Digitali con intelligenza

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Digitali con intelligenza
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grandi&piccoli
Certi siti non belli
mi fanno male
alla pancia
Digitali con intelligenza
Il mondo
virtuale
è vero
Le nuove tecnologie
dell’informazione e della
comunicazione sono utili,
ma anche insidiose.
Dubbi e paure vanno
discusse con i genitori.
Su internet è facile dissimulare
la propria identità…
Quando vado su dei siti
sbagliati e vedo cose brutte
poi alla sera ci penso
…e come in
una giungla,
si è più al
sicuro con
una guida.
partengono alla generazione
touch, la prima a snobbare la
televisione e la radio a vantaggio di mezzi di comunicazione
di massa più interattivi e consoni alla loro sete di conoscere
in maniera libera.
TESTO: ELISABETH ALLI
FOTO: ANNICK ROMANSKI
S
ono ancora alle scuole
elementari, giocano, ridono, corrono, ma non
scherzano quando si
parla di conoscenze e competenze nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione (TIC). Intuitivamente, in campo informatico questi ragazzini si sentono
nettamente più a loro agio dei
genitori. Istallano gli ultimi aggiornamenti sullo smartphone
di papà, scaricano l’app che
Lara Zraggen.
serve alla mamma, spesso e
volentieri aiutano i nonni per
le registrazioni tivù o li assistono mentre compiono i primi
passi verso quel mondo virtuale che percepiscono forestiero.
Loro invece, temerari e curiosi
com’è proprio di quell’età, ap-
Siri – un programma informatico basato sul riconoscimento
vocale –, la wii, e altri software
capaci di intrattenerli all’interno di uno scambio attivo, fanno parte della loro realtà affettiva. «Guardo la televisione a
colazione, a merenda e durante i pasti, ma quando ho un at-
timo di tempo mi piace utilizzare i tablet», «quando guardo
la tivù mi annoio!», spiegano
alcuni degli allievi dell’istituto
scolastico di Lamone-Cadempino. Gli alunni della docente
Michela Ducoli sono tra i primi scolari delle elementari ad
aver seguito il programma ewww@i!, proposto dall’ASPI
(fondazione della Svizzera italiana per l’aiuto, il sostegno e la
protezione dell’infanzia). Un
programma basato sullo studio che Lara Zgraggen, la coordinatrice di e-www@i!, ha condotto in collaborazione con
Cooperazione
N. 45 del 5 novembre 2013
Io preferisco il
computer e l’iPod
Su Facebook puoi
pubblicare
la tua foto e vedere
quelle degli altri
Michele Mainardi alla SUPSI e
che dopo 5 anni e 1400 allievi
coinvolti alle scuole medie, è
stato adattato al II ciclo delle
elementari.
«Nel nostro ultimo studio
(2012) abbiamo realizzato che
il 34% dei bambini di scuola
elementare ha già attivato un
profilo su un social network; il
38% ha visionato immagini o
filmati di natura pornografica
e il 20% attesta di aver vissuto
esperienze negative online».
Durante quattro ore d’anima!!
zione Lara Zgraggen e
Consigli utili ai genitori
Come educare i minori
all’utilizzo di internet
• Insegnare che il comportamento che si ha nella
realtà virtuale, sebbene
priva dei sensi come
olfatto, gusto e tatto, ha
conseguenze pure nella
realtà fisica
• a complemento dei filtri,
la migliore protezione è
condividere e dialogare
con i giovani sulle loro attività online e i loro vissuti
• per i più piccoli è auspi-
cabile essere presenti e
accompagnarli durante la
navigazione e sistemare
il PC in un luogo «aperto»
e visibile della casa
• è importante che tutti
coloro che hanno una
funzione educativa sappiano usare internet.
Il programma e–www@i!:
L’attività didattica si svolge durante una mattinata
o un pomeriggio (4 unità
didattiche). L’obiettivo è,
da un lato, riconoscere le
situazioni a rischio, identificare delle strategie efficaci
per gestirle ed evitare di
diventare vittime di
qualsiasi tipo di abuso;
dall’altro, sensibilizzare i
bambini e ragazzi a un uso
delle tecnologie
informatiche rispettoso
di sé e degli altri.
Per info: [email protected]
[email protected]
www.aspi.ch
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Cooperazione
grandi&piccoli
N. 45 del 5 novembre 2013
!! Paola Pascarella, educatrice, scelgono la metafora della giungla per tracciare paralleli tra mondo
fisico e virtuale. Gli allievi
partecipano attivamente e
tra le esperienze più mortificanti confidate vi è l’approdo involontario su siti
inappropriati o la visione
di immagini non prettamente desiderate: «è stato
bruttissimo e anche la sera andando a letto mi ritornava in mente», ricorda
un allievo. Avvenimenti riportati giorni dopo l’accaduto che hanno lasciato
segni di stress.
«Pensavo che se ve lo dicevo vi arrabbiavate», dice
un altro scolaro. La principale paura è che i genitori
o altri adulti li sgridino e
per questo i ragazzi sono
spesso incapaci di condividere quanto la loro curiosità li porta ad avventurarsi in spazi digitali
insidiosi.
Lara e Paola rassicurano
spiegando l’importanza di
liberarsi del peso annotando l’esperienza dapprima nel diario o lasciando
un messaggino ai genitori.
Se si teme il confronto diretto si può anche messaggiare o chiamare 147
da cui si riceverà un sostegno. L’importante è non
subire la sofferenza!
Infine, le co-animatrici ricordano ai ragazzini che,
se errore di sito c’è stato, è
bene mostrare agli adulti
increduli la cronologia
delle ricerche per testimoniare che ci si è capitati
proprio per sbaglio!
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Gli adolescenti spesso capitano per sbaglio in siti inappropriati.
Prevenire è importante
Intervista a Myriam Caranzano-Maître sulle insidie
della grande rete.
laddove il bambino è a
rischio.
Myriam CaranzanoMaître, direttrice
della fondazione
Aspi.
Cooperazione: Con il progetto «e-www@i!», ASPI
si specializza nella prevenzione dei minori anche in internet?
Myriam Caranzano- Maître: Lo studio Optimus
sugli abusi sessuali sui
bambini e sui giovani in
Svizzera ha evidenziato
che questa popolazione
subisce maltrattamenti
anche in rete, per tale
motivo ASPI ritiene importante essere presente
Esiste un elenco dei
cybermaltrattamenti?
Nello studio Optimus
la lista è lunga, tuttavia
si possono citare l’abuso sessuale senza contatto fisico, il cyberbullismo,
l’adescamento, la violenza procurata dalla visione di immagini violente
– tra cui quelle porno –, il
sexting*, ...
Quali sono i sistemi di
sicurezza più efficaci?
I filtri sono chiaramente un aiuto, ma grazie alle
conoscenze sempre più
ampie dei nostri giovani possono essere aggirati oppure non sono attivati quando il ragazzo
accede a internet in altre
sedi. Per questo motivo
l’«educazione» all’uso di
internet è fondamentale.
Come educare quando si
prova un disinteresse
nei confronti dei nuovi
mass media?
Le nuove tecnologie costituiscono una sfida da
affrontare con curisiosità e con la consapevolezza che i figli ne sapranno sempre un po’ di più.
Tuttavia, com’è impensabile mettere alla guida di
un’automobile un giovane senza un’adeguata formazione, è altrettanto pericoloso non premunirsi
quando si tratta di internet.
"
! link
www.optimusstudy.org
www.aspi.ch
*Sexting parola inglese formata da
sex (sesso) e ting (da texting invio
di testi tramite sms): è l’atto di
inviare elettronicamente immagini
o messaggi sessualmente espliciti,
un’attività che negli Stati Uniti
(dati del 2009) è praticata
soprattutto dagli adolescenti.
Gli adulti e «e-www@i!»
Per garantire l’efficacia del percorso di
prevenzione, l’ASPI (fondazione della
Svizzera italiana per l’aiuto, il sostegno e
la protezione dell’infanzia) lavora su tre
livelli, coinvolgendo allievi, docenti e genitori. Il lavoro con gli adulti (docenti e
genitori) è importante affinché gli effetti
preventivi del programma possano protrarsi nel tempo ed essere così rafforzati.
Perciò i docenti sono invitati ad assistere
all’attività in classe e a portare avanti la
tematica durante l’anno scolastico. Per i
genitori è proposta una serata informativa sulla prevenzione dei rischi legati
all’uso delle tecnologie dell’informazione
e della comunicazione (TIC), durante la
quale si danno strumenti per fare fronte
alle situazioni che potrebbero crearsi in
famiglia, utilizzando delle TIC. Le serate
sono aperte ai docenti. In collaborazione
con le proprie direzioni scolastiche,
è possibile organizzare riunioni a tema.