Digitali con intelligenza
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Digitali con intelligenza
70 grandi&piccoli Certi siti non belli mi fanno male alla pancia Digitali con intelligenza Il mondo virtuale è vero Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono utili, ma anche insidiose. Dubbi e paure vanno discusse con i genitori. Su internet è facile dissimulare la propria identità… Quando vado su dei siti sbagliati e vedo cose brutte poi alla sera ci penso …e come in una giungla, si è più al sicuro con una guida. partengono alla generazione touch, la prima a snobbare la televisione e la radio a vantaggio di mezzi di comunicazione di massa più interattivi e consoni alla loro sete di conoscere in maniera libera. TESTO: ELISABETH ALLI FOTO: ANNICK ROMANSKI S ono ancora alle scuole elementari, giocano, ridono, corrono, ma non scherzano quando si parla di conoscenze e competenze nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC). Intuitivamente, in campo informatico questi ragazzini si sentono nettamente più a loro agio dei genitori. Istallano gli ultimi aggiornamenti sullo smartphone di papà, scaricano l’app che Lara Zraggen. serve alla mamma, spesso e volentieri aiutano i nonni per le registrazioni tivù o li assistono mentre compiono i primi passi verso quel mondo virtuale che percepiscono forestiero. Loro invece, temerari e curiosi com’è proprio di quell’età, ap- Siri – un programma informatico basato sul riconoscimento vocale –, la wii, e altri software capaci di intrattenerli all’interno di uno scambio attivo, fanno parte della loro realtà affettiva. «Guardo la televisione a colazione, a merenda e durante i pasti, ma quando ho un at- timo di tempo mi piace utilizzare i tablet», «quando guardo la tivù mi annoio!», spiegano alcuni degli allievi dell’istituto scolastico di Lamone-Cadempino. Gli alunni della docente Michela Ducoli sono tra i primi scolari delle elementari ad aver seguito il programma ewww@i!, proposto dall’ASPI (fondazione della Svizzera italiana per l’aiuto, il sostegno e la protezione dell’infanzia). Un programma basato sullo studio che Lara Zgraggen, la coordinatrice di e-www@i!, ha condotto in collaborazione con Cooperazione N. 45 del 5 novembre 2013 Io preferisco il computer e l’iPod Su Facebook puoi pubblicare la tua foto e vedere quelle degli altri Michele Mainardi alla SUPSI e che dopo 5 anni e 1400 allievi coinvolti alle scuole medie, è stato adattato al II ciclo delle elementari. «Nel nostro ultimo studio (2012) abbiamo realizzato che il 34% dei bambini di scuola elementare ha già attivato un profilo su un social network; il 38% ha visionato immagini o filmati di natura pornografica e il 20% attesta di aver vissuto esperienze negative online». Durante quattro ore d’anima!! zione Lara Zgraggen e Consigli utili ai genitori Come educare i minori all’utilizzo di internet • Insegnare che il comportamento che si ha nella realtà virtuale, sebbene priva dei sensi come olfatto, gusto e tatto, ha conseguenze pure nella realtà fisica • a complemento dei filtri, la migliore protezione è condividere e dialogare con i giovani sulle loro attività online e i loro vissuti • per i più piccoli è auspi- cabile essere presenti e accompagnarli durante la navigazione e sistemare il PC in un luogo «aperto» e visibile della casa • è importante che tutti coloro che hanno una funzione educativa sappiano usare internet. Il programma e–www@i!: L’attività didattica si svolge durante una mattinata o un pomeriggio (4 unità didattiche). L’obiettivo è, da un lato, riconoscere le situazioni a rischio, identificare delle strategie efficaci per gestirle ed evitare di diventare vittime di qualsiasi tipo di abuso; dall’altro, sensibilizzare i bambini e ragazzi a un uso delle tecnologie informatiche rispettoso di sé e degli altri. Per info: [email protected] [email protected] www.aspi.ch 71 Cooperazione grandi&piccoli N. 45 del 5 novembre 2013 !! Paola Pascarella, educatrice, scelgono la metafora della giungla per tracciare paralleli tra mondo fisico e virtuale. Gli allievi partecipano attivamente e tra le esperienze più mortificanti confidate vi è l’approdo involontario su siti inappropriati o la visione di immagini non prettamente desiderate: «è stato bruttissimo e anche la sera andando a letto mi ritornava in mente», ricorda un allievo. Avvenimenti riportati giorni dopo l’accaduto che hanno lasciato segni di stress. «Pensavo che se ve lo dicevo vi arrabbiavate», dice un altro scolaro. La principale paura è che i genitori o altri adulti li sgridino e per questo i ragazzi sono spesso incapaci di condividere quanto la loro curiosità li porta ad avventurarsi in spazi digitali insidiosi. Lara e Paola rassicurano spiegando l’importanza di liberarsi del peso annotando l’esperienza dapprima nel diario o lasciando un messaggino ai genitori. Se si teme il confronto diretto si può anche messaggiare o chiamare 147 da cui si riceverà un sostegno. L’importante è non subire la sofferenza! Infine, le co-animatrici ricordano ai ragazzini che, se errore di sito c’è stato, è bene mostrare agli adulti increduli la cronologia delle ricerche per testimoniare che ci si è capitati proprio per sbaglio! # 73 Gli adolescenti spesso capitano per sbaglio in siti inappropriati. Prevenire è importante Intervista a Myriam Caranzano-Maître sulle insidie della grande rete. laddove il bambino è a rischio. Myriam CaranzanoMaître, direttrice della fondazione Aspi. Cooperazione: Con il progetto «e-www@i!», ASPI si specializza nella prevenzione dei minori anche in internet? Myriam Caranzano- Maître: Lo studio Optimus sugli abusi sessuali sui bambini e sui giovani in Svizzera ha evidenziato che questa popolazione subisce maltrattamenti anche in rete, per tale motivo ASPI ritiene importante essere presente Esiste un elenco dei cybermaltrattamenti? Nello studio Optimus la lista è lunga, tuttavia si possono citare l’abuso sessuale senza contatto fisico, il cyberbullismo, l’adescamento, la violenza procurata dalla visione di immagini violente – tra cui quelle porno –, il sexting*, ... Quali sono i sistemi di sicurezza più efficaci? I filtri sono chiaramente un aiuto, ma grazie alle conoscenze sempre più ampie dei nostri giovani possono essere aggirati oppure non sono attivati quando il ragazzo accede a internet in altre sedi. Per questo motivo l’«educazione» all’uso di internet è fondamentale. Come educare quando si prova un disinteresse nei confronti dei nuovi mass media? Le nuove tecnologie costituiscono una sfida da affrontare con curisiosità e con la consapevolezza che i figli ne sapranno sempre un po’ di più. Tuttavia, com’è impensabile mettere alla guida di un’automobile un giovane senza un’adeguata formazione, è altrettanto pericoloso non premunirsi quando si tratta di internet. " ! link www.optimusstudy.org www.aspi.ch *Sexting parola inglese formata da sex (sesso) e ting (da texting invio di testi tramite sms): è l’atto di inviare elettronicamente immagini o messaggi sessualmente espliciti, un’attività che negli Stati Uniti (dati del 2009) è praticata soprattutto dagli adolescenti. Gli adulti e «e-www@i!» Per garantire l’efficacia del percorso di prevenzione, l’ASPI (fondazione della Svizzera italiana per l’aiuto, il sostegno e la protezione dell’infanzia) lavora su tre livelli, coinvolgendo allievi, docenti e genitori. Il lavoro con gli adulti (docenti e genitori) è importante affinché gli effetti preventivi del programma possano protrarsi nel tempo ed essere così rafforzati. Perciò i docenti sono invitati ad assistere all’attività in classe e a portare avanti la tematica durante l’anno scolastico. Per i genitori è proposta una serata informativa sulla prevenzione dei rischi legati all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), durante la quale si danno strumenti per fare fronte alle situazioni che potrebbero crearsi in famiglia, utilizzando delle TIC. Le serate sono aperte ai docenti. In collaborazione con le proprie direzioni scolastiche, è possibile organizzare riunioni a tema.