Arci Report numero speciale del 04\02\2005

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Arci Report numero speciale del 04\02\2005
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edizionestraordinaria
d e l l ’ A r c i
anno III n. 5
4 febbraio 2005
Rapita in Iraq Giuliana Sgrena
presidio al Campidoglio alle 18
U
Abbiamo conosciuto Giuliana in piazza, il 24
ottobre del 1981, sul palco di Piazza del
Popolo. Il suo intervento chiuse la grande
manifestazione per la pace che segnò l'inizio
del nuovo movimento pacifista italiano.
Sono passati tanti anni, e Giuliana è stata sempre in prima fila, da giornalista e da militante,
contro tutte le guerre, contro tutte le oppressioni, contro tutte le ingiustizie. Grazie a lei abbiamo conosciuto la verità di tanti conflitti dimenticati, e squarciato il velo dell'informazione controllata dai grandi poteri.Grazie a lei abbiamo
imparato a conoscere le società civili del
mondo arabo, il loro bisogno di libertà e di giustizia, le loro lotte. Grazie a lei abbiamo potuto
stringere con tanti e tante in Medio Oriente
relazioni dirette, che ci hanno permesso di condividere un impegno comune contro l'oppressione. In questo ultimo periodo, dall'Iraq, ci ha
aiutato a fare più solida la nostra lotta contro la
guerra, contro l'occupazione, per il ritiro delle
truppe. Con il suo lavoro e con l'impegno in
tante iniziative di informazione in tutta Italia, ha
sempre denunciato la politica del governo italiano che ha portato il paese a partecipare a
una guerra e a un'occupazione scellerate.
Giuliana è una delle migliori donne, compagne,
pacifiste e attiviste contro la guerra che abbiamo la fortuna di conoscere. Siamo angosciati.
Ci stringiamo ai suoi cari, ai compagni e alle
compagne del Manifesto. Chiediamo al governo di fare il possibile e l'impossibile per la sua
liberazione, rendendosi disponibile al negoziato e alla trattativa.
Organizzeremo, insieme a tutto il movimento
contro la guerra, iniziative e azioni in tutta Italia
per chiedere il suo rilascio immediato e incondizionato. Chiederemo libertà per Giuliana e
per tutto il popolo iracheno. Finisca l'occupazione, si ritirino le truppe italiane immediatamente. Evitiamo altro dolore, evitiamo che
angoscia si aggiunga ad angoscia, spezziamo
la catena dell'orrore.
la Presidenza nazionale dell’Arci
in redazione Andreina Albano, Silvia Baraldini,
Paolo Beni, Maurizio Mumolo, Sara Picardo
Enzo Piperno, Carlo Testini
hanno collaborato a questo numero
Laura Lucchino, Sara Picardo
impaginazione Claudia Ranzani
progetto grafico Sectio - Roma
editore Arci Nuova Associazione
via dei Monti di Pietralata, 16 - 00157 Roma
na manifestazione-mobilitazione si terrà nella piazza del Campidoglio per la liberazione di Giuliana Sgrena. Lo ha annunciato il direttore del Manifesto Gabriele
Polo, durante la conferenza stampa che si è svolta nella redazione del quotidiano
in via Tomacelli a Roma. Il direttore ha spiegato di aver chiesto al sindaco Veltroni la disponibilità dell'amministrazione comunale di Roma, che ha subito aderito all'iniziativa.
«Sarà una manifestazione - ha detto Polo - simile a quella organizzata per le due Simone
in Campidoglio». Nel corso della conferenza stampa Polo si è anche chiesto «in base a
quale informazione il ministro Pisanu abbia dichiarato che Giuliana è stata rapita da una
banda sunnita. Se ha altre informazioni ce le dia». «Abbiamo ricevuto telefonate da
Gianni Letta e Gianfranco Fini» racconta Polo, ma ai cronisti che gli chiedono cosa possano fare le forze armate per liberare Giuliana Sgrena, risponde: «Non credo possano
fare niente per questa vicenda, come non hanno fatto niente per le due Simone». E ancora, il direttore aggiunge che «i corrispondenti arabi da Bagdad stanno lanciando appelli
per spiegare chi è Giuliana e cosa stava facendo».
Il ministro degli esteri Gianfranco Fini ha convocato l’ambasciatore iracheno.
La vignetta di Vauro di domani sarà una colomba bianca con la scritta: Va' e riportacela
Com’è avvenuto il rapimento
Rumori di sottofondo, una raffica di colpi e
passi sulla strada bagnata: ecco come si è
avuta la notizia del rapimento di Giuliana
Sgrena, la giornalista de il Manifesto sparita 'improvvisamente' - come molti giornalisti nei paesi arabi - oggi a Baghdad.
Giuliana ha fatto appena in tempo a chiamare al telefono l'amica giornalista
Barbara Schiavulli, collaboratrice della
Radio Vaticana dall'Iraq, mentre la portavano via. «Mi arriva una telefonata, però
non sento lei parlare, sento solo dei colpi
di pistola», ha raccontato la Schiavulli, «lei
e io dividiamo la stanza in una moschea
vicino all'università di Bagdad; poi, però,
all'ultimo momento io mi sono tirata indietro perché oggi è venerdì, il giorno di preghiera, e lei è andata lo stesso».
La Sgrena è stata portata via all'uscita
dalla moschea sunnita, situata all'interno
del campus dell'università, al Kastl, dove
voleva parlare con le famiglie dei rifugiati
da Fallouja per registrare le loro considerazioni sulle elezioni di domenica.
La sua auto, stando alle parole dell'interprete, è stata bloccata da uomini armati
scesi da due vetture, una Opel e una Kia,
quattro da una parte e quattro dall'altra,
che hanno fatto scendere, dopo una colluttazione violenta, lei e l'autista.
Questo è l'ottavo rapimento di nostri connazionai nel Paese mediorientale da quando è iniziata la guerra.
Ansia e preoccupazione nella sede romana de il manifesto a via Tomacelli,
Francesco Paternò, il direttore editoriale
dice: «L'abbiamo saputo anche noi
dall'Ansa, abbiamo subito avvertito il compagno di Giuliana. È incredibile, l'avevamo
sentita alle 12, come ogni giorno, chiedeva
di essere richiamata» e poi «Giuliana non
è un'incosciente ha una vasta esperienza
di aree critiche, è stata in Afghanistan e
Somalia, più volte in Iraq. Era a Bagdad
dal 23 gennaio, tornata per seguire le elezioni e poi per fermarsi e dare il cambio a
Stefano Chiarini. Non riusciamo a trovare
neanche lui, non sappiamo neanche se è
già ripartito».
Pierre Scolari, il suo compagno, ha raccontato: «Ho sentito Giuliana ieri sera,
come facciamo tutti i giorni. Mi ha detto
che avrebbe fatto un giro nella moschea
per parlare con i reduci di Fallujia: era tranquilla ma avvertiva anche che ora in Iraq la
situazione è più pericolosa di quando c'erano i bombardamenti. Ancora non sappiamo nulla di chi ha voluto e compiuto il rapimento. Solo capendo chi l'ha rapita potremo trovare la strada per liberarla».
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Politici, i sindacati, gli intellettuali, i giornalisti,
l’associazionismo aspettano la liberazione
L
delle donne». Il fratello di Enzo Baldoni
esprime tutto il suo affetto alla famiglia.
La Fiom chiede l'immediata liberazione
della giornalista Giuliana Sgrena. La
segreteria nazionale della Fiom, si legge in
una nota, «indignata per l'angosciante notizia del rapimento della giornalista Giuliana
Sgrena a Bagdad, esprime la propria grande solidarietà a tutte le giornaliste e giornalisti, lavoratrici e lavoratori de Il
Manifesto».
Il segretario generale della Cisl, Savino
Pezzotta, esprime a nome della segreteria
confederale e di tutta l'organizzazione,
«angoscia e grande preoccupazione per il
rapimento in Iraq della giornalista Giuliana
Sgrena». «La Cisl - prosegue Pezzotta - è
vicina ai familiari della giornalista, al
Direttore e a tutta la redazione de Il
Manifesto, e sollecita il governo ad assumere ogni necessaria iniziativa per la liberazione della giornalista».
Dal canto suo la procura di Roma ha aperto un’inchiesta.
a larga stima di cui gode Giuliana si
esprime in queste ore con le tante
testimonianze d'affetto e di solidarietà. La sede de Il Manifesto è diventato il
luogo ove giornalisti, intellettuali, esponenti dell'associazionismo, politici si recano ad
esprimere tutta la preoccupazione e l'impegno perché Giuliana torni presto fra noi.
Arrivano dalla vicina sede della stampa
romana i colleghi che vogliono portare solidarietà, il primo è il segretario della Fnsi,
Paolo Serventi Longhi. C'è Valentino
Parlato, fondatore de Il Manifesto, si aggira curvo con una sigaretta tra le mani
«Giuliana è una donna coraggiosa, spero
che non venga fuori la solita panzana che i
giornalisti sono incoscienti. Era lì per far
conoscere alla gente cosa succede in Iraq.
E' uno dei giorni più difficili della storia del
nostro giornale; è a rischio la vita di una di
noi».
Fra i primi a esprimere l’angoscia e la solidarietà è il portavoce di Un Ponte per…
che ha dichiarato: «Il motivo per cui sono
qua è esprimere solidarietà ai colleghi di
Giuliana - ha detto Rienzi - sappiamo bene
in che stato sono adesso».
Tutte le forze politiche della sinistra hanno
manifestato il loro impegno per la sua liberazione nel più breve tempo possibile.
Anche Fassino ha raggiunto via Tomacelli,
lasciando i lavori del congresso dei Ds.
«Abbiamo preso contatto con Palazzo
Chigi, - ha dichiarato Piero Fassino - con il
sottosegretario Gianni Letta, chiedendo al
governo di compiere tutti gli sforzi possibili
come si è fatto in altre situazioni analoghe
e confermando così come abbiamo avuto
modo di fare in occasione del rapimento di
Simona Pari e Simona Torretta, l'assoluta
disponibilità del centrosinistra e delle forze
di opposizione a collaborare con il governo
per tutto ciò che fosse necessario a liberare Giuliana Sgrena».
Amnesty international ha dichiarato:
«Siamo vicini a Giuliana, di cui apprezziamo da sempre la competenza professionale e il grande impegno in favore dei diritti
Chi è Giuliana
I sequestri dei giornalisti in Iraq
Nata il 20 dicembre del 1948 a Nativa di
Masera (Verbania), Giuliana ha studiato a
Milano. Nei primi anni ‘80 ha collaborato
con Pace e Guerra, la rivista diretta da
Michelangelo Notarianni ed è tra le fondatrici del movimento per la pace.
Giuliana Sgrena lavora nella redazione
esteri de Il Manifesto dal 1988. Prima di
collaborare col giornale romano ha condotto un programma radiofonico della Rai.
Attenta conoscitrice del mondo arabo, la
Sgrena ha raccontato sulle pagine del quotidiano e in un libro la lunga, cruenta guerra civile in Algeria e la condizione delle
donne nei paese di religione musulmana.
E’ anche stata inviata nel Corno d'Africa,
nel Medioriente, in Afghanistan, e infine
stava seguendo il conflitto in Iraq (per questo è tra le giornaliste nominate Cavaliere
del Lavoro). Durante i bombardamenti era
a Baghdad, dove è tornata più volte, per
raccontare la vita quotidiana e documentare con professionalità le violenze causate
dall'occupazione straniera.
La giornalista ha anche un passato politico
nel Pdup, esperienza che ha condiviso con
alcuni fondatori de Il Manifesto.
Ha scritto diversi libri fra i quali Alla scuola
dei taleban, Il fronte Iraq. L’ultimo, del 2005
è Iraq guerra infinita. Diario di una guerra
permanente. Ha curato anche La schiavitù
del velo. Voci di donne contro l'integralismo
islamico. Tutti i testi sono stati editi dalla
Casa editrice Il Manifesto Libri.
Il nome di Giuliana Sgrena si aggiunge ad
un elenco già lungo di giornalisti sequestrati nel 2004 e all’inizio del 2005 in Iraq.
6 aprile: il giornalista del Times Stephen
Farrell e la frelance americana Orly Alperin
prigionieri per otto ore.
8 aprile: rapito il freelance giapponese
Soichiro Koriama, rilasciato il 15 aprile.
11 aprile: il reporter della tv ceca Michal
Kubal, il suo cameraman Petr Klima e il
corrispondente della radio statale Cr, Vit
Pohanka vengono rapiti. Rilasciati il 16
aprile. Lo stesso giorno viene rapito anche
un giornalista francese, Alexandre
Jordanov, dell'agenzia televisiva Capa.
Liberato il 14 aprile.
26 maggio: tre giornalisti dell’americana
Nbc, il corrispondente Ned Colt, il cameraman Maurice Roper e il freelance iracheno
Ashraf al Taie, sequestrati a Falluja e rilasciati due giorni dopo.
12 agosto: il giornalista britannico James
Brandon, del Sunday Telegraph, viene
rapito nel suo albergo a Bassora e liberato
il giorno dopo nella stessa città.
16 agosto: viene rapito a Nassiriya, insieme col suo interprete iracheno, il giornalista americano Micah Garen, specializzato
in reportage archeologici, per diverso
tempo ospite della base italiana di Camp
Mittica. Vengono rilasciati entrambi il 22
agosto.
20 agosto: il giornalista free-lance italiano
Enzo Baldoni. Il 26 agosto Baldoni viene
ucciso dai suoi rapitori.
20 agosto: scompaiono due giornalisti
francesi, Christian Chesnot, giornalista
freelance di Radio France Internationale, e
Georges Malbrunot, inviato di Le Figaro e
Ouest France vengono liberati il 21 dicembre.
4 settembre: Ammar Daham, corrispondente dell'Afp a Ramadi, è stato sequestrato per circa 48 ore.
9 settembre: la giornalista turca Zeynep
Tugrul, inviata del quotidiano Sabah, è
sequestrata a Mossul e riconsegnata dopo
tre giorni.
16 ottobre: il giornalista australiano John
Martinkus, della rete Tv australiana Sbs,
rapito per 20 ore.
23 ottobre: secondo la tv al Arabiya, un
giornalista francese è preso in ostaggio a
Falluja e rilasciato dopo poche ore.
27 ottobre: il giornalista curdo-iracheno
Nasrallah al-Dawoodi, 55 anni, rapito a
Baghdad, mentre si stava recando ad una
cena per la rottura del digiuno giornaliero
del Ramadan. Il 31 il suo cadavere è ritrovato a Baghdad.
6 gennaio 2005: il ministero degli Esteri
francese conferma la scomparsa di
Florence Aubenas, 43 anni, inviata del
quotidiano Liberation a Baghdad, e del suo
accompagnatore iracheno.