Senza Nome-1

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Senza Nome-1
La 194 legittima l’infanticidio di bimbi malati
Qualche anno fa nell’ospedale Careggi di Firenze il piccolo
Tommaso fu estratto vivo a 22 settimane (foto accanto: è un
bambino!) per una curabilissima malformazione all’esofago
peraltro rivelatasi inesistente. Fallito l’aborto, i medici tentarono,
ma inutilmente, di rianimarlo per evitare conseguenze penali
previste dalla stessa 194 (art. 7). La legge non pone limiti alla
uccisione del bimbo che, se malato, può avvenire - col pretesto
del “grave” rischio della salute psico-fisica della donna (art.
6) - fino a poche settimane prima della sua nascita.
Il sofisma dell’aborto clandestino
Oggi molti cattolici ragionano così: “l’aborto è un grave peccato, è vero. Ma
la legge 194 non è poi così male, anzi è necessaria per evitare l’aborto clandestino”.
A parte il fatto che l’aborto clandestino è tutt’altro che scomparso, questa tesi è
fuori di ogni logica. Se l’aborto è male perché un bambino viene ucciso esso va
vietato, non legalizzato. Anche i furti, gli stupri e le rapine esistono, ma nessuno
si sogna di risolvere il problema rendendoli legali e finanziati dallo Stato.
La 194 è contro la donna
Questa legge, ottusa e ipocrita, non coglie il vero dramma della donna che
dice di voler tutelare. Essa prevede finanziamenti agli ospedali (circa 2000 euro
per ogni aborto) ma le nega un sostegno per aiutarla a crescere il figlio. I consultori,
nel loro distorto senso della prevenzione, diffondono
solo contraccettivi. Inoltre, come può una legge che
fonda il diritto all’aborto sulla esistenza di rischi (“seri”
fino 90 gg, “gravi” oltre) per la salute psichica e fisica
della donna, ignorare i sensi di colpa e i rimorsi che
spesso la spingono verso stati di depressione e perfino
al suicidio che, secondo studi internazionali, con l’aborto
procurato aumentano del 60% e del 10%? Ed ecco la cieca risposta: una semplice
pillola, la RU486, e via il trauma dell’intervento chirurgico, via i sensi di colpa. Per
molti giorni, a volte settimane, la donna dovrà cercare, tra nausea, perdite di sangue,
vomito e contrazioni dolorose, di riconoscere nel WC l’embrione per verificare se
è stato espulso. Ogni commento è superfluo. Dov’è qui l’amore per la donna?
La 194 è contro la famiglia
Per questa legge la donna, anche se minorenne, può abortire senza dire
nulla ai genitori e addirittura contro la loro volontà (art. 12) in violazione
della Costituzione. Il marito, il padre del bimbo, non può opporsi (art. 5). La
donna viene così isolata dalla sua famiglia e lasciata con un peso enorme
di fronte al destino del figlio di cui ha potere di vita e di morte. La 194,
dunque, non è solo omicida verso il nascituro, ma introduce un’intollerabile
offesa alla famiglia nei suoi legami più solidi e naturali.
Meglio l’adozione, no alla fecondazione artificiale
Di fronte al vuoto della legge resta la risposta di amore disinteressato dei volontari
che operano nei 300 Centri di Aiuto alla Vita in Italia. Essi amano il bimbo e la sua
mamma offrendole, pur nella limitatezza di mezzi, tutti gli aiuti possibili,
anche economici, restituendole serenità nell’accoglienza del suo
bambino. Ma allora, si obietta, la donna dovrà subire una maternità
che non riesce ad accettare? Non è necessario: al momento del parto
la legge le consente (ma può sempre ripensarci entro 60 giorni) di
non riconoscere il bambino che sarà dato immediatamente in adozione
a una coppia che gli assicurerà il suo amore. Questa soluzione,
suggerita dalla sapienza di una santa, Madre Teresa, limiterebbe anche
il ricorso alla fecondazione artificiale, un’altra pratica ingiusta
(regolata dalla legge 40 altrettanto ingiusta) perché provoca stragi di embrioni.
L’ipocrisia più sfacciata nella 194
Geniali quanto ipocrite operazioni lessicali furono inserite nel testo della legge per
ingannare il lettore superficiale per indurlo a credere che la 194 “è una buona legge”
e per anestetizzarne la coscienza. Nel titolo, infatti, si legge: “Tutela sociale della
maternità”. I termini mamma, bambino, embrione o figlio sono
oscurati. Ma l’ipocrisia più grande della 194 risiede nell’affermazione: “lo Stato tutela la vita dal suo inizio” (art. 1). Come è
possibile se più di 5 milioni di bimbi sono stati uccisi proprio
secondo questa legge? Cinico aggiramento delle leggi che condannano l’omicidio. La Costituzione è violata, i giudici (ma quale
giustizia amministrano?) chiudono un occhio evitando accuratamente di interpellare la scienza sulla questione fondamentale lasciata volutamente in
ombra nella legge: ma quando inizia la vita? Se lo facessero, la scienza risponderebbe
che la vita inizia dal concepimento, e che l’embrione già nelle prime settimane, come
si vede dalle foto, è un’autentica meraviglia, un nostro piccolo fratello.
ABORTO DI STATO
il Male da togliere
Mai ci rassegneremo alla vergogna di una legge
disumana, la 194/78, che ha trasformato
in diritto un abominevole delitto
La 194 mette a rischio la pace: cancelliamola!
“L’aborto è il maggiore distruttore della pace perché se una madre può uccidere il
proprio figlio, allora nessuno potrà impedire di ucciderci a vicenda” (Madre Teresa). Una
società che si dà una legge di morte come la 194, non può, dunque, avere un futuro di
pace. Allora, come disse don Oreste Benzi, il male va tolto, non regolato. Ecco in sintesi
il nostro obiettivo: abrogare la legge 194, emanare leggi a sostegno della maternità e
la famiglia, favorire ulteriormente l’adozione del bambino al momento della nascita.
Chi vuole contribuire (il costo a copia è pari a 3 centesimi)
servirsi del ccp n° 12827823 intestato a:
CENTRO DI AIUTO ALLA VITA BENEVENTO - ONLUS
Per richieste non inferiori a 20.000 copie (costo 600 euro)
questo spazio può essere personalizzato con propri loghi, sponsor ecc.
Per gli aiuti alle mamme in attesa: SOS Vita 8008 – 13000
In caso di timore per la salute del feto: Tel. Rosso 06-3050077 e sito www.gravidanzafelice.com
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Arti inferiori
di un embrione
di 54 giorni
“Quando una maggioranza
parlamentare decreta
la legittimità
della soppressione della vita
umana non ancora nata,
assume una decisione
tirannica nei confronti
dell’essere umano
più debole e indifeso”
(Giovanni Paolo II)
Una strage legale di oltre 5 milioni di bimbi!
Degli oltre 5 milioni di condanne a morte eseguite in Italia, di cui 121.000
solo nel 2008, non è di bon ton nemmeno fare cenno. Eppure tante sono le
vittime di una legge dello Stato italiano, la n. 194 del 22 maggio 1978 che ha
reso legale, gratuito e assistito la pratica dell’aborto. La enormità di queste cifre
appare in tutta la sua evidenza se si rapportano alle nascite annue: poco più di
540.000 negli ultimi anni. Circa un bambino su cinque viene abortito in nome
della libertà della donna. Ma ecco cosa è veramente questa legge disumana
che per molti rappresenta una “conquista civile”.
La legge 194, frutto velenoso…
…della menzogna
Nel 1971 il Psi presentò al Senato una proposta per l’introduzione dell’aborto
legale, libero, e gratuito, affermando che vi erano in Italia tra i 2 e i 4 milioni
di aborti annui, e che circa 25.000 donne all’anno morivano a causa di questi
interventi. Se tali cifre, che venivano riprese come attendibili da tantissimi
giornali, fossero state vere, una volta divenuto lecito e gratuito, l’aborto si
sarebbe dovuto diffondere ancor più. Invece nel 1979 quelli legali furono
ufficialmente, né 1, né 4 milioni, ma 187.752! Quanto poi alle donne morte per
pratiche clandestine dal Compendio Statistico Italiano del 1974 si legge che in
Italia, nell’intero anno, sono morte, per qualunque causa, 9.914 donne tra il 14
e i 44 anni, di cui 409 morte di parto. Altro che 25.000!
…della cattiva fede e della censura
Per convincere l’opinione pubblica della necessità di una legge per l’aborto
gli organi di stampa enfatizzarono i “casi pietosi” (stupri,
pericolo di vita della donna e malformazione del bambino).
Emblematico il caso di Seveso: a seguito della esplosione
dell’ICMESA (10/7/1976) e la conseguente nube di diossina
che colpì la zona, coloro che volevano la legge strumentalizzarono la vicenda sostenendo che la diossina faceva
nascere mostri. Sotto la pressione di questa campagna
mediatica ci furono 39 aborti. Nessuno dei corpicini mandati
in Olanda per essere sottoposti a esame risultò malformato. Ma di questo la
stampa schierata si guardò bene da darne il giusto risalto.
…della ignavia dei politici cattolici
La legge passò a maggio del 1978 (al Senato con appena 12 voti di scarto)
tra il disimpegno di numerosi parlamentari DC e il voto a favore dei cattolici
“adulti”. Il testo fu firmato da tre democristiani. Chi toglierà questa vergogna?
…della congiura
Ecco le parole, inquietanti, di Giovanni Paolo II: “siamo in realtà di fronte a una
oggettiva «congiura contro la vita» che vede implicate anche Istituzioni internazionali,
impegnate a incoraggiare e programmare vere e proprie campagne per diffondere
la contraccezione, la sterilizzazione e l’aborto. Non si può, infine, negare che i
mass media sono spesso complici di questa congiura”. Contro la vita congiurano,
dunque, poteri occulti, come la massoneria, cui obbediscono molti giornalisti, politici
e giudici. Non a caso la 194 fu preceduta da una loro sentenza; come un’altra loro
sentenza, caso Eluana, ha aperto una breccia che condurrà all’eutanasia.
La 194 ha ridotto gli aborti?
Il vecchio luogo comune della propaganda abortista che attribuisce il calo del
numero degli aborti legali (ma solo dal ’82!) alla 194, è privo senso. Sarebbe
come affermare l’assurdo secondo cui aprendo un rubinetto dell’acqua il flusso
anziché aumentare diminuisse! Come possono, infatti, diminuire se agli aborti
viene tolto il freno della sanzione penale e resi addirittura gratuiti e assistiti?
L’analisi che segue dimostra, come è logico che sia, esattamente il contrario.
Da uno studio del
prof. Bernardo Colombo, demografo
dell’Università di Pisa, risulta che la stima
più attendibile del
numero di aborti prima dell’introduzione
della 194 - dal ’70 al
’75 - è attorno ai
100.000 (noi abbiamo
considerato la cifra di
130.000 nel 1975). I
valori annuali degli
aborti totali (legali e
clandestini) sono desunti delle relazioni
del Ministero della Salute che stimano in 40.000 gli aborti clandestini nel 1982,
e in 20.000 negli ultimi anni, pari, cioè a circa 15% degli aborti legali. Dal
grafico riportato sopra si osserva nel periodo 1975-1982 una spaventosa
impennata di oltre il 100% degli aborti totali e un contestuale brusco calo
delle nascite. Come si spiega ciò? Ecco il percorso che portò all’aborto legale:
nel ’75 una sentenza della Corte Costituzionale legalizza l’aborto “terapeutico”,
nel ’78 viene introdotta la 194, nel 1981 viene confermata col referendum. Netto,
dunque, il nesso tra legalizzazione e incremento degli aborti. La 194 è vista
da molti come norma morale (“c’è la legge, l’aborto è giusto”). La diminuzione
degli aborti dopo l’82, orgogliosamente e assurdamente sbandierata dagli
abortisti quale effetto benefico della legge, è dovuta invece al crollo dei
matrimoni (-21% dall’82!) e la loro dilazione, all’aumento dell’infertilità e
riguarda le donne con più di 19 anni. Le giovani di età inferiore, infatti,
evidentemente più esposte al veleno culturale della legalizzazione, dal 1991 al
2005, fanno registrare (fonte ministero della Salute) un incremento di ben 38,2%
mentre l’abortività generale si riduce del 12,7%.
Con la 194 due milioni di aborti in più!
Circa l’entità dell’incremento di aborti provocati dalla 194 in 30 anni, due
ricercatori dell’Università di Trento, E. Guis e D. Cavanna (“Maternità negata”,
Milano 1988) hanno rilevato che il 32% delle donne
che hanno abortito non l’avrebbe fatto se non ci fosse
stata la legge 194 a permetterlo. Infatti, dal 1978 al
2008 si è avuto: Aborti legali = 5.000.000; Stima aborti
totali (legali + 15% dei clandestini) = 5.750.000 di
cui il 32% è pari a: 1.840.000, che diventano circa 2
milioni potendo supporre nel periodo 1975-1982 un
più marcato effetto della legalizzazione. La curva
tratteggiata in rosso nel grafico riporta l’ipotetico
andamento dell’abortività senza la legge.
Gli animali più tutelati dell’embrione umano
E’ il più debole e indifeso tra tutti gli esseri umani. Dovrebbe essere il
più protetto e invece in Italia gli animali sono più tutelati di lui: rischia
la galera chi maltratta un cane (l. 189/2004).
La stampa più diffusa è contro di lui. Nessuna
forza politica considera tra le sue priorità la
difesa del fondamentale diritto alla vita. I politici
cattolici hanno ormai rinunciato a combattere
per l’abrogazione di una legge che Giovanni
Paolo II ha definito “intrinsecamente ingiusta”,
mentre per Benedetto XVI “non solo non ha
risolto i problemi delle donne, ma ha aperto
una profonda ferita nella società”. Per la beata
Madre Teresa: “I bambini non nati minacciati
dall’aborto sono i più poveri tra i poveri… La difesa della vita non è
politica, ma presupposto di ogni politica, perché ogni politica per essere
vera deve partire dalla difesa della vita...”.
Con la 194 l’aborto diventa fenomeno di massa
La 194 permette l’aborto entro i 90 giorni quando “la donna che accusi
circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la
maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o
psichica.” (art. 4), senza nessun obbligo di dimostrare l’esistenza di tali
condizioni. Ovviamente è impensabile che in tutti i 5 milioni di casi di
aborti una maternità avrebbe seriamente compromesso la salute fisica e
psichica della donna. In realtà, la 194 consente l’aborto anche per futili
motivi trasformandolo, ancorché presentato come un estremo rimedio
(art. 1), in fenomeno di massa e di controllo delle nascite: il 26% delle
donne che abortisce, infatti, lo fa più di una volta.