Alcuni dubbi ortografici
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Alcuni dubbi ortografici
Corso di Composizione di testi in italiano Prof. Gabriele Pallotti Materiali didattici Seconda parte A. a. 2002-2003 1 I PASSI PER SCRIVERE UN SAGGIO ACCADEMICO 1) RACCOLTA DELLE IDEE a) Brainstorming b) Consultazione delle fonti, sottolineandole ed eventualmente prendendo appunti se sono testi complessi c) Costruzione e riempimento di 'scatole' per la raccolta delle idee 2) STESURA DI UN PROGETTO LINEARE (SCALETTA) a) Accorpamento, divisione, collegamento delle scatole b) Stesura della scaletta in punti e sotto-punti 3) PRIMA STESURA DEL TESTO 4) REVISIONE/I a) Revisione stilistica (tagliare, chiarire, migliorare la forma) b) Revisione dei contenuti (integrare con nuove fonti, raccolte usando lo schema delle sezioni già scritte; inserire ulteriori sezioni; tenere conto dei suggerimenti dei lettori) 5) STESURA FINALE 2 Saper vedere l'argomentazione La forma più adatta La "forma" non è mai una "scatola vuota", da riempire indifferentemente di qualsiasi contenuto, ma è un vero e proprio "mettere in forma" il proprio pensiero. Così, se devi scrivere un'argomentazione, tutta in verticale, fatta di passaggi logici, sempre convincenti, allora dovrai scegliere uno stile adatto. Per questo dovrai usare soprattutto una sintassi dove una frase implica l'altra. molto In generale, ti converrà usare delle subordinate, ma non solamente le solite, le più usate, che sono le causali e le temporali, ma anche le altre, che pure conosci. Ad es. Non dire solamente perché, o quando, ma prova anche a utilizzare gli infatti, i sebbene, i se... Ad esempio una frase del tipo: "Era caldo, ma sono uscito di casa" è una frase estremamente povera, solo descrittiva di una situazione banale, ma se la trasformo in concessiva "Sebbene fosse caldo, sono comunque uscito di casa", ecco che acquista tutt'un'altra vivacità, mi fa capire che c'è stata una scelta ragionata fra due soluzioni (uscire, non uscire), insomma, mi fa capire che c'è dietro una riflessione. Se dici che: "i giovani si interessano allo sport, e questo si vede dal fatto che molti di loro fanno parte di squadre di basket o di calcio" non convincerai nessuno, perché la frase ha una sintassi molto povera ("e questo si vede dal fatto che..."). Se dici invece: "i giovani si interessano allo sport, infatti spesso loro stessi fanno parte ecc.", ecco che la frase, più curata, diventa anche più viva, più convincente, e ti consente anche di pensare a perfezionarla ulteriormente, ad es. così: "L'interesse dei giovani per lo sport è confermato dalla loro partecipazione attiva a squadre ecc." La carta del se... è ancora più efficace, perché consente di costruire frasi più articolate, di mettere in rapporto due frasi diverse, due situazioni, senza darle per scontate, e soprattutto senza stabilire dei rapporti meccanici, che potrebbero rendere troppo rigido (e quindi criticabile) il tuo ragionamento. Sarebbe infatti inutile (e controproducente) formulare una frase del tipo: "Le persone continuano a consumare prodotti industriali, ma l'ambiente non può più ricevere violenze ed essere sfruttato". Sotto la cattiva sintassi, il tuo lettore potrebbe pensare che c'è un pensiero confuso e qualunquistico. Devi allora usare un efficacissimo se..., in questo modo ad es.: 3 "E' scientificamente provato che se lo sviluppo industriale e i relativi consumi continueranno ad espandersi, l'ambiente non sarà più in grado di rispondere alle ulteriori sollecitazioni", oppure anche, introducendo un elemento di sintesi, "La teoria dello sviluppo insostenibile non consente di pensare che vi possa essere un ulteriore sfruttamento dell'ambiente a scopi industriali e consumistici". In questo modo tutto il tuo tema prende un andamento diverso, la sintassi aderisce strettamente alle necessità argomentative, la maggiore precisione dei termini rende più valido e chiaro il tuo ragionamento, il tuo stesso pensiero è stimolato ad approfondire l'argomento. Esercizio Ecco alcune frasi banali o rese male sintatticamente. Prova a riscriverle, conferendo ad esse una forma adatta all'argomentazione. 1) Nel mondo contemporaneo ci sono sempre meno posti di lavoro, e intanto aumenta il numero delle nascite. _______________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ 2) Il rispetto dell'ambiente è tanto di moda, ma continuano ad esserci molte pellicce d'animale in giro. _______________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ 3) C'è poco rispetto per le persone anziane, e questo è un cattivo segnale per la nostra società. _______________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ 4) Purtroppo poche persone sono impressionate dalla pubblicità utile, come quella che invita a non incendiare i parchi e a collaborare con gli handicappati, e molte invece dagli spot più spettacolari. _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________ 5) L'educazione alimentare è un'importantissima informazione, e farebbero bene a insegnarla nelle scuole. _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________ 6) Quando vedo i bambini usati in tv come oggetti di curiosità per raccontare i fatti di cronaca, penso che il pubblico non ama riflettere sui fatti, ma che ama diverstirsi col dolore degli altri, e meglio se sono indifesi come i bambini. _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________ [da Bollini Grillini Nanni, Scrivere. Il tema, Bologna, Cappelli 2002] 4 Nessi Tutti i rapporti logici che esistono fra concetti possono essere espressi da delle "connessioni", 1) Ci sono formule che esprimono l'inizio di un ragionamento, come "A prima vista", "Apparentemente succede che", "Diciamo subito che", "In primo luogo", "Innanzi tutto", "Intanto occorre dire", "Per prima cosa", "Va detto subito che", eccetera (evita però di dire "Vorrei fare una premessa" e simili). 2) Altre servono ad aggiungere qualcosa a un concetto: "Allo stesso modo", "Bisogna anche dire", "Con in più", "Così", "D'altronde", "Di più", "Inoltre", "Senza dimenticare" "Si aggiunga che", eccetera. 3) Altre servono per mettere in parallelo concetti: "… ma anche", "Allo stesso modo in cui… così", "Da una parte… dall'altra", "In modo del tutto analogo…", "Né… né", "Non solo… ma anche", "O… o", "O… ovvero", "Parallelamente…", "Sia… sia", "Talvolta… talaltra", eccetera. 4) Altre per mettere l'accento su un concetto, ma anche per attenuarne la portata: "Almeno", "Certamente", "Eppure", "Non che", "Proprio", "Visto che", eccetera. 5) Altre per riformulare o introdurre una precisazione: "Cioè", "Effettivamente", "In altre parole", "In effetti", "Per così dire", "Più precisamente", "Soprattutto", "Specialmente", "Tanto più che", eccetera. 6) Altre per sottolineare una contraddizione: "Al contrario", "E non certo", "Eppure non", "In luogo di", "Invece", "Ma", "Mentre invece", "Mentre", "Nemmeno", "Però", "Tuttavia", eccetera. 7) Altre servono per rettificare: "D'altronde", "In effetti però", "In realtà", "In verità", "Nello specifico", "Occorre dire", "Se però", eccetera. 8) Altre servono per esprimere una causa: "A causa di", "A motivo di", "All'origine di", "Ciò deriva da", "Col pretesto di", "Dato che", "E' che", "Essere determinato, provocato, causato da", "Grazie a", "La causa è che", "Per l'influenza di", "Perché", "Poiché", "Si spiega così", "Tanto più che", "Visto che", eccetera. 9) Altre servono per dare un'idea di conseguenza e di deduzione: "Da ciò deriva, discende", "Di conseguenza", "Dunque", "E' così che", "E così", "In modo tale da", "Per questo", "Quindi", "Si ricava, capisce, deduce, inferisce che", eccetera. 10) Altre servono a dare l'idea di fine, scopo: "Al fine di", "Avendo in mente di", "Con lo scopo, il fine di", "In modo che, da", "In vista di", "Per + infinito", "Senza che", eccetera. 11) Altre servono per porre una condizione: "Ad eccezione, esclusione di", "Fatto salvo", "Nel caso di… allora", "Pur che… allora", "Se da una parte… dall'altra", "Se visto insieme a…", "Se… allora", "Supponiamo che…", eccetera. 12) Altre servono per introdurre una concessione: "A meno che", "Almeno", "Anche se", "Benché", "E però", "Eppure", "In ogni caso", "Ma poi", "Malgrado", "Pur", "Salvo", "Sebbene", "Seppure", eccetera. 13) Altre infine servono a concludere: "Come ultima cosa", "Da ultimo", "In conclusione", "In definitiva", "Infine", "Insomma", "Per concludere", "Per ultimo", "Tutto sommato", eccetera. Sarebbe certo possibile trovare altre funzioni, intermedie fra queste, che sono solo tredici, ma potrebbero facilmente essere aumentate a venti, almeno (ad es. un'espressione che sia conclusiva ma anche concessiva – per terminare un discorso con un'ammissione). Così, per ciascuna funzione sarebbe possibile aggiungere tante altre espressioni. Anche questo sarebbe un esercizio molto utile: individuare delle funzioni intermedie, o aggiungere espressioni per la stessa funzione. Ciò che in generale è importante è rendersi conto di una cosa fondamentale: che nello scrivere non si usano il semplice "e" e il semplice "ma", o il "quando" e il "perché". Le sfumature che esprimono relazione sono invece moltissime. Tutta questa rete complessa di relazioni dipende proprio dal fatto che il mondo stesso è fatto di relazioni complesse. 5 Esercizio Tieni presente la tabella fornita sopra, quella che distingue 13 tipi di relazione possibili (1-inizio di ragionamento, 2-aggiunta, 3-messa in parallelo, 4-mettere accento, attenuare portata, 5riformulare o introdurre precisazione, 6-sottolineare una contraddizione, 7-rettificare, 8-causa, 9conseguenza o deduzione, 10-fine, scopo, 11-porre una condizione, 12-concessione, 13-conclusione di ragionamento) Collega i due elementi che ti vengono forniti nel maggior numero possibile di relazioni. (Scoprirai che non è logicamente possibile esprimere tutte le relazioni) I elemento II elemento Mangiare al ristorante Preferire i crostacei Prova a comporre tutte le frasi possibili 1) _____________________________________________________________________________ 2) _____________________________________________________________________________ 3) _____________________________________________________________________________ 4) _____________________________________________________________________________ 5) _____________________________________________________________________________ 6) _____________________________________________________________________________ 7) _____________________________________________________________________________ 8) _____________________________________________________________________________ 9) _____________________________________________________________________________ 10) ____________________________________________________________________________ 11) ____________________________________________________________________________ 12) ____________________________________________________________________________ 13) ____________________________________________________________________________ [da Bollini Grillini Nanni, Scrivere. Analisi, articolo, saggio, Bologna, Cappelli 2002] Un altro esercizio come il precedente Esercizio Tieni presente la tabella fornita sopra, quella che distingue 13 tipi di relazione possibili (1-inizio di ragionamento, 2-aggiunta, 3-messa in parallelo, 4-mettere accento, attenuare portata, 5riformulare o introdurre precisazione, 6-sottolineare una contraddizione, 7-rettificare, 8-causa, 9conseguenza o deduzione, 10-fine, scopo, 11-porre una condizione, 12-concessione, 13-conclusione di ragionamento) Collega i due elementi che ti vengono forniti nel maggior numero possibile di relazioni. (Scoprirai che non è logicamente possibile esprimere tutte le relazioni) I elemento II elemento Essere notte Distinguere alcune luci Prova a comporre tutte le frasi possibili 6 1) _____________________________________________________________________________ 2) _____________________________________________________________________________ 3) _____________________________________________________________________________ 4) _____________________________________________________________________________ 5) _____________________________________________________________________________ 6) _____________________________________________________________________________ 7) _____________________________________________________________________________ 8) _____________________________________________________________________________ 9) _____________________________________________________________________________ 10) ____________________________________________________________________________ 11) ____________________________________________________________________________ 12) ____________________________________________________________________________ 13) ____________________________________________________________________________ [da Bollini Grillini Nanni, Scrivere. Analisi, articolo, saggio, Bologna, Cappelli 2002] Un ultimo esercizio sulle connessioni logiche tra frasi. Questa volta si tratta di ricostruirne a partire da un semplice documento dato (Siamo già sul terreno dell'argomentazione!). Esercizio Leggi attentamente i dati che ti vengono forniti. Allevamenti in Lombardia Animali n. allevamenti capi nel 1990 capi nel 2000 variazione Bovini Vacche da latte Suini Ovini Equini Polli Tacchini Struzzi Emù 10.308 8.000 1.507 606 419 551 68 39 1 2.000.000 689.000 3.268.000 165.000 35.000 non rilevato non rilevato non rilevato non rilevato 1.600.000 618.000 4.090.000 195.000 37.000 non rilevato non rilevato non rilevato non rilevato -15,9 % -10,4 % +25,2 % +181,1 % + 5,9 % (Fonte: Camera di Commercio di Milano, agosto 2001, dal Corriere della Sera) Scrivi almeno otto frasi contenenti (ben in evidenza) una connessione logica fra due elementi, o anche più connessioni e più elementi. Ad es.: 1) Va detto subito che il censimento dei suini dà risultati che ________________, difatti_________ _______________________________________________________________________________ oppure, ad es.: 2) Se da una parte i bovini sono calati, dall'altra è vero che probabilmente erano troppi gli allevamenti impegnati in tale produzione, in tal modo_____________________________________ ________________________________________________________________________________ 7 Continua tu 3) ______________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 4) ______________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 5) ______________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 6) ______________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 7) ______________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 8) ______________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ [da Bollini Grillini Nanni, Scrivere. Analisi, articolo, saggio, Bologna, Cappelli 2002] Strategie compositive Sostenere una tesi Scrivere per sostenere una tesi presuppone diverse competenze. Innanzi tutto bisogna che il testo sia corretto ed essenziale, cioè preciso, senza ripensamenti, senza punti più densi e altri invece annacquati. In questo ci aiutano tutti gli esercizi già svolti, anche per l'articolo di giornale, con i quali si impara ad essere essenziali ed efficaci. Bisogna che nel testo si rispetti una proporzione corretta fra ciò che si dice (il numero di parole) e l'importanza delle cose da dire. Per questa competenza è senz'altro necessario "scrivere per paragrafi", cioè redigere il testo tenendo presenti le articolazioni del ragionamento, sapere dove si collegano, dove invece si contraddicono, dove l'una completa e rafforza l'altra, dove invece conviene sfoltire. Scrivere "di getto" è come lasciare crescere una pianta spontanea; invece scrivere per paragrafi serve a pianificare, a regolare, cioè a coltivare una pianta perché abbia la funzione che deve avere, senza forzature. Anche su questo abbiamo già lavorato molto, sia in sede di "saggio" che di "articolo". Ancora, bisogna che il testo presenti gli argomenti secondo una strategia convincente, con l'inserzione di buone motivazioni, e perfino esempi probanti, al momento giusto. Come disporre gli argomenti in un testo saggistico è certo una scelta personale, che dipende dalla sensibilità di ogni scrivente. Tuttavia si possono dare alcuni consigli per imparare a disporre gli argomenti, secondo l'esperienza di una lunghissima tradizione retorica. Proviamo a riassumere schematicamente i consigli che si possono ragionevolmente dare: 8 Dobbiamo sostenere una tesi: un tale imputato è innocente, una tale forma di governo è la migliore possibile, una tale qualsiasi opinione è la più corretta. Bene. Sappiamo di avere a disposizione sei "buoni argomenti". Come li distribuiremo? Il consiglio è questo: tenersi il migliore spostato un po' dopo la metà, diciamo al quarto posto, il secondo migliore lo mettiamo in apertura, al primo posto, ma in modo che possa essere ripreso e confermato dall'ultimo, cioè da quello al sesto posto; il secondo e il terzo li scegliamo perché sono sviluppi del primo, o altri aspetti del primo, e stanno in successione logica fra di loro; il quarto, abbiamo detto, è fortissimo, il quinto fa da ponte con il finale. posizione caratteristiche dell'argomento 1 argomento forte (il più generale) da non chiudere del tutto, ma lasciarvi l'aggancio per riprenderlo nel 6 argomento di discreta forza, che discenda dal primo idem, strettamente legato al 2 (come paralleli) argomento fortissimo (il più convincente), con uno o più buoni esempi che lo rinforzano argomento di minore forza, ma che si presta come transizione, ponte, verso il finale argomento forte, che è lo sviluppo del primo; chiude il cerchio, dando l'impressione di essere sempre stati all'interno di un unico ragionamento 2 3 4 5 6 In generale, le fasi di costruzione sono le seguenti: a) Trovare gli argomenti (in più: prevedere per ognuno delle possibili obiezioni; trovare esempi probanti, se possibile, ma che siano esempi qualificanti, non dei "sentito dire") b) Stendere un piano, cioè contare gli argomenti, selezionandoli in base alla loro efficacia, alla funzione che dovranno avere nella costruzione finale (immagine dei lego: scelgo quelli che mi servono, non "tutti"); eliminare o sfoltire quelli deboli, che rischiano di essere controproducenti c) Articolare bene una scaletta come quella suggerita sopra, una strategia che comprenda momenti di attacco e momenti di difesa; momenti di semplice informazione e "pianerottoli" dove si traggono delle conclusioni; alternare momenti di tensione e momenti di distensione d) Redigere il saggio tenendo sempre presenti le proporzioni fra qualità e quantità di quello che si dice; distinguere sempre in paragrafi, verificando ciascuno (se qualcuno è troppo vuoto eliminarlo; se qualcuno è troppo pieno, scioglierlo in due; se ci si accorge che un paragrafo è conseguenza di un altro detto dopo, non esitare a spostarli, invertendo l'ordine); se vengono in mente solo adesso delle altre cose, non introdurle nel punto stesso in cui state scrivendo, ma pensare in quale punto del saggio possono essere efficacemente inserite (diffidate comunque delle idee "spontanee" dell'ultimo minuto; in questa fase di redazione è già passato molto tempo dall'inizio, e la mente non è più tanto "fresca"); e) Sorvegliare la forma, specialmente la sintassi; attenersi al consiglio: "una frase un concetto"; non fare scelte lessicali "ardite", ma scrivere solo parole di cui conoscete bene il significato (senza "andare a caccia di sinonimi" all'ultimo momento: quando si cerca "disperatamente" un sinonimo in fase di scrittura, è quasi sempre perché il pensiero non è chiaro, e la sintassi è intricata); dedicarsi a chiarire e non essere "allusivi"; rileggere tutta la punteggiatura, perché la punteggiatura non è una decorazione, ma è sintassi vera e propria. [da Bollini Grillini Nanni, Scrivere. Analisi, articolo, saggio, Bologna, Cappelli 2002] Sulla base dei consigli dati sopra, redigere un breve testo di tipo argomentativo 9 Esercizio Redigi un breve saggio (150 parole) con il quale devi dimostrare che le condizioni di vita degli uomini, dal 2000 al 2010, diventano migliori e più felici. Hai a disposizione i dati che vengono riportati sotto, forniti dall'istituto di ricerca inglese Future Foundation, come vennero riprodotti dal Corriere della sera all'inizio del 2000. (Queste previsioni di solito non sono sempre serie, ma tu fingi che lo siano senz'altro) Fasi della vita 2000 2010 Inizio della scuola A vivere da soli Primo "lavoretto" Primo lavoro da adulto Ritorno agli studi Cambio lavoro Matrimonio Primo figlio Ritorno al lavoro Acquisto prima casa Seconde nozze (event.) Figli seconda famiglia Ritorno agli studi Altro cambio lavoro Diventare nonni Pensione Aspettativa di vita 6 anni 19 anni 20 anni 3 anni 23 anni 25 anni 24 anni 30 anni 35m, 31f 32f 28m, 27f 28f 29f 32 anni 35m, 32f 32 anni 35 anni 45m, 42f 46 anni 48 anni 55 anni 63 anni 80 anni 120 anni 50 anni 65m, 60f 75 anni (è consigliabile distinguere le 150 parole in 3-4 paragrafi) ________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________ [da Bollini Grillini Nanni, Scrivere. Analisi, articolo, saggio, Bologna, Cappelli 2002] Esercizio che comprende dati, ma anche elementi di ragionamento, consigli, giudizi, confronti. 10 Esercizio 10 Servendoti delle informazioni che troverai di seguito, scrivi un breve saggio con il quale dimostri che il fenomeno dell'obesità, in Italia, comincia ad essere preoccupante: i valori non sono gravi come negli Stati Uniti, ma la tendenza è quella. Afferma che bisogna invertire questa tendenza. Obesità in Italia, aumentata del 25 % dal 1996 al 2001 Cosa si intende per obeso IMC = Indice di massa corporea = Peso in chilogrammi / quadrato dell'altezza in m. normopeso sovrappeso obeso sottopeso 18,5 < IMC < 24,9 25 < IMC < 29,9 30 < IMC IMC < 18,5 Distribuzione italiani secondo il peso normopeso 53,8 % sovrappeso 33,4 % obeso 9,1 % sottopeso 3,6 % Distribuzione italiani secondo il peso / età età sottopeso grassi 18-24 10,3 12,9 25-34 5,9 22,6 35-44 7,4 32,5 45-54 1,4 30,7 55-64 1,7 44,0 65-74 1,3 44,7 75 e oltre 6,8 30,6 obesi 1,7 3,7 7,1 13,3 14,9 13,7 10,7 Distribuzione italiani secondo il peso / geografia i meno obesi Nord-Ovest 7,5 i più obesi Sud 11,4 Distribuzione italiani secondo il peso / istruzione Laureati obesi 4,5 Licenza elem. obesi 15% Distribuzione italiani secondo il peso / sesso Maschi in sovrappeso 42 Femmine in sovrappeso 25,7 Maschi obesi 9,1 Femmine obese 9 Fra i sottopeso Donne giovani 3,6 86 % Max sottopeso = ragazze fra i 18 e i 24 anni (18 % di quella fascia d'età) = ragazzi fra i 18 e i 24 anni (10 % di quella fascia d'età) Secondo Legambiente fra le cause dell'obesità l'automobile: chi guida è più sovrappeso, irascibile, insonne. Media di uso dell'auto: a Napoli 2 ore e 20 al giorno a Roma 2 ore e 15 11 a Bologna a Milano 1 ora e 55 1 ora e 45 Ottavio Bosello, nutrizionista Università di Verona, presidente della Società italiana per lo studio dell'obesità: "L'eccesso di peso riguarda ormai il 50 per cento della popolazione: nessuna malattia ha una diffusione così ampia; il suo controllo non può essere lasciato nelle mani del paziente, ma richiede l'intervento del medico. […] La dieta è morta. L'industria delle diete illude la gente con presidi assolutamente fallaci: si può perdere peso, ma poi lo si recupera con gli interessi. Non c'è persona al mondo in grado di stare a dieta tutta la vita. L'obesità è una malattia cronica che riconosce un'importante base genetica, a partire dalla quale non occorre molto per scatenare l'aumento di peso: bastano un'alimentazione errata nelle modalità, come ad es. prendere un caffè al mattino, un panino a mezzogiorno e abbuffarsi alla sera; oppure un'alimentazione ricca di grassi che l'organismo non riesce a gestire". Giornata alimentare consigliata dal Prof. Bosello: Colazione: Latte scremato, tè o caffè, qualche fetta biscottata o cereali o yogurt Spuntino: Un frutto o una spremuta Pranzo: Piatto di pasta o una porzione di carme magra o piatto di verdure Cena: Riso o minestrone (se si è saltato a pranzo), una porzione di pesce. Stati Uniti sovrappeso o obesi 61 % (donne 58 %) ragazzi 6 – 13 anni 13 % afroamericani maggiore obesità (città più "grasse" sono quelle a maggior presenza di popolazione di tale origine: max. a Philadelphia, dove sono il 44 %) (Fonte: Dati Istat elaborati dal Corriere della sera, 14 marzo 2001) (scrivi il testo in 250 ptrole, distinguendo i 6 paragrafi "classici") [da Bollini Grillini Nanni, Scrivere. Analisi, articolo, saggio, Bologna, Cappelli 2002] 12 Riconoscere e correggere gli errori Leggete con molta attenzione il dossier, cercando di capire bene i dati. Vengono poi riportati alcuni brani tratti da compiti di studenti di Scienze della comunicazione. Occorre evidenziare e risolvere i problemi presenti, con particolare (ma non esclusiva) attenzione alla logica argomentativa, alle scelte stilistiche, all’interpretazione dei dati. Consegna. Scrivete un testo di 30-35 righe di 12 cm ciascuna (60-80 battute circa); carattere Times New Roman 12 pt. La collocazione è un fascicolo di ricerca per il corso di laurea in Scienze della comunicazione. Occorre presentare la situazione in modo chiaro, eventualmente sostenendo una tesi ben argomentata. Non è necessario citare tutti i dati. ROMA - "La carta stampata, nel sistema della comunicazione, sembra soffrire..": anche il Censis, nel suo ultimo rapporto, compiange la crisi di vendite dei giornali che - salvo poche eccezioni - tra il 1996 e il 1997 hanno perso quasi un milione dei lettori (mentre la tv spadroneggia, superando i 47 milioni di spettatori). "Si sperava di non scendere sotto i sette milioni di copie, dopo che negli Anni '80 si erano addirittura raggiunti gli otto milioni, e invece siamo a 5.800.000 copie, come nel 1954", conferma il presidente della Federazione della stampa (il sindacato dei giornalisti), Lorenzo Del Boca; il quale però, oltre alla concorrenza televisiva, incolpa pure una "overdose" di informazione e una certa noia della gente che, forse, sui giornali non trova riscontro ai suoi problemi. (Il Messaggero, 20/4/98) ROMA. Il Garante per l'editoria lancia un allarme che è anche la conferma di una tendenza già verificata. Si vendono meno giornali e, quindi, sono in calo anche le tirature. I dati si riferiscono agli anni 1994 e 1995 ma in quelli successivi non c'è stata un'inversione di tendenza se non per alcuni prodotti specifici o che hanno goduto di particolari promozioni. Nei due anni di cui vengono valutati i dati completi la tiratura è diminuita di oltre 175 milioni di copie (pari al 5,6 per cento) e la contrazione della diffusione è valutabile in oltre 68 milioni di copie che in percentuale significa il 2,9 per cento. L'andamento negativo riguarda in particolare le imprese minori che editano giornali locali. In dato assoluto, allora, si arriva a meno di sei milioni di copie al giorno, alla stessa quota del 1984. Nella sua "relazione sullo stato dell'editoria" nei due anni presi in considerazione e da cui emerge una mancanza di dinamicità del mercato, Francesco Paolo Casavola pone l'accento sul fatto che alcune testate nazionali vanno, per così dire, in controtendenza aumentando sensibilmente le vendite. All'origine di questo risultato non solo il miglioramento del prodotto dovuto ad innovazioni redazionali ma anche da gadget, inserti e videocassette acclusi ai giornali. Conservano saldamente le proprie posizioni i quotidiani economici e in alcuni casi (Italia Oggi e Milano Finanza) le migliorano. Diffusione contratta invece per i quotidiani sportivi maggiori. E per trovare tirature oltre il milione bisogna andare solo a guardare nelle testate periodiche. Insomma - sostiene il Garante - in modo più o meno artificioso grazie innanzitutto alla costosa promozione dei gadget possono aumentare o diminuire le vendite di questo o quel quotidiano ma la realtà è che i lettori tendono a ritrarsi dal mercato. Per ogni mille abitanti solo 105 sono le copie vendute. Il confronto con gli altri paesi europei è impressionante: dalle 600 copie della Norvegia alle 109 della Spagna. Disaggregando il dato italiano si evidenzia l'ancor più grave squilibrio interno di questo mercato. Nel Sud si vendono solo 57 copie per ogni mille abitanti, in Piemonte 111, in Veneto 112, in Sardegna 135, in Lombardia 140 fino alla cifra record della Liguria: 181. (L'Unità, 21/5/98) Paesi Norvegia Giappone Finlandia Svizzera Gran Bretagna Germania Stati Uniti Italia - Nord - Centro - Sud 1995 600 576 464 365 317 314 226 104 136 123 56 1996 592 532 458 357 330 318 297 103 134 122 55 (Copie vendute per mille abitanti; da Il sole 24 ore, 23/4/98) 13 Brani scritti da studenti di Scienze della Comunicazione I quotidiani economici, come ad esempio l’Italia Oggi e Milano Finanza, continuano ad essere i più venduti e in alcuni casi migliorano le vendite, mentre i quotidiani sportivi tendono a diminuire la diffusione. Solo le testate periodiche raggiungono tirature oltre il milione. Gli ultimi rilevamenti circa la salute dell’editoria nel sistema della comunicazione sono allarmanti e non lasciano spazio ad interpretazioni errate: i giornali stanno morendo. Quali sono i motivi della crisi della carta stampata? Lorenzo del Boca, presidente della Federazione della stampa, ne individua tre: innanzitutto la concorrenza della televisione (che, in controtendenza, incrementa gli ascolti), l’eccesso di informazione e infine una certa noia della gente che non vede i suoi problemi adeguatamente affrontati sui giornali. A differenza dei lettori, gli spettatori televisivi sono sempre di più. Ciò vuol dire che il livello culturale si è abbassato e quindi molta meno gente legge e molta di più guarda la televisione, mezzo più facile, meno impegnativo e faticoso. Il numero di quotidiani venduto in un paese ne rispecchia il livello culturale e questo lo si verifica anche guardando i dati delle altre nazioni. I paesi economicamente e culturalmente più avanzati del nostro hanno un numero di lettori di gran lunga maggiore rispetto al nostro: in Norvegia vengono venduti 600 giornali ogni mille abitanti, in Giappone 576, mentre in Italia appena 104. … l’incapacità da parte della carta stampata di trattare i problemi che stanno a cuore alla gente, di interessare i lettori. Interesse che ormai da qualche anno molte testate nazionali stanno cercando di risvegliare con campagne promozionali a colpi di gadget, inserti e videocassette. Strategia questa che ha dato i suoi frutti, come ha sottolineato anche FPC… Un dato certo è che il numero dei lettori di quotidiani in Italia è molto basso: ciò si evidenzia già dai dati statistici, fornitici da Il sole 24 ore. Negli ultimi anni, studi statistici hanno evidenziato una tendenza che mette in crisi le vendite di giornali. Il Censis, nel suo ultimo rapporto, segnala una crisi di vendite dei giornali che ha portato a perdere quasi un milione di lettori tra il 1996 e il 1997. 14 Scomponendo poi questo dato il risultato è ancora più terribile: siamo di fronte a un grande disequilibrio tra nord e sud Italia. Al sud abbiamo 57 copie per abitante rispetto al doppio e anche più al nord. Il caso italiano è emblematico. Da dati de “Il sole 24 ore”, emerge che in Italia, fra il 1995 e il 1996, si sono venduti solo 105 giornali per ogni mille abitanti. Con un grave squilibrio interno di questo mercato: nel Nord si vendono 136 copie per ogni mille abitanti contro le 56 del Sud. Inoltre il grave squilibrio presente tra nord e sud non rincuora affatto: nel sud le copie vendute sono solo il 41 per cento di quelle vendute al nord. A mio parere una buona responsabilità e attribuibile alla televisione: perché nell’era digitale in cui buona parte della popolazione accetta di fare acquisti su internet anche per i beni più reperibili qualcuno dovrebbe scegliere di scendere all’edicola e comprare il giornale anziché accendere il televisore del proprio salotto ed avere più o meno le stesse informazioni per di più senza, almeno apparentemente, spendere un soldo? Le ragioni della recessione vanno forse cercate in una sorta di “overdose” dell’informazione per la quale i lettori tendono a ritrasi dal mercato: un dato confermabile dallo strapotere del più veloce mezzo televisivo e anche dal fatto che si tratta di una crisi particolarmente dura per i “pesci piccoli” e i quotidiani sportivi e solo parzialmente arginabile dalla costosa promozione a suon di gadgets o dalla resistenza dei quotidiani d’economia. 15 Leggete con molta attenzione il dossier, cercando di capire bene i dati. Vengono poi riportati alcuni brani tratti da compiti di studenti di Scienze della comunicazione. Occorre evidenziare e risolvere i problemi presenti, con particolare (ma non esclusiva) attenzione alla logica argomentativa, alle scelte stilistiche, all’interpretazione dei dati. Consegna. Scrivete un testo di 30-35 righe di 12 cm ciascuna (60-80 battute circa); carattere Times New Roman 12 pt. La collocazione da ipotizzare è un fascicolo a carattere divulgativo prodotto dalla Confcommercio. Il testo deve innanzitutto illustrare la situazione, non limitandosi a elencare i dati ma individuando dei percorsi interpretativi; eventualmente si può cercare di indirizzare il lettore su una certa tesi. Non è necessario citare tutti i dati forniti. Giro d'affari complessivo del crimine in Italia 300 mila miliardi (= 15% del PIL) Da usura e racket (estorsione a negozi, aziende) 45 mila miliardi Dal mercato della prostituzione 40 mila miliardi Da gioco d'azzardo e toto nero 35 mila miliardi Da contraffazione di prodotti 35 mila miliardi Da traffico d'armi e materiale radioattivo 10 mila miliardi Da smaltimento dei rifuti tossici 6 mila miliardi Non quantificabile il giro d'affari dell'immigrazione di clandestini, ma stimabile intorno ai 15 mila miliardi Patrimonio delle organizzazioni criminali in Italia 2 milioni di miliardi Patrimonio posto sotto sequestro dalla magistratura 6-7% Patrimonio confiscato dalla magistratura 3% Controllo criminale su aziende commerciali Controllo criminale su industrie 20 % 15 % (Fonte: Confcommercio, novembre 2000) Dichiarazioni: Prefetto di Milano, Alessandro Pansa: "Il problema del riciclaggio non sono le banche italiane e nemmeno gli sportelli dei nostri istituti di credito. Però ci sono nel sistema speculativo grosse masse di denaro di natura non chiara, in parte proveniente da riciclaggio, capaci di influenzare i mercati e la borsa. … Il problema vero è costituito dai paesi "off shore": sono loro il vero "buco" nella diga eretta per contrastare l'economia criminale. Ecco perché ci vuole una maggiore cooperazione internazionale". "In Italia qualcosa si può migliorare sul piano dell'informazione. Ad esempio, la Guardia di Finanza, cui spetta la lotta al riciclaggio a cui contribuisce anche la DIA (Direzione Investigativa Antimafia), potrebbe utilizzare il contributo informativo di Carabinieri e Polizia che stanno sul territorio". Ministro delle Finanze, Ottaviano Del Turco: "Voglio chiedere al presidente della Banca d'Italia di impegnare il suo istituto a controllare gli spostamenti di denaro abnormi, sorvegliando più da vicino le banche compiacenti". Indagine CIRM (novembre 2000) Domanda risposta di cittadini Lei si sente sicuro (anche economicamente)? 58 % sì Teme di subire furti, scippi, violenze? 51 % sì Ha fiducia in una denuncia? 37 % sì A chi si rivolgerebbe? Carabinieri 45 % Polizia 26 % Vigili urbani 6% Guardia di Finanza 2% 16 risposta di negozianti 54 % sì 53 % sì 34 % sì 46 % 28 % 4% 4% Brani scritti da studenti di Scienze della Comunicazione “Il problema vero è costituito dai paesi “off-shore”: sono loro il vero “buco” nella diga eretta per contrastare l’economia criminale”. Questo ha dichiarato un Prefetto di Milano e non gli si può dare torto: il giro d’affari del crimine internazionale che ha a che fare con l’Italia (prostituzione, immigrazione dei clandestini e commercio di armi e di materiale radioattivo) si aggira attorno ai 65 mila miliardi. Più approfondito e pregnante risulta essere l’intervento del Prefetto di Milano Alessandro Pansa, secondo il quale deve essere una attenta collaborazione a livello internazionale, tesa a contrastare il problema rappresentato dai paesi “off shore”, il rimedio idoneo ad arginare l’economia criminale. Altro aspetto da migliorare, sempre secondo Pansa, è l’informazione fornita ai cittadini, che deve passare tramite una collaborazione fra Guardia di Finanza e forze sul territorio, ovvero Carabinieri e Polizia. Il Prefetto di Milano dichiara che per migliorare la situazione attuale, bisogna fare qualcosa sul piano dell’informazione: ad esempio, egli auspica un maggiore dialogo tra la Guardia di Finanza e le altre forze dell’ordine che stanno sul territorio (carabinieri e polizia). A sostegno di questa proposta, sono i dati di un’indagine CIRM del Novembre 2000, secondo la quale molti cittadini si rivolgerebbero molto più facilmente a Carabinieri e Polizia, piuttosto che a Vigili Urbani e Guardia di Finanza. In base a una stima compiuta nel novembre 2000, il giro d’affari del crimine in Italia fattura ben 300 mila miliardi, cifra pari al 15 % del PIL. Secondo stime recenti, il volume d’affari complessivo del crimine in Italia si attesta attorno ai 300 mila miliardi di lire, pari al 15% del PIL: dati e cifre più che significative, chiaro segno del crescente potere economico detenuto nel nostro paese dalle principali organizzazioni criminali. In tale giro d’affari le quote più persistenti arrivano chiaramente da racket e usura (45 mila miliardi) e dal mercato della prostituzione (40 mila miliardi), ma non dobbiamo comunque dimenticare le “entrate” provenienti dal gioco d’azzardo, dalla contraffazione di prodotti, dal traffico d’armi e, naturalmente, dall’immigrazione clandestina. Da un’indagine del CIRM è emerso che il 58% dei cittadini e il 54% dei negozianti si sente sicuro economicamente e paradossalmente teme di subire furti, scippi, violenze rispettivamente per il 51% e il 53%. Il controllo della magistratura sul patrimonio in mano alle organizzazioni criminali si aggira su percentuali piuttosto basse: 6-7% di beni sequestrati, solamente 3% di proprietà confiscate. Il potere di controllo delle organizzazioni criminali su aziende e industrie è molto più elevato, si parla del 15-20% del lavoro di industrie e aziende commerciali. 17 Problemi comuni nelle scelte stilistiche Eccesso di espressioni figurate, spesso banale e non congruenti Gettando uno sguardo attento sul panorama comunicativo, la stampa stenta nel vestire i panni del mezzo di diffusione prediletto dalla gente. La stampa non è il mezzo di comunicazione che la gente preferisce. Sulla stessa lunghezza d'onda dei dati ricavati dal Censis, si pone il Garante per l'editoria. … in Germania, come oltre Manica, si legge tre volte tanto. Sulle sponde del Pacifico, leggono più i giapponesi che gli americani. … nel Nord Europa un acquisto e una lettura circa sei volte maggiore rispetto al Bel Paese. L'Italia dimostra di essere il fanalino di coda Espressioni troppo categoriche La parabola discendente che ha investito le vendite della carta stampata in Italia è, oggi, un assioma assodato e preoccupante. Il calo delle vendite non è un assioma; inoltre gli assiomi non hanno bisogno di essere assodati (i fatti empirici possono essere assodati). Il verdetto sembra inequivocabile: nel settore della comunicazione la carta stampata è in crisi. Periodi vuoti e inutili [Inizio del testo] È l'epoca della globalizzazione. "Comunicazione" sembra ormai una parola d'ordine ad appannaggio di un numero sempre maggiore di persone. La società si evolve seguendo di pari passo lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, per altro sempre più tecnologicamente avanzati. [Inizio del testo] In Italia la parola crimine è entrata a far parte del linguaggio comune. Esiste a questo punto davvero un modo per arginare il problema o assisteremo a un suo continuo aggravarsi? Ai posteri l'ardua sentenza. A ridosso del nuovo millennio 18 Un compito discreto E’ crisi nel mondo della carta stampata. Secondo alcuni dati del Censis, tra il 1996 e il 1997, salvo alcune eccezioni, si è registrato un forte calo delle vendite dei giornali, quasi un milione in meno di lettori; un dato, questo, che ci fa tornare indietro al 1954 e che ci fa dimenticare il boom degli anni ’80, quando si erano addirittura raggiunti gli otto milioni di copie. Le cause vanno ricercate, secondo il presidente della Federazione della stampa Lorenzo del Boca, non soltanto nella televisione, sempre più presente nella vita degli italiani (più di 47 milioni di italiani restano incollati davanti alla tv), ma anche in una troppa, e forse inutile, informazione e in un’insoddisfazione generale della gente, che sembra non trovare nella stampa un riscontro ai propri problemi. Il garante per l’editoria Francesco Paolo Casavola, nella sua “relazione sullo stato dell’editoria”, lancia l’allarme: si vendono meno giornali e, quindi, sono in calo anche le tirature; questa tendenza negativa viene confermata soprattutto dalle imprese minori che editano giornali locali; al contrario, alcune testate nazionali, grazie ad innovazioni redazionali, gadget, inserti e videocassette acclusi ai giornali, hanno aumentato sensibilmente le proprie vendite. La formula dei gadget non risolve del tutto il problema del calo delle vendite: per il Garante, la realtà è che i lettori tendono a ritrarsi dal mercato; si vendono solo 105 copie per ogni mille abitanti. L’Italia è, quindi, un paese che legge poco; questo è quanto emerge da un confronto con gli altri paesi europei: in Norvegia sono state vendute, nel 1995, 600 copie per mille abitanti; in Gran Bretagna 317, fino ad arrivare alle 109 della Spagna. L’andamento negativo del nostro mercato viene messo ancor più in evidenza dallo squilibrio interno all’Italia: al Sud si vendono solo 57 copie per ogni mille abitanti, al Centro 122, mentre al Nord 136, dove soltanto la regione Liguria registra la cifra record di 181 copie. Un compito buono Secondo le stime della Confcommercio in Italia il giro d’affari complessivo del crimine ammonta a 300 mila miliardi, corrispondente al 15% del PIL. Le fonti di questo denaro sono in primo luogo le estorsioni e il racket, che forniscono 45 mila miliardi, e la prostituzione, che ne fornisce 40 mila. Una quota consistente, 35 mila miliardi, deriva anche dal gioco d’azzardo e dalla contraffazione dei prodotti, mentre una parte minore proviene dal traffico d’armi. Il giro d’affari dell’immigrazione dei clandestini non è quantificabile, ma può essere stimato intorno ai 15 mila miliardi. Grazie alle attività illecite le organizzazioni criminali sono arrivate a possedere un patrimonio di 2 milioni di miliardi di lire. E’ preoccupante che solo il 6-7% di questo patrimonio sia stato posto sotto sequestro dalla magistratura, e solo il 3% sia stato confiscato: sono necessarie delle misure di sicurezza per contrastare l’economia criminale. Il prefetto di Milano, Alessandro Pansa, suggerisce di migliorare l’informazione e la cooperazione tra le forze dell’ordine: ad esempio la Guardia di Finanza potrebbe utilizzare le informazioni dei Carabinieri e della Polizia che stanno sul territorio. Ottaviano Del Turco, Ministro delle Finanze, pensa invece che sia necessario richiedere al presidente della Banca d’Italia un maggior controllo sugli spostamenti di denaro abnormi. I provvedimenti dovranno essere presi al più presto, anche per garantire maggior sicurezza alla popolazione e maggior fiducia nelle forze dell’ordine. Secondo un’indagine del CIRM, infatti, il 51% dei cittadini e il 53% dei negozianti temono di subire furti, scippi, o altri tipi di violenze, e solamente il 37% dei cittadini e il 34% dei negozianti hanno fiducia in una denuncia alle autorità. La maggior parte degli intervistati in caso di problemi si rivolgerebbe ai Carabinieri, mentre il 26% dei cittadini e il 28% dei negozianti preferirebbe contattare la Polizia. 19 Scrivere una bibliografia TITOLI DI BIBLIOGRAFIA DA CORREGGERE Structures of Social Action, curato da Atkinson, J. M. e J. Heritage, pubblicato nel 1984 dalla Cambridge University Press di Cambridge. Chicago: University of Chicago Press. "Science as practice and culture", a cura di Pickering, Andrew (1992). Psathas, G. e Anderson, T. hanno scritto nel 1990 The 'practices' of transcription in conversation analysis, che è apparso in Semiotica, numero 78, pp. 75-99. (1992) In A. Duranti e C. Goodwin (a cura di), "Rethinking context", Schegloff, Emanuel scrive "In another context", pp. 191-228. L'editore è Cambridge University Press, di Cambridge. Parlare insieme. La co-produzione dell'ordine conversazionale in italiano e in inglese. Zorzi Calò, D. Bologna: CLUEB, 1990. Bronfenbrenner, U., "The ecology of human development", Harvard University Press, Cambridge, Mass., 1979 (trad. it.: Bologna, Il Mulino Ecologia dello sviluppo umano) The neglected situation, di Goffman, E., apparso su American Anthropologist, numero 66 (1964), pagine 133-6, trad. ital. in Linguaggio e società, a cura di P. P. Giglioli, col titolo La situazione trascurata, Bologna, Il Mulino, 1973. Ann Arbor, Michigan: Center for Near Eastern and north African Studies. An Introduction to Moroccan Arabic, di Abdel-Massih, E. T. (1984). (2° edizione). In Variation in Second Language Acquisition. Vol. I: Discourse and Pragmatics, a cura di S. Gass, C. Madden, D. Preston e L. Selinker, Clevedon: Multilingual Matters. C'è l'articolo di Kleifgen, J. (1989), Communicative inferencing without a common language. (1991) Gesti convenzionali e non nell'interazione del bambino con i coetanei e con l'adulto. Ricerche di psicologia, vol. 2: 49-69. Lavelli, M. "Figures II", Genette G., 1969, Editions du Seuil: Paris; tr. it. Figure II, 1972, a Torino, Einaudi. Intertestuale-interdiscorsivo. Appunti per una fenomenologia delle fonti, di Segre, C., in Di Girolamo C., Paccagnella I. (a cura di) La parola ritrovata, Palermo, Sellerio, 1982. Macaulay R., Polyphonic Monologues: Quoted Direct Speech in Oral, pp. 1-34 di "Papers in pragmatics", vol. 1, n. 2, 1987. 20 SOLUZIONE Atkinson, J. M. & Heritage, J. (a cura di) 1984 Structures of social action. Cambridge: Cambridge University Press. Pickering, Andrew (a cura di) 1992 Science as practice and culture. Chicago: University of Chicago Press. Psathas, G. e Anderson, T. 1990 "The 'practices' of transcription in conversation analysis". Semiotica, 78, pp. 75-99. Schegloff, Emanuel 1992 "In another context". In A. Duranti & C. Goodwin (a cura di), Rethinking context. Cambridge: Cambridge University Press, pp. 191-228. Zorzi Calò, D. 1990 Parlare insieme. La co-produzione dell'ordine conversazionale in italiano e in inglese. Bologna: CLUEB. Bronfenbrenner, U. 1979 The ecology of human development. Cambridge, Mass.: Harvard University Press. (Trad. it., Ecologia dello sviluppo umano. Bologna: Il Mulino, 1983). Goffman, E. 1964 "The neglected situation". American Anthropologist, 66, pp. 133-136. (Trad. it. "La situazione trascurata", in P. P. Giglioli (a cura di), Linguaggio e società. Bologna: Il Mulino, 1973). Abdel-Massih, E. T. 1984 An introduction to Moroccan Arabic. Ann Arbor, Michigan: Center for Near Eastern and North African Studies. (2° edizione). Kleifgen, J. 1989 Lavelli, M. 1991 Genette, G. 1969 Segre, C. 1982 Macaulay, R. 1987 "Communicative inferencing without a common language". In S. Gass, C. Madden, D. Preston e L. Selinker (a cura di), Variation in second language acquisition. Vol. I: Discourse and pragmatics. Clevedon: Multilingual Matters. "Gesti convenzionali e non nell'interazione del bambino con i coetanei e con l'adulto". Ricerche di psicologia, 2, pp. 49-69. Figures II. Paris: Editions du Seuil. (Trad. it. Figure II. Torino: Einaudi, 1972). "Intertestuale-interdiscorsivo. Appunti per una fenomenologia delle fonti." In Di Girolamo C., Paccagnella I. (a cura di) La parola ritrovata. Palermo: Sellerio. "Polyphonic Monologues: Quoted direct Speech in Oral." Papers in Pragmatics, vol. 1, n. 2, pp. 1-34 21 Come formattare un paragrafo di bibliografia 1) Inizia a scrivere i paragrafi di bibliografia senza alcuna formattazione: in una riga metterai l'autore, in quella successiva la data seguita da tutte le altre informazioni. Otterrai qualcosa di simile Bloom, L., Rocissano, L. e Hood, L. 1976 "Adult-child discourse: Developmental interaction between information processing and linguistic knowledge". Cognitive Psychology, 8, pp. 521-552. Bolinger, D. 1978 "Intonation across languages". In J. H. Greenberg (ed.), Universals of Human Language, Vol. 2, Phonology. Stanford: Stanford University Press. Chomsky, N. 1986 Knowledge of Language. New York: Praeger. (Trad. it. La conoscenza del linguaggio. Milano: Il Saggiatore, 1989). 2) Scrivi in questo modo tutti i paragrafi che devi compilare, senza preoccuparti della loro formattazione. A questo stadio puoi fare tutte le modifiche editoriali che desideri: corsivi, virgolette, ordine delle informazioni ecc. 3) Quando ti sembra di avere raggiunto una forma definitiva, seleziona con il mouse tutti i paragrafi della bibliografia, più qualche ulteriore riga vuota prima e dopo. 4) Clicca Formato 5) Clicca Paragrafo 6) Apparirà una finestra di dialogo. Alla voce 'Rientri', imposta: Speciale = "sporgente" Rientra di = 2 cm Nella stessa finestra, sulla destra, c'è un riquadro 'Anteprima' in cui si dovrebbe vedere un paragrafo formattato come vuoi tu, cioè con la prima riga a filo del margine e tutto il resto rientrato di 2 cm. 7) Clicca OK. Il risultato sarà la formattazione dei paragrafi come desiderato, cioè così: Bloom, L., Rocissano, L. e Hood, L. 1976 "Adult-child discourse: Developmental interaction between information processing and linguistic knowledge". Cognitive Psychology, 8, pp. 521-552. Bolinger, D. 1978 "Intonation across languages". In J. H. Greenberg (ed.), Universals of Human Language, Vol. 2, Phonology. Stanford: Stanford University Press. Chomsky, N. 1986 Knowledge of Language. New York: Praeger. (Trad. it. La conoscenza del linguaggio. Milano: Il Saggiatore, 1989). I paragrafi formattati in questo modo manterranno il loro aspetto qualunque siano le modifiche in seguito apportate nel testo (aggiungere, togliere, spostare parole). Questo è il GRANDE VANTAGGIO rispetto a procedure artigianali quali l'uso della tabulazione o della barra spaziatrice, che richiedono molto più tempo e, se è necessario apportare modifiche, causano vari problemi. 22 8) L'ultimo ritocco, quando si sarà sicuri di non voler introdurre altre modifiche, consisterà nell'aggiustare, con la barra spaziatrice, lo spazio tra la data e l'inizio del testo della prima riga, in modo che questo si trovi allineato con le righe successive. Il risultato sarà così: Bloom, L., Rocissano, L. e Hood, L. 1976 "Adult-child discourse: Developmental interaction between information processing and linguistic knowledge". Cognitive Psychology, 8, pp. 521-552. Bolinger, D. 1978 "Intonation across languages". In J. H. Greenberg (Ed.), Universals of human language, Vol. 2, Phonology. Stanford: Stanford University Press. Chomsky, N. 1986 Knowledge of language. New York: Praeger. (Trad. it. La conoscenza del linguaggio. Milano: Il Saggiatore, 1989). (N.B. quest’ultimo sistema è il più facile: per le finalità dell’esame può andare bene. Tuttavia, se si compilano bibliografie più lunghe, conviene separare data e inizio testo di una tabulazione, impostando il rientro sporgente della stessa lunghezza della tabulazione: in questo modo si otterrà l’allineamento in modo automatico) Scrivere voci di bibliografia: un breve promemoria. - TITOLI di libri individuali, libri collettivi, riviste: sempre in corsivo; in altri termini, va in corsivo il titolo che appare sulla copertina del libro o della rivista. - TITOLI di articoli in riviste oppure di saggi all'interno di libri collettivi: sempre in carattere normale, tra virgolette. - LUOGO DI EDIZIONE: sempre prima della casa editrice. - PAGINE: sempre all'ultimo posto. - TRADUZIONE: sempre dopo avere citato, per esteso, l'edizione originale. Viene messa tra parentesi, introdotta da Trad. it., seguendo le stesse regole di citazione di un normale testo, con l'unica differenza che la data si indica alla fine. Ad esempio: Bruner, J. 1975 "From communication to language - A psychological perspective". Cognition, 3, pp. 255-87. (Trad. it. "Dalla comunicazione al linguaggio: una prospettiva psicologica". In L. Camaioni (Ed.), Sviluppo del linguaggio e interazione sociale. Bologna: Il Mulino, 1978). 23 La tesina LA SCELTA DELL’ARGOMENTO 1. 2. 3. 4. 5. A chi/cosa serve? Compilativo vs sperimentale Non è mai troppo specifico Mettere a fuoco l’argomento: all’inizio e in seguito Meglio restringere il campo che allargarlo DA DOVE COMINCIARE? 1. Stabilire chiaramente la domanda di ricerca 2. Brainstorming a ruota libera, senza fonti: cosa so già? Cosa c'è da dire? Come circoscrivere l'argomento? Quali sono i rischi di divagare e uscire dal tema? 3. Prima ipotesi di scatole per raccogliere le idee 4. Prima ipotesi di scaletta 5. Cercare sui libri d'esame le parti rilevanti per la domanda di ricerca 6. Identificare in quelle sezioni riferimenti bibliografici che paiono interessanti 7. Cercare lo stesso argomento su altri testi a carattere generale (testi universitari, introduzioni, manuali, enciclopedie specialistiche); anche lì trovare riferimenti bibliografici interessanti DALLA BIBLIOTECA ALLA SCRIVANIA 1. Procurarsi più libri di quelli che saremo in grado di leggere e poi selezionare i più rilevanti (in base a indice generale e analitico, quarta di copertina, rapida scorsa) 2. Acquistare o fotocopiare integralmente solo i testi essenziali, che useremo dall'inizio alla fine 3. Fotocopiare solo le sezioni che ci interessano degli altri testi 4. Tenere in consultazione tutto il resto Alcuni criteri per stabilire se un titolo ci può interessare (e vale quindi la pena cercarlo in biblioteca) • ha un titolo che corrisponde esattamente alla nostra domanda di ricerca • è recente • è scritto da un ricercatore autorevole (per quanto ne sappiamo noi in base alle nostre letture) • è sufficientemente generale, introduttivo • se è specialistico e riporta una ricerca particolare, deve essere molto pertinente per il nostro argomento • è facilmente accessibile (biblioteca vicina, comoda, con prestito) DAI TESTI AL PROGETTO DI LAVORO 1. 2. 3. 4. 5. 6. lettura veloce ma esaustiva dei testi generali che riguardano interamente l'argomento di ricerca lettura veloce e molto selettiva dei testi che trattano solo in parte dell'argomento lettura attenta e sottolineatura delle parti importanti cominciare a riempire le 'scatole' per raccogliere le idee (riportando fonti e pagine) scrivere la scaletta definitiva, abbastanza dettagliata, di tutto il lavoro per ogni sezione del lavoro, scrivere una scaletta ancora più dettagliata 24 CHI PARLA? ALCUNI ESEMPI Alcuni autori (ad es. Bernini 1995a; Klein 1994; Klein & Perdue 1992; Perdue 1996) distinguono tra una "varietà pre-basica" e una "varietà basica". Ciò dipende dal fatto che, anche nei contesti scolastici più 'guidati', i processi naturali hanno comunque un ruolo preponderante (Felix 1981; Felix & Hahn 1985; Felix & Simmet 1986; Giacalone Ramat & Ceriana 1985). In quegli anni però si cominciò a parlare di "competenza transitoria" (Corder 1967), "dialetto idiosincratico" (Corder 1971), "sistema approssimativo" (Nemser 1971), "interlingua" (Selinker 1969 e 1972), tutte nozioni che cercavano di dare conto dell'autonomia e indipendenza delle produzioni degli apprendenti; il termine di Selinker è quello che ormai si è affermato nell'uso comune. Il processo di acquisizione pare così essere guidato da un "sillabo incorporato" (Corder 1967) nell'apprendente, il quale, sia che venga istruito esplicitamente, sia che debba ricostruire la lingua solo dalle interazioni in cui viene coinvolto, procede in modo almeno in parte prevedibile. Nota: Per la stesura di questa sezione ci siamo basati in parte sulle sintesi di Corder (1998) e Young (2001). LA VOCE DELLA SCIENZA Affermare Si può avanzare l'ipotesi Pare plausibile È ragionevole ipotizzare che Si può concludere che Appare evidente che (solo se qualcosa è davvero evidente) Criticare o prendere la distanza Un problema con l'interpretazione di X è che Questa conclusione non pare del tutto condivisibile/dimostrata/convalidata dai dati sperimentali Anche se la teoria X ha avuto e ha tuttora numerosi sostenitori, essa presenta alcuni problemi/limiti Illustrare il lavoro Il metodo seguito è stato (non 'abbiamo/ho fatto') Nella prima sezione si parlerà di X, nella seconda di Y (non 'parlerò prima di X e poi di Y). Il presente studio ha presentato queste difficoltà / ha questi limiti (non 'ho incontrato queste difficoltà/sono consapevole dei limiti) 25 LA VOCE DELL'ANIMA Come si può vedere le possibilità di studio e di discussione sono numerose: personalmente mi limiterò all'esposizione delle mie riflessioni e del percorso che ho scelto. Ne risulta un'esposizione probabilmente affascinante (nel senso che è affascinante il caos in cui vive la mente che l'ha prodotta) ma purtroppo confusionaria, dove nulla è stato tralasciato: ho voluto cioè inserire in un modo o nell'altro (a volte forzando un po' i vari discorsi) tutte le idee che avevo in mente, molte delle quali nascevano al momento della stesura stessa. Per concludere, spero che tutta questa serie di limiti non abbia troppo indebolito (o demolito?) tutto il mio discorso. Ho ritenuto opportuno organizzare le conclusioni in questo modo, sottolineando cioè tutti gli aspetti discutibili del lavoro proposto, perché sono comunque caratteristiche ben osservabili: non è difficile cioè arrivare a notarle. Nonostante ciò penso allo stesso modo di essere riuscita a far trasparire, o anche solo intravedere tra un difetto e l'altro, qualche pregio di questo approfondimento che in fin dei conti, non credo sia da sottovalutare, se non altro per il suo carattere inconsueto. Sperando di essere stato sufficientemente chiaro, vi auguro una buona lettura. Sonia & Anna [In rosso, alla fine della tesina] 26 Anno Accademico 2002/2003 Sessione invernale febbraio 2003 Università di Bologna Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Semiotica (prof.ssa G. Cosenza) Il lettore modello: dalla teoria all'applicazione Alcune considerazioni sul concetto di "lettore modello" e le sue applicazioni alla comunicazione pubblicitaria Giuseppe Mengozzi (matr. 7201 1234) 27 Alcune abbreviazioni cap./capp. capitolo/capitolo cfr. confronta ecc. eccetera ed. or. edizione originale et alii /et al. per molti autori dopo il primo Ibidem/ibid. stessa opera, stessa pagina n.d.c. nota del curatore n.d.a. nota dell'autore n.d.t. nota del traduttore p./pp. pagina/pagine pag./pagg. pagina/pagine seg./sgg. seguente/seguenti s.d. senza data s.e. senza editore s.l. senza luogo di edizione 28 Guida per la revisione di una tesina Contenuto e organizzazione Titolo. Il titolo è abbastanza informativo? Un sottotitolo potrebbe renderlo più chiaro? Articolazione in sezioni Il testo è diviso in sezioni? Ogni sezione ha un titolo chiaro e informativo? Le sezioni sono coerenti al loro interno, o i vari argomenti sono sparsi tra diverse sezioni? Se ci sono sotto-sezioni, sono numerate e i loro titoli sono chiaramente distinti dalla grafica? Introduzione. Le informazioni di sfondo sono rilevanti e sufficienti? Si indica chiaramente il problema da discutere, la domanda che muove la ricerca, un'eventuale tesi da sostenere? Descrizione dello studio: ipotesi, materiali e metodi (solo per lavori sperimentali). Vengono fornite al lettore sufficienti informazioni su questi aspetti? La sezione sui metodi è sufficientemente dettagliata da rendere altri in grado di replicare lo studio? Manca qualche informazione? Che cosa viene illustrato dagli esempi? Ce n'è qualcuno ambiguo o poco chiaro? Risultati (solo per lavori sperimentali) I risultati sono presentati in modo da rispondere alle domande di ricerca che ci si era posti nell'introduzione? Sono illustrati con chiarezza, sia nell'esposizione linguistica che nell'uso di grafici, tabelle, figure? Ci sono ripetizioni tra questa sezione e altre precedenti (non dovrebbero esserci)? Discussione (per studi sperimentali) Come sono stati spiegati e interpretati i risultati? Come sono stati messi in relazione con quelli di altri studi? (per lavori compilativi) Se lo scopo era di descrivere e presentare un certo argomento, la presentazione è soddisfacente per chi non lo conosca? Si risponde alle domande che ci si era posti nell'introduzione? Se si vuole sostenere una tesi, la sua discussione è equilibrata? Vengono presentati in modo chiaro vari argomenti a favore e contro? Conclusione È presente un breve riassunto dei risultati o delle argomentazioni? Se opportuno, si riconoscono i limiti del proprio lavoro? Si danno indicazioni su come il lavoro potrebbe essere proseguito ed esteso? Appendici (se presenti) Le appendici sono veramente utili? Ci sono informazioni superflue o poco interessanti, da eliminare? Ce ne sono altre che invece sarebbe opportuno aggiungere? 29 Forma linguistica e redazionale Paragrafi I paragrafi del testo sono coerenti - si va a capo quando è finito un nucleo di idee e se ne inizia un altro? Ci sono molti paragrafi di una sola frase o due (non dovrebbero esserci)? I paragrafi iniziano di solito con una frase tematica chiara e informativa, che aiuta il lettore a seguire il filo del discorso? Frasi Le frasi sono comprensibili e di facile lettura? Sono di una lunghezza giusta o sono troppo lunghe e pesanti? Si susseguono logicamente o ci sono salti nel ragionamento? Sono coerenti al loro interno o ci sono problemi di accordo tra le varie parti? La punteggiatura è usata correttamente? Lessico Ci sono errori di ortografia? Le parole sono scelte in modo accurato? I termini tecnici sono usati con appropriatezza o a sproposito (meglio usare un'espressione semplice ma corretta che un tecnicismo sbagliato)? Bibliografia Tutte le citazioni presenti nel testo hanno un rimando nella bibliografia? Le convenzioni redazionali sono usate in modo coerente? Aspetto grafico Si usa sempre e in modo coerente lo stesso tipo di carattere? Se si cambia carattere, lo si fa in modo coerente? Il formato dei titoli è regolare? Ci sono i numeri di pagina? La copertina contiene tutte le informazioni necessarie? C'è l'indice? 30 Il curriculum CHE COSA NON È UN CURRICULUM • • • Un riassunto della vostra vita Una carta delle vostre aspirazioni Una brillante descrizione dei vostri successi CHE COSA È UN CURRICULUM La promozione di voi stessi come candidati ideali al posto offerto L'elenco delle qualifiche possedute e i risultati raggiunti rilevanti per quel lavoro L'amo gettato per avere un successivo colloquio Il primo saggio delle vostre capacità professionali COME DEVE ESSERE UN CURRICULUM • • • • Dettagliato e completo Breve Chiaro Pertinente CHE COSA SI SCRIVE NEL CURRICULUM Elementi fondamentali • • • Dati di recapito Formazione culturale Esperienze professionali Elementi accessori • • Obiettivo professionale Sintesi delle qualifiche Elementi quasi sempre inutili • • • Hobby Dati fisici Fotografia Elementi fuori luogo • • • • • Fatti e aneddoti personali, anche se appaiono rilevanti Auto-descrizioni elogiative Ragioni per cui si è lasciato o si intende lasciare l'ultimo lavoro Questioni salariali (a meno che non si sia molto avanti nella carriera) Lettere di raccomandazione e referenze (se non sono richieste) 31 SPREMERE LA PROPRIA VITA: UN PROMEMORIA Esperienze professionali 1. 2. 3. 4. 5. Nome della ditta Indirizzo e tel Tipo di beni/servizi Posizione ricoperta Tipo di impegni e responsabilità; ad es. • supervisione (specificare numero e qualifica dei collaboratori) • amministrative (ad es. budget, gestione cassa, fatturazione) • vendite e marketing (specificare tipo di prodotti, clientela, piani commerciali) • assistenza clienti (numero e tipo dei clienti; numero e tipo di contatti) • produzione (tipo e quantità di beni/servizi prodotti per periodo) 6. Abilità particolari apprese 7. Risultati concreti ottenuti 8. Riconoscimenti (ad es. premi, promozioni) Formazione 1. Corsi universitari: laurea (relatore, disciplina, argomento, data), specificità del piano di studi, eventuali riconoscimenti (borse di studio, premi ecc.). Esperienze all'estero. Partecipazione a gruppi di studio e ricerca. 2. Corsi post-laurea: titolo conseguito, dove e quando, votazione, materie principali. 3. Pubblicazioni. 4. Corsi ulteriori: Istituto di formazione, dove e quando, materie studiate. 5. Stage: dove e quando, settore mercelogico, area operativa, compiti e responsabilità, abilità apprese. 6. Scuola media superiore (tipo di maturità conseguita; data e voto solo se si è all’inizio) 32 Bibliografia Manuali di scrittura - generali Ascoli, F. e De Faccio G. (1998) Scrivere meglio. Nuovi Equilibri Collana Scritture Brugnolo, S. Mozzi, G. (1999). Ricettario di scrittura creativa. Bologna: Zanichelli. Bruni, F. et alii, 1997, Manuale di scrittura e di comunicazione, Bologna, Zanichelli. Cicalese, A. (2001). Imparare a scrivere. Roma: Carocci. Corno, D. (1999) Scrivere e comunicare. Torino, Paravia. Della Casa, M. (1994) Scrivere testi. Firenze, La Nuova Italia. De Rienzo, G. (1998). Guida alla scrittura. Milano: Bompiani. Fiormonte, D. e Cremascoli, F. (1998). Manuale di scrittura. Torino, Bollati Boringhieri. Fornasiero, S. - S. Tamiozzo Goldmann, 1994, Scrivere l’italiano, Bologna, Il Mulino, pp.57-74 in particolare. Nella, G. (1999) Laboratorio di scrittura: i ferri del mestiere. Cooperativa Libraria IULM Pallotti, G. (a cura di) (1999). Scrivere per comunicare. Milano, Bompiani. Piemontese, M. Capire e farsi capire. Teorie e tecniche della scrittura controllata, Napoli, 1996 Serafini, M. (1992). Come si scrive. Milano: Bompiani. Manuali di scrittura - su aspetti specifici Baldini, M. (1989). Parlar chiaro, parlare oscuro. Roma, Laterza, 1989. Benvenuto, G. 1987, Imparare a riassumere, Torino, Loescher. Guide di riferimento Della Valle, V. e Patota, G. Il salvaitaliano. Milano, Sperling & Kupfer. Della Valle, V. e Patota, G. Il salvalingua. Milano, Sperling & Kupfer. Lesina, R. (1994) Il nuovo manuale di stile. Bologna, Zanichelli. Scrittura professionale - testi generali Benoit, A. L'arte della sintesi. Nei rapporti, discorsi, riunioni, lezioni, interviste. Milano, Angeli. Bruni, F. et alii, 1997, Manuale di scrittura professionale, Bologna, Zanichelli. Linton, I. e Gasperoni, R. Il mestiere di scrivere. L'arte di 'guadagnarsi da vivere' scrivendo. Milano, Angeli. Lucchini, A. (1996) Scrivere. Una fatica nera. Consigli pratici per la comunicazione scritta nel lavoro. Milano, Deus. Masoni, V. (1995). Imparare a scrivere. Milano, Angeli. Montecòt, C. Comunicare scrivendo. Milano, Angeli. 33 Scrittura professionale - testi su aspetti specifici Scrittura e pubblica amministrazione Ainis, M. (1997) La legge oscura. Come e perché non funziona. Roma, Laterza. Alfieri, G e Cassola, A. (a cura di) (1998). La 'lingua d'Italia'. Usi pubblici e istituzionali. Roma, Bulzoni. De Mauro, T. e Vedovelli, M. (1999). Dante, il gendarme e la bolletta. Roma, Laterza. Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri (1993) Codice di stile ad uso delle amministrazioni pubbliche. Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato. Fioritto, S. (a cura di) (1997). Manuale di stile per la pubblica amministrazione. Bologna, Il Mulino. Scrittura per il mondo delle imprese Crimini, P., Giusti, E. (1998). Come scrivere il proprio curriculum. Milano, Angeli. Masoni, V. Scrivere chiaro. Guida operativa per redigere relazioni e rapporti. Milano, Angeli. Soden, G. (1996). I documenti aziendali. Milano, Angeli. Scrittura per Internet Carlini, F. (1999) Lo stile del Web. Torino, Einaudi. Carrada, L. (2000) Scrivere per Internet. Milano, Lupetti. Anzalone, F., Caburlotto, F. (2002). Comunicare in rete: l'usabilità. Milano: Lupetti. Scrittura e comunicazioni di massa AAVV (1983), Manuale di linguaggio giornalistico, Milano, Etas Benzoni G., Scaglione S. (a cura di) (1993), Fare giornalismo, Bologna, Thema Capuzzo, L. (1990) Notizie in viaggio. Dalle agenzie ai quotidiani: il processo di riscrittura giornalistica. Milano, Angeli. Coviello, M. (1998) Il mestiere del copy. Manuale di scrittura creativa. Franco Angeli Collana Manuali professionali Faustini, G. (19982) Le tecniche del linguaggio giornalistico. Roma, Carocci. La Stampa (1998) Stile stampa. Manuale di scrittura. Editore La Stampa Collana Italia mia Lepri, S. (1991) Professione giornalista. Milano, ETAS. Taggi, P. Un programma di. Scrivere per la televisione. Milano, Pratiche. Tarantini, N. Il nostro giornale quotidiano. Milano, Pratiche. Testa, A. (2000). La parola immaginata. Milano, Pratiche. 34