntamenti in programma, nel sito vi sono foto e video delle attività fatte ed ora anche un angolo per chiunque desideri inserire immagini di proprie escursioni. Vorremmo anche attraogni sabato nei mesi estivi, appuntamenti ben riusciti anche grazie anche al valido contributo offerto da alcuni ristoratori che hanno accolto i bambini offrendo la pastasciutta. A conclusione dell’attività estiva è stata organizzata una bellissima pedalata di 25 km lungo la Ciclopista del Brenta, alla quale hanno partecipato una cinquantina di persone, tra cui alcuni piccoli di appena 3 anni. Fra le altre iniziative, da ricordare il corso di step e total body con Cristina Carlesso, il corso di rugby per bambini e ragazzi dagli 8 ai 14 anni tenuto da Mauro Andolfatto, ex giocatore di serie A e allenatore del Bassano Rugby, che prevede ora la partecipazione a un quadrangolare, le escursioni a piedi per le quali preziosa è stata la collaborazione di Carlo Pilati (Pens), appassionato ed esperto. Anche i turisti hanno risposto di buon grado alle ini- ziative proposte, prediligendo in particolare le camminate, come quella in cui si sono attraversate le vecchie contrade di Conco. Ora in programma ci sono nuovi corsi, come quello di ballo latino americano per adulti e di danza per bambini presentati nei giorni scorsi, e poi nuoto, presciistica, fondo, discesa, snowboard, nonchè l’organizzazione per il prossimo inverno di ciaspolade da promuovere anche in pianura. Ci si sta inoltre attivando per organizzare un corso di ginnastica antalgica per anziani. I membri dell’Associazione si ritrovano ogni due mesi circa per fare un bilancio e mettere in cantiere nuove proposte. “La nostra associazione è aperta a tutti coloro che volessero aderirvi, anche dai paesi vicini, sia per partecipare alle attività che per portare nuove idee e pro- Domenico Cortese vince il concorso dedicato al sedano A Rubbio di Conco è andata in scena la “22.a mostra concorso del sedano”. 17 i concorrenti che hanno presentato i mazzi sottoposti al giudizio di una giuria di esperti che ha valutato lo sviluppo vegetativo, l’imbianchimento e il peso dei mazzi. Il primo premio è stato vinto da Domenico Cortese, il secondo da Damiano Cortese e il terzo da Giovanni Pizzato, tutti di Rubbio (per il secondo classificato ha ritirato il premio la figlia Sofia Cortese). E.Z. Nella foto, i primi tre classificati alla mostra concorso del sedano di Rubbio di Conco. verso il giornale ringraziare molto gli Alpini di Conco per la loro collaborazione, gli esercenti che hanno offerto il pranzo ai bambini durante le escursioni: l’agriturismo Alle Porte delle Laite, la Malga Verde di Val Lastaro, il ristorante alla Torre di Fontanelle, il Rubens di Rubbio, e il negozio La Bottega che ha fornito la pasta per la serata conclusiva del corso di rugby. Un grazie anche agli sponsor delle varie iniziative, e a tutti coloro che collaborano con noi in qualsiasi modo”. Tra i prossimi appuntamenti organizzati dall’associazione, il 20 settembre si andrà alla scoperta delle “Pucche”, alberi giganti nella zona delle Melette. Silvana Bortoli 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 16 Scotolati e i suoi manifesti selvaggi salutano Asiago e danno il probabile arrivederci a presto Le false ma ilari notizie diffuse dell’artista sui generis hanno contribuito a portare un po’ di scompiglio e a vivacizzare le giornate estive di residenti e turisti - Il suo ultimo scritto sul muro di una cabina elettrica “Ecco, con quel che resta dei miei gessetti –aveva preannunciato Scotolati mostrando la scatola che conteneva spezzoni colorati di 2 – 3 cm – stanotte scriverò su un muro il mio saluto ad Asiago!”. Era il suo ultimo giorno di permanenza con la “Grande mostra Niente, nello spazio inconsueto di Via Cavour 7”, e ancora non aveva scelto il luogo in cui portare a termine la sua ennesima opera, optando infine di imprimere il suo scritto sulla cabina elettrica del parcheggio di Via Matteotti. “O Asiago, brumida cittadella dolomitica espugnata da Fanfulla da Genova, invasa dai longobardi messinesi nativi di Ostuni … preparati quotidianamente a riscattarti dalla secolare tirannia degli Ugonotti veneziani zampettanti. A.D.MMIX”, questo il testo scaturito dalla vivace mente del singolare artista vicentino, che in redazione del nostro giornale ha lasciato uno dei suoi scritti nel quale asserisce di non essersi mai divertito tanto come in questa estate ad Asiago, augurandosi che così non sia stato solo per lui. Ha prima di tutto incuriosito Scotolati, soprattutto chi, leggendo le sue locandine disseminate qua e là per i paesi, è rimasto perplesso per ciò che in esse si diceva, chiedendosi chi mai fosse l’autore di tali stramberie e se ci potesse essere qualcosa di vero in simili affermazioni. Ma ba- Il cartello dice “E’ severamente vietato addormentarsi davanti a questa porta” stava passare per via Cavour e vedere l’inconsueto allestimento della mostra per capire che l’artista, che esegue su richiesta pitture, murales, ritratti, caricature, è un personaggio quantomeno insolito, dall’ironia arguta. “Vietata l’afflizione” si legge in una delle sue prime … affissioni, e certo chi ha visto le sue creazioni si è tutt’altro che afflitto. In particolare Asiago vista da Scotolati Scotolati si è ingegnato nell’inventare nuove offerte di alloggio in una stagione estiva da lui immaginata eccezionale con alberghi pieni e tutto esaurito. E allora via agli annunci di affitto a prezzi convenienti di gallerie, rifugi bellici, orti e scantinati, nonché coperte e lenzuola per alloggi all’aperto, fino a scomodare la Chiesa Cattolica per decretare che tutte le chiese del territorio, con tanto di elenco e numero di posti disponibili, fossero predi- sposte ad accettare gratuitamente e senza condizioni la presenza dei fratelli vacanzieri ricavando i posti letto all’interno delle stesse, libere di banchi e suppellettili. Annunci che facevano riferimento a numeri di telefono e persone effettivamente esistenti, fantasiosamente e soprattutto inconsapevolmente catapultate in nuovi e impensabili ruoli. Poi è arrivata l’epidemia di gastroenterite, e Scotolati non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione per produrre materiale riferito all’argomento. E in periodi in cui i divieti più inconsueti ma reali fanno notizia, non ha mancato di dare il suo contributo con avvisi (chiaramente falsi) come quello in cui in Comune di Asiago, Provincia di Trento, il Corpo Forestale dello Stato vieta di dare da mangiare agli alberi, o quello in cui il Comando di Polizia Municipale proibisce di sciare con galline a carico. A proposito di divieti, con questo suo apporre Scotolati ne ha trasgrediti di concreti, e ciò ha contribuito ad allungare la lunga lista di multe ricevute nella sua carriera per la diffusione di notizie false senza autorizzazione comunale e fuori dagli appositi spazi, il cui record fu di 11 milioni di lire in “periodi murali intensi”. Oltre alle produzioni dello Scotolati umorista e “monello”, nei locali dell’ex Pensione Bassano in Via Cavour si sono potute ammirare anche quelle dell’abile caricaturista e pittore, noto per i suoi disegni monocolore e i dipinti coloratissimi che ritraggono Vicenza e tante cittadine della provincia con i monumenti e i palazzi più caratteristici, nonché per le sue opere murali anche imponenti, come quella realizzata al Centro Commerciale Palladio di Vicenza, con 90 mq in cui sono rappresentati in continuità 70 monumenti (fra esistenti e scomparsi) del territorio vicentino. “L’ingresso a rischio” annunciato sulle locandine della mostra vi ha fatto desistere dal visitare la stessa? Bè, può essere che l’occasione si ripresenti il prossimo inverno, visto che Scotolati ad Asiago ha trovato pane per i suoi denti, ed è seriamente intenzionato a tornarci! Silvana Bortoli (Si ringrazia Lorenzo Cisola di Central Photo per la gentile collaborazione) Prima di andarsene da Asiago, Scotolati ha fatto visita alla nostra redazione 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 17 A Gallio, Roana e Enego tre serate con il “TeatrOrtaet” CULTURA Va in scena “La Grande Guerra” Tra i personaggi rappresentati figurano Turati, Treves, d’Annunzio, Eleonora Duse, la scrittrice Freya Stark e tante altre donne che chiedono notizie dei loro cari al fronte L’associazione “TeatrOrtaet” con il contributo e patrocinio della Comunità Montana Spettabile Reggenza 7 C, i Comuni di Gallio, Roana, Enego e la collaborazione del Centro Studi Informatico Grande Guerra organizza sull’Altopiano un ciclo di rappresentazioni. Le tre serate, ad ingresso libero, si terranno sempre alle ore 21: il 26 settembre presso Cinema Teatro Palladio di Cesuna, sabato 3 ottobre al Palazzo della Cultura e del Turismo di Enego, il 10 ottobre al Cinema Cineghel di Gallio. “La Grande Guerra, voci e ricordi nelle stagioni della storia” è il titolo della produzione teatrale per la regia di Carlo Bertinelli, con musiche eseguite dal vivo da Filippo Albertin. Si tratta di una recita di prosa, commissionata per le celebrazioni dei 90 anni dalla fine della Prima Guer- ra Mondiale (1918/2008) dal Comune di Abano Terme. È in definitiva una raccolta di brani sulla primo conflitto mondiale, uno spettacolo a tre voci, supportato da suoni e immagini d’epoca. La drammaturgia iniziale si snoda in rapide scene partendo dai discordi pareri di interventisti e non, riporta scene dal fronte e poesie, si nutre di discorsi politici e di lettere di gente comune, il tutto incastonato nella reale cronologia degli avvenimenti storici, cercando di rievocare il clima del succedersi degli eventi e il sapore di un’epoca, senza tralasciare la retorica e la politica, né la crudezza dei fatti vista da giornalisti e scrittori. Tra i personaggi rappresentati figurano Turati, Treves, d’Annunzio, Eleonora Duse, la scrittrice Freya Stark (crocerossina al fronte in prossimità di Caporetto) e tante altre donne che chiedono notizie dei loro cari al fronte, il cappellano militare don Giovanni Rossi, Ungaretti, Benedetto Croce e tante altre figure di testimoni e gente comune, uomini e donne protagonisti di una delle vicende più sanguinose del secolo scorso. La messa in scena procede per frammenti: poesie, lettere e discorsi politici, cuciti da tecnologie multimediali, scanditi dalle date proiettate sulla juta grezza dei fondali o che ricopre dei cubi (schermi che si sgretolano e si ricompongono in muri, trincee, frammenti di case), episodi spezzati da suoni e rumori, dalle musiche dei canti di guerra o da voci originali che provengono dal passato leggendo proclami di disfatte o di vittorie G.D.F. TeatrOrtaet, con sede operativa presso Albignasego, accoglie tradizione teatrale e teatroterapia, collocando la “persona” al centro della propria attività, promuovendo la valorizzazione e la divulgazione del teatro in ambito artistico, preventivo, riabilitativo e terapeutico. Fondato da Carlo Bertinelli e Alessandra Brocadello, si propone come obiettivo principale lo sviluppo del potenziale umano, dove mentre la persona-attore esprime la propria soggettività, il fare teatro diviene la possibilità di inventare il valore di ciò che facciamo e che siamo. Un gioco di simmetrie e di rimandi sta alla base del nome TeatrOrtaet: “teatro” riscritto in forma speculare, mantenendo al centro la “O” maiuscola. Il simbolo ad esso abbinato è quello della clessidra, una figura speculare che nel suo restringersi al centro sintetizza il concetto di “transizione-spettacolo”. La transizione costituisce il passaggio da uno stato all’altro (l’incontro della persona-attore con una parte del proprio io), mentre lo spettacolo rappresenta il momento di incontro dell’attore con il pubblico, al termine del complesso percorso di ideazione, elaborazione e allestimento dell’evento scenico. G.D.F. Mario Giordano ad Asiago: una conferenza giornalistico-satirica da…10 e lode Cronaca di un incontro per la presentazione del libro “5 in condotta”: uno spunto di riflessione sulla scuola italiana Il 22 agosto, il Palazzo del Turismo Millepini di Asiago è stato teatro di un’interessante conferenza del noto giornalista Mario Giordano, giunto in Altopiano per presentare il suo ottavo libro-inchiesta per Mondadori. Le sue pubblicazioni si prefiggono di denunciare in maniera documentata, ma al contempo originale, quelli che sono “i guai” del nostro Paese. 5 in condotta. Tutto quello che bisogna sapere sul disastro della scuola si colloca all’interno di un grande tema di attualità: l’istruzione italiana. Gli otto capitoli che lo costituiscono offrono una panoramica completa della realtà in questione, la cui focalizzazione è molteplice: dagli asini ai professori, dalla burocrazia ai bulli, dalle ideologie all’organizzazione. Mario Giordano, direttore de «Il Giornale» dal 2007 al 2009 Quattro spettacoli teatrali per la rassegna autunnale organizzata dalla Pro Canove Prenderà il via sabato 3 ottobre la rassegna teatrale d’autunno organizzata dalla Pro Loco Canove. Quattro le serate in programma, la prima a cura della compagnia Il Baule Teatro di Bassano che porterà in scena la commedia di Carlo Goldoni “Le donne de casa soa”, per la regia di Domenico Filippin; sabato 10 sarà la volta della compagnia Il Siparietto di Cassola in “Il guasta vino e il passa l’acqua di Emanuele Canesi, regia di Luciano Sonda. Gli altri due spettacoli verranno proposti da due compagnie locali: sabato 17 ottobre i giovanissimi “Trivelini” presentati dalla Compagnia del Trivelin di Cesuna, con la loro divertentissima commedia “El tempo de…un cafè” , mentre sabato 24 di scena saranno I Lacharen di Roana in “Na scaretà de schei”. L’ingresso agli spettacoli, che si terranno presso la sala del teatro parrocchiale alle ore 21, sarà di 7 euro per i biglietti interi, con la possibilità di fare l’abbonamento per tutte e quattro le serate al costo di 20 euro. S.B. e ora in procinto di tornare alla direzione di Studio Aperto, unisce lo stile giornalistico, fatto di dati e statistiche, a quello di prosatore satirico, al fine di denunciare l’incombente “emergenza scuola”. Ascoltandolo parlare degli errori degli studenti italiani, è sembrato di assistere a una gag; l’ultimo libro della Bibbia? Il pocalisse. Tiepolo? Il fratello di Mammolo. Vasco da Gama? Circoncise l’Africa. E l’Infinito di Leopardi? Leopardare. Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis? Ho letto solo le prime. Ecco gli errori degli studenti italiani: a una prima risata di divertimento se ne aggiunge una seconda più amara, constatando che si tratta di paurosi sbagli attestati e documentati. “Stiamo perdendo il treno della crescita” ha commentato il giornalista in riferimento alla situazione scolastica, oltremodo evidente nel Sud del Paese; o forse lo abbiamo già perso. Le cause? Prima di tutto, secondo Giordano, sono gli insegnanti: “alcuni sono fancazzisti, quattro si dieci non hanno conseguito una laurea, il 41% compie reati (furti, molestie, etc) e rimane impunito e senza richiamo formale”. Le percentuali, a dir poco scioccanti, potrebbero continuare ancora per molto; per porre rimedio alla situazione non resta che avere il coraggio di denunciarla, anche se l’omertà è spesso più forte di qualsiasi sopruso: al giornalista è stata persino negata la presentazione del suo libro in una libreria di Milano. Qualsiasi Ministro cui sia affidata la pubblica istruzione viene contestato e sorge il dubbio che ci sia una volontà generalizzata di rimanere tra i Paesi meno istruiti d’Europa, sede di un nuovo e preoccupante analfabetismo, in cui per 11 alunni ci sono 4 insegnanti e 1 bidello (addirittura in un Istituto di Mestre 11 insegnanti e nessuno studente), dove il precariato imperversa senza che vi si ponga rimedio con una necessaria selezione e in cui la crescente domanda di consulenza esterna è finalizzata a laboratori dei più stravaganti (canti di lavoro e di protesta, lezioni sullo spinello, come perdere tempo, scommesse clandestine). Un altro problema, secondo il direttore di Studio Aperto, è lo scarso rispetto che si ha della figura dell’insegnante: la laurea e il dottorato sono sempre meno considerati. Si è dunque delineato il ritratto di una scuola fallimentare, una moderna rivisitazione di Pinocchio, in cui il Paese dei Balocchi è proprio la scuola, con i suoi 6 politici, con la sua affettività esibita, con le sue promozioni generalizzate. Lo scrittore, in occasione della sua conferenza ad Asiago, ha sottolineato l’importanza dell’attaccamento alla nostra cultura, ben rilevabile dalla mostra in omaggio a Mario Rigoni Stern allestita nella sala vicina, che ha visitato con interesse e da cui è stato positivamente colpito. I musulmani, attaccati alle loro tradizioni, ri- dono del nostro distacco da una cultura che ci contraddistingue. Ovviamente il quadro non è del tutto nero, ci sono dei casi in cui si possono rilevare dei veri eroi dell’istruzione: è il caso del Liceo Russel di Cles, dove sono stati coinvolti insegnanti madrelingua per la didattica delle lingue. E’ dunque necessario un cambiamento culturale che arrivi alle leggi, non il contrario. La conferenza, organizzata dalla libreria Giunti al punto e introdotta dall’Assessore al Turismo, alla Cultura e all’Istruzione Roberto Rigoni, si è chiusa con una serie di domande del pubblico, accorso numeroso. Martina Rossi 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 18 PAGINE DELLA NOSTRA STORIA Nell’estate del 1809 la popolazione dell’Altopiano dei Sette Comuni insorse contro l’occupazione dell’esercito Napoleonico, sotto la guida del Capitano Ottavio de Bianchi dello Stato Maggiore Generale di Sua Altezza Imperiale Arciduca Giovanni d’Austria, per riconquistare la totale Autonomia del Governo della Reggenza dei Sette Comuni e la libertà soppressa dall’esercito sabaudo-francese invasore. Nell’autunno del 1809, al termine delle repressioni moltissimi Altopianesi morirono in battaglia o impiccati, per mano del neo costituito regno d’Italia, nella persona di Napoleone I°. A duecento anni di distanza da quei tragici fatti, su iniziativa di alcuni cittadini, s’intendono ricordare i caduti in quelle circostanze con la celebrazione di una santa messa nella Chiesetta del Parco della Rimembranza di Asiago. L’appuntamento è fissato per domenica 11 ottobre 2009 alle ore 09.00. Per capire e conoscere la storia di quei lontani giorni pubblichiamo la certosina ricerca storica realizzata con grande impegno e passione da Luciano Gios e Bruno Oro. 1809 – 2009 - Il 200° anniversario dell’insurrezione del popolo dei Sette Comuni La federazione dei Sette Comuni La Federazione dei Sette Comuni, nota col nome di Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, sorse attorno il 1310. Il preambolo di questi Comuni, esaltava e suggellava, come un giuramento, lo spirito di solidarietà: “Sleghe, un Lusaan, Genebe, un Vüesche, Ghel, Rotz, Robaan: Dise saint siben Alte Comeün Prudere liben.”, il bene del Popolo è il bene della Reggenza, il bene della Reggenza è il bene del Popolo. Infatti Cinquantuno anni prima, vale a dire alla morte di Ezzelino III da Romano, avvenuta il 27 Settembre 1259, compariva la più piccola Nazione Indipendente comprendente il territorio oggi conosciuto come Altopiano dei Sette Comuni e alcune altre località contigue appartenenti ad altri ambiti amministrativi, nelle attuali Province di Trento e Vicenza. L’alleanza con gli Scaligeri Terminata l’epopea Ezzeliniana, Vicenza tentò più volte di impossessarsi delle terre dell’Altopiano: così durante l’ascesa dei Signori di Verona, la Federazione dei Sette comuni, pur mantenendo la propria totale Autonomia Amministrativa, si alleò con gli Scaligeri, che la liberarono da ogni vincolo di sottomissione, anche fiscale, rivendicato dal Comune di Vicenza. La protezione dei Visconti Nel 1387 la Reggenza passò sotto la protezione dei Visconti di Milano, che ne rispettarono i diritti acquisiti dagli Scaligeri, ne assicurarono la totale Autonomia Amministrativa, ne riconobbero le esenzioni fiscali e i privilegi, denominando gli abitanti dei Sette Comuni “i Tedeschi delle montagne del distretto di Vicenza. La dedizione a Venezia Il 20 febbraio 1404 secondo il calendario veneto, ma il 1405 secondo l’attuale, la Reggenza dei Sette Comuni fece uno spontaneo atto di dedizione alla Repubblica di Venezia governata dal Doge Michele Steno. Anche questa volta non si trattò assolutamente di un atto di sottomissione, bensì di un accordo “internazionale” sulla stregua di quelli precedenti. L’accordo era fondato sullo scambio dei vantaggi che l’uno poteva offrire all’altro: dei confini posti a Nord, vendita dei prodotti locali non solo nel territorio della Repubblica di Venezia, garanzia del mantenimento dell’Antica Autonomia e delle esenzioni fiscali (salvo un contributo annuo forfettario di 400 libre e 10 vitelli, nel frattempo conglobati in un unico pagamento di 500 libre) da parte della Reggenza. Si inizia a sentire aria di cambiamenti, perché Napoleone intraprende la conquista dell’Italia. “All’albeggiare del 29 gennaio 1797, Domenico Mènadar il Capitano de’ Bianchi prendendo su un rinforzo di altri 2000 uomini che stanziavano in San Nazzario e in Merlo, si reca di nuovo al Cismone per esplorare del suo meglio i luoghi occupati dal nemico. Nell’assenza di lui, pochi francesi rimasero in Valstagna, quand’ecco nell’ora appunto che il popolo usciva di Chiesa, dov’èra stato per udire la Messa del mezzo mattino, s’odono gli spari di un’improvvisa fucilata e con essi il fischiare delle palle proveniente da un’eminenza detta il Cornione, che dominava la Villa. All’insaputa di tutti, e rasi ivi appiattato un drappello di 150 Bersaglieri Tirolesi, che il Capitano Giacomo Stefani di Asiago… aveva condotto la su, partendo da Asiago durante le notte. Si erano essi preposto con quel badalucco di spargere il terrore nella Villa, con ammazzamento di molti francesi. Volle ventura che le palle non colpissero alcuno, del popolo, ne degli stessi soldati; i quali ben presto, viare le armi e arrampicandosi per la rocciosa pendice obbligarono il drappello a sloggiare dal Cornione e a salvarsi fuggendo sulle alture di Foza […]. Fu in tale congiuntura che il colonnello francese Cognet salendo per la Pioveva al monte di Enego si fermò alcune ore con la schiera sua di 400 soldati nella contrada della Fossa di Sotto e vi bivaccò: calando poscia a Primolano per le strade montane della Corsara e Correggio, aveva preso quel cammino sospettando che nel castello della Bastia, un tempo arnese di guerra assai formidabile, stanziasse tuttavia qualche posto di nemici. E di fatti poco prima si trovavano in Enego 400 Bersaglieri Tirolesi” (Tratto da Modesto Bonato, Storia dei Sette Comuni e Contrade Annese dalla loro origini sino alla caduta della Veneta Repubblica, Tomo V, Padova, tipi del Seminario, 1893, pp. 125,126,127 ). Il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin decretava la fine della Repubblica Serenissima. Il 22 luglio 1797, a nome della Reggenza tra i Deputati della Reggenza, Gio. Maria PertileRampini e Antonio Maria Valente, e il generale francese Barthélemy- Catherine Joubert che presiedeva il governo provinciale di Vicenza, stipularono una convenzione la quale confermava, l’esenzione dei dazi, il mantenimento in vita del pensionatico e la Milizia. Il trattato di Campoformio e il passaggio all’Austria Con il tempo, tuttavia, andò crescendo il sospetto che i francesi non intendessero confermare la convenzione del 22 luglio e così il 22 settembre venne stipulata una richiesta di aiuto con la collaborazione del Conte di Lehrbach, Ministro plenipotenziario e Commissario dell’Armata Imperiale, fatta pervenire con la massima segretezza all’Imperatore d’Austria Francesco II a Innsbruck. Il 17 ottobre 1797 il trattato di Campoformio determinò il passaggio del Veneto e della Reggenza all’Austria nell’anno seguente. Il 5 novembre 1797 il delegato dei Sette Comuni a Vicenza, Gio. Battista Fabris, angosciosamente rivelò: “Siamo stati traditi dai perfidi francesi, a fronte di tanti sacrifizzi. Oh Dio! Io mi sento morire […] rimanendo a me la dolce compiacenza di avere servito la mia cara patria. Voi non potete immaginarvi quante cose io abbia dette al generale Bonaparte, rimproverando sì, che lui e la Francia di malafede, per la quale eclissavano il loro nome eternamente”. L’autorevole Abate Agostino Dal Pozzo il 10 novembre, fece conoscere alla Reggenza la traduzione dal francese degli articoli della pace di Francesco II Campoformio e commentava: “Siamo stati corbellati dal generale Bonaparte”. Il 17 febbraio 1798 a Gallio fu stilato un atto notarile, nella quale traspare la crescente angoscia per la precarietà della situazione politica. [… nel divenir … sudditi del monarca austriaco e per di somma utilità alla nazione di elleger deputati per trattar il possibil bene di queste popolazioni...]. (Tratto da Archivio di Stato di Vicenza, Notaio Antonio Pertele, b. 3435, f. 1503 r-v) Il 24 febbraio 1798 quattro delegati dei Sette Comuni giurarono fedeltà ed obbedienza allo stesso Imperatore d’Austria Francesco II, che già il 4 febbraio aveva ripristinato 14 membri dell’antica Reggenza. Nel agosto del 1798 l’Arciprete Giuseppe Strazzabosco al quale “in benemerenza di aver predicato l’intera Quaresima in Cimbro, fu regalata una tabacchiera in oro ripiena di zecchini coll’arma del Comune di Asiago, la quale fu nascosta assieme a tutti i paramenti di valore della chiesa, con la complicità del Sindaco Giacomo Antonio Costa Pruch, nella parte più alta del campanile, all’insaputa dell’intero paese. “Alcuni spiriti torbidi”, non vedendo i tradizionali paramenti esposti, minacciarono la vita del Costa… che messo alle strette si arrese e rivelò il nascondiglio, per cui i francesi venuti in Altopiano per saccheggiarlo, rubarono quanto possedeva la chiesa portandolo a Vicenza”. (Tratto da Ibid. pag.139) Dal 1798 al 1805 l’Austria permise alla gente dei Sette Comuni di governarsi con le antiche leggi governate fondate sulla libertà. Ovviamente erano sorvegliate, proprio perché l’Altopiano rappresentava un punto strategico per il suo Impero. L’Austria, perciò, invitò la Reggenza a consolidare il piccolo Esercito Federale, portandolo a 2.500 uomini, perché occorreva prepararli da ogni assalto francese, tanto più che Napoleone stava rientrando a Vienna, dopo il ritorno dall’Egitto. Nello stesso anno il Milanese Austriaco, Trentino Tirolese, Ottavio de Bianchi, Capitano dello Stato Maggiore generale di Sua Altezza 8 Sabato 19 settembre 2009 Imperiale l’Arciduca Giovanni d’Austria, sottoposto del maggiore Franz von Siegenfeld, che in precedenza scacciò delle truppe napoleoniche dalla Valsugana, conobbe Elisabetta, della potente famiglia dei Baroni Hippoliti di Borgo, che divenne sua sposa. Nel 1804 il Capitano, investito da Giovanni d’Austria di 4 battaglioni, assieme alla Milizia della Reggenza e altri volontari del Tirolo sferrò la controffensiva alle truppe napoleoniche sull’Altopiano dei 7 Comuni e in Primiero. Nessuna meraviglia se in Tirolo e in Altopiano i contadini, cittadini e nobili si preparassero all’insurrezione con l’orgoglioso patriottismo di sempre, perché si dava per certa una nuova guerra dell’Austria contro la Francia. Le truppe francesi, nel novembre 1805 giunsero ad Asiago, incendiarono una quantità di munizioni requisite, fra lo sgomento delle popolazioni dell’Altopiano. Successivamente le truppe Austriache dovettero abbandonarlo. La fine dell’indipendenza Con la vittoria dei francesi sull’Austria, la Reggenza e il Veneto entrarono a far parte dell’Impero napoleonico. Alla Reggenza dei Sette Comuni fu tolto lo status di terra separata e quindi abolita la sua indipendenza e sovranità il 29 giugno del 1807 ed essa fu integrata ai territori occupati dai francesi. Il 9 aprile 1809 senza dichiarazione di guerra calcolando sulla sorpresa, l’Arciduca Carlo, il più valido, per non dire l’unico, fra gli strateghi austriaci, apre le ostilità, attaccando la Baviera a Braunau. Contemporaneamente l’Arciduca Giovanni, comandante il fronte sud con le sue 8ª e 9ª armata, forte di complessivi 80.000 uomini, inizia le ostilità, lanciando l’8ª armata sotto il generale Johann Freiherr von Hiller, a ritroso dell’Inn e il 9ª Corpo d’armata al comando di Chasteller, da Villacco lungo la Val Pusteria. Meta del primo Innsbruck, del secondo Bressanone. All’avanguardia di Chasteller, avanza i generale Franz Philipp Fenner con i sui Carinziani. L’Arciduca Giovanni, con la 9ª armata al suo diretto comando, forzata la stretta di Saga a sud-ovest di Caporetto penetra nel Veneto. Il 12 aprile, la prima battaglia del Berg-Jsel. Gli Schützen di Andreas Hofer prendono Innsbruck. Il 14 aprile la vittoria austriaca di Sacile. Il Viceré Eugenio è costretto a ritirarsi, con i sui reparti italo-francesi, prima al Piave poi all’Adige, sgombrando anche il basso Trentino e il Cadore. Gli Austriaci nella loro rapida avanzata arrivano in Altopiano e oltrepassano Vicenza. Ordine aperto del 24 aprile 1809 con il quale Giovanni d’Austria nomina Ottavio de’ Bianchi conduttore del buon Popolo del Tirolo italiano: “Esperimentato l’animo, el’attaccamento del buon popolo del TiroloItaliano per la buona causa, e persuaso che continueranno con eguale zelo, ed energia, ho deciso di mandargli un conduttore, ed a tale effetto nomino il Capitano de’ Bianchi, il quale è incombenzato di arruolare tutti quelli, che volontariamente nella Valsugana sino nelle Vallate Bresciane, sperando, che anche quelle vorranno far parte del bene comune, e proteggere la loro Religione, e le loro famiglie, e proprietà”.(Tratto dal libro: “Frammenti di storia trentina” pag.85) l’Altopiano La rivolta contro i francesi Il commerciante di legnami Arcangelo Michele Maria Prosdocimo Vincenzo Negrelli, amico del De’ Bianchi, pochi giorni dopo compie opera di proselitismo oltre frontiera e, più precisamente sull’intero Altopiano del Sette Comuni fino a toccare Arsiero, Schio e alcuni borghi minori posti ai piedi dei Lessini. In questi comuni dopo aver distribuito materiale propagandistico fornito da Ottavio de’ Bianchi, il Negrelli, preceduto dal suo comandante e scortato da un fedele “caporale”, raggiunge il paese di Bolca nei pressi di Valdagno dal quale minacciato per la presenza di francesi distrugge le “stampiglie” e guidato dal Capo Comune di Bolca lo porta fino ad Asiago. Il sacerdote della canonica lo accoglie clamorosamente, allestisce la tavola in suo onore e lo fornisce di “masserizie” per cambiarsi. In un vicino villaggio il curato lo preserva da un’imboscata. A Rotzo viene “rinforzato” dal pievano (il parroco di canonica) che lo ospita per la notte. Oltre che vitto e alloggio, dai ministri di Dio Angelo Michele ottiene un mulo per il trasporto dei bagagli, foraggi per la cavalla, informazioni preziose e, soprattutto, lettere di raccomandazione necessarie a preservarlo all’organizzazione religiosa. Tornato quindi nel centro dell’Altopiano, il Negrelli perviene in Asiago ove trova “… il cugino del curato di Rotzo, che tremava per la situazione e che consigliava d’allontanarsi ben presto mentre veniva a quella volta in quel giorno istesso un battaglione di armati francesi”1 Raggiunto Enego ed accolto anche qui dall’arciprete di quella località “… colle più vive dimostrazioni d’allegrezza passai la notte –racconta Negrelli- con quel sig. Arciprete e la mattina dietro consegnando ad me quel poco denaro ch’io mi aveva sembrato e così ugualmente quel plico suggellato in mia cavalla, e la cura di tener celato quanto gli consegnai cangiando di vestito, e dirigendomi dietro il suo consiglio per sortire con sicurezza in Valsugana…” (Tratto dal libro “Frammenti di storia trentina, pag. 78) Ottavio de Bianchi fu fatto prigioniero, e, riconosciutone l’alto valore militare, non subì giustizia sommaria perché i comandanti francesi non sentirono nè di trattenerlo, nè di passarlo direttamente per le armi, come previsto dalle leggi militari e come, peraltro, avvenuto in altre occasioni. Rimetterono quindi il tutto nelle mani del generale di divisione Pascal Fiorello, governatore di Mantova e comandante delle truppe stanziate nel regno d’italia, che senza esitazione alcuna dispose di sottoporlo a processo criminale, e dopo “regolare” processo fu fucilato il 24 giugno 1809 a Mantova. L’imputazione consisteva in: 1. Di avere eccitato i Popoli delle sette Comuni poste nel Regno d’italia a prendere le armi contro il loro legittimo Sovrano da lui chiamato nemico comune dell’Europa, col messo di un suo proclama segnato da lui stesso, 2. D’avere comandata una massa di rivoltosi, 3. D’aver diretto uno spionaggio. Lui riconosce le prime due imputazioni, negando la terza. Verrà riconosciuto colpevole per le prime due imputazioni e dichiarato non colpevole per la terza imputazione. Il procedimento penale si tenne nel maggior salone del palazzo del Conte Giovanni Arrivabene, sito nella contrada si San. Francesco detta delle Concole, al numero civico 747, oggi giorno via fratelli Bandiera n° 4. La sanguinosa repressione Il 17 luglio, Asiago era stata ripresa sotto la dominazione napoleonica e la repressione fu sanguinosa, addirittura “strage orrenda”, secondo la c r o n a c a dell’ultraconservatore Arnaldo Tornieri “Più di 70 furono uccisi dai Francesi, tra cui anche qualche donna”. Pur compiacendosi che si fosse data una valida “lezione a quelli abitanti” e inveendo contro gli “sciagurati suscitatori del disordine e della confusione”. I “disordini”, continuarono almeno fino ad ottobre. Il 28 agosto 1809, destituito ufficialmente l’inetto vice-prefetto di Asiago Angelo Trevisan incapace di estirpare il popolo rivoltoso Altopianese, giustificandosi: […] in quei ardui momenti io non potea dirigermi diversamente, sprovvisto come io l’era di forza armata ed in mezzo ad una popo- www.giornalealtopiano.it 19 lazione riscaldata per innanzi dalli inviti lusinghevoli del nemico e poscia sedotta in parte dalli giornalieri eccitamenti delli Tirolesi limitrofi ed in parte da quelli briganti della pianura, oltre io essere stato mal corrisposto da una Municipalità che, passando meco di concerto essa sola potea garantirmi, come conoscitrice dei costumi e dell’indole di quelli non ancor civilizzati pastori. (tratto da “Storia dell’Altopiano dei Sette Comuni, pag. 490) 30 settembre, il generale italiaco Rusca “figlio di un Roveretano” è pronto a trattare in nome di napoleone con i Tirolesi. Offre loro dell’odiato Governo Bavarese, l’unione al regno d’Italia. Dichiara loro, però che è da escludersi, nel modo più assoluto la possibilità che il Tirolo rimanga unito all’Austria. Ma Hofer ha già rivolto il suo ultimo, urgente appello, all’insurrezione in massa e non prende in alcuna considerazione i tentativi di contattare una capitalizzazione. L’Imperatore d’Austria per non perdere la faccia di fronte al Tirolo e all’Europa, compie un estremo tentativo. Pur di mantenere quanto ha promesso a Wholkersdorf, tenta offrire a Napoleone, al posto del Tirolo, la Galizia o la Dalmazia, ma ne ha un rifiuto. A fine settembre le popolazione del Tirolo, si levano in massa in difesa della loro terra. 14 ottobre a Schönbrunn, presso Vienna, viene firmata la pace fra Napoleone e Francesco I, con il sacrificio del Tirolo e del Worarlberg, divisi fra il Regno di Baviera e il Regno d’Italia. 16 ottobre quasi 60.000 uomini fra Bavaresi e Franco-italici iniziano la rioccupazione del Tirolo e dell’ex Principato di Trento, reprimendo spietatamente gli ultimi tentativi di resistenza dei montanari. 16 novembre ultime vittorie degli insorti, guidati da Hofer al Kucheberg presso Merano, e a San Leonardo di Passiria. 28 gennaio 1810 cattura, per tradimento di Andreas Hofer alla “Pfan-dleralm”, la baita in Val Passiria, ove si era rifugiato con la famiglia. 20 febbraio fucilazione di Hofer nella fortezza di Mantova. Dopo l’infelice esperienza di Angelo Trevisan la Viceprefettura di Asiago venne affidata, il 28 febbraio 1810 a Giacinto Bossi. La repressione della rivolta era fin troppo spietata, come lo stesso direttore di Polizia aveva ammesso in un “promemoria” indirizzato, ancora nei primi giorni d’ottobre 1809 al duca Francesco Melzi d’Eril: “L’insorgenza è compressa, ma sarà sempre grave il pensiero della perdita di circa 2000 uomini, la maggior parte agricoltori, che lasciarono la vita affrontandosi colle truppe o sul patibolo. La pena di morte fu applicata forse con troppa profusione dalle commissioni militari, cosicché sotto il giorno d’oggi produce un effetto contrario di quello che si vorrebbe. Accostuma il popolo al sangue e fa riguardare con indifferenza ciò che prima si vedeva con ribrezzo. Il numero dei detenuti è grande, quello de’ fuggitivi lo è ancor di più…. (tratto da I cartezzi di Francesco Melzi d’Eril duca di Lodi. Il regno d’Italia di Napoleone, cit., pp. 173, 216, 647). ...e la ricerca continua Giunge ai giorni nostri la testimonianza di un nostro concittadino emigrato in America ai primi del ‘900, che con particolare attenzione scrive ai parenti in Asiago per ricordare nella storia il sacrificio, del bisnonno del Nicoletto Sartori, ultimo Eroe Repubblicano della Reggenza. Buenos Aires, 30 Novembre de 1921 Nicoletto carissimo, da molto tempo aspettiamo una tua condescrizione sulla nuova edificazione del nostro distrutto paese. Abbiamo visto dai telegrammi che fu ricostruito il ponte sulla Valdassa e che venne innalzato un monumento ai caduti del Reggimento Regina. I settecomuni non han da tenersi onorati da tal monumento: il monumento che li onorerà potrà essere che quello che dovrassi innalzare, presto o tardi : a Domenico Sartori tuo bisnonno che può considerarsi come l’ultimo repubblicano di una Repubblica Federale durata più che nessun’altra al mondo,e che terminò il giorno nel quale il tuo bisnonno(assalito e ucciso il capitano che guidava un corpo d’esercito mandato per sopprimere una rivolta) fu fucilato sull’albero detto della Libertà piantato là dove comincia la via che conduce alla Laita. Tu devi farti iniziatore per un tal monumento: non vi è alcuno che ti possa aiutare nella nobile impresa? Dimmi che persone son quelle che formano la municipalità,la segreteria, la direzione della scuola perché possa scrivere in argomento a qualcuna di esse. Non si stampa in Asiago un qualche periodico perché possa farvi inserire degli articoli in proposito? Scrivimi presto e molto su quanto ti chiesi perché amo le cose del mio paese sopra ogni cosa. La lettera prosegue con comunicazioni personali e conclude: A tutti i nostri cari tante belle cose, e mille me ne darai tu dal nostro adorato Asiago, che attendiamo con ansia. Nicoletto mio carissimo, e a tutti i tuoi, sentimenti più intensi dell’animo mio. Vostro Cristiano Rigoni 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 20 Quarto lampione a destra sul ponte…dell’amore Anche Roana contagiata dalla moda lanciata dal libro “Ho voglia di te” di Federico Moccia. Lucchetti serrati e chiavi in Val d’Assa per suggellare patti d’amicizia e rapporti sentimentali. Li avevamo incontrati nel libro “Ho voglia di te” di Federico Moccia, seguito del cult “Tre metri sopra il cielo”, per poi ritrovarli nella trasposizione cinematografica dello stesso romanzo, uscita nel marzo 2007. Per non parlare del video di Tiziano Ferro “Ti scatterò una foto”. Eh si, sono loro, i “lucchetti dell’amore”, simboli che sanciscono il legame indissolubile di due persone, diventati famosi grazie alla scena in cui Riccardo Scamarcio, interprete di quello Step che tanto aveva fatto sognare le giovani lettrici di “3MSC”, getta le chiavi da Ponte Milvio nel Tevere, affermando “PER SEMPRE”. Si, con la stessa espressione sulla faccia di uno che va al patibolo. Ma questo è un altro discorso...:). Dal libro, al film, infine alla realtà: a Roma, sul Ponte Milvio, i lucchetti dell’amore non si sono fatti attendere, tanto che nell’aprile 2007 un lampione è crollato a causa del peso eccessivo, da ricondursi proprio alla nuova ondata di metalliche manifestazioni d’amore su di esso. E il Comune di Roma si è visto costretto ad affiancare ai lampioni delle strutture appositamente create per il deposito dei lucchetti...a mali estremi, estremi rimedi. Tuttavia ciò ha dato l’occasione a un gruppo di giovani di mettere online un sito (www.lucchettipontemilvio.com) dove i lucchetti vengono creati e attaccati virtualmente al famoso ponte romano, di cui è stata ricreata l’ambientazione digitale. La “lucchettomania”, diventata già internazionale nella realtà, ha superato le aspettative degli ideatori del sito, che si sono visti arrivare richieste e visite da tutto il mondo, per un totale di quasi 30 mila lucchetti. Sembra che la tradizione sia nata in Cina il secolo scorso, ma se ci soffermiamo sull’Italia, invece, il primo “ponte dei lucchetti” lo troviamo a Merano. Unica differenza? Non si trattava di segni d’amore, ma di una sorta di “rito di passaggio” per i mili- tari che terminavano il servizio di leva nella città altoatesina. Come ho già detto, il film “Ho voglia di te” li ha fatti diventare una moda che si è poi diffusa in varie città italiane, tra cui troviamo anche Vicenza con il suo Piazzale della Vittoria a Monte Berico; ma se qualcuno si è mai fermato a osservare il nostro Ponte di Roana, avrà certamente notato che al quarto lampione a destra, in direzione Canove, qualcosa luccica. Non sono ancora così tanti da determinarne il crollo, eppure anche noi abbiamo i nostri lucchetti, qui sull’Altopiano. Il primo lucchetto nel 2008 A raccontarmi la storia dei lucchetti di Roana sono tre dei cinque ideatori: il primo l’hanno attaccato proprio loro al famoso “quarto lampione”, e porta su di sé la data precisa della nascita di questa nuova tradizione altopianese: 17 maggio 2008. “Non è un lucchetto dell’amore, però, ma di amicizia spontanea e sincera come è la nostra” mi precisa J., “proprio per questo abbiamo sistemato le nostre iniziali a formare la parola “A.M.J.C.I.”: insomma, era quasi un segno del destino! Un’amicizia vera non si costruisce...diventa tale da sola. E noi abbiamo deciso di consolidarla così.” Già il Giornale di Vicenza aveva dedicato un articolo ai lucchetti di Roana, attribuendo il merito del primo di essi a degli studenti laziali in visita alla cittadina altopianese. “Tutto falso, hanno inventato addirittura delle interviste, in cui a parlare di amore era una ragazza roanese bionda di nome Silvia: ma come noi tutti sappiamo, non c’è nessuna nostra coetanea che si chiami così a Roana. E poi, altro che studenti laziali, siamo stati noi a mettere il primo lucchetto quella notte del 17 maggio!” E per documentarlo, i tre mi mostrano delle foto e un video fatto con il cellulare la notte stessa in cui hanno deciso di segnare per sempre il loro legame di amicizia. Nel video si vede poco, essendo stato girato di notte, ma l’audio rende bene: e a meno che gli studenti laziali non parlino alla perfezione il dialetto veneto, è chiaro che la ragione (e il merito) sta dalla parte dei nostri ragazzi. “Dopo quella notte, abbiamo cercato di spargere la voce in giro”, mi spiega A.” in modo che sempre più persone attaccassero il proprio lucchetto per poi gettare le chiavi nella valle sottostante. Per un mese, tuttavia, il nostro è rimasto il solo lucchetto sul lampione. Ora, invece, altri amici e coppie sposate hanno seguito il nostro esempio”. Per dimostrarmelo, mi portano sul ponte: la scena diventa comica, dal momento che tutte le auto di passaggio rallentano e controllano dallo specchietto retrovisore cosa ci facciano quattro giovani in fila indiana sul ponte tristemente famoso per i suicidi. Arrivati al quarto lampione, accanto al primo famoso “AMJCI X SEMPRE: 17 MAGGIO 2008” si leggono coppie di nomi o iniziali “BARBARA E RENATO” , “MATTIA+VANESSA” e si arriva addirittura al consiglio “PENSATE PRIMA DI BUTTARVI...LA VITA È BELLA!”. Interviene I. a ricordarmi una frase particolarmente originale, quasi una parodia ai libri di Moccia: “IO E TE...80 METRI SOPRA IL PONTE!”. “Ma ora quel lucchetto è stato tolto...evidentemente, non si trattava di un sentimento così forte!” Un altro lucchetto è un saluto dedicato a un amico che parte per un lungo viaggio, altri ancora portano le iniziali di amiche che, mi raccontano, ora non si parlano più. Qualsiasi sia il pretesto, sembra che i lucchetti abbiano incuriosito anche i turisti estivi, che a più riprese si sono fermati a contemplarne le scritte. Ma guai a chi pensa che sia stato solo un gesto per copiare i personaggi di Moccia: i tre portavoce ci tengono a precisare che da lì è nata solo l’ispirazione per portare qualcosa di diverso a Roana, una nuova tradizione che sperano di rendere più conosciuta in tutto l’Altopiano. “Ci rendiamo conto che passando per il ponte di Roana in macchina non si abbia molto tempo per osservare il quarto lampione e di conseguenza molti ancora non sappiano della nostra iniziativa...ma ora che altre persone ne verranno a conoscenza leggendo il giornale, invitiamo tutti coloro che vogliono lasciare un segno di affetto, amicizia, amore per una persona o per un luogo come il nostro paese ad attaccare il proprio lucchetto...speriamo di vederne tanti altri prestissimo!” Quindi, ora non avete più scuse per tirare dritto sul ponte. Dimenticavo: se volete lasciare il vostro personale pegno d’amore, l’unica clausola è quella di esserne davvero convinti, perchè simboleggia un sentimento che non ha fine...e una volta che avete buttato le chiavi, fidatevi che nessuno torna giù a cercarvele! ;) Iceskater I giovani incontrano…la Germania Si chiude il 15 ottobre il termine per iscriversi al viaggio a Berlino Scadono il 15 ottobre i termini per le iscrizioni al viaggio a Berlino organizzato dall’amministrazione comunale di Asiago nell’ambito del progetto denominato “I giovani incontrano l’Europa”, che si svolgerà dal 12 al 16 dicembre 2009. “Quest’anno – spiega l’assessore Roberto Rigoni vogliamo portare i nostri ragazzi a visitare un’altra importante nazione europea qual è la Germania. Il viaggio culturale assume ancor più significato poiché si inserisce nella ricorrenza del ventesimo anniversario dalla caduta del Muro di Berlino. Da questo momento la situazione planetaria si è radicalmente modificata ed è fondamentale che i giovani possano conoscere gli eventi che hanno contribuito a riunire l’Europa affinché possano loro stessi sentirsi ancor più cittadini europei. Il nostro obiettivo non é solo quello di commemorare un periodo storico ma anche quello di stimolare i nostri giovani affinché sap- piano leggere il presente e, per quanto possibile, comprendere il valore delle relazioni politiche che hanno garantito la democrazia in Europa dall’epoca in cui avvenne la dissoluzione dei più imponenti regimi comunisti”. “Voglio sottolineare – continua Rigoni - come il progetto “I giovani incontrano l’Europa”, avviato dalla nostra Amministrazione da quasi 5 anni, sia stato in grado, sinora, di fornire rilevanti opportunità di crescita culturale ai ragazzi. L’iniziativa di Berlino ci da grande soddisfazione per come è stata recepita dai nostri ragazzi i quali si stanno iscrivendo numerosi. Voglio sottolineare che il viaggio non si esaurisce nella vi- sita della capitale della Germania, ma prevede la visita di altre due importanti città quali Dresda e Lipsia dove visiteremo il museo dedicato a J.S.Bach ed assisteremo ad un concerto di musica classica dedicato proprio a questo grande compositore che in questa città visse il suo migliore periodo artistico; anche questo è un modo per conoscere l’Europa ed apprezzarne i talenti che l’hanno resa grande”. Si ricorda che l’apposito modulo di iscrizione che potrà essere ritirato presso l’Ufficio del Turismo del Comune di Asiago oppure scaricato su internet al sito www.asiago.to alla voce “Asiago ai giovani”. 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 21 L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale RUBRICHE E’ al via in questi giorni la procedura di regolarizzazione per colf e badanti prevista dal Governo all’interno del cosiddetto ‘pacchetto anti-crisi’ (legge 3 agosto 2009, n. 102, articolo n. 1-ter). Tramite tale procedura di emersione dal lavoro irregolare i cittadini UE ed extracomunitari privi di titolo di soggiorno che siano impiegati presso le famiglie come lavoratori domestici di sostegno al bisogno familiare (colf) o come assistenti di persone affette da patologie o handicap (badanti) potranno, appunto, regolarizzare la propria posizione. Vediamo tale procedura in sintesi: Chi può presentare la domanda. La domanda per la sanatoria può essere presentata dal datore di lavoro che alla data del 30 giugno 2009 occupa irregolarmente alle proprie dipendenze da almeno 3 mesi quali colf o badanti lavoratori cittadini UE o extracomunitari presenti in Italia. Per quanto riguarda le badanti, la regolarizzazione può essere fatta anche da un componente della famiglia non convivente con la persona non La regolarizzazione per colf e badanti autosufficiente per la quale si rende necessaria l’assistenza. Quando e a chi si invia la domanda. La domanda si invia dal 1° al 30 settembre 2009 per il lavoratore italiano e per il cittadino UE all’Inps, mentre per il lavoratore extracomunitario allo sportello unico per l’immigrazione. Quanto costa. La dichiarazione di emersione si presenta previo pagamento di un contributo forfetario di 500 euro per ogni lavoratore, contributo che non è deducibile ai fini dell’imposta sul reddito. Il pagamento va effettuato tramite modello F24 scaricabile dal sito internet del Ministero dell’Interno, dell’Agenzia delle Entrate, del ministero del Lavoro o dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps), o reperibile presso gli sportelli bancari. Cosa deve contenere la dichiarazione di emersione del cittadino extra UE. La dichiarazione, da presentare con modalità informatiche, deve contenere i dati identificativi del datore di lavoro, le generalità e la nazionalità del lavoratore extracomunitario occupato al quale si riferisce la dichiarazione (compresi gli estremi del passaporto o di un altro documento equipollente valido per l’espatrio). Per le colf (ma non per le bandanti) è necessario, inoltre, indicare tipologia e modalità di impiego, oltre all’attestazione da parte del datore di lavoro del possesso di un reddito imponibile non inferiore a 20mila euro annui (in caso di famiglia con un solo percettore di reddito) o di almeno 25mila euro, nel caso in cui il nucleo sia composto da più soggetti conviventi percettori di reddito. E’ necessario, inoltre, allegare l’attestazione dell’occupazione del lavoratore per il periodo previsto dalla sanatoria, la dichiara- zione della retribuzione convenuta (non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro) ed, in caso di lavoro domestico, l’orario lavorativo a tempo pieno o parziale, comunque non inferiore a 20 ore settimanali. E, ancora, la proposta di contratto di soggiorno e gli estremi della ricevuta di pagamento del contributo forfetario. Cosa determina la dichiarazione di emersione. Determina la rinuncia alla richiesta di nulla osta al lavoro subordinato legata alla programmazione transitoria dei flussi di ingresso di lavoratori extra UE non stagionali nel territorio italiano. Gli effetti sospensivi e definitivi della misura. Fino alla conclusione della procedura di sanatoria sono sospesi i procedimenti penali e amministrativi nei confronti di datore di lavoro e lavoratore per la violazione delle norme di ingresso e soggiorno in Italia e l’impiego di lavoratori. La sottoscrizione del contratto di soggiorno, insieme alla comunicazione obbligatoria di assunzione all’Inps e il rilascio del permesso di soggiorno, comportano per datore di lavoro e lavoratore l’estinzione dei reati e degli illeciti amministrativi legati alle violazioni delle norme di ingresso e soggiorno in Italia e l’impiego di lavoratori. Nullità del contratto di soggiorno. È nullo il contratto di soggiorno stipulato sulla base di una dichiarazione di emersione contenente dati falsi. In questo caso è revocato il permesso di soggiorno eventualmente rilasciato. Chi non può essere ammesso alla procedura di emersione. Non sono ammessi alla procedura di Avvocato Serena Baù I lettori che vogliano sottoporre domande su qualsiasi questione di carattere legale al nostro avvocato possono inviare una mail all’indirizzo [email protected] o scrivere a “L’avvocato risponde – Giornale Altopiano, Via Monte Sisemol, 9 36012 Asiago (Vi)” emersione i lavoratori extracomunitari per i quali sia stato emesso un provvedimento di espulsione o quando lo straniero sia segnalato ai fini della non ammissione in Italia in base ad accordi o convenzioni internazionali. Le sanzioni per false dichiarazioni o attestazioni. Chi presenta false dichiarazioni o attestazioni è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. Se il fatto è commesso attraverso la contraffazione o l’alterazione di documenti è prevista la reclusione da uno a 6 anni. LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA Quando lavorare…fa male: la sindrome del burnout L’altro giorno discutevo con alcuni amici di come fosse andata la stagione turistica estiva, nel ruolo dei profani che di mestiere non sono commercianti o operatori del settore turistico. Si parlava del più e del meno, fino a che la discussione non si è soffermata su di un tema interessante: la professionalità dei gestori locali. L’argomento mi ha intrigato perché più se ne dibatteva, più emergevano due teorie contrapposte sulle qualità necessarie per lavorare con i turisti. Alcuni ritenevano che per saperci fare con la gente, riuscendo ad essere cordiali e professionali anche a ferragosto quando il lavoro diventa esasperato e disumano, ci vuole il carattere giusto, bisogna essere nati per fare quel mestiere, altrimenti alla lunga si scoppia. L’altra teoria, da me supportata, riteneva invece che fosse necessaria una preparazione tecnica specifica per c o s t i t u i r e un’”interfaccia” di qualità anche in situazioni stressanti (ad esempio di fronte alle maleduca- te intemperanze del cliente). I molti anni di studio e di esperienza con le persone mi hanno convinto che quando si è di fronte, in maniera continuativa e voluta, al bisogno d’aiuto delle persone, è fondamentale essere attrezzati per riuscire a rimanere alla giusta distanza (poi ve lo spiego) ed essere in grado di gestire i propri stati emotivi di fronte al malcontento della gente. Facciamo un excursus. Gli studi sulla sindrome da stress riguardante le professioni d’aiuto sono piuttosto recenti. Solo dal 1970 in poi, infatti, si è posto l’accento su di una problematica che stava invadendo i contesti lavorativi nei quali si lavorava a contatto con malattie, disagio fisico e psichico, morte: gli ospedali, le case di cura, gli ambulatori. Si scoprì che chi aveva a che fare professionalmente (nel senso che aveva una frequentazione costante e strutturata) con la sofferenza delle persone tendeva progressivamente, senza peraltro accorgersene, ad esaurirsi emotivamente e distaccarsi dal paziente sviluppando freddezza e distanza interpersonale. Ciò comportava uno scadere della qualità della prestazione lavorativa e sviluppo di sintomi da stress negli operatori. La sindrome del “Burnout”, così definita inizialmente da Freudenberger è oramai una malattia riconosciuta a cui molte professioni d’aiuto sono esposte. Il principio attivo che determina l’esordio del burnout sembra essere multifattoriale: in pratica è un “cocktail” di ambiente lavorativo protettivo nei confronti del lavoratore, vulnerabilità personale ed esposizione prolun- gata al disagio dei pazienti. Il burnout segue tre fasi di gravità crescente. In un primo momento l’operatore idealizza il proprio lavoro e tende a sovrastimare la sua capacità di rispondere alle necessità ambientali e personali dei pazienti. E’ una specie di luna di miele che se non ridimensionata sin da subito rischia di esaurire le energie e le motivazioni, visto che lo scontro con la cruda realtà lavorativa porta ad una crescente sensazione di incapacità a sostenere il carico lavorativo. Può accadere, soprattutto all’inizio, che l’operatore non sappia ridimensionarsi e prendere le giuste distanze dal suo ruolo, lasciandosi coinvolgere personalmente dalle problematiche dei pazienti. Ciò non può essere sopportato a lungo e l’entusiasmo lascia presto il posto alla delusione di non essere onnipotenti e infrangibili. Le richieste assillanti diventano insopportabili, tanto che il rendimento nella seconda fase diventa altalenante, approssimativo, persino cinico. Un ambiente lavorativo disorganizzato, senza una struttura gerarchica sufficientemente solida, che non tuteli il modus operandi e i singoli ruoli professionali complica ulteriormente il quadro e fa cedere i più deboli. Inoltre (per tornare ai fattori personali e al carattere), rischia di più chi sovrainveste nel lavoro, chi non ha relazioni affettive stabili al di fuori della vita professionale, chi ha una personalità ansiosa, nevrotica o eccessivamente rigida e mischia il personale con il professionale. Nel terzo livello di sviluppo sintomatologico aumenta il senso di sfiducia in se stessi e l’emotività negativa prende il sopravvento. E’ possibile assistere a episodi di aggressività nei confronti dei pazienti o alla totale apatia nei confronti della sofferenza. In più, si matura un senso di svalutazione del proprio ruolo professionale (autorealizzazione) e dell’ambiente lavorativo di riferimento. Tutto questo per dirvi che…chi ha a che fare con le richieste altrui, tende a subire i ritmi imposti da altri, si sente sopraffatto dal carico lavorativo, è costretto continuamente a mediare l’aggressività, la rabbia, il disagio, il malcontento dei turisti mettendoci la faccia (e il cuo- Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] re)… è a rischio di burnout. Ciò vale anche per il settore turistico, e in particolare per chi è operatore front desk. I dati dicono che chi ha a che fare con la malattia e la morte si “brucia” prima (infermieri, medici, psicologi, operatori sanitari) se non si attrezza con una debita preparazione tecnico-professionale (corsi specifici per accrescere le capacità di gestione della problematica); gli altri, come gli operatori del turismo o dei servizi, forse sono meno a rischio per lo sviluppo della sindrome in tempi brevi, ma certo non possono reputarsi del tutto esenti da rischi. Ecco perché con i miei amici ho sostenuto l’idea che solo una preparazione specifica permette di garantire qualità professionale e allo stesso tempo tuteli la salute del lavoratore. 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 22 Hockey Inline A1 INLINE Non si stanca di vincere la Rigoni di Asiago Vipers - Sua (ancora una volta) la Supercoppa di Stefano Angonese Anche quando sembra possa essere arrivato il momento di cedere qualcosa anche agli altri, il “killer instinct” della Rigoni di Asiago Vipers emerge, impietoso, ancora una volta, e fa la differenza. Ancora loro, i “cannibali” dell’hockey inline. Ancora un trofeo (il 19° in totale): la Supercoppa, la sesta, di una collezione quasi esclusiva, a cui manca solo l’edizione 2008, soffiata all’overtime dall’Edera Trieste. Qualcuno pensava che questa nuova stagione potesse iniziare in modo diverso, con qualche incertezza in più e, invece, no. Almeno per ora. Si è ripartiti esattamente da dove ci si era lasciati, con Asiago sempre più padrone di questa disciplina, nonostante voci e “rumours” di mercato a disturbare per settimane, e stavolta pure con un Vicenza autolesionista, che ancora adesso si morde le mani per l’occasionissima sprecata. I biancorossi di Angelo Roffo erano saliti sull’Altopiano per conquistare il loro primo titolo. Ci credevano. Molto, prima di iniziare a giocare, molto di più dopo 14', quando per due volte si sono trovati avanti addirittura di tre reti (0-3 e 1-4). All’intervallo il “gap” era sceso a due lunghezze (2-4). Comunque un bel tesoretto da amministrare non c’è che dire, ma Vicenza lo ha visto azzerarsi in una manciata di minuti in avvio di secondo periodo per mano dei soliti Comencini (giustiziere dei Diavoli ai rigori in gara 4 dell’ultima finale scudetto) e Tomasello, vero e proprio “acquisto” in questo periodo dell’anno. Derby vero, intenso, con Vicenza che torna a crederci ancora una volta, grazie alla rete di uno dei tanti nuovi volti in pista. Stavolta sembra davvero fatta, anche perchè Asiago sbatte sui pali e quando Mosele (Ricky) si accomoda in panca puniti Vicenza ha di fatto l’occasione per prendersi la coppa. Ma la spreca. E non solo, visto che si fa infilare da Sergio Rigoni (già decisivo tre mesi prima con quel rigore, un po’ fortunoso, che tenne in vita i Vipers), uno che magari non si vede, ma che fa decisamente il suo lavoro. Colpo letale per i Diavoli, che implodono a livello fisico e nervoso. La superiorità numerica, nel finale, è per i Vipers e Tomasello, uomo da momenti importanti, piazza la stoccata vincente. Sorpasso all’ultima curva, con Vicenza che si pianta, ormai senza più benzina. I titoli di coda li fa scorrere ficiale di Claudio Mantese, probabilmente il miglior elemento in circolazione, nelle scorse settimane entrato nel vivo del mercato, con Edera Trieste e Vicenza alla finestra in attesa di qualche “rottura” nella trattativa per il rinnovo. « Su Mantese puntiamo molto – ha dichiarato il presidente Fabio Forte – sia per la prima squadra che per il progetto legato allo svilupFoto Cesare Pivotto po del nostro setcapitan Sartori. Finisce 7- tore giovanile e davvero 5; poi è il solito rituale. Al- non mi è mai passato per l’indomani dell’ennesimo la mente che potesse antrionfo è giunta anche dar via. Ora deve pensaun’altra buona notizia per il re a recuperare bene dalclub più titolato l’infortunio alla caviglia dell’inline: la conferma uf- ». Non ancora ufficializzata, ma data praticamente per certa la conferma anche di un altro “gioiello” di casa Vipers: Gianluca Tomasello, anche lui finito nel mirino delle rivali più accreditate, ma alla fine vicino ad indossare ancora una volta la maglia della Rigoni, per lui diventata quasi una seconda pelle. Una volta risolte le questioni di mercato, la Rigoni di Asiago Vipers in formato “tascabile” (solo 7 giocatori) ha debuttato in Coppa Italia. Nell’andata dei quarti di finale la formazione allenata dal presidente Fabio Forte si è imposta con autorità per 4-2 (doppietta di Comencini, capitano per l’occasione, Ceschini e Frigo) sul Civitavecchia, ipotecando così il passaggio del turno. La gara di ritorno è in programma ad Asiago domenica 20 settembre alle ore 18.30. Stefano Angonese Sulle strade di Rubbio, Stoccareddo, Marcesina e Valstagna si corre il 26° Rally Internazionale Città di Bassano Torna il 25 e 26 settembre il “Rally Internazionale Città di Bassano”, che giunge in questo 2009 alla sua 26^ edizione. Durante la suggestiva presentazione ufficiale tenutasi ad inizio mese nella regale cornice di Villa Caffo a Rossano Veneto, è stato svelato il percorso di quest’anno, che toccherà il territorio dell’Altopiano grazie alle pro- ve speciali che si correranno sulle strade di Rubbio, Stoccareddo, Marcesina e Valstagna. L’inizio ufficiale della manifestazione è in programma al Ponte degli Alpini di Bassano del Grappa alle ore 19.30 di venerdì 25 settembre, mentre l’arrivo finale e le premiazioni si terranno la sera successiva, sabato 26 settembre, alle ore 19.30 in piazza Libertà, sempre a Bassano. Gli orari previsti per l’inizio delle varie prove speciali del 26 settembre sono: Rubbio alle 7.51 – 12.04 – 16.17 , Stoccareddo alle 8.34 – 12.47 – 17.00, Marcesina 9.09 - 13.22 – 17.35, La vettura di Mauro Spagolla Valstagna alle 9.54 – 14.07 – 18.20. Oltre al vincitore delle ultime due edi- Baù assieme a Silvano zioni, l’eneghese Mauro Cerato su Mitsubishi Lancer Spagolla navigato da Ema- Evo IX, Mirko Moro su nuele Bonotto, fra i circa Peugeot 106 con la centoventi equipaggi in gara navigatrice Lara Fincato, in questo rally, ci sono altri Daniele Sterchele e Andrea altopianesi: il giovane Fran- Rigoni su Renault Clio, cesco Pozza con il suo fede- Gianantonio Frison e Alex le navigatore Michele Cerato su Renault Clio RS Slaviero su Renault Clio RS Light. Light, il veterano Remigio S.B. 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 23 CANOVE CALCIO CALCIO Una squadra ricca di potenzialità La prima competizione stagionale, la Coppa Veneto, ha messo in luce le tante zone d’ombra della formazione di Mister Covolo. Non sono mancati i lampi di bel gioco. Si può e si deve migliorare. Terza Categoria Domenica in campo Asiago Calcio Altopiano e GLC Soccer Team Dimenticare e ricominciare. Un destino comune per le due formazioni altopianesi che a partire da domenica 20 settembre (calcio d’inizio ore 15.30) inizieranno la loro avventura nel campionato di terza categoria. Dimenticare l’ultima stagione, amara, e ricominciare, in entrambi i casi, anche cambiando. Ad Asiago, dopo due anni di gestione Rudy Baù (all’attivo una splendida promozione a cui ha fatto subito seguito una fulminea retrocessione), si volta pagina, investendo su di un nuovo allenatore: Marcello Carlesso. Bassanese classe ‘57, vanta una pluriennale esperienza (allena dal 1982) che spazia dalle giovanili alla prima categoria. Nell’ultima stagione una breve apparizione sulla panchina dell’Arsenal Cusinati. Adesso questa nuova, stimolante sfida. Per lui, per la squadra e per il presidente, nuovo anche quello: si tratta di Federico Longhini, subentrato a Santino Rossi, dimessosi a causa dei sopraggiunti impegni politici nell’amministrazione comunale di Asiago. « Sarà un anno di ricostruzione – dice Longhini –. Non sono certo tempi per fare follie questi, bisogna stare tranquilli e lavorare “a fari spenti”, con le nostre forze e con i nostri giovani per gettare le basi per il futuro. Abbiamo un nuovo tecnico, che si sta inserendo bene e che ha già avuto un buon impatto sui giocatori. Forse prima della chiusura dei trasferimenti metteremo a segno un altro paio di innesti nel reparto difensivo, ma la squadra c’è ed ha le qualità per poter disputare un torneo di livello medio-alto. Come al solito, però, ci attende un avvio in salita, complice una preparazione a singhiozzo. Servirà quindi anche un po’ di pazienza ». Cambiamenti radicali, invece, sull’asse Gallio-Lusiana Conco. I primi, dopo una stagione anonima, hanno unito le forze con gli altri, reduci da una bruciante retrocessione maturata ai rigori, per dare vita ad una nuova realtà sportiva: il GLC Soccer Team. « Siamo pronti a questa nuova avventura – esordisce il presidente Marino Xausa – e speriamo di viverla da protagonisti, anche se le avversarie (Tezze Brenta ed Eurocalcio in primis, senza dimenticare Stroppari e Cresole) non mancano e l’esordio, sul terreno del Tezze, è un vero e proprio test d’ingresso. In ogni caso siamo tranquilli, ci siamo preparati bene; il tecnico Sandro Baù è soddisfatto ed i nostri giocatori sono motivatissimi. Il precampionato è stato positivo; ora attendiamo conferme dagli impegni ufficiali. Nonostante un organico giovane il nostro obiettivo è quello di disputare un campionato importante ». Destini ed obiettivi comuni, si diceva, ma gironi diversi. L’Asiago è inserito nel girone “B”, il gruppo composto da formazioni dell’Alto Vicentino; mentre il GLC figura nel girone “Bassano” dove già militava nella passata stagione il Gallio. Esordio casalingo, allo stadio “Zotti”, per i giallorossi dell’Asiago, che riceveranno il Silva 1950. Domenica 27, invece, prima discesa in pianura, sul campo dell’Union Centrale Thiene. Parte fuori casa, invece, il GLC, atteso dal confronto con il Tezze Brenta. Debutto sul campo di Gallio domenica 27 settembre: avversari i patavini del Facca. Il GLC Soccer Team giocherà la prima parte della stagione a Gallio e poi traslocherà sul terreno di Lusiana, dove è stato rifatto il manto erboso, per il resto della stagione. Stefano Angonese Campagna tesseramenti Interclub Con l’inizio della stagione sportiva si è aperta anche la campagna tesseramenti all’Interclub Altopiano Nerazzurro, all’insegna del nuovo slogan “Inter nel cuore” . Moltissimi i rinnovi e i nuovi membri, che comprendono anche abitanti delle zone di Arsiero, Bassano, Marostica, Vicenza e limitrofi, per un numero che ha già superato di gran lunga i tesserati dell’anno scorso. La quota di iscrizione al club è rimasta invariata: 20 euro per gli adulti e 10 per i membri junior minori di 14 anni. Il ruolo di socio comprende anche la possibilità di andare a vedere in pullman tutte le partite casalinghe della squadra del cuore e di seguirla in alcune trasferte all’estero. Tra i numerosi progetti in corso per questa stagione dell’Interclub, infatti, troviamo anche quello di seguire la Beneamata a Barcellona il 24 novembre, dove si scontrerà con la squadra di casa. I responsabili Vasco Sambugaro, Alessio Franquilli ed Emanuela dalla Bona si dichiarano molto soddisfatti dell’interesse riscontrato anche in pianura nei confronti dell’Interclub: non si sono fatti attendere neppure gli abbonamenti stadio, arrivati attualmente a quota 12, che assicurano ai tifosi la presenza a tutte le partite dell’Inter durante la stagione 2009/2010. Per le iscrizioni è possibile telefonare al 3465158997 e 3481266334 oppure rivolgersi al caffè Garibaldi e alla Pizzeria Titamaso; per quanto riguarda i locali nelle altre zone della provincia, ricordiamo che ci si può iscrivere anche presso il bar Mirò di Bassano e il ristorante Italia Risorta di Arsiero. Finita, per il Canove Calcio, l’avventura in Coppa Veneto. Due pareggi (0 – 0 con il Scledum e 1 – 1 con il Summania) e una sconfitta per 3 a 1 (con l’Asticoposina) non hanno permesso alla compagine di mister Covolo di proseguire nella competizione. Un trofeo che comunque ha permesso all’allenatore di vedere come vanno i suoi in campo e come si sono inseriti i nuovi acquisti che la dirigenza attende al varco per dare quel supporto in più per affrontare un campionato al vertice piuttosto che sofferto come quello appena trascorso. Per quanto si è visto nelle prime due partite casalinghe, nonostante un lavoro intenso dello staff tecnico, si sono riscontrate le stesse problematiche dell’anno scorso. Difficoltà di uscire dalla propria metà campo, disattenzioni; in alcuni momenti la squadra gialloblu ha trasmesso una svogliatezza irritante. Poi s’è desta, proponendo lampi di bel gioco che hanno fatto capire quale potrebbe essere il vero valore di questa compagine se solo fossero i giocatori i primi a crederci. Forse è proprio il grosso lavoro di preparazione che pesa sulle gambe (e sulla testa), ma tutti e tre i settori hanno lasciato giocare troppo l’avversario, concedendo spazi e tempo agli altri per impostare il loro gioco. Regali che, in un campionato agguerrito, non ci si può permettere di fare. Una nota positiva c’è stata: un maggior movimento davanti con un’intesa già buona, che può solo migliorare, tra la “vecchia guardia” e i nuovi arrivati. Il pacchetto difensivo si conferma solido e l’attacco pare un po’ più incisivo rispetto all’anno scorso offrendo più soluzioni sia in fase di gioco sia all’allenatore stesso nella preparazione della partita. E’ forse in mezzo al campo che la squadra deve affinare le p r o p r i e potenzialità, potenzialità che ci sono e a tratti sono state ben visibili nelle d u e L’allenatore Gianluca Covolo Giorgio Baù in azione partite casalinghe di Coppa. Ora al Canove spetta il campionato di Prima categoria per il 15° anno consecutivo; risultato che è già un successo. Ma la dirigenza vorrebbe qualche soddisfazione in più, così come i tifosi sugli spalti dell’Armando Frigo. Forza Canove! Gerardo Rigoni 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 24 Mountain bike – Il 4 ottobre gara del circuito DH Nordest 2009 SPORT Downhill, alle Melette il “4° final round” La spettacolare manifestazione si svolgerà sulla pista omologata di recente realizzazione Dopo le spettacolari gare tenutesi sul Monte Avena, a Canazei e sul circuito di Cavalese/Cermis, il circuito DH Nordest 2009 si porterà sulle Melette per l’ultima prova dell’ A.S.D. Gravity Project. Il Circuito è formato dalle Gare Regionali organizzate in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, Tutte le prove risultano valide ai fini della classifica finale del Circuito, non vi sono quindi prove di scarto. La partecipazione è aperta ai tesserati UCI, FCI e ENTI con biciclette specialistiche, inoltre le categorie ammesse sono: Esordienti – Allievi – Junior – Under 23 – Elite M. – Donna agonista– Donna amatore – Mastersport – Master 1 / 2 – Master 3 / 4 / 5. Lo svolgimento delle singole gare sottostà alle “Norme Attuative Downhill 2009”(F.C.I.) ed ogni prova attribuisce punteggio top class ai fini del Ranking Na- zionale Downhill. Anche alla prova delle Melette acquisiscono punteggio, ai fini della classifica del Circuito DH NORDEST 2008, i primi 15 atleti di tutte le categorie (30 punti al 1°26 al 2° - 22 al 3° - 19 al 4° 16 al 5° - 13 al 6° 11 al 7° - 9 all’ 8° 7 al 9° - 6 al 10° - 5 all’ 11° - 4 al 12° 3 al 13° - 2 al 14° 1 al 15°). Per la prova finale verrà attribuito un punteggio doppio rispetto alle prove precedenti. Singolare la clausola che alla fine di ogni prova venga promosso il Leader di ogni singola categoria premiata e al termine dell’ultima prova valida del Circuito verranno premiati i Leader di tutte le categorie con premi in natura. Nel caso in cui due atleti risultassero a pari punti nella classifica finale, la posizione sarà discriminata dal loro miglior piazzamento nell’ultima prova valida. L’organizzazione della manifestazione rende noto che, visti la data e il luogo di svolgimento della gara le condizioni climatiche potrebbero esporre gli atleti a disagi, si è ritenuto opportuno adeguare la tempistica della gara con il seguente programma: dalle ore 7.30 alle 8.30 ricognizione pista a piedi, dalle ore 8.00 alle 10.00 verifica tessere, dalle ore 8.30 alle 11.30 prove libere assistite, ore 12.00 1^ manche, 30 minuti dopo il termine della 1^ partirà la 2^ manche con lo stesso ordine di partenza della 1^. G.D.F. Trofeo Rotariano al Golf di Asiago La “Slegar Volley Club Asiago” a scuola dai campioni. Se il buon giorno si vede dal mattino, possiamo senz’altro dire che la “Slegar” ha iniziato la preparazione della stagione agonistica 2009/2010 nel migliore dei modi. Dopo l’esecuzione dei primi allenamenti a secco, le ragazze della under 14, della under 16 e under 18 hanno potuto usufruire nel mese di agosto di uno stage in palestra con Miriam Dalla Bona, altopianese di Gallio, ma residente a Varese, atleta conosciuta ed apprezzata nel volley italiano, con un’ottima carriera sportiva trascorsa tra la serie A1 e A2 e con ben 22 presenze nella Nazionale Italiana maggiore, difendendo tra l’altro i colori del Vicenza nell’anno della storica promozione nel massimo campionato italiano. Merito di questa magnifica iniziativa va attribuito in particolare ad un genitore che, assieme ai dirigenti della società, ha colto la grande disponibilità di Miriam, offrendo in tal modo alle atlete tutte ed agli allenatori, la possibilità di confrontarsi con la realtà del volley di massimo livello, con la possibilità di crescere dal punto di vista tecnico ed organizzativo. Miriam ha accettato da subito e con entusiasmo la proposta di realizzazione dello stage e di collaborazione con la Società, mettendo in campo tutta la sua esperienza di atleta e di allenatrice, la sua grande dialettica nello spiegare le nozio- ni della pallavolo, nel rispondere alle frequenti domande degli allenatori e nel correggere le inesattezze nell’esecuzione degli esercizi da parte delle giovani atlete che, entusiaste, hanno partecipato alle varie attività proposte. Ora, finite le ferie, Miriam è ritornata al suo consueto ruolo di moglie e di allenatrice nella città di residenza, ma siamo sicuri che, dopo questa esperienza, porterà con sé, oltre al grande sentimento che la lega a Gallio e all’Altopiano, anche un po’ di affetto per la “Slegar”. Grazie di cuore Miriam, un abbraccio da tutte le ragazze e un arrivederci a presto perché ti vogliamo ancora con noi. Si ringrazia anche l’assessore allo Sport, Franco Sella per la sensibilità dimostrata nel mettere celermente a disposizione le strutture comunali e per l’appoggio fornito. Ricordiamo che nel mese di settembre sono ripresi regolarmente gli allenamenti presso la nuova palestra dell’Ipsia di Asiago e che le iscrizioni allo “Slegar Volley Club Asiago” sono già aperte, dalle varie under e al mini volley per i più piccoli. Per ogni informazioni contattare il Presidente al n. 333/2404037. Renato Stona Volley Asiago Altopiano - Si riparte col Mini - volley Il Volley Asiago Altopiano informa che da martedì prossimo 22 Settembre ricomincerà l’avviamento al Mini-Volley per la stagione 2009/10. Gli allenamenti si terranno presso la palestra dell’Istituto Superiore IPSIA il martedì e il giovedì dalle 17 alle 18. L’avviamento è rivolto a tutti i bambini delle elementari con le seguenti disposizioni dettate dall’Associazione Italiana per la Cultura e lo Sport (AICS): prima, seconda e terza elementare avviamento al Gioca-Volley, mentre quarta e quinta avviamento al Mini-Volley. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.volley-asiago.it oppure rivolgersi ai seguenti numeri: 0424/450023 o 338/3141936. I “padroni di casa” primi nella classifica per club Sulle 18 buche del Golf Club Asiago si è giocato sabato scorso il 3° Trofeo Rotariano di Golf, organizzato dal Rotary Club Asiago - Altopiano 7 Comuni in collaborazione con il Golf Club Asiago, che ha visto la partecipazione di un’ottantina di golfisti rotariani (in rappresentanza di ben 12 club : Asiago, Castelfranco, Lignano, Padova Euganea, Padova Nord, Sandrigo, Schio/Thiene, Trento, Valsugana, Vicenza, Vicenza Berici, Vicenza Palladio) e simpatizzanti. L’appuntamento annuale, nato nel 2007 da un’idea del primo presidente del Rotary Club Asiago Altopiano dei 7 Comuni, Pietro Hyvoz, ha il duplice intento di allargare e diversificare le occasioni di incontro fra rotariani e di sensibilizzare e raccogliere fondi per i service promossi dal club. Gara di buon contenuto tecnico che, in una fresca e piacevole giornata autunnale, ha visto il Rotary Club di Asiago aggiudicarsi il titolo di Campione 2009 del Distretto 2060 grazie alle ottime prestazioni dell’accoppiata Pietro Hyvoz – Nereo Sartori; presente alle premiazioni anche il Governatore del Distretto, Luciano Kullovitz, (oltre al past Governatore Giampaolo Ferrari, ora responsabile distrettuale Fellowship, e Giuseppe Gerarduzzi, coordinatore della commissione distrettuale Relazioni Pubbliche e Immagini del Rotary) a consegnare il Trofeo nelle mani del presidente asiaghese Mario Colpo. Il presidente del Golf Club Asiago, Nereo Sartori, ha quindi consegnato l’intero ricavato della manifestazione (visto che i premi ed il buffet sono stati offerti dagli sponsor: la Farmacia Bortoli, la Casearia Monti Trentini, l’azienda di moda per bambini “Il Gufo” e la Golf House) al Presidente del R.C. Asiago Colpo a sostegno dei service programmati dal Club. Questi i premiati : AMICI, 1^ cat., 1° lordo Giulio Gatti p. 33; 1° netto Giampiero Longhini p. 40; 2° netto Silvia Chimenti p. 38; 2^ cat, 1° netto Riccardo Dalla Fina p. 39; 2° netto Francesco Santolini p. 39 ROTARIANI :1^ cat, 1° lordo Pietro Hyvoz (Asiago) p. 23, 1° netto Mauro Niccolini(Trento) p. 37; 2° netto Stefano Cerin (Vicenza Berici) p. 29; 2^ cat, 1° netto Domenico Magrin (Padova Nord) p. 34; 2° netto Riccardo Teoldi (Valsugana) p. 32; 3^ cat, 1° netto Stefano Corà (Vicenza) p. 38; 2° netto Nereo Sartori (Asiago) p. 35; Cat. Senior, 1° netto Giuliano Cestari (Valsugana) p. 33; Cat. Master, 1° netto Vittorio Pizzolotto (Castelfranco) p. 29; PUTTING GREEN: 1° Sergio Vellar p. 16; 2° Imelda Cocco p. 17. Campioni 2009 distretto 2060 : Rotary Club Asiago Altopiano 7 comuni con punti 70. Cesare Pivotto 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 25 CALCIO Cani ( e gatti ). Pensieri senza guinzaglio A proposito della giornata “Veneti nel mondo” Sabato 29 e domenica 30 agosto sono state celebrate due giornate dei Veneti nel mondo, di cui ha dato ampia notizia il Giornale dell’Altopiano del 5 settembre scorso. Come è noto, la Regione Veneto qualche anno fa ha emanato una legge apposita per festeggiare ogni anno i Veneti nel mondo, quella di quest’anno è stata la seconda edizione, la prima si è tenuta lo scorso anno a Feltre/Pedavena. Sono intervenute delle delegazioni di Veneti da tutti i paesi Oltreoceano e dai paesi dell’Europa, dove sono emigrati in particolar modo nel secondo dopoguerra centinaia di migliaia di italiani, spesso in condizioni particolarmente difficili e disagiate, al punto da non sapere dove si trovassero. Difficoltà di ogni genere, di inserimento, di lingua, di costumi, ecc., ma sempre con una grande nostalgia nel cuore del paese natale. Il momento clou è stata domenica alle 14.30 presso il Palazzo dei Congressi Millepini, stipato in ogni ordine di posti, con la partecipazione di molti Sindaci, bandiere e stendardi di tutte le provincie venete. Sicuramente una giornata meritata, poiché i Veneti che sono emigrati hanno saputo con il loro lavoro, con i loro sacrifici, con la loro dedizione alla famiglia, guadagnarsi la stima dei paesi ospitanti. Si sono succeduti sul palco diversi relatori, a cominciare dal Sindaco di Asiago che ha porto il suo saluto a nome della città e dell’Altopiano, a seguire altri relatori. L’intervento più significativo è stato quello di Luciano Benetti, nato in Australia, ma con i genitori originari di Asiago, il quale ricopre la carica di Presidente dell’omo- nima Comunità Montana di Melbourne. Il Sig. Benetti ha esordito dicendo che lui non avrebbe parlato in italiano, ma in “talian”, un dialetto arcaico che si parla ancora fra i nostri emigrati quando si incontrano, un dialetto che non si è evoluto o italianizzato, ma che è rimasto tale da parecchi anni. Ha detto che non sarebbe stato in grado di parlare in italiano e le sue battute sono state applauditissime e hanno veramente toccato le corde di molti emigranti e non solo. Devo dire però che non ho condiviso del tutto l’intervento dell’Assessore Regionale ai flussi migratori De Bona, il quale sostanzialmente ha ribadito la politica di questo Governo nei confronti dell’immigrazione. Nel suo intervento il figlio di Mario Rigoni Stern, Alberico, ha detto che se fosse presente il padre mancato lo scorso anno il 16 di giugno, avrebbe sottolineato l’importanza dell’accoglienza, della tolleranza, del rispetto della vita di coloro che vengono nel nostro paese in condizioni disperate e che spesso finiscono la loro avventura umana in mare, spesso senza essere soccorsi e tratti in salvo. Non la pensava certamente così Mario Rigoni Stern, ha detto il figlio Alberico, lui che aveva conosciuto gli orrori della guerra e della prigionia. A quel punto mi è venuto in mente la dedica del libro di Gian Antonio Stella “L’orda quando gli albanesi eravamo noi – Edizione Rizzoli” che dice: “A mio nonno Toni “Cajo” che mangiò pane e disprezzo in Prussia e in Ungheria e sarebbe schifato dagli smemorati che sputano oggi su quelli come lui”. Vorrei pertanto consigliare all’Assessore la lettura di questo bellissimo libro, molto documentato ed eventualmente anche una rilettura della “Storia di Tonle, di Mario Rigoni Stern – Ed. Einaudi”, perché sono certo che l’Assessore ne trarrebbe una interessante lezione sul modo di interpretare e di risolvere il problema dell’immigrazione, che è destinato a durare sine die, non solo in Italia, ma in tutta Europa, al punto da richiedere l’emanazione di direttive da parte della Comunità Europea, la quale ha già espresso con il suo portavoce un dissenso sui cosiddetti “respingimenti”, che hanno causato molte vittime inghiottite nelle acque del Mediterraneo. Le cause di questi flussi migratori sono le stesse che hanno determinato in epoche passate in certi casi un vero e proprio esodo dalle Regioni italiane, Veneto compreso: disoccupazione, condizioni di vita al limite della fame, miseria, famiglie numerose, ecc. Era invalso il detto che quando nasceva un bambino era già pronta una valigia, talvolta di cartone. A questo si aggiunga oggi, specialmente nei paesi africani, le sanguinose guerre etniche, la privazione delle libertà individuali imposta da spietati regimi dittatoriali, che hanno in dispregio i diritti umani, nonché l’estrema povertà di molte popolazioni. Ho sentito anche dei pareri discordi sul fatto di chiamare festa questo evento, poiché sappiamo quali sacrifici e sofferenze abbia comportato lo sradicamento dai paesi e dagli affetti: LACRIME E SANGUE. Edoardo dr. Sartori Io, non sono né canide né gattide. Nel senso che, dalle due razze, mi separa un elegante muro di indifferenza . Io qua e loro là. I gatti vivono in casa, esclusi quelli randagi ( ai quali – con le famiglie che ci ritroviamo va tutta la mia stima e solidarietà ). Anche i cani vivono in casa, salvo quelli randagi ( ai quali con le famiglie che ci ritroviamo ecc. ecc.) I cani che vivono in casa fanno una vita , appunto, “ da cani”. Basta appostarsi, al mattino, in qualunque area della città per vedere turbe di assonnati, chi in pigiama, chi in mutande, chi in vestaglia , armati di sacchetto e paletta , trascinati da Molossi,Volpini, Labrador, Chiuaua, Cocker,Collie, Barboni, Afghan Hound , Bull Terrier, Samoiedo, Bassotti, ecc.ecc affannosamente in cerca di una pianta per dare sfogo a quel tanto di naturale incontinenza che li ha arrapati la notte. Dovete sapere che nelle nostre case c’è la lavatrice, c’è la lavapiatti, ci sono il bagno turco, la doccia scozzese, la vasca idromassaggi, la sauna, ma manca, in realtà, un gabinetto per cani. ( Cosa aspettano gli animalisti ?) Sembra che i cani derivino dall’addomesticamento dei lupi, circa 16 mila anni fa. In Cina . Prima erano liberi – beati loro – poi è arrivato l’uomo che li ha addomesticati (si fa per dire) e resi schiavi dei propri servigi. Ci sono cani da montagna e da mare (?) , cani antivalanga, antisommossa e da tiro, Cani da tartufi e cani da compagnia. Cani da pastore e da mandrie. Cani da circo,cani da caccia , varietà da “pelo” o da “penna”. Comunque al servizio dell’uomo.(Chissà se li ameremmo di più se li spogliassimo della “servitù di essere utili”) Ma veniamo al fatto.Durante una delle mie passeggiate mattutine incrocio il Pino Barolo, con gli occhi a fes- Un ringraziamento all’Auser di Gallio Ritengo doveroso segnalare alla vostra Redazione quanto segue: mia moglie M.Letizia obbligata alla dialisi tre volte alla settimana, ha potuto fruire di tale servizio da parte dell’Ospedale di Asiago durante il mese di Agosto, grazie alla venuta in soccorso da parte dell’Associazione di volontariato Auser Arca di Gallio nelle persone del presidente Giancarlo Sartori e Gildo Sambugaro. Senza il loro intervento non sarebbe stato possibile la fruizione, essendo necessario trasportare alla mia macchina da un primo piano la dializzata essendo essa inabile alla deambulazione. Va a tutta l’Auser Arca di Gallio la nostra viva riconoscenza ed il conforto di vedere che esistono ancora valori di solidarietà nella nostra società. Paolo Cavaleri e Gavagnin M.Letizia - Mestre sura, trascinato da un cane come quelli sopra. Glielo ha piombato in casa il figlio che è in ferie. Lo deve accudire e portare a spasso. Brevi commenti ironici da parte mia che il Pino condivide con altrettanta ironia. Ma…senti senti..mi racconta: “Abito da una vita a pochi metri dai parchi cittadini. Il Parco Regina e il Parco della Rimembranza. Chi li ha mai visti? Provvede il “fido” che – oltretutto - in quella selva di piante ci va a nozze. Ed ecco cosa scopre il Pino Barolo : nel parco a sud , il grande monumento dedicato dalla Brigata Regina ai suoi figli diletti e ai compagni d’arme eroicamente caduti sugli altipiani, nell’altro – oltre alla Chiesetta dedicata alla Vergine Maria – ritratta all’interno in modi bizantini assieme a Santi Hermagora e Fortunato, una moltitudine di steli in pietra a ricordo perenne dei caduti delle due grandi guerre, ma anche dei personaggi della cultura e della storia di Asiago. Scopre i monumenti in memoria del diciassettenne Roberto Sarfatti caduto sul col d’Ecchele nel 18, dei caduti e reduci di Russia, della Brigata Sassari,della Divisione Alpina Pusteria, e i sottili ferri forgiati a “ramo di alloro” con il nome di soldati, D o m e n i c o F o r t e , Vi t t o r i o Cunico, Marco Pesavento ecc, del Colonnello G.B Rodeghiero e di altri ufficiali , ( l’uno accanto all’altro , senza ordine gerarchico, accomunati solo dalla morte). E poi i monumenti all’Abate Costa – poeta latino ma di sangue asiaghese, al Generale Lobbia, (quello del famoso cappello alla “ Lobbia”) e al Generale Euclide Turba. Poi ancora il ricordo dell’ing. Giovanni Carli medaglia d’oro, e quello dedicato ai profughi del 15/18. Un condensato di storia patria sepolta nelle due colline, i Parchi funebri che la Città di Asiago seppe erigere nell’immediato dopoguerra a testimonianza del sacrificio per la patria di tanti cittadini. “Se non fosse stato per il cane “ - mi dice , “di tutte queste cose non saprei nulla o quasi.” Bravo il cane . Voi non lo sapete , ma si tratta dei famosi cani “ da Storia”. Galeotti dunque furono i Parchi. All’amico Pino – badante di cani - per ripassare un po’ di Storia e al fido …. per i suoi bisogni. Quasi quasi comincio a ricredermi sui cani Paolo Lorenzi Nota personale. Il Parco Regina è in parte trasformato in “parco giochi “ e “picnic “: Suggerirei che almeno un’area – attorno al monumento fosse - in qualche modo identificata come “ sacra” e interdetta al turismo mordi e fuggi. Quello della Rimembranza è ancora interamente usato e visitato come tale. In ogni caso un po’ di manutenzione non farebbe male. Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Via Monte Sisemol n.9 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 26 Di Giovanni Dalle Fusine Da sabato 19 settembre a venerdì 2 ottobre 2009 Il 19 settembre è il 262° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 103 giorni alla fine del 2009 Sabato 19 settembre S. Gennaro Domenica 20 S. Eustachio Lunedì 21 S. Matteo Martedì 22 S. Maurizio Mercoledì 23 S. Pietro da Pietrel. Giovedì 24 S. Pacifico Venerdì 25 S. Aurelia Sabato 26 S. Damiano Domenica 27 S. Vincenzo Lunedì 28 S. Venceslao Martedì 29 S. Michele Mercoledì 30 S. Gerolamo Giovedì 1 ottobre S. Teresa Venerdì 2 SS. Angeli Custodi Un santo per volta: San Michele Arcangelo Nel Nuovo Testamento il termine “arcangelo” è attribuito a Michele. Solo in seguito venne esteso a Gabriele e Raffaele, gli unici tre arcangeli riconosciuti dalla Chiesa, il cui nome è documentato nella Bibbia. San Michele, “chi come Dio?”, è capo supremo dell’esercito celeste, degli angeli fedeli a Dio. Antico patrono della Sinagoga oggi è patrono della Chiesa Universale, che lo ha considerato sempre di aiuto nella lotta contro le forze del male. Per la sua caratteristica di “guerriero celeste” s. Michele è patrono degli spadaccini, dei maestri d’armi; poi dei doratori, dei commercianti, di tutti i mestieri che usano la bilancia, i farmacisti, pasticcieri, droghieri, merciai; fabbricanti di tinozze, inoltre è patrono dei radiologi e della Polizia. È patrono principale delle città italiane di Cuneo, Caltanissetta, Monte Sant’Angelo, Sant’Angelo dei Lombardi, compatrono di Caserta. Difensore della Chiesa, la sua statua compare sulla sommità di Castel S. Angelo a Roma, che come è noto era diventata una fortezza in difesa del Pontefice; Storia dell’Altopiano: la “fabbrica asiaghese” della torta Ortigara ha 100 anni. Il laboratorio Carli dove ancor oggi si produce la Torta Ortigara nasce nel 1909 ad Asiago come offelleria e nel 1922 la Pasticceria Carli fu insignita del diploma e della medaglia d’oro per le specialità di paste e dolci. Ma fu soprattutto la Torta che acquisì notorietà ben oltre i confini della zona di produzione, tanto da venire indicata come dolce tipico di Asiago. Il dolce, forse più che un prodotto tipico, si potrebbe definire un segreto “alchemico”, protetto da brevetto N°164687. Anche il nome ha la sua motivazione: il monte Ortigara fu teatro della più aspra battaglia combattuta sull’Altopiano durante la Iª Guerra Mondiale. Fu per ricordare questo triste episodio che le sorelle Susanna e Caterina Carli, nel 1920, decisero di chiamare il dolce con il monte sacro per gli Alpini dolce. Oggi il nome del dolce è divenuto inscindibile da quello di Asiago e negli anni la sua storia si è intrecciata a quella del capoluogo dei Sette Comuni. Successe il 23 settembre 1939: settanta anni fa nacque Sigmund Freud. Neurologo, psicoanalista, fondatore della psicoanalisi. Nacque in Moravia da famiglia israelita, ma visse quasi sempre a Vienna finchè, nel 1938, a causa dell’annessione dell’Austria alla Germania, fu costretto ad emigrare a Londra per sottrarsi alle persecuzioni razziali. Laureatosi in medicina, si indirizzò alla neuropsichiatria. Nel 1885 andò a Parigi dove lavorò sotto la guida del neurologo Jean Martin Charcot per approfondire lo studio delle tecniche ipnotiche nella cura delle nevrosi. Nel 1886 sposò Martha Bernays e dal loro matrimonio nacquero sei figli tra cui Anna che continuò il lavoro del padre A CANOVE DI ROANA CEDESI AVVIATA ATTIVITA' DI GENERI ALIMENTARI. TEL. 346 3048574 “Ingegnere per zona Altopiano e province di Padova, Rovigo e Venezia, responsabile qualità e RSPP, abilitato moduli A-B-C, disponibile per consulenze o collaborazioni continuative per attivare certificazione qualità ISO 9001:2008 e/o mantenimento per successivi audit e per gestione sistema di sicurezza. Tel. 380 3183662.” nel campo della psicoanalisi infantile. Dopo aver abbandonato il metodo dell’ipnosi, iniziò ad elaborare le tecniche dell’interpretazione dei sogni e delle libere associazioni che caratterizzano la psicoanalisi, metodo terapeutico applicato nel trattamento delle nevrosi che si basa sul rapporto personale tra medico e paziente. I risultati degli studi condotti da Freud insieme con alcuni collaboratori furono presentati nel trattato “Studi sull’isteria” del 1895. Partendo dall’analisi dei sogni, Freud sviluppò la teoria della sessualità infantile e nel 1897 mise a punto il concetto del complesso di Edipo. Nel 1899 fu pubblicata una delle sue principali opere “L’interpretazione dei sogni”. Le sue idee furono circondate da scetticismo e diffidenza, ma nonostante il clima a lui avverso, nel 1910 riuscì a fondare la Società psicoanalitica internazionale. Tra il 1915 ed il 1917, per spiegare e diffondere la psicoanalisi, scrisse “Introduzione alla psicoanalisi”. Solo nel 1920, dopo diciotto anni di incarico, divenne professore di ruolo all’ Università di Vienna. Nel 1923 gli fu diagnosticato un tumore alla mascella e dovette sottoporsi a numerosi interventi chirurgici. Nonostante la malattia continuò il suo lavoro di analista e di scrittore assistito dalla figlia Anna. Morì a Londra nel 1939. Ottobre in cucina: la zucca. Qual è il vegetale più spontaneamente” bio”? semplice, la zucca. Mangiandola è difficile ingerire veleni. Dall’aspetto voluminoso, la forma rotonda, schiacciata o cilindrica, ricurva , può avere scorza liscia o con protuberanze, di colore verde striato, giallo o, aranciato. Ha polpa dolce e farinosa, gialla o arancione, con molti semi bianchi al centro. Fra le varietà : lunga di Napoli, marina di Chioggia, mammouth, hubbard . Come scegliere: anche quando è matura la superficie si presenta dura, senza cedimenti alla pressione delle dita. La scorza deve essere compatta, di colore brillante, priva di tagli o ammaccature, muffa . La polpa matura è arancione o giallo acceso, non pallida. Percossa con la nocca deve produrre un suono sordo. Se l’acquistate a fette, deve essere soda dal profumo gradevole. Si raccoglie a fine estate, dura tutto l’inverno. La produzione più alta si ha in Veneto, Piemonte, Campania, Lombardia, dalla Liguria provengono zucche piccole e tenere. Intera si conserva 5 mesi in luogo asciutto, aerato, una volta tagliata va consumata entro breve tempo poiché la polpa si disidrata, appassendo. Si conserva in frigorifero 1 settimana, avvolta nella pellicola trasparente. Ha proprietà diuretiche, lassative, è digeribile, per l’alta percentuale di acqua. Contiene poche calorie e pochi zuccheri, indicata per le diete, il diabete, se si è fuori forma fisica. Ha poche vitamine, è meglio cuocerla senza acqua per non disperderle. La zucca costituisce un alimento valido sia cotta al forno con poco olio di condimento, sia tagliata a cubetti nel minestrone, sia come ripieno in un tortello o in un cappellaccio, sia da miscelare in una purea, dove è utile tanto a creare giochi di colore, quanto a mediare le calorie della patata. Proverbi sui cani e sulla caccia: - Cane amoroso, sempre velenoso. - Il cane, quand’è in amore, è cattivo. - Cane che si stira non val neanche una lira - Cane che va dietro a più di un padrone merita la polpetta. - Cane da caccia costa più che non chiappa. - Cane mogio e cavallo desto. - Cavallo allegro e cane malinconico. - Cane sazio e gatto affamato. PUNTO SPORT GALLIO cerca personale per apertura nuovo negozio. Chiamare ore pasti il n. 0424 445122. Domenica 20 settembre CONCO: OMV, Via Cappellari 12 MEZZASELVA: IP, via XXI Maggio Domenica 27 settembre ASIAGO: Q8 Località Mosele FOZA: TOTAL, via Lazzaretti 24 Dalle ore 8.45 di sabato 19 alle ore 8.45 di sabato 26 settembre GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano Dalla Valle – Via Prestinari, 34 Dalle ore 8.45 di sabato 26 settembre alle ore 8.45 di sabato 3 ottobre ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato – Viale Matteotti ARIETE Non mancano le novità e le occasioni di misurarvi con un destino mutevole ma ricco di prospettive. L’amore rischia di essere destabilizzato da impennate emotive improvvise, dovute a rotture o a incontri coinvolgenti. Anche nel lavoro e nelle finanze occorre prudenza. E’ essenziale evitare fraintendimenti clamorosi che potrebbero costarvi cari. TORO Il vostro bisogno di autonomia e libertà favorisce nuovi interessi, sia affettivi che spirituali: non mancheranno le occasioni di misurarvi con nuove realtà, e di farvi coinvolgere da lontane e affascinanti culture. Grazie a Nettuno, infatti, il vostro orizzonte si sta allargando, ma rischiate anche di essere vittime di illusioni che sarà meglio poter distinguere. GEMELLI Come sapete, Giove è nel vostro segno, ma ora vi è particolarmente favorevole grazie all’ottimo aspetto con Saturno e il Sole. Ciò significa che la vostra razionalità sarà messa alla prova, ma otterrete la soddisfazione di mostrare la vostra ragione a chi, recentemente, vi ha dato torto. Per ora limitatevi a questa soddisfazione. I fatti seguiranno. CANCRO Gli astri vi offrono innumerevoli possibilità, specie se aspirate a cambiamenti sia in campo affettivo che in quello lavorativo. Sono possibili interessanti quanto imprevisti sviluppi di un progetto che credevate superato, e incontri con personalità che potranno esservi utili, anche professionalmente, in un futuro però non troppo immediato. LEONE Sono in arrivo piacevoli imprevisti: siate disponibili ad accoglierli, specie se la novità riguarda un particolare incontro. Potrebbe essere un’occasione assolutamente da non perdere, state dunque all’erta e prestate attenzione a tutto ciò che accade intorno a voi, pronti a cogliere “l’attimo fuggente”. Non sono esclusi sviluppi anche sul piano finanziario e professionale. VERGINE Seguite l’estro del momento e scegliete quali di tanti progetti privilegiare. E’ infatti il caso di approfittare della presenza di Mare nel vostro segno: vi conferirà autorevolezza e capacità d’azione, anche materiale. Ciò non vuole dire che dovete affaticarvi, quel che più conta è la scelta oculata del settore dove far valere con energia le vostre ragioni. BILANCIA Saturno transita nel vostro segno, dove ancora si attarda Venere: vuol dire che riuscirete a risolvere facilmente un momento difficile della vita di relazione, che coinvolge anche i rapporti di lavoro. Evitate però di lasciarvi andare alla polemica con chi non la pensa come voi: la parola d’ordine, in questo momento, è tolleranza. SCORPIONE Non sottovalutate il vostro prestigio e la vostra autorevolezza: vi aiuteranno a risolvere una situazione che richiede responsabilità e capacità di leggere concretamente la realtà. Se avete pene d’amore vi basterà prendere dolcemente la mano al partner: sarà felice di seguirvi. Nelle faccende economiche è necessaria, invece, un po’ di pazienza. SAGITTARIO Le indicazioni di Giove vi aiuteranno a prendere le redini affettive, finanziarie e organizzative della vostra vita. Se sarà necessario eliminare sprechi, affettivi o economici che siano, non arretrate. In questo modo aumenterete la sicurezza con cui affrontare tutte le prove che vi si presentano, sia nel lavoro che nei rapporti d’amore. CAPRICORNO Avete attraversato una fase particolarmente difficile: ora godetevi i frutti di ciò che avete seminato e la rinnovata grinta che le prove saturnine appena superate vi lasciano in eredità. Il vostro estro e la vostra fantasia ricominciano a brillare, con risultati eccitanti soprattutto nell’amore e nel sesso. Il nuovo corso non vi distragga però dagli studi e dalle finanze. ACQUARIO Il favore del destino è tale da permettervi di scegliere ciò che più vi fa gola, fra una vasta gamma di occasioni. L’atmosfera amorosa è particolarmente favorita: seguite con fiducia le indicazioni degli astri. Non fatevi sfuggire l’occasione di fare acquisti di lusso, farete un buon affare. Nel lavoro non sono esclusi passi avanti e crescita della stima di cui già godete. PESCI Coraggio e capacità d’azione vi aiuteranno a risolvere un problema affettivo: vi basterà infatti essere più sicuri, per tornare ad affascinare il partner. Se in cima ai vostri pensieri c’è l’amore approfittate di una occasione speciale, offerta dal destino. Nei rapporti di lavoro, invece, è il caso di essere cauti e riflettere prima di intraprendere qualcosa. Vendo bellissima collezione di insetti coleotteri in resina in scala 1:1 con più di 100 esemplari (prezzo cadauno 5 euro trattabili). tel 3488395223 Signora si rende disponibile per lavoro di stiraggio anche a domicilio. Per informazioni contattare la redazione al 348/3138606 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano Io vi dichiaro marito e …. marito?!? Sarà stato perché la sera prima, passando da un canale televisivo all’altro avevo visto qualche spezzone del film di Dennis Duggan “Io vi dichiaro marito e ….marito”, fatto sta che quando sabato 12 settembre, percorrendo in auto una via di Asiago ho notato appesa ad un albero una di quelle locandine che si usano per annunciare le nozze degli amici con l’immagine inequivocabile di due maschi, bè… mentre strabuzzavo gli occhi, per qualche secondo mi son chiesta se si stesse per celebrare un matrimonio tra due persone dello stesso sesso! E’ bastato fermarsi a leggere ciò che era scritto per capire che si trattava invece di un’originale aggiunta a quella che è la diffusa abitudine di appendere foglietti con la foto della coppia che sta per convolare a nozze, in questo caso Teresa e Luca, come annunciavano poi numerosi altri volantini: “Fabrizio e Marco, oggi compari!” stava stampato sullo spiritoso manifestino. E che la pratica in uso ormai da anni per gli sposi si stia allargando anche ad altri eventi, lo si evince anche dal modo scelto per annunciare la maggiore età (oltre che la presenza di un nuovo pericolo per la circolazione stradale!) di Simo, a cui qualcuno ha pensato di fare gli auguri appendendo un depliant con scritto Tanti auguri di Buon Compleanno a Federico Bagnara che il 18 settembre compie 3 anni con un grosso bacione dal fratellino Stefano Quattro porzioni…. in una sola patata. Pesa ben ottocento grammi la patata che ha in mano il piccolo Gabriel Dellai: praticamente, quando verrà deciso di cuocerla e mangiarla, basterà per l’intera famiglia! Il tubero, di qualità “desirèe” ovvero con buccia rossa e pasta gialla, è stato raccolto a Camporovere nell’orto degli zii Dal Sasso, i quali assicurano che questa, per le patate, è stata un’annata ottima e generosa. E l’immagine che pubblichiamo ne è la conferma. “Wanted”, ricercato perché, oltre che offrire da bere, potesse preparare … un’insalata mista, come richiesto nel foglietto. Passando invece agli originali mezzi di trasporto scelti per gli sposi, recentemente si è visto un vero bus inglese rosso a due piani, che dopo la cerimonia di nozze ha accompagnato Valentina e Ivan assieme ad alcuni invitati verso la location scelta per il banchetto, mentre sabato scorso, l’attenzione di chi si trovava lungo la strada che da Cesuna porta a Rotzo, è stata attirata dal rumore di una sirena spiegata, proveniente da una panda verde scuro… “Cosa sarà successo da far accorrere la polizia provinciale?” si sono chiesti alcuni. Bè, non si trattava della polizia provinciale, ma della polizia matrimoniale, come riportava la scritta sull’auto adibita al “trasporto dello sposo”, in questo caso Brian, pronto per dire sì a Giada. Auguri a tutti! Silvana Bortoli www.giornalealtopiano.it 27 Marta e Andrea lasciano il Bar Sport di Mezzaselva, ad ottobre si sposano Per più di un anno sono stati i giovani e simpatici gestori del bar Sport di Mezzaselva. Dal maggio 2008 Marta Rebeschini di Roana e Andrea Lo Casto (milanese trasferitosi in Altopiano una decina di anni fa) hanno accolto con professionalità i loro clienti, occupandosi anche della rivendita giornali (tra cui il nostro). Ora hanno però deciso di smettere con questa attività e dallo scorso 7 settembre il bar è chiuso in attesa di nuovi gestori. Per i prossimi mesi avranno comunque il loro bel daffare tra i preparativi per il matrimonio, in programma il 17 ottobre e un bebè in arrivo che dovrebbe nascere a fine anno. Marta e Andrea han- no scelto di dirsi sì lontano dall’Altopiano. Si sposeranno infatti a Romena, in Toscana “Un luogo molto significativo per me e la mia famiglia” dice Marta. “Sicuramente un luogo che dà carica e molta serenità” le fa eco Andrea. Ai promessi sposi un grossissimo in bocca al lupo da parte nostra. “A tutta la nostra clientela – dicono Andrea e Marta – un ringraziamento e un saluto”. S.L. ROANA, I COSCRITTI DEL 1991 FESTEGGIANO LA MAGGIORE ETA’ foto: Central Photo I NEOLAUREATI DELL’ALTOPIANO Giorgia Pertile, di Gallio, si è laureata il giorno 16 settembre 2009 all’Università di Padova, Facoltà di Agraria, in “Scienze e tecnologie forestali ed ambientali”. Voto 90/110. Titolo della tesi presentata: “Monitoraggio della Cephalcia sull’Altopiano di Asiago a 20 anni dall’infestazione”. Lo scorso 15 luglio presso la sede della Royal Academy of Dance di Londra, la Lusianese Genny Ronzani ha ricevuto la nomina a “Registered Teacher R.A.D.: abilitazione internazionale all’insegnamento della danza classica, con facoltà di presentare i propri allievi agli esami. Genny già direttrice del “Centro formazione Danza Chorus” di Lusiana, prosegue la sua attività di R.A.D. insegnante anche in collaborazione con diverse scuole Altopianesi e della Pedemontana. Per il raggiungimento dell’ambito traguardo, orgogliosi si congratulano con lei i genitori Renzo e Oriana, la sorella Michela e Diego. E’ una tradizione che dura da svariate generazioni quella che a Roana e Mezzaselva vede i coscritti festeggiare il raggiungimento della maggior età con una settimana del tutto “speciale”. Quest’anno erano una decina quelli del 1991 che, secondo tradizione, nella prima settimana di settembre sono andati a dormire insieme fuori casa, girovagando di giorno per strade e contrade a far festa con i paesani. Guai a trovarsi sulla loro strada, non si passava se prima non si era bevuto un bel bicchier di vino e non si era provveduto ad una doverosa offerta per “sostenere la causa”! Qualche momento particolare, raccontano i neomaggiorenni, c’è stato, co m e q u a n d o s o n o andati a trovare la maestra Imelda, di cui sono stati allievi nel suo ultimo anno di scuola prima della pensione, che li ha accolti con calore ed un pizzico di commoz i o n e ; o p p u re q u a n d o l’Aldo Vellar dei Parnoli ha tirato fuori la fisarmonica ed ha suonato e cantato per loro e con loro. Oppure, infine, al K2 dove i genitori di Athos, un loro compagno di scuola scomparso qualche anno fa, li hanno ospitati a mangiare. Cesare Pivotto 8 Sabato 19 settembre 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 28