Gabriella Romani, Postal Culture. Writing and Reading Letters in

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Gabriella Romani, Postal Culture. Writing and Reading Letters in
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Casari, Federico: Rezension über: Gabriella Romani, Postal Culture.
Writing and Reading Letters in Post-Unification Italy, Toronto:
University of Toronto Press, 2013, in: Il Mestiere di Storico, 2015,
1, http://recensio.net/r/12535f2375854253aeb0345a08bc3c35
First published: Il Mestiere di Storico, 2015, 1
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i libri del 2014 / 1 - monografie
201
Gabriella Romani, Postal Culture. Writing and Reading Letters in Post-Unification Italy,
Toronto, University of Toronto Press, 2013, pp. 288, $ 52,50
Il volume di Gabriella Romani dimostra come dopo l’Unificazione le lettere abbiano
contribuito alla formazione dell’identità nazionale italiana. Lo strumento scelto è quello
della postal culture, ossia «the interconnections, influences and overlapping of the literary
representation, cultural productions, and communicative practices revolving around the
letter» (p. 4). Il libro analizza sia le trasformazioni avvenute nella scrittura di lettere come
pratica sociale, sia il loro risvolto letterario, lo sviluppo cioè della narrativa epistolare nel
secondo ’800 e in particolare l’opera di Verga e di Serao.
Sullo sfondo dello studio della lettera l’a. lascia affiorare i grandi cambiamenti economici, sociali e culturali dell’800 mostrando, anzitutto, come la nazionalizzazione del
sistema postale abbia favorito una diffusione sociale della lettera e la formazione di una
comunità di scriventi. A essere prese in esame sono anche il sottogenere dei manuali
epistolari e le lettere apparse nei giornali. Queste ultime offrono all’a. la possibilità di
costruire un’inedita tesi sulla lettera a stampa come proseguimento ed evoluzione della
discussione e della declinante pratica sociale dei salotti. L’indagine muove poi verso il territorio della letteratura: perché, mentre nel resto d’Europa il romanzo epistolare era ormai
fuori moda, nell’Italia unita conobbe invece una fase di prosperità, e fu anzi ritenuto un
tentativo di svecchiamento della tradizione letteraria?
La risposta è da cercare nella Storia di una capinera di Verga e nella tarda narrativa
di Serao, qui rivalutata. Nel primo caso, la forma della lettera da un lato rappresentò
un modo per evitare il monologo introspettivo e per facilitare il rapporto del lettore col
testo; dall’altro offrì la possibilità di una forma linguistica più vicina alla lingua parlata.
Nel secondo caso l’espressione dei sentimenti è al centro dello studio della produzione
«sentimentale» di Matilde Serao. La lettera rappresenta infatti lo strumento prediletto
dalla scrittrice, anche nel suo lavoro di giornalista, per fare appello in modo immediato
alla sfera interiore dell’individuo e, in particolare, delle lettrici. Non a caso, nota l’a., la
forma della lettera fu usata da Serao per affrontare argomenti delicati quali la condizione
della donna, la sua educazione, sensualità, sessualità ed erotismo (argomenti trattati nelle
lettere da giornali che sono ristampate nell’appendice del libro). In conclusione, questa
narrativa sentimentale ed epistolare sfruttò le possibilità offerte dalla postal culture per
raggiungere un pubblico più vasto instaurando così una rete nazionale di identità sociali
e culturali.
Lo studio è un esempio di ricerca originale su un tema insospettabilmente carico di
significati. Ed è anche un lavoro non viziato dagli irrigidimenti teorici che caratterizzano
la ricerca accademica angloamericana, nel quale anzi si mostra come possa essere proficua
l’integrazione di saperi e conoscenze appartenenti a mondi così diversi.
Federico Casari
Il mestiere di storico, VII / 1, 2015