Le facciate dipinte di Acqui Terme
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Le facciate dipinte di Acqui Terme
Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini Considerazioni sul recupero delle facciate dipinte del centro storico acqueseFonte Antonella Caldini, Considerazioni sul recupero Il centro dellestorico facciate di Acqui dipinte.Terme Idel diversi centro momenti storicodi acquese, una rinasc in Il cambiamento urbanistico della città e l' usanza di decorare le facciate Ad Acqui i primi esempi di facciate dipinte risalgono a prima del XIX secolo e sono contraddistinti da semplici motivi decorativi e da un uso del colore finalizzato alla ripartizione delle bucature. L' usanza vera e propria di decorare le facciate con motivi più complessi, a temi geometrici o floreali (Nota 1), risale al pieno Ottocento e fa seguito ad alcuni importanti avvenimenti urbanistici che modificarono radicalmente l'assetto della città, favorendone il potenziamento a livello turistico e termale. Nota 1 : Sono pochi gli esempi di facciate acquesi decorate a temi figurativi: tuttor 1 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini Ripercorrere la cronologia di questi avvenimenti permette di scoprire su quali aree si venne maggiormente a diffondere l'usanza delle facciate dipinte e per quali motivi. Particolare della decorazione sopra finestra di una facciata: prima e dopo l'ultimo intervento di ristrutturazione edilizia 2 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini precedenti. Risale richiese nuova destinazione: al 1731 una l'istituzione vera ne edecumano propria derivò del ghetto impresa una parcellizzazione israelitico di ristrutturazione su Piazza dell'intera ed Bollente adeguamento piazza (Nota così 2), fitta dei ilalla cui da singoli realizzo non edifici trovare alla Nota «tutti gli Ebrei che abitavano sparsamente nella Città; anche La successiva l'abbattimento ridefinire l'assetto di abolizione buona piazza parte del ghetto delle anche vecchie (prima grazie metà case ad una degli dell'Ottocento), nuova ebrei, politica rese attuata evidente tesa attraverso rilanciarne la necessità l'esproprio l'immagine. di Tra Strada rappresentanza. nel rivolgeva affacci tempo, ile1780 precedentemente Nuova direttamente. luogo e2: 1781 Prima di scarico si Corso assiste di In chiusi questo seguito, dei Italia) liquami eSan avvenimento ill'copertura però, decoro che cittadini, sivista prepara dei del la singoli la quindi nuova corso via a diventare delineava prospetti. del nessun destinazione, torrente uno affaccio ildecentrate corso Medrio dei fu maggiori di oa stabilito ingresso un edal torrente assi ilnascita ripristino carraio viari divenuto, diPiazza di vidella degli si Intorno progressiva abbandonata Pisterna percorso Bollente definitivamente aiad avveniva verso romano primi espansione itradizione decenni le coperto borghi del funzioni attraverso Nuovo e dell'Ottocento verso deviato politiche un ealla le ponte massimo aree unione ed abbattute, sul si amministrative assiste torrente (attuale tra Proprio le alla vie la Via Medrio; parte su si demolizione vengono consolidò. Garibaldi), borgo più tuttavia antica San della ilmaggiormente Pietro solo cui della collegamento cinta quando si città sviluppa muraria viene vecchio quest'ultimo l'antico eed con alla borgo fuequei poch Ritengo percorsi, città potenziamento nel che per rilancio la ile(attuale fatto delle della che attività sua svolsero delle immagine ricettive facciate un ruolo ePietro. turistica, termali decorate fortemente contribuendo si sia catalizzatore sviluppata in questo nella modo rappresentazione anche lungo al questi La tutela delle facciate dall'Ottocento ad oggi La volontà della città di tutelare il decoro delle sue facciate risale al 1837 quando venne redatto il primo Regolamento d Ornato della città d Acqui (Nota 3), al quale fece seguito, ventitré anni dopo, un Regio Decreto istituito dal Consiglio Edilizio che conteneva al suo interno il testo nuovo del Regolamento d Ornato, ampliato ed integrato rispetto alla precedente stesura. Nota 3: Cfr. Archivio di Stato di Torino, sez. 2: 8 luglio 1837, Regolamento d Ornato dell Nota 4: Cfr. Archivio Comunale di Acqui: 24 giugno 1860, Instituzione di Consiglio Ediliz 3 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini Le indicazioni che si ricavano riguardano principalmente le modalità di intonacatura dei fabbricati a calce, di imbiancatura e tinteggiatura nei tempi stabiliti dal Municipio, sentito il parere del Consiglio Edilizio. Tutti i costi d intervento risultano essere a pieno carico dei proprietari degli edifici prospettanti sui percorsi di primaria importanza, che hanno, perciò, lo specifico dovere di garantirne nel tempo una buona conservazione (Nota 4) Dall'Ottocento fino ad oggi è sempre stato chiaro il proposito di tutela delle facciate dipinte, riconoscendole come espressione intenzionale di una consolidata tradizione pittorica, il passaggio dai Regolamenti d Ornato agli attuali Regolamenti Edilizi non nega la precisa intenzione di salvaguardare la facciata dipinta, in quanto bene culturale ed artistico . L introduzione del concetto di vincolo, imposto su «tutte le cose, immobili e mobili, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnografico (Nota 5)» include anche la grande maggioranza di queste facciate, per lo meno quelle contraddistinte da un dichiarato livello di monumentalità. Restano fuori, invece, tutte quelle appartenenti alla cosiddetta architettura minore, per le quali non esiste altro vincolo reale se non quello imposto dal decoro dell'ambiente urbano. Nota 5: Legge 1 giugno 1939, n. 1089 Tutela delle cose d interesse artistico o storico (G A questa seconda categoria appartiene l'insieme delle facciate del centro storico acquese, oggetto, negli ultimi anni, di particolare cura. Sicuramente i recenti dibattiti sul trattamento delle superfici dipinte, piuttosto accesi, hanno contribuito a maturare un nuovo interesse anche nei confronti del centro storico acquese al 4 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini punto che, tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, le facciate dell'intero centro storico sono state motivo di recupero. Particolare del fregio: prima e dopo l'ultimo intervento di ristrutturazione edilizia 5 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini La sollecitudine agli interventi è stata favorita dall'invio, da parte della Pubblica Amministrazione, di esplicite ordinanze (Nota 6)che, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento Edilizio Comunale e dalle relative norme di attuazione del P.R.G.I., invitavano i proprietari di edifici con facciata gravemente ammalorata a provvederne il rifacimento. 6 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini Nota 6 : La lettura di una di queste ordinanze ha permesso di individuare i seguenti rifer Nell' Ordinanza vengono anche indicate le modalità d intervento, partendo, anzitutto, dall'insieme di indagini preliminari da farsi sulla facciata per fornire un inquadramento storico-ambientale dell'edificio. Tali indagini dovranno essere eseguite attraverso documentazioni grafiche e fotografiche dello stato di fatto; indicando i tipi di materiale da utilizzare per il rifacimento degli intonaci - malta di calce spenta o similare - escludendo tassativamente l'uso del cemento. Per le tinteggiature esterne è previsto l'uso di materiali a base di silicati (più raramente a base di calce), escludendo l'impiego di acrilici o quarzi. Infine, sono indicate le tecniche d intervento per la riproduzione fedele delle decorazioni esistenti, siano esse a rilievo o pittoriche, con riferimento, in quest'ultimo caso, alla tecnica del trompe l'oeil. (Nota 7) Nota 7: «Rappresentazione pittorica illusionistica in cui ciò che è dipinto sembra reale (l ll'carattere impositivo delle ordinanze ha avuto l' indubbio merito di avere focalizzato l'attenzione sul recupero del centro storico; 7 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini resta tuttavia da verificare l'opportunità o meno d interventi diffusi. Aspetto questo che si ricollega direttamente ai recenti dibatti sul restauro e alle posizioni antitetiche di taluni studiosi che protendono, da una parte, per la reintegrazione dell'immagine originaria e, dall'altra, per l'assoluta conservazione del dato. (Nota 8) Nota 8: Sull'argomento, G. Carbonara, P .Gasparoli, Superfici intonacate e colore: un p La mancanza in proposito di chiari riferimenti normativi e di un unico principio regolatore può lasciare incorrere in un rischio piuttosto comune: quello, cioè, di porre un distinguo assolutamente arbitrario tra le superfici pittoriche, imponendo l'assoluta conservazione per tutte quelle di dichiarato valore artistico ed ammettendo, invece, il ripristino (e in moltissimi casi la sostituzione) per tutte le altre . Confronto tra procedure esecutive passate e recenti: dalle facciate a calce a quelle ai silicati Nell'Ottocento la tecnica pittorica impiegata per la quasi totalità delle facciate acquesi è stata quella della tinta a calce, in parte ancora oggi sopravvissuta su quelle poche che, dilavate e sbiadite, non sono ancora state oggetto di recupero. L introduzione sul mercato di nuovi sistemi pittorici, alternativi a quelli tradizionali, ha contribuito al radicale cambiamento d immagine dei tanti centri storici del nostro Paese, nei quali l'aspetto originario è andato così, 8 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini irrimediabilmente, perduto. Nel caso specifico il richiamo, nell'Ordinanza di avvio lavori, all'impiego di materiali a base di silicati per la tinteggiatura esterna delle facciate, chiarifica in che modo, in Acqui, la consolidata tradizione pittorica a calce sia stata abbandonata. La questione merita un approfondimento dal momento che, negli ultimi anni, l' impiego generalizzato e diffuso di tecniche sempre più moderne ha condotto verso nuove problematiche, relative alla precoce deperibilità delle superfici di finitura e alla limitata intonazione cromatica delle nuove tinte. (Nota 9) «Per comporre la tinta a calce, nella mescolanza di calce e colori, basta unire la sola acqua semprechè si osservi che questa sia purissima». (Nota 10) Nota 9 : P. Scarzella, P. Natale, Terre coloranti naturali e tinte naturali a base di terra, S Nota 10: D. Frazzoni, L imbianchino, decoratore-stuccatore, Hoepli, Milano, 1911 (ristamp La tinta a base di calce è costituita dalla mescolanza di calce aerea ben stagionata, pigmenti naturali ed acqua priva di ogni impurità di tipo organico, che potrebbe provocare incompattezza delle tinte e loro conseguente alterazione. Generalmente, la dispersione delle terre coloranti e del latte di calce viene additivata dall'aggiunta di caseina o latte scremato, al fine di migliorare le caratteristiche di resistenza della tinta ai fenomeni di sfregamento e dilavamento. Il supporto più idoneo per questo tipo di tecnica è un intonaco a base di calce aerea, ma anche su intonaci idraulici la tenuta del tinteggio ha dimostrato d essere sufficientemente buona; non adatti, invece, si sono rivelati tutti i supporti cementizi. 9 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini Il clima freddo ed umido incide sfavorevolmente sulla stesura della tinta a calce che appare come bagnata o appena stesa. Questa, non riuscendo a penetrare nei fori superficiali, crea una sottile crosta indipendente e poco aderente. La situazione non migliora neppure con l'avvento della bella stagione per il fatto che la superficie risulta scarsamente assorbente, in questo caso ogni ulteriore sovrapposizione di strati di tinta provoca lo scrostramento. Sole e vento, invece, favoriscono l'uniformità della tinta stesa a calce, che riesce velocemente ad asciugare, anche se il caldo eccessivo contribuisce allo scrostamento degli strati sovrabbondanti, nei quali la tinta, asciugata troppo celermente, non riesce più a raggiungere il livello superficiale. ( Nota 11: D. Frazzoni, op. cit., pp. 25-26 ) 10 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini Palazzo intervento dilavamento dell'aria, dell'inquinamento formare piovana della Verona, Al una al notevole stesura due Rispetto permesso riparati «Il siano interni presenta Frazzoni, )La utilizzati lo questo rispetto Iintonaco tranne a di 106-119 Tutti cementizi, sabbia silicato formando Non smalti Per sono umidità si L penetrazione stata superficie Una con tinta, sovrapposizione steso dell'asciugamento, Lo molto l'insieme facciate. apparentemente resa A adattabilità (se Ilnelle frequente, silossanici tecnica proprio preferendo applicativa decisamente Panini, Nota principali colori principale confronto rendere aria favore manifestano latte avere, strato zinco, contrario, silicato pittura spessore eseguita la le vasta o adeguati volta imurature ed tinta coperte, applicata; specie neutri, è supporti appesantita, 15 16: e tre o stesura quali ed ildiluibili di sufficientemente motivo dall'aggetto e Modena, queste a durante troppo di la ilvernici, impatto sull'intonaco della 1989, come dLupi bianco. ilalla che di A trasparenza, asciutto nel è perché qualche mani calce, calce sole op.cit., esterni, al un cominciata, stessa. originaria. latteo un quale gamma di bianco intonaco anche difetti dei caratterizzati proposito dovuta della questa di atra materiali difetto èsilicato le in dell'acqua rintracciare potassa tempo, non del nel situazione trasforma unica qualificati. qualunque velo della polvere stata risultano, ristrutturazione poi umide silicati, esterna danneggiano col questa fissativi sono pag. denso principali e di questi casi ad sotto èper sui l'inverno, globale. precedentemente e Ilsi materiale rispetto tecnica di simile la delle 1985, simili pp. alcali, tinta dettata, se eMeudon, poiché, difficoltà atmosferico silicato avere Levi, di bianco non cromatica, anche differenzia di tecnica tinta inserendosi questa portano grana massa non iniziata. di quali sulla ovviare 168 si idonei una la subito latte forma (Nota 51-52 e dei questa colature odue odepositata. cornicioni forti tecnica ottiene la pennellate garantita alquanto a del solubile osuperficie ventilate; pp. a quello la e pastoso, non di attuale, invece, bagnato in particolare (Nota anch'essi grossa: a opposto :Purtroppo Ivi caratteristiche quelli stesura delle tipo sia diluenti colori, buona quale ilquella al di non soprattutto, devono grossa calce al anche altri procedimenti silicato calce superficie, incide tonalità, omogenea. tecnica esecutiva silicato per 24-28 di 12: quello pronti pag. a(Nota contatto. persistere, calce, lattei primo iquesta tecnica di colori crepe efflorescenze. questo grazie con per viene di sue può materiali sulle 18: delle la essere ilG. è a superficie, edilizia ètutti diluita. in da durata dei le o che, soda per colore 113 di del silicato bagnandosi, la (come possono negativamente stesa, dell'inerte fatica compattezza una migliore bene anche [_]. all'uso Tali essere illa di ibicarbonato balconi. Forti, 17: tende, facciate caratteristiche da AA.VV., sono filtrato. essere calore che colore. un silicati al primavera che fatto sistemi pittura superfici e l'uso tecniche spesso quelli del stagione silicato Spagna la all'uso pittorica esistono, inconveniente Questa soprattutto in La punto un forte dalle distacchi colature, possono D. trattamento trattati (Nota presenza, forma e, notare inalterati nel scuro, vanno, ancora nel gli questo operativi creando Antiche legati fregio stesso. quando d tinteggiatura elevata edella Frazzoni, sfogliandosi, con si in resta di che Inoltre, la crearsi l'ottima Sua essere di impianti poiché realizzate resistenza contesto Ilesigenze tradizionali. caso di garantisce asciuga associata che molti va sodio (Nota calce colore. e trattate veloce 15) tradizionali, è pittura la aesso migliore non va pigmenti alla che derivate sono malta comunque, di nelle anzitutto, ultimata dovuto caratteristica superficiali. del più silicato, servire modo non proprio cosiddetta In è ricette nel si anche nella una traspirabilità dell'affresco). evitata dimostra calcio, applicative) Champagne. casi, nel ogni sul una possibile ne resistenza si sua poiché preliminare e quelli alternativa 16) tratta recenti op. compatibili decorativi prospetto è lavabili, già tempo, e fa tinte urbano. posa Ilpotassio, macchia a cementizia di cemento, muro pellicola con accelerano idoveroso a all'impiego trascina metodo, a preparazione èpittura alla facciata calce a scarsa ilpochissima per toni cit., dal )di naturali, imprese quella sia a stati nelle base quella, l'autunno, è poiché loro ottenuti cadere. dello rintracciate a mentre livello pittura tinteggiatura questa, in minima. 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I fattori che hanno contribuito e che tuttora contribuiscono al deterioramento degli intonaci sono molti e di diversa natura, ma la loro azione assume caratteri differenti a seconda del tipo di trattamento superficiale subito. Il degrado delle facciate a calce è diverso rispetto a quello delle facciate ai silicati, nelle quali questo fenomeno comincia a diffondersi pochissimo tempo dopo l'ultimo intervento. E quindi molto difficile operare un confronto, proprio per il fatto che, sulle facciate ai silicati, il tempo intercorso tra la data di inizio e quella di fine lavori risulta essere davvero ridotto qualora paragonato a quello delle vecchie facciate a calce. A ciò si aggiunga che, mentre per le facciate trattate a calce il degrado è, attualmente, così diffuso da avere raggiunto gli ultimi strati dell'intonaco, fino al supporto murario, per quelle ai 11 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini silicati si può ancora parlare di degrado della pellicola pittorica e più rari sono i casi in cui il fenomeno si è esteso in profondità. L attenzione merita, dunque, di essere focalizzata sulle facciate di recente intervento, ossia l'insieme di quelle ai silicati, rispetto le quali occorre individuare quali cause abbiano agito in maniera decisiva nello sviluppo, progressivo, di questo fenomeno. E corretto, anzitutto, parlare di degradazione degli strati costituenti la pellicola pittorica e non di semplice alterazione, poiché è chiaro il peggioramento delle caratteristiche di resistenza e durabilità del materiale. (Nota 19) Questo peggioramento qualitativo è il frutto dell'azione combinata di diversi fattori, quasi mai dell'attività di un unico agente. Nota 19 : «Degradazione. Modificazione del materiale che implica, sempre, un peggioram E soprattutto l'azione dell'acqua nei suoi diversi aspetti a favorire la lenta decoesione degli strati pittorici superficiali, cagionandone la progressiva alterazione. Sotto forma di pioggia, l'acqua può generare fessurazioni e rotture degli strati di intonaco, determinando, in molti casi, la perdita (parziale o totale) di porzioni dipinte. Oltre a questa sua azione meccanica, l'acqua svolge anche un azione dilavante, che si manifesta sotto forma di erosioni e scomposizioni degli strati superficiali più esposti. La penetrazione dell'acqua nella muratura e la conseguente evaporazione facilita il deposito in superficie dei sali che si presentano sotto forma di cristalli. In genere, i sali igroscopici sono 12 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini causa dei principali fenomeni di deterioramento e la loro fuoriuscita è spesso associata alla scarsa omogeneità dell'intonaco e alla porosità degli strati più interni. Se l'evaporazione dell'acqua avviene in superficie, è possibile parlare di efflorescenze saline , si tratta di una patina biancastra ben visibile, non eccessivamente pericolosa e facilmente rimovibile, il cui degrado è generalmente di ordine estetico. Questo tipo di efflorescenza si forma quando il clima è umido e la velocità dell'aria, a contatto con la superficie muraria, è piuttosto bassa; al contrario, quando il clima è secco e la velocità dell'aria è elevata si parla di subflorescenze saline , cristalli che si formano all'interno del materiale quando questo è sufficientemente poroso. Le subflorescenze irrigidiscono la superficie, al punto che possono causare il distacco di grosse porzioni d intonaco. (Nota 20) Nota 20 : Sull'argomento, A.N.V.I.D.E.S., Guida alla realizzazione di interventi di conserv Il fenomeno delle formazioni saline è rintracciabile anche su alcune delle nostre facciate, favorito dalla presenza nelle murature di umidità ascendente (quella cioè di risalita) e discendente (quella proveniente, ad esempio, dal tetto, attraverso fenomeni di infiltrazione). Si è avuto modo di spiegare che la presenza d acqua nelle murature non facilita la stesura dei silicati, i quali, al primo caldo, tendono a veicolare i sali in superficie, compromettendo l'esito finale del lavoro. La decisione, preliminare ad ogni intervento, di scegliere le stagioni più idonee e di rispettare i tempi necessari alla muratura per il suo completo asciugamento, non deve essere trascurata, essendo garanzia del risultato finale. La diffusione dell'umidità di risalita (o ascendente) è favorita da tre parametri principali: il materiale col quale è stato costruito il muro, la malta impiegata e lo spessore del muro. Ad esempio, un muro a mattoni tende ad assimilare molta umidità, avendo un potere assorbente cinque volte superiore a quello della malta. Rispetto ad un muro in pietra, in uno a mattoni l'acqua può raggiungere altezze elevate in breve tempo e, maggiore è il suo spessore, più aumenta la sua capacità d imbibimento, crescendo la sezione muraria interessata dal 13 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini fenomeno. (Nota 21: C. Montagni, Costruire in Liguria, Sagep, Genova, 1993, pp. 170-189) Questo aspetto, spesso trascurato dagli addetti ai lavori, merita d essere attentamente valutato, poiché pone riserve su un usanza molto in voga, in questi ultimi anni - rintracciabile anche su molte delle nostre facciate - : quella di lasciare a vista parte dell'orditura muraria in laterizio. Non tutti i materiali lapidei, usati negli esterni, erano pensati per rimanere senza pelle , anzi, molti di questi erano di pessima fattura ma venivano comunque posti in opera (in punti non a vista) in quanto dovevano essere ricoperti dallo strato d intonaco. La scelta, a posteriori, di fare vedere l'originario tessuto murario resta unicamente di ordine estetico e ha l'increscioso merito di accelerare i fenomeni di degrado. Anche la diversa esposizione dei lati di un edificio incide sul suo generale stato di conservazione: nel caso specifico acquese, sono state rintracciate forme di avanzato degrado lungo i prospetti rivolti su vie piuttosto strette, umide e poco soleggiate (è il caso delle Vie Manzoni e Scatilazzi), del tutto inesistenti (o di minore entità) sugli altri lati, meglio esposti (quelli, ad esempio, rivolti su Piazza Bollente). Fino ad ora si è parlato dei fenomeni di degrado limitandoli all'insieme di facciate realizzate con i silicati, sta di fatto che molti degli ultimi interventi, contravvenendo alle prescrizioni tecniche della citata ordinanza, sono stati eseguiti ricorrendo all'uso di materiali diversi, ancora più nuovi, generalmente chiamati lavabili . Si tratta di idropitture a base di pigmenti ottenuti chimicamente, le cui caratteristiche principali sono quelle di avere un alto potere coprente e colorante, una velocità di posa maggiore rispetto quella dei silicati e la possibilità di ricorrere a manodopera non necessariamente qualificata. (Nota 22:Sull'argomento, P. Scarzella-P. Natale, op. cit., Appendice) 14 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini Palazzo dopo l'ultimo Lupi poi intervento Levi, particolare di restauro delconservativo trilobo sopra finestra del prospetto laterale: prima e IlNota quello alterarsi screpolatura, intonaci realizzate deterioramento, L' degrado, rivelarsi naturale, quando Tra dell'edificio ta ), facciate più possibile alterazione spesso, decori cui )Nota degrado l'azione 23 si impiego nuovi le24 dirà 23 24: azioni delle iniziali èaltamente ain-quando acquesi), hanno generata dell'uomo (questo tale meglio con base presente gli maniera vi dei facciate divolontarie (aspetto, intonaci sollevamento sono da materiali questo colori dimostrato cementizia accelerati nel compromettere risulta fenomeno ladistruttivo volontariamente anzitutto, sui deturpante, sulle ai distruzione, successivo originari tipo preesistenti, silicati, quest'ultimo, manufatti che poco in :P. facciate Non di d aperto dall'azione (discorso e hanno Mora, essere è pittura compatibili la quando squamatura. (in per diffusissimo amancanza con caso, paragrafo.( spesso molti architettonici la contrasto trattate ilDeterioramento contribuito anziché lavabile) durata fatto fallimentari) oconseguente rintracciato che si involontariamente. combinata anche casi dimostra con inutile, che vale con di La nel ad giustificata farne con non iadeguati trattandosi la equest'ultimo presenza, supporti Acqui tanto tempo può contribuiscono Carta dei isull'insieme e,più fa solidi degli didistacco degli infine, essere materiali nuovi, che per dove invasivo dell'oggetto del e agenti dall'adozione già principi le accrescere intonaci continui di inoltre, L' la Restauro l'ipotesi facciate non esistenti tipo letta pitture della intervento modifica di dinaturali difacciate della è di al superficie come qualunque al pellicola e stata interventi materiali progressivo architettonico. pellicolanti di di possibilità ai(è del iconservazione di salvaguardare fenomeni sotto osilicati epossibile dell'uomo ilneppure totale quei 1972 di caso pittorica per recente quelli del èdi altro piani quanto diverso, asostituzione tendono di manutenzione( fare deperimento film proposito di causa vagliata), molte intervento, artificiali. può, agente del per recupero posto pittorico e per - colore rispetto laddove infatti, anche delle di adquelle di adelle l'dei quelli tipo in di eche, No G. diIstruzioni Rotondip La trasformazione d immagine delle facciate recuperate 15 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini Si è già avuto modo di spiegare come la solerzia, nel recupero delle facciate, da parte della Pubblica Amministrazione sia stata, innegabilmente, agevolata dall'invio delle Ordinanze: non a caso, oggi, a distanza di pochissimi anni, il centro storico di Acqui Terme si presenta decisamente rinnovato grazie anche alla nuova immagine delle sue facciate. Successivamente si è anche dimostrato che, durante gli ultimi interventi, sono stati utilizzati materiali così nuovi da risultare, spesso, incompatibili coi supporti sui quali sono stati applicati, a scapito della loro stessa conservazione. Discorso, quest'ultimo, che caratterizza buona parte delle recenti operazioni condotte sui centri storici al punto che è difficile potere parlare di azioni di recupero su singoli manufatti architettonici o interi complessi urbani che non hanno portato, a posteriori, a qualche controindicazione. Alla luce di tutte queste considerazioni c è, però, un aspetto che mi preme sottolineare: quello relativo alla passata immagine della città e a quanto di questa sia stato riproposto fedelmente nell'attuale configurazione. La questione riguarda direttamente le facciate, i decori e i colori che su queste possono essere ancora rintracciati dove non rimossi o smantellati per sempre. Che la città sia mutata dall'Ottocento ad oggi è fuori di dubbio e le modifiche che ha subito non sono state di semplice facciata ma hanno assunto, spesso, dimensione urbanistica: come nel caso della deviazione del corso del Medrio per dar posto ad una nuova via di rappresentanza, dell'abbattimento delle mura per favorire l'assemblaggio di quelle porzioni di territorio più esterne, dell'eliminazione di buona parte delle abitazioni presenti sull'attuale Piazza Conciliazione, per risolvere in maniera più veloce l'inadeguatezza igienica di uno spazio urbano eccessivamente edificato (solo per citarne alcune). Dalla scala urbana, gli interventi ottocenteschi si sono spostati a quella edilizia e molte vecchie cartoline sono la chiara dimostrazione di quello che c era e non c è più: alcuni edifici sono, infatti, scomparsi del tutto, altri sono stati sostituiti con nuovi, di diversa impronta stilistica, molti, infine, sono stati modificati o variati nelle dimensioni. Di questi, la maggior parte aveva facciate variamente decorate e il loro insieme architettonico è rimasto nell'immaginario collettivo, dandoci l'idea di una città che, nell'Ottocento, era piuttosto armoniosa e piacevole. E chiaro che non sono stati certo gli ultimi interventi ad avere contribuito, in maniera assoluta, al cambiamento d immagine della città, le cui facciate, già a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento, 16 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini hanno cominciato a mutare aspetto a seguito dei diversi interventi di recupero cui sono state sottoposte: a riprova il fatto che, ancora oggi, sulle poche non ancora ristrutturate sono leggibili talvolta tipi diversi di decorazione e strati sovrapposti di colori differenti. I riscontri fotografici tra passato e presente hanno permesso di scoprire, inoltre, che alcune facciate hanno subito la modifica, talora sostanziale, dell'apparato decorativo e che il loro aspetto attuale fa riferimento al decoro più recente: è il caso di alcune facciate su Piazza Bollente, Via G. Bove e di diverse su Corso Italia e Via Garibaldi. Il criterio che ha guidato gli ultimi interventi di ristrutturazione (esplicitamente indicato nell'Ordinanza) prevede, anzitutto, lo studio preliminare dello stato di fatto al fine di possedere un adeguata conoscenza dell'edificio. Successivamente e prima della demolizione degli intonaci originari (il più delle volte cadenti ed irrecuperabili ma non sempre) è richiesto l'accurato rilievo delle decorazioni pittoriche esistenti, per poterle riprodurre fedelmente sui nuovi intonaci. Rispetto queste premesse (circa le quali, credo, non possano essere mosse obiezioni) si tratta di verificare per quale motivo, nella realtà dei fatti, la maggior parte degli originari decori di facciata sia stata riprodotta esattamente mentre una piccola parte sia stata modificata, alterata e, persino, non realizzata. Su Corso Italia, vi sono sia casi in cui la vecchia decorazione è stata riproposta arricchita (ad esempio con l'apertura di finte persiane, originariamente chiuse o con l'inserimento di elementi aggiuntivi, al solo scopo estetico), sia casi in cui è stata riprodotta senza alterazioni. Da ultimi, gli esempi di decori che non sono stati più riproposti, pur se presenti (circa i quali non si sa se esista, in proposito, qualche specifica intenzione) o che sono stati realizzati ex-novo, per preciso volere della committenza. Si capisce, infatti, che in tutti questi casi tanto il committente (generalmente non unico proprietario dell'edificio), quanto il direttore lavori assolvono un ruolo particolarmente importante. Il primo, dovendo pagare lui stesso l'esecuzione delle decorazioni, fa spesso esplicita richiesta di poterle semplificare e, persino, ridurre; il secondo, invitato alla minimizzazione delle spese, non trova altra via che quella di risparmiare sull'insieme delle indagini preliminari, trascurando in questo modo la possibilità di approfondire meglio la conoscenza dell'edificio. Altra questione è poi quella delle tinte di facciata, circa le quali non vi è un esplicito rimando neppure nell'Ordinanza, se non laddove si parla di ricerche stratigrafiche da eseguirsi sugli intonaci prima della loro eventuale rimozione. E stato possibile constatare che nell'insieme degli interventi effettuati il mantenimento dei colori originari non sempre è stato rispettato: sia per questioni di ordine estetico, relative alla ricerca di una migliore intonazione cromatica al contesto urbano, che per la volontà di riproporre le tinte emerse dalle indagini stratigrafiche. 17 / 18 Le facciate dipinte di Acqui Terme Scritto da A.B. Caldini Va anche detto che, spesso, la differenza tra le tinte passate e quelle attuali deve essere imputata al limitato effetto cromatico di queste ultime le quali, facendo ricorso a pigmenti di tipo artificiale, difficilmente producono una resa simile a quella delle terre naturali. Ecco perché su molte delle facciate recuperate i nuovi colori impiegati, apparentemente simili a quelli originari, risultano, di fatto, molto più freddi, il che provoca un duplice effetto: l'eccessiva durezza della facciata e la riduzione della sua complessiva plasticità. Le trasformazioni recenti appena descritte, possono essere lette come l'effetto di questa normativa che, se da un lato ha promosso il recupero di un centro storico gravemente ammalorato, dall'altro non è riuscita a controllare le modalità con cui questo fenomeno si stava attuando: non a caso la libertà di certe scelte progettuali è stata giustificata proprio dal fatto che oggetto di recupero fosse un intero centro storico piuttosto che un singolo monumento. E stata, ancora una volta, l'immagine turistica della città ad avere giocato da protagonista, a svantaggio della sua, grande o piccola che sia, tradizione storica che meriterebbe, invece, d essere legittimamente salvaguardata. 18 / 18