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BABY SQUILLO: IL GIRO DEL SESSO INIZIA DA GOOGLE
LA CONFESSIONE, ''HO CERCATO 'FARE SOLDI FACILI'''
L'AQUILA - Tutto è iniziato con il digitare su Google "Come guadagnare soldi".
Lo racconta al procuratore aggiunto, Maria Monteleone, e al pm Cristina Macchiusi la più grande
delle due ragazzine finite nel giro di prostituzione dei Parioli, durante l'interrogatorio del 28 ottobre.
Una storia di cui ogni giorno emergono particolari sempre più inquietanti.
Una vicenda che riguarda Roma e non solo. Infatti ci sarebbero anche clienti provenienti dall'Aquila
nell'elenco degli insospettabili frequentatori delle due baby squillo.
"Volevo essere autonoma, in un giorno facevamo fino a 500 euro", dice la ragazzina al procuratore.
All'annuncio aveva risposto Nunzio Pizzacalla, il militare originario di Scanno (L'Aquila), uno dei
due sfruttatori insieme a Mirko Ieni.
Da lì è iniziato tutto. Stando alle intercettazioni e alle carte processuali, era il giovane militare che
organizzava gli appuntamenti coi clienti alle due minorenni romane tramite sms o WhatsApp.
Sesso e droga, troppo per due ragazzine di 16 e 14 anni.
La ragazzina, che ha compiuto sedici anni da poco, ammette solo alla fine che i due che le
procuravano i clienti sapevano benissimo che erano minorenni.
C'è poi il capitolo droga. Il magistrato vuole sapere quanta ne consumavano e se lei la procurava
all'amica. "Per mesi mi ha assillato che la voleva provare pure lei. Io lo avevo già fatto - dice - Dopo
Ponza, abbiamo incominciato insieme". E lo facevano spesso, "ogni settimana".
Due giorni fa il tribunale del Riesame ha deciso di confermare il carcere per tutti gli indagati, ma ha
modificato il titolo di reato nei confronti di Riccardo Sbarra, difeso dagli avvocati Agostino
Mazzei e Piergiorgio Micalizzi: non ha più lo sfruttamento della prostituzione ma solo i rapporti
sessuali con le minorenni. Questo, nell’ambito dell’inchiesta che ora punta agli altri clienti, potrebbe
voler dire che anche per loro c’è il rischio di finire in carcere.
Qualche giorno fa la senatrice aquilana del Partito democratico, Stefania Pezzopane, ha fatto visita
alla madre di una delle due ragazzine, accusata di istigamento e sfruttamento della prostituzione,
ora detenuta nel carcere di Rebibbia.
16 Novembre 2013 - 11:31
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