n. 35 Anno 2011 - Associazione Salernitana di Filatelia e di
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n. 35 Anno 2011 - Associazione Salernitana di Filatelia e di
Gennaio/Febbraio Gennaio/Febbraio 2011 Cari amici e gentili soci, siamo pronti ad affrontare un nuovo anno filatelico denso di novità ed emissioni, e non solo!. La redazione rinnova a Voi tutti un felice anno nuovo colmo di felicità e ci auguriamo una maggiore partecipazione alla vita associativa da parte Vostra. Per le esigenze di reperimento ed acquisto di materiale filatelico: raccoglitori, fogli di aggiornamento e quanto altro Vi occorra potete contattare l’associazione. Si porta alla Vs. attenzione che è stata calendarizzata, e resa definitiva, la data della mostra organizzata dalla Federazione fra le Società Filateliche Italiane con il Gruppo Parlamentari Amici della Filatelia e dalle Poste Italiane nell’ambito delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia. Nella sala della Lupa di Palazzo Montecitorio a Roma si terrà la mostra ."Quel magnifico biennio 1859 - 1861" dal 29 Marzo al 5 Aprile 2011. La mostra narra le tappe e gli eventi della formazione dell'Unità Nazionale scanditi dalla storia della posta e della filatelia. La mostra comprende un prologo degli eventi succedutosi tra il 1796 ed il 1858 ed un epilogo degli accadimenti successivi dell'Unità fino ad oggi. A corredo verrà edito un catalogo illustrato a colori Il cui curatore scientifico ed organizzativo ed autore del catalogo: Bruno Crevato-Selvaggi. Le nostre riunioni si terranno presso la sede dell’ Associazione “La Nostra Libertà” alla Via Lucio Petrone n°69 – Salerno il giovedì dalle 17,30 alle 19,00. Vi lasciamo alla lettura del notiziario. AUMENTANO LE TARIFFE POSTALI! Come da copione , visto le insistenti voci di corridoio, il nuovo anno sarebbe dovuto essere foriero di aumenti tariffari, che avrebbero dovuto interessare, tra l’altro, anche gli invii ordinari per l’estero. Attese per l’anno nuovo, il 2011, ma il regalo è stato recapitato in netto anticipo, divenendo operativo già dal 30 Dicembre 2010!!! Ma procediamo con ordine e ripercorriamo le date che hanno scandito le tappe di avvicinamento all’aumento tariffario. Le Poste italiane già il 25 Giugno 2009 individuavano degli “adeguamenti tariffari relativamente ai prodotti postali universali riservati, al fine di conseguire, mediante il recupero dell'inflazione pregressa, una parziale copertura dei costi di erogazione del servizio ed una riduzione dell'onere derivante dagli obblighi di servizio universale”. Il 29 Settembre successivo il “Nucleo di Consulenza per l'Attuazione e Regolazione dei Servizi di Pubblica Utilità“, organismo tecnico del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, che è demandato a seguire la materia tariffaria e la regolazione dei servizi di pubblica utilità che non sono regolamentati da una specifica autorità di settore, si è espresso favorevolmente a tale aumento facendo si che il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani apponesse la propria firma sul provvedimento il 25 Novembre scorso. Tale decreto contiene le “Disposizioni in materia di invii di corrispondenza rientranti nell'ambito del servizio postale universale e tariffe degli invii di corrispondenza raccomandata e assicurata attinenti alle procedure amministrative e giudiziarie, nonché degli invii di posta non massiva per l'interno e per l'estero”. 1 Quindi il nostri beneamati dentellati da € 0,65, € 0,85 ed € 1,00 andranno in pensione, ma sorge spontanea una domanda: ‘’perché stilare il programma filatelico 2011 con tali valori pur sapendo di introdurre gli aumenti entro il 2010?’’. Misteri postali! Ai posteri l’ardua sentenza! Un esempio, vediamo come cambia Il primo porto, cioè lettera con peso fino ai grammi 20: “Zona 1” Europa e Mediterraneo” - passa da € 0,65 ad € 0,75; “Zona 2 ”Africa, Asia e tutta l’America” - da € 0,85 ad € 1,60; “Zona 3 ”Oceania da” € 1,00 ad € 2,00 Di seguito si riporta la tabella completa inerente le tariffe per l’estero: Posta Prioritaria per l'estero Scaglioni di peso Formato normalizzato Zona 1 Zona 2 Zona 3 fino a 20 gr. Formato compatto fino a 50 gr. oltre 50 gr. fino a 100 gr. 0,75 1,60 2,00 2,40 3,00 3,30 4,00 4,00 5,00 oltre 100 gr. fino a 250 gr. oltre 250 gr. fino a 350 gr. 4,50 5,50 7,00 8,50 8,00 12,00 Formato voluminoso fino a 350 gr. 7,00 10,00 15,00 oltre 350 gr. fino a 1000 gr. 9,00 14,00 20,00 oltre 1000 gr. fino a 2000 gr. 15,00 25,00 30,00 Notizia dell’ultima ora le Poste italiane hanno aggiornato l’elenco delle emissioni filateliche 2011, i dentellati oggetto di aumento tariffario come i valori da € 0,65 centesimi passano ad € 0.75! Sergio Mendikovic PACCHI DONO Al termine del conflitto mondiale il problema della ricostruzione era di certo il più urgente tra quelli da affrontare. Il popolo, stanco dopo anni di guerra, necessitava di ogni bene, soprattutto di quelli di prima necessità. Il piano Marshall di lì a poco avrebbe dato un importante impulso alla ripresa economica del nostro paese ma intanto bisognava fronteggiar i “piccoli” quotidiani problemi. Un aiuto consistente alla popolazione italiana venne fornito da alcune Associazioni Internazionali quali la C.A .R.E. Cooperative for American Remittance to Europe, membro della Commissione Presidenziale dell’Assistenza Post Bellica con sede in 50 Broad Street, New York, e la American Express Corp. La C.A .R.E. aveva realizzato e distribuito delle apposite cartoline indirizzate alla sede romana dell’Associazione grazie alla quali si poteva contattare un amico o parente negli Stati uniti d’America e chieder a questi di pagar 15 dollari per consentir la spedizione del pacco dono. Il pacco pesava 49 libbre e conteneva: carne, biscotti, legumi, zucchero e dolciumi, cacao e caffè, latte, burro, formaggio, sapone, fiammiferi, sigarette, ecc. il tutto per 40.000 calorie. La Cartolina Postale in figura della C.A.R.E. del 25/09/46 affrancata con 3 l. Democratica come richiesto per la tariffa CP. Come si può immaginare il peso di tali pacchi era notevole e i mezzi a disposizione per il recapito ancor minori pertanto al ricevimento del pacco le Poste Italiane avvertivano il destinatario con un apposito 2 avviso inviato in tariffa lettera, tassa a carico del destinatario, assolta con francobolli per pacchi postali a sezioni unite. Le tariffe che si succedono pertanto sono le seguenti: 2 lire dal 01/04/45 al 31/01/46 4 lire dal 01/02/46 al 24/03/47 6 lire dal 25/03/47 al 31/07/47 10 lire dal 01/08/47 al 10/08/48 15 lire dal 11/08/48 al 09/04/49 20 lire dal 100/4/49 al 31/08/59 A queste vanno aggiunte due eccezioni: il diritto per il recapito a domicilio del pacco che scontava una tariffa pari a 10 l . possibile fino al 24/03/47 Avviso Ricevimento Pacco Dono dagli USA del 13/8/46. Tariffa da 10 l . per recapito a domicilio assolta con 10 l . prima emissione di Luogotenenza Avviso Ricevimento Pacco Dono dagli USA del 25/6/46. Tariffa da 10 l . per recapito a domicilio con coppia di 3 l . Pacchi Regno con fasci al centro e coppia di 2 l . senza fasci al centro. Mista di diverse emissioni e la tariffa di 65/70 l. nel caso in cui l’avviso venga inviato una seconda volta ma raccomandato, possibile dal 10/04/49 al 31/08/59 Avviso Ricevimento Pacco Dono dagli Usa del 25/6/50. Avviso Ricevimento Pacco Dono dagli Usa del 30/5/58. Tariffa da 65 l . per il secondo avviso raccomandato con Tariffa da 70 l . per il secondo avviso raccomandato con 50 l . Pacchi Postali Repubblica e 15 l . Democratica Pacchi Postali Repubblica da 50 e 20 l Considerando l’aspetto filatelico e, nel caso particolare, l’uso nei relativi periodi dei francobolli pacchi postali notiamo quanto segue. Nel periodo iniziale ‘45/46 le diverse emissioni di pacchi postali in corso erano ben 3 ovvero l’emissioni di Regno dal 1927 con i fasci al centro e le altre 2 emesse in periodo Luogotenenziale ovvero con fasci sovrastampati e senza fasci al centro. Tali emissioni ebbero validità fino al 31/12/48, per cui le tariffe prima descritte vennero assolte con tali francobolli spesso in usi misti. La prima emissione utile di repubblica vide la luce il 06/02/47 con il valore da 10 l . al quale ne seguirono altri di più basso valore. L’uso di tali francobolli nei primi periodi è meno comune essendo pressante l’esigenza di smaltir le giacenze dei vecchi tipi; il loro uso diventò frequente solo negli ultimi anni degli anni ’40. 3 Altro caso interessante è invece la possibilità di realizzar le affrancature con pacchi postali misti a ordinari, nel caso specifico con valori della Democratica, specie i più bassi. A quanto detto occorre aggiungere che ovviamente vi era anche la possibilità di realizzar miste con commemorativi. Sottopongo inoltre un documento che ritengo interessante. Si tratta di una ricevuta di corriere per il trasporto pacchi da Genova a Messina. Si legge ben evidente l’indicazione “Servizio pacchi dono Sud America” realizzato dalla ditta R. Carbone & C. spedizioni marittime e terrestri con sede a Genova, agenti e consegnatari della “Transportes Europeos” di Buenos Aires. Si può dedurre dunque che tale ditta si occupasse del trasporto dei pacchi dono provenienti dal Sud America e una volta giunti in Italia si occupava direttamente della consegna. Tale canale di diffusione non prevedeva l’intermezzo di Poste Italiane, ciò risulta evidente dall’utilizzo della sola metà destra dei pacchi postali a conferma che si tratta della tariffa per pacchi in concessione. Infatti per il trasporto di colli fino a 5 Kg . nel periodo in questione (Febbraio 1948) la tassa Monopolio Postale era di 25 l . Rappresenta dunque un esempio di gestione dei pacchi dono diverso da quello realizzato da Poste Italiane, in questo caso dunque non veniva inviato alcun Avviso di Ricevimento ma il pacco consegnato direttamente a domicilio. Aniello Veneri BANCO DI NAPOLI: I MINIASSEGNI DI FATA MORGANA Negli anni ’70, per sopperire alla scarsità di spiccioli in circolazione nelle transazioni commerciali, spesso venivano dati, come resto ai clienti, francobolli, caramelle o gettoni telefonici. Si pensò di ovviare a questo problema “sfornando” i miniassegni, cioè dei piccoli assegni circolari o al portatore emessi dalle banche nei tagli da 50, 100, 150, 200, 250, 300 e 350 lire e usciti per la prima volta nel 1975. Si trattò di veri e propri assegni circolari di piccolo taglio (perciò miniassegni) intestati ad enti o società che consentirono alle banche di aggirare il divieto di emettere moneta (prerogativa esclusiva delle banche centrali). Si verificò una vera e propria invasione che interessò una trentina di banche, più di 800 tipi diversi, per un ammontare di oltre 200 miliardi di lire. Per le banche fu un affare colossale, dal momento che moltissimi di questi pezzi di carta, facilmente usurabili, andarono distrutti, o finirono in mano ai collezionisti o, peggio ancora, rimasero dimenticati nei cassetti. Subito dopo le prime emissioni, dietro una spinta speculativa, si scatenò una vera e propria “caccia al miniassegno”, che interessò non solo gli italiani, ma attirò molti investitori da Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti che si rivolgevano direttamente alle banche o si rifornivano sui mercatini per soddisfare le forti richieste collezionistiche provenienti dai rispettivi Paesi. L’uscita, poi, di un catalogo a colori con le quotazioni di tutti i pezzi emessi, ampliò enormemente la base collezionistica nel nostro Paese. La corsa verso questa nuova forma di collezionismo entusiasmò gli italiani che investirono nei miniassegni i propri risparmi (qualcuno addirittura la liquidazione di fine carriera) considerandoli beni rifugio, dal momento che alcuni miniassegni raggiunsero in poco tempo prezzi da capogiro: il 100 lire del Banco di Napoli del 12 marzo 4 1976, intestato al “Consorzio Fata Morgana” superò, poco dopo l’emissione, il mezzo milione di lire, e quello emesso sempre dal Banco di Napoli, per lo stesso importo, all’ordine del “Centro Diffusionale Commerciale di Locri” raggiunse la cifra di ben 2 milioni di lire! Sotto l’incalzare degli organi di stampa, che si facevano portavoce della progressiva insofferenza dei cittadini verso questi pezzi di carta che, per la scarsa qualità, circolavano in forma sempre più consunta e stropicciata, la Zecca italiana, sul finire del 1977, potenziò le sue attrezzature mettendo in circolazione qualche centinaio di milioni di pezzi della nuova moneta da 200 lire e aumentò anche l’emissione di spiccioli da 50 e 100 lire. Questa decisione della Zecca segnò l’inizio della fine dei miniassegni che, gradualmente, uscirono di scena, facendo scemare drasticamente gli scambi e le vendite commerciali. In tempi recenti il mercato dei miniassegni dà qualche segnale di risveglio. Sarà nuova gloria? Lanfranco Cirillo LA POSTA DELLA BASE ATLANTICA DI BORDEAUX Nell’Agosto del 1940 la Marina Italiana, in base alle clausole armistiziali, costituiva a Bordeaux il Comando Superiore delle Forze Subacquee Italiane in Atlantico col nome convenzionale di "Betasom": in questa base avrebbero dovuto confluire i sommergibili atlantici di grande tonnellaggio,dove avrebbero potuto anche avere riparazioni e riposo per il personale. Presso questa base fu istituito uno spaccio dove si potevano trovare anche i francobolli per le lettere che si inviavano in Patria, secondo accordi fra Poste e Marina e le lettere venivano censurate in loco, mentre quelle in arrivo venivano censurate presso il Ministero della Marina in Roma. Dopo l’8 Settembre 1943 la base cessò di funzionare come base italiana e tutto il personale sia militare che civile venne considerato internato. La base venne definitivamente abolita il 25 Agosto 1944 dopo aver subito vari bombardamenti aerei, che la misero in condizione di non poter più funzionare. I francobolli usati negli anni 40-43, secondo Bernardelli, autore di studi approfonditi su questa base, furono i seguenti: 1. serie imperiale: 5,10, 20, 25 e 50 centesimi; 2. Alleanza italo-tedesca: cent. 10, 20,2 5, 75. e £ 1,25; 3. Tito Livio:20+10 e 30+15 cent. 4. Posta aerea 1930-32: cent. 25 e 50 e £ 5 lire (di uso raro). Per un certo periodo la base rimase priva di francobolli e le lettere furono spedite purché recanti la dicitura "zona sprovvista di francobolli", a cura dei mittenti. E’ probabile, secondo il Bernardelli, che siano stati usati anche altri francobolli oltre quelli menzionati, anche con finalità filateliche. Nell’Ottobre 1943 dipendendo la Base dalla Repubblica Sociale (comandante la base era il capitano di vascello Enzo Grossi) fascistizzò le rimanenze dei francobolli creando la dicitura "Italia Repubblicana Fascista Base Atlantica" disposta su cinque righe in modo da coprire completamente ogni francobollo: fu scelto il corpo tipografico "6 elzeviro", perchè il più sottile per coprire i francobolli esistenti. L’operazione di copertura con la dicitura sopradetta fu molto accurata e su ogni francobollo si leggeva la sovrastampa: sarebbero stati sovrastampati circa 150.000 francobolli, con una prevalenza del 10 e del 50 centesimi. I francobolli sovrastampati furono il 10, 20, 25, 30 e 50 centesimi. Del 15 cent. furono sovrastampati 90 esemplari che non furono dati allo spaccio, ma rimasero nelle mani di poche persone che li usarono anche per affrancare corrispondenze a fini solamente speculativi. Questa varietà di francobolli subì varie ….. furbizie a fini filatelici speculativi: la parola "fascista" a volte mancava della "t", si usarono I maiuscole per carenza di i minuscole, sovrastampe doppie, sovrastampe rovesciate ed altre alterazioni .comandate a fini speculativi e quindi abusive. 5 Alcuni pensarono addirittura di far sovrastampare valori della serie imperiale in Italia, mai esistiti presso la Base di Bordeaux. Tutti cataloghi riportano una serie di 5 valori (10, 20, 25, 30 e 50 cent..) con la sovrastampa a "corpo 8bastoncino stretto" che in realtà furono stampate in 210 serie e mai vendute presso lo spaccio, ma detenute da qualche .... pezzo grosso, che si preoccupò di usare regolarmente questi francobolli su posta in partenza, considerandoli come "saggi”. Questi francobolli di dubbia origine hanno il loro interesse filatelico anche se non possono essere inseriti in un catalogo ufficiale dei francobolli della base "Betasom". Esiste un’altra serie comprendente quasi tutti i valori della imperiale fino al 10 lire, compresi espressi, propaganda di guerra ed aerea "Pegaso" al completo. Questa serie porta la soprastampa su 4 o 5 righe "Repubblica Sociale Italiana Base Atlantica" oppure "Italia Repubblicana Fascista Base Atlantica". Questi francobolli furono dichiarati "saggi" creati a Bordeaux, ma secondo alcuni furono creati da compiacenti tipografie in Italia con carattere "neretto" o "bastoncino" in quanto presso la base vi erano solo le serie 10, 20, 25, 30 e 50 cent.. per cui è impensabile che si approntassero saggi con 35 varietà di francobolli di “BASE ATLANTICA" con l’accento sulla E di repubblica tipicamente francese. Usando i soli tagli da 10, 25, 30 e 50 cent.. di usuale consumo si stamparono quantitativi di circa 50.000 esemplari in tutto e regolarmente consegnati allo spaccio nell’anno 1944 e fu l’ultima emissione. I bolli di annullamento usati nella base atlantica furono tre: 1. Bollo "Conalbi" con la dicitura "XI Gruppo Sommergibili" usato dal 15.10.1940 al 4.11.1942 impresso in nero, viola ed azzurro; 2. un bollo metallico a data girevole con la dicitura "Forze Subacquee Italiane in Atlantico" e stemma dello stato in alto; 3. Bollo simile al precedente usato dopo l’8 Settembre 43 con lo stemma scalpellato esiste una busta con un bollo non scalpellato datato 18 Gennaio 1944: dobbiamo supporre che il bollo è stato scalpellato dopo il 18 Gennaio, confermato dal fatto che la prima data nota del bollo risale al 30 Novembre 1943, ma è fornita di un bollo di favore posto su un francobollo della base. E probabile che il bollo sia stato retrodatato per creare, forse, una busta primo giorno. Prima dell’8 Settembre si usavano per le raccomandate cartellini con la scritta "Betasom", ma dopo questa data tutto fu cambiato. La posta veniva raccolta e consegnata ad un sottufficiale corriere che la portava presso la Posta Centrale di Spezia o presso l’arsenale di Muggiano timbrate con 4 timbri diversi recanti le dizioni La Spezia e Muggiano. Inoltre dopo l’8 Settembre le corrispondenze spedite dal personale della base dovevano recare oltre che i dati anagrafici ed il grado una lettera "B" maiuscola e come sede "La Spezia" ed inoltre bisognava aggiungere la dizione "Betasom" "Posta da campo N°781". Nel Maggio 1944 i tedeschi decisero che la posta italiana dovesse confluire con quella tedesca e bisognava aggiungere la sola dizione "Feldpost 85071" ed inoltre le lettere venivano censurate prima dagli italiani, poi dai tedeschi. In Italia si poneva un bollo con il numero dell’ufficiale censore e doppio cerchio, mentre i tedeschi aggiungevano il classico bollo della Feldpost comune a tutte le lettere censurate. L’alto valore raggiunto dai francobolli della base atlantica ricercati anche da tedeschi e francesi hanno spinto i falsari a creare sia francobolli che timbri falsi, più facilmente imitabili dei primi, mietendo molte vittime per cui è consigliabile molta cautela nell’acquisto di questi francobolli. Aldo Baldi RINNOVO QUOTA ASSOCIATIVA ANCHE QUESTO ANNO SI REITERA LA CAMPAGNA PROMOZIONALE “NUOVO SOCIO” – CHI PRESENTERA’ UN NUOVO SOCIO AVRA’ L’ISCRIZIONE 2011 GRATUITA!!!!!!!!!!!! Le quote di iscrizione per l’anno 2011 potranno essere corrisposte o direttamente al Tesoriere in associazione o tramite pagamento tramite ricarica postepay n°4023600570992042 intestata ad Aniello Veneri per l’importo di 35,00 € come lo scorso anno. E’ importante comunicare l’avvenuto pagamento al Presidente tramite telefono 0828/304638, cellulare 333/5981637 od e-mail [email protected] CONT@TTI RED@ZIONE Per suggerimenti, segnalazioni, correzioni, critiche, apprezzamenti, chiarimenti, offerte di collaborazione e quant’altro, potete contattare: Aniello Veneri [email protected] Giuseppe Preziosi [email protected]. Sergio Mendikovic [email protected] 6