I marò rispediti in India: lʼultima del governo Monti

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I marò rispediti in India: lʼultima del governo Monti
CON IL PDL
ANNO LXI N.68
I marò rispediti
in India: lʼultima
del governo Monti
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
LʼIndia fa la voce
grossa, lʼItalia di Monti
trema e ubbidisce
Marcello de Angelis
La vicenda è oscena, assurda,
incredibile e probabilmente
senza precedenti nella storia.
Vi ricordate i fiumi di inchiostro
versati dagli editorialisti della
stampa-che-conta su come
lʼavvicendamento a Palazzo
Chigi avesse restituito allʼItalia
la credibilità e il rispetto internazionale? Spero che almeno
qualcuno di quegli augusti personaggi stasera, nel segreto
delle proprie stanze, si vergogni
e si sputi in faccia. Perché
anche nel nostro mestiere in
cui ognuno se la racconta
come gli pare cʼè un limite oltre
il quale dovrebbe intervenire la
vergogna. E questa è una di
quelle situazioni in cui veramente, senza se e senza ma,
gli italiani sono stati umiliati
come non è mai successo nella
storia. E, come invece è accaduto fin troppo spesso nella nostra storia, non sono stati
umiliati dalla forza nemica ma
dalla vigliaccheria di chi li governa. Nel caso di Monti abusivamente e illegittimamente, fra
lʼaltro. Come farà Terzi a farsi
vedere in giro dopo aver fatto
lʼeroe sulla pelle altrui, battendo
fintamente i pugni sul tavolo,
accorgendosi dopo solo un
anno che la detenzione dei nostri marò era illegittima e prendendo lʼirrevocabile decisione
di consentire ai nostri soldati,
già inopinatamente consegnati
inermi in mani ostili, di restare
in Patria? Ma invece, anche
questa volta, non era lʼItalia
delle decisioni irrevocabili, ma
lʼitalietta delle decisioni revocabilissime. Oddio, abbiamo fatto
incazzare gli indiani! Quindi,
avevamo scherzato. Dimesse
immediatamente le italiche maschi virtù, abbassate subitamente le penne, sempre
giocando con la vita degli altri e
in particolare di uomini lealmente e onorabilmente al servizio dello Stato e della Nazione,
il governo italiota si è calato le
braghe è ha abbandonato – per
la seconda volta – i suoi soldati
al nemico. Che schifo.
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d’Italia
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venerdì 22/3/2013
Debiti della PA: saldare
le piccole e medie imprese
per riavviare il ciclo produttivo
REDAZIONE PAG.2
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Il lavoro? In Italia
si trova solo
grazie agli amici
MAURELLI PAG.4
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Una domanda ai grillini: siete voi lʼalba radiosa?
Dimostratelo. E non parlateci solo di caramelle
chi del Palazzo. Posizione legittima,
ci mancherebbe, solo un poʼ riduttiva
se riferita ai fieri proclami della vigila
elettorale tutta giocata sulla brutale
contrapposizione tra il mondo dei
morti e la resurrezione della politica
made in Casaleggio. La predicazione è stata fin troppo efficace ed
abbondante la raccolta di consensi.
Spenderli ora, però, esclusivamente
sulla casella della “rendicontazione
delle caramelle” è, questo sì, uno
sperpero di democrazia. Il popolo li
ha votati, il Pd li vuole nel governo e
i Cinquestelle rispondono con un laconico “no, grazie” come un solecheride qualsiasi di fronte allʼenergia
nucleare. Troppo facile. Cari grillini,
verrebbe da dire, siete voi soli in
piedi tra le rovine fumanti di una politica predona, ladrona e sprecona?
Siete voi soli lʼalba radiosa di una
nuova stagione? Siete voi soli lʼavanguardia irresistibile di una nuova
classe dirigente che colmerà il divario tra Paese reale e Paese legale?
Bene, accomodatevi e provatelo, dimostratelo. Entrate nel governo, fatevi assegnare i dicasteri ritenuti più
atti a far rifulgere i contenuti del vostro programma, riempiteci la faccia
di schiaffi morali e fateci vedere
come raddrizzate le cose. Questo è il
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Polemiche in Francia: scoppia
il caso del cibo-spazzatura
nelle scuole
SIGONA PAG.6
Mario Landolfi
Beppe Grillo ha paura di governare
ma poiché non vuole che si sappia in
giro, fa girare in rete la sua faccia feroce contro la casta. La sua salita al
Colle è stato un pregevole esempio
di prudenza più stagnante travestita
da puntata dʼazzardo. Dʼaltra parte,
non è uno sprovveduto e tutto gli può
passare per la mente tranne che farsi
mettere alla prova. È furbo, anzi furbissimo, e sa bene che concentrandosi sulla guerra ai privilegi prende
due piccioni con una fava: si tiene
alto nei sondaggi (ché non si sa mai)
e tiene i suoi avvinghiati alla cintola.
Questo spiega perché ha rivendicato
ai Cinquestelle la guida dellʼesecutivo nonostante consapevole dellʼimpraticabilità della richiesta. Una
pretesa di mera facciata ad uso
gonzi, che si può riassumere così:
non solo è falso che non voglio sporcarmi le mani con il governo ma ne
ho chiesto addirittura lʼesclusiva e
sono stati loro ad aver avuto paura di
accettare. In realtà, come annunciato
dai suoi, Grillo punta ad altro: Copasir, Vigilanza Rai e soprattutto i questori di Camera e Senato perché –
ha spiegato – «è giunta lʼora di rendicontare le caramelle» che, tradotto,
vuol dire svelare allʼesterno gli spre-
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vostro vero mandato politico, altro
che la “rendicontazione delle caramelle». A meno che non vogliate far
credere che lo spread, la mortalità
delle imprese, la devastazione del
piccolo commercio, la lesina del credito da parte delle banche, la pressione fiscale oltre il 45 per cento e via
elencando sono problemi che si risolvono togliendo la tessera omaggio per lo stadio ai parlamentari o
facendo entrare la telecamera nel
salone di barbiere della Camera o
nella buvette del Senato. Se è così,
state freschi voi e stanno ancor più
freschi i cittadini che vi hanno votato
i quali, certo, imprecano – eccome! –
contro le diseguaglianze, i privilegi e
gli sprechi ma diventano bestie feroci
se lo stesso si mettono a fare quelli
che hanno eletto, i politici, per il semplice fatto che dai politici si attendono
qualcosa in più della semplice denuncia di quel che non va. E oggi,
piaccia o no, tra i politici ci siete
anche voi. Dʼaltra parte, di “caramelle” gli italiani non ne vogliono più.
Esattamente come quella canzone
immortalata dalla voce suprema di
Mina, considerata, per altro, una simpatizzante cinquestelle. Il titolo? “Parole
parole
parole”.
Significativamente.
“Napolitano non s'è addormentato”:
grillini bocciati in aplomb istituzionale
2
Redazione
Il rispetto per le istituzioni o ce
l'hai o non ce l'hai. Grillo e i grillini si sa, sono allergici all'aplomb che si deve in certi
momenti. «Napolitano è stato attento, non si é addormentato.
Beppe è stato capace di tenerlo
abbastanza sveglio, ma anche
lui è stato abbastanza attivo e
abbiamo interloquito parecchio». Così si esprime Vito
Crimi, che in qualità di capogruppo dei Cinque stelle potrebbe/dovrebbe
trovare
qualche perifrasi meno ruvida.
La grammatica istituzionale non
è un'opinione. La cosa è stata
notata. «I grillini si stanno togliendo finalmente la maschera.
E il volto che emerge non conforta, anzi sconvolge chi tiene a
cuore l'alto valore della democrazia. Si può essere infatti legittimamente anti sistema,
senza derogare al rispetto istituzionale. Le espressioni usate
oggi dal Capogruppo del M5S al
Senato Crimi sono una offesa
intollerabile non solo alla persona, ma a tutti gli Italiani». Lo
dice chiaro l'esponente del Pdl
Antonio Leone, allibito «che il Pd
continui a cercare appoggio e
collaborazione a una forza assolutamente priva della capacità di
intrattenere un sereno ed educato rapporto dialettico tra le
parti». Del resto l'esempio vien
dall'alto. Che t'aspetti se da anni
per Grillo Napolitano è stato
sempre apostrofato come «la
salma»? Che t'aspetti se per
anni ha definito Prodi «Valium».
In uno dei primi V-day Grillo raccontò di avergli portato delle proposte di riforma sui temi
dellʼenergia: «Le ho portate a
Palazzo Chigi- disse Grillo- ho
parlato per mezzʼora con questʼuomo ed è accaduta una cosa
stupefacente. Valium sʼè addormentato. Poi mi ha sorriso, cogli
occhi chiusi!. Poi mi sono addormentato pure io, come si fa a es-
sere governati da un uomo di
settantʼanni? E vaffanculoooo
(boato)». Da anni Grillo tira in
spesso in ballo il Capo dello
Stato mancandogli sistematicamente di rispetto. Gli ha dato
sempre del tu («Se ci sei, batti un
colpo»), così come alla sua persona sono stati indirizzati sberleffi per lo più connessi allʼetà (la
dentiera), alle condizioni fisiche
(fino a richiamare la cartella clinica), allʼessere Napolitano un
personaggio politico appartenente a un passato ormai chiuso
(la salma, appunto). Spesso
Grillo lʼha chiamato “Morfeo”, il
dio del sonno, perché a suo giudizio il Capo dello Stato non vigila, ma dorme. Quindi, di che
stupirsi se Crimi poi si adegua...
Antonio Pannullo
È iniziata con quattro razzi sparati dalla Striscia di Gaza verso il
Neghev israeliano la seconda
giornata del presidente americano Barack Obama in Medio
Oriente. Giornata in cui ha incontrato il presidente palestinese Abu Mazen a Ramallah e
parlato agli israeliani con un discorso all'università di Gerusalemme. In Cisgiordania, dove è
giunto tra imponenti misure di sicurezza in elicottero da Gerusalemme, Obama è stato accolto
da manifestazioni di protesta,
con un corteo di un centinaio di
attivisti diretti verso il palazzo
della Muqata disperso dalla polizia palestinese. «Israele non
può accettare attacchi di razzi
da Gaza ed io sostengo il diritto
di Israele a difendere se
stesso», ha detto il capo della
Casa Bianca, aggiungendo che
«per questa ragione Israele ha il
diritto di aspettarsi che Hamas rinunci alla violenza e riconosca il
diritto di Israele a esistere». Ma
come i suoi predecessori,
Obama ha deciso di adottare in
questa visita la collaudata strategia del colpo al cerchio e di
quello alla botte: «I palestinesi si
meritano un proprio Stato - ha
infatti annunciato nella conferenza stampa a Ramallah con il
presidente palestinese Abu
Mazen -: Il mio messaggio, oggi,
è: non possiamo rinunciare,
nella ricerca della pace, non importa quanto ciò sia difficile».
Obama ha sottolineato l'impegno degli Stati Uniti per «la visione dei due Stati». L'unico
modo di avanzare, ha aggiunto,
è attraverso negoziati fra gli
israeliani e i palestinesi. Obama
ha anche ribadito l'impegno
degli Stati Uniti a continuare a
sostenere
economicamente
l'Autorità palestinese. Inoltre il
presidente Usa ha ribadito, parlando agli israeliani, che «gli insediamenti
sono
contro
producenti per la pace. La politica degli insediamenti non è costruttiva né appropriata per la
pace». Obama lo ha detto direttamente al suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu. Ma
ecco il colpo alla botte: «Ogni
nazione che abbia a cuore la
giustizia deve chiamare Hezbollah per quello che è veramente:
una organizzazione terroristica.
Il mondo non può tollerare un'organizzazione che uccide civili
innocenti, ammassa razzi per
colpire le città e supporta il massacro di uomini, donne e bambini in Siria», ha dichiarato,
sempre a Gerusalemme, dopo
aver ricordato i cinque israeliani
uccisi in Bulgaria.
Debiti della PA:
saldare le piccole
e medie imprese
per riavviare
il ciclo produttivo
Obama in Medio Oriente ribadisce le promesse: «Sì allo
Stato palestinese, ma no al terrorismo anti-israeliano»
Redazione
Il pagamento dei debiti della Pa
permetterà «alle piccole medie
imprese di aumentare la loro liquidità per poter sanare anche
le posizioni deteriorate presenti
nei bilanci delle banche e riavviare il ciclo produttivo». È
quanto afferma il segretario generale della Fabi Lando Sileoni
secondo cui «le sofferenze
bancarie, infatti, minacciano la
stabilità degli istituti di credito,
incidono pesantemente nei
piani industriali e, in una politica di taglio dei costi, creano
esuberi di personale nelle banche. I destini di imprese e famiglie e degli istituti di credito
italiani sono strettamente correlati perché la crisi finanziaria
impatta pesantemente anche
sulle banche». Sileoni chiede
inoltre che «il prossimo governo vari misure fiscali intelligenti, come ad esempio
l'introduzione di maggiori deduzioni sui crediti svalutati, considerando che ad oggi gli istituti
italiani scontano una tassazione del 15% più alta rispetto
alle concorrenza europea.
Conseguentemente le banche
devono adottare politiche di
erogazione del credito in misura omogenea sull'intero territorio nazionale ed in particolare
nel Meridione, le cui famiglie e
imprese corrono il serio rischio,
se abbandonate a loro stesse,
di finire nelle “mani” della criminalità organizzata e dell'usura», conclude.
Papa Francesco celebrerà il giovedì Santo
in un carcere minorile romano
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Anche Sharon Stone
si unisce alla campagna
di sostegno
alla sindrome di Down
Guglielmo Federici
Papa Francesco celebrerà la messa del
pomeriggio del Giovedì Santo, il prossimo 28 marzo, nel carcere minorile romano di Casal del Marmo, come riferisce
un comunicato della sala stampa vaticana. Papa Bergoglio imprime quindi una
significativa innovazione ai riti dei triduo
pasquale. Dopo la messa mattutina nella
basilica di San Pietro, la Messa Crismale,
al pomeriggio si recherà all'Istituo Penale
per Minori di per la celebrazione della
Messa alle ore 17.30. «Com'é noto - sottolinea la sala stampa vaticana - la
Messa della Cena del Signore è caratterizzata dall'annuncio del Comandamento
dell'amore e dal gesto della Lavanda dei
piedi. Nel suo ministero come Arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Bergoglio usava celebrare tale Messa in un
carcere o in un ospedale o in un ospizio
per poveri o persone emarginate». Lo
stesso vuole fare ora che è Papa. Con la
celebrazione a Casal del Marmo, «il
Papa Francesco continua tale uso, che
dev'essere caratterizzato da un contesto
di semplicità», conclude la nota. Le altre
celebrazioni della Settimana Santa si
svolgeranno invece secondo l'uso abituale, come poi renderà noto l'Ufficio
delle Celebrazioni Liturgiche. «Papa
Francesco ha scelto un luogo di dolore e
al tempo stesso di speranza e riconversione», afferma Liana Giambartolomei,
direttrice del carcere. «Siamo ancora in
una fase di comprensione e di organizzazione - spiega - non abbiamo ancora
avvisato i ragazzi e quindi nemmeno potuto osservare le loro reazioni. È soltanto
un onore - dice - ricevere il Papa». L'età
prevalente dei reclusi è 17 anni, i loro
reati vanno dal furto all'omicidio. Tra di
loro non ci sono sudamericani, la maggior parte sono nordafricani, in particolare
tunisini e marocchini; molti anche i romeni e i rom provenienti dall'ex Jugoslavia. «Il nostro è un luogo dove c'é
tristezza - aggiunge - povertà d'animo,
povertà materiale ed anche purtroppo cognitiva. Tutto ciò rende i nostri ragazzi
davvero bisognosi. Sono sicura che Papa
Francesco vorrà incontrarli e vorrà stabilire un contatto diretto con i nostri ragazzi».
Redazione
Anche la star di Hollywood Sharon Stone
ha risposto all'appello di Andrea, uno dei
50 ragazzi con sindrome di Down che
hanno chiesto ad altrettanti personaggi famosi di donare un video. Ne dà notizia Coordown, coordinamento di associazioni
delle persone con sindrome di Down. Andrea ha così realizzato il suo sogno. Lui un ragazzo fiorentino con la passione per il
teatro - aveva puntato in alto, e aveva
scelto nientemeno che una delle star più
famose e belle di Hollywood. Le aveva
chiesto di donare un video, precisando di
non potersi fidanzare con lei perché già impegnato. Sharon Stone ha risposto all'appello di Andrea, con un messaggio
dolcissimo in cui ringrazia di averla scelta,
invita tutti a sostenere con una donazione
CoorDown e dice anche «mi dispiace che
tu sia fidanzato… perché sei proprio un
figo!». anche l'ironia può salvare la vita...
Sono oltre 40 le celebrità che hanno donato un video per #DammiPiùVoce, la
campagna di sensibilizzazione e raccolta
fondi promossa da CoorDown Onlus, in
collaborazione con Saatchi and Saatchi,
per difendere i diritti delle persone afflitte
da questa sindrome, in occasione della
Giornata Mondiale sulla sindrome di Down,
che si è celebrata ieri. Tra i vip che hanno
risposto ci sono Francesco totti, Claudio
Bisio, Tiziano Ferro, Fiorello, Jovanotti,
Irene Grandi, Vincenzo Salemme, José
Mourinho e Xavier Zanetti.
Desiree Ragazzi
Diceva che la sua corsa non sarebbe mai finita. E invece Pietro Mennea si è fermato in
una mattina che saluta l'arrivo della primavera, lui che aveva legato la sua vita a immagini solari: come quella di Città del
Messico quando in 19"72 portò il mondo della
velocità avanti di vent'anni. Con la sua morte
il mondo dello sport perde uno dei suoi campioni simbolo: la freccia d'Italia, quel ragazzo
bianco, esile, ma caparbio e tignoso come
nessuno, si è spento in una clinica romana:
avrebbe compiuto 61 anni il prossimo 28 giugno, ma un male incurabile è stato più veloce
e forte di lui. (Sabato alle 10, a Roma, nella
basilica di Santa Sabina, nell'Aventino, si
svolgeranno i funerali). Vent'anni dedicati
anima e corpo all'atletica e quei 200 metri
corsi da imperatore nel 1979 alle Universiadi
messicane. «La fatica non è mai sprecata,
soffri ma sogni. Per battere il tempo devi
saper soffrire» ripeteva sempre Mennea, una
pioggia di lauree, la carriera politica, quella di
avvocato e commercialista, le battaglie come
curatore fallimentare per i risparmiatori italiani
nell'azione contro Lehman Brothers. Tutto
dopo aver fagocitato per anni il tartan negli
stadi del mondo. Una vita decisamente non
“piatta” raccontava sorridendo prima di spegnere le 60 candeline: un traguardo a cui era
arrivato con serenità, perché era sicuro che
quella data gli apriva le porte per un'altra
corsa. Scriveva libri, ma non per rievocare
quegli anni in cui l'uomo bianco sfidava e bat-
teva tutti. Cinque Olimpiadi e quel tandem cabalistico (i numeri del suo record la gente li
gioca ancora al lotto) diventato un documentario: ma mai un peso nella vita di Mennea,
che non amava guardare troppo indietro. Non
era uno che poteva vivere di rendita, non se
lo era mai potuto permettere. Nemmeno
quando la potenza delle sue gambe, quanto
quella della sua testa cocciuta e caparbia, lo
aveva portato a diventare un campione. Di
strada Pietro di Barletta ne aveva fatta tanta,
anche quando le piste non erano più le sue:
a Londra Sebastian Coe, per i Giochi della
scorsa estate, gli ha voluto dedicare una fermata della metro. Perché Mennea è rimasto
per tutti un campione, un uomo normale diventato speciale.
L'addio a Pietro Mennea, un uomo normale diventato speciale
Il lavoro? In Italia si trova
solo grazie agli amici
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Luca Maurelli
Il canale "informale" resta la
strada principale per trovare
lavoro con il 32% dei neo-occupati nel 2011 che dichiara
di aver trovato impiego grazie a amici, parenti o conoscenti. La rilevazione è
dell'Isfol che segnala come
appena il 3,9% abbia trovato
lavoro grazie ai centri per
l'impiego e il 2,4% con le
agenzie di lavoro interinale.
Grazie ai sindacati e alle organizzazioni datoriali ha trovato lavoro solo lo 0,5% del
campione mentre il 17,3% ha
avuto successo con l'auto
candidatura e il 18,5% con
un concorso pubblico. L'incidenza del canale informale
aumenta tra i più giovani e
diminuisce tra i più istruiti.
Trovano infatti lavoro grazie
a parenti e amici il 40,6% dei
giovani (a fronte del 32%
della media generale), il
30,5% delle donne e il 45,6%
di coloro che hanno solo la
media inferiore. La percentuale di coloro che hanno
successo con il canale informale crolla al 13,3% per coloro che hanno la laurea (e al
29% tra i diplomati). Per i
laureati il canale principale è
quello dei concorsi pubblici
(36,9% trova lavoro in questo
modo) e l'Università (il 7,2%)
mentre appena l'1,2% ha
successo grazie al centro per
l'impiego. L'analisi "longitudi-
Antonella Ambrosioni
A Firenze la Primavera del Rinascimento con sculture e dipinti
provenienti da tutto il mondo, a
Mamiano di Traversetolo (Parma)
le visionarie provocazioni di Delvaux, pittore dello scandalo, a
Prato le opere della donazione
Lipchitz che riaprono Palazzo
Pretorio: queste le mostre di
maggior rilievo che si aprono nel
week end, che vede anche a Palazzo Pitti una straordinaria raccolta di porcellane, tra cui figura
una teiera donata da Napoleone.
Una ricca galleria di sculture racconta dal 23 marzo a Palazzo
Strozzi il magico momento in cui
a Firenze nacque il Rinascimento. Intitolata “La Primavera
del Rinascimento. La scultura e
le arti a Firenze 1400-1460”, la
mostra è stata concepita e realizzata in stretta collaborazione con
il Louvre, dove sarà con una
nuova edizione da settembre. Il
percorso espositivopresenta 140
opere, molte delle quali di scultura, una grande quantità di capolavori, provenienti da musei di
tutto il mondo. Tra queste, opere
del Ghiberti, di Donatello, Paolo
Uccello. Cis postiamo in quel di
Parma con lo “scandaloso” affabulatore dell'inconscio, intrigante
creatore di atmosfere da sogno,
Paul Delvaux , al centro di una
grande mostra che si apre il 23
marzo nei bellissimi spazi della
Fondazione Magnani Rocca.
Esposte 80 opere del maestro
belga, tra i protagonisti del Surrealismo nonostante egli stesso
l'abbia sempre negato. Sempre a
nale" della flessibilità contrattuale mostra che il 32%
dei lavoratori atipici del 2010
ha, dopo 12 mesi, una occupazione standard, il 42% è
ancora atipico e il 25% non è
più occupato. Anche il "posto
fisso", avverte l'Isfol, vacilla:
"le persone che hanno perso
una occupazione stabile - si
legge nello studio - sono
state nel periodo 2010-2011
circa 2,2 milioni, mentre
quelle che hanno visto stabilizzata la loro occupazione
sono quasi 2 milioni: la metà
erano già occupati ma atipici
mentre gli altri provengono
dalla disoccupazione o dall'inattività". Tra i giovani gli
esiti positivi, intesi come trasformazioni da occupazioni
atipiche in standard, sono inferiori al dato medio e la permanenza nella condizione
atipica è superiore. I laureati
hanno invece esiti superiori
al dato medio sia nelle trasformazioni che nelle permanenze, quindi restano nel
mondo del lavoro di più e
meglio rispetto al dato
medio. Le donne hanno esiti
positivi inferiori alla media
ma permanenze superiori,
mentre nel Mezzogiorno tutti
i parametri sono peggiori rispetto ai livelli nazionali.
Twitter spegne
7 candeline
e il record di utenti
senza scopiazzare
Facebook
Redazione
Twitter taglia il traguardo dei sette
anni: il primo tweet di prova, mandato da uno dei fondatori Jack Dorsey, risale infatti al 21 marzo del
2006, poi la piattaforma fu lanciata
ufficialmente e aperta al pubblico il
15 luglio dello stesso anno. Il microblog da 140 caratteri – che conta
200 milioni di utenti attivi mensili,
ma non è dato sapere dall'azienda
quanti sono esattamente quelli registrati – secondo gli ultimi rumors
è sempre più vicino alla quotazione
in Borsa. Uno dei timori più diffusi di
utenti e analisti era quella di una “facebookizzazione” del sito che però
al momento non è avvenuta. Al contrario, una delle funzioni più caratteristiche di Twitter, l'hashtag, che si
usa per definire gli argomenti delle
conversazioni, sta per essere adottata dal social network di Mark Zuckerberg. E dopo le foto col ritocco e
i mini-video di “Vine” la prossima
sfida del social dei “cinguettii” potrebbe essere la musica in streaming. Secondo quanto riportato di
recente dal sito specializzato Cnet,
il microblog è pronto a lanciare
entro marzo un'applicazione ad hoc
per la musica. Dovrebbe avvalersi
della collaborazione di SoundCloud, servizio di condivisione musica. I fondatori di Twitter sono Jack
Dorsey, Evan Williams e Biz Stone.
Tra Rinascimento, Surrealismo e porcellane spunta la teiera di Napoleone
Firenze è consigliabile ammirare le oltre 150 porcellane preziose allestite fino al 23 giugno
nel Museo degli Argenti di Palazzo Pitti per la rassegna
“Lusso ed eleganza. La porcellana francese a Palazzo Pitti e
la manifattura Ginori (18001830)”. Esposti pezzi pregiati
della manifattura di Sesto Fiorentino fondata nel 1737 dal
marchese Carlo Ginori, per l'oc-
casione affiancati da opere provenienti da importanti collezioni
pubbliche e private. In mostra
anche la teiera e il vassoio donati
da Napoleone a Elisa Bonaparte
nel 1813, provenienti rispettivamente da Parigi e dal Museo di
Arti Decorative di Amburgo. Da
non dimenticare a Prato , “L'arte
di gesso. La Donazione Jacques
Lipchitz a Pratp”. Avviata nel
1976, la donazione porta nell'istituto museale pratese 21 sculture
e 43 disegni del grande maestro
lituano, attraverso le quali è possibile cogliere la genesi delle monumentali realizzazioni di Lipchitz,
dallo schizzo dell'idea iniziale, al
disegno via via più definito e particolareggiato, al suo concretizzarsi nello studio e tra le mani del
maestro.
Caso Cipro, ultimatum della Bce
alle banche. L'Ue: c'è il “rischio sistemico”
Antonella Ambrosioni
Ultimatum della Bce alle banche
di Cipro: la banca centrale europea manterrà l'attuale livello di liquidità di emergenza fino a
lunedì 25 marzo. L'assistenza di
liquidità, potrebbe essere riconsiderata soltanto in presenza di
un programma dell'Ue e del Fmi
che assicuri la solvibilità delle
banche in difficoltà. L'Unione europea parla di «rischi sistemici»
e sollecita a «lavorare a una soluzione». Il prelievo forzoso sui
depositi bancari è «inevitabile»
secondo il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ma
tutelando i conti sotto i 100mila
euro. Precisando inoltre che
«l'Eurogruppo voleva una condivisione degli oneri più giusta, abbiamo considerato che la tassa
doveva cadere anche sui depositi dei non residenti e concentrarsi soprattutto su quelli più
grandi». Nicosia però insiste,
niente prelievo sui conti. Il governo e i partiti ciprioti si sono
accordati «all'unanimità» sulla
creazione di un fondo di solidarietà per contribuire al salvataggio del settore finanziario, una
proposta che potrebbe essere
dibattuta al più presto in Parlamento. «Sono ottimista che ci
sarà una soluzione. L'obiettivo di
tutti è evitare il fallimento di
Cipro», ha detto il leader del partito governativo cipriota Disy,
Averof Neofitu al termine di una
riunione tra il presidente cipriota,
il conservatore Nikos Anatasiades, i leader dei partiti la banca
centrale di Cipro. Neofitu non ha
aggiunto dettagli su come verrebbe alimentato questo fondo di
solidarietà, limitandosi a segnalare che potrebbe essere istituito
tramite un decreto legge o una
legge. Mosca, dal canto suo, ha
avvertito che il prelievo straordinario sui depositi bancari è una
misura sbagliata che in futuro
potrebbe essere estesa ad altri
Paesi dell'eurozona. «Se si può
fare a Cipro, perché non si può
fare anche in Spagna, Italia o in
alti Paesi con problemi finanziari?», ha detto il premier russo,
Dmitry Medvedev, in un'intervista
con una serie di quotidiani europei e l'Interfax. Cipro sta trattando con la Russia per un
prestito: ha offerto a Mosca
quote bancarie e partecipazioni
nei suoi giacimenti di gas naturale in cambio di aiuti finanziari.
avevano preferito mete classiche
come Roma, Barcellona e Parigi.
Quest'anno, invece, molti preferiscono visitare la dinamica Amsterdam. Anche Londra e Berlino
hanno saputo sfoderare delle caratteristiche di grande attrattività.
«Roma quest'anno non è tra le
mete preferite dagli italiani, ma
vista la nomina recente di papa
Francesco ci aspettiamo un significativo aumento delle prenotazioni nella capitale, poiché sono
tanti gli italiani che vorranno cele-
brare la Pasqua con l'appena
eletto Pontefice – spiega Francesca Benati, amministratore delegato di lastminute.com Italia e
Spagna – possiamo comunque
già affermare che sono nettamente cresciute le prenotazioni
da parte degli stranieri per raggiungere la culla del Cattolicesimo. In particolare, ad esempio,
Roma è la meta più ambita per la
Pasqua 2013 dai nostri vicini francesi». Un altro dato interessante
è la tendenza degli italiani a concedersi un po' più di lusso, prenotando alberghi di alta gamma: la
media degli hotel prenotati è di
3,81 stelle, un dato in crescita rispetto alla media di 3,74 registrata nel 2012. Un altro dato che
conferma il desiderio dei connazionali di godersi un po' di più il
periodo di Pasqua è anche la
media dei giorni di vacanza, anch'essa in netto aumento dai 2,65
giorni del 2012 ai 3,28 giorni del
Uno schiaffo alla crisi e alla depressione:
la Pasqua all'estero piace agli italiani
Franco Bianchini
C'è chi vuole dare un calcio alla
depressione e alla crisi. C'è chi
preferisce le soleggiate spiagge
africane e chi invece predilige le
dinamiche capitali europee, ma
una cosa è certa: gli italiani
amano trascorrere la Pasqua all'
estero, e quest'anno sono disposti anche a spendere di più rispetto al 2012. A sostenerlo sono
i dati diffusi da lastminute.com,
portale di prenotazione di viaggi
online, secondo il quale le città
più richieste per le vacanze pasquali sono Amsterdam, Londra
e Berlino, mentre le spiagge più
ambite sono quelle dell'arcipelago d'isole vulcaniche Capo
Verde, assieme a quelle in Egitto
di Marsa Alam e Sharm el Sheik.
Rispetto ai dati delle prenotazioni
del 2012, ciò che sorprende è la
completa rivoluzione sul podio
delle città europee di maggior interesse: lo scorso anno gli italiani
Internet: pronta
per il debutto
la messaggeria
“ChatOn” ed è già
sfida di sms
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Redazione
Dopo la notizia che Whatsapp
avrà un canone annuale
anche su iPhone, è corsa alle
app che possono sostituire il
servizio di messaggistica gratuita. Oltre alle già note Viber e
Facebook Messenger, c'è
anche ChatOn – di default
sugli smartphone Samsung –
con cui è possibile la chat di
gruppo, l'invio di foto, video e
messaggi in voce. E ora, grazie alla nuova funzione “S
Translator” del Galaxy S4 appena presentato, potrà pure
tradurre i messaggi in diverse
lingue. L'applicazione è stata
sviluppata dal'azienda coreana nel 2011, supporta
un'ampia gamma di dispositivi
mobili su piattaforme diverse
(Android, iOS, Blackberry e
Bada) e con un unico account
è possibile usare il servizio su
cinque diversi dispositivi.
Chissà se – dopo la decisione
di Whatsapp e il disappunto
degli utenti – non possa prendere il posto, come applicazione di default sui telefonini e
non dunque scaricabile dagli
app store, della popolare
BlackBerry Messenger. Whatsapp entro l'anno sarà a pagamento con un canone annuale
su iPhone (un dollaro, circa 80
centesimi), mentre da gennaio
la versione Android ha imposto ai suoi utenti un canone
annuale di 79 centesimi. La
popolare app da duecento milioni di utenti che sfrutta la
connessione a Internet, pochi
mesi fa, a dicembre, è finita
nel giro dei rumors in rete. Si
era diffusa la voce che Facebook era interessata all'acquisto, indiscrezioni a cui
l'azienda di Mark Zuckerberg
aveva risposto con un “no
comment”.
2013. In media gli italiani che
scelgono una vacanza in hotel
per Pasqua spendono 275 euro,
quelli che optano per la soluzione
volo+hotel pagano 870 euro mentre chi preferisce il pacchetto vacanze completo versa 2.207
euro.
Polemiche in Francia: scoppia il caso
del cibo-spazzatura nelle scuole
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Un robot per amico:
la vita quotidiana
cambia anche così
Giorgio Sigona
La polemica c'è ed è pure notevole. Le
mense scolastiche sono il regno del “junk
food”: l'allarme è lanciato in Francia, dove il
18% dei bambini sono obesi o in sovrappeso. Secondo lo studio di una delle più influenti associazioni francesi dei consumatori,
Ufc, il cibo spazzatura fa ormai parte del
menù quotidiano di gran parte degli studenti.
I loro pranzi si riducono spesso a pizza o panino, patatine e bevanda gassata. È peggio
nelle scuole medie e superiori che alle elementari, negli istituti privati che in quelli pubblici. L'associazione ha portato avanti uno
studio di ampio respiro in 600 scuole di tutti
i livelli e in tutto il Paese. Il responso è alquanto negativo. «Il junk food si afferma e si
sviluppa al di la di ogni controllo», ha spiegato Olivier Andrault, responsabile del settore nutrizionistico all'Ufc-Que Choisir. «La
nostra è una scoperta più che preoccupante
e che ci porta a chiedere d'urgenza alle autorità una nuova regolamentazione in materia». Lo studio è stato realizzato ad un anno
e mezzo dall'entrata in vigore della direttiva
ministeriale sull'equilibrio nutrizionale nelle
mense scolastiche, che consiglia di consu-
mare almeno cinque frutti e verdure ogni
giorno, di mangiare meno sale, meno grassi
e meno dolci. Niente di tutto ciò. Si mangia
fin troppa carne (soprattutto macinata e panata), ma non abbastanza verdura, frutta o
pesce. Il consumo di carboidrati, come la
pasta, e di latticini è risultato invece insufficiente. L'equilibrio nutrizionale è ancora un
miraggio. Dallo studio emerge che si mangia peggio alle medie e alle superiori. A spiegare questo dato sono due principali ragioni:
da una parte l'adolescente e il giovane sono
più liberi di un bambino di scegliere cosa
mangiare a pranzo, dall'altra si nota il moltiplicarsi di chioschi per fast-food nelle o vicino alle scuole. In 48 scuole medie e licei,
tra quelle più basse per qualità nella classifica, le mense tradizionali devono competere
con questi piccoli fast-food e caffé che propongono pasti non equilibrati, ma più attraenti, a base di panini o pizza, patatine per
contorno, soda e dolci al cioccolato. La
Francia si batte da anni contro l'obesità, che
riguarda 7 milioni di adulti. Si ricorda per
esempio il divieto, scattato nel 2005, di rifornire le scuole di distributori automatici di
snack e bibite gassate.
Redazione
Un'altra iniziativa per sentirsi meno soli, con
il rischio di qualche conseguenza. Maestro
di Yoga, babysitter e compagno di giochi
fino alla “colf” per fare la spesa e al tutor
“multi-compiti”: i robot si preparano ad entrare nella vita quotidiana di ciascuno di noi.
E queste rappresentano solo una parte
delle idee o progetti sviluppati da ragazzi,
aziende e centri di ricerca presentati alla
RomeCup 2013, fino al 22 marzo alla Città
educativa di Roma. Fare yoga a casa assistiti semplicemente da un robot, ovvero un
materassino che si deforma in maniera controllata pompando aria compressa al suo interno e che si adatta ai movimenti della
persona aiutandola ad assumere la giusta
posizione. È semplicemente un'idea, ma
come le tante altre proposte dagli studenti
presenti alla RomeCup 2013 potrebbe un
giorno trasformarsi in realtà. Dagli studenti
dell'Istituto Europeo di Design (Ied) arrivano
anche le proposte per realizzare un robotcane per dare supporto agli ipovedenti, una
colf-assistente per razionalizzare e trasportare la spesa, oppure ancora dei validi babysitter con cui condividere esperienze e
giocare fin dai primi mesi. Al fianco delle
idee degli studenti, l'obiettivo di un gruppo
di ricercatori dell'Univeristà di Tor Vergata:
quello di dotare i sensi ai robot, realizzando
nasi, occhi e sensori elettronici del gusto.
Un decalogo per insegnare ai genitori come salvaguardare i bambini
Redazione
Basta un boccone, come nel
caso del bambino di 4 anni morto
a Napoli a scuola, o una caramella, che va di traverso, un pezzetto di plastica che si stacca da
un giocattolo, l'uva, le noci. Ma
anche monetine, bottoni. Sono
numerosi gli oggetti “pericolosi"
che causano ogni anno circa 50
morti tra i bambini (di cui 30 sono
piccoli con meno di un anno). Per
prevenire questi soffocamenti circa 300 episodi l'anno tra gli
under 14 - i pediatri della Fimp, in
collaborazione con la Società Italiana di Medicina ed Emergenza
Urgenza Pediatrica, hanno pre-
sentato un decalogo per insegnare a genitori, nonni, insegnanti e tate «a prevenire e
gestire l'inalazione di un corpo
estraneo nei bambinì», tra i più
diffusi incidenti domestici che
causa ogni anno circa 50 morti
tra gli under 14. E la prima regola,
in caso di soffocamento in atto, è
"niente panico". Primo: non dare
ai bambini cibi solidi prima che
siano in grado di masticarli e deglutirli. Secondo: non lasciare alla
portata dei bambini, se non sono
sorvegliati da un adulto, oggetti
piccoli che potrebbero incuriosirli.
Terzo: acquistare giocattoli a
norma, adatti per l'età dei figli.
Quarto: se avviene un incidente,
non farsi prendere dal panico ma
chiamare subito i soccorsi.
Quinto: in attesa di aiuto, praticare le prime manovre di soccorso. Sesto: se il bambino ha più
di tre anni, si deve sistemare leggermente prono in avanti con la
testa verso il basso, quindi si
danno cinque colpi decisi con il
palmo della mano sulla schiena,
in zona centro-laterale. Settimo:
se così non espelle il corpo estraneo, si deve praticare la cosiddetta manovra di Heimlich:
sistemare un pugno sopra l'ombelico, circondarlo con l'altra
mano e spingere verso l'interno e
in alto contemporaneamente per
aumentare la pressione interna al
torace e facilitare l'espulsione.
Ottavo: se il bambino è piccolo,
cambia la posizione di intervento:
ci si deve sedere sistemando il
bimbo a faccia in giù sulle
gambe, dando colpi sulla schiena
dal centro verso l'esterno. Nono:
se la vittima è incosciente, bisogna aggiungere la rianimazione
cardiopolmonare ovvero fasi di
respirazione bocca a bocca alternate a un massaggio cardiaco.
Decimo: una volta superata
l'emergenza, è comunque consigliabile sottoporre il bimbo a un
controllo medico.
Il kolossal di Renzo Martinelli
che la Rai vuole boicottare
Priscilla Del Ninno
Timore di “urtare” culturalmente la suscettibilità delle comunità islamiche, o paure
meramente imprenditoriali? Cosa c'è dietro lo strano atteggiamento della Rai che,
dopo aver investito diversi milioni di euro
nel kolossal di Renzo Martinelli, sceglie
poi di non distribuirlo? Proprio così: 11 settembre 1683, il film che rievoca – con evidenti richiami all'attentato delle Twin
Towers del 2001 – il primo 11 settembre
della storia, datato 300 anni fa, non sarà
distribuito dalla società O1 di Rai Cinema,
dal cui listino è improvvisamente sparito,
ma dalla più modesta Microcinema. La
pellicola dovrebbe arrivare in sala l'11
aprile, mentre il passaggio sul piccolo
schermo è previsto tra un anno. Il film, che
nei suoi sottotesti a margine rimanda al dibattuto tema dello scontro tra civiltà, racconta – tra estetica spettacolare e ricerca
storica – le gesta di Marco D'Aviano, monaco carismatico interpretato da Murray F.
Abraham, il condottiero della battaglia di
Vienna in cui la Lega santa fermò l'invasione ottomana dell'Europa. Ce ne è abbastanza perché il titolo di Martinelli
sull'Islam conquistatore si avvicini pericolosamente alla zona proibita delle opere
politicamente scomode, imbarazzando la
Rai che, prima finanzia il film, poi sceglie di
non distribuirlo, trasferendo la pratica scottante a Microcinema. Ma non è la prima
volta che viale Mazzini agisce a corrente
alternata rispetto al lavoro del regista di
Piazza delle cinque lune e di Vajont. La
diga del disonore: già all'epoca di Porzus,
infatti, Martinelli ebbe a che ridire sul trattamento riservato dalla Rai al film che ripercorre tappe ed efferatezza dell'eccidio
del '45 e delle sue cause, in cui una ventina di partigiani cattolici della Brigata
Osoppo vennero uccisi per mano di un
gruppo di partigiani, in prevalenza gappisti, giustiziati a gruppi di tre o quattro per
volta in undici giorni. Come oggi la pellicola sulla resistenza dei cristiani all'invasione ottomana, già ieri il primo film
italiano sul versante in ombra della Resistenza, creò qualche mal di pancia alla Rai
che, pur avendo acquistato nel 1997 i diritti
di Porzus, scelse di mandarlo in onda per
la prima volta sulle tv pubbliche solo nel
2012 (e su Rai Movie, rete sul digitale terrestre), insasprendo il tono della polemica
culturale e imprenditoriale con il regista, e
lasciando adombrare il dubbio della censura politica. Un dubbio che oggi, in virtù
delle alterne vicende che segnano l'imminente uscita di 11 settembre 1683, torna a
rivitalizzarsi, più forte che mai.
Tutti sul palco: spiccano i concerti di Anna Oxa e di Elio
Lliliana Giobbi
Justin Bieber, uno dei teen
idol del momento, sarà alla
Unipol Arena di Casalecchio
di Reno (Bo) sabato per
l'unica data italiana del suo
world tour. Prima di lui si esibirà Carly Rae Jepsen, la cantante diventata un fenomeno
pop grazie al video di “Call me
Maybe” e anche grazie all'endorsement di Bieber. Dopo la
reunion del 2009, gli Swans,
la band di Michael Gira, è in
Italia per tre date. Gli Hurts, il
duo di Manchester formato da
Theo Hutchcraft e Adam Anderson che si ispira all'elettro
pop anni '80, sono in cartellone ai Magazzini Generali di
Milano lunedì. Nuovo tour per
Elio e le Storie Tese, rilanciati
da Sanremo: debutto al cinema teatro Astra di Schio
(Vi), poi sabato al Palalevico
di Levico Terme (Tn), domenica al teatro Accademia di
Conegliano Veneto (TV), lunedì al teatro Nuovo Giovanni
da Udine di Udine e mercoledì
al teatro Toniolo di Mestre.
Ron Carter, uno dei contrab-
bassisti più importanti della
storia del jazz, è in cartellone
al Blue Note di Milano sabato
e domenica. Ancora due date
per il tour della reunion dei Litfiba domenica e lunedì all'Alcatraz di Milano. Anna Oxa
sarà con il suo nuovo recital al
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
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Mario Landolfi
Ugo Lisi
7
teatro Sistina di Roma e mercoledì al teatro Auditorium
Manzoni di Bologna. Prosegue il tour nei palasport di
Eros Ramazzotti: prima al Palamaggiò di Castel Morrone
(Cs), domenica e lunedì al
Mandela Forum di Firenze.
Francesco De Gregori è ancora “Sulla strada”: sabato al
teatro di Brescia, martedì al
Carlo Felice di Genova, mercoledì al Ponchielli di Cremona. Marina Rei martedì al
Modo Music Restaurant di Salerno, mercoledì al Black Cat
Club di Caserta. Tre serate
con i Gemelli Diversi. Gli Stadio sonomercoledì all'Auditorium della Conciliazione di
Roma. I Marta sui Tubi venerdì
suonano all'Auditorium Malkovich di Caselle di Sommacampagna (Vr).
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7 agosto 1990 n. 250