E dalle ombre emerge il “noto servizio”

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E dalle ombre emerge il “noto servizio”
E dalle ombre emerge
il “noto servizio”...
Stelle Bastarde
di Claudio Sabelli Fioretti
Chiarelettere
Pp. 210 - Euro 12,00
Tra spie e golpisti,
una trama rossa e nera
di Armando Pepe
beneficio di chi non sa dell'esistenza del “noto
servizio”, essendosi fermato alla struttura segreta “Gladio”, venuta alla luce all'inizio degli anni
Novanta, il professor Giannuli, consulente del giudice Salvini, ha scandagliato gli archivi di tutta
l'Italia, alla ricerca di fatti, persone e cose che si
uniscono - per chi conosce la storia degli anni Sessanta e Settanta - in un'unica grande trama rossa e nera, talvolta più rossa, talaltra più nera. Il
“Noto Servizio”, nato all'indomani del secondo
dopoguerra, prende forma dalle spoglie del fascista
Sim (Servizio Informazioni Militari) diretto dal IL NOTO SERVIZIO.
generale Mario Roatta; struttura segreta, composta GIULIO ANDREOTTI
da non più di 150 persone, ebbe un ruolo non se- E IL CASO MORO
condario nei principali avvenimenti che hanno se- di Aldo Giannuli
gnato la nostra storia dal 1945 al 1975 o giù di Marco Tropea editore
lì. Il "noto servizio" agì in modo che si concre- Pp. 350 - Euro 18,00
tizzasse il divorzio ideologico e politico tra Pci e
Psi all'inizio degli anni Sessanta, fu presente nel Golpe Borghese (di cui
parla un bel libro di Camillo Arcuri, edito dalla Bur) nella notte tra il
sette e l'otto dicembre 1970, ebbe parte nel caso Kappler e si inserì nei
casi Moro e Cirillo. Mail libro è importante pure per aver riportato alla
luce persone di cui si era persa la memoria: padre Enrico Zucca (francescano maneggione, capo della Fondazione Balzan che elargisce l'omonimo premio), l'onorevole Massimo De Carolis (democristiano e piduista), il geometra Adalberto Titta (uno degli uomini più in vista del
“noto servizio”). Aldo Giannuli ricostruisce anche la Milano degli anni
Sessanta (una città in cui il sindaco socialista Aldo Aniasi temeva di
essere assassinato per un vecchio fatto di guerra e trovò riparo in Adalberto Titta, suo vecchio compagno di classe all'Istituto Feltrinelli) e Settanta (con le strane morti di Giangiacomo Feltrinelli e del commissario Luigi Calabresi, mentre indagavano entrambi sull'eversione di destra). Della Milano degli anni Settanta il professor Giannuli ci descrive gli umori neri e inquietanti della politica deviata dalla P2, della morte del giornalista dell’Unità Mauro Brutto (travolto da un'automobile
in una altrettanto misteriosa morte; mi preme ricordare che di Mauro Brutto manca la voce su Wikipedia) che indagava sull'eversione della destra milanese e sull'omicidio di Fausto e Iaio, giovani del Centro
Sociale Leoncavallo. Anche Walter Tobagi indagava sul terrorismo nero. La terza parte del
libro verte sul Caso Moro, sulle strane implicazioni di Oltreoceano attraverso la figura di Steve Pieczenik, legato al Noto Servizio. Poi si parla del Caso Cirillo, che ebbe tutt'altro esito ed incrinò la teoria della fermezza,
applicata solo con Moro. Il noto servizio muore nei primi anni Ottanta, proprio all'ombra
del Caso Cirillo; ne raccoglie le ceneri Francesco Pazienza, il faccendiere del Supersismi.
malvisto al suo dittatore.●
A
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Perché gli oroscopi sono sempre meravigliosi se
la vita, quella vera, fa schifo? Se lo chiede, con
la sua consueta e pungente ironia, il giornalista
Claudio Sabelli Fioretti, autore di Stelle Bastarde
(Chiarelettere). Un libro che ha riscosso un
giusto successo nel pubblico perché in esso,
finalmente, si rifuggono le idiomatiche frasi
ruffiane e accomodanti che contraddistinguono
gli astri e del resto, vista la crisi mondiale e
l’aria di recessione che tira, oggigiorno anche
gli oroscopi devono sapere essere più crudi e
realistici, magari un pizzico cattivi. Sabelli
Fioretti affronta lo zodiaco segno per segno,
dedicandosi all’uomo e alla donna (Il Leone e
la Leona, ad esempio) con una penna sempre
sferzante che si scatena davvero nel ritratto dei
vip. Ma piuttosto che scegliere George Clooney,
Sabelli Fioretti gli preferisce Sandro Bondi,
Renato Brunetta piuttosto che Paul McCartney,
Angelino Alfano invece di Bill Gates e Clemente
Mastella invece di Nicolas Sarkozy. Con esiti
davvero esilaranti e scoperte che lasciano il
segno: «Silvio Berlusconi è un’evidente falla nel
sistema astrologico.
È nato lo stesso giorno di Bersani, dovrebbe
avere lo stesso carattere. Per questo ha chiesto
a Niccolò Ghedini di metter mano a una riforma
dello zodiaco».
Ma si farebbe un torto a Sabelli Fioretti se non
si prendesse davvero sul serio il suo antioroscopo, del resto, aboliti i buonismi, il suo
ritratto al vetriolo è spesso assai calzante. Letto
poche pagine per volta o tutto d’un fiato, Stelle
Bastarde riserva risate e riflessioni, con
definizioni lapidarie da sottolineare con il lapis
e riproporre a tavola al posto delle consuete frasi
trite e ritrite: l’Ariete è un capoccione, il Toro
è ossessivo, il Gemelli è un cacadubbi, il
Cancro è pazzo, il Leone è prepotente, il
Vergine è un pignolino, il Bilancia è un codardo,
lo Scorpione è un musone, il Sagittario è un
mitomane, il Capricorno è un insensibile,
l’Acquario è un visionario e il Pesci è un
bislacco. Ovviamente Stelle Bastarde non è
affatto un libro adatto ai permalosi e a riprova
di ciò basta tener conto del trattamento
riservato ai Gemelli e al suo testimonial:
«Renato Brunetta una volta era socialista. E
come quasi tutti i socialisti, oggi sta con
Berlusconi. È tipico dei Gemelli che, curiosi
come sono, adorano sperimentare tutto».
Francesco Musolino
L'orgoglio
di Don Abbondio
L’IMPRESA VISTA DAI PERDENTI
di Pierluigi Celli
Aliberti Editore
Pp. 76 - Euro 8,50
Poesie, sogni, desideri impalpabili come un pomeriggio di sole scelto appositamente per dare le dimissioni, senza immalinconirsi troppo.
Tempo coraggiosamente negato ad un lavoro
che non si condivide e tempo che si vorrebbe dedicare al lavoro senza speranze di successo. Tempo che ci si accorge di aver perso
per strada, la testa che gira a vuoto, ansie ed
incubi. Questa è L’impresa vista dai perdenti di
Pier Luigi Celli, il quale, dopo aver raccontato il lavoro dal punto di vista di chi fa carriera seguendo la spietata logica del “mors tua
vita mea”, lancia ora un’occhiata indietro
guardando il lavoro con gli occhi di chi non
scalerà mai le vette del potere, pur avendo un
curriculum eccezionale, a causa della sua incapacità di inserirsi nella sofisticata economia dei rapporti aziendali, densi di apparenza e di freddo pragmatismo.
Ventisei brevi racconti che sfiorano registri letterari differenti. Si passa lievemente dai toni lirici riservati al ricordo della figura paterna e
dei suoi silenzi, che ora si sentono più di mille urla, a quelli comici e romaneschi che riguardano lo scassinatore Franchino di Torre
Spaccata, sino a quelli quasi grotteschi che mostrano l’ascesa dell’aspirante manager, l’ipocrisia di alcune politiche aziendali o di parte
del clero. Quest’ultimo appare esposto alle
correnti, incapace di assolvere a quella funzione di punto di riferimento che la nostra cultura occidentale tradizionalmente gli assegna
da secoli, soprattutto nei momenti storici più
delicati. Così il padre confessore, di fronte alla giovane donna che si reca da lui per aver
consiglio, chiedendogli se deve cedere alle lusinghe del suo capo per non perdere il posto
di lavoro, può inaspettatamente rispondere:
“Potrebbe suonare male, ma ecco… una trasgressione della carne… cosa vuole, siamo così deboli… si dimentica. Non fa male ad altri”.
Un mosaico di vite umane costruito con elegante ironia in cui le amarezze si mescolano
all’amore per la vita, il disagio profondo e il
vuoto di passioni affievoliscono l’impeto della giovinezza. Un libro che invita a tirar fuori
la testa dalla sabbia e a guardare lontano, con
maggiore pazienza ma meno rassegnazione,
iniziando davvero a combattere e a dire no se
è possibile, perché «anche don Abbondio talvolta ha un soprassalto di orgoglio».
Chiara Coco
19 gennaio 2012
Quando gli ateniesi
scrissero la storia
LA BATTAGLIA DI MARATONA
di Peter Krentz
il Mulino
Pp. 279 - Euro 25,00
L’infame segnale fatto con lo scudo, la corsa di Filippide per annunciare “la” vittoria
storica. E poi i tentativi di delegittimazione delle ricostruzioni di Erodoto e soprattutto la descrizione analitica di menti argute
e strategie militari. Peter Krentz, docente di
cultura classica e storia al Davidson College, dopo The thirty at Athens e l’edizione
commentata di Erodoto e degli Stratagemmi di Polieno, ci delizia con un saggio di elevata qualità. Tessendo una sottile tela per
comporre il quadro di una delle battaglie più
interessanti e decisive per il corso della storia: lo scontro nella piana di Maratona. Dove
Milziade, uno dei dieci strateghi eletti dall’assemblea ateniese, dopo sette giorni trascorsi a osservare i persiani che mettevano
a ferro e fuoco la piana e in attesa dei rinforzi spartani che tardavano ad arrivare, decise di sferrare un contrattacco. Rischioso,
con numeri impari: ma vincente. Perché nonostante le deficienze strutturali dei greci,
come il fatto che non disponessero di arcieri
e cavalieri sufficienti a controbattere i persiani, Milziade alzando il braccio, decise di
attaccare. “Hormate kat’auton”, ovvero,
“correte contro di loro”: gli ateniesi percorsero di corsa una distanza di otto stadi
greci, circa un chilometro e mezzo. Prendendo di sorpresa i nemici che mai si sarebbero aspettati una furia cieca tanto rapida e letale. Seimilaquattrocento i persiani uccisi dagli ateniesi, contro poco meno
di duecento perdite; Dario che fece ritorno
in patria senza neanche un ateniese prigioniero. Numeri incredibili, a detta di
molti strateghi militari e storici di geopolitica. Ma il lavoro di Krentz mira anche a
smontare le critiche che negli anni erano
piombate su Erodoto, accusato di aver riportato particolari non veritieri, mescolati
a episodi soprannaturali, sogni e coincidenze
divine. E invece il volume giunge, attraverso
una serie di minuziose ricostruzioni geografiche, territoriali, politiche e militari, alla
considerazione dell’attendibilità completa
del racconto erodoteo.
La tromba suonò, e gli ateniesi partirono
di corsa: i persiani, stupefatti, credevano che
i nemici fossero dei folli. E invece scrissero la storia.
Francesco De Palo
Mille anni a Camaldoli a cura di Tonino Ceravolo
Mille anni di storia, spiritualità e
meditazione. Con i contributi di
Armando Matteo, Ugo Fossa,
Ubaldo Cortoni, Matteo Ferrari
ecco
il
primo
volume
interamente
dedicato
all’insediamento monastico di
Rubbettino
Camaldoli. Non solo un luogo di
Pp. 248
puro raccoglimento, ma anche di
Euro 48,00
ricerca e soprattutto di dialogo.
Ovvero tra la vita eremitica di
monaci che vivono in celle separate e si
ritrovano insieme solo per la preghiera e
quella cenobitica di monaci che vivono nel
medesimo spazio conventuale. Due esperienze
diametralmente opposte che, proprio in virtù
di quel contrasto, rappresentano la spina
dorsale dei camaldolesi, a metà strada tra
eremo e monastero. Qui si sono riuniti i grandi
del Rinascimento fiorentino, qui dai primi del
Novecento si incontrano gli universitari della
Fuci, qui videro la luce le pagine del Codice di
Camaldoli, qui provano da trent’anni a meglio
conoscersi Ebrei e Cristiani.
Qui, da mille anni, si danno appuntamento
anime pensose del mistero di Dio e del mistero
dell’uomo.
Diversamente Svezia
di Marco Buemi
Non solo patria dell’Ikea, ma un
esempio di realtà politica,
economica
e
sociale
all’avanguardia. La Svezia
descritta come evoluzione
perpetua, luogo mai domo e
Infinito edizioni
sazio che, nonostante i morsi
Pp. 96
della crisi, non rinuncia a
Euro 12,00
investire in ricerca e istruzione
(con l'integrazione degli immigrati fungere da
verricello sociale). Il libro mira a scartavetrare
le nozioni generali note sulla Svezia, per
approfondire analiticamente come e perché
tutti funzioni e come appaia oggi. Dalla
burocrazia alla disoccupazione che non
preoccupa, dal welfare sociale che ha
contribuito ad assistere sistematicamente i
cittadini, all’integrazione degli stranieri ormai
dato di fatto.
E assimilato dagli stessi cittadini. Un paese dove
la parità dei sessi ha raggiunto il livello
massimo del pianeta. Ovvio che vi siano anche
dei limiti, ma affrontati nella consapevolezza
che oggi forse le cose sono cambiate: il libro
vuole essere un’aggiornata riflessione sulla
realtà politica economica e sociale di questo
Paese che per decenni ha rappresentato un
modello da imitare.
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