Personal Shopping
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Personal Shopping
L’Espresso 25/04/2014 - pag. 126 Società personal shopping Ricordate il porta a porta? Torna alla grande, ma nuovo. Oggi a domicilio si comprano viaggi, pannelli solari, intimo. Ed è boom DI MARINA CAVALLIERI 126 | | 30 aprile 2014 ghe che vogliono arrotondare le entrate familiari, ragazzi in cerca di impiego, disoccupati. Cresce l’esercito dei nostri lavoratori, aumentano punti vendita e fatturati», spiega soddisfatto Giovanni Paolini, presidente di Avedisco, una delle associazioni di aziende della vendita diretta: «Il mercato è molto cambiato: alcuni nuovi settori sono andati molto bene, quello dei pannelli solari e delle energie alternative ad esempio». Nei primi tre trimestri del 2013, sottolinea Paolini, gli incaricati alle vendite sono aumentati del 18,52 per cento, il fatturato è cresciuto quasi del 4 per cento e circa 50 mila persone in più hanno deciso di affdarsi a questo modello di business. Dai dati Istat dei primi mesi del 2013, prosegue il manager, mentre le vendite al dettaglio e il commercio tradizionale risultano in diminuzione, con i prodotti alimentari in calo dell’1,3 per cento, il comparto alimentare-nutrizionale in vendita diretta è aumentato di 14 milioni rispetto lo stesso periodo del 2012, con un fatturato di 227 milioni di euro. Per le imprese, dunque, non è difficile reclutare agenti di commercio: «Possono iniziare senza dover investire denaro. Noi li mettiamo nella condizione di lavorare, spesso con corsi di formazione gratuiti». Negli anni, il sistema della vendita diretta si è trasformato, il malinconico e un po’ molesto commesso viaggiatore si è evoluto, più che di “porta a porta” si parla di eventi. Come i “soft party” ideati dalla società francese Soft Paris, intitolati “Like a Virgin”. In sostanza, si tratta di una festa in cui la futura sposa, circondata dalla testimone e dalle amiche, riceve consigli e spunti Foto: Courtesy Soft Paris, courtesy Tupperware S uonano il campanello, bussano alla porta, si presentano al telefono, organizzano party. Non arretrano davanti agli ostacoli, convinti di poter trasformare il no in un sì. Cresce l’esercito dei venditori porta a porta, aumenta il fatturato delle vendite dirette. Niente a che fare, però, con le enciclopedie: oggi arrivano a domicilio pacchetti di viaggi e trattamenti cosmetici, biancheria intima e pannelli solari, acque minerali e consulenti fnanziari che propongono investimenti su misura da valutare in tranquillità. Altro che business sorpassato, travolto dai centri commerciali e cancellato dalla Rete. Le vendite dirette sono più vive che mai, avanzano dalle retrovie del commercio, spinte dalla forza lavoro meno marginale, in sintonia con i tempi: fessibile, autorganizzata, imprenditrice di se stessa. Così, mentre i consumi continuano a flettere e molti negozi chiudono, le vendite a domicilio aumentano i fatturati, pronte ad essere classifcate come nuovo smart job. «Il nostro è un settore anticiclico, va bene quando i soldi ci sono e i consumi girano. Ma va bene anche quando le cose vanno male, perché aumentano i venditori: casalin- L’Espresso 25/04/2014 - pag. 126 un’immagine storica dei party tupperware in italia. l’azienda festeggia oggi i 50 anni di attività. a sinistra: un incontro curato da soft paris sexy da un’agente Soft Paris. La quale, a seconda della personalità della protagonista dell’evento - femme fatale, romantica, tradizionale o rockettara propone il box regalo più adatto pensato per tre diverse fasce di prezzo: lingerie con tutto il necessario dal babydoll ai collant, cosmetici, “acsexssori” (giarrettiere, maschere di merletto, copricapezzoli) e sex toys. Nel frattempo, si diffonde la struttura multi-level, i venditori sono “promoter”, ma alla base di tutto c’è sempre la relazione più antica: il contatto diretto con il cliente e la capacità di andarlo a trovare dove sta, a casa o in uffcio. È questa la comodità che alla fne conquista i consumatori i quali, anche se non risparmiano denaro, sicuramente azzerano il tempo del parcheggio. Ma chi è che si azzarda oggi ad aprire la porta ad uno sconosciuto? «Non è vero che la gente ha sempre più paura di aprire, il problema c’è ma è meno di ostacolo di quel che si crede», dice Paolini: «Spesso la gente apre proprio per poter parlare a qualcuno, molti dei nostri clienti accettano la visita di un venditore per potersi fare una chiacchierata, poi una volta che si è instaurato il rapporto, diventa un po’ come un nipote, un parente che lo va a trovare». Il modo in cui le aziende si fanno conoscere rimane il passaparola, che rimane la forma più effcace di marketing, rinforzato dai social network, un cliente soddisfatto vale più di qualsiasi pubblicità a pagamento. E internet a volte può essere anche un alleato invece che un rivale. «Noi abbiamo anche un sito web, così gli utenti vengono a conoscenza delle nostre proposte, ci contattano e dopo noi andiamo a domicilio», In principio era la Bibbia Tapperware è una delle più note aziende di vendita diretta, con un fatturato di 2,6 miliardi di dollari. Il suo successo fu anche merito di una casalinga, Brownie Wise, che si rivelò una venditrice eccezionale, prima donna a finire negli anni Cinquanta sulla copertina di “Businessweek”. La multinazionale americana iniziò con i contenitori di plastica, che oggi rappresentano solo un terzo della sua attività. Tapperware, presente in oltre 100 Paesi, va fiera del proprio record: ogni 1,4 secondi, in qualche parte del mondo, si svolge una dimostrazione dei suoi prodotti. Un altro dei colossi delle vendite dirette è Avon, azienda di cosmetici. Tutto nacque nel 1880, quando David McConnel, giovane rappresentante di Bibbie a domicilio, ebbe l’idea di promuovere le vendite creando un profumo da offrire alle proprie clienti. Il successo del profumo fu così straordinario, che McConnel abbandonò i libri per dedicarsi alla produzione di cosmetici ingaggiando Miss Albee, una delle prime clienti, come presentatrice. Oggi, nel mondo, le presentatrici Avon sono 6,4 milioni. M.C. 30 aprile 2014 | | 127 L’Espresso 25/04/2014 - pag. 126 Società spiega Giampaolo Romano, amministratore delegato di Cartorange, azienda che si occupa di viaggi. «Per noi la Rete non è un concorrente ma un alleato. E rispetto ad una qualsiasi agenzia on line la differenza è molta: con noi si dialoga a casa, in tranquillità, si personalizza tutta la vacanza e così si crea una fdelizzazione del cliente, ognuno ha il suo personale agente di viaggio. Quando siamo nati, nel 1998, il mondo del turismo ci guardava come marziani, invece la nostra scelta si è rivelata vincente». Che numeri! In Italia i settori più dinamici sono quello alimentare, la cosmesi, i beni durevoli per la casa. Ma gli altri servizi, come quelli relativi ai viaggi, hanno registrato nel 2013 un aumento di circa il 20 per cento. Le principali associazioni del settore hanno archiviato lo scorso anno in attivo. Le aziende associate ad Univendita con un fatturato pari a un miliardo e 220 milioni, quelle che fanno capo ad Avedisco hanno chiuso i primi nove mesi del 2013 con un fatturato di 585 milioni di euro. M.C. 128 | | 30 aprile 2014 Secondo i dati forniti da Univendita, le transazioni dirette non sono solo un affare da donne, considerato che un acquirente su quattro è uomo. Così come non sono una cosa da vecchi: i clienti tra i 25 e i 34 anni rappresentano solo il 25 per cento del totale, mentre un altro 25 è formato da persone tra i 34 e i 45 anni. «Dal 2009 le aziende associate Univendita hanno incrementato il proprio business di oltre il 30 per cento: il settore cresce da cinque-sei anni», commenta Ciro Sinatra, presidente di Univendita: «Per essere venduto, il prodotto deve essere eccellente. Il passaparola è importantissimo, il consumatore oggi è sempre più esigente, vuole accertarsi della qualità dei prodotti, chiede di poter controllare, toccare, vedere, scambiare opinioni e consigli». Si potrebbe chiamare l’“X Factor” della vendita a domicilio. E lo conosce bene Michel Polin, trent’anni, che lavora per Lux, premiato nel 2013 tra i migliori venditori. La sua merce? L’oggetto feticcio, icona indi- scussa delle vendite a domicilio: l’aspirapolvere, un business che non conosce crisi. «A me piace andare a suonare i campanelli, penso che farò questo lavoro fnché ne avrò le forze. Mi presento con cognome e nome, dico chi sono e dove abito, cerco di aver un dialogo, magari parlo del giardino. Il talento sta nel saper trasferire fducia al cliente e saper cogliere l’attimo, è molto bello quando una persona all’inizio ti dice “non compro” e poi invece usciamo di casa con l’ordine». Una ricerca promossa da Avedisco ha indagato su quali prodotti i consumatori vorrebbero acquistare a domicilio. «Tutti», è stata la risposta. Così altri settori commerciali stanno studiando questo modello di impresa. «Il vantaggio economico di questo business è il contatto diretto con il consumatore fnale», spiega Luca Pellegrini, docente di Marketing all’università Iulm, a Milano: «La sua specifcità è il modo in cui viene utilizzata la forza lavoro: micro-risorse attivate a costo zero, non contabilizzate come in un’impresa. E poi non esistono costi di magazzino né di trasporto, il lavoratore all’inizio utilizza solo le proprie relazioni personali». In poche parole, il lavoratore ideale. Anche per un’altra ragione gradita alle aziende: non sciopera mai. n uNA dIMostRAtRICe dI voRweRk theRMoMIx. IN Alto: uN MoMeNto dI ReCRuItING AvoN A New yoRk Foto: R. Antonelli - Bloomberg via Getty Images, M. Nascimento - Rea / Contrasto Un acquirente su quattro è uomo. E la metà dei compratori è formata da persone nella fascia d’età 25-45 anni