I giardini pubblici di Ventimiglia

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I giardini pubblici di Ventimiglia
I giardini pubblici di Ventimiglia
di Antonio Rosato
La cultura del “verde costruito”, nella Riviera Ligure di Ponente, si è sviluppata tra la seconda metà
dell’ottocento e i primi decenni del novecento.
In quel periodo fu pubblicato ad Edimburgo il romanzo “Il dottor Antonio” di Giovanni Ruffini,
patriota della Giovine Italia e amico d’infanzia di Mazzini, in esilio a Londra.
Il romanzo racconta la tenera storia d'amore tra Lucy figlia del nobile Inglese, Sir John Davenne,
che di ritorno da Roma è costretta ad un lungo periodo di permanenza in una casa presso
Bordighera, a causa di un incidente in cui si è fratturata una gamba, e il medico condotto di
Bordighera “Dott Antonio”, esule del Regno delle due Sicilie, che la prende in cura. Alla trama fa
da scenario il paesaggio della Riviera, con la bellezza delle risorse naturali, la singolarità dei
nuclei storici e gli aspetti tipici delle sistemazioni agrarie.
La lettura del romanzo aveva suscitato un enorme interesse, tanto che i luoghi descritti diventarono
presto meta di numerosi viaggiatori inglesi e tedeschi che ne rimasero affascinati; li scelsero come
luogo di villeggiatura e diedero origine ad un movimento culturale che trasformo in modo
peculiare il paesaggio. Tutto ciò favorì lo sviluppo turistico della riviera ligure di ponente, la
costruzione di alberghi, ville private con parchi e giardini, che cambiarono profondamente il
paesaggio rurale.
Il “giardino” privato rappresentava l’elemento qualificante delle dimore patrizie, e con questa
filosofia furono realizzate diverse opere, che ancora oggi sono meta di tanti visitatori: Giardini
Botanici della Mortola (Ventimiglia) costruiti sulla proprietà di Thomas Hanbury e curati da
Lodovico Winter, botanico, vivaista ed agronomo tedesco, fondatore della floricoltura industriale
italiana; Villa Orengo-Sella (Ventimiglia), Villa Piacenza-Boccanegra (Ventimiglia) realizzata dalla
botanica inglese Ellen Willmott.
Successivamente nel ponente ligure, si diffuse anche la cultura del “giardino pubblico”. Il primo
della penisola Italiana risale al 1777, venne costruito a Palermo e intitolato “Villa Giulia”, in onore
di Giulia Avalos, moglie del viceré Marco Antonio Colonna, principe di Stigliano.
In questo scenario si collocano anche i Giardini Pubblici di Via Vittorio Veneto a Ventimiglia,
realizzati ai primi del novecento come: "opera di più popolare ornamento della città" e come "
luogo di ritrovo, che interrompendo la monotonia della serie dei fabbricati racchiudenti le diverse
vie di quel Sestriere, sarà a procurare al povero, che non possiede giardini propri, un luogo di
ricreazione che potrà godere nel giardino pubblico che è giardino di tutti".
Molto probabilmente è il secondo giardino pubblico (il primo è il Giardino Lowe di Bordighera
1902) costruito nella riviera ligure di ponente, anche se l’individuazione dell’opera risale al 1888
con l’approvazione del Piano Regolatore della Città di Ventimiglia. Difficile ne risulta
l'inquadramento stilistico, in quanto siamo di fronte ad un giardino dinamico, caratterizzato da una
geometria rettilinea e curvilinea , tipica dei grandi spazi verdi urbani, con pochi punti focali, dove
l'occhio non viene guidato, ma si muove liberamente.
Possiamo annoverarlo tra i giardini "Tematici" esotici, povero di manufatti architettonici,
che
invece caratterizzavano i giardini privati e anche pubblici, di fine Ottocento.
La sua costruzione, iniziata nel 1907 con il riempimento dell'area paludosa si è conclusa intorno al
1925 ed includeva anche la strutturazione delle vie confinati. La nuova villa pubblica risultava
adiacente al lungo mare cittadino; si venne così a creare, probabilmente in modo inconsapevole, un
efficace sistema urbanistico di passeggiata-giardini pubblici, di grande suggestività paesaggistica.
L’opera fu finanziata per il 50% dal Comm. Hanbury, che si riservava, una volta ultimati i lavori di
riempimento, di realizzare a sue spese le piantagioni.
L'area bonificata veniva suddivisa in due parti (Fig. 1): una destinata ai giuochi, e l'altra a giardino.
Fig. 1 - Suddivisione
del
disposizione
aiuole
1930
delle
giardino
e
intorno
al
Il parco vero e proprio era composto da 10 aiuole e per ognuna di esse Lodovico Winter, aveva
previsto la messa a dimora di parte delle seguenti specie: Phoenix spp., Cocos campestris,
Chamaerops spp., Brahea spp., Erythea spp. Pritchardia spp., Acer spp., Quercus ilex, Laurus
spp., Schinus molle, Ligustrum, Acacia spp., Pinus halepensis, Pinus pinea, Pinus canariensis,
Araucaria excelsa, Cedrus libani e deodora, Cycas revoluta, Nerium oleander, Agave americana,
Aralia spp., Myoporum spp..
La primitiva sistemazione delle essenze arboree proposta da Lodovico Winter è stata in parte
disattesa; diverse specie da lui suggerite, Acacia spp., Brahea spp., Pinus halepensis e canariensis,
Myoporum spp., Erythea spp., Cedrus libani non sono state mai impiantate.
Dal 1925 ad oggi, sono stati effettuati diversi interventi che hanno modificato quasi esclusivamente
la conformazione planimetrica delle aiuole. I lavori più significativi furono quelli di ampliamento
del giardino fino alla Via Milite Ignoto, tra il 1937 ed il 1940; poi la riqualificazione del parco nel
1996 con l’introduzione di alcuni elementi architettonici, quali Il chiosco della musica, il laghetto
delle nynpheae e la topia delle rose;
infine i lavori di recinzione del parco nel 2004/2005
nell’ambito del progetto interreg III ALCOTRA Jardin des Alpes.
Oggi, il giardino pubblico di Ventimiglia si estende su una superficie complessiva (aiuole e viali)
di mq 16.740 circa. Attraversandolo da un lato all’altro è possibile ammirare la maestosità dei
numerosi esemplari di Phoenix canariensis e dactylifera e godere dell’ombra delle pinete di Pinus
pinea.
La caratteristica che lo rende “unico” è che, data la sua prospicenza verso il mare, da ogni panchina
si può ammirare al tramonto il sole che, lampendo l’orizzonte marino, deflagra in un suggestivo
gioco di luci e colori.