Per operare un`ernia inguinale, fino a pochi anni fa bastavano un
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Per operare un`ernia inguinale, fino a pochi anni fa bastavano un
SiJDT!ROLEi? LANDTAG - BOZEN AP^r` ' 16M Prot. N. .0 `/l I i . 2011 Q( L^ Gruppo consiliare Lega Nord Südtirol Consiglio provinciale Via Crispi 6 39100 Bolzano Fraktion Lega Nord Südtirol Landtagsgebäude Crispistraße 6 39100 Bozen Tel 0471 946312 Fax 0471 946345 Al Presidente del Consiglio Provinciale di Bolzano Sig. Mauro Minniti (:(2 f I AA Bolzano, 16 dicembre 2011 Sanità tetto spesa MOZIONE Per operare un'ernia inguinale, fino a pochi anni fa bastavano un chirurgo, l'anestesista, un bisturi e poco altro. Praticamente l'unica spesa era quella relativa alla preziosa "manodopera", a cui si aggiungeva la degenza in ospedale. Oggi la stessa operazione costa un piccolo capitale. Basti pensare alla sola retina di contenimento usata per imbragare quel pezzetto di budello fuoriuscito dalla sua sede e ricondurlo al suo posto. Costa intorno ai 250 euro. E che dire dello stent, quel cilindretto a rete metallica (lungo un paio di centimetri) che si inserisce nelle arterie per tenere aperto il vaso sanguigno? Costa circa 900 euro. Ben 2300 se è medicato, ovvero trattato con farmaci che danno all'angioplastica la sicurezza del risultato senza infiammazioni. Confermando il detto che "chi più spende meno spende" l'Università Bocconi di Milano ha calcolato che se in Italia venissero applicati solo stent medicati, il Servizio sanitario nazionale risparmierebbe 58 milioni di euro ogni anno, perché pochi pazienti tornerebbero in Ospedale. Premesso che la spesa sociosanitaria altoatesina incida per circa un quinto del Bilancio provinciale. Considerato che il dato é ancora contenuto se rapportato ad altre realtà regionali dove per la sanità si fa ricorso ad oltre il 50% del bilancio annuale. Mentre rispetto ad altre regioni italiane, la spesa sanitaria pro capite altoatesina risulta essere ai primi posti, con cifre che spesso risultano avere un valore doppio rispetto ad altre realtà. Tuttavia, nella riorganizzazione sanitaria anche il parametro del costo pro capite non riesce a fornire un quadro perfetto della spesa sanitaria locale, perché non tiene conto del turismo sanitario. L'introduzione di ticket, se da una parte può coprire, seppur molto marginalmente, una quota della spesa sanitaria, dall'altra può mettere a rischio il sistema pubblico, facendolo diventare meno competitivo di quello privato. Considerato che la soluzione di abbandonare i costi storici per confluire nei parametri dei costi standard potrebbe dare un vantaggio nella determinazione del finanziamento complessivo per la sanità provinciale. Considerata la necessita di definizione del costo standard e che tale parametro andrebbe ridefinito nel contesto euro-regionale delle Alpi, ovvero attraverso un confronto dei costi nelle singole regioni confinanti, più vicine in ordine del rapporto di servizi offerti e qualità garantita. Considerato che frequentemente la gestione pubblica viene vista dai fornitori in genere come una "gallina dalla uova d'oro". Un esempio é il costo di apparecchiature medicali o presidi medico chirurgici, offerti spesso dai produttori a prezzo pieno alle aziende sanitarie pubbliche, a differenza delle imprese sanitarie private che riescono a godere di sconti in fase di acquisto delle medesime apparecchiature o presidi. Tutto ciò che entra in sala operatoria viene pagato a peso d'oro; persino i comunissimi monitor da computer che in ufficio si acquistano per due trecento euro, se approvati per la sanità, ne costano 3000. Premesso che un taglio alla sanità pubblica alimenterebbe voci diffuse che danno per inevitabile un avvicinamento, nel nostro Paese, al modello di Sanità statunitense, che garantisce l'urgenza ma fa pagare tutto il resto profumatamente, attraverso le assicurazioni. Premesso che non si vuole arrivare ad un sistema sanitario, in stile statunitense, in grado di offrire solo l'urgenza ma deve essere chiara la volontà di mantenere un sistema pubblico e universalistico. Premesso che in tempi di restrizione economica non si può, tuttavia, prevedere un aumento a Bilancio per il finanziamento del sistema sociosanitario altoatesino. Premesso che si renda quindi necessaria un'ottimizzazione della spesa e non un suo aumento. II consiglio provinciale impegna il Presidente e la Giunta: A mantenere,senza aumenti, il tetto di spesa complessivo annuo garantito al sistema sociosanitario altoatesino nell'attuale previsione di spesa per il prossimo biennio. Cons Prov. Elena Artioli