The Graduates Chronicle - Future Manager Recruitment
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The Graduates Chronicle - Future Manager Recruitment
Giugno 2013 Anno 1, Numero 6 Il mensile di Bachelor Selezione Laureati The Graduates Chronicle Editoriale di Salvatore Corradi, presidente di Bachelor Selezione Laureati Finti riformisti e lente rivoluzioni Siamo appena usciti da una stasi dovuta ad una falsa riforma del mercato del lavoro, che già da destra e da sinistra si profilano “nuovi e populistici messaggeri di prosperità e lavoro per tutti i giovani italiani”, con soluzioni cui nessuno aveva finora mai pensato. La sola incontestabile verità è che l’unica riforma che ha generato occupazione giovanile e valore per il paese è la riforma Biagi, e ciò senza gravare sulle casse dello stato e con un tasso di crescita del PIL mai superiore allo 0,5%. accetta di rinunciare a ciò che Biagi aveva tracciato e, finche si continuerà a porre paletti su paletti, le imprese di qualsiasi dimensione non cambieranno il loro atteggiamento. A maggiore rigidità si opporrà minore Marco Biagi ha avuto il merito fonda- assunzione del rischio. Un vortice devamentale di dare fiducia a tutte le impre- stante. se, alla loro capacità di innovazione ed assunzione del rischio, aprendo nel Porre dei limiti ai rinnovi degli stage è contempo le porte delle imprese ai stato facile per chi lo ha fatto ma non giovani laureati ed ai giovani diplomati. certo per chi lo ha subito. Il quadro economico non incoraggia, Quella misura non ha sortito nessuna ma si fa finta di non riconoscere che un tutela, al contrario il numero di laureati vero processo riformatore ha quale iscritti alle liste di disoccupazione è primo obbiettivo la creazione del clima cresciuto insopportabilmente a dismidi fiducia nel futuro. sura. Non è accettabile che non si prenda coscienza del fallimento di tutte le politiche “restauratrici”. Distruggere il “Collegato Lavoro” e rabberciare provvedimenti esistenti serve solo a mantenere rendite di posizione e potere. Ci sono più laureati fuori da ogni percorso professionale oggi, di quanti ce ne siano mai stati in tutta la storia del nostro paese. Questo è il “fatto” e costi quel che costi bisognerà tornare, almeno nello spirito, sui propri passi. Da operatori specializzati in neo e giovani laureati abbiamo la certezza che il sistema produttivo di questo paese non Indice In questo numero... Editoriale Finti riformisti e lente rivoluzioni.…….....1-2 Riflessioni La prima esperienza di lavoro di un neolaureato…………………………….…………...……...…..2 Tema d’attualità Solo corsi in lingua inglese al Politecnico? Il Tar respinge la proposta……....…….……...…3 Un focus su... L’unione fa la forza: arriva in Italia il “coworking”…..……………………………..……….4 La Domanda del mese I colloqui di gruppo……………………….….….…5 Alta Scuola di Formazione Bachelor Gli allievi della XXI edizione della OWT......5 Gli annunci del mese……………………..……….6 Pronti per partire La storia di Massimiliano: in Svizzera a studiare Relazioni Internazionali, a Londra per Sarebbe da valutare la disparità giuridi- un master in economia politica ……..…… 6-7 ca tra un laureato da non più di 12 mesi ed uno che è iscritto alle liste di disoc- Milano e il sapore della libertà……………..8-9 cupazione non per ragioni meritocratiche, ma in conseguenza di un provvedimento ottuso e cieco che impedisce a impresa e giovane laureato di approfondire un percorso di reciproca conoscenza professionale. L’estate è ufficialmente iniziata! Ovunque ...continua a pag .2 tu vada, ricordati che puoi scaricare Graduates Chronicle gratuitamente dal sito www.bachelor.it, e portarlo con te in vacanza! Pagina 1 The Graduates Chronicle Riflessioni ...continua da pag.1 La prima esperienza di lavoro di un neolaureato Si è parlato non sempre a sproposito di abuso dello stage, ma è sotto gli occhi di tutti che il rimedio si è rivelato peggiore del male stesso. C’è un momento in cui la tua vita può cambiare così profondamente da non darti nemmeno il tempo di rendertene conto. Sembra una frase fatta, ma accade davvero quando ci si trova ad affrontare il cambiamento più grande: quello del passaggio da semplice studente universitario a lavoratore alla prima esperienza di stage. Succede così, una telefonata che ti cambia la vita, tu fai un colloquio e rimani ad aspettare quell’unica chiamata che, poi, quando arriva, ti sembra di non aver capito bene. Ti domandi cosa succederà da quel momento, cosa ti aspetta, ma soprattutto ti chiedi chi sei veramente. Tutto perché il tuo mondo viene stravolto così all’improvviso che non riesci a capire come e dove ti devi collocare. Dopo questo primo momento di incertezza e di meraviglia nei confronti dell’inizio di una vita che fino a ieri era fatta di libri, nozioni, esami e lunghissime lezioni, ti ritrovi a lavorare in un’azienda, a ricoprire un ruolo, ad avere delle responsabilità alle quali non puoi sottrarti a vedere persone che, perché no, si aspettano delle cose da te, hanno un progetto su di te e non c’è motivo al mondo perché tu possa sottrarti a tutto questo. Io sono una di queste persone, la mia vita è stata stravolta in una settimana e tutto quello che precedentemente era prioritario adesso non lo è più. Ora sembra tutto chiaro e allineato; sto acquisendo delle competenze e sto imparando a crescere a diventare una persona all’interno cuno in questi giorni mi ha detto che finché la mattina avrò voglia di alzarmi dal letto e fare quello che faccio allora ne varrà sempre e comunque la pena, perché avere la possibilità di rischiare magari facendo cose sbagliate mi dà l’opportunità di imparare cose nuove, perché quando entro in ufficio tutti mi sorridono e mi salutano con gentilezza e questo particolare riempie la mia di un mondo che sembra infinito. Se mi piace? Si, decisamente. Perché quando la mattina esco di casa e vado a lavorare ho un motivo per farlo, perché qual- Ylenia Sannino Sarebbe sufficiente affidare alle università che hanno già le informazioni in fase di rilascio delle convenzioni di stage, la facoltà di offrire in corso d’opera alle imprese la “rilevazione delle competenze” acquisite dal laureato rispetto al piano formativo, certificando quindi i rinnovi. L’università per sua stessa natura è senz’altro in condizione di informare i propri studenti sulla natura della certificazione e di esercitare un ruolo di tutela dei propri laureati. Una azienda “certificata” da una università attirerà i migliori candidati con ovvi benefici anche per il giovane laureato, il quale doterà il suo CV di competenze anch’esse certificate. Un contributo minimo da parte delle imprese potrebbe essere compensatorio dei maggiori costi che l’università sosterrà. Credo possa essere un concreto ed innovativo esempio di reale connessione tra università e imprese. Considerando l’incerto orizzonte temporale del governo, più ci si allontanerà da irrealizzate ed irrealizzabili “riforme complessive”, maggiori saranno le possibilità di rimediare ad un quadro della situazione così complesso che metterebbe in difficoltà anche il più duraturo dei governi. Pochi incisivi provvedimenti di semplice attuazione e comprensione per aziende e giovani sono l’unica via per ottenere risultati e sollievo nel breve periodo, allontanando cosi lo spettro dalla ennesima “lenta rivoluzione”. Salvatore Corradi, Presidente Bachelor Selezione Laureati Pagina 2 giornata. A tutti i neolaureati in ascolto vorrei dire di avere fiducia, di essere positivi perché il lavoro arriverà quando meno ve lo aspettate e l’entusiasmo che avrete sarà la vostra molla, caratterizzerà quel qualcosa in più che potrebbe aiutarvi ad essere una persona rispettabile, una persona fiera del lavoro che fa ogni giorno. Sì, è un brutto momento per i giovani e, sì, certe cose sembrano non cambiare mai, ma c’è una cosa che voi stessi potete cambiare: smettete di ascoltare la tv e la radio che vi riempiono la testa di pensieri negativi, abbiate maggiore fiducia nel vostro futuro, ripetete ogni giorno a voi stessi che avete fatto sacrifici per studiare e per imparare tutto ciò che avete imparato sui libri, che meritate di avere un’opportunità perché tutti la meritano soprattutto chi come voi ha tutto da dare. Anno 1, Numero 6 Tema d’attualità Solo corsi in lingua inglese al Politecnico? Il Tar respinge la proposta La notizia è di fine maggio, ma è passata quasi inosservata: un centinaio di professori del Politecnico di Milano hanno presentato ricorso al Tar chiedendo di invalidare la delibera del 2012 del Senato Accademico del Politecnico di Milano, la quale stabiliva che tutti i corsi di laurea magistrale ed i dottorati fossero tenuti in lingua inglese a partire dall’anno accademico 2014/ 2015. Il Tar ha accolto il ricorso poiché la scelta dell'inglese esclusivo "incide in modo esorbitante sulla libertà di insegnamento e sul diritto allo studio". Praticamente discriminerebbe coloro che non parlano inglese o coloro che vorrebbero frequentare e studiare nella propria lingua d’origine. La notizia ovviamente non è piaciuta a coloro che avevano creduto nel provvedimento, in primis il rettorato ed i rappresentanti degli studenti. Sì, proprio gli studenti – stando ad interviste che il nostro Centro Studi e Ricerche ha svolto ad alcuni ragazzi che frequentano il Politecnico milanese – sembrano essere estremamente favorevoli all’insegnamento unicamente in lingua inglese. I motivi? Una maggiore internalizzazione della didattica e dell’offerta formativa; la possibilità di formare futuri ingegneri ed architetti con un’eccellente padronanza della lingua inglese e di conseguenza con una maggiore apertura mentale; la possibilità di attrarre con maggiore convinzione sempre più studenti e docenti esteri, rendendo il Politecnico un’eccellenza a livello non solo italiano, ma anche europeo. Elementi che nel loro complesso certamente vanno a migliorare il livello di occupabilità dei giovani laureati in un contesto storico ed economico al momento particolarmente difficile. Anche il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza ha contribuito a rendere il dibattito più acceso: «si presuppone—ha affermato—che la lingua italiana sia già ben conosciuta nel momento in cui uno studente si scrive all'università: offrire corsi in inglese significa consentire agli studenti di entrare nel mondo del lavoro. Le sentenze si rispettano, tuttavia il dibattito sull'importanza della lingua italiana dovrebbe essere affrontato a livello di scuola primaria». Prima di schierarsi dall’una o dall’altra parte, ci sono delle controversie che vanno tenute in considerazione. Una delle più significative proviene dall’Accademia della Crusca, la quale sostiene che abolire l’italiano dall’università significherebbe che l’internalizzazione della futura classe dirigente passa per la rinuncia alla propria lingua e alla propria identità culturale costruitasi anche all’interno dell’università frequentata. Non è forse un prezzo troppo alto? È innegabile l’importanza della conoscenza delle lingue straniere, motivo per il quale andrebbero insegnate in maniera non ottima ma eccellente, a partire dalle scuole primarie. Tuttavia la centralità della lingua italiana dev’essere ed è tutelata dalla Costituzione, l'altro princi- pio ribadito proprio dai giudici del Tar. E poi: perché rendere la scelta obbligata per tutti? Questo obbligo non è forse lesivo di per sè nei confronti della libertà degli studenti di scegliere se fare uno o l’altro corso? Internazionalizzazione significa obbligatoriamente inglesizzazione? Probabilmente la lingua inglese è davvero uno strumento molto utile in campi quali l’ingegneria informatica o elettronica. Ma si può dire lo stesso per una materia come l’architettura o la storia dell’arte? Probabilmente la proposta del Politecnico di Milano è sembrata troppo brusca e rivoluzionaria. Mantenere la possibilità di scegliere se frequentare corsi totalmente in inglese o in italiano potrebbe essere la via che mette d’accordo tutti, e sarà il tempo a stabilire se un corso interamente svolto in inglese influisce seriamente sull’appetibilità di un ingegnere o di un architetto sul mercato del lavoro. Voi cosa ne pensate? Potete esprimere la vostra opinione nel gruppo “Bachelor Selezione Laureati—Network p er lau r eati ” e sul sito www.generazione-stage.com. Daniela Arlenghi Cestri Bachelor Pagina 3 The Graduates Chronicle Un focus su... L’unione fa la forza: arriva in Italia il “coworking” Programmatori, web designer, artisti. Sono soltanto alcune delle professioni spesso associate al lavoro del freelance. Lavorare in autonomia può avere molti vantaggi, ma ovviamente non avere un ambiente di lavoro standard implica passar la maggior parte della giornata in solitudine e con pochi contatti sociali. Ci sono naturalmente persone che non soffrono di questa situazione ma col passare del tempo la sensazione d’isolamento può diventare un vero problema, in alcuni casi fino a rivalutare il lavoro da dipendente. Come risolvere questo problema? king sono la Germania, seguita dalla Spagna, dalla Gran Bretagna e dall’Italia. Uno dei progetti italiani più interessanti e con un importante contributo sociale è sicuramente il milanese Piano C. Questo progetto di cowo, fondato a dicembre del 2012, ha una caratteristica particolare in grado di cogliere le esigenze di una categoria particolare di freelance – le mamme. Infatti il Piano C è Però la missione del progetto di condivisione dello spazio di lavoro non vuole essere soltanto un’alternativa all’isolamento. L’obiettivo di coworking è apportare qualcosa in più, creare un valore. Lo spazio condiviso da professionisti di vari ambiti facilita soprattutto lo scambio delle idee, delle opinioni. Non a caso lo spazio standard dell’ufficio di coworking è anche una cucina o una saletta relax. Per evitare che i partecipanti si chiudano in se Chi ha l’“ufficio” in casa a volte può spo- stessi anche in un ufficio pieno starsi a lavorare in spazi pubblici. C’è chi di persone, essi sono invitati a fa diventare temporaneamente il tavoli- condividere alcuni momenti cono di un bar la scrivania da lavoro o chi muni come le pause caffè. La si porta il proprio computer ed il proprio condivisione delle idee, la lavoro in biblioteca. community e la collaborazione Piano C offre la possibilità di coworking alle mamsono alcuni dei valori più impor- me - lavoratrici Un’alternativa a queste soluzioni tem- tanti che un coworking può ofporanee e decisamente insufficienti frire. un’alternativa al piano A di carriera pro(pensate solo alla mancanza di tutti i fessionale ed al piano B di maternità. Lo dispositivi che solitamente si trovano in Il primo progetto di coworking in Italia è spazio è aperto alle mamme, in primo ufficio, come la stampante) è il cowor- stato il Progetto Cowo fondato nel 2008 king, ovvero la condivisione dello spazio a Milano da Laura Coppola e Massimo piano, e ai papà con i bambini. Il Piano C di lavoro. L’idea è nata da poco ed il Carraro, i partner dell’agenzia di comu- offre anche molti servizi utili come il primo a pensare ad uffici condivisi è nicazione Monkey Business. Da quel cobabying e i servizi salva tempo. stato Brand Neuberg, programmatore momento in poi il numero d’uffici di della Silicon Valley, nel 2005. Il suo pro- coworking in Italia è getto non è andato a buon fine ma ne aumentato, soprattut- BarCamp2013 ha ispirati molti altri ed in tutto il mondo to nelle grandi città. Per tutti quelli che vorrebbero approfondire la conohanno iniziato a nascere strutture a di- Ma il vero boom di scenza sul coworking, il 29 giugno c’è la possibilità di sposizione dei lavoratori autonomi (ma coworking è stato regi- partecipare al BarCamp, l’evento organizzato da Cowo non solo). I paesi europei che vantano il strato nel 2012 quan- project. Il tema principale di quest’anno è: Il coworking maggior numero di strutture di cowor- do molteplici spazi crea valore? sono stati aperti in giro per l’Italia. Tra i progetti più noti, la rete internazionale di cowo The Hub, Lab 121 di Alessandria, e Talent Garden Katarina Kumova attualmente presente in sette città italiane. Alcuni di essi sono accessibili a tutti, mentre altri danno accesso soltanto a qualche tipo di professione, come ad esempio il Toolbox torinese che dà accesso ai professionisti della Gli spazi di coworking cercano di agevolare la comunicazione digitale. comunicazione e condivisione Pagina 4 Anno 1, Numero 6 La domanda del mese Il colloquio di gruppo: solo per persone estroverse? Buongiorno,la mia domanda riguarda il colloquio di gruppo. Non ne ho mai sostenuto uno e non so cosa aspettarmi, essendo una persona un po’ timida ho paura che mi possa mettere in difficoltà impedendomi di emergere e precludendomi così opportunità lavorative interessanti. Come posso fare? Grazie, Giovanni Caro Giovanni, grazie per la tua domanda. I colloqui di gruppo sono una tipologia di selezione che, sempre più spesso, viene utilizzata e richiesta dalle aziende in quanto consente di incontrare più candidati per volta risparmiando in termini economici e di tempo. Generalmente si svolgono così: dopo la presentazione dell’offerta lavorativa per cui si è stati contattati e, una breve autopresentazione in plenaria di tutti i partecipanti; vengono somministrati ai candidati dei test psicoattitudinali. Al termine di queste attività si svolge la dinamica di gruppo che riguarda la discussione di un caso aziendale o di una problematica che necessita la collaborazione dei candidati al fine di elaborare una soluzione condivisa in un arco di tempo prefissato. Le selezioni di gruppo s o n o molto utili per esaminare e valutare certe caratteristiche ritenute importanti per ricoprire una posizione lavorativa. In particolare la capacità di collaborare, ascoltare e mediare le opinioni degli altri, l’orientamento alla leadership, la capacità di cogliere i punti essenziali per arrivare alla soluzione conclusiva e la gestione delle responsabilità oltre che del tempo predefinito. Il modo migliore per affrontare un colloquio di gruppo senza troppe preoccupazioni, è quello di mantenere calma, cercando di avere un comportamento attivo senza essere troppo invadenti, parlando in modo chiaro e organizzato. Cerca il più possibile di essere propositivo e intraprendente, sfruttando al massimo le tue capacità e competenze per sentirti sicuro di te. Mettiti in discussione e considerala un’opportunità importante oltre che per il tuo futuro lavorativo anche per la tua crescita personale. Martina Cassella Junior Recruiter Alta Scuola di Formazione Bachelor Gli allievi della XXI edizione della OWT in Ricerca e Selezione del Personale Ecco i fantastici allievi della XXI edizione della OWT in Ricerca e Selezione del Personale di giugno. Da tutto il team Bachelor, un grosso in bocca al lupo! Anche tu sei interessato/a a svolgere il corso di formazione in Ricerca e Selezione del Personale? Scrivi a: [email protected] Pagina 5 Anno 1, Numero 6 Pronti per partire 4: Svizzera Gli Annunci del mese Posizione ricercata: Junior Office Manager I requisiti richiesti: Bachelor Selezione Neolaureati, network internazionale di ricerca e selezione di giovani laureati, ricerca un/a giovane laureato/a in discipline economiche, preferibilmente con un diploma di ragioneria che abbia un’ottima conoscenza della lingue inglese e attitudine a operare in contesti internazionali. … Luogo di lavoro: Milano Posizione ricercata: R&D Innovation Engineer Refrigerazione I requisiti richiesti: Bachelor Selezione Neolaureati, network internazionale di ricerca e selezione di giovani laureati, ricerca un giovane laureato o con dottorato in Ingegneria Chimica o Meccanica, Elettrotecnica, Energetica o Aeronautica, con interesse per la refrigerazione. ... Luogo di lavoro: Milano Posizione ricercata: Junior Quantitative Analyst I requisiti richiesti: Bachelor Selezione Neolaureati, network internazionale di ricerca e selezione di giovani laureati, ricerca un/a giovane laureato in materie quantitative (statistica, matematica, fisica, ingegneria) interessato ad operare un percorso di formazione sullo sviluppo di modelli finanziari all’interno di un’importante realtà bancaria italiana. …. Luogo di lavoro: Milano Sud Per visionare e candidarti a queste e ad altre posizioni, accedi alla homepage del sito di Bachelor Pagina 6 La storia di Massimiliano: in Svizzera a studiare Relazioni Chiunque volesse parlare dei giovani Che cosa ti ha spinto ad andare a stuitaliani come dei “bamboccioni” o diare in Svizzera? “choosy” dovrebbe prima dare Varesotto di nascita, dopo l’esame di un’occhiata agli ultimi dati statistici Stato di Liceo Classico mi sono trasferidell'AIRE (Anagrafe italiani residenti to senza rifletterci troppo a Ginevra, all’estero). Infatti, secondo gli ultimi dati città della Svizzera occidentale situata disponibili, più del 25% dei giovani lau- sulle rive del lago più grande d’Europa. reati italiani sono partiti l’anno scorso Ci sono arrivato quasi per scherzo: per l’estero. Di questi, costantemente in l’iscrizione, un test di ammissione puaumento, nel 2011 circa il 12% è emigra- ramente linguistico inaspettatamente to verso la Svizzera, paese attraente superato – in francese ero bravo, ma lo anche grazie al bassissimo tasso di di- avevo del tutto abbandonato dopo soccupazione. l’esame di terza media –, e sono partiLa Svizzera, uno dei paesi più economi- to. Passati gli anni della laurea triennacamente sviluppati al mondo, è cono- le, era ora di cambiare aria, e così sono sciuta anche in quanto la sede di molte approdato a Londra, dove ho studiato organizzazioni internazionali, come la quest’anno per un diploma in econoCroce Rossa a Ginevra. Questo soprat- mia politica presso SOAS, scuola spetutto grazie alla caratteristica particola- cializzata e conosciuta nel mondo per re della politica estera di questo paese, lo studio socio-politico, culturale e che ha proclamato la neutralità nel linguistico di Africa e Asia. A Ginevra, 1674. Un’altra delle caratteristiche di invece, ho studiato Relazioni Internaquesta nazione con 8 milioni di abitanti, zionali, con specializzazione in econosono le sue forti diversità interne. Que- mia internazionale e diritto pubblico ste sono sia religiose che linguistiche, internazionale. avendo, tra tedesco, francese ed italiano, addirittura tre lingue ufficiali. Inoltre la Svizzera, in quanto federazione, è divisa in 26 stati, chiamati cantoni. Anche nei tempi della crisi diffusasi in tutto il mondo, la Svizzera riesce a preservare la propria stabilità economica, con un tasso di disoccupazione pari al 3%. Questo è Ginevra, dopo Zurigo la seconda città più popolata uno dei motivi che sempre della Svizzera di più spinge le persone alla ricerca del lavoro in tutta Europa a tentare la fortuna in Svizzera. Negli ultimi anni il flusso migratorio è aumentato talmente tanto, che il governo svizzero ha deciso di dare un taglio a questi spostamenti, applicando una “clausola di salvaguardia” e limitando il numero di permessi, così da ridurre il numero di immigrati. Questo mese abbiamo intervistato Massimiliano Verri, per farci raccontare della sua esperienza. Perché avevi deciso di partire? Complice anche un’esperienza di studio in Australia durante gli anni del liceo, arrivato al quinto anno avevo sviluppato un interesse particolare per le scienze sociali e le relazioni internazionali. Non avevo però le idee ben chiare, e non riuscendo a scegliere tra un corso di scienze politiche e una laurea in economia pura, ho trovato nella proposta dell’Università di Ginevra quello che faceva per me: un corso di laurea “ibrido”, in cui avrei studiato The Graduates Chronicle Internazionali, a Londra per un master in economia politica con “lenti internazionali” scienza politica, economia, diritto e storia. Solo nel secondo e terzo anno avrei dovuto scegliere in quale ambito delle relazioni internazionali specializzarmi. Gli anni ginevrini sono stati impegnativi: la barriera linguistica iniziale, poi quasi quindici esami all’anno, molti dei quali volti, in un’ottica darwiniana, a dimezzare il numero degli studenti. Ma anche stimolanti: studenti provenienti da tutto il mondo, insegnanti di alto livello, la possibilità di partecipare a eventi organizzati dalle varie organizzazioni internazionali presenti a Ginevra e ascoltare esperti mondiali di affari internazionali hanno contribuito a un’esperienza altamente formativa, al di là di quello che stavo imparando sui banchi dell’università. se, e le letture individuali erano prettamente funzionali alla comprensione della stessa. Infine, le tasse universitarie svizzere sono molto basse, anche rispetto a quelle italiane: 800 Euro all’anno o poco più. Massimiliano Verri, italiano, nato a Varese, ha già fatto varie esperienze di studio all’estero; con la laurea triennale in Svizzera e un master a Londra, il Che cosa hanno avuto, se- suo profilo è davvecondo te, le due esperienze ro internazionale. in comune? In comune, le due esperienze hanno l’aria internazionale che si negarlo respira sia a Ginevra che a Londra. In un – si vive molto meglio che in Italia. E ambiente in cui gli autoctoni sono la sono convito che ciò sia dovuto non minoranza, sia tra gli studenti che gli tanto ad una situazione privilegiata dei insegnanti, insegna a mettere in discus- nostri vicini d’oltralpe, quanto a una sione tutto, a vedere le cose da diversi maggiore capacità di gestire e sfruttare punti di vista. Il rapporto studenti- al meglio le risorse. La burocrazia elvetiinsegnanti, inoltre, è molto più infor- ca è molto snella, quasi inesistente. E male che in Italia, e il professore è più lavorare in Svizzera è molto più facile di “strumento” che istituzione. Infine, quanto uno possa immaginare: quello all’estero lo studio delle scienze sociali che conta sono le proprie capacità e e politiche in particolari non è consi- competenze. Certo, essendo la Svizzera derato un ripiego, come avviene pur- un Paese con quattro lingue nazionali, troppo in Italia, ma ha lo stesso valore parlare solo italiano e inglese è una di una laurea in ingegneria o medici- limitazione. Mentre il tasso di disoccupazione medio na. dell’UE è pari al 10,5%, quello della Svizzera Difficile dire dove mi trovi meglio. Pensi di ritornare in Italia? è pari ai soli 3% Quest’anno a Londra mi sono mancati Attualmente mi sembra un’ipotesi poco il lago, le montagne e il sole, ma probabile, visto che l’Italia ha un tasso di Dopo gli studi a Ginevra hai deciso di l’offerta culturale di Londra è impareg- disoccupazione più che triplo della Svizpartire per Londra: quali differenze hai giabile, anche solo per quanto riguarda i zera e ci vorranno ancora molti anni visto tra le università? ristoranti dove mangiare durante il perché il bel Paese torni a essere comL’anno a Londra è stato per molti aspetti weekend o i vari mercati sparsi per la petitivo e attrattivo a livello europeo. In diverso. il sistema universitario anglo- città. In Svizzera tutto, o quasi, funziona Italia, inoltre, è molto più difficile entrasassone prevede, per ogni lezione, un fin troppo bene, e credo che svegliarsi la re nel mondo del lavoro e le opportunità seminario settimanale in cui, in gruppi di mattina senza dover pensare al prossi- per i nuovi entranti sono poche. Basti 10-15 persone, si fa un’analisi compara- mo sciopero o all’università che non ha pensare che in Italia bisogna lavorare in tiva della letteratura trattante la lezione registrato il risultato dell’ultimo esame media quasi 10 giorni per guadagnare della settimana. Molto spazio è lasciato migliori la qualità della vita, anche per quello che un AD italiano guadagna in alla discussione e il ruolo uno studente. un’ora. In Svizzera bastano 3 giorni e in dell’insegnante è principalmente quello Gran Bretagna 5 (Fonte: The Economist, di guidare gli studenti, senza la pretesa Che cosa di italiano esporteresti in Sviz- http://www.economist.com/blogs/ di fornire un’interpretazione “giusta” zera e viceversa? graphicdetail/2013/06/daily-chart-6). della tematica in oggetto. Anche duran- Il caffè. Quello elvetico è davvero imbe- Ma sono pronto a tornare qualora ve ne te gli esami si viene valutati in base alla vibile, e mi ci sono voluti anni per abi- sia l’opportunità. ricerca individuale che ogni studente fa tuarmici. durante l’anno a partire dalla bibliografi- Di svizzero esporterei in Italia molte Martina Cassella a di ogni lezione. In Svizzera, invece, cose, prima di tutte l’efficienza e Katarina Kumova molto importante era la lezione in clas- l’organizzazione. In Svizzera – inutile Pagina 7 Anno 1, Numero 6 Un semestre di studio e lavoro in Italia Milano e il sapore della libertà: il racconto di Asha, studentessa americana alle prese con l’Italia Nell’ultimo mese lo staff di Bachelor si è arricchito della presenza di una giovane studentessa americana, Asha Roper, alla quale è stato affidato il progetto di ricerca “Alumni Bachelor”. Quello che segue è un racconto— fresco e ricco di emozioni—della sua esperienza di vita in Italia. Grazie Asha! Milan. What is there more to say than the fact that this is the top city in the world known for fashion, and ideally a dream for a fashionista. But, not only is Milan one of the top fashion capitols of the world, for me it has become a city with hidden treasures that I never knew I would find; especially about myself. Not only have I made some of the best friends in the world, Milan has taught me many things about life that I never would have expected in such a big city. And THAT, is one of the most important things I am going to miss about this iconic place. Just to give you a brief summary of who I am and how I ended up in Milan; my name is Asha Roper, and I am a third year under graduate student currently studying at The University of North Carolina at Charlotte in the United States. But, this past spring 2013 semester I attended Università Cattolica del Sacro Cuore in Milan for a study abroad exchange program. And I have to say this experience has been one of most memorable and amazing journeys of my life thus far. Many people say you never appreciate things till they are gone or in the past; and even though I am currently in Milan, I am beginning to relive what these anonymous people have said. I decided to study in Milan because I have always had a interest in fashion, well, at least clothes and dressing up, and in a way that sparked my interest in wanting to study abroad. I also wanted to learn more about other visions and views of fashion around the world as well as for a true cultural experience. And, to practice speaking Italian since I took a couple of course bePagina 8 fore I arrived. Furthermore, an even deeper and more personal reason as to why I decided to study abroad in the first place was because i wanted to take a break from track and field which I was participating in, in the previous years to studying abroad. I felt like didn't know who I was or what I wanted to do in my life anymore. I really wanted to do something about that and I felt the best way to find who you are or what your are destined to be, is to do something that you have never done before and get away from the daily repetitive cycle that my life was beginning to take hold of. Because of that, the decisions i made landed me in Milan where I have had some of the best memories that i will never forget. On the other hand, before I arrived to Milan, I had no expectations about the city itself, I just that I knew I would have the time of my life. And those expectations about my experience have come true. What I did expect when I traveled outside the cities of Milan, were old southern towns filled with old men playing chess and bickering at each other, kids running rampant in the streets, teenagers enjoying their youth and the start of young love and last but not least loud classic Italian music being heard throughout the bustling streets. You must be wondering where I have gotten all of these ridiculous imaginations, but from television of course. At least that’s what I have interpreted about what Italy as a whole is like and the people as well! I am not saying everyone from America thinks like this, this is just my interpretation of what I thought Italy was like or going to be like. Even though this vivid image of my imagination might be true for some places in Italy, at the end of the day, Italy has exceeded my expectations, disappointments everything that I did or thought I would have expected from being here. And Milan especially, because I didn’t know that I could fall in love with a city so unexpectedly and so intensely. Some of my best moments of Milan have been when I am alone and I have had the time to really think about life and life’s meaning. At this particular time it seemed like the unspoken words with friends, family, and myself have somehow connected me to this thrilling city. This might seem so absurd to you, especially if you reside in Milan. But, what other people take for granted, others appreciate in ways only that particular person will under stand. And that is what Milan has done for me. One of the best days of my life was the first night I arrived in Milan. I was picked up by one of my friends from Milan who I met at The University of North Carolina at Charlotte, while she was doing an exchange program there. When I arrived at the airport it was a disaster trying to find her because at the moment I had no idea how to get in contact with her because I didn’t have an Italian phone. As I walked frantically around the airport in a state of panic, I saw a man that looked nice enough to lend me his phone, and i struggled to ask him in Italian to call my friend. Eventually he understood what I meant after a number of hand and body gestures; he proceeded to let me use his phone for a moment. About an hour after my arrival, The Graduates Chronicle I finally found my friend and one of her friends who came to pick me up. We immediately went to the bar because we knew that would solve everything. Just kidding.. that is not the reason at all but we did want to go the bar because her friends were all going to be there and wanted to meet me. She introduced me to all of her friends and I really enjoyed how welcoming everyone was. From that moment on I knew that Milan was going to be an amazing experience if not a life-changing one. After that we went to Magazzini Generali, which till this day is one of my favorite discos in Milan, to meet up with her sister for a birthday party. Once I step foot in that club, well… the rest is history. I don't know why I like that night so much. I don't know if it is because it was my first night and I had no expectations of what Milan, Italy and other parts of Europe were going to be like or if that night truly set off how the rest of my experience in Milan would be like. Who knows; just know that I am truly living my life to the fullest and I am so appreciative of every opportunity that I have had to travel as well as the people that I have had the privilege to meet along my journey. Another reason why I appreciate and enjoy Milan so much is because of how free I feel here. I don’t know if I would feel the same way I do here that I would in another place if I were to study abroad somewhere else or if it’s just the feeling I get In Europe in general. But, this feeling is something that I can’t explain. I know Milan is not a beautiful place and that is something I have really enjoyed about the city. I like it for the experience not the beauty. A place can be beautiful as can be but the experience might not have been as fulfilling as Milan has been for me. When I find myself walking around Milan I just feel so happy and it seems that the emptiness i had before I arrived here is finally being filled. It’s like I feel like a kid again and even though I have tasks that may be difficult they don't get me down. And I am truly hoping that this feeling is not avoid to escape from the reality of what I will have to face once I return to the United States. Finally, I want to close by saying that making Italian friends and enjoying the warmness that Milan has brought has really convinced me to stay in this city as long as I will. The people I have met here do not know the impact that they have made in my life and what they have taught me but I would like to appreciate all that they have done for me and accepting me for who I am. I met some people in the beginning of this semester who I thought I would remain close friends with but distance from them now has really made the choice as to who my friends are. It is sad to say that I have made some amazing and unepxected friendships too late in the semester, but I will always remember and cherish the moments that we had together. Lastly, Milan has taught me many things and one of the major ones that will be engraved in my heart and soul is being true to who you are no matter who you encounter in your life good or bad and not changing for anyone. Concluding this, I would ultimately like to thank my parents for believing in me and supporting me throughout my journey in Europe. Words cannot describe how thankful I am to have such great parents in my life and I love you both very much. Asha Roper Pagina 9 The Graduates Chronicle Abbonati al Cestri Bachelor! Cestri è il “Centro Studi e Ricerche” di Bachelor: un’associazione che redige report sul mercato del lavoro, studi sociali e sondaggi d’opinione su tematiche occupazionali, ricerche di mercato, ed altro ancora. Da oggi laureandi e laureati, aziende ed altri enti possono ricevere tutte le pubblicazioni del Cestri sottoscrivendo un abbonamento annuale. Non solo: attraverso la sottoscrizione si possono ricevere altri importanti benefit. Scopri i vantaggi che puoi ottenere! Leggi di più sul nuovo sito: www.cestri.org Pagina 10 Bachelor Selezione Laureati Bachelor contiene all’interno del suo nome la sua realtà: una società multinazionale italiana nata nel 1998, unica specialista nella selezione di giovani talenti. Attualmente siamo in contatto con oltre 8.000 aziende e con un network di 100.000 giovani laureati italiani. Oltre all’attività di selezione, Bachelor si compone di altre due realtà: il Centro Studi e Ricerche Bachelor (il quale oggi redige rapporti di ricerca sul mercato del lavoro per laureati ed aziende, analizzando le dinamiche occupazionali riguardanti i giovani laureati), e l’Alta Scuola di Formazione Bachelor (scuola per l’occupabilità indirizzata unicamente a neo e giovani laureati). Tutte le ultime news e le ricerche in corso sono sul sito internet (www.bachelor.it), e sulle pagine Bachelor su Facebook, Twitter e Linkedin. Per informazioni: [email protected] .