2. Miqdosh. Un itinerario di ricerca
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2. Miqdosh. Un itinerario di ricerca
Miqdosh. Un itinerario di ricerca L’idea progettuale Questo itinerario di ricerca si propone in primo luogo di offrire nuovi e originali elementi di giudizio sul tema in oggetto, sia per l’incremento delle conoscenze scientifiche, sia per la valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, anche a vantaggio d’una ponderata riflessione sui valori del dialogo e della collaborazione tra culture e discipline diverse. Il progetto è sorto quindi con l’intento di censire, presentare e valorizzare i santuari della civiltà dei Fenici e dei Cartaginesi, cioè di una civiltà sviluppatasi, nel corso del I millennio a.C., lungo tutte le coste del Mediterraneo antico. Tracciando nuove rotte, visitando popoli e fondando colonie, i marinai fenici che muovevano dalle coste del Libano verso le sponde nordafricane e italiche, da Malta alla Penisola iberica e anche oltre sull’Oceano, portavano mercanzie, gioielli, ma anche elementi di cultura, come l’alfabeto e i loro costumi religiosi: così i santuari dei loro dèi, Astarte e Melqart in primo luogo, segnano significativamente le tappe e le frontiere della espansione fenicia in Occidente. La civiltà fenicia e punica, creata ed estesa anteriormente o indipendentemente rispetto allo sviluppo del mondo classico, non è dunque meno importante di questo per la formazione della cultura in Occidente. E se questo ambito disciplinare appare a prima vista penalizzato, dai limiti d’una documentazione sicuramente minore rispetto a quella sui grandi santuari della Grecia e di Roma (o anche della Cristianità e dell’Islam), la quantità d’informazioni archeologiche, epigrafiche e iconografiche offerta dalle indagini degli ultimi decenni e non ancora adeguatamente valorizzata, è comunque tale da evidenziare come siano opera di Fenici e di Cartaginesi molti luoghi di culto dell’antichità mediterranea, e che questi figurano tra quelli più importanti, quanto a fama cosmopolita, durata plurisecolare e frequentazione plurima in epoche antecedenti l’avvento del Cristianesimo e perfino dopo tale circostanza. Si tratta, per di più, di spazi sacri pensati e realizzati nel quadro di religioni politeistiche, cioè relativi a sistemi ideologici fondamentalmente etnici che non puntavano al proselitismo né alla conversione di altri popoli. Nondimeno, questi luoghi furono spesso e significativamente sede di culti transnazionali, spazio d’incontro tra autoctoni, visitatori e colonizzatori stranieri, luoghi di dialogo e d’aggregazione tra fedeli di etnie e civiltà diverse, e finanche centri per l’accumulazione e la gestione di ricchezze accantonate e sacralizzate. I santuari creati o frequentati dai Fenici e dai Cartaginesi erano concepiti come magnifiche abitazioni delle divinità, spazio di manifestazione della loro potenza, fulcro d’una rete di comunicazione tra popoli e tra uomini e dèi. E i viaggiatori che frequentavano tali luoghi erano nello stesso tempo pellegrini e operatori culturali, giacché riconoscevano e adoravano anche divinità di altri gruppi etnici proponendo identificazioni e sincretismi, accoglievano questi numi nel proprio pantheon tradizionale, creavano e favorivano fusioni di credenze e sovrapposizioni di riti. Al punto che non pochi di questi spazi consacrati restarono adibiti al culto perfino oltre la fine del mondo antico, accogliendo, tra i loro vetusti edifici, le nuove pratiche d’una fede ora intitolata al Dio unico e ai suoi primi seguaci terreni. Anche per il tramite di questi luoghi, in altri termini, le civiltà del Mediterraneo antico realizzarono dinamiche di contatto e di confronto di lunga durata, stabilirono tipologie classificatorie e destinazioni d’uso che si sono estese ben oltre i limiti della civiltà in esame, idearono procedimenti di teorizzazione e di demarcazione sacrale dello spazio che ancora S. Ribichini (ISMA), Ricerche sui santuari fenici e punici 1 oggi condizionano, se non addirittura determinano, il nostro modo d’intendere la categoria concettuale dello spazio “sacro” rispetto a quello “profano”. Articolazione del progetto Questo itinerario di ricerca è ideato con un’articolazione in quattro Settori d’intervento, o Panels, che sono tra loro interrelati nel quadro di un obiettivo comune, ma anche relativamente indipendenti, al fine d’ottenere prodotti di vario tipo e di diversa fruizione, anche con il coinvolgimento di diversi partecipanti. Taluni settori indirizzano l’intervento progettuale alla registrazione e diffusione delle conoscenze acquisite; altri sono più propriamente rivolti all’ottenimento di nuove informazioni storiche; gli uni e gli altri vogliono promuovere la formazione dei giovani, la circolazione delle ricerche e dei metodi, la divulgazione delle conoscenze anche tra un pubblico più vasto del ristretto cerchio degli studiosi di antichistica, di storia delle idee o delle credenze religiose. Questi i Panels previsti nel progetto: 1. God’s Abode – Un grande Repertorio di santuari fenici e punici raccoglie tutte le informazioni storiche (archeologiche, epigrafiche e letterarie) e contemporanee (restauri, fruizione turistica, allestimenti museali) su ciascun santuario o spazio consacrato voluto o frequentato dai Fenici e Cartaginesi. Si propone di ricollocare le informazioni disponibili nel loro specifico contesto documentario e ricavare da tale azione nuovi elementi di conoscenza, ad esempio sul lessico, sull’architettura templare, sulla tipologia, sugli eventi e sugli scambi culturali. La selezione degli spazi in questione segue un criterio largamente inclusivo: oltre ai santuari di istituzione propriamente fenicia o cartaginese, comprende anche quelli frequentati da genti fenicie e puniche e per i quali si hanno testimonianze significative di tale presenza, per affluenza, influssi culturali, concorso alla costruzione o partecipazione al culto. Il Panel si pone sulla scia di analoghe iniziative scientifiche già realizzate o avviate: ad esempio il Censimento dei santuari cristiani in Italia, promosso dal Prof. André Vauchez dell’ École Française de Rome (http://www.santuaricristiani.iccd.beniculturali.it); il programma CIRCE: Constructions, Interprétations et Représentations Cultuelles de l’Espace dans les sociétés anciennes, guidato dal Prof. F. de Polignac presso il Centre Louis Gernet (http://www.ehess.fr/ gernet/circe.htm ); il progetto « Fana, Templa, Delubra ». Corpus des lieux de culte de l’Italie antique, varato per impulso del Prof. John Scheid del Collège de France (http://www.college-de-france.fr/chaires/chaire9 /html/index.html), il programma di ricerche Transformación y continuidad en la Contestania y Bastetania ibéricas (s. III a.C.- I d.C.). La imagen y los procesos religiosos como elementos de identidad (HAR2009-13141), elaborato dalla Dr. Trinidad Tortosa del Consejo Superior de Investigaciones Científicas. 2. Ancient Mediterranean Holy Places – Una sorta di Museo Virtuale presenta una decina di santuari, selezionati tra quelli più significativi del Mediterraneo antico quanto a informazioni, durata e peculiarità transnazionale. Partendo da Cartagine e spaziando con immagini e commenti nel Mediterraneo, si forniscono informazioni su creazione, organizzazione e frequentazione dello spazio consacrato da parte dei Fenici e dei Cartaginesi, favorendo la riflessione sul rapporto tra geografia e religione alle origini della civiltà mediterranea. La selezione dei santuari verrà fatta anche sulla base di criteri tipologici, relativi alla connotazione geografica, architettonica, cultuale. Tra i santuari che possono entrare in questo Museo Virtuale vi sono in particolare quelli di Melqart a Tiro (Libano) e a Cadice (Spagna); di Eshmun ad Amrit e presso Sidone; di Astarte a Kition (Cipro) e a Tas Silg (Malta); di divinità puniche a Kerkouane (Tunisia); i “tofet” di Cartagine, Sousse e Althiburos; i santuari di Sid ad Antas (Sardegna); di Hera Lacinia al Capo Colonna (Crotone); di Uni/Astarte a Pyrgi (Lazio); la Grotta Regina presso Palermo e la Cueva d’es Culleram a Ibiza. Per la S. Ribichini (ISMA), Ricerche sui santuari fenici e punici 2 realizzazione di questo Panel si conta sulla collaborazione internazionale di colleghi specialisti. The Althiburos Tophet – Un’impresa archeologica in Tunisia costituisce il nucleo 3. centrale del progetto, un Case-Study in grado d’offrire elementi di grande novità sul “tofet”, cioè sul tipo di santuario più caratteristico del mondo cartaginese, strettamente legato alla questione del sacrificio punico dei bambini. Santuari di questa tipologia (cf. più avanti) sono stati ritrovati, oltre che a Cartagine e in altri centri punici della Tunisia, anche in Sicilia, in Sardegna e altrove in Nord-Africa, con imprese archeologiche che in molti casi hanno visto impegnato il nostro Istituto CNR. Nel caso specifico, si tratta di un programma di ricerche interdisciplinari aventi come oggetto il santuario-tofet di Baal Hammon-Saturno individuato dal Prof. Nabil Kallala nel sito tunisino dell’antica Althiburos (Henchir Medeina, nella regione di Le Kef), tuttora inedito e per la gran parte inesplorato. 4. The Byrsa Perspective – Un volume a stampa, in preparazione e a firma di Sergio Ribichini, esaminerà i racconti fenici e cartaginesi (o attribuiti a questi popoli dagli scrittori classici) sulle origini del cosmo e dei centri urbani, sull’espansione coloniale nel Mediterraneo antico, sulla determinazione dei confini e sulla ripartizione dello spazio naturale e culturale. La storia delle idee s’incrocia, in questo Panel, con la narrazione degli avvenimenti fenici e punici, mentre la storia della storiografia greca e latina interseca lo studio dei miti di tradizione vicino-orientale. Il Panel costituisce la conclusione ideale dell’itinerario di ricerca sui paesaggi del sacro nel Mediterraneo fenicio e punico. Esso trova i suoi presupposti in un corso di lezioni sul tema “Sobre los mares de Tiro. Mitos fenicios y tradiciones clásicas”, tenuto dal responsabile del progetto nel 2008 presso l’allora Instituto de Estudios Islámicos y del Oriente Próximo (CSIC-Cortes de Aragón) di Zaragoza, su invito dei dott. Juan Pablo Vita e José Ángel Zamora, nel quadro dei “Cursos de postgraduados” dello stesso anno su “Las culturas del Próximo Oriente Antiguo y su expansión mediterránea”. Indirizzo di riferimento generale Dr. Sergio Ribichini Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico CNR – Area della Ricerca di Roma 1 Via Salaria km 29,300 – c.p. 10 I – 00015 Monterotondo stazione (Roma) [email protected] Tel. 0039 06 90672 356 - Fax: 0039 06 90672 818. S. Ribichini (ISMA), Ricerche sui santuari fenici e punici 3