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Giovanni Falcone maggio 1939 a Palermo in via Castrofilippo nel quartiere della Kalsa, lo stesso di Paolo Borsellino e di molti ragazzi futuri mafiosi come Tommaso Buscetta. Il suo parto ebbe una particolarità: egli infatti apparve con i pugni chiusi e senza urlare. Nel momento in cui nacque, dalla finestra aperta entrò una colomba, simbolo di pace, che terrà come testimoniano i parenti - a casa.[3] Giovanni Falcone Giovanni Salvatore Augusto[1] Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992) è stato Foto di Giovanni Falcone allievo all'Accademia navale di un magistrato italiano. Fu assassinato con la moglie Livorno (gennaio 1958). Francesca Morvillo e tre uomini della scorta nella strage di Capaci per opera di Cosa Nostra. Il secondo nome di Giovanni, Salvatore, gli è stato dato in Assieme al collega e amico Paolo Borsellino è considera- memoria dello zio materno Salvatore Bentivegna, tenento una delle personalità più importanti e prestigiose nella te dei Bersaglieri morto sul Carso colpito da una granata lotta alla mafia in Italia, anche a livello internazionale. durante la prima guerra mondiale. Il terzo nome Augusto è dovuto alla passione del padre per la storia romana. Il fratello del padre, Giuseppe Falcone, si arruolò anch'esso 1 Biografia per la guerra come capitano nell'Aviazione e morì all'età di 24 anni abbattuto con il suo aereo. Anche il padre di Giovanni partecipò alla guerra: colpito alla testa, si ripre1.1 Origini e formazione se dopo un anno passato tra la vita e la morte. In seguito Nacque in una famiglia benestante: il padre Arturo si laureò e sposò Luisa, di tre anni più giovane. Pietro Bo(1904-1976)[2] era il direttore del laboratorio chimico nanno, fratello di sua nonna, fu prima assessore ai Lavori di igiene e profilassi del comune di Palermo e la ma- Pubblici e poi sindaco di Palermo tra il 1904 e il 1905. dre Luisa Bentivegna (1907-1982)[2] era figlia di un noto I Falcone dovettero abbandonare la Kalsa nel 1940 a cauginecologo della stessa città. Aveva due sorelle maggiori: sa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale e Anna (1934)[2] e Maria (1936)[2] . Venne al mondo il 18 sfollarono a Sferracavallo, un borgo che oggi fa parte della 1 2 riserva marina di Isola delle Femmine. Dopo il 9 maggio 1943 (bombardamento della passeggiata e dei palazzi del porto) si trasferirono dai parenti della madre a Corleone. Dopo l'armistizio di Cassibile, tornarono alla Kalsa dove, a causa dei danneggiamenti riportati dal loro appartamento, vennero ospitati dalle zie Stefania e Carmela, sorelle del padre. La prima era una musicista e si era formata al Conservatorio di Palermo mentre la seconda era una pittrice sullo stile di Francesco Lojacono. Giovanni frequentò le scuole elementari al Convitto Nazionale di Palermo, le medie alla scuola “Giovanni Verga” e le superiori al liceo classico “Umberto I”. Aveva la media dell'otto a scuola, frequentava l'Azione Cattolica[4] e trascorreva gran parte dei suoi pomeriggi in parrocchia facendo la spola tra quella di Santa Teresa alla Kalsa e quella di San Francesco. Nella prima conobbe padre Giacinto che diventò il suo cicerone e gli fece visitare il Trentino e Roma. Già da bambino, Giovanni giocava a ping-pong e con i soldatini di piombo. Inoltre, il suo libro preferito era “I tre moschettieri”, che si faceva leggere dalla madre non per la bellezza del libro, ma per il suo significato: insieme, il bene può sempre battere il male. All'età di tredici anni cominciò a giocare a calcio all'Oratorio dove, durante una delle tante partite, conobbe Paolo Borsellino, più giovane di sei mesi, con cui si sarebbe ritrovato prima sui banchi dell'università e poi nella magistratura. 1 BIOGRAFIA Notarbartolo per via degli avvenimenti legati al sacco di Palermo. Nel corso della sua vita Giovanni avrebbe poi cambiato tre case in quella stessa strada: una da ragazzo, una con la prima moglie Rita e poi un'altra ancora con Francesca, la seconda moglie. Si laureò poi con 110 e lode nel 1961, con una tesi sull'istruzione probatoria in diritto amministrativo, discussa con il professore Pietro Virga.[1] 1.2 L'ingresso in magistratura e pizza connection Falcone vinse il concorso ed entrò nella magistratura italiana nel 1964 e in quello stesso anno nella Basilica della Santissima Trinità del Cancelliere sposò Rita Bonnici, maestra elementare di cinque anni più giovane. Nel 1965, a soli 26 anni, divenne pretore a Lentini: uno dei suoi primi casi fu quello di una persona morta per un incidente sul lavoro. A partire dal 1966 fu poi, per dodici anni, sostituto procuratore e giudice presso il tribunale di Trapani. A poco a poco, nacque in lui la passione per il diritto penale.[5] Nell'aprile del 1969 la malattia del padre - un tumore all'intestino che lo avrebbe poi portato alla morte nel 1976 - lo toccò profondamente. In quegli anni Giovanni Falcone stava mutando profondamente, a cambiarlo non fu solo la mancanza del riferimento paterno In parrocchia si appassionò anche al ping-pong e in una ma intervennero anche fattori esterni. partita giocò con Tommaso Spadaro, personaggio di spic- Cominciò ad abbracciare i principi del comunismo soco della malavita locale impegnato nel traffico di stupe- ciale di Enrico Berlinguer in occasione delle elezioni pofacenti e oggi all'ergastolo. In quel periodo incrociò an- litiche italiane del 1976, sebbene la sua famiglia avesse che Tommaso Buscetta, futuro boss mafioso che si penti- da sempre votato Democrazia Cristiana. Scontratosi per rà proprio con Falcone negli anni Ottanta. Al liceo trovò questo motivo con la sorella Maria, motivò la sua scelil professore Franco Salvo, insegnante di storia e filosofia ta dicendo che, da profondo amante della Giustizia qual seguace dell'Illuminismo che con i suoi insegnamenti ri- era, si poneva il problema di combattere le disparità sosultò fondamentale per la formazione del ragazzo. Decise ciali e nel comunismo intravedeva quindi la possibilità di praticare l'attività sportiva a livello agonistico causan- di appianare le sperequazioni. Nel suo lavoro però non do una distrazione dagli studi. Terminò il liceo all'età di si lasciò mai influenzare dalle idee politiche. Nel luglio 18 anni nel 1957 con il massimo dei voti; subito dopo 1978 ritornò a Palermo e cominciò a lavorare nella sesi trasferì a Livorno per frequentare l'Accademia navale zione fallimentare del tribunale, occupandosi di diritto con il pretesto che amava il mare e che voleva laurearsi civile ed emettendo alcune sentenze di grande importanin Ingegneria. Intanto la sorella Maria stava studiando alla za. In quell'anno la Bonnici lasciò Falcone per fare ritorFacoltà di Giurisprudenza a Palermo e si teneva in stretto no a Trapani, dove si era innamorata del presidente del contatto con il fratello. tribunale della città.[6] Dopo soli quattro mesi, nel gennaio del 1958, per la sua attitudine al comando fu assegnato allo Stato Maggiore, ma si stava convincendo sempre di più che la vita militare non faceva per lui, mortificato dalle pesanti imposizioni. Così, avendo la possibilità di scegliere, decise di tornare nella città natìa per iscriversi pure lui alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Palermo. In quegli anni ebbe modo di praticare diverse attività sportive con molta costanza, sebbene avesse dovuto abbandonare il livello agonistico nel 1956 a causa di un infortunio. Si era così buttato nel canottaggio, frequentando la Canottieri Palermo durante tutti gli anni dell'università. Nel 1959 la famiglia Falcone fu costretta a trasferirsi in Via Dopo l'omicidio del giudice Cesare Terranova, nel settembre del 1979, nonostante le preoccupazioni familiari, accettò l'offerta che da tanto tempo Rocco Chinnici gli proponeva e passò così all'Ufficio istruzione della sezione penale, che sotto appunto la guida di Chinnici divenne un esempio innovativo di organizzazione giudiziaria.[1] Chinnici chiamò al suo fianco anche Paolo Borsellino, che divenne collega di Falcone nello sbrigare il lavoro arretrato di oltre cinquecento processi.[7] Nel maggio del 1980 Chinnici affidò a Falcone la sua prima inchiesta contro Rosario Spatola, un costruttore edile palermitano, incensurato e molto rispettato perché la sua impresa aveva dato lavoro a centinaia di operai. Doveva la sua 1.3 L'esperienza del pool antimafia 3 fortuna al riciclaggio di denaro frutto del traffico di eroi- tola avevano già perso la vita il capo della Mobile Boris na dei clan italo-americani, guidati da Stefano Bontate, Giuliano e il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile. Salvatore Inzerillo, Carlo Gambino. Il processo Spatola fu quindi molto delicato, ma rappreAlle prese con questo caso, Falcone comprese che per in- sentò anche un grande successo per Falcone perché venne [1] dagare con successo le associazioni mafiose era necessa- così universalmente riconosciuto il “metodo Falcone”. rio basarsi anche su indagini patrimoniali e bancarie, ricostruire il percorso del denaro che accompagnava i traffici e avere un quadro complessivo del fenomeno. Notò che gli stupefacenti venivano venduti negli Stati Uniti così chiese a tutti i direttori delle banche di Palermo e provincia di mandargli le distinte di cambio valuta estera dal 1975 in poi. Alcuni telefonarono personalmente a Falcone per capire che intenzione avesse e lui rimase fermo sulle sue richieste.[8] Grazie a un attento controllo di tutte le carte richieste, una volta superate le reticenze delle banche, e “seguendo i soldi” riuscì a cominciare a vedere il quadro di una gigantesca organizzazione criminale: i confini di Cosa nostra. Risalì così al rapporto fra gli amici di Spatola e la famiglia Gambino, rivelando i collegamenti fra mafia americana e siciliana. Il 6 agosto dello stesso anno fu ucciso il procuratore capo di Palermo Gaetano Costa e subito dopo assegnarono la scorta a Falcone. Grazie a un assegno dell'importo di centomila dollari cambiato presso la Cassa di Risparmio di piazza Borsa di Palermo, Falcone trovò la prova che Michele Sindona si trovava in Sicilia smascherando quindi il finto sequestro organizzato a suo favore dalla mafia siculo-americana alla vigilia del suo giudizio.[8] Nei primi giorni del mese di dicembre 1980 Giovanni Falcone si recò per la prima volta a New York per discutere di mafia e stringere una collaborazione con Victor Rocco, investigatore del distretto est.[9] Entrando negli uffici di Rudolph Giuliani rimase stupito dall'efficienza e dai loro strumenti, fra i quali c'era per esempio il computer. Falcone seppe instaurare subito un rapporto di fiducia con Giuliani e con i suoi collaboratori Louis Frech e Richard Martin, oltre che con gli agenti della Dea e dell'Fbi. Grazie a questa collaborazione riuscirono a sgominare il traffico di eroina nelle pizzerie. Anche la stampa americana seguiva con attenzione questa sinergia e presentava la figura di Falcone con stima e grandissimo favore. Sono anni tumultuosi che vedono la prepotente ascesa dei Corleonesi, i quali impongono il proprio feudo criminale insanguinando le strade a colpi di omicidi. Emblematici i titoli del quotidiano palermitano L'Ora, che arriverà a titolare le sue prime pagine enumerando le vittime della drammatica guerra di mafia. Tra queste vittime anche svariati e valorosi servitori dello Stato come Pio La Torre, principale artefice della legge Rognoni-La Torre (che introdusse nel codice penale il reato di associazione mafiosa), e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il 6 giugno 1983 Rosario Spatola fu condannato, insieme con 75 esponenti della cosca Spatola-Gambino-Inzerillo, a dieci anni di reclusione ma sarebbe stato arrestato a New York dall'Fbi, in collaborazione con la polizia italiana, solo nel 1999. In precedenza per indagare su Spa- 1.3 L'esperienza del pool antimafia Il progetto del così detto "pool antimafia" nacque dall'idea di Rocco Chinnici, inizialmente avvalendosi della collaborazione di Falcone, di Paolo Borsellino e di Giuseppe Di Lello, ma successivamente sarebbe stato sviluppato da Antonino Caponnetto (subentrato a Chinnici, ucciso il 29 luglio 1983) che, nel marzo 1984, avrebbe poi costituito un "pool" composto da quattro magistrati (nel frattempo si era aggiunto anche Leonardo Guarnotta) affinché coordinasse le indagini sfruttando l'esperienza maturata e quello sguardo d'insieme e sul fenomeno mafioso portato da Falcone. I quattro magistrati erano affiatati, amici e con un sogno comune: restituire la città ai palermitani e la Sicilia ai siciliani onesti. Il pool doveva occuparsi dei processi di mafia, esclusivamente e a tempo pieno, col vantaggio sia di favorire la condivisione delle informazioni tra tutti i componenti e minimizzare così i rischi personali, sia per garantire in ogni momento una visione più ampia ed esaustiva possibile di tutte le componenti del fenomeno mafioso. La validità del nuovo sistema investigativo si dimostrò subito indiscutibile, e sarà fondamentale per ogni successiva indagine, negli anni a venire.[1] Ma una vera e propria svolta epocale alla lotta a cosa nostra sarebbe stata impressa con l'arresto di Tommaso Buscetta, il quale, dopo una drammatica sequenza di eventi, decise di collaborare con la giustizia italiana. Il suo interrogatorio, cominciato a Roma nel luglio 1984 in presenza del sostituto procuratore Vincenzo Geraci e di Gianni De Gennaro del nucleo operativo della criminalpol, si rivelerà determinante per la conoscenza non solo di determinati fatti, ma specialmente della struttura e delle chiavi di lettura dell'organizzazione definita cosa nostra. 1.4 Il periodo all'Asinara ed il maxiprocesso di Palermo Cosa nostra fece terra bruciata attorno ai magistrati italiani: dopo l'omicidio di Giuseppe Montana e Ninni Cassarà nell'estate 1985, stretti collaboratori di Falcone e di Paolo Borsellino, si cominciò a temere per l'incolumità anche dei due magistrati, che furono indotti per motivi di sicurezza a soggiornare qualche tempo con le famiglie presso il carcere dell'Asinara; per tale periodo il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria richiese poi ai due magistrati un rimborso spese ed un indennizzo per il soggiorno trascorso.[10] Qui iniziarono a preparare l'istruttoria; le inchieste avviate da Chinnici e portate avanti dalle indagini di Falcone e di tutto il pool portarono 4 così a costituire il primo grande processo contro la mafia in Italia; passato alla storia come il maxiprocesso di Palermo che iniziò il 10 febbraio 1986 e terminò il 16 dicembre 1987. La sentenza inflisse 360 condanne per complessivi 2665 anni di carcere e undici miliardi e mezzo di lire di multe da pagare, segnando un grande successo per il lavoro svolto da tutto il pool antimafia.[11] 1 BIOGRAFIA guì ancora una volta il suo straordinario lavoro, realizzando un'importante operazione antidroga in collaborazione con Rudolph Giuliani, allora procuratore distrettuale di New York. 1.6 Il fallito attentato dell'Addaura e la vicenda del “corvo” Nel dicembre 1986, Borsellino viene nominato Procuratore della Repubblica di Marsala e lascia il pool. Come ricorderà Caponnetto, a quel punto gli sviluppi dell'istruttoria includono ormai quasi un milione di fogli processuali, rendendo necessaria l'integrazione di nuovi elementi per seguire l'accresciuta mole di lavoro; entrarono poi a far parte del pool altri tre giudici istruttori: Ignazio De Francisci, Gioacchino Natoli e Giacomo Conte. Il 21 giugno 1989, Falcone divenne obiettivo di un attentato presso la villa al mare affittata per le vacanze, comunemente detto attentato dell'Addaura: alcuni mafiosi piazzarono un borsone con cinquantotto candelotti di tritolo in mezzo agli scogli, a pochi metri dalla villa affittata dal giudice, che stava per ospitare i colleghi Carla del Ponte e Claudio Lehmann. Il piano era probabilmente quello di assassinare il giudice allorché fosse sceso dalla villa sulla spiaggia per fare il bagno, ma l'attentato fallì. Inizialmente venne ritenuto che i killer non fossero riusciti a far esplo1.5 L'elezione di Meli e la fine del pool dere l'ordigno a causa di un detonatore difettoso, dandosi Caponnetto si apprestava a lasciare l'incarico per ragioni quindi alla fuga e abbandonando il borsone.[13] di salute, e raggiunti limiti di età. Alla sua sostituzione Falcone dichiarò al riguardo che a volere la sua morte si vennero candidati Falcone, e Antonino Meli. Nel settem- trattava probabilmente di qualcuno che intendeva blocbre 1987, dopo una discussa votazione, il Consiglio Su- carne l'inchiesta sul riciclaggio in corso, parlando inolperiore della Magistratura nominò Meli.[12] A favore di tre di “menti raffinatissime”, e teorizzando la collusione Falcone, votò anche il futuro Procuratore della Repub- tra soggetti occulti e criminalità organizzata. Espressioblica di Palermo, Gian Carlo Caselli, in dissenso con la ni in cui molti lessero i servizi segreti deviati. Il giudice, corrente di Magistratura Democratica cui apparteneva. in privato, si manifestò sospettando di Bruno Contrada, La scelta di Meli, generalmente motivata in base alla mera anzianità di servizio, piuttosto che alla maggiore competenza effettivamente maturata da Falcone, innescò amare polemiche, e venne interpretata come una possibile rottura dell'azione investigativa, inoltre rese Falcone un bersaglio molto più facile per la mafia, perché la sua sconfitta aveva dimostrato che effettivamente non era stimato come si credeva; Borsellino stesso aveva lanciato a più riprese l'allarme a mezzo stampa, rischiando conseguenze disciplinari; esternazioni che di fatto non sortirono alcun effetto. Meli si insedia nel gennaio 1988 e finisce con lo smantellare il metodo di lavoro intrapreso, riportandolo indietro di un decennio. Da qui in poi Falcone e i suoi dovettero fronteggiare un numero sempre crescente di ostacoli alla loro attività. Cosa nostra intanto assassinò l'ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco, che aveva denunciato le pressioni subite da Vito Ciancimino durante il suo mandato. Tempo dopo, i due membri del pool Di Lello e Conte si dimisero polemicamente. Non ultimo, persino la Cassazione sconfessò l'unitarietà delle indagini in fatto di mafia affermata da Falcone. Il 30 luglio Falcone richiese addirittura di essere destinato a un altro ufficio, e Meli, ormai in aperto contrasto con Falcone, come predetto da Borsellino, sciolse ufficialmente il pool. Un mese dopo, Falcone ebbe l'ulteriore amarezza di vedersi preferito Domenico Sica alla guida dell'Alto Commissariato per la lotta alla Mafia. Nonostante gli avvenimenti, tuttavia, Falcone prose- funzionario del SISDE che aveva costruito la sua carriera al fianco di Boris Giuliano. Contrada verrà poi arrestato e condannato in primo grado a dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, sentenza poi confermata in Cassazione.[14] Ma al Palazzo di Giustizia di Palermo aveva preso corpo anche la nota vicenda del “corvo": una serie di lettere anonime (di cui un paio addirittura composte su carta intestata della Criminalpol), che diffamarono il giudice e i colleghi Giuseppe Ayala, Giammanco Prinzivalli più altri come il Capo della Polizia di Stato, Vincenzo Parisi, e importanti investigatori come Gianni De Gennaro e Antonio Manganelli. In esse Falcone veniva millantato soprattutto di avere “pilotato” il ritorno di un pentito, Totuccio Contorno, al fine di sterminare i Corleonesi, storici nemici della sua famiglia. I fatti descritti venivano presentati come movente della morte di Falcone per opera dei Corleonesi, i quali avrebbero organizzato il poi fallito attentato come vendetta per il rientro di Contorno. I contenuti, particolarmente ben dettagliati sulle presunte coperture del Contorno e gli accadimenti all'interno del tribunale, furono alimentati ad arte sino a destare notevole inquietudine negli ambienti giudiziari, tanto che nello stesso ambiente degli informatori di polizia queste missive vennero attribuite a un “corvo”, ossia un magistrato. Sebbene sul momento la stampa non lo spiegasse apertamente al grande pubblico, infatti, tra gli esperti di “cose di cosa nostra” (come Falcone) era risaputo che, nel linguaggio mafioso, tale appellativo de- 1.7 Le critiche e la stagione dei veleni signasse proprio i magistrati (dalla toga nera che indossano in udienza); le missive avrebbero così inteso insinuare la certezza che in realtà il pool operasse al di fuori dalle regole, immerso tra invidie, concorrenze e gelosie professionali. Gli accertamenti per individuare gli effettivi responsabili portarono alla condanna in primo grado per diffamazione del giudice Alberto Di Pisa, identificato grazie a dei rilievi dattiloscopici. Le impronte digitali - raccolte con un artificio dal magistrato inquirente - furono però dichiarate processualmente inutilizzabili, oltre a lasciare dubbi sulla loro validità probatoria (sia il bicchiere di carta su cui erano state prelevate le impronte, sia l'anonimo con cui furono confrontate, erano alquanto deteriorati). Una settimana dopo il fallito attentato, il C.S.M. decise la nomina di Falcone a procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica. Di Pisa, che tre mesi dopo davanti al C.S.M. avrebbe mosso gravi rilievi allo stesso Falcone sia sulla gestione dei pentiti sia sull'operato, verrà poi assolto in Appello per non aver commesso il fatto.[15] 5 contro Falcone che, a suo dire, avrebbe “tenuto chiusi nei cassetti” una serie di documenti riguardanti i delitti eccellenti della mafia.[16] Le accuse erano indirizzate anche verso il giudice Roberto Scarpinato, oltre al procuratore Pietro Giammanco, ritenuto vicino ad Andreotti. Si asseriscono responsabilità politiche alle azioni della cupola mafiosa (il cosiddetto “terzo livello”) ma Falcone dissente sostanzialmente da queste conclusioni sostenendo, come sempre, la necessità di prove certe e bollando simili affermazioni come “cinismo politico”. Rivolto direttamente a Orlando, dirà: “Questo è un modo di far politica attraverso il sistema giudiziario che noi rifiutiamo. Se il sindaco di Palermo sa qualcosa, faccia nomi e cognomi, citi i fatti, si assuma le responsabilità di quel che ha detto. Altrimenti taccia: non è lecito parlare in assenza degli interessati”.[17] La polemica ha continuato ad alimentarsi anche dopo la morte di Falcone; in particolare, la sorella Maria Falcone in un collegamento telefonico con il programma radiofonico Mixer ha accusato Orlando di aver infangato suo fratello: «hai infangato il nome, la dignità e l'onorabilità di un giudice che ha sempre dato prova di essere integerrimo e strenuo difensore dello Stato contro la mafia [...] lei ha approfittato di determinati limiti dei procedimenti 1.7 Le critiche e la stagione dei veleni giudiziari, per fare, come diceva Giovanni, politica attra[18] In un'intervista a KlauNell'agosto 1989 cominciò a collaborare coi magistrati verso il sistema giudiziario». scondicio, Leoluca Orlando ha dichiarato di non essersi anche il mafioso Giuseppe Pellegriti, fornendo preziose [19] pentito riguardo alle accuse che rivolse a Falcone . informazioni sull'omicidio del giornalista Giuseppe Fava, e rivelando al pubblico ministero Libero Mancuso di es- Nel settembre 1991 Salvatore Cuffaro, all'epoca deputasere venuto a conoscenza, tramite il boss Nitto Santapao- to regionale della Democrazia Cristiana e anni dopo conla, di fatti inediti sul ruolo del politico Salvo Lima negli dannato per mafia, intervenne a una puntata speciale della omicidi di Piersanti Mattarella e Pio La Torre. Mancu- trasmissione televisiva Samarcanda condotta da Michele so informò subito Falcone, che interrogò il pentito a sua Santoro in collegamento con il Maurizio Costanzo Show e volta, e, dopo due mesi di indagini, lo incriminò insieme dedicata alla commemorazione dell'imprenditore Libero ad Angelo Izzo, spiccando nei loro confronti due mandati Grassi, ucciso da Cosa Nostra. In quella occasione, Cufdi cattura per calunnia (poi annullati dal Tribunale della faro - presente tra il pubblico - si scagliò con veemenlibertà in quanto essi erano già in carcere). Pellegriti, do- za contro la trasmissione (tra i cui ospiti era presente po l'incriminazione, ritrattò, attribuendo a Izzo di essere Falcone), sostenendo come le iniziative portate avanti l'ispiratore delle accuse. da un certo tipo di “giornalismo mafioso” fossero degne Lima e la corrente di Giulio Andreotti erano disprezza- dell'attività mafiosa vera e propria, tanto criticata e coti dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando e da tutto il munque lesive della dignità della Sicilia. Cuffaro parlò movimento antimafia, per cui l'incriminazione di Pelle- di certa magistratura “che mette a repentaglio e delegittigriti venne vista come una sorta di cambiamento di rotta ma la classe dirigente siciliana”, con chiaro riferimento a in quel momento uno dei politici più influenti del giudice dopo il fallito attentato, tanto che ricevette Mannino,[20] della DC. Con sentenza numero 1742 del 2013 il Trinuove e dure critiche al suo operato da parte di esponenbunale civile di Palermo ha disposto un risarcimento in ti come Carmine Mancuso, Alfredo Galasso e in maniefavore di Cuffaro da parte di Antonio Di Pietro, che aveva ra minore anche da Nando Dalla Chiesa, figlio del comlinkato sul proprio sito Internet il video dell'intervento di pianto generale. Gerardo Chiaromonte, presidente della Cuffaro a Samarcanda con il titolo “Costanzo Show: ToCommissione Antimafia, scriverà poi, in riferimento al tò Cuffaro aggredisce Giovanni Falcone”. Nella sentenza fallito attentato all'Addaura contro Falcone: «I seguaci il Tribunale ha accertato che “non si evince un attacco di Orlando sostennero che era stato lo stesso Falcone a diretto di Cuffaro nei confronti del giudice Falcone” e organizzare il tutto per farsi pubblicità». che lo stesso, semmai, si era scagliato contro un'inchiesta, Nel gennaio 1990, Falcone coordina un'altra importante peraltro archiviata pochi giorni dopo la trasmissione, e inchiesta che porta all'arresto di trafficanti di droga co- contro il Magistrato che la conduceva, persona diversa lombiani e siciliani. Ma a maggio riesplose, violentissima, da Giovanni Falcone.[21] la polemica, allorquando Orlando interviene alla seguitissima trasmissione televisiva di Rai 3 Samarcanda, de- Nel clima determinatosi nel periodo 1988-1991 Giovanni dicata all'omicidio di Giovanni Bonsignore, scagliandosi Falcone spendeva ogni sua energia nel lavoro investigati- 6 vo sui cosiddetti “delitti politici” siciliani (gli omicidi di Michele Reina, di Piersanti Mattarella, di Pio La Torre e del suo autista Rosario Di Salvo), sottoscrivendo infine la requisitoria[22] con cui, il 9 marzo 1991, la Procura di Palermo chiedeva per quei delitti il rinvio a giudizio dei vertici di Cosa Nostra insieme a quello di esponenti dell'estrema destra quali Giuseppe Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, questi ultimi indicati quali esecutori materiali dell'omicidio Mattarella (vennero poi assolti nel processo svoltosi, nella parte che li riguardava, dopo l'uccisione di Falcone). Negli stessi anni conduce insieme al capitano Arma dei Carabinieri Angelo Jannone - allora in servizio a Corleone - delle indagini finalizzate alla ricerca del latitante Totò Riina, autorizzando la collocazione di microspie presso le abitazioni di alcuni familiari e presso lo studio del commercialista Giuseppe Mandalari a Palermo. Soprattutto le intercettazioni presso lo studio di Mandalari metteranno in luce una serie di collusioni massoniche e politiche che furono ritenute particolarmente importante e delicate dal magistrato che avverti il capitano Jannone: “chi tocca questi fili muore”.[23] 1 BIOGRAFIA davanti al CSM in seguito all'esposto presentato il mese prima (l'11 settembre) da Leoluca Orlando. L'esposto contro Falcone era il punto di arrivo della serie di accuse mosse da Orlando al magistrato palermitano, il quale ribatté ancora alle accuse definendole «eresie, insinuazioni» e «un modo di far politica attraverso il sistema giudiziario». Sempre davanti al CSM Falcone, commentando il clima di sospetto creatosi a Palermo, affermò che «non si può investire nella cultura del sospetto tutto e tutti. La cultura del sospetto non è l'anticamera della verità, è l'anticamera del khomeinismo». In questo contesto fortemente negativo, nel marzo 1992 viene assassinato Salvo Lima, omicidio che rappresenta un importante segnale dell'inasprimento della strategia mafiosa la quale rompe così gli equilibri consolidati e alza il tiro verso lo Stato per ridefinire alleanze e possibili collusioni. Falcone era stato informato poco più di un anno prima con un dossier dell'Arma dei Carabinieri del ROS che analizzava l'imminente neo-equilibrio tra mafia, politica e imprenditoria, ma il nuovo incarico non gli aveva permesso di ottemperare a ulteriori approfondimenti. Il ruolo di “superprocuratore” a cui stava lavorando avrebbe consentito di realizzare un potere di contrasto alle organizzazioni mafiose sin lì impensabile. Ma ancor prima che egli vi venisse formalmente indicato, si riaprirono ennesime polemiche sul timore di una riduzione dell'autonomia della Magistratura e una subordinazione della stessa al potere politico. Esse sfociarono per giunta in uno sciopero dell'Associazione Nazionale Magistrati e nella decisione del Consiglio Superiore della Magistratura che per la carica gli oppose inizialmente Agostino Cordova. La polemica sancì la rottura del fronte antimafia, Cosa nostra sembrò trarre vantaggio della tensione strisciante nelle istituzioni, cosa che avvelenò sempre più il clima attorno a Falcone, isolandolo. Alle seguenti elezioni dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura del 1990, Falcone venne candidato per le liste collegate “Movimento per la giustizia” e “Proposta 88”, ma non viene eletto. Fattisi poi via via sempre più aspri i dissensi con Giammanco, Falcone optò per accettare la proposta di Claudio Martelli, allora vicepresidente del Consiglio Sostenuto da Martelli, Falcone rispose sempre con lucidie ministro di Grazia e Giustizia ad interim, a dirigere la tà di analisi e limpidezza di argomentazioni, intravedensezione Affari Penali del ministero. do, presumibilmente, che il coronamento della propria esperienza professionale avrebbe definito nuovi e più efficaci strumenti al servizio dello Stato. Eppure, nonostante 1.8 Le dichiarazioni dei politici e l'ostilità la sua determinazione, egli fu sempre più solo all'interno delle istituzioni, condizione questa che prefigurerà tristeLa vicinanza di Falcone al socialista Claudio Martelli mente la sua fine. Emblematicamente, Falcone ottenne i costò al magistrato siciliano violenti attacchi da diversi numeri per essere eletto Superprocuratore il giorno priesponenti politici. In particolare, l'appoggio di Martelli ma della sua morte. Nell'intervista rilasciata a Marcelle fece destare sospetti da parte del Partito Comunista Ita- Padovani per Cose di Cosa Nostra, Falcone attesta la sua liano e di altri settori del mondo politico (Leoluca Orlan- stessa profezia: “Si muore generalmente perché si è soli do in primis, oltre a qualche altro esponente della DC e o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muodiversi giudici aderenti a Magistratura Democratica) che re spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, fino ad allora avevano appoggiato una possibile candida- perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce tura di Falcone.[24] Inoltre, alcuni magistrati, tra i qua- i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a pro“Mi li lo stesso Paolo Borsellino, criticarono poi il progetto teggere.” Alcuni giorni prima dell'attentato dichiarò: [27] hanno delegittimato, stavolta i boss mi ammazzano.” della procura nazionale antimafia, denunciando il rischio che essa costituisse paradossalmente un elemento strategico nell'allontanamento di Falcone dal territorio siciliano e nella neutralizzazione reale delle sue indagini.[25] Il 10 agosto 1991, ai funerali in Calabria di Antonino Scopelliti, Falcone sentì di essere in pericolo e confida al fratello del collega: «Se hanno deciso così non si fermeranno più... ora il prossimo sarò io».[26] 1.9 La strage di Capaci e la morte Falcone venne assassinato in quella che comunemente è detta strage di Capaci, il 23 maggio 1992.[28] Stava tornando, come era solito fare nei fine settimana, da Roma. Il jet di servizio partito dall'aeroporto di Ciampino intorIl 15 ottobre 1991 Giovanni Falcone venne convocato no alle 16:45 arriva all'aeroporto di Punta Raisi dopo un 7 un'altra ventina di persone che al momento dell'attentato si trovano a transitare con le proprie autovetture sul luogo dell'eccidio. La detonazione provoca un'esplosione immane e una voragine enorme sulla strada.[32] In un clima irreale e di iniziale disorientamento, altri automobilisti e abitanti dalle villette vicine danno l'allarme alle autorità e prestano i primi soccorsi tra la strada sventrata e una coltre di polvere. L'autostrada e le automobili sventrate in seguito all'esplosione alla strage di Capaci (23 maggio 1992). viaggio di 53 minuti. Il boss Raffaele Ganci seguiva tutti i movimenti del poliziotto Antonio Montinaro, il caposcorta di Falcone, che guidò le tre Fiat Croma blindate dalla caserma “Lungaro” fino a Punta Raisi, dove dovevano prelevare Falcone; Ganci telefonò a Giovan Battista Ferrante (mafioso di San Lorenzo, che era appostato all'aeroporto) per segnalare l'uscita dalla caserma di Montinaro e degli altri agenti di scorta.[29][30] Appena sceso dall'aereo, Falcone si sistema alla guida della Fiat Croma bianca e accanto prende posto la moglie Francesca Morvillo mentre l'autista giudiziario Giuseppe Costanza va a occupare il sedile posteriore. Nella Croma marrone c'è alla guida Vito Schifani, con accanto l'agente scelto Antonio Montinaro e sul retro Rocco Dicillo, mentre nella vettura azzurra ci sono Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Al gruppo è in testa la Croma marrone, poi la Croma bianca guidata da Falcone, e in coda la Croma azzurra, che imboccarono l'autostrada A29 in direzione Palermo. In quei momenti, Gioacchino La Barbera (mafioso di Altofonte) seguì con la sua auto il corteo blindato dall'aeroporto di Punta Raisi fino allo svincolo di Capaci, mantenendosi in contatto telefonico con Giovanni Brusca e Antonino Gioè (capo della Famiglia di Altofonte), che si trovavano in osservazione sulle colline sopra Capaci. Tre, quattro secondi dopo la fine della loro telefonata, Brusca azionò il telecomando che provocò l'esplosione di 500 kg di tritolo sistemati all'interno di fustini in un cunicolo di drenaggio sotto l'autostrada:[29][31] la prima auto, la Croma marrone, venne investita in pieno dall'esplosione e sbalzata dal manto stradale in un giardino di olivi a più di dieci metri di distanza, uccidendo sul colpo gli agenti Montinaro, Schifani e Dicillo; la seconda auto, la Croma bianca guidata dal giudice, avendo rallentato, si schianta invece contro il muro di cemento e detriti improvvisamente innalzatosi per via dello scoppio, proiettando violentemente Falcone e la moglie, che non indossano le cinture di sicurezza, contro il parabrezza; rimangono feriti gli agenti della terza auto, la Croma azzurra, che infine resiste, e si salvano miracolosamente anche Venti minuti dopo circa, Giovanni Falcone viene trasportato sotto stretta scorta di un corteo di vetture e di un elicottero dell'Arma dei Carabinieri presso l'ospedale civico di Palermo. Gli altri agenti e i civili coinvolti vengono anch'essi trasportati in ospedale mentre la polizia scientifica eseguì i primi rilievi ed il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco provvide all'estrazione dalle lamiere i cadaveri - resi irriconoscibili - degli agenti della Polizia di Stato di Schifani, Montinaro e Dicillo. Intanto la stampa e la televisione iniziarono a diffondere la notizia di un attentato a Palermo e il nome del giudice Falcone trova via via conferma. L'Italia intera sgomenta, trattiene il fiato per la sorte delle vittime con tensione sempre più viva e contrastante, sinché alle 19:05, a un'ora e sette minuti dall'attentato, Giovanni Falcone muore dopo alcuni disperati tentativi di rianimazione, a causa della gravità del trauma cranico e delle lesioni interne. Francesca Morvillo morirà anch'essa, intorno alle 22:00. La salma del magistrato italiano venne tumulata in una tomba monumentale nel cimitero di Sant'Orsola, a Palermo. Nel giugno 2015 la salma venne poi traslate nella Chiesa di San Domenico situata nel capoluogo siciliano, suscitando però polemiche circa l'opportunità.[33] 2 Le reazioni Volantini recanti una citazione del giudice Falcone: “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Due giorni dopo, il 25 maggio mentre a Roma viene eletto presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, a Palermo, nella Chiesa di San Domenico, si svolgono i funerali delle vittime ai quali partecipa l'intera città, assie- 8 3 RICONOSCIMENTI E INFLUENZA me a colleghi e familiari e personalità come Giuseppe Ayala e Tano Grasso. I più alti rappresentanti del mondo politico, come Giovanni Spadolini, Claudio Martelli, Vincenzo Scotti, Giovanni Galloni, vengono duramente contestati dalla cittadinanza; e le immagini televisive delle parole e del pianto straziante della giovanissima Rosaria, vedova dell'agente Schifani "io vi perdono, ma voi vi dovete mettere in ginocchio", susciteranno particolare emozione nell'opinione pubblica. vivo. In particolare, l'opposizione a Falcone dei magistrati vicini al PDS fu fortissima: al CSM, per diverse volte il magistrato palermitano subì dei veti. Ad esempio, quando concorse al posto di super-procuratore antimafia, gli venne preferito Agostino Cordova, all'epoca procuratore capo di Palmi. Nell'occasione, Alessandro Pizzorusso, componente laico del CSM designato dal Partito Comunista, firmò un articolo sull'Unità sostenendo che Falcone non fosse “affidabile” e che essendo “governativo”, avrebbe Il magistrato Ilda Boccassini dichiarò rivolgendosi ai col- perso le sue caratteristiche di indipendenza. leghi nell'aula magna del tribunale di Milano: «Voi ave- Già in precedenza, quando - a seguito del collocamente fatto morire Giovanni, con la vostra indifferenza e le to a riposo di Caponnetto - al Consiglio superiore della vostre critiche; voi diffidavate di lui; adesso qualcuno ha magistratura si dovette decidere se Falcone dovesse espure il coraggio di andare ai suoi funerali». Nel suo sfogo sere posto o meno a capo dell'Ufficio istruzione di Paleril magistrato, che si farà trasferire a Caltanissetta per in- mo, gli venne preferito Antonino Meli; votarono per quedagare sulla strage di Capaci, ricorderà anche il linciaggio st'ultimo, e quindi contro Falcone, anche gli esponenti di subito dall'amico Falcone da parte dei suoi colleghi magi- Magistratura democratica, vicini al PDS, Giuseppe Borré strati, anche facenti capo alla stessa corrente cui Falcone ed Elena Paciotti, quest'ultima poi eletta europarlamentaaderiva: re dei Democratici di Sinistra. Dopo la sua morte, LeoluLa Boccassini criticherà anche l'atteggiamento dei ca Orlando, commentando l'ostracismo che Falcone subì da parte di alcuni colleghi negli ultimi mesi di vita, dimagistrati milanesi impegnati in Mani pulite: rà: «L'isolamento era quello che Giovanni si era scelto Ilda Boccassini, confermerà le critiche in un'intervista entrando nel Palazzo dove le diverse fazioni del regime a La Repubblica del maggio 2002,[34] in occasione stavano combattendo la battaglia finale». dell'affissione di targa in memoria di Giovanni Falcone al ministero della Giustizia. Il magistrato criticherà gli onori All'esecrazione dell'assassinio, il 4 giugno si unisce anche il Senato degli Stati Uniti, con una risoluzione (la n. postumi offerti a Falcone, sostenendo che 308) intesa a rafforzare l'impegno del gruppo di lavoro italo-americano, di cui Falcone era componente.[32] La Corte Suprema degli Stati Uniti, massimo organo giurisdizionale USA, ricorda il 29 ottobre 2009 Giovanni Falcone in una seduta solenne quale “martire della causa della giustizia”.[35] In un'intervista del 2008 al Corriere della Sera l'ex Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga ha imputato al Csm grosse responsabilità riguardo alla morte del Giudice Falcone, ha infatti affermato: “i primi mafiosi stanno al CSM. [Sta scherzando?] Come no? Sono loro che hanno ammazzato Giovanni Falcone negandogli la DNA e prima sottoponendolo a un interrogatorio. Quel giorno lui uscì dal CSM e venne da me piangendo. Voleva andar via. Ero stato io a imporre a Claudio Martelli di prenderlo al Ministero della Giustizia”. 3 Riconoscimenti e influenza 3.1 La normativa Maria Falcone, sorella di Giovanni, ancora oggi rende omaggio alla memoria del fratello nelle scuole italiane Nell'intervista ricorderà anche come diversi magistrati e politici, sia vicini a partiti della sinistra sia della destra, criticarono fortemente Falcone quando questo era ancora Una delle più importanti eredità dell'operato del magistrato è stata quella dell'emanazione di alcuni provvedimenti normativi atti ad agevolare il contrasto e la repressione del fenomeno della mafia in Italia; tra le più importanti si ricordano:[36] • decreto legge 8 giugno 1992, n. 306 - convertito in legge n. 7 agosto 1992 n. 356 - una delle prime leggi che regolo il fenomeno dei "collaboratori di giustizia"; 3.2 Monumenti 9 Francobollo commemorativo • decreto legge 29 ottobre 1991 n. 345 - convertito in legge 30 dicembre 1991 n. 410 - che istituì della direzione investigativa antimafia; • decreto legge 20 novembre 1991, n. 367 - convertito in legge 20 gennaio 1992, n. 8 - che modificava il codice di procedura penale italiano. 3.2 Monumenti Al magistrato, in Sicilia e nel resto d'Italia sono state dedicate molte scuole e strade, nonché una piazza nel centro di Palermo (nel giugno del 2008). La prima scuola dedicatogli è il liceo linguistico di Bergamo, il cui nome dedicato al magistrato è stato approvato nel 1993 e ufficializzato con una cerimonia il 27 novembre dello stesso anno, alla quale ha partecipato anche il magistrato Armando Spataro, collaboratore di Falcone a Palermo. Nel 1999 gli è stato intitolato il convitto nazionale di Palermo. • Nella sede del FBI di Quantico negli Stati Uniti, è presente una statua di Giovanni Falcone, voluta dal direttore Louis Freech.[37] • A Falcone e al suo collega Borsellino il comune di Castellammare di Stabia ha dedicato l'aula del consiglio comunale intitolandola a loro nome; nel comune di Scafati è dedicata loro una piazza proprio di fronte alla scuola elementare “Ferdinando II di Borbone"; anche nel comune di Casaluce in provincia di Caserta, è stata dedicata a Falcone una piazza su un bene confiscato alla camorra; a Casalnuovo, in provincia di Napoli, gli è dedicata una via, mentre ai due colleghi magistrati è stato dedicato anche l'Aeroporto di Palermo-Punta Raisi. • Un albero situato di fronte l'ingresso del suo appartamento, nella centralissima via Emanuele Notarbartolo a Palermo, raccoglie messaggi, regali e fiori dedicati al giudice: è "l'albero Falcone".[38] Strade e L'albero Falcone a Palermo, in via Emanuele Notarbartolo n. 23 piazze intitolate ai due magistrati si trovano un po' ovunque nei comuni d'Italia. • Il 23 gennaio 2008, su proposta del sindaco Walter Veltroni, con una risoluzione approvata all'unanimità dal Consiglio dell'VIII Municipio di Roma, la località Ponte di Nona è stata rinominata Villaggio Falcone in suo onore.[39] Dal 2011, l'aula delle udienze della Corte d'Appello di Trento è dedicata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.[40][41] • All'uscita dell'autostrada Palermo-Capaci, in prossimità del luogo dell'attentato, è stata eretta una colonna che espone i nomi delle vittime di quel 23 maggio 1992. Qui il giudice, sua moglie e la scorta vengono commemorati il giorno dell'anniversario della strage, con la chiusura del tratto al traffico, come avvenuto anche nel 2010.[42] • Il 18 maggio 2012, a Roma, nella piazza d'armi della Scuola agenti del Corpo di polizia penitenziaria, intitolata al magistrato, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inaugurato un manufatto in acciaio e cristallo, denominato teca Falcone, in cui sono conservati i resti della Fiat Croma bianca su cui viaggiava il magistrato al momento di essere vittima dell'attentato.[43] 10 7 NOTE • Giovanni Falcone, l'uomo che sfidò Cosa Nostra di Andrea e Antonio Frazzi, (2006) • In un altro paese di Marco Turco, (2006)[44] • Il Capo dei Capi, regia di Alexis Sweet e Enzo Monteleone (2007) • Vi perdono ma inginocchiatevi di Claudio Bonivento, film tv (2012) • Morti ammazzati: Falcone, Borsellino e altri eroi, scritto e diretto da Emanuele Montagna, (2012) • Per questo mi chiamo Giovanni, scritto da Luigi Garlando (2012) • La mafia uccide solo d'estate, Pierfrancesco Diliberto (2013) diretto da 5.2 Musica Monumento commemorativo a Falcone nel punto esatto dove avvenne la strage a Capaci. 4 Opere • Rapporto sulla mafia degli anni '80. Gli atti dell'Ufficio istruzione del tribunale di Palermo, Palermo, S. F. Flaccovio, 1986. • Cose di Cosa Nostra, in collaborazione con Marcelle Padovani, Milano, Rizzoli, 1991. • Stefano Fonzi (musiche), Giommaria Monti (testi). Il coraggio della solitudine. Edizioni Musicali Rai Trade, 2007[45] • I Savatage, gruppo heavy metal statunitense, hanno dedicato al giudice Falcone la canzone “Castles Burning”, presente nell'album del 1994 Handful of Rain. • Lucci Brokenspeakers gli ha dedicato il brano “La collina”, presente nell'album Brutto & Stonato. 6 Onorificenze • Io accuso. Cosa nostra, politica e affari nella requisi- Il 13 novembre 2006 è stato nominato tra gli eroi de[46] Inoltre, è stato toria del maxiprocesso, Roma, Libera informazione, gli ultimi 60 anni dal Time magazine. [47] nominato in suo onore l'asteroide 60183 Falcone. 1993. • La posta in gioco. Interventi e proposte per la lotta alla mafia, Milano, BUR Rizzoli, 2010. ISBN 97888-17-04391-5 5 Nella cultura di massa 5.1 Teatro, cinema e televisione Anche il teatro, il cinema e la televisione hanno onorato la memoria del magistrato palermitano: 7 Note [1] Maria Falcone, Francesca Barra, Giovanni Falcone, un uomo solo, Milano, Rizzoli, 2012. [2] Lucio Galluzzo, Saverio Lodato, Francesco La Licata, Falcone vive, Palermo, Flaccovio, 1992. [3] Testimone di Pace - Giovanni Falcone, tratto da Luigi Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, Fabbri Editori, 2004 • Giovanni Falcone di Giuseppe Ferrara, (1993); [4] “Due eroi per la legalità” como.istruzione.lombardia.it. Vedi anche Francesco La Licata, “Storia di Giovanni Falcone”, Feltrinelli, 2002, pag. 26. • I giudici - Vittime Eccellenti di Ricky Tognazzi, (1999) [5] Francesco La Licata, Storia di Giovanni Falcone, pp. 3744 • Paolo Borsellino, (2004) regia di Gianluca Maria Tavarelli (2004) [6] Falcone Giovanni da calendariodelpopolo.it, 19 giugno 2013 11 [7] Saverio Lodato, I professionisti dell'antimafia in Trent'anni di mafia, Rizzoli, 2008, pp. 52-53, ISBN 978-88-17-01136-5. [8] Saverio Lodato, I professionisti dell'antimafia in Trent'anni di mafia, Rizzoli, 2008, pp. 55-56, ISBN 978-88-17-01136-5. [9] Saverio Lodato, I professionisti dell'antimafia in Trent'anni di mafia, Rizzoli, 2008, p. 58, ISBN 978-88-17-01136-5. [10] Figure di una battaglia: documenti e riflessioni sulla mafia dopo l'assassinio di G. Falcone e P. Borsellino, pag. 121 [11] Enrico Deaglio, Raccolto rosso: la mafia, l'Italia e poi venne giù tutto [12] [13] Sentenza della Corte di Cassazione sul processo per l'attentato all'Addaura. [14] Attilio Bolzoni, Contrada voleva uccidere Falcone in la Repubblica, 28 settembre 1994, p. 23. URL consultato il 12 gennaio 2014. [15] Anche se al suo dossier difensivo al CSM il sostituto procuratore Ayala fa discendere un ulteriore elemento di delegittimazione del pool antimafia, cioè gli addebiti deontologici che portarono al suo trasferimento per incompatibilità ambientale: Giuseppe Ayala, Chi ha paura muore ogni giorno, Mondadori 2008. [16] Giovanni Falcone - Biografia, Fondazione Falcone. URL consultato il 18 luglio 2010. [17] Quando Cossiga convocò le toghe di sicilia in La Repubblica, 21 ottobre 1993, p. 4. URL consultato il 24 gennaio 2010. [18] Maria Falcone a Orlando: ha infangato mio fratello in Corriere della Sera, 26 gennaio 1993. URL consultato il 6 gennaio 2013. [19] [https://www.youtube.com/watch?v=p_tex_ZOCuw Orlando: “Frasi su Falcone? Non mi pento"] [26] Aldo Pecora, Primo sangue, Rizzoli, 2010, p. 64, ISBN 978-88-586-1339-9. [27] Orrore,ucciso Falcone in Corriere della Sera, 24 maggio 1992. [28] Citato in: F. La Licata, Storia di Giovanni Falcone, Feltrinelli, Milano 2006, p. 169. [29] Attilio Bolzoni, Ora Brusca dice: Esitai ad uccidere Falcone, la Repubblica.it, 29 marzo 1997. URL consultato il 18 febbraio 2014. [30] Felice Cavallaro, Duro' 5 giorni il " film " della strage in Corriere della Sera, 15 novembre 1993, p. 11. URL consultato il 18 febbraio 2014. [31] Felice Cavallaro, Strage di Capaci: spunta Santapaola in Corriere della Sera, 15 novembre 1993, p. 11. URL consultato il 12 gennaio 2014. [32] Si veda: C. Lucarelli, Blu Notte - Misteri Italiani (sesta serie - 2004), La Mattanza: dai silenzi sulla Mafia al silenzio della Mafia [33] velata la tomba di Falcone nel pantheon di Palermo da palermo.repubblica.i, 23 giugno 2015 [34] Giuseppe D'Avanzo, Boccassini: “Falcone un italiano scomodo” in La Repubblica, 21 maggio 2002. URL consultato il 18 ottobre 2009. [35] Gli Usa ricordano Falcone in La Sicilia, 30 ottobre 2009. URL consultato il 30 ottobre 2009. [36] Perché fu ucciso Giovanni Falcone di Luca Tescaroli (seconda edizione) Rubettino editore, 2001 pag. 125 [37] 23 Maggio: Mafia.... URL consultato il 15 febbraio 2015. [38] Enrico Deaglio, Raccolto rosso: la mafia, l'Italia e poi venne giù tutto, p. 180 [39] Nuova denominazione per Ponte di Nona P.d.z. “Villaggio Falcone” [40] Targa per i magistrati, «Trentino», 22 maggio 2011, 17 [20] Mannino non è mafioso e il caso viene archiviato in La Repubblica, p. 6. URL consultato il 18 ottobre 2009. [41] L'aula della corte d'appello intitolata ai giudici Falcone e Borsellino, «L'Adige», 22 maggio 2011, 15 [21] Cuffaro non aggredì Falcone” Di Pietro dovrà risarcirlo, Live Sicilia, 31 maggio 2013. URL consultato il 12 gennaio 2014. [42] AGI.it - Falcone: Anas dispone chiusura autostrada A/29 per commemorazione [22] Procura della Repubblica di Palermo, Procedimento penale contro Greco Michele ed altri (N. 3162/89 A - P.M.), Archivio Pio La Torre - Camera dei Deputati, 9 marzo 1991. URL consultato il 9 novembre 2014. [23] Arrigo Benedetti, L'Europeo, Editoriale Domus, 1993. URL consultato il 2015-04-08. [24] Mariateresa Conti, Sinistra e Repubblicadavano del “guitto"al giudice Falcone..., IlGiornale.it, 23 maggio 2012. URL consultato il 12 gennaio 2014. [25] Citato in: F. La Licata, Storia di Giovanni Falcone, Feltrinelli, Milano 2006, pp. 120, 137-141. [43] Strage di Capaci, in una teca di vetro l'auto in cui morì Giovanni Falcone da ilmessaggero.it, 18 maggio 2012 [44] “In un altro Paese”, omaggio agli eroi che guardarono in faccia Cosa nostra in La Repubblica, 22 luglio 2007. URL consultato il 6 gennaio 2013. [45] Alessandrea Ziniti, Falcone, mille ragazzi lo ricordano a Corleone in la Repubblica, 23 maggio 2003. [46] Giovanni Falcone, un eroe da ricordare - lagazzettaitaliana.com [47] Intitolato a Giovanni Falcone l'asteroide scoperto a Capannori 12 8 9 VOCI CORRELATE Bibliografia • Manfredi Giffone, Fabrizio Longo, Alessandro Parodi, Un fatto umano - Storia del pool anfimatia, Einaudi Stile Libero, 2011, graphic novel, ISBN 978-88-06-19863-3 • Giacomo Bendotti, Giovanni Falcone, Ed. 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I primi processi del magistrato a Cosa Nostra nel Palazzo di Giustizia di Trapani ed altre singolari vicende (1967-1978), presentazione di Dino Petralia, Trapani, Di Girolamo Editore, 2014 - ISBN 978-88-97050-43-8. • Claudio Fava, Cinque delitti imperfetti: Impastato, Giuliano, Insalaco, Rostagno, Falcone, Mondadori, Milano 1994. 9 Voci correlate • Fondazione Giovanni Falcone, Giovanni Falcone: interventi e proposte (1982 – 1992) a cura di F. Patroni Griffi, Sansoni, Firenze, 1994. • Attentato dell'Addaura • Luigi Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, [Milano], Fabbri, 2004. ISBN 978-88-17-05577-2 • Antonino Caponnetto • Collaboratore di giustizia • Cosa nostra • Cosa nostra americana • Direzione Investigativa Antimafia • Francesca Morvillo • Lucio Galluzzo, Obiettivo Falcone, Napoli, Pironti, 1992. • Giovanni Falcone (film) • Francesco La Licata, Storia di Giovanni Falcone, Rizzoli, Milano 1993; Feltrinelli, Milano, 2005. • Magistratura italiana • Saverio Lodato, Ho ucciso Giovanni Falcone: la confessione di Giovanni Brusca, Milano, Mondadori, 1999. • Saverio Lodato, Trent'anni di mafia, Rizzoli, 2008, ISBN 978-88-17-01136-5. • Giammaria Monti, Falcone e Borsellino: la calunnia il tradimento la tragedia, Roma, Editori Riuniti, 1996. • Luca Rossi, I disarmati: Falcone, Cassarà e gli altri, Milano, Mondadori, 1992. • Alexander Stille, Excellent Cadavers, Vintage (Jonathan Cape), 1995. • Mafia in Italia • Maxiprocesso di Palermo • Paolo Borsellino • Pool antimafia • Rocco Chinnici • Pizza connection • Strage di via d'Amelio • Strage di Capaci • Teca Falcone • Vittime di cosa nostra • Vittime del dovere 13 10 Altri progetti • Wikiquote contiene citazioni di o su Giovanni Falcone • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Falcone 11 Collegamenti esterni • Giovanni Falcone - Anomalia palermitana, La storia siamo noi • Fonte: La Repubblica, 22.12.2009, “Il custode dei segreti di Falcone: «Dai suoi archivi spariti molti dati»" - “Mancano 20 dischetti dall'archivio di Falcone” • Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - Il ricordo di Gesualdo Bufalino, • L'attentato a Falcone, sul portale RAI Storia 14 12 FONTI PER TESTO E IMMAGINI; AUTORI; LICENZE 12 12.1 Fonti per testo e immagini; autori; licenze Testo • Giovanni Falcone Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Falcone?oldid=73498761 Contributori: Snowdog, Gianfranco, Gac, Ary29, Hellis, Kormoran, Marcok, Viames, Sicilarch, M7, Galessandroni, Salvatore Ingala, Retaggio, Giggiggio76, Alfiobot, Civvì, Gacbot, Franztanz, Maximianus, Piero129, MM, Wiggin~itwiki, ZeroBot, Resigua, Pil56, Malemar, Moroboshi, Biopresto, LuckyLisp, YurikBot, BMF81, Nick1915, Manutius, Senza nome.txt, Cloj, Kal-El, Wikif, Dread83, Accurimbono, Yoggysot, Tricolore88, Marko86, FlaBot, SunBot, CruccoBot, SCDBob, Senpai, Roccuz, Rutja76, Allergic, Dedda71, Homer, Eskimbot, Valepert, .snoopy., Rago, Bronzino, Codas, Domino89, Giancarlo Rossi, Eumolpo, Elitre, Bultro, Freddyballo, Amarvudol, Alleborgo, Dark knight, Sailko, Pequod76, Gusme, Superchilum, Klaudio, SashatoBot, Michele.B, Losògià, Squattaturi, Legendcrow, Archeologo, Ignisdelavega, Marcuscalabresus, Vale maio, Matrixmorbidoso, Dmerico, Phyk, Vmoscarda, AttoRenato, Caulfield, Xangar, Johnlong, Thijs!bot, Gcalderone, %Pier%, Generale Lee, Gacio, Escarbot, Ilsocialista, Delfort, Filbot, Riccardobot, Marcopil64, Aboliamoli.eu, Klone123, .anaconda, Wyszinski, Mr buick, AndreA, .anacondabot, Nicoli, Borgil, JAnDbot, Vituzzu, Remulazz, TekBot, Andrew88, Hauteville, Rael, ASP, CommonsDelinker, Barbaking, Llodi, RevertBot, Cinzia, X-Dark, Snow Blizzard, Giuseppe 90, Tirinto, Wolland, Flariccia, Supernino, Nevermindfc, Menion89, Quoniam, Alkalin, Henrykus, TXiKiBoT, Biobot, Yiyi, Nandorum~itwiki, BetaBot, Marcol-it, Idioma-bot, Olandobot, DarTar, Tizi101, .sEdivad, Hal8999, Crisarco, Calabash, Hanyell29, Basilicofresco, Mechanical, Formica rufa, Gerakibot, Desyman, SieBot, Vomitron, Zimmon, WINDWILDE, Gianreali, Fabio Matteo, Melos, Consbuonomo, Umberto Basilica, Phantomas, Pracchia-78, Ferdinando Scala, Azrael555, SuperBot, Tia solzago, Raiko, Civa61, Airon90, Simotdi, CristianCantoro, .avgas, DoppioM, Peter Benjamin, Kattoliko, DragonBot, Restu20, Dr Zimbu, Metralla, Ripebot, Garen~itwiki, D'arcywretzy, Udonknome, Mariogyn, No2, F.giusto, Ticket 2010081310004741, Tombot, FixBot, SilvonenBot, IagaBot, Figiu, Una giornata uggiosa '94, Francy9797, ComputerXtreme, Fabr, Demart81, Guidomac, Ginevra82, Luckas-bot, Etrusko25, DCGIURSUN, Amirobot, Lingtft, FrescoBot, Markos90, Razzabarese, Stefanofonzi, Gfagone, Masuper, Il Borg, ArtAttack, Dome, AttoBot, Il Tuchino, WalrusTR, Marco27Bot, Xqbot, AushulzBot, Euphydryas, Geghesors, Melkor II, Charlieoscar2, L736E, K'n-yan, PROXIMO, MauritsBot, Conocybe, Sf71177, Frigotoni, IndyJr, Fantasma, Limpar, 2010071210025884, Teresa19, Giorgio Cadorini, Zikan, Mangoz, Vin junior, Pèter, Keltorrics, Zuzeca, Michi81, Peppo, GrouchoBot, Udeis~itwiki, Nubifer, Tenebroso, ZéroBot, Alberto89m, Leveking, Giovanni Gruttad'Auria, Shivanarayana, P.nazio, Bradipo Lento, Msimei2, Ethicom, Camelyerdey, ANGELUS, Miky87, Mephistos, Massimiliano Panu, NewLibertine, Ilciospo, Manfredi88, Clé italienne, Atarubot, Reo-chan, SamInside, Demostenes, Gondola, Aplasia, Fringio, ArmorShieldA99, Lorenzopetta, Monozigote, Pil56-bot, Milano98, CortoFrancese, Ondalibera, Niculinux, Lucia silvi, Botcrux, Entella Chiavari, Solidale, Poigne, Pupi 100873-4, Ganzoraccio, Nevida, ValterVBot, JarektBot, SamoaBot, Alby99.roma.11, Eltrenza, Bambucha, BomberTuccio, Alessandro Bertulli, Euparkeria, AntimafiaOggi, S.pieralli, Rotbot, Cam15, Fullerene, Amalphi1, Giulia of Termo, Fabmrt, Basalto88 e Anonimo: 461 12.2 Immagini • File:Arvulu_Falcone.JPG Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a6/Arvulu_Falcone.JPG Licenza: Public domain Contributori: Opera propria Artista originale: Klone123 • File:Commons-logo.svg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4a/Commons-logo.svg Licenza: Public domain Contributori: This version created by Pumbaa, using a proper partial circle and SVG geometry features. (Former versions used to be slightly warped.) Artista originale: SVG version was created by User:Grunt and cleaned up by 3247, based on the earlier PNG version, created by Reidab. • File:Crystal_Clear_app_Login_Manager.png Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/ca/Crystal_Clear_app_ Login_Manager.png Licenza: LGPL Contributori: All Crystal Clear icons were posted by the author as LGPL on kde-look; Artista originale: Everaldo Coelho and YellowIcon; • File:Exquisite-kfind.png Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f1/Exquisite-kfind.png Licenza: GPL Contributori: www.kde-look.org Artista originale: Guppetto • File:Falcone_Denkmal.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/be/Falcone_Denkmal.jpg Licenza: CC BY-SA 3.0 Contributori: Opera propria Artista originale: BKLuis • File:Falcone_borsellino-francobollo.gif Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/d/d1/Falcone_borsellino-francobollo.gif Licenza: ? Contributori: Poste Italiane[#cite_note-1 [1]] Artista originale: T. Trinca • File:Giovanni_Falcone.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/3/3c/Giovanni_Falcone.jpg Licenza: Pubblico dominio Contributori: http://www.partecipiamo.it/Sicilia/Palermo/falcone.htm Artista originale: Per questo file non è stato specificato nessun autore. Per favore fornisci le informazioni relative all'autore. • File:Giovanni_falcone_accademia_navale.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/d/d2/Giovanni_falcone_accademia_ navale.jpg Licenza: Pubblico dominio Contributori: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10150991948443877&set=a. 10150113408728877.281314.43412808876&type=1&theater Artista originale: sconosciuto • File:Maria_Falcone.JPG Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/89/Maria_Falcone.JPG Licenza: Public domain Contributori: Opera propria Artista originale: BomberTuccio • File:Nota_disambigua.svg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/bc/Nota_disambigua.svg Licenza: Public domain Contributori: Originally from it.wikipedia; description page is/was here. Artista originale: Original uploader was Krdan Ielalir at it.wikipedia • File:P_icon_Colosseum.svg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/48/P_icon_Colosseum.svg Licenza: CC BY-SA 3.0 Contributori: P blank.svg: <a href='//commons.wikimedia.org/wiki/File:P_blank.svg' class='image'><img alt='P blank.svg' src='//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a9/P_blank.svg/65px-P_blank.svg.png' width='65' height='59' srcset='//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a9/P_blank.svg/98px-P_blank.svg.png 1.5x, //upload.wikimedia.org/ wikipedia/commons/thumb/a/a9/P_blank.svg/130px-P_blank.svg.png 2x' data-file-width='400' data-file-height='360' /></a> Artista originale: • derivative work: Hazmat2 12.3 Licenza dell'opera 15 • File:Sheet_Falcone_Borsellino.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/db/Sheet_Falcone_Borsellino.jpg Licenza: CC-BY-SA-3.0 Contributori: Originally from en.wikipedia; description page is/was here. Transfer was stated to be made by User:Vento. Artista originale: L'utente che ha caricato in origine il file è stato Orzetto di Wikipedia in inglese • File:Stragecapaci.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/2/26/Stragecapaci.jpg Licenza: Pubblico dominio Contributori: ? Artista originale: ? • File:Valor_civile_gold_medal_BAR.svg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/15/Valor_civile_gold_medal_ BAR.svg Licenza: Public domain Contributori: institutional Italian Army home site (www.esercito.difesa.it) page Artista originale: F l a n ker • File:Wikiquote-logo.svg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/fa/Wikiquote-logo.svg Licenza: Public domain Contributori: ? Artista originale: ? 12.3 Licenza dell'opera • Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0