“The European Forum of Logistic Clusters. Together for

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“The European Forum of Logistic Clusters. Together for
TITOLO
LUOGO E DATA
ORGANIZZATORE
“The European Forum of Logistic Clusters.
Together for Competitiveness”
14-15 Ottobre 2014
Brussels44Center - Passage 44, 1000
Bruxelles
European Technology Platform in Logistics
ALICE – SoCool@EU – LOG4GREEN –
LOG2020
RELAZIONE
Il 14 e 15 ottobre 2014, si è tenuta, presso Brussels44Center - Passage 44, la prima edizione
del seminario dal titolo “The European Forum of Logistic Clusters. Together for
Competitiveness”, con l’obiettivo, da parte dei partner dei 3 progetti europei presentati, di
sottolineare l’importanza dei “clusters” o distretti, di incoraggiare la cooperazione e la
creazione di network, e di aumentare la creazione di soluzioni innovative all’interno del settore
dei trasporti e logistica e delle “smart spacialisation strategies”.
Il primo progetto SoCool@EU (Sustainable Organisation between Clusters of Optimised
Logistics @ Europe) è nato con lo scopo di creare una piattaforma europea aperta, di
eccellenza, nel settore della logistica e della gestione della catena di distribuzione che vede la
possibilità di partecipazione di tutti i distretti regionali con un profilo connesso ai trasporti e
alla gestione logistica. Il suo fine è quello di consentire ai clusters orientati alla ricerca, in
tutta Europa, di collaborare e condividere esperienze per migliorare la sostenibilità e
competitività dei servizi logistici e dei trasporti intermodali.
Il secondo progetto riguarda la cooperazione LOG4GREEN che mira ad aumentare la
consapevolezza e a rafforzare la competitività all’interno del settore europeo della logistica; la
partnership al suo interno creata da cooperazioni bilaterali tra le regioni partner, promuove
sinergie e identifica possibili integrazioni fra l’area economica e quella della logistica.
Il terzo progetto europeo LOG2020 – Training the future, sta sviluppando un Programma di
Master Class che incontra standard accademici a requisiti pratici. L’intento del programma è
quello di formare adeguatamente coloro che ambiscono a diventare Funzionari Capo della
Catena di Distribuzione, in un maniera che essi siano in grado di prendere decisioni
strategiche per il futuro. I fondi del LOG2020 arrivano dal Programma europeo “Lifelong
Learning”, e all’interno di questo programma sono coinvolti 7 partner da 5 diversi Paesi
Europei, che rappresentano rilevanti istituti di ricerca logistica con un’esperienza particolare
nell’educazione superiore e nella creazione di programmi di formazione nella gestione
logistica.
Nella conferenza del 14 ottobre, dal titolo “A Cluster approach: the key for economic
growth in logistics and supply chain”, il moderatore Thorsten Huelsmann, CEO at
Effizienz Cluster Management GmbH, ha introdotto la tematica discussa nelle due giornate di
seminario. Ha affermato come l’Europa si stia impegnando a sostenere il potenziale della
ricerca nelle sue regioni attraverso il rafforzamento del ruolo dei clusters che incorporano
aziende, università, istituti di ricerca e autorità pubbliche nel obiettivo comune di supporto
all’innovazione. Questa volontà di migliorare la capacità delle Regioni europee di investire e
sviluppare il loro impegno nella ricerca, contribuisce in modo significativo allo sviluppo
economico all’interno del settore della logistica. Ha sottolineato l’importanza dei clusters in
quanto essi hanno la capacità di costruire un ecosistema innovativo e creativo dove i vari
stakeholder possono lavorare insieme condividendo esperienze e trasformando gli eccellenti
risultati della ricerca in nuovi prodotti e servizi. Ha dichiarato che al giorno d’oggi la gestione
logistica e della catena di distribuzione sono diventati una componente vitale di molti
business, ed è necessario riconsiderarli nell’ottica della sostenibilità in quanto gli impatti
ambientali sono alti. Il moderatore ha dato la parola a Dimitri Corpakis, Head of Unit –
Spreading of excellence and widening participation – DG RTD, il quale ha ribadito l’importanza
delle “smart spacialisation” e dei clusters all’interno delle politiche della Commissione
europea, in quanto l’economia europea deve stare al passo con la globalizzazione e i
cambiamenti che continuamente colpiscono il mercato. Ha affermato che questi due elementi
se sviluppati al meglio possono condurre a grandi innovazioni che renderanno l’Europa più
competitiva, poiché nei vari Stati membri ci sono modi differenti di approcciarsi
all’innovazione. Tra 266 Regioni Europee solo 35 nel 2009 hanno investito nella ricerca e
sviluppo, e il settore dei trasporti è quello che investe maggiormente in queste aree, quindi
attraverso Horizon 2020 e la Politica di Coesione la Commissione europea si prepone di
trasformare l’Unione Europea in Unione di Innovazione. Il relatore successivo Keir Fitch,
Head of Unit – Research and Innovative Transport System – DG MOVE, ha ribadito
l’importanza, all’interno del settore dei trasporti e della logistica, della collaborazione per
creare maggior efficienza in un settore che incide sul 10% del PIL europeo. Ha affermato che
le sfide da affrontare riguardano la difficoltà di rimanere competitivi in un’economia colpita
dalla globalizzazione, la necessità di minimizzare gli impatti ambientali, e la limitata
disponibilità delle risorse da sfruttare. Ha quindi dichiarato che le risposte a queste sfide si
possono trovare nell’aumento della competitività, nel sviluppo di una green economy, negli
investimenti nell’innovazione e di nuovo nella cooperazione fra stakholder. Di seguito Jakob
Stoumann, Head of Department – Regional development, Innovation, Clustering and
Competences – Oxford Research, si è focalizzato sul ruolo dei clusters nel settore della
logistica, affermando la loro rilevanza nel creare connessioni ai fini della crescita
dell’innovazione. Per incrementare lo sviluppo dei cluster è inoltre necessario focalizzarsi sulle
politiche green di sviluppo ambientale, e dare importanza di valori di integrazione e
collaborazione poiché la concorrenza e la collaborazione possono coesistere. La relatrice
seguente Claire Nauwelaers, Indipendent Policy Analyst and Governmental Adviser, Former
Policy Analyst at OECD, ha riportato degli elenchi di benefici, rischi e politiche di
miglioramento in relazione al ruolo dei clusters. Fra gli elementi chiave ha citato:
concentrazione geografica, specializzazione, connettività, importanza dell’innovazione. Mentre,
fra i benefici dichiarati ha citato: l’incremento di produttività, lo scambio di conoscenze,
l’aumento di attrattiva dei territori, la ristrutturazione industriale. I rischi del clusters sono:
l’effetto “lock-in”, la diminuzione della pressione concorrenziale, la debolezza delle strategie.
Fra le politiche da attuare ha menzionato: un approccio green, la facilitazione delle sinergie, e
il supporto nello sviluppo dei progetti. Ha affermato che i cluster sono mezzi per raggiungere
gli obiettivi quindi è necessario integrare maggiormente le politiche e di condividere buone
pratiche attraverso lo scambio di informazioni. L’ultimo intervento della giornata è stato
affidato a Richard Tuffs, Director – Research and Innovation Organisations and Stakeholders
in Regions (ERRIN), che ha inizialmente introdotto il network regionale ERRIN, fondato nel
2001, una piattaforma di stakeholder e di organizzazioni di ricerca ed innovazione che mira a
rafforzare le abilità nella ricerca ed innovazione attraverso lo scambio di informazioni,
condividendo le “best practice”. A conclusione ha riaffermato la necessità di creare partnership
regionali che permettano agli stakeholder di entrare in contatto gli uni con gli altri
collaborando per costruire la catena di valore all’interno del settore dei trasporti e della
logistica. È necessario guardare più in profondità, alla dimensione regionale, in quanto le
regioni giocano un ruolo rilevante nello sviluppo efficiente dell’innovazione dell’ecosistema; in
relazione a ciò il ruolo delle “smart specialisations” è fondamentale in quanto esse comportano
un cambio nelle prospettive, la creazione di nuovi processi, e un diverso orientamento nelle
politiche regionali.
La seconda giornata si è aperta con il dibattito del primo panel dal titolo “Supply Chain
Network Coordination and Collaboration: What will be the succes factors for supply
chain collaboration in the future?”. La visione della catena di distribuzione è quella di
creare un network di risorse da fornire che funzioni attraverso un’integrazione e coordinazione
verticale ed orizzontale. Questa sessione si è occupata di identificare le sfide future nella
ricerca e nell’innovazione per realizzare una svolta efficiente nel sistema europeo della
logistica attraverso la rimozione di barriere grazie all’adozione di nuovi approcci. Che siano
questi nuovi modi di collaborare orizzontalmente o verticalmente, lo scopo è quello di
garantire dei servizi di fornitura sostenibili e redditizi. I cinque ospiti presenti alla “tavola
rotonda” sono stati chiamati a dare la loro opinione in merito alle domande poste dal relatore.
La prima domanda chiedeva di riflettere sullo scopo della collaborazione e quindi se la
creazione di clusters fosse unicamente indirizzata al fine di ridurre i costi o anche di ridurre le
emissioni di C02. Fra le risposte più degne i nota vi è quella di André Nijhuis, Head of IT,
Consumer & Technology Sector, IT BD DHL Supply Chain Europe, che ha ribadito il concetto di
scambio di informazioni ed esperienze come chiave di volta verso un futuro più efficiente. Nel
mercato c’è bisogno di modificare qualcosa e le aziende stesse devono cambiare il loro modo
di approcciarsi ad esso; il cluster può garantire sia una riduzione dei costi che garantire una
economia più green in quanto la collaborazione si basa sull’unione di obiettivi e focus diversi
gli uni dagli altri quindi da questa eterogeneità si può creare un unico mezzo efficace che
conduca all’innovazione. L’italiano Sergio Barbarino, Research Fellow, R&D Supply Chain
Innovation, SUpply Network Innovation Center, Procter & Gamble, ha affermato che azioni
sostenibili portano ad un risparmio nei costi, in quanto se si vuole “essere sostenibili” è
necessario conservare le risorse disponibili e in questo modo a lungo temine vi sarà un
dispendio minore in termini monetari. Ha ribadito che non si tratta si una contraddizione in
quanto essere alla ricerca di un approccio “green” equivale ad produrre beni e servizi in modo
economicamente vantaggioso quindi in un approccio “cost-effectivness”.Christophe Campe,
VP, Country General Manager Germany, CHEP Germany, European Delegate for LEAN and
GREEN, ha portato l’esempio della Germania dove il meccanismo del cluster è funzionale; le
persone all’interno delle aziende collaborano fra di loro ottenendo ottimi risultati. Ha
sottolineato che spesso il problema è che ai vertici non si chiede la collaborazione dei settori
intermedi della filiera, quindi dai corrieri ai distributori non c’è volontà né fiducia di scambiare
informazioni all’interno della catena distributiva; è quindi necessario trovare delle soluzioni per
superare queste barriere. Infine il moderatore ha chiesto ai partecipanti quali sono i traguardi
futuri da raggiungere dopo aver compiuto questo passo in avanti verso la collaborazione; ed
in aggiunta se esiste la possibilità di una collaborazione orizzontale con le PMI. Andrew
Palmer, Director, Preston Solutions Ltd, ha affermato che una volta che si prende familiarità
con il concetto di collaborazione, è necessario focalizzarsi sulle questioni tecnologiche, poiché
non si dispone di soluzioni tecnologiche che possano rendere le combinazioni e le transizioni
facili. Per ciò che concerne la collaborazione orizzontale fra PMI ha dichiarato che questa è una
possibilità complicata, anche se non remota, in quanto le piccole medie imprese non
possiedono al loro interno una persona che si occupa solamente della logistica, poiché spesso
la logistica viene affiancata all’area marketing o vendite; per questo motivo coloro che invece
hanno un settore dedicato interamente alla logistica sono più propensi a collaborare con altre
aziende dalle stesse caratteristiche essendo interessati ad investire nella stessa area.
Per riassumere, in questo panel si è dimostrato come ci sia ancora molto lavoro da svolgere
per convincere aziende, fornitori e corrieri all’interno della catena di distribuzione che la
cooperazione è il passo da compiere verso l’innovazione e l’aumento della competitività.
Tuttavia, da ciò che è stato dichiarato dagli ospiti, sembra che la collaborazione orizzontale
stia acquisendo rilevanza in tutta Europa e nel momento in cui il valore della fiducia viene
sviluppato da tutti i partner non c’è bisogno di altro per poter collaborare in modo funzionale e
produttivo.
Il secondo panel dal titolo “Green investments in supply chains: the inevistable choice
towards competitiveness” ha affrontato il tema degli investimenti “green” e quindi della
sostenibilità ambientale all’interno della catena di distribuzione. Il moderatore Fernando
Liesa, Secretary General, ALICE, ha introdotto innanzitutto ALICE, la piattaforma tecnologica
europea creata per sviluppare una strategia comprensiva per la ricerca, l’innovazione e lo
sviluppo del mercato all’interno dell’innovazione della catena distributiva e della logistica in
Europa. La piattaforma assiste e supporta l’implementazione del programma di ricerca
europeo Horizon 2020; al suo interno “shippers” e “logistics service providers” collaborano da
vicino per raggiungere operazioni logistiche e distributive efficienti. Il moderatore ha
sottolineato anche come vi sia un crescente interesse nelle possibilità industriali di ridurre le
emissioni di carbonio all’interno della catena di distribuzione e della logistica, quindi come
spinta verso un’economia di green sia sempre più incalzante. La prima domanda posta ai sei
ospiti è stata come l’industria possa diventare competitiva attraverso la sostenibilità; gli
investimenti vengo effettuati solo per rendere più ecologica la catena distributiva o questi
possono andare in parallelo con la riduzione dei costi? Marcel Huschebeck, Manager
Logistics research, PTV Planung Transport Verkehr AG, ha risposto che c’è bisogno di molti più
sforzi nei confronti delle “green solutions”; sicuramente ciò significa investire in anticipo ma
con l’obiettivo di ottenere dei benefici futuri maggiori poiché la sostenibilità ambientale è forte
spinta verso l’efficienza e la competitività. Henk Zijm, Vice-chair of ALICE, Vice-chair of
Working Group 1, ha affermato che dal punto di vista della logistica dei trasporti è necessaria
una maggior collaborazione fra le aziende del settore, in quanto bisogna ridurre i chilometri da
effettuare e quindi le emissioni di carbonio. Sostenibilità e competitività vanno a pari passo, la
riduzione dei costi può coesistere con gli investimenti in un ambiente più ecologico. Ha
sottolineato anche la necessità di un incremento nel settore delle tecnologie per aiutare a
rendere più sostenibile ed ecologica la “supply chain”. Successivamente il moderato ha chiesto
ai presenti quali sono le innovazioni o le ricerche da portare avanti nel settore per arginare le
barriere e fare il salto di qualità nel prossimo futuro. Klaus Hufschlag, VP Carbon Accounting
& Controlling, Deutsche Post DHL, ha affermato che una delle innovazioni necessarie è
incentivare il sistema di scambio di esperienze e conoscenze attraverso anche la costruzione
di “infrastrutture data” che consentano lo scambio di informazioni. La seguente domanda ha
trattato la problematica di come e se la regolamentazione e le leggi possono influenzare in
miglior modo le soluzioni ecologiche all’interno della catena della distribuzione. Alan Lewis,
Manager Global Logistics Emissions Council, Smart Freight Centre, ha dichiarato che alcuni
regolamenti sono necessari in quanto aiutano gli stakeholder a seguire la giusta direzione; il
problema è che non c’è una legiferazione a livello globale ma solo europeo e questo comporta
ad essere in continua competizione, infatti è necessario vedere il mondo nella sua interezza e
non solo dal punto di vista dell’Europa. L’ultima domanda si è focalizzata sulla possibile
influenza dell’e-commerce nelle politiche di sostenibilità ecologica; esso può essere visto come
un’opportunità? Albert Veenstra, Scientific Director DINALOG, ha affermato che il sistema di
fornitura e-commerce è molto funzionale ma ciò che è incerto è la possibile crescita di questo
settore nel futuro. Sono necessari degli “integratori logistici” in quanto esso comporta una
sfida nel processo di distribuzione poiché è necessario dare innanzitutto la garanzia base al
consumatore che il pacco venga recapitato efficacemente. Ha dichiarato che l’e-commerce è
un business in sviluppo ma richiede accuratezza nella gestione e continua innovazione per
garantire la massima efficienza del servizio poiché può risultare non sostenibile quando esso
viene usato per il trasporto di droghe, se il pacco viene perso, o ancora se si ricade in
violazioni.
Riassumendo, le conclusioni a cui si è giunti durante questo panel riguardano il concetto che
se le aziende che stanno cercando di avvicinarsi all’universo green stanno perdendo soldi in
questo processo, allora significa che stanno andando nella direzione sbagliata. In termini di
politiche si è dibattuto sulla necessità di regolamenti, incentivi e misure e la conclusione è
stata che non esiste una risposta concreta in materia in quanto dipende dal regolamento il suo
essere o meno un vantaggio o un’opportunità nell’incentivare le “green solutions”. Infine si è
trattato il topic dell’e-commerce visto come una grande opportunità di innovazione pur
sottolineando che vi sono molte sfide che questo settore deve affrontare per diventare
totalmente efficiente e sostenibile.
L’ultimo panel intitolato “Meeting the challenges of sustainability: requirements for
tomorrow’s Supply Chain Executives” ha posto l’accento sulla formazione dei “logistics
manager” del domani, i quali devono essere preparati al meglio ad affrontare le sfide della
globalizzazione. Miglioramento tecnologico, richieste di solide collaborazioni e procedure che
richiedono risorse efficienti ci portano a dover riconsiderare il ruolo della gestione del processo
decisionale. Questi professionisti necessitano quindi una continua formazione in quanto le
aziende richiedo profili specializzati non solo a livello operativo ma anche strategico. In questa
sessione si è discusso dei requisiti richiesti dall’industria della logistica e dei programmi
educativi specifici volti alla formazione di “executives”. Il moderatore Antonio Cameirão
Jorge, Vice President, ELALOG, ha esordito presentato ELALOG “European Logistics
Association”, una federazione di 30 organizzazioni nazionali, che coprono quasi tutti i Paesi
dell’Europa Centro Orientale. Il suo obiettivo è quello di fornire un “forum” per la promozione
delle professioni all’interno delle catena di distribuzione e della logistica nell’ottica della
collaborazione. Successivamente ha posto la prima domanda a Marc Foumy, Senior Partner,
Acclivity Management Consultants, in merito alla descrizione dell’odierno profilo dell’executive
in logistica. Egli ha risposto presentando la ricerca svolta insieme al tuo team, che è iniziata
monitorando le offerte di lavoro ed analizzando le PMI che proponevano posizioni vacanti ed
ha puntualizzato come la differenza fra i requisiti stava nell’educazione e nella formazione. In
questo modo hanno potuto farsi un’idea di ciò che il settore dell’educazione deve fornire al
professionista; in particolare si tratta di quella flessibilità di saper gestire le problematiche in
modo concreto. A Denyse Julien, Senior Lecturer-Course Director of the Executive MSc in
Logistic and Supply Chain Management, Cranfield Management School, il moderatore ha
domandato quale siano le aspettative future rispetto alle competenze dei manager nella
logistica. La risposta si è incentrata sulla visione dell’istituzione scolastica di riuscire a formare
degli esperti molto qualificati, ma ha puntualizzato che più si avanza di grado più ciò che
conta è avere la mente aperta e quindi una formazione che spazi in tutti i settori della catena
della distribuzione; è quasi meno importante avere una formazione dettagliata a livello
operativo, ma più ampia a livello strategico. Ben Beddegenoots, Development Manager,
Nike European Logistics Center, ha riportato l’esperienza della formazione nella sua
multinazionale, dove è stato sviluppato un centro formativo per il settore della logistica e
dell’innovazione il cui obiettivo è la condivisione di idee con gli allievi, in un’ottica “openminded”, non in competizione con le business schools ma agendo in cooperazione con esse.
Lars Michael Nagel, CEO, Global Gate Gmbh, ha presentato la piattaforma e-learning fornita
per il progetto LOG2020 creata anch’essa nello spirito della condivisione di conoscenze al fine
di creare il “business success”. Ha affermato di credere molto nell’innovazione dell’e-learning,
che vede come la rinascita dell’economia del futuro. Mette Moerk Andersen, European
Commission – DG Education and Culture, ha sottolineato il vantaggio di fornire istituzioni
accreditate per la formazione di questi executives che devono far fronte alle sfide di un
mercato in continuo mutamento; queste realtà devono garantire loro la qualità dei programmi
formativi e devo accrescere la loro flessibilità ed adattabilità al mercato del lavoro. Inoltre ha
affermato la necessità di far incontrare gli executives fra loro al fine di creare innovazione
attraverso lo scambio di buone pratiche. Infine Ton de Kok, Professor of Quantitative
Analysis of Operational Processes, Einhoven University, ha puntualizzato l’esigenza di fornire
alle nuove generazioni di futuri executive le basi per diventare dei professionisti specializzati.
Riassumendo, in questo ultimo panel si è discusso di formazione e qualifiche dei professionisti
che lavorano all’interno della logistica e della catena di distribuzione. Si è affermato come il
mercato sia in continua evoluzione e con esso anche le esigenze connesse, quindi la necessità
è quella di formare professionisti qualificati nel settore. I top executives ovvero i professionisti
senior non hanno potuto approfittare di programmi formativi specifici e quindi provengono da
diverse aree come l’ingegneria o il management aziendale, il che significa che a loro mancano
conoscenze specifiche e tecniche nel settore in cui svolgono la loro professione. Questi
professionisti non avendo il tempo di usufruire di interi programmi universitari devono
affidarsi a programmi di formazione su misura, alle piattaforme e-learning che permetto lo
scambio di informazioni e di ottenere una preparazione su tematiche specifiche, ma
soprattutto devono porre fiducia nella condivisione reciproca di esperienze e best practice.
Diverso invece è il discorso per coloro che si approcciano alla professione o per i middle
executives i quali hanno ancora la possibilità e il bisogno di apprendere nozioni tecniche
attraverso una formazione più orientata verso il settore della logistica. Per lo esistono
programmi educativi nelle business schools, nelle università e nelle istituzioni private che
garantiscono loro una formazione che può migliorare le loro carriere professionali future.
LINK
http://www.etp-logistics.eu/alice/en/news___events/events_and_projects/final_conference/
Eseguito da: Giulia Valeri
UNIONCAMERE DEL VENETO
Delegazione di Bruxelles
Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles
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