Le facciate dipinte di Acqui Terme

Transcript

Le facciate dipinte di Acqui Terme
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
Considerazioni sul recupero delle facciate dipinte del centro storico acqueseFonte
Antonella Caldini,
Considerazioni sul recupero
Il centro
dellestorico
facciate
di Acqui
dipinte.Terme
Idel
diversi
centro
momenti
storicodi
acquese,
una rinasc
in
Il cambiamento urbanistico della città e l' usanza di decorare le facciate
Ad Acqui i primi esempi di facciate dipinte risalgono a prima del XIX secolo e sono
contraddistinti da semplici motivi decorativi e da un uso del colore finalizzato alla ripartizione
delle bucature. L' usanza vera e propria di decorare le facciate con motivi più complessi, a temi
geometrici o floreali (Nota 1), risale al pieno Ottocento e fa seguito ad alcuni importanti
avvenimenti urbanistici che modificarono radicalmente l'assetto della città, favorendone il
potenziamento a livello turistico e termale.
Nota 1
: Sono pochi gli esempi di facciate acquesi decorate a temi figurativi: tuttor
1 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
Ripercorrere la cronologia di questi avvenimenti permette di scoprire su quali aree si venne
maggiormente a diffondere l'usanza delle facciate dipinte e per quali motivi.
Particolare della decorazione sopra finestra di una facciata: prima e dopo l'ultimo
intervento di ristrutturazione edilizia
2 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
precedenti.
Risale
richiese
nuova
destinazione:
al
1731
una
l'istituzione
vera
ne
edecumano
propria
derivò
del
ghetto
impresa
una
parcellizzazione
israelitico
di
ristrutturazione
su
Piazza
dell'intera
ed
Bollente
adeguamento
piazza
(Nota
così
2),
fitta
dei
ilalla
cui
da
singoli
realizzo
non
edifici
trovare
alla
Nota
«tutti
gli
Ebrei
che
abitavano
sparsamente
nella
Città;
anche
La successiva
l'abbattimento
ridefinire
l'assetto
di
abolizione
buona
piazza
parte
del
ghetto
delle
anche
vecchie
(prima
grazie
metà
case
ad
una
degli
dell'Ottocento),
nuova
ebrei,
politica
rese
attuata
evidente
tesa
attraverso
rilanciarne
la
necessità
l'esproprio
l'immagine.
di
Tra
Strada
rappresentanza.
nel
rivolgeva
affacci
tempo,
ile1780
precedentemente
Nuova
direttamente.
luogo
e2:
1781
Prima
di
scarico
si
Corso
assiste
di
In
chiusi
questo
seguito,
dei
Italia)
liquami
eSan
avvenimento
ill'copertura
però,
decoro
che
cittadini,
sivista
prepara
dei
del
la
singoli
la
quindi
nuova
corso
via
a
diventare
delineava
prospetti.
del
nessun
destinazione,
torrente
uno
affaccio
ildecentrate
corso
Medrio
dei
fu
maggiori
di
oa
stabilito
ingresso
un
edal
torrente
assi
ilnascita
ripristino
carraio
viari
divenuto,
diPiazza
di
vidella
degli
si
Intorno
progressiva
abbandonata
Pisterna
percorso
Bollente
definitivamente
aiad
avveniva
verso
romano
primi
espansione
itradizione
decenni
le
coperto
borghi
del
funzioni
attraverso
Nuovo
e
dell'Ottocento
verso
deviato
politiche
un
ealla
le
ponte
massimo
aree
unione
ed
abbattute,
sul
si
amministrative
assiste
torrente
(attuale
tra
Proprio
le
alla
vie
la
Via
Medrio;
parte
su
si
demolizione
vengono
consolidò.
Garibaldi),
borgo
più
tuttavia
antica
San
della
ilmaggiormente
Pietro
solo
cui
della
collegamento
cinta
quando
si
città
sviluppa
muraria
viene
vecchio
quest'ultimo
l'antico
eed
con
alla
borgo
fuequei poch
Ritengo
percorsi,
città
potenziamento
nel
che
per
rilancio
la
ile(attuale
fatto
delle
della
che
attività
sua
svolsero
delle
immagine
ricettive
facciate
un
ruolo
ePietro.
turistica,
termali
decorate
fortemente
contribuendo
si
sia
catalizzatore
sviluppata
in
questo
nella
modo
rappresentazione
anche
lungo
al
questi
La tutela delle facciate dall'Ottocento ad oggi
La volontà della città di tutelare il decoro delle sue facciate risale al 1837 quando venne redatto
il primo Regolamento d Ornato della città d Acqui (Nota 3), al quale fece seguito, ventitré anni
dopo, un Regio Decreto istituito dal Consiglio Edilizio che conteneva al suo interno il testo
nuovo del Regolamento d Ornato, ampliato ed integrato rispetto alla precedente stesura.
Nota 3:
Cfr. Archivio di Stato di Torino, sez. 2: 8 luglio 1837, Regolamento d Ornato dell
Nota 4:
Cfr. Archivio Comunale di Acqui: 24 giugno 1860, Instituzione di Consiglio Ediliz
3 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
Le indicazioni che si ricavano riguardano principalmente le modalità di intonacatura dei
fabbricati a calce, di imbiancatura e tinteggiatura nei tempi stabiliti dal Municipio, sentito il
parere del Consiglio Edilizio. Tutti i costi d intervento risultano essere a pieno carico dei
proprietari degli edifici prospettanti sui percorsi di primaria importanza, che hanno, perciò, lo
specifico dovere di garantirne nel tempo una buona conservazione (Nota 4)
Dall'Ottocento fino ad oggi è sempre stato chiaro il proposito di tutela delle facciate dipinte,
riconoscendole come espressione intenzionale di una consolidata tradizione pittorica, il
passaggio dai Regolamenti d Ornato agli attuali Regolamenti Edilizi non nega la precisa
intenzione di salvaguardare la facciata dipinta, in quanto bene culturale ed artistico . L
introduzione del concetto di vincolo,
imposto su «tutte le cose, immobili e mobili, che presentano interesse artistico, storico,
archeologico o etnografico (Nota 5)» include anche la grande maggioranza di queste facciate,
per lo meno quelle contraddistinte da un dichiarato livello di monumentalità. Restano fuori,
invece, tutte quelle appartenenti alla cosiddetta architettura minore, per le quali non esiste altro
vincolo reale se non quello imposto dal decoro dell'ambiente urbano.
Nota 5:
Legge 1 giugno 1939, n. 1089 Tutela delle cose d interesse artistico o storico (G
A questa seconda categoria appartiene l'insieme delle facciate del centro storico acquese,
oggetto, negli ultimi anni, di particolare cura.
Sicuramente i recenti dibattiti sul trattamento delle superfici dipinte, piuttosto accesi, hanno
contribuito a maturare un nuovo interesse anche nei confronti del centro storico acquese al
4 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
punto che, tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, le facciate dell'intero centro
storico sono state motivo di recupero.
Particolare del fregio: prima e dopo l'ultimo intervento di ristrutturazione edilizia
5 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
La sollecitudine agli interventi è stata favorita dall'invio, da parte della Pubblica
Amministrazione, di esplicite ordinanze (Nota 6)che, nel rispetto di quanto previsto dal
Regolamento Edilizio Comunale e dalle relative norme di attuazione del P.R.G.I., invitavano i
proprietari di edifici con facciata gravemente ammalorata a provvederne il rifacimento.
6 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
Nota 6
: La lettura di una di queste ordinanze ha permesso di individuare i seguenti rifer
Nell' Ordinanza vengono anche indicate le modalità d intervento, partendo, anzitutto,
dall'insieme di indagini preliminari da farsi sulla facciata per fornire un inquadramento
storico-ambientale dell'edificio. Tali indagini dovranno essere eseguite attraverso
documentazioni grafiche e fotografiche dello stato di fatto; indicando i tipi di materiale da
utilizzare per il rifacimento degli intonaci - malta di calce spenta o similare - escludendo
tassativamente l'uso del cemento.
Per le tinteggiature esterne è previsto l'uso di materiali a base di silicati (più raramente a base di
calce), escludendo l'impiego di acrilici o quarzi. Infine, sono indicate le tecniche d intervento per
la riproduzione fedele delle decorazioni esistenti, siano esse a rilievo o pittoriche, con
riferimento, in quest'ultimo caso, alla tecnica del trompe l'oeil. (Nota 7)
Nota 7:
«Rappresentazione pittorica illusionistica in cui ciò che è dipinto sembra reale (l
ll'carattere impositivo delle ordinanze ha avuto l' indubbio merito di avere focalizzato l'attenzione
sul recupero del centro storico;
7 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
resta tuttavia da verificare l'opportunità o meno d interventi diffusi. Aspetto questo che si
ricollega direttamente ai recenti dibatti sul restauro e alle posizioni antitetiche di taluni studiosi
che protendono, da una parte, per la reintegrazione dell'immagine originaria e, dall'altra, per
l'assoluta conservazione del dato. (Nota 8)
Nota 8:
Sull'argomento, G. Carbonara, P .Gasparoli, Superfici intonacate e colore: un p
La mancanza in proposito di chiari riferimenti normativi e di un unico principio regolatore può
lasciare incorrere in un rischio piuttosto comune: quello, cioè, di porre un distinguo
assolutamente arbitrario tra le superfici pittoriche, imponendo l'assoluta conservazione per tutte
quelle di dichiarato valore artistico ed ammettendo, invece, il ripristino (e in moltissimi casi la
sostituzione) per tutte le altre .
Confronto tra procedure esecutive passate e recenti: dalle facciate a calce a quelle ai silicati
Nell'Ottocento la tecnica pittorica impiegata per la quasi totalità delle facciate acquesi è stata
quella della tinta a calce, in parte ancora oggi sopravvissuta su quelle poche che, dilavate e
sbiadite, non sono ancora state oggetto di recupero. L introduzione sul mercato di nuovi sistemi
pittorici, alternativi a quelli tradizionali, ha contribuito al radicale cambiamento d immagine dei
tanti centri storici del nostro Paese, nei quali l'aspetto originario è andato così,
8 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
irrimediabilmente, perduto.
Nel caso specifico il richiamo, nell'Ordinanza di avvio lavori, all'impiego di materiali a base di
silicati per la tinteggiatura esterna delle facciate, chiarifica in che modo, in Acqui, la consolidata
tradizione pittorica a calce sia stata abbandonata. La questione merita un approfondimento dal
momento che, negli ultimi anni, l' impiego generalizzato e diffuso di tecniche sempre più
moderne ha condotto verso nuove problematiche, relative alla precoce deperibilità delle
superfici di finitura e alla limitata intonazione cromatica delle nuove tinte. (Nota 9)
«Per comporre la tinta a calce, nella mescolanza di calce e colori, basta unire la sola acqua
semprechè si osservi che questa sia purissima». (Nota 10)
Nota 9
: P. Scarzella, P. Natale, Terre coloranti naturali e tinte naturali a base di terra, S
Nota 10:
D. Frazzoni, L imbianchino, decoratore-stuccatore, Hoepli, Milano, 1911 (ristamp
La tinta a base di calce è costituita dalla mescolanza di calce aerea ben stagionata, pigmenti
naturali ed acqua priva di ogni impurità di tipo organico, che potrebbe provocare incompattezza
delle tinte e loro conseguente alterazione. Generalmente, la dispersione delle terre coloranti e
del latte di calce viene additivata dall'aggiunta di caseina o latte scremato, al fine di migliorare le
caratteristiche di resistenza della tinta ai fenomeni di sfregamento e dilavamento.
Il supporto più idoneo per questo tipo di tecnica è un intonaco a base di calce aerea, ma anche
su intonaci idraulici la tenuta del tinteggio ha dimostrato d essere sufficientemente buona; non
adatti, invece, si sono rivelati tutti i supporti cementizi.
9 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
Il clima freddo ed umido incide sfavorevolmente sulla stesura della tinta a calce che appare
come bagnata o appena stesa. Questa, non riuscendo a penetrare nei fori superficiali, crea una
sottile crosta indipendente e poco aderente. La situazione non migliora neppure con l'avvento
della bella stagione per il fatto che la superficie risulta scarsamente assorbente, in questo caso
ogni ulteriore sovrapposizione di strati di tinta provoca lo scrostramento. Sole e vento, invece,
favoriscono l'uniformità della tinta stesa a calce, che riesce velocemente ad asciugare, anche
se il caldo eccessivo contribuisce allo scrostamento degli strati sovrabbondanti, nei quali la
tinta, asciugata troppo celermente, non riesce più a raggiungere il livello superficiale. ( Nota 11:
D. Frazzoni, op. cit., pp. 25-26
)
10 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
Palazzo
intervento
dilavamento
dell'aria,
dell'inquinamento
formare
piovana
della
Verona,
Al
una
al
notevole
stesura
due
Rispetto
permesso
riparati
«Il
siano
interni
presenta
Frazzoni,
)La
utilizzati
lo
questo
rispetto
Iintonaco
tranne
a
di
106-119
Tutti
cementizi,
sabbia
silicato
formando
Non
smalti
Per
sono
umidità
si
L
penetrazione
stata
superficie
Una
con
tinta,
sovrapposizione
steso
dell'asciugamento,
Lo
molto
l'insieme
facciate.
apparentemente
resa
A
adattabilità
(se
Ilnelle
frequente,
silossanici
tecnica
proprio
preferendo
applicativa
decisamente
Panini,
Nota
principali
colori
principale
confronto
rendere
aria
favore
manifestano
latte
avere,
strato
zinco,
contrario,
silicato
pittura
spessore
eseguita
la
le
vasta
o
adeguati
volta
imurature
ed
tinta
coperte,
applicata;
specie
neutri,
è
supporti
appesantita,
15
16:
e
tre
o
stesura
quali
ed
ildiluibili
di
sufficientemente
motivo
dall'aggetto
e
Modena,
queste
a
durante
troppo
di
la
ilvernici,
impatto
sull'intonaco
della
1989,
come
dLupi
bianco.
ilalla
che
di
A
trasparenza,
asciutto
nel
è
perché
qualche
mani
calce,
calce
sole
op.cit.,
esterni,
al
un
cominciata,
stessa.
originaria.
latteo
un
quale
gamma
di
bianco
intonaco
anche
difetti
dei
caratterizzati
proposito
dovuta
della
questa
di
atra
materiali
difetto
èsilicato
le
in
dell'acqua
rintracciare
potassa
tempo,
non
del
nel
situazione
trasforma
unica
qualificati.
qualunque
velo
della
polvere
stata
risultano,
ristrutturazione
poi
umide
silicati,
esterna
danneggiano
col
questa
fissativi
sono
pag.
denso
principali
e
di
questi
casi
ad
sotto
èper
sui
l'inverno,
globale.
precedentemente
e
Ilsi
materiale
rispetto
tecnica
di
simile
la
delle
1985,
simili
pp.
alcali,
tinta
dettata,
se
eMeudon,
poiché,
difficoltà
atmosferico
silicato
avere
Levi,
di
bianco
non
cromatica,
anche
differenzia
di
tecnica
tinta
inserendosi
questa
portano
grana
massa
non
iniziata.
di
quali
sulla
ovviare
168
si
idonei
una
la
subito
latte
forma
(Nota
51-52
e
dei
questa
colature
odue
odepositata.
cornicioni
forti
tecnica
ottiene
la
pennellate
garantita
alquanto
a
del
solubile
osuperficie
ventilate;
pp.
a
quello
la
e
pastoso,
non
di
attuale,
invece,
bagnato
in
particolare
(Nota
anch'essi
grossa:
a
opposto
:Purtroppo
Ivi
caratteristiche
quelli
stesura
delle
tipo
sia
diluenti
colori,
buona
quale
ilquella
al
di
non
soprattutto,
devono
grossa
calce
al
anche
altri
procedimenti
silicato
calce
superficie,
incide
tonalità,
omogenea.
tecnica
esecutiva
silicato
per
24-28
di
12:
quello
pronti
pag.
a(Nota
contatto.
persistere,
calce,
lattei
primo
iquesta
tecnica
di
colori
crepe
efflorescenze.
questo
grazie
con
per
viene
di
sue
può
materiali
sulle
18:
delle
la
essere
ilG.
è
a
superficie,
edilizia
ètutti
diluita.
in
da
durata
dei
le
o
che,
soda
per
colore
113
di
del
silicato
bagnandosi,
la
(come
possono
negativamente
stesa,
dell'inerte
fatica
compattezza
una
migliore
bene
anche
[_].
all'uso
Tali
essere
illa
di
ibicarbonato
balconi.
Forti,
17:
tende,
facciate
caratteristiche
da
AA.VV.,
sono
filtrato.
essere
calore
che
colore.
un
silicati
al
primavera
che
fatto
sistemi
pittura
superfici
e
l'uso
tecniche
spesso
quelli
del
stagione
silicato
Spagna
la
all'uso
pittorica
esistono,
inconveniente
Questa
soprattutto
in
La
punto
un
forte
dalle
distacchi
colature,
possono
D.
trattamento
trattati
(Nota
presenza,
forma
e,
notare
inalterati
nel
scuro,
vanno,
ancora
nel
gli
questo
operativi
creando
Antiche
legati
fregio
stesso.
quando
d
tinteggiatura
elevata
edella
Frazzoni,
sfogliandosi,
con
si
in
resta
di
che
Inoltre,
la
crearsi
l'ottima
Sua
essere
di
impianti
poiché
realizzate
resistenza
contesto
Ilesigenze
tradizionali.
caso
di
garantisce
asciuga
associata
che
molti
va
sodio
(Nota
calce
colore.
e
trattate
veloce
15)
tradizionali,
è
pittura
la
aesso
migliore
non
va
pigmenti
alla
che
derivate
sono
malta
comunque,
di
nelle
anzitutto,
ultimata
dovuto
caratteristica
superficiali.
del
più
silicato,
servire
modo
non
proprio
cosiddetta
In
è
ricette
nel
si
anche
nella
una
traspirabilità
dell'affresco).
evitata
dimostra
calcio,
applicative)
Champagne.
casi,
nel
ogni
sul
una
possibile
ne
resistenza
si
sua
poiché
preliminare
e
quelli
alternativa
16)
tratta
recenti
op.
compatibili
decorativi
prospetto
è
lavabili,
già
tempo,
e
fa
tinte
urbano.
posa
Ilpotassio,
macchia
a
cementizia
di
cemento,
muro
pellicola
con
accelerano
idoveroso
a
all'impiego
trascina
metodo,
a
preparazione
èpittura
alla
facciata
calce
a
scarsa
ilpochissima
per
toni
cit.,
dal
)di
naturali,
imprese
quella
sia
a
stati
nelle
base
quella,
l'autunno,
è
poiché
loro
ottenuti
cadere.
dello
rintracciate
a
mentre
livello
pittura
tinteggiatura
questa,
in
minima.
(come
che
diversi
trascinamento
le
scarsa
imprimitura
pittura
zone
pp.
quelli
e
intonazioni
leggere
dei
contribuiscono
opera.
trattati
che,
Questa
è
invecchiamento
istesse
tinte,
all'azione
di
e
secca,
originari,
né
ed
possono
resistenza
vetrosa
composta
sali
colori
stesso
cui
laterale:
edi
in
la
55-56)
(Nota
le
a
della
la
toni
ben
la
bagnare
silicato
estetico.
stemperati
enon
sono
murale,
di
con
si
impermeabilità),
calce
plasmarsi
in
tradizionali
l'asciugamento,
superficie
scelta,
dei
nel
tecniche,
in
reazione
è
aspetti
essendo
di
maestranze.
muratura,
capacità
neutri
specie
perché
A
presa
ritiro
asporta
con
A
realtà
)di
sottoposto
chiaramente
più
breve
delle
restano
penetrare
condizioni,
nella
stesa,
silice
difficoltà
èiciò
sistemi
caso
14:
colore.
ciò
gli
silicati
certi
non
indicato
forti».
e,
aè
in
essere
degli
èantica,
tinte
prima
che,
ormai
si
non
di
calce
abbondantemente
Cierre
contraddistinta
stessi
La
all'azione
si
poiché
come
molto
successivamente,
G.
particolare
tinte,
da
si
quando
possibilità
tempo,
che
si
dei
indipendente.
aggiunga
colori
malta
all'umidità,
caustica,
idi
in
cioè,
facilmente
unisca
completamente
al
i differenziano
facciata
materiali,
Forti,
avendo
quelli
che
equivalgono
a
sali
tradizionali,
agenti
parte
risultano
Inoltre,
alcalini
a
(Nota
nobile
amalgamarsi
d
acqua
deterioramento
polimeri
base
e
ben
impiegati
hanno
nell'intonaco,
sempre
seguito
l'dell'affresco,
per
Sono
richiede
dell'affresco,
la
utile
armonizzarsi
Edizioni,
diintonaco:
l'azione
dopo
igroscopici
su
quelli
la
presenti
di
impedendo
)in
buona
tende
le
clima
op.cit.,
di
dell'acqua
la
le
si
di
13:
atmosferici
cemento
di
ha
di
luogo
pei
se
e
giornate
né
inglobato
risulta
laddove
di
tenderebbe
l'incidenza
quando
difficoltà
infatti
unisce
murature
dimostrato
Ed.
un
[_],
presente
miscelati
olio,
l'ultimo
più
ottenere
D.
illattei,
operatori
luoghi
e
a
da
ilPer
colore
pp.
purché
per
sulle
calore
bianco
ma
della
ladella
infatti
una
con
la
di
che
al
e
con
èladi tipo trad
Stato di conservazione e di degrado delle facciate recuperate
Attualmente, su molte delle facciate decorate acquesi, che sono state già oggetto di recupero,
sono rintracciabili forme diverse di degrado. I fattori che hanno contribuito e che tuttora
contribuiscono al deterioramento degli intonaci sono molti e di diversa natura, ma la loro azione
assume caratteri differenti a seconda del tipo di trattamento superficiale subito.
Il degrado delle facciate a calce è diverso rispetto a quello delle facciate ai silicati, nelle quali
questo fenomeno comincia a diffondersi pochissimo tempo dopo l'ultimo intervento. E quindi
molto difficile operare un confronto, proprio per il fatto che, sulle facciate ai silicati, il tempo
intercorso tra la data di inizio e quella di fine lavori risulta essere davvero ridotto qualora
paragonato a quello delle vecchie facciate a calce.
A ciò si aggiunga che, mentre per le facciate trattate a calce il degrado è, attualmente, così
diffuso da avere raggiunto gli ultimi strati dell'intonaco, fino al supporto murario, per quelle ai
11 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
silicati si può ancora parlare di degrado della pellicola pittorica e più rari sono i casi in cui il
fenomeno si è esteso in profondità.
L attenzione merita, dunque, di essere focalizzata sulle facciate di recente intervento, ossia
l'insieme di quelle ai silicati, rispetto le quali occorre individuare quali cause abbiano agito in
maniera decisiva nello sviluppo, progressivo, di questo fenomeno.
E corretto, anzitutto, parlare di degradazione degli strati costituenti la pellicola pittorica e non di
semplice alterazione, poiché è chiaro il peggioramento delle caratteristiche di resistenza e
durabilità del materiale. (Nota 19)
Questo peggioramento qualitativo è il frutto dell'azione combinata di diversi fattori, quasi mai
dell'attività di un unico agente.
Nota 19
: «Degradazione. Modificazione del materiale che implica, sempre, un peggioram
E soprattutto l'azione dell'acqua nei suoi diversi aspetti a favorire la lenta decoesione degli strati
pittorici superficiali, cagionandone la progressiva alterazione. Sotto forma di pioggia, l'acqua
può generare fessurazioni e rotture degli strati di intonaco, determinando, in molti casi, la
perdita (parziale o totale) di porzioni dipinte. Oltre a questa sua azione meccanica, l'acqua
svolge anche un azione dilavante, che si manifesta sotto forma di erosioni e scomposizioni degli
strati superficiali più esposti.
La penetrazione dell'acqua nella muratura e la conseguente evaporazione facilita il deposito in
superficie dei sali che si presentano sotto forma di cristalli. In genere, i sali igroscopici sono
12 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
causa dei principali fenomeni di deterioramento e la loro fuoriuscita è spesso associata alla
scarsa omogeneità dell'intonaco e alla porosità degli strati più interni.
Se l'evaporazione dell'acqua avviene in superficie, è possibile parlare di efflorescenze saline , si
tratta di una patina biancastra ben visibile, non eccessivamente pericolosa e facilmente
rimovibile, il cui degrado è generalmente di ordine estetico. Questo tipo di efflorescenza si
forma quando il clima è umido e la velocità dell'aria, a contatto con la superficie muraria, è
piuttosto bassa; al contrario, quando il clima è secco e la velocità dell'aria è elevata si parla di
subflorescenze saline , cristalli che si formano all'interno del materiale quando questo è
sufficientemente poroso. Le subflorescenze irrigidiscono la superficie, al punto che possono
causare il distacco di grosse porzioni d intonaco. (Nota 20)
Nota 20
: Sull'argomento, A.N.V.I.D.E.S., Guida alla realizzazione di interventi di conserv
Il fenomeno delle formazioni saline è rintracciabile anche su alcune delle nostre facciate,
favorito dalla presenza nelle murature di umidità ascendente (quella cioè di risalita) e
discendente (quella proveniente, ad esempio, dal tetto, attraverso fenomeni di infiltrazione). Si è
avuto modo di spiegare che la presenza d acqua nelle murature non facilita la stesura dei
silicati, i quali, al primo caldo, tendono a veicolare i sali in superficie, compromettendo l'esito
finale del lavoro. La decisione, preliminare ad ogni intervento, di scegliere le stagioni più idonee
e di rispettare i tempi necessari alla muratura per il suo completo asciugamento, non deve
essere trascurata, essendo garanzia del risultato finale.
La diffusione dell'umidità di risalita (o ascendente) è favorita da tre parametri principali: il
materiale col quale è stato costruito il muro, la malta impiegata e lo spessore del muro. Ad
esempio, un muro a mattoni tende ad assimilare molta umidità, avendo un potere assorbente
cinque volte superiore a quello della malta. Rispetto ad un muro in pietra, in uno a mattoni
l'acqua può raggiungere altezze elevate in breve tempo e, maggiore è il suo spessore, più
aumenta la sua capacità d imbibimento, crescendo la sezione muraria interessata dal
13 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
fenomeno. (Nota 21: C. Montagni, Costruire in Liguria, Sagep, Genova, 1993, pp. 170-189)
Questo aspetto, spesso trascurato dagli addetti ai lavori, merita d essere attentamente valutato,
poiché pone riserve su un usanza molto in voga, in questi ultimi anni - rintracciabile anche su
molte delle nostre facciate - : quella di lasciare a vista parte dell'orditura muraria in laterizio. Non
tutti i materiali lapidei, usati negli esterni, erano pensati per rimanere senza pelle , anzi, molti di
questi erano di pessima fattura ma venivano comunque posti in opera (in punti non a vista) in
quanto dovevano essere ricoperti dallo strato d intonaco. La scelta, a posteriori, di fare vedere
l'originario tessuto murario resta unicamente di ordine estetico e ha l'increscioso merito di
accelerare i fenomeni di degrado.
Anche la diversa esposizione dei lati di un edificio incide sul suo generale stato di
conservazione: nel caso specifico acquese, sono state rintracciate forme di avanzato degrado
lungo i prospetti rivolti su vie piuttosto strette, umide e poco soleggiate (è il caso delle Vie
Manzoni e Scatilazzi), del tutto inesistenti (o di minore entità) sugli altri lati, meglio esposti
(quelli, ad esempio, rivolti su Piazza Bollente).
Fino ad ora si è parlato dei fenomeni di degrado limitandoli all'insieme di facciate realizzate con
i silicati, sta di fatto che molti degli ultimi interventi, contravvenendo alle prescrizioni tecniche
della citata ordinanza, sono stati eseguiti ricorrendo all'uso di materiali diversi, ancora più nuovi,
generalmente chiamati lavabili . Si tratta di idropitture a base di pigmenti ottenuti chimicamente,
le cui caratteristiche principali sono quelle di avere un alto potere coprente e colorante, una
velocità di posa maggiore rispetto quella dei silicati e la possibilità di ricorrere a manodopera
non necessariamente qualificata. (Nota 22:Sull'argomento, P. Scarzella-P. Natale, op. cit.,
Appendice)
14 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
Palazzo
dopo
l'ultimo
Lupi poi
intervento
Levi, particolare
di restauro
delconservativo
trilobo sopra finestra del prospetto laterale: prima e
IlNota
quello
alterarsi
screpolatura,
intonaci
realizzate
deterioramento,
L'
degrado,
rivelarsi
naturale,
quando
Tra
dell'edificio
ta
),
facciate
più
possibile
alterazione
spesso,
decori
cui
)Nota
degrado
l'azione
23
si
impiego
nuovi
le24
dirà
23
24:
azioni
delle
iniziali
èaltamente
ain-quando
acquesi),
hanno
generata
dell'uomo
(questo
tale
meglio
con
base
presente
gli
maniera
vi
dei
facciate
divolontarie
(aspetto,
intonaci
sollevamento
sono
da
materiali
questo
colori
dimostrato
cementizia
accelerati
nel
compromettere
risulta
fenomeno
ladistruttivo
volontariamente
anzitutto,
sui
deturpante,
sulle
ai
distruzione,
successivo
originari
tipo
preesistenti,
silicati,
quest'ultimo,
manufatti
che
poco
in
:P.
facciate
Non
di
d
aperto
dall'azione
(discorso
e
hanno
Mora,
essere
è
pittura
compatibili
la
quando
squamatura.
(in
per
diffusissimo
amancanza
con
caso,
paragrafo.(
spesso
molti
architettonici
la
contrasto
trattate
ilDeterioramento
contribuito
anziché
lavabile)
durata
fatto
fallimentari)
oconseguente
rintracciato
che
si
involontariamente.
combinata
anche
casi
dimostra
con
inutile,
che
vale
con
di
La
nel
ad
giustificata
farne
con
non
iadeguati
trattandosi
la
equest'ultimo
presenza,
supporti
Acqui
tanto
tempo
può
contribuiscono
Carta
dei
isull'insieme
e,più
fa
solidi
degli
didistacco
degli
infine,
essere
materiali
nuovi,
che
per
dove
invasivo
dell'oggetto
del
e
agenti
dall'adozione
già
principi
le
accrescere
intonaci
continui
di
inoltre,
L'
la
Restauro
l'ipotesi
facciate
non
esistenti
tipo
letta
pitture
della
intervento
modifica
di
dinaturali
difacciate
della
è
di
al
superficie
come
qualunque
al
pellicola
e
stata
interventi
materiali
progressivo
architettonico.
pellicolanti
di
di
possibilità
ai(è
del
iconservazione
di
salvaguardare
fenomeni
sotto
osilicati
epossibile
dell'uomo
ilneppure
totale
quei
1972
di
caso
pittorica
per
recente
quelli
del
èdi
altro
piani
quanto
diverso,
asostituzione
tendono
di
manutenzione(
fare
deperimento
film
proposito
di
causa
vagliata),
molte
intervento,
artificiali.
può,
agente
del
per
recupero
posto
pittorico
e
per
- colore
rispetto
laddove
infatti,
anche
delle
di
adquelle
di
adelle
l'dei
quelli
tipo
in
di
eche,
No
G.
diIstruzioni
Rotondip
La trasformazione d immagine delle facciate recuperate
15 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
Si è già avuto modo di spiegare come la solerzia, nel recupero delle facciate, da parte della
Pubblica Amministrazione sia stata, innegabilmente, agevolata dall'invio delle Ordinanze: non a
caso, oggi, a distanza di pochissimi anni, il centro storico di Acqui Terme si presenta
decisamente rinnovato grazie anche alla nuova immagine delle sue facciate.
Successivamente si è anche dimostrato che, durante gli ultimi interventi, sono stati utilizzati
materiali così nuovi da risultare, spesso, incompatibili coi supporti sui quali sono stati applicati, a
scapito della loro stessa conservazione. Discorso, quest'ultimo, che caratterizza buona parte
delle recenti operazioni condotte sui centri storici al punto che è difficile potere parlare di azioni
di recupero su singoli manufatti architettonici o interi complessi urbani che non hanno portato, a
posteriori, a qualche controindicazione.
Alla luce di tutte queste considerazioni c è, però, un aspetto che mi preme sottolineare: quello
relativo alla passata immagine della città e a quanto di questa sia stato riproposto fedelmente
nell'attuale configurazione. La questione riguarda direttamente le facciate, i decori e i colori che
su queste possono essere ancora rintracciati dove non rimossi o smantellati per sempre.
Che la città sia mutata dall'Ottocento ad oggi è fuori di dubbio e le modifiche che ha subito non
sono state di semplice facciata ma hanno assunto, spesso, dimensione urbanistica: come nel
caso della deviazione del corso del Medrio per dar posto ad una nuova via di rappresentanza,
dell'abbattimento delle mura per favorire l'assemblaggio di quelle porzioni di territorio più
esterne, dell'eliminazione di buona parte delle abitazioni presenti sull'attuale Piazza
Conciliazione, per risolvere in maniera più veloce l'inadeguatezza igienica di uno spazio urbano
eccessivamente edificato (solo per citarne alcune).
Dalla scala urbana, gli interventi ottocenteschi si sono spostati a quella edilizia e molte vecchie
cartoline sono la chiara dimostrazione di quello che c era e non c è più: alcuni edifici sono,
infatti, scomparsi del tutto, altri sono stati sostituiti con nuovi, di diversa impronta stilistica, molti,
infine, sono stati modificati o variati nelle dimensioni. Di questi, la maggior parte aveva facciate
variamente decorate e il loro insieme architettonico è rimasto nell'immaginario collettivo,
dandoci l'idea di una città che, nell'Ottocento, era piuttosto armoniosa e piacevole.
E chiaro che non sono stati certo gli ultimi interventi ad avere contribuito, in maniera assoluta, al
cambiamento d immagine della città, le cui facciate, già a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento,
16 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
hanno cominciato a mutare aspetto a seguito dei diversi interventi di recupero cui sono state
sottoposte: a riprova il fatto che, ancora oggi, sulle poche non ancora ristrutturate sono leggibili
talvolta tipi diversi di decorazione e strati sovrapposti di colori differenti. I riscontri fotografici tra
passato e presente hanno permesso di scoprire, inoltre, che alcune facciate hanno subito la
modifica, talora sostanziale, dell'apparato decorativo e che il loro aspetto attuale fa riferimento
al decoro più recente: è il caso di alcune facciate su Piazza Bollente, Via G. Bove e di diverse
su Corso Italia e Via Garibaldi.
Il criterio che ha guidato gli ultimi interventi di ristrutturazione (esplicitamente indicato
nell'Ordinanza) prevede, anzitutto, lo studio preliminare dello stato di fatto al fine di possedere
un adeguata conoscenza dell'edificio. Successivamente e prima della demolizione degli intonaci
originari (il più delle volte cadenti ed irrecuperabili ma non sempre) è richiesto l'accurato rilievo
delle decorazioni pittoriche esistenti, per poterle riprodurre fedelmente sui nuovi intonaci.
Rispetto queste premesse (circa le quali, credo, non possano essere mosse obiezioni) si tratta
di verificare per quale motivo, nella realtà dei fatti, la maggior parte degli originari decori di
facciata sia stata riprodotta esattamente mentre una piccola parte sia stata modificata, alterata
e, persino, non realizzata. Su Corso Italia, vi sono sia casi in cui la vecchia decorazione è stata
riproposta arricchita (ad esempio con l'apertura di finte persiane, originariamente chiuse o con
l'inserimento di elementi aggiuntivi, al solo scopo estetico), sia casi in cui è stata riprodotta
senza alterazioni. Da ultimi, gli esempi di decori che non sono stati più riproposti, pur se
presenti (circa i quali non si sa se esista, in proposito, qualche specifica intenzione) o che sono
stati realizzati ex-novo, per preciso volere della committenza.
Si capisce, infatti, che in tutti questi casi tanto il committente (generalmente non unico
proprietario dell'edificio), quanto il direttore lavori assolvono un ruolo particolarmente
importante. Il primo, dovendo pagare lui stesso l'esecuzione delle decorazioni, fa spesso
esplicita richiesta di poterle semplificare e, persino, ridurre; il secondo, invitato alla
minimizzazione delle spese, non trova altra via che quella di risparmiare sull'insieme delle
indagini preliminari, trascurando in questo modo la possibilità di approfondire meglio la
conoscenza dell'edificio.
Altra questione è poi quella delle tinte di facciata, circa le quali non vi è un esplicito rimando
neppure nell'Ordinanza, se non laddove si parla di ricerche stratigrafiche da eseguirsi sugli
intonaci prima della loro eventuale rimozione. E stato possibile constatare che nell'insieme degli
interventi effettuati il mantenimento dei colori originari non sempre è stato rispettato: sia per
questioni di ordine estetico, relative alla ricerca di una migliore intonazione cromatica al
contesto urbano, che per la volontà di riproporre le tinte emerse dalle indagini stratigrafiche.
17 / 18
Le facciate dipinte di Acqui Terme
Scritto da A.B. Caldini
Va anche detto che, spesso, la differenza tra le tinte passate e quelle attuali deve essere
imputata al limitato effetto cromatico di queste ultime le quali, facendo ricorso a pigmenti di tipo
artificiale, difficilmente producono una resa simile a quella delle terre naturali. Ecco perché su
molte delle facciate recuperate i nuovi colori impiegati, apparentemente simili a quelli originari,
risultano, di fatto, molto più freddi, il che provoca un duplice effetto: l'eccessiva durezza della
facciata e la riduzione della sua complessiva plasticità.
Le trasformazioni recenti appena descritte, possono essere lette come l'effetto di questa
normativa che, se da un lato ha promosso il recupero di un centro storico gravemente
ammalorato, dall'altro non è riuscita a controllare le modalità con cui questo fenomeno si stava
attuando: non a caso la libertà di certe scelte progettuali è stata giustificata proprio dal fatto che
oggetto di recupero fosse un intero centro storico piuttosto che un singolo monumento.
E stata, ancora una volta, l'immagine turistica della città ad avere giocato da protagonista, a
svantaggio della sua, grande o piccola che sia, tradizione storica che meriterebbe, invece, d
essere legittimamente salvaguardata.
18 / 18