CONCERTO PER STRUMENTI TRADIZIONALI

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CONCERTO PER STRUMENTI TRADIZIONALI
 comunicato stampa CONCERTO Istituto Giapponese di Cultura presenta CONCERTO PER STRUMENTI TRADIZIONALI venerdì 6 novembre 2015 ore 20.00 Roma, Istituto Giapponese di Cultura ‐ Via Antonio Gramsci, 74 Ingresso libero fino a esaurimento posti Dopo la partecipazione al cineconcerto Taki no shiraito, Harrie Starreveld allo shakuhachi, Makiko Goto al koto e Hideaki Tsuji allo shamisen propongono a tutti gli appassionati del genere sankyoku (ensemble shakuhachi/shamisen/koto) un concerto di brani classici e contemporanei.
il programma
Kurokami di Koide Ichijūrō Shaei di Hikaru Sawai Intermezzi II di Misato Mochizuki Shika no tone di Kinko Kurosawa Rokudan di Yatsuhashi Kengyo Honju di Minoru Miki Jongara‐bushi Sakura (shakuhachi, singing, koto) (koto solo) (koto solo) (shakuhachi solo) (shamisen, shakuhachi) (shamisen solo) (shamisen solo) (trio) i musicisti
Harrie STARREVELD shakuhachi Ha studiato flauto con Koos Verheul al Conservatorio Sweelinck di Amsterdam e oggi è internazionalmente considerato uno dei maggiori interpreti di musica contemporanea per flauto. Ha lavorato con compositori come Carter, Donatoni, Ferneyhough, Yun, Boulez, Crumb, Harvey, Tan Dun, Loevendie, Weddington e Ton de Leeuw. Dal 1982 è membro del Nieuw Ensemble; insieme a René Eckhardt (pianista) e a Harry Sparnaay (clarinetto basso) ha formato lo Het Trio. Come solista ha eseguito un gran numero di concerti per flauto e ha suonato con importanti direttori d’orchestra come Ernest Bour, Hans Vonk, Arturo Tamayo e Reinbert de Leeuw. Dal 1980 insegna flauto al Conservatorio Sweelinck di Amsterdam e Brema e tiene masterclass in tutto il mondo. Collabora con diverse orchestre ed ensemble, tra cui la Residentie Orchestra (Den Haag), la Radio Chamber Orchestra (Hilversum), l’Ensamble Schoenberg, la New Sinfonietta Amsterdam, l’Orchestra della RAI, la Chicago Chamber Orchestra e il gruppo di percussioni The Hague. Nel 1993 vince il prestigioso Premio Edison per il suo CD CNM Ton de Leeuw. Da citare anche la sua collaborazione con il compositore Philip Manoury presso gli studi di musica elettronica dell'IRCAM di Parigi. Oltre al flauto, l’ottavino e al flauto basso, Starreveld suona il flauto contrabbasso ed è uno dei primi flautisti al mondo a utilizzare il flauto contralto prodotto dalla ditta olandese Kingma e Brannen. E’ tra i pochi occidentali esperti anche di shakuhachi, flauto dritto giapponese di bambù, strumento che gli ha permesso di approfondire la cultura e il repertorio musicale giapponese tradizionale e contemporaneo. Makiko GOTO koto Info/immagini:
FedericaLippi/[email protected]
Ha iniziato lo studio del koto con la madre all’età di 9 anni e ha proseguito sotto la guida di Kazue e Tadao Sawai alla Sawai Koto School, da dove si è congedata con il grado di shihan (massimo livello). Nel 1986 si trasferisce alle Hawaii per insegnare presso il Dipartimento di Musica Etnica dell’Università hawaiana dove fonda anche una sede della Sawai Koto School. Suona il koto tradizionale a 13 corde e il koto basso (a 17 corde o 21 corde), muovendosi a proprio agio sia nei repertori tradizionali sia in quelli contemporanei. Dal 1992 vive nei Paesi Bassi, motivo per cui viene frequentemente invitata a prime esecuzioni di brani per koto di compositori contemporanei europei, a partecipare a formazioni e gruppi (duo, trio, ensemble di musica elettronica, teatro, danza, etc.) e a tenere lezioni e dimostrazioni presso conservatori, università e organizzazioni varie. Per lei hanno composto affermati compositori contemporanei, come il peruviano Jimmy López (Varem, 2004, per koto solo e orchestra), la tedesca Annette Schlünz (Blaulaub , 2007/2008, per flauto dritto e koto‐basso solisti, orchestra e live‐
elettronica) e la giapponese Malika Kishino (Concerto per koto e orchestra, 2013). Ha insegnato presso la EKO‐Haus der Japanischen Kultur e.V. di Düsseldorf e il Tenri Japanisch‐Deutschen KulturWerkstatt a Colonia. Nel 2013 ha dato il via al Sawai Universal Children Multicultural Exchange Workshop, progetto di scambio culturale attuato nelle scuole materne ed elementari europee. Hideaki TSUJI shamisen Nato in Giappone, inizia la sua formazione in chitarra classica all'età di 15 anni. Frequenta la Bunei Music School e successivamente la Takamatsu Music University per poi proseguire gli studi musicali in Francia a partire dal 1993, presso prestigiose istituzioni musicali, come il Conservatorio Nazionale di Lione, l‘Ecole nationale de music d’Aulnay sous bois e il conservatorio di Strasburgo, dove completa con successo i corsi di Pablo Márquez. Parallelamente inizia a studiare shamisen con il maestro Toshinori Kyogoku. Nel 2002, fonda il gruppo Iônah per il quale compone la maggior parte delle musiche. Si è esibito come solista in diversi ensemble di musica contemporanea, partecipando a concerti presso il Museo del Louvre di Parigi, la Philharmonie di Lussemburgo, la Muziekgebouw aan 't IJ di Amsterdam, il festival Carmelo Bernaola in Spagna. Alle interpretazioni di musica contemporanea affianca la partecipazione a diversi progetti di musica tradizionale, alcuni dei quali ospitati al Teatro dell'Opera di Lione, al festival Tres Culturas in Spagna, al Musée du quai Branly di Parigi, alla Japan Expo di Parigi, ecc. Ha frequentato masterclass tenute da chitarristi del calibro di Alberto Ponce, Leo Brouwer, Alvalo Pierri, Pablo Marquez, Roberto Aussel, Olivier Chassain, Michel Sadanowsky, Arnaud Dumont. Attualmente insegna chitarra presso il Conservatorio di Strasburgo e tiene conferenze e corsi di perfezionamento in varie parti del mondo. gli strumenti giapponesi
shakuhachi (flauto diritto giapponese realizzato con la canna di bambù) Dotato di cinque fori, quattro anteriori e uno posteriore, il modello più diffuso misura 54,5 cm, ma se ne trovano di dieci taglie diverse, con una lunghezza che varia dai 39 ai 91 cm. Lo shakuhachi comune produce come nota di base Re4 e ha un’estensione di oltre due ottave e mezza. Inizialmente utilizzato nella liturgia zen, ha trovato diffusione anche in ambito secolare, come strumento solista o in ensemble insieme a koto e shamisen come espressione del genere sankyoku protagonista della musica del periodo Edo (1603‐1867). shamisen (strumento a 3 corde della famiglia dei liuti) Importato dalla Cina nel periodo Muromachi (XV ‐ XVI sec.) è costituito di una cassa rotondeggiante ricoperta di pelle di serpente e di tre corde, originariamente pizzicate con le dita e in seguito con un plettro, detto “bachi”. Utilizzato da musicisti ciechi nell’accompagnamento di brano vocali, nella musica per il teatro e nell’accompagnamento di ballate popolari, divenne lo strumento fondamentale nelle rappresentazioni di teatro kabuki e bunraku. koto (strumento musicale cordofono appartenente alla famiglia della cetra, derivato da uno strumento cinese). Introdotto in Giappone durante il periodo Nara (710‐784) è costituito da una cassa armonica, lunga circa 2 metri e larga tra i 24 ed i 25 cm e da 13 corde di uguale diametro e tensione, poggiate su di un ponticello mobile e pizzicate con un plettro simile a un'unghia. Esistono versioni moderne dello strumento anche a 17 e 21 corde. Info/immagini:
FedericaLippi/[email protected]