Promo Teatro Malibran

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Promo Teatro Malibran
Gentil* insegnant*
sono lieta di segnalarvi la promozione che vi prego di estendere ai colleghi ed anche ai vostri allievi per il dittico che in
questi giorni la Fenice propone al Teatro Malibran si tratta di due opere Il Segreto di Susanna di E. Wolf Ferrari ed
Agenzia matrimoniale di R. Hazon. Sarà possibile acquistare sino ad esaurimento dei posti disponibili ,
stampando il coupon allegato, un biglietto al prezzo promozionale di 10€ per la recita di martedì 2
febbraio alle ore 19.00, ad ogni coupon corrisponde un biglietto, sono quindi stampabili più
copie. Ricordo che essendo una promozione speciale non è possibile effettuare prenotazioni on line o
telefoniche. Qui di seguito le trame delle due opere. Cordiali
saluti Simonetta Bonato
AGENZIA MATRIMONIALE L'azione, che è ambientata in una nebbiosa Milano invernale, avviene prima della grande guerra. E' l'epoca dell'Art
Nouveau, dell'ultimo Klimt e dell'ultimo Monet; è l'epoca delle donne fatali care a D'Annunzio; l'epoca in cui si afferma il teatro arcano di
Maeterlinck con il teatro cosiddetto del "silenzio", dell'"inespresso", "intimista", "crepuscolare"; è l'epoca dei primi ritrovati della tecnica moderna,
si è appena diffuso l'uso dell'elettricità, si è appena affermata l'automobile, si è appena effettuato il "rald" aeronautico; il cinema muove i primi
passi. Ma in quell'epoca si erano anche visti arrivare, nella Parigi d i Apollinaire, dalla Russia Diaghilev con Stravinsky e Nijinski, Bakst e Chagall,
dalla Spagna Picasso, dall'Italia Modigliani e De Chirico, dall'America Henry James e Gertrude Stein, dalla Svizzera Le Corbusier. E’ quindi
un'epoca che solo a uno sguardo superficiale può sembrare così remota; è l'epoca degli ultimi grandi bagliori della vecchia Europa. Dopo un
breve preludio, non solo strumentale, ma anche vocale, che ha il proposito di introdurre nella particolare atmosfera musicale dell'opera («musica
de povera gente in dialetto lombardo») vediamo la ex-fatalona Argia, nella propria abitazione, prepararsi la cena, prima di recarsi al lavoro in
teatro. Ella immagina che alla sua mensa sia seduto un ammiratore, un po' ardito ed innamoratissimo. Ad un tratto, però, una accattona suona
alla porta e le chiede l'ele mosina, consegnandole in cambio un foglietto con la buona ventura. Argia, dopo averla congedata, legge l'oroscopo
con ansia, poiché in esso è predetta una imminente grande fortuna. Subito, quasi per caso, le capita sott'occhio l'annuncio di un giornale: un
signore distinto e giovanile cerca, per poterla sposare, una signorina fine, illibata, timida e pudica, massimo quarantenne, fissandole un
convegno per il giorno successivo all'Agenzia Matrimoniale Gardenia Bianca. Argia ne è sconvolta e decide di presentarsi all'Agenzia,
trasformandosi, date le sue grandi capacità di esperta attrice, nella donna richiesta dall'annuncio. Il giorno successivo Argia, agendo ora in modo
fanciullescamente contegnoso e composto, si presenta all'appuntamento dell'Agenzia. Qui conosce il pretendente e ne è così entusiasta che quasi
di mentiche rebbe il personaggio che si è prefissato. Il colloquio tra i due è molto imbarazzato e, ad un tratto, quando il signore di nome Astolfo,
tenta una timida "avance", Argia, secondo il carattere impostasi, reagisce eccessivamente scandalizzata, tanto che Astolfo se ne offende e le
spiega di aver desiderato, come sposa, una vera donna, non una timida ed impacciata educanda, Argia, allora, si rivela in pieno: una grande
attrice come lei non sarà impunemente insultata, perciò, furibonda e sdegnata, lo pianta in asso, Astolfo ne è scosso e trova che Argia sia una
donna veramente interessante, così cerca di calmarla e di farsi perdonare. Ella non aspettava che questo, quindi, lasciandosi intenerire, rievoca
con lui i bei tempi passati, quando era la grande interprete di un personaggio affascinante: «la Du Barry". E' pas sato del tempo, gli incontri si
sono intensificati e i legami tra i due si sono fatti più stretti, tanto che vediamo Argia, nella sua camera, già prepararsi l'abito nuziale e provarsi il
velo, sperando nelle prossime nozze. Altro tempo è passato ancora e Argia, agitatissima e disperata, si presenta alla segreteria dell'Agenzia
Matrimoniale per chiedere spiegazioni: Astolfo, dopo averle promesso di sposarla, è ingiustificatamente e misteriosamente scomparso. Ella non
sa dove egli abiti e neppure lui è mai stato nella casa di lei: si sono sempre incontrati, solamente, nell'Agenzia Matrimoniale. La segretaria,
cercando tra le scartoffie la pratica di Astolfo, trova la spiegazione: egli, evidentemente non sapendo come liberarsi di Argia, ha pregato l'Agenzia
di farle dire che è partito, nientemeno che per l'America del Sud. La n otizia & egrave; un gravissimo colpo per Argia, che già aveva sperato nel
favorevole cambiamento della propria esistenza. Comunque ella, profondamente scossa, finge indifferenza e superiore noncuranza. Argia, ora
ancora più sola, perché abbandonata e delusa, trovandosi difronte alla triste realtà della sua vita, una ben squallida esistenza, non ha più il
coraggio di continuarla e pensa di trovare nel suicidio l'unica via di risoluzione dignitosa. Presa questa estrema decisione, ella sente rinascere in
sé il sacro fuoco di quella superba attrice che è stata e si ripromette, perciò, di affrontare una morte che sia grande e degna in tutto delle eterne
eroine teatrali, suoi insuperabili modelli. Appena afferrato il tubetto di Veronal, strumento di morte, per inghiottirne le pillole letali, sente suonare
alla propria porta. Ella int errompe allora il tragico gesto e interpreta ciò come un chiaro segno divino che la vuole distogliere dal suo insano
proposito. Apre: è Astolfo, Entrambi restano sorpresissimi di questo incontro. Mai più Astolfo si sarebbe aspettato di trovarsi di fronte Argia, in
una simile casa popolare. Egli, che si era descritto un gran signore, non è altro che un modesto assicuratore contro gli incendi e gira, di casa in
casa, cercando di procacciarsi clienti. Ora la verità è scoperta e, con l'accento della sincerità, spiega ad Argia per quale ragione sia scomparso:
egli l'ama troppo disperatamente e non ha avuto il coraggio di legare a sé ed alla propria mediocre esistenza una grande attrice quale è Argia.
Ma ora anche Argia rivela il suo segreto: una sola volta, da giovanetta, ella ha potuto recitare, sostenendo il ruolo della Du Barry, ma con un
esito disastroso, Da allora in poi non ha più potuto calcare le scene: ed ora, sì, tutte le sere, lavora con artisti, ma solo perché fa la
guardarobiera in un tabarin, Teme con questa rivelazione di perdere ormai definitivamente Astolfo ma, anzi, egli la amerà sempre più
teneramente ed uniranno, perciò, le loro esistenze.
IL SEGRETO DI SUSANNA Il fresco sposo conte Gil sospetta di aver visto sua moglie, la contessa Susanna (due personaggi delle Nozze di
Figaro uniti in un sol nome), in una passante che, come sua moglie, «figura snella», indossava «mantiglia grigia e cappellino rosa»; invece trova
Susanna a casa, al pianoforte: che non uscirebbe mai, dice, senza la sua autorizzazione: invece era proprio lei, presto rientrata, dando insieme a
mantiglia e cappellino un pacchetto incartato a Sante, il cameriere muto. Gil sente odore di tabacco: Susanna, come egli sa, non fuma; e non
fuma neanche Sante. Sarà «fantasia dell'odorato», si dice, e, mentre Susanna suona, freme e s'arrovella: è mai possibile che lo tradisca con un
seduttore fumatore a un mese dal matrimonio? O fuma Sante? Gli sposini parlano: lei si dispiace dei sospetti e arrossisce; lui si pente di aver
sospettato. Poi, prendendo il cioccolato, si inteneriscano ai ricordi dell'innamoramento; ma quando Gil sta per abbracciare Susanna con trasporto
sente «l'odor fatai / sin nella veste»: l'odore di tabacco. Lei si riturba e dice che, ebbene, ha un segreto, ma non gli dirà quale. Lui si irrita molto,
dice che protesterà presso sua suocera, integra donna, e intanto butta tutto all'aria. < span sty le="font-family:tahoma,geneva,sans-serif">Lei corre a
chiudersi in camera e, quando Gil sta per uscire alla volta del circolo degli amici, gli dà l'ombrello. Fanno pace, idillici, e lui la bacia sulla fronte dopo
qualche imbarazzo; poi esce. Appena uscito Gil, Susanna chiude ben bene le finestre, apre il pacchettino consegnato a Sante e tira fuori una
sigaretta: il suo segreto! Mentre fuma con Sante, Gil rientra e, annusando odor di fumo, poi insospettito del ritardo che Susanna mette ad aprire
non sapendo dove nascondere la sigaretta, si mette a cercare il fumatore e presunto seduttore della casta Susanna, con la scusa di cercare
l'ombrello dimenticato. Gil esce, Susanna riaccende la sigaretta. Di nuovo Gil ritorna ed è convinto di aver messo alle strette la presunta
fedifraga: ma si brucia prendendole la mano che tiene una sigaretta, e così finalmente si svela l'equivoco e l'inconsistenza della gelosia di lui. Si
perdonano a vicenda e si promettono tanto amore fumando insieme. Il finale ("Tutto è fumo a questo mondo") ricorda la morale del Falstaff
("Tutto nel mondo è burla") e arriva giusto prima che le due sigarette si spengano, per poi riaccendersi e far ascoltare una voluttuosa e sonora
boccata da aspirazione di fumo: un segno prosodico vuoto nell'orchestra sospesa, come lo schiocco del bacio tra Fenton' e Nannetta nell'opera di
Verdi.
Simonetta Bonato responsabile area formazione&multimedia
Fondazione Teatro La Fenice S. Marco 1965 - 30124 Venezia tel. +39041786681 email: [email protected]