Foto aeree d`epoca - IBC Emilia Romagna

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Foto aeree d`epoca - IBC Emilia Romagna
Foto aeree d'epoca
Nella prima metà del Ventesimo secolo la fotografia aerea fece passi da gigante, passando da
isolati esperimenti a metodici sorvoli che riprendevano tutto il territorio d'interesse, scattando
una foto dopo l'altra in “strisciate” continue, in cui
ogni scatto si sovrappone parzialmente al precedente, senza soluzione di continuità.
Questi voli servivano a scopi civili, come ad esempio per aggiornare la cartografia ricavando dalle
foto gli elementi di novità (case, strade, ferrovie...)
che si erano inseriti nel paesaggio, ed anche purtroppo a scopi bellici, come le foto scattate dalla
Royal Air Force (RAF) britannica durante la seconda guerra mondiale per individuare gli obbiettivi strategici e documentare gli effetti dei bombardamenti.
Oggi le fotografie aeree d'epoca ci offrono una testimonianza quanto mai diretta ed immediata di
come sia cambiato il paesaggio, appena messe a
confronto con le numerosissime foto aeree e satellitari che abbiamo a disposizione. È così possibile riconoscere, ad esempio, le forme dei campi
che seguivano i fiumi o le pendenze del terreno, e
le cui parcelle ricalcavano confini agrari romani
o medievali, oggi cancellati dall'esigenza di spazi
più ampi per l'agricoltura meccanizzata; i primi
insediamenti fuori dai centri storici, che ancora
valicavano di poco i confini stabili per secoli; le
impronte di antichi alvei fluviali...
Le foto IGM degli anni 1931-1937
Negli anni Trenta del secolo scorso l’Istituto
Geografico Militare (IGM) realizzò un volo per
documentare in modo sistematico l’evoluzione
dell’assetto territoriale italiano ed aggiornare
così la propria cartografia. Di questo volo è costituito un fondo presso l’Istituto dei Beni Culturali, Ambientali e Naturali della Regione
Emilia-Romagna, costituito da circa 3000 scatti; tutte le fotografie sono state scansite, e metà
di esse sono state anche georeferenziate; il
progetto per ultimarne la collocazione sul territorio è ancora in corso.
Tale patrimonio restituisce una testimonianza
impressionante della rapidità e profondità dei
San Giorgio di Piano (BO) negli anni Trenta
cambiamenti avvenuti nell’ultimo secolo, resa
particolarmente efficace dalle moderne metodologie di gestione informatizzata, che permettono la sovrapposizione di basi cartografiche e fotografiche di epoche diverse. E’ in questo modo possibile, ad esempio, riconoscere
elementi fossili la cui identificazione è facilitata dal confronto con la cartografia storica, di
cui si può quindi contribuire a posizionare con
più esattezza gli elementi rappresentati e oggi
scomparsi. Sono così riconoscibili, ad esempio,
parcellizzazioni agrarie oggi scomparse, che
conservavano limiti centuriali, o ricalcavano
andamenti del territorio riconducibili a strutture geomorfologiche quali dossi, conoidi e
meandri abbandonati; infrastrutture antiche
del territorio, rese oggi scarsamente o per
San Giorgio di Piano (BO) oggi
niente riconoscibili dall’urbanizzazione delle
campagne e dal tombamento di molti corsi
d’acqua; lo stretto legame fra infrastrutture viarie, impostate ad esempio, nella bassa pianura,
sui dossi più elevati ed asciutti del territorio, soggetto a periodiche esondazioni, e popolamento rurale, che si disponeva tipicamente lungo tali linee.
Le foto RAF degli anni 1943-1944
Le fotografie della RAF sono fotogrammi ripresi
in modo zenitale ad una quota oscillante tra i
6000 e i 9000 m circa, scattati dall'aviazione britannica (Royal Air Force) durante la seconda
guerra mondiale per individuare gli obbiettivi
dei bombardamenti e, in seguito ad essi, per documentarne l'effetto. Di questo volo è costituito
un fondo presso l’Istituto dei Beni Culturali, Ambientali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, costituito da 521 scatti, che sono stati
interamente scansiti e georeferenziati.
Castelfranco Emilia (MO) e il Forte Urbano, ancora ben conservato, in una foto del 1944
La stessa zona nel 2008, quando l’espandersi
dell’edificato ha fatto ormai perdere la distinzione fra i due nuclei storici
Queste fotografie testimoniano una situazione di
soli 60 anni fa, ma anteriore al boom economico
e quindi alla trasformazione delle zone rurali e
alla grande espansione delle periferie e delle zone insediate in genere. Vi si individuano quindi
elementi di grande interesse relativamente alle
infrastrutture preesistenti lo sviluppo dei sistemi di autostrade e tangenziali, alla loro relazione
con la forma originaria degli insediamenti, ad
una diversa divisione degli spazi agrari. Sono talora individuabili anche tracce di strutture scomparse, ma ancora riconoscibili, come ad esempio
strade non più attive, ma segnalate solo da un
segno più chiaro nel terreno. Attualmente è in
corso una collaborazione con l' Aerofototeca Nazionale di Roma e con altri Servizi regionali per
l'acquisizione e georeferenziazione delle numerosissime (circa 17000) fotografie della RAF relative all'Emilia-Romagna ed ivi conservate.
Le foto IGM degli anni 1954-1955
Come già negli anni Trenta, anche negli anni
Cinquanta l’Istituto Geografico Militare (IGM)
realizzò un volo per documentare in modo sistematico l’evoluzione dell’assetto territoriale italiano ed aggiornare così la propria cartografia.
Di questo volo è costituito un fondo presso l’Istituto dei Beni Culturali, Ambientali e Naturali
della Regione Emilia-Romagna, che copre tutto
il territorio regionale. Di un fondo sostanzialmente analogo il Servizio Geologico, Sismico e
dei Suoli della Regione ha curato la completa
scansione e georeferenziazione, che è stata messa a disposizione anche dell’IBC. Il principale
pregio di questa collezione, prima fra quelle a
nostra disposizione, è di offrire una completa
copertura del territorio regionale. Negli anni
Cinquanta lo sviluppo economico e la trasformazione del paesaggio rurale era ancora agli inizi, e
pertanto è ancora possibile riconoscere molte
forme oggi scomparse.
Antichi cordoni litoranei nel Delta padano: ogni
striscia chiara corrisponde ad un progressivo
avanzamento della linea di costa
Un’antica ansa del Po, resa riconoscibile dalla forma dei campi
I campi, ad esempio, mantenevano ancora le forme tradizionali, prima che la necessità di ampi
spazi di manovra per le moderne macchine agricole rendessero necessario sopprimere molte divisioni fra un appezzamento e l’altro. Essi ricalcavano spesso i limiti di antichi catasti agrari (ad
esempio della centuriazione romana) o la loro
forma irregolare poteva essere dovuta alla presenza di antichi corsi fluviali. Il popolamento,
lungi da avere una diffusione capillare come oggi,
si disponeva nelle zone più stabili, sicure ed
asciutte, e quindi la presenza di case disegnava
una mappa dell’ “abitabilità” di ciascuna zona. Ad
esempio strade ed abitazioni si disponevano, in
pianura, lungo i dossi sopraelevati lasciati da fiumi ormai scomparsi. Ancora, le diverse colorazioni del terreno indicano strutture sepolte, sia resti
di antichi insediamenti, sia, ad esempio, cordoni
di sabbia che sono quel che rimane di antiche dune costiere, abbandonate dal Po mentre progressivamente il suo delta avanzava rubando nuovi
spazi al mare.