Cover rivista dic 07 - Rotary Club Cagliari
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Cover rivista dic 07 - Rotary Club Cagliari
giugno 2011 Periodico del Rotary Club Cagliari Distretto 2080 • Il bilancio di un anno • Sardegna in bianco e nero • Viaggio nello Sri Lanka • La moneta di Cagliari Sommario Rotary Club Cagliari Periodico del Rotary Club Cagliari Distretto 2080 Anno di fondazione 1949 n. 3/4 giugno 2011 Pubblicazione riservata ai soci Rotariani Direttore responsabile: Lucio Artizzu Comitato di redazione: Salvatore Fozzi, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giovanni Sanjust Segretaria di redazione: Anna Maria Muru Autorizzazione del Tribunale di Cagliari n. 171 del 18 agosto 1965 È il momento dei bilanci – Antonio Cabras Conosci te stesso per abbracciare l’umanità – Michele Rossetti Il Rotary International e l’Inner Wheel – Angelo Cherchi Gianni Campus: cresciuto con le fotografie – Mauro Manunza La Sardegna nel processo di unificazione nazionale – Marinella Ferrai Cocco Ortu Ricordi di un viaggio nella “Terra splendente” – Paolo Piccaluga Ricordo di Piero Nuti, Rotariano dal rigore morale – Rafaele Corona L’impegno nel Rotary di Piero Nuti – Ugo Carcassi I suggestivi paesaggi dell’antica Sardegna – Beppe Cascìu La moneta a Cagliari – Antonio Lenza Il contributo dei Sardi e l’eroico Capitano Frau – Marcello Marchi Vincere il pessimismo lavorando con tenacia – Pasquale Mistretta Attualità e prospettive per la salute dei Sardi – Carlo Carcassi Quando nacque L’Unione Sarda – Mauro Manunza La pratica della chirurgia nel Regno di Sardegna – Angelo Deplano Festeggiati altri due ottantenni – Marcello Marchi Autonomia, il sonno e la ragione – Marcello Marchi 1 53 59 61 Commissioni anno 2011-2012 Benvenuto ai nuovi soci 63 64 LE RIUNIONI Le presenze 65 5 8 10 15 19 25 27 29 38 41 45 48 51 Progetto grafico e impaginazione Bruno Pittau – www.brokenart.org fotografie: Archivio Rotary e soci del Club Sardegna Digital Library http://www.sardegnadigitallibrary.it/ Stampa e allestimento: Grafica del Parteolla, Dolianova (CA) _____________________________ Le opinioni espresse negli articoli firmati impegnano esclusivamente i loro autori. Hanno collaborato a questo numero: Antonio Cabras • Beppe Cascìu • Carlo Carcassi • Ugo Carcassi Angelo Cherchi • Rafaele Corona • Angelo Deplano Marinella Ferrai Cocco Ortu • Antonio Lenza Mauro Manunza • Marcello Marchi Pasquale Mistretta • Paolo Piccaluga • Michele Rossetti in copertina: Cagliari, “Parco della Musica” con sullo sfondo il T-Hotel in quarta di copertina: Foto di Gianni Campus, “Munich” giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 1 Consuntivo È il momento dei bilanci Antonio Cabras U n anno fa, di questi tempi, scrivevo un articolo: “gli obbiettivi di un nuovo anno” e preparavo la relazione programmatica. Oggi sono chiamato a fare il bilancio di un anno di attività intensa, a volte frenetica, spesso, ma non sempre, gratificante, certamente assorbente. È il bello del Rotary. Un anno, un anno solo; occorre concentrare tutto in un anno... che utopia!!! Quante incompiute! Quanti programmi solo abbozzati! Quanti propositi rimasti sulla carta! Per fortuna se si ama il club, se si è in sintonia con l’incoming, se le idee e le azioni conseguenti sono vissute non come realizzazione dell’“ego”, ma come strumenti atti a raggiungere gli obbiettivi del Rotary, (in sintesi, se si è dei buoni rotariani), il girare della ruota può e deve essere vissuto come il passaggio del testimone in una ideale staffetta, in cui ogni atleta dà il meglio di sé. I traguardi raggiunti vanno a merito non del singolo, ma di tutti quelli che si sono succeduti nel tempo, a qualsiasi titolo sia stata la loro partecipazione. Mi rendo conto di avere scritto un testamento spirituale e di non avere parlato del mio anno. Probabilmente perché non è facile farlo ed è contrario alla mia natura: sono gli altri, i soci in primo luogo e tutti quelli che sono entrati in contatto con il club, che devono valutare e giudicare. Ma per i redattori della rivista è un obbligo al quale non posso sottrarmi. E allora via! Sull’effettivo mi ero posto tre obbiettivi e un quarto a livello di sogno: • Soci giovani per implementare le classi di età tra i trenta ed i cinquanta anni: ne sono stati cooptati ben cinque. • Crescita numerica: l’organico è passato da centosei soci a centodieci, in netta controtendenza con il Distretto e l’area di Cagliari. • Attingere tra gli ex rotaractiani e gli alumni: ne abbiamo cooptato ben tre. • Il sogno: colmare una delle classifiche vacanti ed una (artisti...) è stata colmata. Aggiungo che ci sono le premesse perché tutti i nuovi soci siano dei buoni rotariani: frequenza elevata, partecipazione attiva alle iniziative, buon inserimento nel club. L’Assiduità, altro tema caldo, dovrebbe attestarsi poco sopra il 39%, in miglioramento rispetto agli anni precedenti, ma al di sotto di quelle che erano le mie attese. Sui programmi l’apposita commissione ha funzionato perfettamente. Il tema dell’anno “Sardegna, chi eravamo, chi siamo, dove andiamo” è stato sviluppato e fuso con la celebrazione dei centocinquanta anni dell’unità d’Italia. Mi piace ricordare la giornata dei festeggiamenti che ha visto oltre duecento persone, sei club Rotary, autorità militari e civili, riuniti ad ascoltare, partecipi, la bella prolusione del Prefetto 2 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Serata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia Serata dedicata ai compleanni dei soci ottantenni Circolo del burraco – Hotel Panorama, 1° Torneo di burraco, Rotary Club Cagliari. Il Presidente Ninni Cabras premia la coppia prima classificata. Dott. Giovanni Balsamo. Una cerimonia che ha esaltato l’immagine del nostro club. Mi piacerebbe ricordare le riunioni a mio giudizio tutte interessanti, tutte curate, tutte di livello. Vorrei ricordare tutti i conferenzieri, che ci hanno dedicato il loro tempo e resi partecipi della loro cultura ed ai quali va il mio grazie sincero. Non è possibile e mi limito a citare l’incontro con la Brigata Sassari, la bella prolusione di Rafaele Corona su “identità, immigrazione e patria”, la conferenza del Prof. Paolo Savona e le tante giornate più giocose, dall’affiatamento allietato dalle musiche del Maestro Luigi Puddu e dalle spiegazioni eno-gastronomiche della Sig.ra Giuliana Dalla Longa, ai festeggiamenti dei nostri ottantenni. E voglio ricordare anche una giornata più triste, ma piena d’amore e di rimpianto: la commemorazione di Piero Nuti, un amico venuto a mancare. Sui progetti di servizio si è fatto molto, forse si poteva fare di più, certamente molto resta da fare. Sinteticamente: • L’Oasi di san Vincenzo ha ricevuto visite e congrue donazioni raccolte con apposite iniziative. È stata costituita l’associazione “Amici di San Vincenzo – Onlus”. Ora occorre farla funzionare. • “Vela solidale” ha organizzato dodici stage, che hanno coinvolto venti ragazzi con disagi psicofisici e sociali. Per la prima volta, dopo tanti anni di collaborazione, la Onlus ha ricevuto, grazie alla generosità di una nostra socia, un congruo contributo. È mancato l’effetto mediatico di “Nave Italia” il cui arrivo in Sardegna è previsto per settembre. • Il progetto “Per una nuova vita” ha visto la proroga della Convenzione tra il Rotary Cagliari ed i Servizi Sociali del Tribunale dei minori. Grazie alla grande generosità della “Sartec Sardegna” e dell’Ing. Fran- giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 3 cesco Marini in questi giorni partiranno due programmi di apprendistato. • Michele Bajorek con la commissione “Il dono del sangue” ha visitato due caserme ed una quindicina di istituti superiori, facendo conoscere il Rotary ad oltre millecinquecento persone. • Il convegno internazionale “Prevenzione delle malformazioni congenite” si è svolto alla Fiera campionaria il 28 maggio u.s.: un momento importante, ma a mio giudizio ancor più importante la riunione del giorno precedente, da noi propiziata, tra tutti i primari di ostetricia e ginecologia della Sardegna e l’Assessorato alla Sanità per la istituzione dei registri delle malformazioni natali. È un grande progetto “in itinere”, che può svilupparsi su molteplici percorsi: Conferenze nelle scuole, già testate ed accolte favorevolmente da docenti ed alunni; Ulteriore pressione per l’istituzione dei registri; Formazione in continuo, insieme alla FIMMG, dei medici di base con piccole riunioni tenute dai nostri amici rotariani dell’apposita commissione presieduta da Giuseppe Masnata, che di questo progetto è anima e motore. • Il portone di san Lucifero, è un ambizioso progetto a medio termine; quest’anno grazie al Past President Marinella Ferrai Cocco Ortu è stato ottenuto il nulla osta della Sovrintendenza e il club è riuscito a raccogliere ulteriori somme destinate alla realizzazione dell’opera. Ecoparco Serbariu. La consegna dei progetti al Sindaco di Carbonia • Il progetto “Ecoparco di Serbariu” ha visto la premiazione dei progetti a concorso e la consegna degli stessi al Comune di Carbonia in una bellissima convention alla quale hanno partecipato il Presidente del Consiglio Regionale Onorevole Claudia Lombardo, vari Assessori Regionali, il Presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias Ing. Tore Cerchi, il Sindaco di Carbonia, docenti universitari e rappresentanti di altre Istituzioni, in una folta cornice di pubblico. Grazie alla tenacia ed al lavoro di Mario Figus questo progetto ha ottenuto il Premio Europeo del Paesaggio 2010/11 dal Consiglio d’Europa, superando prima novantacinque progetti italiani e poi tredici progetti presentati da altri Stati della Comunità Europea. Mario Figus, e con lui l’apposita commissione, sono già al lavoro per la seconda fase: far conoscere il progetto nel mondo e trovare le risorse per la realizzazione. L’impegno per le giovani generazioni, assurte a quinta via, si è sviluppato nel Rotaract e nello scambio giovani. • Il nostro Rotaract, magistralmente guidato da Paola Carcassi, che sotto l’aspetto dolce nasconde grinta e volontà, è cresciuto come organico (dovrebbe raggiungere i venti soci) ed è maturato nella capacità di sviluppare azioni proprie e di affiancare le nostre: basti pensare alle lotterie, al burraco, all’IDIR organizzato dal nostro club, al convegno sulle malformazioni dove il loro apporto è 4 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 • Il convegno sulle malformazioni: non solo alcune centinaia di persone coinvolte, ma anche sinergie con le istituzioni e con le associazioni quale l’Unicef, l’Asbi la FIMMG. • Le visite nelle scuole e nelle caserme ad opera di Giuseppe Masnata e di Michele Bajorek che hanno coinvolto migliaia di persone. L’albero della Vita Ho tenuto contatti con le autorità civili (Prefetto, Sindaco, Presidente della Giunta, Presidente del Consiglio, Camera di Commercio) e militari (Comandante dell’Esercito, Comandante dell’Arma dei Carabinieri, Comandante della Brigata Sassari, Ammiraglio e Comandan• Lo scambio giovani ha visto il nostro club, sem- te dell’Aeronautica), facendo pre in prima linea, ospitare ben quattro ragazzi affida- loro visita e talvolta ospitandoli al club. E il merito di questo va ti a Franco Staffa. anche a Paola Dessì. Come sempre il nostro club ha corrisposto tutte le In conclusione sento il doveattese della Rotary Foundation e con iniziative esterne – saggio di danza della scuola Athena, ballo di car- re di ringraziare tutti coloro che nevale, torneo di burraco – è in grado di implementa- mi hanno supportato e aiutato a realizzare questo vasto prore notevolmente le donazioni. gramma, in primo luogo il mio Ma di tutto il lavoro svolto, quello di cui sono più direttivo; i coordinatori delle orgoglioso è l’essere riuscito, anche con l’aiuto di alcu- commissioni, i presidenti e i ni soci, a parlare all’esterno di Rotary, a farlo conosce- membri delle stesse. Un grazie particolare a Lure e a comunicarne i programmi. • Basti pensare che si è iniziato, alcuni giorni dopo cio Artizzu, Beppe Cascìu, Anl’insediamento, con il saggio della scuola di danza gelino Cherchi, Ugo Carcassi, Athena che, alcuni giorni prima del cambio della cam- Rafaele Corona, Salvatore Fozpana, completerà il graditissimo intervento con un zi, Marcello Marchi, Pasquale nuovo saggio. Settecento spettatori ogni volta, ed una Mistretta, Paolo Piccaluga, che congrua donazione al club. Di questo dobbiamo rin- con i loro suggerimenti, consigli e azioni mi hanno permesso di graziare Alessandro Palmieri. • Abbiamo proseguito con la premiazione dell’Eco- superare alcune difficoltà. E inparco di Serbariu: svariate centinaia di persone e la fine il ringraziamento va a tutti i soci, che mi hanno dato fidupartecipazione, convinta, delle Istituzioni. • La giornata del burraco ha visto presenti duecen- cia e che mi hanno concesso di to persone ed il ricavato della serata è stato destinato vivere questa bella esperienza rotariana. alla Rotary Foundation. • Il convegno sulla “Obesità”: alcune centinaia di ■ persone hanno sentito parlare di Rotary. stato prezioso e determinante. Sarà una casualità, ma io lo leggo come una delle linee di sviluppo del Rotary e della società civile, la catena è formata tutta da donne, ben determinate a raggiungere gli obbiettivi. Di Paola Carcassi ho già detto, ma il merito per il lavoro svolto va anche a Paola Dessi, nostro delegato giovani ed a Maria Luigia Muroni, che coordina il gruppo di commissioni. giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 5 Inizia il nuovo anno Conosci te stesso per abbracciare l’umanità Michele Rossetti onosci te stesso per abbracciare l’umanità». Nello scrivere queste righe per le pagine della rivista che, per tradizione ormai consolidata, sono dedicate ad alcune considerazioni del presidente entrante, non posso nascondere una certa emozione e preoccupazione. Emozione, poiché l’essere chiamato a ricoprire la carica di Presidente di un Club così prestigioso suscita un misto di entusiasmo e trepidazione; l’elenco dei 51 Presidenti, succedutisi alla guida del Club in oltre 60 anni, comprende alcune delle migliori personalità espresse da Cagliari e dalla Sardegna intera, nei diversi campi delle professioni e dell’imprenditoria: lungi dal voler fare qualsiasi paragone, decisamente irriguardoso, essere comunque designati a continuare la loro opera nel Club può solo riempire il cuore di orgoglio ed emozione. Preoccupazione, poiché ricoprire l’incarico dopo un presidente iperattivo come Ninni Cabras, che ha dedicato al Club tutto se stesso e tutto il suo tempo e realizzato un’annata imponente per riunioni e programmi, richiede un impegno significativo e costante, che non sempre si concilia con l’attività lavorativa. Mi rasserenano tuttavia due fatti: Il nostro è un Club i cui soci sono dotati di grandi capacità e disponibilità ad impegnar- «C si nei progetti di servizio; il ruolo del presidente è, di fatto, quello di catalizzatore e di coordinatore delle varie attività e pertanto, se gli insuccessi sono da ascrivere al presidente stesso, i successi dell’anno rotariano sono principalmente merito dei soci e frutto del loro impegno. Inoltre l’affetto, l’amicizia, la considerazione e la disponibilità dimostratami da tutti i soci, fin dal momento della designazione, mi infondono gioia e sicurezza. Il motto del Presidente del Rotary International per l’anno 2011-2012, Kalyan Banerjee, è: «Conosci te stesso per abbracciare l’umanità». È un motto che rispecchia l’origine indiana del Presidente, nonché la filosofia e la spiritualità dell’India. Riportando l’attenzione sul Rotariano come individuo e sulla centralità della famiglia, Banerjee conclude: «Dovete essere voi il cambiamento che volete vedere nel mondo». «Conosci te stesso per abbracciare l’umanità» – senz’altro un motto impegnativo, che richiede da parte di tutti noi una profonda riflessione, e, credo, un interrogarci sul nostro essere Rotariani, sul senso di appartenenza al Club e sull’essere testimoni dei valori del Rotary nella società. Da questa riflessione può forse scaturire un maggior coinvolgimento di ciascuno di 6 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 noi all’interno del Club, una ulteriore disponibilità a metterci in gioco in progetti di servizio, un impegno ad essere più “produttori di Rotary” che “consumatori di Rotary”, come efficacemente proponeva, anni fa, in un convegno, il rotariano Giuseppe De Rita. Ciascuno di noi ha sicuramente un pensiero, un’idea, un suggerimento che può trasformarsi in un progetto, ed è perfettamente in grado, con altri soci, di elaborare la proposta progettuale, reperirne le risorse e trasformarla in azione concreta, con l’apporto di tutto il Club. È questo un augurio che faccio, a me stesso ed a tutto il Club: un coinvolgimento della totalità dei soci, anche di quelli che, pur non essendo troppo assidui, sono comunque pronti a mettere a disposizione le loro capacità. Ringrazio tutti gli amici che hanno già assicurato la disponibilità per le attività previste e ringrazio anticipatamente i soci che vorranno comunque impegnarsi nel corso dell’anno che ci attende. Se poi riflettiamo sul traguardo, ormai vicino, dell’eradicazione della poliomielite con il programma PolioPlus, quello che è stato definito «il regalo del Rotary al mondo», che ha richiesto già 26 anni di lavoro, impiego di tempo dei volontari, un grande impegno di networking, con una contribuzione finanziaria del R.I. di 1,2 miliardi di $, e pensiamo che tutto questo è frutto del contributo e dell’impegno, per quanto minuscolo, di ciascuno di noi soci; è frutto dei biglietti per manifestazioni che abbiamo, a volte controvoglia, comprato, a volte venduto ad amici e soci, suscitando anche qualche rimostranza o malumore; è frutto del lavoro dei soci per l’organizzazione di eventi che a volte hanno avuto successo ed a volte meno; è frutto delle mille idee che i consigli direttivi ed i presidenti dei Club di tutto il mondo hanno escogitato per “spillare” qualche euro in più ai soci; se pensiamo a tutto questo, ebbene, non possiamo non sentirci pieni di orgoglio per l’appartenenza al Rotary e fieri di portare sul bavero della giacca la ruota dentata! E tutto questo, ulteriore riflessione, senza essere un’organizzazione di beneficenza, di “charity”, come dicono gli anglosassoni o, più probabilmente, proprio per il non esserlo. Il risultato è stato ottenuto perché costituiamo un network di professionisti ed imprenditori, che apportano, in amicizia, le loro professionalità e capacità individuali in un Club di servizio. Questa nostra caratteristica fa sì che il programma PolioPlus, per quanto importantissimo, non sia, per il nostro Club, che uno dei tanti impegni e che una parte rilevante della nostra attività sia invece legata alla comunità in cui operiamo ed al suo territorio (Azione di interesse pubblico). A tale proposito sono andato a rileggere quanto fatto dai presidenti del Club nell’arco dei 60 anni, un po’ per trovare spunti, un po’ per meglio capire il Club. Dalle attività svolte nel passato appare evidente quale importanza il nostro sodalizio abbia avuto nella vita cittadina e quanti contributi abbia apportato alla società. Contributi che spaziano dalla riqualificazione di spazi urbani alla pubblicazione di libri, dall’impegno nell’istruzione ad attività nel campo sanitario e della prevenzione, dagli apporti e suggerimenti su problematiche cittadine o regionali al sostegno ad organizzazioni benefiche. Sessant’anni di lavoro ed impegno che hanno assegnato al Club un ruolo importante nella realtà cittadina. E qui spero mi sia consentito un secondo augurio: che il Club possa ancor più divenire un punto di riferimento per la società cittadina ed isolana. Questa ambizione, che confido sia condivisa da tutti i soci, richiede anch’essa una riflessione ed un impegno comune. Impegno affinché, oltre a potenziare quanto facciamo per lo sviluppo della nostra comunità, siamo capaci di portare maggiormente il Rotary nella società e la società all’interno del Rotary. In altre parole dobbiamo completare la compagine dei soci per le classifiche attualmente scoperte, individuando potenziali giugno 2011 — soci che possano arricchire e rafforzare il Club nella sua attività; dobbiamo moltiplicare le occasioni per pubblicizzare l’attività del Rotary e del Club nella società; dobbiamo ancor più condividere le nostre attività e le riunioni con esponenti qualificati della società civile e con i rappresentanti delle istituzioni. Spero di non aver troppo annoiato con queste mie considerazioni, forse destinate più a me stesso che a soci preparati e motivati come quelli del Rotary Club Cagliari, e rimando alla riunione del 7 luglio per l’illustrazione dei programmi del Club e delle Commissioni per l’anno rotariano 20112012, anticipando solo il tema che sarà un po’ il filo conduttore di molte delle riunioni: «La Sardegna ed il mondo del lavoro». RENTATRÉ trentini... e così via, secondo il noto scioglilingua: questa volta, invece, il numero non inizia un esercizio di dizione, ma indica quanti milanesi, amici rotariani di Milano Sud-Est, sono giunti in gita in Sardegna, accolti con molta simpatia dal nostro Presidente Ninni Cabras, già al loro arrivo. Ninni ed Elia, Michele e Marina Pintus il pomeriggio del 26 li hanno accompagnati in un ampio giro per la città mostrandone i diversi e suggestivi panorami (Monte Urpino, Poetto) e la antica struttura del quartiere Castello con le sue torri, le mura e le terrazze. È seguita la visita al Museo Archeologico ove, per nostro intervento, hanno potuto essere guidati dalla dottoressa Sebastiana Mele (a tal fine invitata dalla sua collega e nostra amica Donatella Cocco). La guida ha saputo, sfruttando la sua rilevante cultura specifica, illustrare in maniera dotta ma chiara, sintetica ed intelligibile anche da profani, i preziosi reperti esposti riscuotendo unanime apprezzamento. Le rinnoviamo il nostro ringraziamento, felici di avere, con il suo prezioso contributo, T Rotary Club Cagliari 7 A tutti l’augurio di un’annata rotariana ricca di soddisfazioni ed un abbraccio affettuoso. Michele P.S. Un ulteriore augurio da queste pagine: quest’anno il Governatore del Distretto 2080 sarà, per la prima volta, una donna: Daniela Tranquilli Franceschetti. Daniela è cresciuta a “pane e Rotary”, in quanto figlia di Tonino Tranquilli, non dimenticato PDG 1984-85 e sarà quindi senza dubbio un Governatore capace ed attento. L’augurio è che il Distretto 2080 sia sempre più uno strumento efficace di supporto e di coordinamento dell’attività dei Club. ■ offerto agli ospiti una visione di alto livello culturale sul nostro passato. Giovedì 28 aprile, ci siamo ritrovati nella riunione interclub con lo scambio di saluti e bandierine. Piero Corsini, oriundo sardo, laureatosi nella nostra Università, e presidente del Club, ha espresso il compiacimento suo e dei soci che rappresentava per l’affabile accoglienza. Gli amici Caterina Lilliu, Stefano Oddini Carboni e Michele Pintus hanno, con grande abilità e piacevole esposizione, efficacemente descritto i tratti più significativi della storia e dell’arte della città suscitando grande interesse negli ospiti. La processione di Sant’Efisio, con Ninni ed Elia Cabras sempre in loro compagnia, ha felicemente chiuso la gita sarda dei nostri amici, che, con telefonate e scritti, hanno manifestato il grande piacere per questo viaggio in Sardegna e la riconoscenza per l’affettuosa ospitalità. Il Presidente Corsini ci ha proposto di ricambiare la visita a Milano quando il nostro Club lo riterrà opportuno. 8 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Conosciamo la nostra storia Il Rotary International e l’Inner Wheel PDG Angelo Cherchi l Rotary International è nato a Chicago il 23 febbraio 1905 ad opera di quattro soci svolgenti attività differenti. La denominazione sociale Rotary è derivata dalla abitudine dei Soci di riunirsi a turno nelle rispettive sedi lavoro. I Soci erano tutti di sesso maschile. Le loro Consorti venivano invitate saltuariamente alle riunioni dei Soci. Questi fatti venivano accettati a malincuore dalle Signore, le quali iniziarono ad organizzarsi in modo parallelo. Il 15 novembre 1923 una riunione di Consorti di Rotariani fu organizzata presso i Bagni Herriotts, a Manchester con lo scopo di fondare un Rotary Club di Signore. Di conseguenza un certo numero di tali Club di servizio legati a Rotary Club sorsero in differenti parti del Regno Unito sotto varie denominazioni: Tuttavia, il Rotary International non gradì che il nome di Rotary venisse usato per indicare un Club di Signore. Una seconda riunione del Club Manchester fu organizzata il 10 gennaio 1924. In tale riunione la Signora Oliver Golding fu eletta Presidente Fondatrice, il nome Inner Wheel fu adottato, come anche furono adottate le prime cinque regole della Associazione. Attualmente, il 10 gennaio viene celebrata la giornata mondiale dell’Inner Wheel. Fin dai primi tempi fu ritenuto possibile l’estensione dell’Inner Wheel a paesi dove esisteva un Club Rotary. Successivamente, l’Inner Wheel si è esteso a tutto il mondo seguendo lo schema di organizzazione del Rotary: Socie, Club I-W, Distretti, Consiglio direttivo, Presidente, Consiglieri I centrali, Congresso Mondiale, senza ottenere un riconoscimento delle sue attività da parte del Rotary Centrale. L’Inner Wheel si è inserita in Italia nel 1977. In tale periodo esisteva nel Rotary Club Cagliari un gruppo Signore molto attivo. Il Gruppo era stato costituito nel 1973 su sollecitazione del Governatore del nostro Distretto Rotariano Carlo d’Amelio. Il Gruppo fu coordinato inizialmente dal PDG Giuseppe Peretti e, successivamente, dal PP Nino Fara Puggioni. Il Gruppo Signore fu trasformato in Club Inner Wheel su suggerimento del Presidente del Rotary Club Cagliari ad opera di un motivatissimo gruppo di Signore. Il primo Consiglio direttivo era così costituito: Gianna Peretti, Presidente; Paola Carcassi e Nelly Tronci Vice Presidenti; Rosellina Corona Segretaria; Lucia Pellicanò Tesoriera; Antonella Cherchi Corrispondente; Tina Trois, Pia Leoni, Franca Pirri Consigliere. Questo Club Inner Wheel Cagliari era praticamente il primo IW italiano, dato che l’IW Napoli era completamente ignoto a tutti. La Charta dell’IW Cagliari fu consegnata personalmente dalla Presidente Internazionale Kay Martin a Cagliari il 17 dicembre 1977. La nascita dell’IW Cagliari determinò un esplosione di nuovi IW in tutta Italia. Seguì rapidamente il sorgere dei Distretti con le seguenti Governatrici Luisa Bruni di Napoli e Gianna Peretti di Cagliari. Recentemente il Rotary International ha finalmente riconosciuto il valore dell’Inner Wheel come risulta dalla seguente risoluzione, approvata dall’ultimo Consiglio di Legislazione. giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 9 RISOLUZIONE 10-102 proprio, sia in tandem con Rotary Club, numerosi progetti di servizio degni di lode Si richiede che il Consiglio Centrale e notevoli, e (Board of Directors) del RI deliberi riconoscendo che l’Inner Wheel è un valido assoPOICHÉ, il successo degli sforzi conciato nelle attività del Rotary. giunti delle due organizzazioni non solo è sicuramente superiore, ma migliora anche i POICHÉ, un considerevole numero di rapporti personali, Rotary Club in tutto il mondo ha club Inner Wheel, consistenti in associazioni di È STATO DECISO dal Rotary Internaparenti di Rotariani (passati e presenti), e tional che il Consiglio Centrale del Rotary (Board of Directors) deliberi riconoscendo POICHÉ, gli Inner Wheel Club sono di- che l’Inner Wheel è un valido associato nelventati indispensabili e leali alleati dei loro le attività del Rotary. rispettivi Rotary Club effettuando sia in ■ hiara Castagna, medico otorinolaringoiatra, figlia dei nostri amici Ezio e Luisella, la sera del 28 marzo, ha contribuito a dare una ulteriore dimostrazione dei vincoli di amicizia e solidarietà che si creano fra i rotariani, specie quando è necessario trovare sostegno e conforto per sopportare eventi tristi. Chiara e suo marito, Roberto Di Pietro, sono genitori di un bimbo, Edoardo, che ha ora 2 anni e 6 mesi; dopo la nascita, per un virus contratto in sala operatoria, posto in incubatrice, per un eccesso di farmaci, ha subìto un gravissimo danno alle retine con conseguente perdita della vista. C Un inutile, anzi dannoso intervento in Italia, la induce a portarlo negli Stati Uniti, a Detroit, ove opera, all’Ospedale Beau Mont, un insigne oculista, Antonio Capone, di padre siciliano e madre valdostana. L’illustre clinico con le sue cure è già riuscito ad ottenere che Edoardo abbia una vista, se pure ancora limitata, all’occhio sinistro, non disperando, non solo di raggiungere miglioramenti, ma anche di poter procedere sull’occhio destro nonostante lo stato in cui è stato ridotto, ricorrendo all’impiego di cellule staminali. Chiara, in questi momenti di grande travaglio, ha speso la “moneta” Rotary, presentandosi come figlia di un rotariano del nostro Club. Ha trovato amorevole solidarietà, simpatia, affetto ed è stata bene accetta e confortata dai soci di tanti club. A dimostrazione di questa accoglienza ha portato a noi le bandierine di diversi Club compreso quello di Birmingham, la cittadina americana del prof. Capone. Questo è un ulteriore commovente segno della validità dei nostri valori, soprattutto di quello dell’amicizia. Ad una mamma così impegnata con coraggio ed amore per la salute di suo figlio, al padre Roberto, ai nonni Ezio e Luisella e, in particolare, al piccolo Edoardo, gli auguri più affettuosi di tutti noi. 10 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Nella luce, la mente Gianni Campus: cresciuto con le fotografie Mauro Manunza ianni Campus architetto, Gianni Campus urbanista, Gianni Campus docente universitario, Gianni Campus amministratore a Cagliari (assessore all’urbanistica, come dire l’uomo giusto al posto giusto). Gianni Campus rotariano impegnato e fine interlocutore nei dibattiti culturali del club. Si credeva di conoscerlo bene, fino a quando nelle sale eleganti del T-Hotel non è comparsa una mostra di sue fotografie. Sorpresa grande per chi non sapeva di questa sua passione, all’improvviso esplosa pubblicamente nella sua dimostrazione di competenza tecnica e straordinaria sensibilità artistica. L’esposizione, dal titolo “Nella luce, la mente”, ha richiamato tantissima gente nei dieci giorni a cavallo tra febbraio e marzo e ha lasciato lusinghiera eco. La scrittura fotografica di Giovanni Maria Campus è prima di tutto nel pensiero, quindi nel sentimento, infine nella resa di uno sguardo che si direbbe educatore. La confidenza di Gianni Campus con la macchia fotografica ha una lunga storia molto personale. Il ragazzetto aveva un nonno che nella prima guerra mondiale, chiamato alle armi con le mostrine della motorizzazione militare, venne incaricato di fotografare il territorio dall’alto di un piccolo aereo. Una volta congedato, l’autiere-fotografo trasmise la sua passione al genero: Salvatore Campus, splendida personalità, notissimo medico, convinto rotariano che non soltanto noi abbiamo conosciuto, ammirato e mai dimenticato. A molti cagliaritani che ne hanno stimato le competenze professionali e la statura politica probabilmente sfugge un curioso particola- G re: quand’era giovane, negli anni Trenta, quel roccioso bittese collaborava con il quotidiano L’Unione Sarda come fotografo (allora non si diceva fotoreporter). Aveva una Contax, macchina dal nome celebre per prestazioni e tecniche innovative, che a un certo punto – era ufficiale medico – vendette per potersi specializzare a Milano. Più tardi regalò al figlio un’altra macchina fotografica, con la quale il piccolo Gianni (non ancora 10 anni) fece i suoi primi scatti, passando poco dopo a una Ducati da 20 mila lire (mica poco, nel 1954). Molto più tardi poté acquistare una Hasselblad (e basta la parola). Nell’ambito della mostra, il pubblico ha potuto ammirare la sua invidiabile collezione di apparecchi fotografici di ogni tipo e marca, a corredo della rassegna di immagini. Giovanni Maria Campus è cresciuto fra una macchina fotografica e l’altra. E ha scattato (e sviluppato, e stampato) tante di quelle foto da non poterle contare. Racconta che la vera passione si scatenò quand’era studente di architettura a Firenze. Dovendo affrontare l’esame di “visual design”, fu incaricato dal suo professore Leonardo Ricci di andare in giro a scattare fotografie tematiche; qualcuno gli prestò una superba Leica – primo amore – e così scoccò la scintilla. Dice: «Fu il mio primo vero rapporto con la fotografia, che è un mezzo di conoscenza della realtà e quindi strumento quotidiano della mia professione. Raccoglievo immagini, informazioni, materiale preparatorio per la trasformazioNella pagina a fronte: Gianni Campus, Lunamatrona giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 11 12 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Gianni Campus, Eisenstadt ne della realtà». E qui c’è la sua filosofia professionale: la realtà in cui ci muoviamo e con la quale ci relazioniamo è culturalizzata, il mondo si trasforma continuamente, tutto quello che abbiamo intorno è architettura («semanticamente parlando»). Compito dell’architetto è capire, modificare, migliorare il già modificato, rendere lo spazio vivibile e gradevole; e lo strumento fotografico aiuta a scegliere e avviare il lavoro. C’è molto di questa filosofia nelle immagini messe in mostra, quasi tutte in bianco nero: 180 foto scattate nelle più disparate parti del mondo, dal Giappone al Vietnam, dall’Europa al Medio Oriente, passando ovviamente per la Sardegna (con uno sguardo particolare all’isola più atavica, come le vestigia del complesso nuragico di Romanzesu a Bitti). Ma c’è soprattutto una poetica che si esprime nell’importanza della luce e nell’attenzione al minimalismo. Sono autentici ritratti d’autore: di cose piuttosto che di persone. La natura e il fascino di ogni soggetto (case, strade, città, scorci, muri, finestre, piante, acqua) si rivela attraverso le minuzie più significative eppure meno evidenti per chi vede senza guardare. Tutto ciò che diamo per scontato e banale si scopre inedito e intrigante nel dettaglio catturato in quel modo e in quel momento. “Quel modo” isola il particolare, rimuovendo gli elementi superflui e pur restando nella realtà; “quel momento” è descritto dalle luci (e dalle ombre) che tracciano in modo irripetibile l’immagine colta dalla mente del fotografo e fermata nell’obiettivo. Ecco la ragione del titolo che l’autore ha dato alla mostra del T-Hotel. E che così completa: «Nella mente, la luce scrive, giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 13 Gianni Campus, Tokyo la luce racconta storie. Accarezza colori e forme, seleziona e ritaglia, include ed esclude, compone». La luce, si può aggiungere, è la trascrizione delle impressioni più intime, per le quali nulla è insignificante. Con spirito fanciullesco, quasi con stupore di fronte a una realtà che riesce a rivelare col suo pensiero fotografico, egli va in esplorazione dell’ambiente umanizzato, consegnandoci un reportage sulla vita nascosta di un mondo tanto vicino da essere lontano (perché distrattamente ignorato). Reportage dal linguaggio artistico personalissimo, lontano da tentazioni retoriche e di maniera. Giovanni Maria Campus artista della fotografia ha un po’ di Henri CartierBresson per la curiosità insaziabile e l’attenzione al “momento decisivo” mai costruito; un po’ di Luigi Ghirri come ponte tra fotografia e pittura; un po’ di Alberto Burri per la sublimazione poetica degli oggetti semplici e utilizzati: praticamente “culturizzati”. ■ SITO INTERNET DEL CLUB: www.rotarycagliari.org E-mail del club: [email protected] 14 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Fratture nel Rotary on lasciatevi fuorviare dal titolo. Non è alle porte lo scioglimento del Club. Non vi sono state liti fra il Presidente entrante e l’infaticabile Presidente Ninni Cabras, e neppure polemiche sulla designazione del Presidente eletto. Anzi, sia per Michele Rossetti che per Mauro Manunza il gradimento è stato unanime. N Il clima, nel nostro Club, non è mai stato così amichevole come ora. Le fratture di cui al titolo riguardano soltanto tre autorevoli soci: Marcello Marchi, Lucio Artizzu e Vittorio Pilloni. Uno dopo l’altro, e in quest’ordine, hanno inciampato su qualcosa, e a farne le spese sono stati i rispettivi femori. Per fortuna Vittorio è ancora nel fiore degli anni, altrimenti qualche maligno avrebbe potuto attribuire all’avanzare dell’età la causa delle fratture. Ora fortunatamente il peggio è passato, e, tra una manipolazione e l’altra, i tre stanno rimettendo i piedi per terra. E noi, sperando di non subire il contagio, li attendiamo con gioia per il cambio della campana. Q uando lo si festeggiava il 21 Marzo, si diceva «per San Benedetto una rondine sotto il tetto!» Era il segno gioioso della Primavera che tornava a fiorire. Con questa stagione di nuova vita, quasi con la prima rondine, il 23 marzo, un bambino, Giovanni Maria Campus, figlio di Enrico e Stefania ha reso felici, con i genitori, i loro nonni, a tutti noi molto cari, Gianni e Mirella. Auguri di tutto cuore. giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 15 Facciam tutti una sola famiglia La Sardegna nel processo di unificazione nazionale Marinella Ferrai Cocco Ortu Archivio di Stato di Cagliari, per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia, ha allestito una mostra intitolata Facciam tutti una sola famiglia, che è un verso dell’Inno del popolo sardo, di autore anonimo, scritto probabilmente nel novembre del 1847 in quel clima di “effervescenza” che portò i sardi a rinunciare alla loro secolare autonomia per formare un unico Stato con i territori di terraferma della monarchia sabauda. Questo verso infatti esprime, in maniera semplice ed efficace, l’ideale che nel Risorgimento e nell’Unità determina il sorgere di un sentimento nazionale, lo stesso che ha ispirato Goffredo Mameli a comporre il Canto degli italiani, inno da lui scritto nel medesimo periodo, durante i primi fermenti patriottici; chiaro segno dell’esistenza di un diffuso sentire che accomunava quella generazione di italiani divisa, suo malgrado, da contingenze storiche. Un contesto nel quale si avvertivano forti stimoli verso il progresso e l’Italia unita era un obiettivo essenziale per guardare a un futuro migliore. La Sardegna ha avuto un ruolo importante e poco conosciuto nel processo di unificazione nazionale: già la rinuncia all’autonomia, nel 1847, è stato un gesto di consapevole partecipazione al moto risorgimentale anticipatore, con la “fusione”, dello stesso processo unitario. Nella Mostra, larga parte è dedicata agli avvenimenti bellici, nei quali è evidenziata la partecipazione eroica dei sardi alle guerre di indipendenza attraverso documenti, cimeli, armi, libri e stampe, provenienti in gran parte dalla Collezione Museo del Ri- L’ sorgimento. Si tratta di una ricca raccolta costituita a Cagliari intorno al 1936 per volontà di un Comitato formato da rappresentanti di istituzioni ed eminenti personalità della vita cittadina, in particolare l’ingegner Flavio Scano, pluridecorato della prima guerra mondiale. La collezione è stata salvata nel dopoguerra da sicura dispersione e custodita dall’Archivio di Stato: la ricorrenza dell’Unità d’Italia è l’occasione per restituire alla fruizione dei cittadini il suo Museo del Risorgimento. Il filo conduttore della esposizione segue il racconto storico ed abbraccia un arco di tempo denso di avvenimenti, dal 1820 alla prima guerra mondiale. Il percorso si articola in sette settori, una sorta di flash attraverso i quali vengono lumeggiati passaggi essenziali e fondamentali figure di protagonisti del processo unitario, partendo dalla realtà sarda, con l’obiettivo di farne rivivere aspetti e momenti esaltanti e gloriosi, e più prosaici; tenendo dunque insieme dentro lo scenario nazionale gli specifici caratteri locali, perché da questi ultimi si è poi costruita una identità comune. Non sono narrate soltanto le guerre dell’epopea risorgimentale, cui fanno da contorno i figurini delle divise dei vari corpi militari del Regno di Sardegna disegnati da Italo Cenni ed esposti lungo tutto il percorso, ma anche «l’opera ciclopica di unificazione» amministrativa ed istituzionale dell’Italia. Il primo settore è legato alla figura di Efisio Tola, giovanissimo ufficiale sardo fucilato a Chambery solo per aver avuto tra le mani “libri sediziosi”, cioè scritti di Giuseppe Mazzini. 16 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Si prosegue poi con la descrizione degli apparati dell’Antico Regime, dal Viceré, supremo organo politico, amministrativo e militare, al Magistrato della Reale Udienza, istituzione non solo giudiziaria, ma investita di diverse competenze, all’Intendente Generale, incaricato di sovrintendere al settore economico, all’organizzazione militare che permea la città: Cagliari è piazzaforte militare sino al 1860, e ciò ne condizionerà lo sviluppo urbanistico. Un figurino veste l’abito, in parte con pezzi autentici, del miliziano sardo, gloriosa truppa paesana di antichissima origine, ed è posto accanto al disegno del vessillo delle Guardie del Corpo di Carlo Alberto, con l’effigie di sant’Efisio: due simboli che ci rappresentano in quanto sardi e contestualmente portatori dell’identità unitaria. Si arriva al 1847, a quel clima di effervescenza che pervade l’isola, e Cagliari in particolare, che rivive nel racconto dei contemporanei, da Giovanni Siotto Pintor, che ne scrive in un suo libro, a Francesco Cocco Ortu Sr., allora bambino, ai cui occhi si offrì uno spettacolo indimenticabile di partecipazione collettiva. Diverse delegazione partono a Torino per chiedere al Re, il quale accetta, «di formare una sola famiglia con gli altri sudditi del Continente», sanzionando la fusione. Carlo Alberto estende nel marzo 1848 alla Sardegna lo Statuto albertino, con tutto ciò che consegue per l’isola: libertà di stampa, libertà di culto, la leva obbligatoria, l’estensione dei codici civile e penale già vigenti in terraferma. Gli avvenimenti bellici si intersecano con quelli politici: scoppia la 1ª guerra d’indipendenza, e i volontari sardi accorrono. Compare anche nell’isola il più importante simbolo italiano, la bandiera tricolore. La popolazione infatti chiede che alla antica bandiera sarda, sul bastione di Santa Caterina, venga sostituita quella tricolore con lo scudo sabaudo «siccome quella che rappresenta l’unione e la indipendenza italiana». Il percorso si snoda, da questo momento, con il tricolore, il quale rimanda, con la sua grande valenza simbolica, e quale logo delle celebrazioni dei 150 anni, al messaggio di identità e unità nazionale. L’ultimo viceré Gabriele De Launay, prima della partenza, pubblica il proclama che preannuncia lo svolgimento delle votazioni per la Camera dei deputati; la Sardegna elegge 24 rappresentanti e sono dal sovrano nominati 6 senatori, che partecipano alla prima legislatura del parlamento subalpino a Torino nel maggio del 1848. Le tappe del racconto bellico sono dedicate, in sequenza, alla prima guerra di indipendenza ed alla guerra di Crimea, la cui partecipazione fu voluta da Cavour per inserire il Regno di Sardegna nel gioco politico europeo. Della spedizione militare fece parte, come è noto, un battaglione di sardi, che si distinse per eroismo, tra cui, in particolare, il medico cagliaritano Gaetano Lai. Subito dopo si passa alla seconda guerra d’indipendenza, nelle cui battaglie «i figli della nostra isola scrissero a carattere indelebile di sangue e di gloria il loro nome»; come testimoniano le numerose decorazioni dell’epoca donate al Museo, tra cui spiccano quelle del generale cagliaritano Efisio Cugia di Sant’Orsola. Non potevano mancare le vetrine dedicate a Garibaldi (sono esposte sue lettere) e ai garibaldini sardi, tre dei quali parteciparono alla spedizione dei Mille. Si arriva così al Regno d’Italia; al cui interno si è fatto posto alla monarchia sabauda, la quale diede concretezza al progetto unitario attraverso la sua diplomazia, tessitore il Cavour, e con le sue truppe. Vittorio Emanuele II, il re “galantuomo”, ha potuto nel marzo del 1861 proclamare la nascita dello Stato italiano. Nel contesto del neonato Stato italiano non possono però essere dimenticate le disagiate condizioni dell’isola, la quale comunque si apre a nuove speranze di rigenerazione economica. Ne è un chiaro segno l’entusiasmo che caratterizzò la partecipazione alla prima Esposizione nazionale di Firenze nel 1861. Oltre duecento espositori aderiscono all’iniziativa, inondando il padiglione di prodotti sardi, tra cui molti vini, che ottennero diversi premi. Il governo dà giugno 2011 — Rotary Club Cagliari Marsina, con feluca, spada d’onore e decorazioni, indossata da Francesco Cocco Ortu. poi inizio faticosamente al piano di costruzione di strade, ferrovie, ed a una politica di incentivazione degli scambi, grazie anche alla azione dei suoi senatori e deputati, che fanno sentire la propria voce in Parlamento, 17 sia tra i banchi dell’opposizione, sia tra i partiti di governo. Primeggiano i nomi di Giuseppe Manno, Ignazio Aymerich, storica prima voce dello Stamento militare, Emanuele Pes di Villamarina, Francesco Salaris, Giovanni Siotto Pintor, Pasquale Tola, fino a Francesco Cocco Ortu Sr., il politico di maggior rilievo espresso dalla Sardegna durante il Regno d’Italia. Il cagliaritano Cocco Ortu, infatti, prima a lungo Consigliere comunale e provinciale, e per diversi periodi sindaco facente funzioni, è stato deputato per 24 legislature. In Parlamento si lega immediatamente ai personaggi di spicco delle lotte risorgimentali, da Cairoli a Zanardelli. Più volte sottosegretario, ministro di Grazia e giustizia nonché esperto collaboratore nella stesura del Codice Penale e del Codice di Commercio, conclude la sua carriera di ministro con Giolitti, reggendo il Dicastero della Agricoltura, Industria e Commercio dal 1906 al 1909. Egli lega il suo nome a importanti riforme, e soprattutto al Testo Unico per la legislazione speciale della Sardegna del 1907; nella sala è esposta, per la prima volta, la marsina con feluca, spada d’onore e decorazioni che indossava nelle cerimonie ufficiali. La Mostra riprende il discorso istituzionale illustrando la nuova organizzazione della Sardegna. Perso lo status di regno autonomo l’isola viene inizialmente divisa in 3 circoscrizioni che fanno capo ciascuna a un Intendente Generale di Divisione, successivamente limitate a due province, Cagliari e Sassari. 18 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Ma le riforme più rilevanti riguardano le autonomie locali. La Legge Comunale e Provinciale n° 295 del 1848, emanata da Carlo Alberto dopo lo Statuto, si può considerare il modello della moderna legislazione amministrativa comunale, pur attraverso successivi mutamenti ed adattamenti: servì infatti da fondamento alle successive leggi del 1859 e del 1865. La legge del 1848, che si ispira ai nuovi principi liberali, fa tabula rasa delle vecchie distinzioni in classi; i consiglieri, in ossequio al principio della rappresentatività, vengono eletti dai cittadini; i Comuni assumono la veste di corpi morali, i cui organi sono il Consiglio comunale, il Consiglio Delegato (poi Giunta Municipale) e il Sindaco. Cagliari, che nel 1848 aveva circa 30.000 abitanti, rientra tra i comuni di 1ª classe ed elegge 40 consiglieri. Primo sindaco è stato Edmondo Roberti di Castelvero, che tenne il mandato per ben 18 anni nel periodo che intercorse tra il 1846 e il 1875. Con la stessa legge viene introdotta anche l’amministrazione provinciale e divisionale. La Provincia è sia ente autonomo territoriale, sia circoscrizione che delimita la sfera di competenza dell’ufficio periferico statale più importante che fa capo all’Intendente, il quale per successivi provvedimenti, man mano che procedono le annessioni, diventa Governatore e infine dal 1861 Prefetto. Figura chiave dell’Italia liberale, il Prefetto assomma su di sé tali e tanti poteri da potersi considerare il timone di tutta la provincia: infatti rappresenta il potere esecutivo (è tradizionalmente longa manus del governo, soprattutto in occasione delle elezioni) e la sua funzione è stata fondamentale per radicare l’immagine del nuovo Stato unitario, contribuendo a tutelare e garantire la conseguita unità ancora minacciata da tante parti. Contemporaneamente il prefetto esercita ampi poteri di controllo sulle amministrazioni locali e presiede anche il Consiglio provinciale (fino alla riforma del 1888): entrambi hanno sede, nel segno della continuità, nell’antico palazzo governativo viceregio. A Cagliari sono designati, quali Intendente, Governatore e Prefetto, personalità di spicco della dirigenza sabauda: si citano i nomi di Pietro Magenta, Augusto Nomis di Cossilla, Antonio Mathieu e Carlo Torre, primo Prefetto di Cagliari. La mostra si conclude con la prima guerra mondiale, considerata il completamento dell’impresa unitaria nazionale, legata per la Sardegna al nome della gloriosa brigata Sassari; in particolare dominano i cimeli appartenuti al generale Carlo Sanna, chiamato babbu mannu dai sassarini, le sue onorificenze e la imponente spada d’onore donatagli dalla Sardegna e realizzata su bozzetto di Carlo Figari. In questo percorso il pieno recupero della nostra memoria storica resta «un patrimonio prezioso della identità nazionale, una testimonianza del nostro passato che contribuisce a consolidare il sentimento di appartenenza alla Patria nazionale», e deve renderci orgogliosi per la straordinaria impresa che e stata l’unificazione italiana. ■ pprendiamo, con molto piacere per la stima affettuosa che abbiamo di lui, che Rafaele Corona è stato nominato consulente della Commissione Giustizia del Senato per la riforma del Codice Civile per quanto si riferisce all’importante tema giuridico e sociale del Condominio. A giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 19 «Ayu bowan» rotariani! Ricordi di un viaggio nella “Terra splendente” Paolo Piccaluga yu bowan», ben arrivati, questo è il saluto che al loro arrivo nell’aeroporto di Colombo i 22 partecipanti al viaggio del presidente Ninni Cabras in Sri Lanka si sono sentiti rivolgere da un gruppo di graziose ragazze che hanno poi provveduto ad offrire a tutti delle belle ghirlande di fiori. È iniziato così, con questo gesto gentile, il nostro intenso, affascinante tour di 8 giorni in Sri Lanka, termine che non a caso significa “terra splendente”. La natura dell’isola, che è grande più del doppio della Sardegna, è infatti lette- «A ralmente esplosiva, lussureggiante e sin dall’uscita di Colombo, la capitale, ci siamo immersi in uno scenario naturale di grande fascino e per tutta la durata del viaggio abbiamo potuto ammirare, specie nelle occasioni in cui ci trovavamo su qualche rilievo, un manto vegetale continuo talora compatto, talora più rado, interrotto solo dalle risaie e da qualche rara coltivazione. L’acqua poi è dappertutto, sotto forma di laghi, fiumi e cascate che conferiscono al paesaggio una suggestione, una spettacolarità veramente difficili da superare. 20 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Anche l’intervento dell’uomo ha contribuito alla bellezza del paesaggio, come testimoniano le bellissime piantagioni di tè, estese per chilometri e chilometri nella parte centrale e più montagnosa dell’isola, che offrono al viaggiatore un superbo colpo d’occhio. Così come meravigliosi sono i giardini botanici, come quello, splendido, visitato a Peradeniya, il cui primo impianto risale a metà del ’700 ad opera dell’ultimo sovrano dell’isola, e successivamente abbellito e arricchito di nuove specie dai colonizzatori inglesi, o come il giardino delle spezie di Matale dove ci sono state illustrate le loro caratteristiche e il loro uso nella cucina e nella medicina cingalese. In questa natura in gran parte incontaminata vivono numerose specie di animali e anche il nostro gruppo ha avuto l’occasione di osservarne molte. Le scimmie numerosissime anche nelle zone abitate e frequentate dagli uomini, gli elefanti sia liberi che in cattività, iguane, volpi volanti, serpenti, aironi etc. si sono mostrati ai nostri occhi come in una immensa arca di Noè. Bellissima la visita all’orfanotrofio degli elefanti di Pinnawela, che fu fondato nel 1975, e dove oggi vive un branco di circa 60 elefanti che abbiamo osservato da vicino durante il loro quotidiano bagno nel fiume Mahaweli. Gli unici temuti animali che pensavamo di trovare in gran numero, le zanzare, quasi non si sono viste, anche grazie alla presenza di molti gechi, (in un albergo alcuni di noi ne ospitavano forzatamente qualcuno nelle loro camere), impegnatissimi ad eliminarle. Ma le bellezze naturali non sono la sola cosa che lo Sri Lanka offre ai suoi visitatori, perché è notevole anche il patrimonio culturale fruibile sia nelle aree archeologiche che nei musei dell’isola. Un sito fra i più interessanti che abbiamo visitato è senza dubbio il monastero rupestre di Dambulla, il cosiddetto Tempio d’oro. giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 21 Il sito, inserito dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità, ha una storia di millenni, che parte dal III secolo a.C., all’epoca della prima diffusione del buddismo nell’isola. Era allora un insediamento di monaci poi divenuto un santuario meta di pellegrinaggio dei fedeli buddisti, e in quanto tale continuamente abbellito e arricchito di statue e di pitture. Oggi è un complesso straordinario costituito da cinque grotte contenenti un gran numero di statue di Buddha nelle varie posizioni (dormiente, seduto e in piedi) e dei re che nei secoli hanno contribuito ad accrescerne la bellezza (fino all’ultimo, Sri Wickrema Rajasinha, che regnò fino all’arrivo dei colonizzatori inglesi), e con le volte completamente e finemente decorate. Altro importante e affascinante sito è la rupe di Sigiriya che si eleva sulla circostante foresta raggiungendo i 180 metri di altezza. Alla fine del V secolo d.C., il re Kasyapa per conquistare il potere aveva ucciso il padre e tentato, senza riuscirvi, di uccidere anche il fratello Mogallana. Temendo la vendetta di quest’ultimo Kasyapa si rifugiò in questo sito e fece costruire sulla sommità della rupe una cittadella fortificata di cui si possono osservare cospicui resti, e alla quale si accede dopo una impegnativa ascesa di ben 1000 gradini. La rupe veniva chiamata Rupe del Leone perché alla sua base era stata costruita una coSulla parete occidentale della rupe sono presenti aflossale statua di leone di cui sono arrivati fino a noi solo le due freschi (in origine 500, oggi solo 21) che rappresentano figure di donne riccamente adornate di gioielli, enormi zampe. 22 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 mentre nella sottostante pianura si stendono i giardini, risalenti anch’essi al V secolo, attualmente in fase di restauro. Tutto il complesso, dopo la morte in battaglia di Kasyapa, venne lentamente dimenticato, conquistato dalla foresta, fino a che venne riscoperto da un ufficiale britannico nel 1830. Il sito è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1986. Le antiche capitali Anuradhapura e Polonnaruwa sono oggi non solo siti archeologici di grande rilievo, ma anche luoghi di culto e di fede per i buddisti. Anuradhapura fu capitale politica dello Sri Lanka per oltre un millennio ed è tutt’oggi città sacra per il buddismo. Anuradhapura venne distrutta quando lo Sri Lanka venne conquistato dalla dinastia indiana dei Cola, nel 993 d.C., e perciò sono giunti fino a noi solo parte degli edifici che comprendeva. Sono di particolare importanza il tempio Maha Bodhi dove si trova il sacro Bo-tree, il ficus religiosa nato da un ramo dell’albero sotto il quale Buddha ricevette l’illuminazio- ne, e perciò venerato dai buddisti da più di 20 secoli, e ancora il santuario di Ruwanweli dove sorge una maestosa dagoba circondata da un muro decorato da oltre trecento teste d’elefante a grandezza naturale. Anche Anuradhapura è inserita dall’Unesco fra i Patrimoni dell’Umanità fin dal 1982. Polonnaruwa divenne capitale dopo la decadenza di Anuradhapura e tale rimase per circa due secoli, durante i quali la città si sviluppò fino ad occupare un’area di oltre 15 km2, dove sono ancora evidenti le testimonianze del suo glorioso passato. Sono visibili le rovine del palazzo reale, il tempio circolare denominato Vatadage, il Tuparama, l’Atadage e numerosi altri templi decorati da statue di Buddha e da stele sistemate ai lati delle scale d’accesso ai templi. Un monumento di particolare rilevanza è il complesso di Gal Vihara costituito da tre grandi statue di Buddha di cui una, di dimensioni colossali, rappresentante il Buddha sdraiato. Insomma un’area sacra per il buddismo, di grandi proporzioni, inserita in un conte- giugno 2011 — sto fascinoso, ricchissimo di alberi d’alto fusto, e non a caso inserito anch’esso fra il Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. A Kandy sorge un altro sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, il tempio del dente di Buddha, il Dalada Maligawa, dove viene custodito la reliquia più preziosa per il buddismo, appunto il dente sacro del Buddha, sito che abbiamo visitato nel corso di una cerimonia che ha richiamato una folla veramente oceanica, tanto da rendere difficile la visita stessa. Kandy, il cui nucleo fondamentale sorge attorno ad un lago artificiale, scavato nei primissimi anni dell’800, fu anch’essa capitale dell’isola nel ’600 e fino all’inizio della colonizzazione inglese all’inizio dell’800. Ancora, la collina di Mihintale, coperta dalla foresta, ha un grande significato religioso per i buddisti perché da lì il buddismo cominciò a diffondersi nell’isola. Nella sommità della collina, raggiungibile tramite una scalinata di 300 gradini, sorge una dagoba, ma è soprattutto splendido il panorama sulla zona circostante, ricca di laghi e di vegetazione. Anche la visita alla cittadella fortificata del Yapahuwa Rock Fortress Complex, antico baluardo contro le invasioni straniere, ha richiesto lo sforzo di salire una ripida, maestosa scalinata, ornata di leoni e animali mitologici. L’ultima delle città visitate, Nuwara Eliya, è interessante sia per l’architettura di tipico stile inglese, giacché il sito, situato a Rotary Club Cagliari 23 1800 metri di quota era una zona di villeggiatura per i coloni inglesi, sia per le circostanti, estesissime e ordinatissime piantagioni di tè. A Nuwara Eliya abbiamo anche potuto visitare un animatissimo e maleodorante mercatino che è stata una breve ma significativa full immersion nei luoghi frequentati dalla popolazione locale. Merita naturalmente un cenno la capitale, Colombo, città di circa 1 milione di abitanti che, sia pure nel contesto di una visita alquanto frettolosa, ci è apparsa vivace, ricca di ampi spazi, di giardini, e di eleganti costruzioni in parte risalenti al periodo coloniale nella sua zona centrale (diverso il discorso relativo alla periferia piuttosto degradata). Notevole il Museo, ospitato in un bel palazzo risalente al 1877, il palazzo del municipio in stile Casa Bianca e alcuni templi buddisti e induisti che abbiamo avuto l’opportunità di visitare. Non sono mancati, nel corso del viaggio, i momenti di puro relax e così al pressante e impegnativo programma culturale si sono affiancati la passeggiata sul dorso dell’elefante (qualcuno ha preferito i massaggi ayurvedici), un gradevole spettacolo folcloristico a Kandy, una piacevolissima serata di festeggiamenti in occasione del compleanno di una delle signore del gruppo e, immancabili e attesissimi, gli spazi dedicati allo shopping con l’entusiastica partecipazione di tutti. Così come non sono mancati momenti rotariani perché sia a Colombo che a Kandy abbiamo avuto la possibilità di incontrare, sia pure quasi casualmente, gruppi di rotariani indiani e locali con i quali alcuni di noi si sono intrattenuti molto cordialmente. 24 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 In conclusione le varie tappe del viaggio hanno costituito una tavolozza molto ricca e articolata e si può ben affermare che il tour ci ha permesso di farci un’idea abbastanza completa del paese. Un paese bellissimo dal punto di vista naturalistico, ma anche ricco di opportunità e di interesse culturale, un paese impoverito da 150 anni di dominazione coloniale e soprattutto da una guerra durata decenni fra la componente maggioritaria cingalese e quella tamil. Un paese che sembra avere, però, il potenziale per un rapido miglioramento della sua situazione socioeconomica. Intanto è in corso un intenso, intelligente investimento sulle risorse umane tramite un programma di scolarizzazione completamente gratuito basato sull’obbligo scolastico fino ai 16 anni e sulla possibilità, per i più meritevoli, di frequentare, sempre gratuitamente, le scuole superiori e l’università. Lo Sri Lanka potrà perciò contare su una classe dirigente ben formata e in grado di affrontare i problemi connessi allo sviluppo complessivo dell’isola. Poi ci sono le risorse naturali il petrolio, il tè, i legni di pregio, le spezie, le pietre preziose, e il turismo, in vertiginoso sviluppo parallelamente alla conclusione della guerra civile, e al miglioramento delle già buone strutture ricettive. Insomma un paese di grande fascino che merita la fatica delle lunghe ore di volo necessarie per raggiungerlo, e che soprattutto merita il nome che si è dato di “terra splendente”. Un viaggio di successo, una felice iniziativa del nostro presidente che verrà ricordata con piacere da tutti i partecipanti. ■ giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 25 Amici che ci lasciano Ricordo di Piero Nuti Rotariano dal rigore morale Rafaele Corona i dice: «Il ricordo della felicità non è più felicità; il ricordo del dolore, invece, è sempre dolore. Ma il ricordo è l’unico paradiso terrestre dal quale non possiamo venire cacciati». Nonostante il dolore, è giusto ricordare Piero Nuti, amico da oltre mezzo secolo, del quale ho sempre presente il senso del dovere, il rigore morale, la rettitudine, la capacità, che lo hanno contrassegnato sul piano umano e su quello professionale. Nonostante il dolore, è doveroso revocare l’onestà, la probità incorruttibile, il costume di anteporre il bene comune al tornaconto personale, inseriti in una concezione della vita, che privilegiava il culto della famiglia, della nazione, del sapere. S Piero Nuti nacque a Senorbì il 29 aprile 1931, da genitori toscani (entrambi farmacisti). Dopo una breve permanenza in provincia, con la famiglia si trasferì a Cagliari, dove frequentò il liceo e l’Università: da prima conseguì la laurea in Chimica (nel 1955) e successivamente la laurea in Farmacia (nel 1958). I miei ricordi risalgono agli anni dell’Università, quando lo incontravo sotto i por- tici della via Roma: giovane assistente universitario, immancabilmente elegantissimo e accompagnato da un bel cane. Seguendo le tradizioni di famiglia, si dedicò alla professione di farmacista: professione della quale parlava con disincantata ironia. (In una conferenza al Rotary, piuttosto che un preparatore di medicinali, scherzosamente si definì un “potecariu” o “cagabottu”). Al lavoro dedicò grandissime energie e cospicue capacità, fino alla fine. Alle farmacie di Sardara, di Cagliari in via Monte Sabotino, di Quartu S. Elena. Grande impegno e notevole abilità imprenditoriale destinò alle aziende di medicinali. Dismessa la ditta Agus e Nuti, che gestiva essenzialmente il deposito, fondò la società Medifarma, di concessioni e rappresentanza, che portò a dimensioni commerciali di tutto rispetto. Col personale era attento e generoso: l’ascendente, la stima, l’affetto, dei quali godeva, sono dimostrati dalla totalitaria, commossa partecipazione alle esequie. Alla famiglia, alla moglie Maria Laura Mossa, sposata nel 1960, ed ai figli Mario e Andrea, prestò cure premurose, sollecitudini costanti e ininterrotte, delicatissime af- 26 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 fettuosità, assicurando loro una tranquilla serenità morale ed una agiatezza economica considerevoli. Piero è deceduto a Cagliari il 18 dicembre 2010. Più che riferire episodi o aneddoti, mi sembra importante sottolineare alcuni aspetti della sua personalità. Precisamente, gli interessi artistici, politico-culturali e religiosi. Dell’arte si interessò sempre. Ne fanno fede i numerosi libri della sua biblioteca e i suoi numerosi viaggi autunnali in Toscana, nella terra dei suoi. Impiegava le brevi vacanze a visitare con la moglie le città d’arte ed i borghi antichi: e magari ad acquistare pregevoli quadri ottocenteschi, che conserva nella signorile casa a Cagliari, nella via Ghibli. Seguì assiduamente gli avvenimenti politici, pur senza prendervi parte. Nel 1994 fu tra i fondatori dell’associazione “Nuove Iniziative per la cultura”: un gruppo che, in opposizione alla egemonia culturale vigente, mirava a rivalutare l’amor di patria (prima di Benigni), la considerazio- ne prioritaria del bene comune su quello personale, il rispetto della legalità, il senso del dovere ed il valore dell’ordine e della disciplina, il riconoscimento del merito. Assieme a comuni amici, alcuni dei quali sono oggi presenti, contribuì ad organizzare a Cagliari riunioni, tavole rotonde, conferenze con la presenza di notevoli personaggi contro corrente, quali Sergio Romano, Gustavo Selva, Paolo Armaroli, Marcello Veneziani, Valerio Riva, che in città hanno lasciato una traccia. Quanto agli interessi religiosi, secondo la consueta riservatezza parlava poco del percorso compiuto dalla posizione di appartata attesa alla sincera e fervente adesione alla fede; parlava poco dell’urgenza di superare la mera razionalità per rispondere alle fondamentali domande dell’esistenza «da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo»; parlava poco della pluralità di visioni filosofiche e religiose dell’uomo e del mondo, del loro contrasto talora irriducibile e della mancanza di un criterio razionale di preferenza. Parlava poco, ma con la consueta sobrietà non nascondeva la sua consapevole e convinta scelta in favore della fede. Il ricordo della sua scomparsa è doloroso. Nonostante il dolore, è giusto ricordarlo, perché la sua vita raffigura un alto esempio per tutti. Nonostante il dolore, il ricordo costituisce un momento di commozione, di tenerezza e di rassegnata serenità, che non ci può essere sottratto. ■ giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 27 Un vero rotariano L’impegno nel Rotary di Piero Nuti Ugo Carcassi iero Nuti veniva ammesso al nostro Club durante la Presidenza di Enrico Zanda, il 29 maggio del 1979, presentato da Rafaele Corona. Subito apprezzato per il suo garbo e per la sua disponibilità faceva parte quale Consigliere dei Direttivi di: Franco Trois (Pres. 1982-83), di Carlo Sanna (Pres. 198384) e di Luigi Figus (Pres. 1984-85). Quando nel 1987 Rafaele Corona assumeva la Presidenza del Club, Piero Nuti ne diveniva Segretario. Egli contribuiva in maniera rilevante, con la sua discreta ma efficiente collaborazione, al successo delle iniziative diversificate ed importanti che hanno caratterizzato il mandato di Rafaele Corona. Salvatore Campus (Pres. 1988-89) lo voleva, ancora una volta, membro del Consiglio Direttivo. Angelo Berio (Pres. 1992-93) lo chiamava a far parte della Commissione Pubblico Interesse. Anche Lucio Artizzu (Pres. 1998-99) lo nominava membro sia della Commissione Affiatamento ed Assiduità sia di quella di Azione di Interesse Pubblico. Durante la Presidenza di Ugo Carcassi (1995-96), Piero Nuti, ricopriva con Giovannino Sanjust, la carica di Vice Presi- P dente e contemporaneamente quella di Coordinatore delle varie Commissioni. Da questi dati emerge chiara la dedizione costante di Piero per il nostro Sodalizio. Egli è stato l’uomo del “sentire rotariano” intimamente e profondamente vissuto. Questa sua dedizione appariva così immediata e coinvolgente che tutti si sentivano portati a seguirlo nelle proposte e nelle varie iniziative. In previsione dell’impegnativo Convegno su Ecologia della vita e società del Futuro che il Club aveva programmato di attuare il 10 novembre del 1996 era stato deciso di organizzare il 3 maggio dello stesso anno una Riunione non Conviviale intitolata Parliamo tra noi, presieduta da Sanjust (Carcassi, Presidente in carica, aveva “giustificato” l’assenza), allo scopo di valutare l’indice di gradimento dei soci su vari aspetti del programma generale e sulla manifestazione congressuale in particolare. Nonostante l’assenza di parte dei soci impegnati in un viaggio in Russia, la seduta era stata abbastanza affollata. Avevano preso la parola F. Trois, A. Cocco, G. Mulas, A. Rusconi, S. Campus, L. Artizzu, G. Ribolini, N. Deriu, A. Aru, P. Nuti. 28 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Molti degli intervenuti, pur giudicando interessante ed attuale il tema del Convegno, avevano segnalato le possibili difficoltà legate alla sede prescelta che, su suggerimento di Achille Sirchia, era stata quella del CASIC (offerta gratuitamente), sita nella Zona Industriale di Cagliari e quindi non facilmente raggiungibile. L’intervento pacato, cordiale e preciso di Piero riusciva a convincere i presenti. La Seduta si era chiusa con Giovannino Sanjust tranquillizzato dal consenso finale che incoraggiava a procedere speditamente nell’organizzazione del Convegno. Come spesso accade quando dalle parole è necessario passare ai fatti il Gruppo dei “Collaboranti” si era ridotto ai Soliti “Volenterosi”. Questi ultimi stimolati da Carcassi e Sirchia avevano preparato e distribuito i depliant illustranti i contenuti del Convegno e posizionato la cartellonistica necessaria per rendere più facile il raggiungimento della sede del CASIC. Questo lavoro veniva realizzato da Andrea Rusconi e da Piero Nuti che imperturbabili si spostavano in macchina nelle varie stradicciole della Zona Industriale posizionando Cartelloni con enormi frecce indicanti il percorso da seguire per raggiungere la sede del Convegno. Carcassi, Sirchia e Sanjust avevano stilato e stampato il Programma e curato la parte “giornalistica”. Piero fortemente impegnato nell’attività professionale e nell’espansione di una importante Azienda di famiglia (le Terme di Sardara), aveva mantenuto il suo attaccamento per il Club rinunciando però ad incarichi ufficiali. Era tuttavia l’uomo a cui ci si rivolgeva per risolvere problemi. Quando durante un Archeotour mancava un pullman era Piero che provvedeva subito a rendere disponibile quello delle Terme. Negli ultimi anni si era creato e rafforzato un affettuoso ed efficiente sodalizio tra Piero e Giorgio Mulas, quest’ultimo instancabile animatore delle iniziative in favore di malati soggiornanti prevalentemente nell’Africa Sub-Sahariana. Lo scrivente riceveva spesso pressanti telefonate da Giorgio che desiderava ottenere notizie precise ed attendibili sui più recenti farmaci antimalarici, anti AIDS e sui nuovi vaccini. Subito dopo era Piero, che “affettuosamente” sollecitato da Giorgio, doveva procurare i vari medicinali necessari in tempi relativamente brevi e possibilmente a costi ragionevoli. È inutile dire che tutto veniva recuperato da Piero presto e... “gratis”!!! Piero e Giorgio si dedicavano a quest’opera con grande determinazione ma anche con estrema discrezione. Pochi si rendevano conto del notevole impegno che il reperimento di questo materiale richiedeva. Mentre parlo sento vivo il ricordo di Piero uomo probo e buono, mite e gentile, professionista stimato, sposo affettuoso e padre adorato. La malattia che in qualche mese lo ha portato a morte è stata da lui vissuta con cristiana accettazione nella convinzione che la sofferenza e la morte fanno parte del tragitto terreno degli esseri umani. Io che gli sono stato amico per tanti anni sento cocente il dolore per la sua scomparsa e vivo il desiderio di esternarlo alla consorte Maria Laura ed ai figli Andrea e Mario. Il Presidente meglio di me esprimerà formalmente la commossa ed affettuosa partecipazione del Club al loro dolore. ■ SITO INTERNET DEL CLUB: www.rotarycagliari.org E-mail del club: [email protected] giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 29 L’uomo e la natura I suggestivi paesaggi dell’antica Sardegna Beppe Cascìu La Sardegna è un vecchio paese rurale. Essa presenta paesaggi antichissimi, non modificati per niente... La nudità degli orizzonti dà loro una straordinaria uniformità. Un altro elemento caratteristico è l’arcaismo dell’organizzazione umana, delle tradizioni, dell’ospitalità. (M. Le Lannou) a “Convenzione Europea del Paesaggio”, nel 2000 a Firenze, ha definito il paesaggio come una determinata parte del territorio e un ambito il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Con questa traccia e in considerazione dei diversi significati dati a questo termine nelle varie, recenti iniziative per il governo del territorio, immagino il “paesaggio degli uomini” come un amalgama complesso tra l’individuo, gli elementi materiali che lo circondano e le sue azioni immateriali, di tipo etico; come l’armonizzazione tra l’uomo e la natura. Penso al teatro delle vicende umane, interfaccia tra le caratteristiche attrattive o repulsive del territorio e delle persone che lo vivono, della società che lo ha prodotto. Presente nei luoghi di particolare pregio come negli ambiti “della vita quotidiana” e in quelli cosiddetti “degradati”. Che parla di natura (l’ansa di un fiume nel verde, le coltiva- L Nuoro, particolare del quartiere di Seuna ai primi del ’900 zioni), ma anche della cultura e della storia dei popoli (le città, le simboliche piazze); di possibilità di contatti e di scambi (il mercato, le vie del commercio), di informazioni fra tutti gli appartenenti alla comunità. Questo paesaggio riflette l’uomo, è lo specchio e lo scenario di una evoluzione arricchita dall’agire delle genti nel nostro mondo in continuo cambiamento. L’integrazione profonda tra i panorami naturali ed i segni delle attività umane, la suggestione indotta dall’armonioso inserimento delle infrastrutture nel territorio ereditato, la coscienza e la responsabilità che tutto ciò esprime e i comportamenti che ne derivano possono offrire qualcosa di magico, di musicale al visita- 30 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 tore. Sono in questo caso il risultato del giusto processo di evoluzione del “paesaggio umano”, appunto, e di sintesi delle tante risorse che hanno portato alla partecipazione e al coinvolgimento: le componenti materiali, i sentimenti di amore o di odio, le emozioni, curiosità e impulsi produttivi... e le componenti legate ai costumi e ai modelli di vita quali l’indole della gente, la capacità di integrazione, le religioni, le varie attività e tradizioni... e così via. Il “paesaggio degli uomini” diventa così un “elemento significativo della nostra qualità di vita”, che permetta l’espressione della personalità degli individui senza depressive limitazioni o isolamenti dal contesto sociale. Che indica perché per un viaggio, per un weekend turistico, per un soggiorno, per il lavoro si sceglie, quando si può, una destinazione più che un’altra. Da quale immagine di vita si è attratti; quanto il rapporto con l’ambiente può suscitare quel senso di appartenenza che induce ad essere, più che occupanti provvisori o aggressivi, oppure turisti distratti e frettolosi, visitatori coscienti e interessati all’essenza di un territorio. Attori partecipi alla vita del luogo. La realtà che ci circonda, dalle caratteristiche ambientali di grande rilievo, è il risultato dei fatti lontani che gradualmente hanno plasmato società e territorio. In buona parte di quest’isola, forse più che in altri luoghi delle nostre regioni, pur con le tracce millenarie della storia e le vicende che si sono succedute nel tempo prevalgono scenari genuini, più crudi ed aspri rispetto agli ambienti umanizzati di cui in genere si è diventati al tempo stesso autori e conduttori attraverso la cultura e le attività scientifiche, industriali, commerciali... Forse l’immagine che un viaggiatore attento può avere ancora oggi di molte zone della Sardegna, è quella di una terra con un’anima antica, di echi di un mondo talora primitivo, di ampi spazi poco abitati, di grandi silenzi e di rapporti con genti e persone dalla mentalità essenziale, dagli atti e dagli umori istintivi e talvolta irrazionali. E poi l’immagine di una terra... direi marginale, di una periferia scambiata e trattata da quanti l’hanno occupata nel tempo, come “una cosa”; ma che forse proprio per questa sua marginalità ha potuto miscelare in modo lieve i propri valori originari con i segni esterni della conquista, armonizzando l’artificiosità del progresso, talvolta distruttivo, col mito del suo passato e con la natura del suo territorio. È così emerso l’aspetto “classico” di noi sardi: spettatori coscienti della natura all’intorno e delle particolari testimonianze di tempi lontani, inserite in panorami unici, fatti di grandi solitudini, di deserti e di cieli vasti. Custodi consapevoli, orgogliosi e responsabili di questo grandioso patrimonio naturale, archeologico e storico, ma anche timorosi di mostrarlo troppo, di renderlo troppo facilmente accessibile, aggredibile dall’esterno. Perciò talvolta l’attaccamento alla madre Sardegna può portare all’isolamento, al riaffacciarsi di atti e di umori istintivi e quasi irrazionali nel nostro mondo apparentemente primitivo. Al riaffacciarsi dell’identità della nostra anima antica. Nel tempo, per la natura dell’isola, la sua posizione e la storia, alle caratteristiche originarie si sono sovrapposte le varie stratificazioni che tutti conosciamo (infrastrutture, industria, “rinascita”), con l’inserimento di tecnologie, popolazioni e tradizioni nuove e diverse... Interventi e “modelli” venuti in gran parte dall’esterno, apporti positivi certo, che però hanno inciso profondamente sulle specificità del paesaggio e sull’ambiente, con implicazioni inizialmente sottovalutate e solo successivamente evidenziate da studi di Enti pubblici e Università, come risulta anche dai tanti contributi, tra gli altri, del nostro Angelo Aru. E poi il dilagare del fenomeno turistico e la diffusa edificazione residenziale stagionale, con molte possibili opportunità ma anche con feroci condizionamenti per molte aree costiere e conflitti per il destino di particolari risorse agricole alimentari e caratteristiche produzioni. E, per ultima, giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 31 l’immigrazione dai paesi stranieri e la necessità di integrazione tra le parti. A questa “trama” dei tanti eventi si è gradualmente intrecciato “l’ordito” del positivo innesto di presenze, intelligenze e forze di lavoro dall’esterno in tanti campi; la continua dilatazione dei rapporti tra le genti per la diffusione di vie e mezzi di comunicazione, l’ampliamento dei comparti scolastici, il rafforzamento delle Università e la presenza di tante figure di rilievo nei settori delle arti, delle scienze, della letteratura, della politica, dello sport... L’innesco frenetico, quindi, dei tanti fattori della nostra modernità, con la loro influenza sulle giovani generazioni e sul loro modificato rapporto con gli antichi luoghi, usanze e tradizioni, e con la vita attuale. Queste vicende hanno contribuito a fare la nostra storia e a modellare in qualche modo il nostro “paesaggio” nel tempo. Ma nell’attuale situazione, oggi, chi siamo? A fronte di questa eredità, al di là del raggiunto maggior benessere materiale, dell’innegabile arricchimento di conoscenze, dei più facili rapporti con gli altri, della cosciente disciplina urbanistica di indirizzo e di protezione ambientale, come ci sentiamo rispetto alla realtà che abbiamo all’intorno? Siamo ancora spontaneamente legati al luogo natio ove ci si è sempre rivelato il mondo, amiamo sempre i colori e i sapori che hanno segnato la nostra infanzia; apprezziamo, parliamo e comprendiamo ancora il linguaggio legato alla fisicità delle cose che ci circon- Cascatella nei pressi di Seui (NU) dano e alla loro musicalità, nel modo giusto per difenderle e proteggerle per affidarle al futuro dei nostri figli o per offrirle ad altri oggi? In definitiva, dopo tante vicende e dopo tanto tumulto, a quale “paesaggio degli uomini” possiamo, oggi, fare riferimento? Potremmo dire che l’isolamento e l’arcaismo del vecchio paese rurale descritti da Le Lannou nel 1941 sono ormai scomparsi, per il dinamismo e il continuo cambiamento di paesi e città e per i diversi, nuovi aspetti della vita. Anche se l’abbandono di campagne e zone forestali, il vuoto attorno a episodi industriali e minerari dismessi, lo spopolamento dei centri rurali senza un futuro verso le aree costiere e urbane, la di- 32 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 saggregazione di periferie e centri storici sono indice di emarginazione e sofferenza, con riflessi da considerare. Potremmo dire, circa l’organizzazione umana, che pur senza il retaggio di potenze e dinastie che con ricchezze, arti, scienze, economia ed amministrazione hanno plasmato nel tempo il “paesaggio” di varie regioni italiane (penso alla Toscana, alle Repubbliche marinare, alle Regioni del Nord Est per i lontani contatti mitteleuropei), abbiamo forti caratteristiche identitarie; abbiamo la storia, le bellezze e le potenzialità ambientali dei vincenti. Anche se un po’, ancora, ci crogioliamo nella mentalità dei vinti, per una suggestione sottile che ci spinge spesso a scaricare inefficienze e distorsioni su responsabilità altrui; ad appiattirci e sentirci psicologicamente dipendenti nei confronti dei governi e dello Stato; a cedere talvolta, senza giustificati motivi, ad esigenze e interessi che non sono nostri né del territorio. Per quanto riguarda l’ospitalità e l’accoglienza mi rifaccio alla seducente immagine letteraria di Sergio Atzeni, evocativa delle origini della gente di Sardegna: «Passavamo sulla terra leggeri, come l’acqua che scorre,... ...Eravamo felici, senza rifiutare l’incontro con chi sbarcava nella nostra isola, sospinto da qualsivoglia ragione... Capivamo la loro lingua...». Ecco, questa essenza di popolo meticcio, destinato dai luoghi e dalla storia ad accettare e condividere il confronto con tante diverse culture, può costituire ancora oggi la motivazione profonda e irrinunciabile per farci sentire cittadini del mondo, non solo per la necessità o per le violenze di un tempo lontano, ma per l’interpretazione attuale dell’eredità ricevuta dalle precedenti generazioni. D’altronde, per dirla con Claudio Magris, «l’identità assomiglia ad una matrioska: somma di incontri e di storie, una dentro l’altra, di inserimenti sempre più vasti. L’identità è creativa quando si apre al riconoscimento e all’amore di altre diversità, ugualmente necessarie al mosaico del mondo ed alla varietà della vita». Potremmo dire, infine, che il nostro ambiente naturale, che molti celebri pittori e scrittori hanno rappresentato nel tempo, costituisce ancora oggi un paradiso per tutti. Anche se i tanto vantati colori della nostra isola – il “verde come bronzo antico” delle foreste di un tempo, le gialle distese del “granaio di Roma” e dei deserti di stoppie, il rosso dei graniti e delle discariche minerarie, il rosa dei mandorli in fiore e l’azzurro spettacolare del mare – rischiano di essere sovrastati dal grigio e dal nero profondo di desolanti incendi in tanti territori esposti alla desertificazione e all’impoverimento dei sistemi idrici. E anche se la fine di tante iniziative economiche, l’incongrua trasformazione di aree attorno a siti archeologici e monumentali diventati un po’ relitti avulsi dal contesto, e i confusi interventi stagionali nelle coste (quasi “corpi estranei” che spesso ne hanno mortificato il fascino), sono un po’ l’indice di una vocazione male intesa e dell’uso improprio del territorio e ci fanno sentire non più i custodi coscienti e consapevoli di un grandioso patrimonio, ma spettatori indifferenti o distratti, frastornati per le azioni di altri. Con immenso rimpianto e immensa nostalgia non ritroviamo itinerari e luoghi che abbiamo molto amato, perché profondamente mutati. Anche se tante bellezze appaiono intatte la loro aura talvolta è svanita, il contesto è degradato da traffico e da sovraffollamento, con un’edilizia generica, anche incompiuta, scadente o nata già cadente. E in ambienti caratteristici e particolari si è spesso in presenza non più dei materiali e dei colori specifici che li hanno generati e sorretti nel tempo ma di luoghi, edifici, cibi ostinatamente omologati, omogenei, anonimi. Mi ha colpito tempo fa una nota di Chicco Gallus, giornalista satirico, sulle strane spiegazioni che facciamo presentando a qualche amico ignaro i luoghi che gli avevamo sempre magnificato come bellissimi: Tutte le spiegazioni sono al passato, si passa il tempo a spiegare come era bella una volta la spiaggia, fin dove arrivavano le dune, come era la vegetazione intorno, e che profumo aveva... ...Ci si fa la figura de- giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 33 Basilica di Saccargia gli svitati... ...È così!: siamo “laudatores temporis acti”, ma pur col compiacimento del tempo passato ci stiamo abituando all’impoverimento del presente, perdendo emozioni e sentimenti evocati dallo spirito delle cose. A questi aspetti sono correlati i vari interventi e strategie per l’equilibrio economico e sociale del territorio: la legislazione urbanistica, la legge salva coste, i vincoli e i conflitti degli anni passati, dal 2006 in avanti, sul piano paesistico; i tanti dibattiti sul paesaggio e sul turismo, sull’estensione della sua stagionalità e sui difficili collegamenti con l’esterno, sui porti costieri; la pianificazione strategica territoriale e comunale. E le varie iniziative finalmente orientate (nel tentativo di riunire i “mal unidos”) allo spostamento della prevalente attenzione dalle zone costiere e all’equilibrio qualitativo tra il fascino delle aree marine e le tradizioni e vocazioni stagionali delle aree interne. E per ultima, l’attenzione sull’uso del suolo e sul paesaggio agrario. È questo, quindi, il nostro mondo? Siamo così? So di avere sfiorato appena i tanti, poliedrici aspetti del nostro “paesaggio”. Ma in definitiva ritengo che pur con molte qualità fatichiamo ad esprimere la consapevolezza delle risorse di cui disponiamo ed a manifestare l’orgoglio di essere all’altezza di questo unicum che la natura, la storia e gli altri ci hanno affidato; di questa terra descritta in modo tanto poetico, umano e commosso da Marcello Serra nel suo lontano “Mal di Sardegna”, e ancora sempre all’attenzione di tanti nel mondo. E forse siamo ancora diffidenti e restii a sostenere il ruolo di porta in entrata e in uscita di flussi, quella “funzione gateway” che la nostra isola ha da sempre manifestato, trasferendo la sua cultura e le sue tradizioni in varie forme d’arte e di tecnologia. Mi sbaglierò, ma ho l’impressione di un progressivo allentamento di legami dal nostro ambiente e dal nostro “paesaggio”. E che tutto ciò che facciamo o lasciamo fare sul nostro mondo, sembra nascere dall’idea di rappresentare il mondo degli altri; 34 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Kyte surf al Poetto di Cagliari dall’esigenza, col miraggio del benessere o l’illusione della modernità, di offrire all’esterno quella Sardegna, come dire... apparente, falsa che gli altri si aspettano di vedere; più che dalla necessità di ricomporre per noi stessi una terra reale che ci piaccia di più, da vivere pur accogliendo in positivo il “nuovo” che questi nostri tempi propongono. Perché tutto questo? Potrei pensare alla responsabilità di quel “mal unidos”, che evoca poca partecipazione e distacco dal bene comune e che contrasta palesemente col simbolico “Forza paris”, richiamo di assalti e battaglie lontani e anche recenti, apparentemente stimolante e coinvolgente, ma che difficilmente riusciamo a mettere in atto con successo nelle cose di ogni giorno. Potrei pensare anche ai tanti, discutibili interessi nel settore dell’economia, al peso della cattiva politica e della sudditanza verso l’esterno; forse alla scarsa iniziativa di noi singoli operatori. Ma soprattutto credo che tutto ciò rimandi alle funzioni e ai doveri, remoti e presenti, dei settori della scuola e della formazione, dell’educazione in senso lato. Che deve essere sempre un atto di sensibilizzazione e di conoscenza, un tenace, continuo insegnamento d’amore per la propria terra, verso se stessi e gli altri; una creazione di identità culturale. Non mi riferisco ovviamente allo spirito e alle tante azioni di singoli, illuminati individui, ma piuttosto agli “uomini comuni” dell’antico detto, che conoscono solo ciò che è avvenuto, mentre “i saggi e gli dei” sanno, intuiscono quello che avverrà. Pen- so ai tanti di noi che, pur coscienti dei guasti e degli errori compiuti, lasciamo che altri realizzino e magari ancora distruggano, indifferenti e inconsapevoli delle ragioni profonde che invece dovrebbero spingerci, da uomini saggi se non proprio da dèi, a determinare e progettare il nostro futuro insieme, con rispetto e gratitudine per l’eredità trasmessaci. A sentirci tutti a far parte di un tutto: del teatro della vita, appunto. E per unire la consapevolezza dei successi conseguiti ad un positivo ottimismo, bisogna far sparire quel senso di precarietà e di insoddisfazione, quasi di continua attesa per azioni interrotte o sempre agognate, quel ri che periodicamente compare: riforma, rinascita, rilancio del territorio, ripristino del paesaggio, risanamento ambientale. Attese che dovrebbero sparire assieme ad un altro ri, al rimpianto per varie scelte finora fatte nei confronti di tanti e di tanti luoghi, dove il modo e i ritmi della vita sono cambiati e dove il singolo individuo ha in qualche modo perduto il controllo dell’uso del territorio. Penso che tutto questo sia il segno di una profonda disarmonia, e che sia fondamentale, oggi, rivedere il concetto di questo “paesaggio degli uomini”. Un tempo c’era il territorio del mito, del sogno (il dreaming della nostra realtà, direi), distante dall’uomo che ne era solo spettatore, forse non cosciente, e che in fondo non l’ha considerato proprio in quanto manifestazione degli Dei, della na- giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 35 Nora, sistemazione idraulica della bocca a mare tura. Scenario che l’uomo non ha capito, e anche progressivamente distrutto. Oggi dobbiamo ripensare a questo paesaggio come a qualcosa di più, come fusione e armonia tra l’uomo e la natura. Il bel paesaggio non è solo il bene elitario delle argomentazioni di studiosi e intellettuali, o il lusso che può permettersi chi fa teoria o l’escursionista benestante in visita; categorie di marziani, oggi. Il bel paesaggio è un obiettivo economico, segno, indice del raggiungimento di benessere e risultato di una crescita culturale di tutti; indiscutibilmente guidata, ma di tutti. È sintomo di equilibrio. Tolto l’equilibrio resta la disperazione, la tragedia della mancanza di agricoltura, degli incendi per i pascoli, delle inondazioni. In un paese povero, arretrato, con un’agricoltura di sussistenza e con attività di rapina sul territorio per sopravvivere, non si può parlare di un bel paesaggio in senso poetico: gli utilizzatori poveri, con l’incapacità di utilizzare le risorse, sfrutte- ranno e degraderanno sempre più il paesaggio perché non ne capiscono l’utilità e la coerenza con la loro vita; perché non soddisfa i loro bisogni primari (vedi i conflitti per il Parco del Gennargentu, la distruzione delle architetture in terra cruda e altro ancora). Perciò si potrà arrivare ad un paesaggio “bello” solo se si riuscirà a farlo funzionare bene anche in senso economico, con operazioni di crescita culturale, con logiche e direttive sul miglior utilizzo delle risorse. È fondamentale, pertanto, anzitutto il ruolo pubblico già indicato (che c’è stato e c’è tuttora), con la capacità di intravvedere questa ricchezza e con funzione di anticipazione e di guida. Per fortuna la Regione Sarda ha avuto in dono, prima che venisse ampiamente massacrato, un territorio bellissimo non ancora consumato data l’arcaicità della conduzione rurale, la tutela delle servitù militari, e con le fasce costiere per lungo tempo riservate e protette; 36 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 – in secondo luogo è necessaria l’adesione culturale e consapevole a questo processo di crescita, e l’attuazione dei suggerimenti della mano pubblica; – terzo, la coscienza di averne un beneficio in ogni senso. Le cose per il singolo hanno un valore se qualcuno è disposto a darglielo, questo valore; quindi è necessario che qualcuno offra e proponga questi benefici in modo corretto (una buona pianificazione economica e turistica, operatori coscienti, attività spicciole del settore che funzionino, ecc). Ora, la spallata della mano pubblica c’è stata, con il riconoscimento di valori, norme, con la giusta consapevolezza del Piano Paesaggistico Regionale, coi tentativi per i Parchi. Resta ancora, penso, e con un forte peso, il problema della consapevolezza di tutti di capire che il paesaggio è bello, e sarà sempre bello solo se funziona. In definitiva, bisogna certo sentire l’attaccamento alla madre Sardegna, ma senza sofferenza e depressione. L’archetipo del sardo che ti ospita da re perché si sente padrone del suo mondo, ma quando lavora o collabora si sente servo, non ti apprezza e talvolta cede al malessere o all’invidia, deve sparire dal nostro immaginario, sostituito dallo spirito positivo, di sintonia con la vita e il tempo, che ha fatto di molti sardi dei grandi geni. E assieme all’ottimismo e al rifiuto del nostro isolamento, per quanto riguarda l’apertura al mondo bisogna sentirsi ancor più ambasciatori capaci e sostenitori convinti della complessa interezza del nostro “paesaggio umano”. Le varie componenti, apparentemente diverse e distaccate della natura e dell’ambiente in questo continente Sardegna: le tante immagini di acqua e di terre – dall’infinito spettacolo delle coste ai nuraghi e ai monumenti della storia, dalle fioriture primaverili alle sughere fiammeggianti a fine estate; dal bianco fulgente dei graniti marini ai muretti di basalto delle tanche; dalle case in terra cruda alle architetture della nostra modernità –, ma anche la somma delle conoscenze e dei saperi – l’ospitalità citata da Le Lannou così come il pecorino, il vino, la solennità dei cori e del canto a tenore, la cultura, le tradizioni antiche assieme alle più recenti manifestazioni d’arte e di tecnologia – sono tutte zolle di questa nostra magnifica terra. Sono trama e ordito. Sono tutte tessere, l’una legata all’altra, di quel mosaico che costituisce il nostro universo emozionale da ricomporre con armonia in un nuovo “paesaggio”, da vivere e da presentare agli altri in modo univoco e indivisibile. Senza cedere quindi all’estraneità di molti interventi, alla frantumazione di interessi o alla fascinazione di selettive specializzazioni tipo “organismo geneticamente modificato”, dobbiamo sforzarci di sentire e offrire da re, come nell’archetipo citato, l’intera immagine della nostra realtà. Di questa miscela di mito e di innovazione, fascino e ombrosità, distacco ed attrazione, artificio e natura che in noi il fluire del tempo e la catena delle trascorse generazioni non hanno ancora cancellato del tutto. Ma che forse non abbiamo mai assimilato pienamente. E quindi, per finire, la domanda cardine: oggi è ancora possibile costruire paesaggi, incidere sul paesaggio? Per i sardi di un tempo e per quelli che lo sono diventati, per i sardi meticci di oggi, ha ancora un senso pensare a questo “amalgama” prima indicato, a questo panorama ...direi euritmico, in equilibrio tra l’uomo, la realtà al suo intorno, i saperi e i materiali che usa, le tradizioni che lo sorreggono? Che tenga conto del suo benessere futuro nel teatro della vita, del riflesso di se stesso nello scenario naturale e nei luoghi del suo operare giornaliero? Spero proprio di sì, che questo progetto si possa ancora sognare. È un’utopia? È certamente un grande sogno, ma credo sia anche un affascinante obiettivo per questa nostra società, rivolta ad un continuo sviluppo turistico e un sempre maggior benessere, che dovrà vedere impegnati uomini lungimiranti (diciamo i nostri figli, i figli dei nostri figli?) nella definizione di nuovi, futuri scenari. Certo, per diversi equilibri e per altre organizzazioni del territorio potremmo perdere in parte la visione della nudità degli oriz- giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 37 Cagliari, Monte Urpino visto dall’alto zonti descritti da Le Lannou, dei profili dei paesi e delle città, del distacco tra la natura e il cielo al tramonto. E forse, anche se in Sardegna permane il fascino e la meravigliosa armonia di tanti siti, forse potremmo godere sempre meno del fantastico “giardino imprestatoci” dalla natura e dai nostri avi nei grandi litorali e nelle verdeggianti catene montuose ricoperte di lussureggiante macchia; dell’andare delle greggi, dei pazienti lavori dei pescatori o della cura dei contadini nelle colline di viti, di mandorli e di ulivi attorno ai centri abitati. Chissà. Però questo salto dai “paesaggi” del passato, chiamiamoli i “paesaggi” della nostalgia, ai “paesaggi” del futuro potrebbe essere alla fine attutito e compensato dal grande balzo che noi sardi, pur legati all’isolamento e alla emarginante colonizzazione, da sempre abbiamo aspirato a compiere: dai limiti locali alla più ampia globalità, dall’ambito rurale al regionale ed all’esterno planetario, proiettati a capire la complessità del mondo e ad innestarci in esso. Un balzo sorretto dalla speranza che la maggiore consapevolezza di noi stessi possa unire a quella nostra “anima antica” uno sguardo del tutto “moderno” e armoniosamente integrato nel nuovo “paesaggio degli uomini”. Possa riportarci... ...a passare sulla terra leggeri, felici come l’acqua che salta giù dalla conca piena della fonte... scorre per i monti e i colli fino al piano... ■ 38 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Le Zecche nell’isola La moneta a Cagliari Antonio Lenza l 1479 segna, di fatto, il passaggio della Sardegna dalla dominazione aragonese a quella spagnola. In questo anno, infatti si realizza l’unificazione delle corone in capo a Ferdinando d’Aragona e ad Isabella di Castiglia, che avevano contratto matrimonio un decennio prima. Sia pure con un ruolo sostanzialmente marginale, relegato unicamente al sistema strategico spagnolo nell’area mediterranea, il regno di Sardegna entra a far parte di un contesto che ben presto diventerà un vastissimo impero. La Spagna conduce una intensa politica mercantilistica e guarda con attenzione alle potenzialità delle risorse agricole isolane, sottoponendo a rigoroso controllo le coltivazioni dei prodotti principali. L’andamento economico del regno di Sardegna è condizionato dalla situazione monetaria fortemente incentrata sulla moneta minuta di bassa lega, divenuta non più sussidiaria della moneta aurea e argentea, ma investita di valore liberatorio generale dall’autorità sovrana, essendo questo il numerario preponderante in conseguenza della tesaurizzazione delle monete di metallo pregiato o del loro assorbimento da parte dei mercati esterni. La contrazione delle attività produttive sfocia in forme diffuse di baratto e intensi- I fica i prestiti usurari. Si impone dunque un riordino monetario incentrato sul ripristino della bontà intrinseca delle monete, attraverso il loro esatto valore metallico. Ferdinando V (Ferdinando II d’Aragona) dispone alcune misure, ma i risultati non sono quelli attesi. Nel 1492 il sovrano accetta la proposta del Luogotenente Generale per la Sardegna Giovanni Dusay e dispone la coniazione nella zecca di Cagliari di una moneta aurea col nome di ducato, perché deve corrispondere per il titolo e il peso al pregiato ducato di Venezia, nonché delle seguenti due nuove monete, una d’argento e l’altra di mistura: – reale, il cui valore intrinseco e il peso sono uguali a quelli dell’alfonsino d’argento della prima coniazione; – cagliarese, denominazione della nuova moneta di mistura migliorata nella lega e con un potere liberatorio limitato a pagamenti per un valore massimo di un quarto di reale. Queste nuove coniazioni hanno di fatto una scarsa incidenza su una situazione fortemente compromessa. Viene inoltre commesso l’errore di insistere sul mantenimento di una circolazione alimentata unicamente dalle monete isolane e barcellonesi, tenuto soprattutto conto che per ognuna delle tre specie di monete non si è provve- giugno 2011 — duto a batterne quantitativi idonei a potenziare la circolazione, portandola a livelli in grado di sostenere lo sviluppo degli scambi commerciali. Inevitabilmente il ducato, moneta aurea per sua natura idonea alle transazioni di elevato valore, non si diffonde nei pagamenti all’interno e fuori dell’isola ma si riduce ben presto a una “merce”. Difficoltà incontrano anche le altre due monete. Come stabilito da Ferdinando II d’Aragona per mantenere costante il rapporto con il ducato, i pezzi del reale d’argento devono essere “avvalorati alla bilancia” secondo il loro giusto peso e ciò ne inceppa sensibilmente l’utilizzo nelle transazioni. Da sottolineare, in proposito, che nella coniazione delle monete d’argento, l’imperfezione dei mezzi utilizzati per la laminatura non garantisce un peso costante dei singoli pezzi; siffatte differenze, spesso piuttosto sensibili, inducono i possessori di esemplari di peso più elevato a fonderli, determinando alla lunga la circolazione delle monete più scadenti. La coniazione nella zecca di Cagliari riprende durante il regno di Carlo V Imperatore (1516-1556). Viene battuto lo scudo d’oro, con al dritto lo scudo coronato con intorno la scritta “CAROLUS IMPER V R SARDINIE”. Nel rovescio la croce con intorno la scritta “CIVITAS CALARITANA”. II valore intrinseco di questa moneta è equiparato ad altri scudi aurei che circolano in Spagna e in Italia. Lo scudo d’oro si ragguaglia a 12 reali sulla base di una Tariffa del 1537 che ne fissa il valore in 51 soldi e 4 denari e Rotary Club Cagliari 39 fissa il valore del reale in 4 soldi e 4 denari, rivalutando cioè il soldo rispetto al reale. Carlo V effettua in Sardegna le seguenti ulteriori coniazioni, utilizzando anche le zecche di Sassari e Alghero, al fine di fronteggiare la carenza di moneta spicciola: Zecca di Cagliari – tre tipi da 3 reali – due tipi da 2 reali – un tipo da 1 reale – due tipi di cagliaresi (argento) ” ” (mistura) Zecca di Sassari – due tipi di minuto Zecca di Alghero – tre tipi di minuto – un tipo di mezzo minuto Nel 1556 Filippo II succede a Carlo V e dispone la coniazione presso la zecca di Cagliari delle seguenti monete d’argento: – quattro tipi da 10 reali – quattro tipi da 5 reali – tre tipi da 2 reali – un tipo da 1 reale. Nell’ultimo decennio del Cinquecento, in piena crisi economica europea Filippo II decreta la sua ultima coniazione nella zecca cagliaritana. Si tratta delle seguenti monete grosse d’argento, caratterizzate dal loro basso titolo: – due tipi da 10 reali “maltagliati” – tre tipi da 5 reali “maltagliati”. Queste monete presentano pesi e forme variabili a causa della loro tosatura, operazione assai diffusa per le monete di metallo pregiato che si accentuerà ancor di più nelle coniazioni dei suoi successori, Filippo III e Filippo IV, così da far assumere a questi reali in perio- 40 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 do più recente la denominazione di “maltagliati”. La denominazione di “patacche” o “patacconi” delle monete grosse d’argento di basso titolo battute dai tre sovrani hanno in effetti in comune solo la denominazione, mentre risultano differenti per “lega”, “peso” e “valore”. Va sottolineato al riguardo che i patacconi e i mezzi patacconi di Filippo III e di Filippo IV erano frutto di un “sovraconio”, corrispondente al dritto e al rovescio dei 10 e 5 reali coniati da Filippo II, sui pezzi d’argento da 8 e da 4 reali castigliani, valutati rispettivamente 46 e 23 soldi. Filippo II effettua nella zecca di Cagliari anche una battitura di monete di mistura: – tre tipi da 3 cagliaresi – un tipo da 1 cagliarese. Va sottolineato che il pezzo da 3 cagliaresi equivale a sei denari e che il cambio di 10 reali in moneta spicciola richiede cento monete da 3 cagliaresi oppure trecento da un cagliarese o seicento denari. A Filippo III si deve la coniazione di una sola moneta d’argento, il pataccone da 5 reali, e di monete di mistura da 6 cagliaresi (soldo), da 3 cagliaresi (due tipi) e da un cagliarese. Filippo IV fa coniare due tipi di “maltagliati” da 10 reali, due tipi da 5 reali e un tipo da 2,5 reali e da un reale. Dispone inoltre la battitura di un tipo di soldo, un tipo di 3 e di 2 cagliaresi e due tipi di un cagliarese. Alla data del 18 maggio 1624 la zecca di Cagliari, come dichiarato dal suo sovrintendente, converte su disposizione di Filippo IV, 18.266 monete da 8 reali castigliani in altrettanti pezzi da 10 reali sardi. Come per le precedenti, questa battitura avviene sui tondelli castigliani vistosamente tosati, così da determinare una svalutazione delle monete sarde di circa il 6 per cento. Coniazioni di monete da 10 e da 5 reali si susseguono a nome di Filippo IV nel periodo 1641-1664. Anche una battitura da un reale viene effettuata nel 1652. I “maltagliati” rappresentano sicuramente una produzione monetaria di pessima qualità, ma occupano una posizione comunque rilevante nella storia della zecca di Cagliari e nella storia della monetazione isolana, perché intorno al 1643 nel rovescio di queste monete fu impresso per la prima volta l’emblema della Sardegna, cioè la croce di San Giorgio ornata e accantonata da quattro teste di moro. ■ l Club, proseguendo nelle attività dirette a trovare apporti finanziari per contribuire alla eradicazione della polio plus, in collaborazione con i Club di Cagliari e di Quartu, ha organizzato, il 6 maggio, una serata musicale al Teatro Massimo, che ha avuto un successo superiore alla più ottimistica previsione. Merito dello straordinario livello artistico e spettacolare che Elena Ledda ed il suo splendido complesso hanno saputo raggiungere con grande piacere del pubblico che riempiva la sala e che ha manifestato il suo gradimento con ripetuti, intensi applausi. I giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 41 I 150 anni dell’Unità d’Italia Il contributo dei Sardi e l’eroico Capitano Frau Marcello Marchi La riunione dedicata a celebrare anche dal nostro Club i 150 anni dell’Unità d’Italia, è stata prestigiosa per il gran numero di partecipanti, oltre duecento fra soci ed amici e per l’intervento di tante Autorità che hanno, con molta attenzione e viva partecipazione, ascoltato la dotta relazione del Prefetto di Cagliari, Dott. Giovanni Balsamo, che è riuscito, con felice esposizione, a richiamare gli aspetti più salienti di questo vasto, composito periodo storico. Poiché esso abbraccia anche lo sviluppo del Risorgimento che, dopo la terza guerra d’indipendenza e la presa di Roma, si è concluso nel 1918 con il tricolore su Trento e Trieste, si è ritenuto, nello spirito di amor di Patria che il ricordo di quegli eventi risveglia, di proporre ai lettori una vicenda, quasi del tutto ignota, che nei giorni della conquista della città giuliana, ha come protagonista un Ufficiale sardo. e fonti ufficiali assegnano alla Sardegna 13.602 caduti nella Grande Guerra, cioè 138,6 morti su ogni mille sardi chiamati alle armi, una cifra di gran lunga superiore alla media nazionale: 104,9. Questo dato è di per sé significativo del contributo apportato e del conseguente sacrificio patìto dai sardi nella sanguinosa, crudele guerra di trincea. Ognuno di noi conosce le glorie della Brigata Sassari costituita a base regionale e gli onori che le sono stati tributati (2 medaglie d’oro alla bandiera, 9 decorati con la medaglia d’oro, 405 con quella d’argento e 551 con quella di bronzo). Ma anche i sardi che non militavano in essa parteciparono con pari coraggio al conflitto meritando elogi e ricompense. Tra essi è l’ufficiale Mario Frau di cui voglio brevemente narrarvi la vita e le imprese. Ciò mi è possibile perché era sposato con Mariangela Orrù, sorella di mia madre e di Raimondo Orrù, uno dei fondatori del nostro Club; ho quindi conoscenze dirette L grazie anche alla figlia, Miranda, moglie di Edmondo Frigerio, l’artista autore delle incisioni per il conio di diverse medaglie per il nostro Club. Mario Frau era nato a Suelli il 19 settembre 1890; compiuti gli studi presso i Salesiani, a 18 anni si arruolò volontario nell’Esercito; nel novembre del 1911, sergente maggiore nel 26° Reggimento Fanteria, combatté in Libia nella guerra italo-turca. Ammesso alla Scuola Militare venne nominato Sottotenente e raggiunse il territorio in stato di guerra il 24 maggio 1915; fu promosso tenente e poi capitano. Nell’agosto del 1916 gli fu concessa sul campo la medaglia d’argento perché «nonostante lo scoppio di una mina avesse mandato a vuoto un precedente attacco, si offriva volenteroso, con alcuni soldati della sua compagnia, per guidare un altro tentativo che, da lui attuato con accorgimento e decisione, riusciva a conquistare l’importante trincea avversaria. Ferito durante l’attacco, non acconsentiva ad essere tra- 42 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Sottotenente Mario Frau, 1914 sportato al posto di medicazione, finché non seppe la trincea in nostro pieno possesso. S. Marco 8 agosto 1916». Con decreto reale belga del 1 maggio 1917 gli venne concessa la croce di cavaliere dell’Ordine di Leopoldo del Belgio. Nell’agosto del 1917, l’Esercito Italiano fu impegnato nella XI battaglia dell’Isonzo per conquistare l’altopiano della Bainsizza e togliere al nemico una posizione strategica indispensabile ai fini della difesa dei campi trincerati di Tolmino e di Gorizia e delle vie di comunicazione tra le armate del Tirolo e quelle dell’Isonzo. La lotta fu asprissima e si concluse con successo per le nostre truppe. Il capitano Frau, in quella occasione, mostrò ancora il suo valore offrendosi volontariamente, per più volte, in ricognizioni sotto il tiro dell’artiglieria avversaria, tanto da meritare la medaglia di bronzo. Purtroppo il successo italiano fu di breve durata. I tedeschi e gli austriaci, rimosse le truppe dal fronte russo, dove con l’avvento dei rivoluzionari era ormai cessata ogni attività militare operativa dell’esercito russo, ridotto per il gran numero di diserzioni e comunque deciso a rifiutare di combattere, avevano creato una imponente forza d’urto sul fronte fra Plezzo e Tolmino che sfondò le linee italiane a Caporetto riversandosi nella pianura veneta sino al Piave. In quei giorni il capitano Frau come decine di migliaia di soldati italiani venne fatto prigioniero e ristretto nel campo di Theresienstadt. Questa era una città fortezza costruita alla fine del ’700, a nord di Praga, il cui nome ceco è Terezin, che venne nel ’14/18 utilizzata come carcere di guerra. Negli anni della seconda guerra mondiale divenne tristemente famosa perché destinata a ghetto e, presentata, propagandisticamente, come modello nazista di insediamento per ebrei, mentre era punto di transito per i deportati ai campi di sterminio. Nel 1914, nella convinzione errata che il conflitto sarebbe stato di breve durata, nessuna delle potenze aveva previsto e si era quindi attrezzata per accogliere una massa imponente di prigionieri di guerra, per cui la vita nei campi fu estremamente dura e centinaia di migliaia di uomini persero la vita per gli stenti e le malattie. Mario Frau ricordava la disperata caccia alle bucce delle patate e agli altri rifiuti comunque commestibili per poter cercare di calmare la fame. Intanto la guerra continuava e nell’ottobre del 1918 gli italiani giugno 2011 — Rotary Club Cagliari riuscirono a battere definitivamente gli austriaci costringendoli, come con enfasi veniva scritto nel Bollettino della Vittoria, a risalire «in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza». A Trieste, il 29 ottobre, si costituì un Comitato di Salute Pubblica formato da dodici italiani liberalnazionali, dodici italiani socialisti e quattro delegati slavi al fine di insediarsi al posto delle autorità governative imperiali per garantire l’ordine in attesa dell’esercito italiano. Il giorno successivo una gran folla di triestini, agitando bandiere tricolori confezionate ricorrendo a ingegnosi accostamenti di drappi o dipingendo lenzuola, sfilò per le strade manifestando immensa gioia per il ritorno all’Italia. Ma nelle caserme vi erano ancora migliaia di soldati austriaci che con la Polizia caricarono i dimostranti strappando le bandiere e compiendo molti arresti; gli italiani, alla fine, riuscirono a prevalere e gli arrestati furono liberati. Sul campanile del Comune venne issata la bandiera italiana. Il Governatore austriaco, dopo un incontro con delegati del Comitato, l’indomani, 31, lasciò Trieste consegnando però la flotta da guerra al Comitato slavo che, tenuto conto delle aspirazioni slovene ad espandersi sino al Tagliamento, era ovviamente in contrasto con quanto voluto dagli italiani, ma in maggior sintonia con gli austriaci che osteggiavano soprattutto le mire dell’Italia di portare il confine alle Alpi Giulie. Nella città la sicurezza diventò molto difficile: vi era un esercito in rotta disperata, soldati russi e serbi già prigionieri forzavano i vagoni in cui erano derrate alimentari, teppisti e detenuti comuni evasi, forti del cessato controllo della polizia, si scatenavano per le strade, frequenti scontri a mano armata avvenivano specie nella periferia e davanti alle caserme. Il Comitato, presi i pieni poteri, fece appello ai cittadini tra i 22 e i 40 anni perché aderissero ad una Guardia Nazionale per mantenere l’ordine. Mario Frau, evaso da Theresienstadt il 27 ottobre, raggiunse subito Trieste e assunse un ruolo di grande rilievo nelle concitate vicende di quei giorni. Si legge nella motivazione della medaglia d’argento concessa sul campo: «Prigioniero di guerra, riusciva ad evadere ed a giungere a Trieste ove era scoppiata l’insurrezione. Messosi a disposizione del Comitato di salute pubblica, con fermezza, attività, intelligenza riuscì, organizzando la Guardia Nazionale e adottando altri provvedimenti di carattere militare ed amministrativo, a ristabilire in città la calma turbata da bande armate di teppisti e di carcerati liberati. Theresienstadt Trieste 27 ottobre-3 novembre 1918». 43 44 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Con la efficace sintesi propria del riconoscimento ufficiale dell’azione premiata, venne sottolineato come Mario Frau, primo soldato dell’esercito italiano ad entrare nella città così a lungo meta sognata, proprio mettendo a frutto doti di conoscenza e di esperienza acquisite con la vita militare sino ad allora trascorsa, avesse ottenuto che un corpo di volontari fosse organizzato e reso funzionante per risolvere i problemi di quei momenti, brevi come durata, ma particolarmente intensi e complessi. Soltanto nel pomeriggio del 3 novembre i soldati italiani sbarcarono in città. Sono bersaglieri giunti con diverse navi della flotta italiana tra cui il cacciatorpediniere “Audace”, il primo ad attraccare. Scese il Generale Petitti di Roreto che, nel silenzio della immensa folla radunatasi in attesa dello storico evento, gridò: «Prendo possesso di Trieste in nome del Re d’Italia!» All’enorme gioia degli italiani si contrapponeva la delusione degli slavi che miravano al possesso di Trieste e dell’Istria – e tale mira espansionistica sarà realizzata per l’Istria e per le nostre città dalmate dopo il secondo conflitto mondiale – e che pertanto avrebbero voluto che la città fosse stata occupata da truppe dell’Intesa, lasciando impregiudicata la definitiva assegnazione. Il Generale Petitti di Roreto venne nominato Governatore Militare della Venezia Giulia ed il Capitano Mario Frau collaborò con lui essendo stato comandato al Commissariato Civile di Trieste. In seguito alle ferite riportate in guerra e alle malattie che l’avevano colpito durante la prigionia, venne prima collocato a riposo, poi fu promosso maggiore e congedato definitivamente come mutilato di guerra. Ottenne l’incarico di Presidente provinciale dell’Opera Nazionale Mutilati ed Invalidi e svolse l’ufficio in varie città d’Italia e da ultimo a Cagliari. In questa attività si impegnò con particolare fervore esercitando ogni sforzo per tutelare quanti, come lui, avevano il corpo dolorosamente segnato servendo con coraggio la Patria. Durante la seconda guerra, richiamato col grado di Colonnello, gli fu affidato l’impegnativo ufficio di Presidente della Sezione provinciale di Cagliari per l’Alimentazione. Riuscì a superare con incessante lavoro il compito di vincere le enormi difficoltà sorte per le condizioni in cui la città e la Provincia si trovavano per i bombardamenti aerei, per la fuga dal capoluogo ed il conseguente problema dell’inserimento nelle località dell’interno dei cittadini sfollati, per la cessazione di afflusso di beni per l’isolamento dalla penisola. Dopo tanta attività spesa con rilevante prestigio e costante stima, un banale errore terapeutico ne stroncò la vita a soli 55 anni. ■ ichele Pintus è stato nominato – per il triennio 2011-2014 – Presidente della Sezione Sardegna dell’Istituto Italiano dei Castelli: Associazione culturale di grande prestigio, costituita per incoraggiare lo studio storico, archeologico e artistico dei castelli e dei monumenti fortificati, compresi i nuraghi, per la loro salvaguardia, conservazione, per promuovere gli eventuali restauri, per inserirli nell’attività pianificatoria riguardante il territorio. L’affidamento di tale ufficio è segno della stima che gode e merita quale docente e professionista di ottimo livello e per il costante impegno in attività di studio e diffusione della cultura: attuazione concreta del principio rotariano del servire. Al caro amico, valido “dente” della nostra ruota, vive congratulazioni. M giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 45 Paolo Savona al Club Vincere il pessimismo lavorando con tenacia Pasquale Mistretta l pessimismo sul futuro che si percepisce in Sardegna non è giustificato perché gli indicatori economici non sono poi così negativi come si vuol far credere. Con questo taglio di cauto ottimismo Paolo Savona, socio onorario del Club, ha tenuto il 14 aprile una piacevole e illuminante conversazione, in presenza di numerosi soci, dal titolo “Il quadro economico europeo e globale e i problemi che incontra la Sardegna”. Con un sintetico escursus sullo tsunami finanziario del 2008-2010, un’ondata che ha colpito il sistema finanziario mondiale e che si è trasmessa all’economia reale, e quindi sul reddito e sull’occupazione, Savona ha spiegato che il motivo va cercato nella grande invenzione finanziaria chiamata “derivati” (alcuni elementari, con operazioni sui tassi di interesse e con operazioni di cambio) e particolarmente ai derivati strutturati e ibridi, che hanno fatto perdere qualsiasi collegamento con l’economia reale. Con altre parole, l’operazione consisteva nel confezionare crediti al di sotto degli standard dei mercati che, mischiati con titoli buoni, venivano venduti sui mercati internazionali. L’operazione ebbe grande successo fino a quando alcune società si sono accorte che questi titoli non venivano rimborsati ai titolari di portafoglio. Per questi è stata una drammatica sorpresa che ha determinato una frenetica corsa alle banche con il tentativo, purtroppo senza risultati, di ricuperare il capitale investito, provocando con ciò il panico e il crollo del sistema. Concetti difficili da capire per i profani in sala, ma che la chiarezza espositiva di Paolo Savona ha consentito di cogliere, an- I che quando ha continuato spiegando la dinamica del dollaro USA e dell’euro, del ruolo strategico dei paesi del BRICS più forti del mondo (ed in particolare della politica finanziaria della Cina), ed infine dei rischi che l’Europa corre in assenza di un’unica politica fiscale europea (che è rimasta di competenza dei singoli Stati membri), tanto da considerare l’euro una “moneta senza stato”. Questi problemi colpiscono fortemente anche la Sardegna, ed in particolare le industrie, in quanto i contratti derivati sono ancora presenti e incidono sui prezzi delle materie prime e sugli accordi internazionali. Tuttavia non è giustificato l’eccessivo pessimismo di prospettiva perché, dagli ultimi dati a disposizione, la Sardegna è una delle tre regioni meridionali (tra le sette) che presenta una positività e il fenomeno è in continua crescita. Inoltre, tra le venti regioni italiane, la Sardegna per l’intero complesso delle attività economiche è la dodicesima. Quindi la spiegazione del perché la Sardegna non cresce a sufficienza e non crea occupazione, a causa della bassa produttività dei fattori, non può essere condivisa poiché altri dati significativi rilevano che il calo della produzione totale in Sardegna, nel periodo 2007-2009, è stato del 37%, a fronte del 98% del Mezzogiorno; quindi l’accusa che i lavoratori sardi lavorino peggio degli altri e non producano è assolutamente infondata. Un’altra voce che Savona considera fondamentale (ricordando una sua teoria del 1970, quando copriva la carica di presidente del Credito Industriale Sardo) è quella della “pentola bucata”, ovvero dello 46 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 spendere molto di più rispetto a quanto si produce. Spiega questo concetto dicendo che la Sardegna, se dispone di 100 euro all’inizio dell’anno (gennaio) ne perde 17,8 alla fine (dicembre); con questo deficit si rende impossibile lo sviluppo. Ha proseguito con l’esempio di un giovane che dovendo correre, con una canna, legata alla schiena, appesantita da quel deficit, non potrebbe mai competere con altri “corridori” senza canna. Tra questi si colloca la Lombardia che, avendo la stessa disponibilità di 100 euro all’inizio dell’anno, conclude l’annualità con 111,2, ovvero un incremento di 11,2 che consente di creare sviluppo e di mantenere il potere d’acquisto. Ciò nonostante la Lombardia ha un passivo verso l’estero di 8,2% del PIL, mentre quello sardo è soltanto del 7,3%, confermando una scarsa competitività verso l’estero, ancorché minore rispetto al territorio nazionale nei confronti del quale il passivo è del 10,5%. Soffermandosi ancora sul confronto tra Lombardia, Sardegna e Mezzogiorno, Paolo Savona, illustra altri dati pubblicati in un suo recente libro (DE BONIS R., ROTONDI Z., SAVONA P., a cura di, Sviluppo, rischio e conti con l’esterno delle regioni italiane, Unicredit Spa – Laterza, Roma-Bari, 2010) con i quali contrasta la tesi leghista del sacco del Nord. Succede infatti, come è noto, che il Nord trasferisca al Sud molte risorse finanziarie ma, è meno noto, che ne riceva molte di più in termini di reddito e di occupazione attraverso l’esportazione al Sud del 70% della produzione: in altri termini, paradossalmente, il Mezzogiorno è di sostegno all’economia reale del Nord. Ritornando ai problemi della Sardegna, Savona ha messo in guardia rispetto alle tesi ritagliate di politica economica, ricordando che il quadro regionale non può essere disgiunto dall’influenza che esercita la dinamica finanziaria globale in quanto la nostra Isola è «immersa in Europa e immersa nel mondo». Condizionamenti forti, ormai sperimentati in tante occasioni, come a proposito dei prezzi alla produzione del settore agricolo e pastorale, che sono vinco- lati e dipendono dalle negoziazioni fatte a tavolino nell’Unione Europea dove non si tiene conto dell’incidenza dei derivati. Per questo motivo la Regione dovrebbe impegnarsi a ricercare nuovi mercati e a sostenere le esportazioni, piuttosto che erogare agli operatori in difficoltà contributi compensativi di necessità, che però non danno un futuro. Ma non basta, perché le strategie da adottare per il settore primario sono soltanto una parte di quanto dovrebbe essere fatto dalla politica isolana, se si vuole bloccare il pessimismo diffuso e il rischio che gli imprenditori abbandonino l’isola. Quindi il suggerimento è quello di agire con una politica incisiva e autorevole da sviluppare con alcune azioni prioritarie: diffondere la coscienza dei problemi e delle opportunità di sviluppo negli abitanti, invitati a rimboccarsi le maniche e a smettere di lamentarsi; non smettere di curare la competitività, innovando i processi e la cultura tecnica; migliorare il marketing dei prodotti locali in Italia; incentivare le esportazioni all’estero disincentivando le importazioni dall’esterno; creare il capitale sociale, migliorando le condizioni dell’ambiente (a tal proposito la Sardegna ha le fortuna di non avere la criminalità organizzata del Sud perché la cultura sarda, compresa quella del pastore, la respinge diversamente da ciò che sta accadendo al Nord); semplificare la burocrazia facendo capire a tutti che il tempo (per espletare una pratica) è una delle variabili principali dell’economia moderna; e infine sviluppare il turismo perché è fonte esogena di reddito e contribuisce per circa il 3% di gettito netto compensando in parte il 17,8% del deficit rilevato. Insistendo sul turismo, e sulle potenzialità enormi della Sardegna, per crescere diventa fondamentale fare sistema mettendo tutti gli attori sulla stessa lunghezza d’onda che la Regione dovrebbe guidare coordinando una struttura di supporto territoriale, aero e portuale, una regolamentazione delle modalità del trasporto interno passeggeri e del sistema tariffario. Parallelamente la catena distributiva giugno 2011 — deve convincere i cittadini a consumare i prodotti sardi, anche se alcuni possono costare qualche centesimo in più rispetto a quelli della concorrenza, per ridurre lo sbilancio tra esportazione e importazione. La conclusione di Paolo Savona è dunque quella che il pessimismo innato dei sardi può essere rimosso, ma è indispensabile acquisire la consapevolezza che lavorando con tenacia, con intelligenza e con determinazione si riesce a produrre bene e a superare le difficoltà che volta per volta si presentano. Dopo l’intervento di Paolo Savona sono intervenuti per un breve dibattito Pasquale Mistretta sui rischi che possono derivare dalla forte diminuzione della popolazione nell’intera isola e dallo squilibrio gener- Rotary Club Cagliari 47 azionale tra giovani e anziani nei prossimi 40 anni; Gianni Campus sulla rigidità dei vincoli di paesaggio che disincentivano gli investimenti di alcuni affidabili operatori già attivi in Sardegna nel settore turistico; Ettore Atzori in merito al disinteresse che manifestano gli Istituti di Credito rispetto alle criticità del sistema imprenditoriale; Vincenzo Carrozza su quanto il pesante debito pubblico italiano possa condizionare la crescita; Giovanni Cavassino sulle demotivazioni e sulla stanchezza dell’imprenditore, tra l’altro frastornato da un sistema di norme e di regolamenti che rallentano l’attività d’impresa; infine Michele Rossetti sull’importanza delle infrastrutture di rete che lo Stato deve garantire con risorse finalizzate. ■ Messa in suffragio dei soci defunti l 16 aprile scorso, presso la basilica di Santa Croce, padre Salvatore Morittu, nostro socio onorario, alla presenza del Presidente e di un nutrito numero di soci accompagnati dalle signore, ha celebrato una messa in suffragio dei rotariani defunti. Nel corso della toccante omelia padre Morittu ha ricordato i tanti amici scomparsi che seguendo i più alti princìpi che animano il Rotary hanno voluto offrire alla comunità le loro azioni di servizio. I Vogliamo ringraziare di cuore Padre Salvatore che con la consueta disponibilità, nonostante i suoi numerosi impegni, ha voluto ancora una volta dimostrare la sua affettuosa vicinanza al nostro club. 48 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Le cellule staminali Attualità e prospettive per la salute dei Sardi Carlo Carcassi Le cellule staminali da cordone ombelicale: attualità e prospettive future l termine cellule staminali emopoietiche si riferisce ad una popolazione cellulare in grado di dare origine a tutti gli elementi corpuscolati del sangue periferico (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). Queste cellule sono in grado di rigenerare l’ambiente midollare in tutti quei casi in cui esso è stato danneggiato in seguito a patologie (ad esempio aplasie midollari), esposizione accidentali a radiazioni ionizzanti o a trattamenti chemio-radioterapici per la terapia di patologie tumorali. Dai primi trapianti di midollo osseo, effettuati da Thomas (premio Nobel per la Medicina nel 1990) e collaboratori nel 1957 è stato calcolato che siano stati trattati un numero sempre crescente di pazienti. Dati recenti mostrano che in Europa vengono effettuati oltre 20.000 procedure di trapianto ogni anno, di cui oltre 5.000 in Italia. Elemento determinante al fine di effettuare una procedura trapiantologica è la possibilità di reperire un donatore compatibile; la ricerca del donatore viene effettuata prioritariamente all’interno della famiglia, ma solo il 25% dei pazienti che necessitano del trapianto dispongono di un donatore compatibile in ambito familiare (generalmente un fratello o una sorella). Per tutti gli altri è necessario effettuare una ricerca nel registro internazionale dei donatori di midollo osseo, nel quale attualmente sono iscritti oltre 12.000.000 di donatori adulti. I Il cordone ombelicale come fonte di cellule staminali La difficoltà a reperire per alcuni pazienti un donatore anche nel registro internazionale o la necessità di un intervento terapeutico rapido (la ricerca di un donatore può richiedere vari mesi) hanno spinto a ricercare fonti alternative di cellule staminali emopoietiche rispetto al midollo. L’osservazione che il sangue placentare contiene cellule staminali emopoietiche ha indotto una serie di studi e sperimentazioni, prima su animali da laboratorio e poi sull’uomo, che hanno confermato la possibilità di utilizzare il sangue prelevato dal cordone ombelicale come fonte alternativa di staminali emopoietiche a scopo trapiantologico. In altre parole, le cellule staminali cordonali sono perfettamente in grado di ricostituire un midollo osseo dopo la sua distruzione ad opera di un trattamento radio-chemioterapico ad alte dosi. Il primo trapianto di staminali emopoietiche ottenute da sangue cordonale venne effettuato nel 1988 in Francia, ad oggi sono stati effettuati oltre 10.000 trapianti con questo tipo di cellule staminali, di cui quasi 700 in Italia, con risultati del tutto sovrapponibili a quelli ottenuti con cellule staminali da midollo o da sangue periferico. Il sangue cordonale raccolto immediatamente dopo il parto consente di utilizzare in modo appropriato un elemento biologico la cui relativa immaturità immunologica consente, fra l’altro, di superare, ancorché relativamente, le tradizionali barriere di compatibilità permettendo di effettuare il trapianto anche tra soggetti non perfettamente giugno 2011 — Rotary Club Cagliari compatibili, come invece è necessario per le staminali emopoietiche da adulto. La possibilità di effettuare trapianti con sangue cordonale ha indotto la costituzione di vere e proprie “banche”, dove vengono conservate le unità di sangue cordonale raccolte. Il numero delle banche di sangue cordonale è aumentato in questi ultimi anni molto rapidamente. In tutto il mondo oltre 400.000 campioni sono stati criopreservati e sono al momento disponibili all’uso trapiantologico in oltre 100 banche. L’unità di sangue cordonale, dopo la raccolta in sala parto, viene inviata alla banca, dove viene sottoposta ad una serie di controlli specifici per verificare l’idoneità alla conservazione e definire le caratteristiche immunologiche finalizzate all’analisi della compatibilità fra donatore e ricevente. In Italia, le banche di sangue cordonale, istituite esclusivamente all’interno di strutture pubbliche, svolgono la loro attività in base a standard di qualità e sicurezza definiti a livello nazionale ed internazionale. La rete nazionale italiana è attualmente composta da 19 banche (inclusa anche quella di prossima apertura a Cagliari), distribuite su tutto il territorio nazionale, ed è coordinata a livello centrale dal Centro Nazionale Sangue in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti, per i rispettivi ambiti di competenza. Le unità di sangue cordonale conservate presso le banche italiane sono oltre 20.000 e di queste oltre 800 sono state utilizzate a scopo trapiantologico, sia in Italia che all’estero. Uso “personale” delle staminali cordonali Una prestazione sanitaria è “appropriata” se è basata su evidenze scientifiche che scaturiscono dai risultati di rigorosi studi clinici prospettici, randomizzati e controllati, i cui risultati siano preferibilmente dimostrati e ripetibili a livello nazionale ed internazionale. Per quanto riguarda l’utilizzo delle cellule staminali da sangue cordonale, al momento esistono evidenze scientifiche del tipo sopra descritto solo per l’uso allogenico. Analoghe evidenze non esistono per l’uso autologo del sangue cordonale, per il quale sono invece riportati in letteratura solo casi aneddotici (solo 3 casi sono riportati in letteratura contro gli oltre 10.000 trapianti allogenici). L’uso delle cellule staminali emopoietiche da cordone autologo in caso di malattie neoplastiche o geneti- 49 50 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 che non rappresenta la migliore opzione terapeutica, dal momento che le cellule del sangue cordonale potrebbero essere già portatrici dei markers della malattia, anche se questa non è ancora evidente, con nessun beneficio, se non con danno, per il paziente. Il rischio stimato che un bambino possa sviluppare una patologia per la quale vi sia la necessità di effettuare un trapianto prima del 10° anno di vita varia da 1:200.000 a 1:2.700. Questa bassa probabilità non giustifica un programma di conservazione autologa, anche perché le evidenze relative agli indici di rilascio delle unità di sangue cordonale donate dimostrano che, in caso di necessità, la probabilità di ritrovare il proprio cordone in banca è del 97-98% (l’indice di rilascio varia dal 2% al 3%). Non sono segnalati casi di infusione di cellule staminali emopoietiche congelate per oltre 15 anni, per cui non vi sono certezze sulla possibilità di mantenere le caratteristiche biologiche e funzionali di queste cellule per lunghi tempi di conservazione. Negli ultimi anni, studi condotti da vari gruppi di ricercatori hanno dimostrato ulteriori potenzialità delle cellule staminali e la possibilità di utilizzare tali cellule, sottoposte a manipolazioni più o meno estensive, per il trattamento di alcune patologie degenerative, aprendo un ulteriore capitolo della medicina denominato “medicina rigenerativa”. Etica Vari autori, società scientifiche e comitati etici internazionali hanno espresso parere sfavorevole sulla conservazione autologa nel corso degli anni, scoraggiando l’istituzione di banche private a scopo di lucro e incoraggiando la donazione allogenica solidaristica in strutture pubbliche e la conservazione dedicata nei casi in cui l’evidenza scientifica abbia dimostrato un vantaggio come per la beta-talassemia, ad alta incidenza in Sardegna. In conclusione, si ritiene opportuno e doveroso accogliere e condividere le raccomandazioni delle società scientifiche, degli esperti in materia, nonché degli organismi di bioetica, che si sono espressi sull’argomento non raccomandando o scoraggiando la conservazione autologa del sangue cordonale. Si ritiene, altresì, che l’attuale legislazione italiana sia coerente con questa posizione e che essa sia equilibratamente rispettosa dei diritti dei cittadini, nel primario interesse di sostenere l’accesso equo e paritetico a prestazioni sanitarie appropriate e di alto valore assistenziale. Per quanto concerne la conservazione e l’utilizzo autologo del sangue cordonale, è garantito l’impegno a valutarne in prospettiva l’applicabilità, ma unicamente con riferimento ad evidenze scientifiche di elevata affidabilità e ad indicazioni cliniche appropriate. ■ l 4 aprile scorso, Paola Dessì è stata trasferita ad Oristano per svolgervi le funzioni di Vice Prefetto Vicario. L’incarico è segno dell’alta considerazione delle sue doti professionali ed anche dei modi signorili e cortesi che valgono a promuoverle attento ascolto e viva simpatia. Siamo felici per lei, augurandole che continui ad ottenere meritati successi, rammaricandoci che non potrà, con la stessa frequenza del passato, essere presente alle nostre riunioni; le sarà possibile, quando lo desideri, partecipare a quelle del club di Oristano i cui soci le hanno già manifestato di essere ben lieti di ospitarla. I giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 51 Sulle note di un’allegra marcetta Quando nacque L’Unione Sarda Mauro Manunza entoventi anni fa il quotidiano The Washington Post volle una composizione musicale tutta per sé e la chiese a John Philip Sousa, autore di inni militari divenuti immortali, quali la marcia nazionale americana “Stars and Stripes Forever” e quella dell’esercito Usa “Semper Fidelis”. Nacque così nel giugno del 1889 la celeberrima marcia “The Washington Post”, il cui autore non per caso è ricordato con una community room nel palazzo del giornale (It is the newspaper’s tribute to the man who first gave it worldwide fame). Singolare coincidenza: nell’ottobre di quell’anno esordì il quotidiano L’Unione Sarda (quattro pagine al prezzo di cinque centesimi), e l’avvenimento fu celebrato pochi mesi dopo con la creazione di un’allegra marcetta intitolata appunto al nuovo giornale. La mazurca “L’Unione Sarda” fu composta nel 1890 dal maestro Raffaele Ascolese, ufficiale siciliano che guidava la banda musicale del 4° reggimento della Regia Fanteria. Nato a Catania nel 1855, Ascolese aveva studiato nel Conservatorio musicale di Napoli e quando giunse a Cagliari vantava già un ottimo curriculum di compositore: i suoi valzer, polke, serenate e marce militari gli avevano procurato, ancora ventottenne, la croce di Cavaliere della Corona d’Italia «pei suoi speciali meriti artistici». Fu nell’agosto del 1890 che sul molo di via Roma sbarcarono dal piroscafo “Umberto I” i fanti del quarto reggimento al comando del colonnello Stefano Horn, ex garibaldino della Legione Ungherese. L’accoglienza fu festosa, perché quel reggimento vantava precedenti gloriosi nell’isola: nel 1792 un suo battaglione era corso in aiuto delle mi- C lizie sarde impegnate a contrastare l’attacco dei Francesi, impedendo lo sbarco di una fregata a Sant’Elia; e nel febbraio del ’93 aveva respinto la colonna di invasori che dalla spiaggia di Quartu muoveva verso la città. Peraltro, una divisione del “4° Fanteria” era legata al nome del cagliaritano Efisio Cugia che l’aveva comandata nella battaglia di Custoza, 1866. Il reggimento, fra l’altro, era fiero della sua banda musicale, considerata fra le migliori dell’Esercito. Quando giunse a Cagliari, la banda era diretta dal cavalier Ascolese, del quale i più attenti musicofili conoscevano la “Serenata” dedicata alla regina Margherita (che l’aveva ringraziato donandogli un prezioso monile) e l’inno “Savoia Wittelsba- 52 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Raffaele Ascolese ch” composto in occasione delle nozze del Duca di Genova e per la “Grande fantasia descrittiva” scritta in onore di Guglielmo II imperatore di Germania (composizione che lo aveva definitivamente consacrato Maestro). Visti i precedenti, è facile immaginare l’orgoglio di quei pionieri redattori cagliaritani del neonato “giornale politico quotidiano” quando la Banda del reggimento ospite, seguendo la bacchetta di Ascolese, intonò l’allegro risoluto della mazurka creata per L’Unione Sarda. Né loro, né gli altri cagliaritani accorsi allo straordinario concerto pubblico immaginavano di essere parte di un ideale (e assolutamente inconscio) gemellaggio con la lontana città di Washington e con il suo prestigioso giornale. Si può invece credere che la circostanza non fosse ignota al musicista catanese, certamente attento agli spartiti delle celebri bande militari del tempo e quindi ammiratore di Sousa, che era leader della Banda della Marina statunitense. Il reggimento di fanteria andò via nell’ottobre 1893 lasciando rimpianti. Anche i militari soffrirono il distacco, come dimostrò il tenente Campolieti autore di un’appassionata ode in versi: “Addio alla Sardegna”. Ma fu soprattutto il capo-musica a consegnarci, oltre alla mazurca, alcune melodiose perle: una marcetta intitolata “Sa tracca” e un “Omaggio a Cagliari”, scherzo su motivi di ballo sardo. Raffaele Ascolese sarebbe rimasto a lungo nell’oblio se dopo un secolo non fosse stato rispolverato dalla Banda musicale “Giuseppe Verdi” di Sinnai, che il 6 gennaio 1990 celebrò i suoi sette decenni di attività con un concerto diretto dal maestro Andrea Saba: musiche di vari autori (Albinoni, Brahms, Haendel, Strauss, Silesu, Manca-Casu, Murgia) con al posto d’onore la misconosciuta mazurka di Ascolese. Un modo elegante per festeggiare i settant’anni dell’associazione musicale sinnaese (fondata da Adolfo Rachel) e i cento dell’Unione Sarda, che ormai hanno compiuto – rispettivamente – 90 e 120 anni. ■ giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 53 Dal flebotomo allo specialista laureato La pratica della chirurgia nel Regno di Sardegna Angelo Deplano n Sardegna l’evoluzione della chirurgia è stata piuttosto travagliata: durante tutta la prima metà del 1700 vi era esercitata da alcuni chirurghi che avevano studiato in Spagna, in Francia o in Italia, e da moltissimi praticoni privi di cultura, più o meno dotati di esperienza, tra i quali si distinguevano “silurgianus”, “flebotomi” e “barbieri”. L’appellativo “silurgianu” deriva dallo spagnolo: infatti ancor oggi in Spagna il chirurgo è chiamato “cirujano”. Il Dizionario della Lingua Italiana del Di Mauro dice che in passato il “flebotomo” praticava salassi ed eseguiva le operazioni chirurgiche più semplici. Ma l’Enciclopedia Medica Italiana, edita nel 1952, non menziona la voce “flebotomo” nella accezione che ci interessa, il che dimostra quanto sia desueta la relativa attività. Per il vero, come poi vedremo, i Re di Spagna avevano tentato fin dai primi anni del 1600 di istituire nelle Università di Cagliari e di Sassari delle Cattedre per l’insegnamento della chirurgia, ma poiché le due Università non erano riuscite ad affermarsi ed erano decadute subito dopo la loro istituzione, lo stesso destino avevano subìto le relative Cattedre di chirurgia. Solo molto tempo dopo, nel 1759, durante il regno di Carlo Emanuele III di Savoia, si verificarono gli avvenimenti che i documenti custoditi presso l’Archivio di Stato di Cagliari permettono di ricostruire, e che portarono all’affermazione della chirurgia come disciplina universitaria in Sardegna. Il primo documento che è stato reperito è un I “SENTIMENTO DELLA GIUNTA sulla memoria intorno agli Studj di Cirurgia” (all’epoca si usava il termine “Sentimento” per indicare un progetto di normativa.) In esso si legge: «Si è fatto premura S. Ecc.za di raunare nanti se la Giunta composta de’ SS.ri Reggente la Real Cancelleria Niger, Giudice Anziano della Real Udienza D.n Franco Cadello, Protomedico Fancello, e Cerusico Collegiato della Regia Università di Torino Michele Plassa Professore di Cirurgia in questa Capitale all’oggetto di disaminare la memoria d’Istruzioni, e Regolamenti per gli Studj di essa Professione, a seconda di quanto S.M.tà si è degnata ordinare nel venerat.mo Reale Dispaccio del Primo del caduto Giugno ed in quello de’ 2 di esso Mese di S.E. il Sig. Conte Bogino Ministro di Stato. Quindi ha preso il Congresso in consideraz.ne l’accennata memoria riguardante le Istruzioni da prescriversi ad esso Professore, ed il buon regolamento di studj, e vi ha fatto le seguenti riflessioni». Così recita la prima parte del documento, che prosegue con svariate considerazioni e indicazioni, sulle quali si tornerà in seguito. In calce, la firma del Viceré, Conte Tana, e quelle degli stessi dignitari i cui nomi sono citati nel testo. Datato Cagliari, li 10 luglio 1759. In sostanza, il Re Carlo Emanuele III aveva comandato che si studiasse l’istituzione di una cattedra di chirurgia presso l’Università di Cagliari. 54 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Carlo Emanuele III di Savoia, Re di Sardegna Un secondo documento è il «MANIFESTO per il nuovo Piano, che si stabilisce riguardo agli Studj ed esercizio della Cirurgia nel Regno di Sardegna». (Il termine “Manifesto” è usato per render pubblico un programma che, prendendo le mosse dalle indicazioni del “Sentimento della Giunta”, si è evoluto con l’apporto di diversi contributi successivi.) Sembra doveroso ricordare che l’iniziativa relativa all’istituzione della Cattedra di Chirurgia fu una delle tante prese dal conte G.B. Bogino in favore della Sardegna. Purtroppo in Sardegna il nome del conte, che pur tanti benefici aveva procurato all’Isola, è stato tramandato nel modo più negativo. Infatti, per via di quel carattere orientato verso la severità, è generalmente ricordato solo come un perfido boia: Cagliari, duomo: il cenotafio di Martino il Giovane, Re d’Aragona «Su Bugginu t’impicchidi!» (che tu sia impiccato dal Bogino!) è l’espressione che frequentemente si rivolge in vernacolo a qualcuno o con intenzione offensiva o persino scherzosamente, ma sempre in rapporto alla sua fama terribile. Ma ormai anche noi Sardi dovremmo dimenticare lo sterile risentimento col quale abbiamo ripagato per tanto tempo la sua severità, per risolverci a ricordare la generosità e l’intelligenza con le quali il conte Bogino ha pensato e voluto fortemente tante riforme, provvidenze e realizzazioni fondamentali per il progresso dell’Isola. Prima di procedere all’esame dell’Editto Vicereale col quale, in data 30 agosto 1759, si rende ufficiale l’obbligo di osservare quanto prescritto dal “Manifesto”, sembra utile fare un passo indietro per ricordare quanto di buono e valido era stato realizzato nell’Isola nel campo della Sanità Pubblica a partire dal periodo della dominazione aragonese, e ciò, nonostante la desolazione causata dalle continue guerre e dalle frequenti carestie. giugno 2011 — Rotary Club Cagliari Baltasar de Zuñiga y Guzman. Marchese di Valero e di Ayamonte, viceré del Sovrano di Spagna in Sardegna L’Ufficio del Protomedicato del Regno di Sardegna era stato istituito fin dal 9 marzo 1456, con sede in Cagliari, dal Re d’Aragona Alfonso V il Magnanimo. Il Protomedicato fu il primo serio tentativo di razionalizzare e migliorare la situazione sanitaria nell’Isola, fino ad allora del tutto priva di controllo. Nel 1477 fu creato anche il Tribunale del Protomedicato, deputato ad autorizzare l’esercizio della professione solo previo il superamento di un esame. L’Ufficio Protomedicale forniva il parere circa i provvedimenti di natura sanitaria al Viceré e questi emanava i relativi ordini; inoltre il Protomedicato ha avuto il merito di aver dato inizio, fin dalla metà del XV secolo, alla difesa delle coste dell’Isola dai morbi epidemici e contagiosi. Nell’anno 1479, quando furono riunite sotto la corona di Spagna quelle di Castiglia e di Aragona, il Regno di Sardegna fu infeudato al Re di Spagna e da allora, a capo del Protomedicato e di tutte le altre istituzioni 55 dell’Isola, fu nominato un Viceré spagnolo. Gli spagnoli ebbero cura di far attrezzare un lazzaretto ad Alghero e uno a Cagliari. Giuseppe Dodero scrive nella sua Storia della Medicina e della Sanità Pubblica in Sardegna che l’autorizzazione formale all’istituzione dell’Università di Cagliari fu concessa dal Re Filippo III nel 1602, e che con Privilegio Pontificio del 16 febbraio 1606 cominciò a funzionare uno Studio Generale con cattedre dedicate alle discipline teologiche-filosofiche, parecchie delle quali coperte dai Gesuiti. Giancarlo Sorgia invece, nel suo libro Lo Studio Generale Cagliaritano, Storia di una Università, attribuisce la data del Privilegio Pontificio a una Bolla emanata da Paolo V in data 12 febbraio 1607. Lo stesso Re Filippo III istituì poi l’Università di Cagliari. Gli Statuti furono pubblicati il 1° febbraio 1626, anno in cui iniziò effettivamente l’attività accademica. Nell’ambito del corso di laurea in medicina furono istituite due cattedre di chirurgia, assegnate rispettivamente ai dottori Mostallino e Galcerin (considerati competenti probabilmente in quanto ambedue Protomedici). In un secondo tempo furono istituite quattro cattedre, tre delle quali per il corso di medicina e una per quello di chirurgia. Lo Studio Generale dell’Università di Sassari nacque qualche anno prima di quello di Cagliari, ma il Re Filippo IV istituì l’Università, con Diploma Reale, soltanto il 18 ottobre 1632, affidandone ai Gesuiti il governo e l’insegnamento. L’A- 56 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Editto del Conte Tana, Viceré del Sovrano sabaudo in Sardegna teneo turritano iniziò l’attività nel 1634, ma, come si è detto, entrambe le Università sarde andarono incontro a grossi problemi che le portarono rapidamente alla decadenza. Nella prima metà del ’600 si era provveduto ad istituire anche la Giunta di Sanità, composta da alti dignitari tra i quali il Protomedico, con l’incarico di vegliare sulla Sanità Pubblica e di aver particolare cura nel preservare l’Isola dai morbi contagiosi. Nonostante questi accorti provvedimenti, nel 1651 una funesta epidemia colpì tutta la parte settentrionale dell’Isola, uccidendo a Sassari ben 15.000 persone. La guerra di Successione Spagnola, che si scatenò dopo la morte del Re Carlo II, avvenuta nell’anno 1700, condizionò per dieci anni l’occupazione dell’Isola da parte degli imperiali austriaci, e infine il 2 agosto 1718 il Trattato di Londra assegnò la Sardegna ai Savoia. Da allora il Protomedicato e gli altri Uffici furono soggetti a Viceré che arrivavano da Torino. Il 5 aprile 1738 il Viceré marchese Carlo Amedeo di Rivarol promulgò un Pregone, anch’esso attualmente custodito presso l’Archivio di Stato di Cagliari e manoscritto in lingua spagnola. A questo proposito è interessante notare che durante gli anni successivi alla presa di possesso del Regno di Sardegna i Savoia avevano usato ancora la lingua del precedente regime allo scopo di facilitare il rapporto con la popolazione, da secoli abituata a quell’idioma. Con quel Pregone il Viceré proibiva ai laureati nelle scienze mediche l’esercizio della professione qualora non avessero compiuto tre anni di pratica: si dimostrava così un certo interessamento per la Medicina ma, come già detto, l’istituzione di una Cattedra di Chirurgia fu riproposta solo il 10 luglio 1759, per quanto il Protomedico Giuseppe Fancello avesse insegnato Chirurgia a Sassari per alcuni anni prima di quella data, e per un periodo imprecisato. Il documento è pubblicato in spagnolo con a fronte la traduzione italiana; riallacciandomi con quanto detto in precedenza vorrei ricordare che partì proprio dal Ministro Bogino l’iniziativa di dare all’Isola un’impronta di italianità. I concetti più importanti espressi nelle ventinove istruzioni possono essere così sintetizzati: il Professore era tenuto ad espletare le lezioni di chirurgia in lingua italiana; per le esercitazioni doveva essere utilizzato o il cadavere di un giustiziato o quello di un soggetto deceduto negli ospedali; gli studenti, per essere ammessi agli esami, erano tenuti a dimostrare la frequenza sia alle lezioni che in ospedale; gli studenti che intendevano esercitare la professione nelle città erano tenuti a seguire un corso di due anni e due esami, mentre quelli che intendevano esercitarla nei villaggi erano tenuti a seguire un solo anno di corso e un esame; la commissione esaminatrice doveva essere composta dal Protomedico, dal Professore e da due Cerusici Collegiati; coloro che da allora in poi avessero osato esercitare la chirurgia senza aver seguito il relativo corso di studi e superato gli esami, sarebbero stati severamente puniti; ai Cerusici del Capo di Sassari si limitava severamente la possibilità di esercitare in quello di Cagliari; si disponeva l’obbligo per i flebotomi di presentare tempestivamente alle Autorità le proprie Patenti; inoltre si raccomandava ai Ministri di Giustizia di vegliare sul puntuale rispetto delle precedenti determinazioni. giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 57 Il 21 agosto 1761, dopo appena due anni dal 1759, il Viceré conte Tana ritenne indispensabile promulgare un Pregone che conteneva disposizioni più severe: in esso si proibiva ai flebotomi di lavorare nelle piazze in cui fosse presente un chirurgo e ai chirurghi di esercitare l’arte medica. Giancarlo Sorgia scrive che, con Diploma Regio del 28 giugno 1764, il Re Carlo Emanuele III approvò uno schema di Costituzioni, proposto per l’Università di Cagliari, che ricalcava quelle in vigore nell’Università di Torino. Un Billancio dell’Università di Cagliari compilato in data 11 luglio 1764, anche questo custodito dall’Archivio di Stato, si riferisce a “Cattedre ed altri Impieghi dell’Università” ed è relativo a “stipendi e trattenimenti in moneta di Piemonte”. Il documento divide le spese tra: Teologia, Legge Canonica e Civile, Filosofia, Matematiche, Rettorica, Medicina, Chirurgia. La Medicina dispone di quattro Cattedre: Materia Medica al Dr. Pietro Francesco De Gioanni; Teorico-Pratica al Dr. Giacomo Giuseppe Paglietti; Notomia “ai suddetti alternativamente”; Instituta e Medica al Protomedico Fadda. La Chirurgia ha una Cattedra per Michele Plazza. Un Diploma Regio promulgato dallo stesso Re Carlo Emanuele III nel 1765 rifondò anche l’Università di Sassari, con le stesse Facoltà prese in considerazione per quella di Cagliari. In data 18 luglio 1766 “Il Protomedicato di Sardegna” mandò “a tutti i Tenenti Protomedici, o Delegati” e con obbligo di pubblicazione, un Manifesto che proibiva: «A qualunque chirurgo, così nelle Città; come nelle Ville provviste di Medico, di assumere cure di malattie non chirurgiche, principalmente febbrili, né ricettare in alcun modo – medicine interne». Infine Carlo Felice, Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme, in data 1.mo Marzo 1822, promulgò un: “Regio Biglietto” di Carlo Felice di Savoia, Re di Sardegna Il documento consta di un prologo e di XIX articoli: il più significativo dei quali sembra essere il VI, che così recita: «Essendo ugualmente preziosa la salute degli individui dimoranti nei Villaggi, che quella dei Cittadini, e richiedendosi perciò in chi attende alle facoltà salutari eguale maestria, e capacità sia in un luogo, che nell’altro, rimane abolita la diferenza stabilita a tale proposito nel predetto titolo 22 delle Regie Costituzioni, e saranno perciò sì gli uni, che gli altri sottoposti all’istesso corso di studj teorici, e pratici, ed all’istesso sistema di esami». Negli altri articoli il Sovrano disponeva che la “Notomia” dovesse esser insegnata in italiano, e non più in latino; ordinava che il corso di Chirurgia dovesse essere per l’avvenire di quattro anni, negli ultimi due dei quali gli studenti sarebbero stati tenuti ad intervenire alle lezioni pratiche negli ospedali. Inoltre ordinava che si procedesse ad organizzare per gli studenti di Chirurgia an- 58 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 L’Università di Cagliari all’epoca di Carlo Felice di Savoia, Re di Sardegna che la frequenza obbligatoria alle lezioni di “Notomia”. Sarebbe stato consentito agli studenti di Chirurgia di assistere alle lezioni di Fisiologia, Igiene e Terapeutica presso le Scuole Mediche: di tale frequenza si sarebbe tenuto conto al momento della Laurea in Chirurgia. Concludendo, tutto il merito di aver stimolato la rinascita della Cattedra di Chirurgia spetta senza dubbio al “Sentimento” e al “Manifesto” ispirati nel 1759 dal conte Bogino, ed esitati nell’“Editto” del conte Tana. Però il “Sentimento” affermava come cosa ovvia che i Cerusici destinati ad esercitare nelle città dovessero essere più preparati di quelli che avrebbero dovuto servire nelle campagne: e fu solo con l’Articolo VI del “Biglietto” promulgato nel 1822 dal Re Carlo Felice che si ebbe il correttivo a quell’orientamento ancora influenzato da convincimenti arcaici sul modo di concepire la società civile: il conte Bogino, con tutte le sue qualità, è pur sempre da considerarsi un figlio del suo tempo. BIBLIOGRAFIA • ANONIMO, Billancio dell’Università (di Cagliari) con Disp° 11 Lug.° 1764 manoscritto, Archivio di Stato di Cagliari • CARLO FELICE RE DI SARDEGNA DI CIPRO E DI GERUSALEMME, Regio Biglietto con cui Sua Maestà dà varie disposizioni per la migliore illustrazione degli Studj Chirurgici nelle due R. 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Pregone Viceregio che proibisce ai laureati nelle Scienze Mediche di poter esercitare la loro Professione se prima non hanno compiuto tre anni di pratica manoscritto, 5 aprile 1738, Archivio di Stato di Cagliari • SORGIA G., Lo Studio Generale Cagliaritano, Storia di una Università, STEF s.p.a. per l’Università degli Studi di Cagliari, 1986 • TANA CONTE F. et al,, Sentimento della Giunta sulla memoria intorno agli Studj di Cirurgia manoscritto, 10 luglio 1759, Archivio di Stato di Cagliari • TANA CONTE F. et al., Progetto di Manifesto per la Cattedra di Chirurgia, manoscritto, 1759, Archivio di Stato di Cagliari •TANA CONTE F., Editto Vicereale per lo stabilimento della Cattedra di Cirurgia in questa Città, inseguendo le intenzioni di Sua Maestà. Cagliari li 30 Agosto 1759, stampa, Archivio di Stato di Cagliari giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 59 Al Rotary si matura Festeggiati altri due ottantenni Marcello Marchi Nello scorso numero avevamo ricordato il tris dei soci che avevano raggiunto gli ottant’anni (Artizzu, Cascìu, Sanjust) salutati, il 9 dicembre 2010, in simpatica festa, rimandandola all’anno in corso per l’altro tris: Angelo Aru, nato nel 1930, ma negli ultimi giorni del dicembre e i due soci, nati nel primo semestre del 1931, Giuseppe Fois e Piero Nuti; scrivendo, al corrente del suo male, «che speriamo di riavere con noi». La speranza non si è avverata, Piero ha lasciato il mondo terreno. Tutti lo ricordiamo con grande rimpianto espresso anche in questa rivista. sono le lettere che negli annunci economici aprono, spesso, la comunicazione per avere, ricorrendo alla prima lettera dell’alfabeto, sovente ripetuta, il posto iniziale della rubrica onde attirare immediatamente l’attenzione del lettore. Angelo Aru, A.A., appunto le sue cifre, non ha certo bisogno di esse per destare attenzione, sono la sua scienza, la cultura, l’impegno, l’apporto allo studio dell’ambiente ed ai rimedi necessari per preservarlo che impongono di avere una considerazione tutta speciale per quanto ha operato sinora nel lungo tratto di vita senza cessare, neppure adesso, la sua attività. Nato il 26 dicembre 1930; è sposato con Annuska Malquori; ha una figlia, Monica moglie del dott. Sergio Podda, genitori di Valentina, 8 anni, e Luca, 6 anni. Laureato in Agraria a Sassari si è poi specializzato in Scienza del suolo a Firenze. Ha insegnato geopedologia nelle Università di Cagliari e Venezia. Nel nostro Ateneo ha concluso la sua carriera di docente. Lo studio del suolo e, in particolare, del suo degrado e dei rimedi per risolvere i gravissimi danni che esso comporta, è stato A.A. sempre il centro dei suoi studi e degli innumerevoli interventi che lo hanno visto protagonista. Anche nell’ambito del Rotary – fa parte del nostro Club sin dal 1977 – ha promosso attività, o vi ha partecipato, dirette alla salvaguardia del suolo, alla tutela dell’ambiente, all’urgente problema delle risorse idriche, al pericolo della desertificazione, riferendone anche in questa rivista, 60 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 oltre che, più ampiamente, in convegni specificamente dedicati a queste primarie esigenze. Autore di una Carta dei Suoli della Sardegna, di pubblicazioni di altissimo valore scientifico, di interventi diretti in Italia e all’estero, ha riscosso unanime plauso segnato anche dai numerosi premi conferiti (da ultimo, nel 2010, come Agronomo dell’anno). Nel libro per i 60 anni del Club, (ma già nella Rivista del giugno 2007) viene specificamente ricordata l’azione solidale promossa per il Benin, uno dei Paesi africani più poveri, realizzata proprio per l’intervento di Angelo che compare, ritratto con il Grande Capo locale, il Re – con tale titolo è onorato – con la solita aria tranquilla di chi si trova sempre a suo agio. Angelo continua oggi la sua preziosa collaborazione alle azioni del Club, con lo stesso lodevole impegno con cui lo ha presieduto nel 2002/2003 ed ha partecipato a tante commissioni. compito di avviare la filiale neonata), Pistoia, Vicenza, ancora Pisa, Cagliari (1988) ed infine, palese segno della stima e della considerazione godute per le capacità professionali, Napoli dal 1992 al 1996. Rotariano di antica data, essendo entrato nel Club di Oristano nel 1977 e poi, via via, socio di Pistoia-Montecatini, Vicenza, Pisa, del nostro Club dal 1988 al 1992 ove rientra nel 1996, dopo essere stato in quello di Na- Giuseppe Fois Nato a Cuglieri il 6 febbraio 1931, ha conseguito la laurea in Scienze Economiche e Commerciali presso la Università di Cagliari nel 1957. Ha anche svolto attività didattica insegnando, per tre anni, Ragioneria e Tecnica bancaria e mercantile presso l’Istituto Tecnico Commerciale di Nuoro. La passione per l’economia lo ha indotto ad affrontare il difficile concorso per l’ingresso nella carriera direttiva della Banca d’Italia. È noto che l’Istituto è particolarmente severo nella scelta dei funzionari che, soprattutto nel progredire della carriera, assumono incarichi e decisioni di grande importanza. Giuseppe Fois nel 1958 vince il concorso e, l’anno successivo, è destinato a Sassari. Nel 1960 si sposa con Lina Carrus, docente di lettere. Il loro figlio, Luca, è padre di due bambine Arianna di 11 anni e Simona di 6. Le sue capacità sono subito apprezzate ed i successivi trasferimenti appaiono tappe di una continua progressione. Nuoro,Vercelli, Pisa, Sassari, Oristano (ove è chiamato al poli dal ’93 al ’96. Sono ben 34 anni di vita rotariana: un lungo periodo trascorso in varie città italiane che porta a trarne molteplici considerazioni. Anzitutto è la riprova della persistenza in lui di una adesione ferma e costante ai valori Rotariani, poi, di una esperienza tanto più valida in quanto formatasi in Club, che pur nella unità degli intenti, li perseguono con diverse sfumature di modi. Inoltre, la costante chiamata a far parte del Rotary in tutti i luoghi in cui ha esercitato la professione, dimostra come egli sia stato sempre stimato e ritenuto meritevole di essere inserito nei Club locali. Anche qui ove, ormai, vanta molti anni di appartenenza, con il suo carattere amabile, con l’interesse per la vita sociale, con l’assidua frequenza, costituisce una valida tessera del nostro mosaico. ■ giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 61 Libro di Pasquale Mistretta e Chiara Garau Autonomia, il sonno e la ragione Marcello Marchi i intitola Autonomia, il sonno e la ragione, il libro scritto a quattro mani da Pasquale Mistretta e Chiara Garau, recentemente pubblicato dalle Edizioni Della Torre. L’intento degli autori è quello di analizzare gli oltre sessant’anni dell’autonomia della Sardegna dal punto di vista storico, politico, demografico e sociale con lo scopo di «focalizzare l’attenzione della politica sulle questioni più delicate, che richiedono chiarezza di intenti e tempestività nelle decisioni». È un punto di vista particolare quello di Pasquale Mistretta, professore emerito di Urbanistica alla Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari, e di Chiara Garau, ingegnere, dottore di ricerca in Ingegneria del Territorio nell’Università degli Studi di Cagliari, che utilizzano una chiave di lettura influenzata dalla loro specializzazione urbanistica «la quale offre, forse più di altre discipline, molti strumenti per cogliere e tentare di interpretare settori di conoscenza diversi e riferiti ad un arco di tempo molto ampio». In apertura dell’opera gli autori sottolineano che la nostra isola è profondamente legata alle sue radici storiche ma deve, ora più che mai, guardare al futuro e decidere quale strada imboccare per poter avere un ruolo incisivo nel quadro europeo e mediterraneo. Per farlo è necessario porsi nei confronti delle vicende che hanno interessato e interessano la Sardegna, contemporaneamente come osservatori e come attori di una realtà in continua evoluzione, per ricercare concreti strumenti che rendano S plausibili e fattibili le azioni politiche e strutturali più idonee. Nella prima parte del libro si affronta dunque l’analisi delle contestualità, partendo da un aspetto imprescindibile quale l’insularità per poi allargare lo sguardo alla più ampia realtà italiana. Si mettono a confronto le tre Questioni: quella sarda, quella meridionale e quella settentrionale. Si tratta la specialità statutaria e le politiche di programmazione e di pianificazione del territorio. Nella seconda parte del volume si discutono invece le prospettive, il percorso culturale e istituzionale, i fattori di cambiamento urbanistici e territoriali. 62 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Non è un messaggio di pessimismo, ma piuttosto un incoraggiamento per una presa di coscienza e di azione quello che gli autori vogliono esprimere con questo libro che concludono riassumendo con tre espressioni in dialetto cagliaritano «le questioni poste sul tappeto che trattano dell’autonomia e della specialità; delle respon- sabilità dirette e del tempo dell’agire; della consapevolezza di avere la forza e l’intelligenza per crescere: «Attura attentu, po’ no ti fai pappai is maccarronis in conca»; «Scirarindi de pressi po’ no mi fai perdi su mengianu»; «A ti biri mannu e bonu e cun tottu su chi disigiasa». ■ mezzi di informazione hanno ampiamente diffuso la notizia della nomina a Cavaliere del Lavoro di Franco ARGIOLAS. I Per il nostro Club è motivo di grande gioia, anche per la luce riflessa che ne gode, che uno dei suoi soci venga insignito di così alta onorificenza (in passato, per quanto ricordiamo, aveva premiato un altro socio, Franco Trois). L’Ordine al Merito del Lavoro è una istituzione creata dal re Vittorio Emanuele III nel 1901, e ripresa, in virtù dell’unanime stima del suo valore, dalla Repubblica che l’ha riordinata nel 1952 e 1986, che premia ogni anno, proprio nell’anniversario della nascita di Essa, il 2 giugno, venticinque imprenditori che «si siano resi singolarmente benemeriti nell’agricoltura, nell’industria, nel commercio, nell’artigianato, nell’attività creditizia e assicurativa». Capo dell’Ordine è il Presidente della Repubblica che su proposta, attualmente, del Ministro della Sviluppo Economico di concerto con quello delle Politiche Agricole, sceglie fra una rosa di 40 candidati i 25 meritevoli, scelta particolarmente rigorosa (si pensi che in 110 anni dell’Ordine sono stati nominati soltanto 2697 Cavalieri). L’azienda familiare che Franco dirige, con il fratello Giuseppe, ha origine quasi centenaria, risalendo al 1918, ad una iniziativa dell’omonimo nonno Francesco, poi proseguita dal padre Antonio, che in un secolo di vita, ha proseguito ed ampliato l’attività con il concorso poi dei figli e, oggi, anche dei nipoti. Il prestigioso titolo è quindi il riconoscimento di una attività continua, intelligente, che ha saputo introdurre nell’esperienza di una conduzione familiare antica le più moderne tecniche, per produrre vini di mirabile gusto imponendoli in tutti il mondo con notevoli benefici economici e di immagine per la Sardegna. Congratulandoci con Franco esprimiamo i più affettuosi auguri perché prosegua il lavoro con rinnovati successi. giugno 2011 — Rotary Club Cagliari 63 COMMISSIONI ANNO 2011-2012 AMMINISTRAZIONE DEL CLUB CLASSIFICHE E SVILUPPO DELL’EFFETTIVO Presidente: G. Paolo RITOSSA E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Ercole Bartoli, Alberto Cocco Ortu, Paola Giuntelli, Cecilia Onnis AFFIATAMENTO Presidente: Lino CUDONI E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Giuseppe Cocco, Riccardo Lasic, Alessandro Palmieri, Giampaolo Piras, Luigi Puddu INFORMAZIONE E FORMAZIONE ROTARIANA Presidente: Angelo CHERCHI E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Lucio Artizzu, Salvatore Ferro, Salvatore Fozzi, Marcello Marchi, Paolo Piccaluga Presidente coordinatore: Paolo PICCALUGA E-mail: [email protected] ASSIDUITÀ Presidente: Massimo FRONGIA E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Efisio Baire, Alberto Cocco Ortu, Gaetano Giua Marassi, Andrea Lixi PROGRAMMI Presidente: Caterina LILLIU E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Pasquale Mistretta, Paola Piras RAPPORTI CON I MEDIA Presidente: Giovanni SANJUST DI TEULADA E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Francesco Birocchi, Riccardo Lasic, Enzo Pinna RIVISTA E SITO WEB DEL CLUB Presidente: Lucio ARTIZZU E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Carlo Carcassi, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Fozzi, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giovanni Sanjust di Teulada EFFETTIVO Presidente coordinatore: Antonio CABRAS E-mail: [email protected] AMMISSIONI Presidente: Ettore ATZORI E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Ezio Castagna, Salvatore Ferro, Salvatore Fozzi, Guido Maxia, Roberto Nati NUOVE GENERAZIONI Presidente coordinatore: Cecilia ONNIS E-mail: [email protected] ROTARACT Presidente: Paola DESSÌ E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Riccardo Lasic, Roberto Nati, Antonio Scrugli, Pier Francesco Staffa. RYLA Presidente: Enzo PINNA E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Maurizio Boaretto, Carlo Carcassi, Giuliano Frau, Mauro Manunza, Maria Luigia Muroni, Paolo Piccaluga SCAMBIO GIOVANI Presidente: Pier Francesco STAFFA E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Christian Cadeddu, Giulia Casula, Salvatore Ferro, Andrea Lixi PROGETTI DI SERVIZIO Presidente coordinatore: Giovanni BARROCU E-mail: [email protected] AZIONE INTERNAZIONALE Presidente: Giovanni BARROCU E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Angelo Aru, Christian Cadeddu, Angelo Deplano, Giuseppe Masnata, Giulia Vacca Cau EVENTI SPECIALI Presidente: Stefano ODDINI CARBONI E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Stefano Liguori, Alessandro Palmieri, Luigi Puddu, Marco Rodriguez SVILUPPO COMUNITARIO AMBIENTE E TERRITORIO Presidente: Mario FIGUS E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Ginevra Balletto, Maurizio Boaretto, Pasquale Mistretta, Antonio Scrugli, Pier Francesco Staffa SVILUPPO COMUNITARIO ASPETTI CULTURALI (Rotary per la Città) Presidente: Michele PINTUS E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Ginevra Balletto, Giuseppe Cascìu, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Lucia Pagella, Franco Passamonti SVILUPPO COMUNITARIO ASPETTI SANITARI Presidente: Giuseppe MASNATA E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Ugo Carcassi, Angelo Deplano, Mario Graziano Figus, Alessio Grazietti, Giorgio La Nasa, Salvatore Lostia, Margherita Mugoni SVILUPPO COMUNITARIO ASPETTI SOCIALI Presidente: Michele BAJOREK E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Carlo Carcassi Gaetano Giua Marassi, Stefano Liguori, Lucia Pagella, Paolo Piccaluga SVILUPPO COMUNITARIO PREVENZIONE TOSSICODIPENDENZE Presidente: Maria Pia LAI GUAITA E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Paola Dessì, Michele Pintus, Mauro Rosella FONDAZIONE ROTARY Presidente coordinatore: Salvatore FOZZI E-mail: [email protected] • COMPONENTI: Franco Argiolas, Giulia Casula, Angelo Cherchi, Marcello Marchi, Alessandro Palmieri 64 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 Benvenuto ai nuovi soci GINEVRA BALLETTO LUIGI PUDDU Nata a Roma nel 1971, laureata in Ingegneria nella Università di Cagliari nel 1996, e abilitata alla professione nel 1997; presso lo stesso Ateneo, Dipartimento di Ingegneria del Territorio, svolge il dottorato di ricerca superando brillantemente l’esame nel 2001; dall’anno accademico 2005/06, è docente nel corso di Politiche urbane e territoriali. L’attività di ricerca è rivolta alla riqualificazione dei siti degradati industriali ed in particolare di quelli di miniera. Pubblica i risultati su autorevoli riviste e partecipa a numerosi congressi nazionali ed internazionali. Opera in Cile collaborando con una istituzione che cura la redazione di progetti di recupero di siti degradati e svolgendo attività didattica presso le Università Internazionale SEK e quella Cattolica di Santiago. Ha accresciuto le vaste conoscenze scientifiche – traendone poi frutto nell’attività professionale – compiendo studi presso prestigiosi Istituti italiani e stranieri, conseguendo dottorati di ricerca, impegnandosi in corsi di perfezionamento e specializzazione, affidando tesi di laurea e di ricerca, seguendole come relatore, per promuovere gli studi nella materia da lei curata. Con numerosi valenti studiosi ha partecipato al Concorso di idee bandito dal nostro Club per il Largo Carlo Felice di Cagliari, con un progetto che è stato il primo classificato. Ha sempre svolto attività sportive: equitazione salto ostacoli, canoismo, nuoto. Ha vivo interesse per la storia e lo coltiva con letture di saggi e biografie; ha una profonda passione per i viaggi. È sposata con il medico dott. Paolo Simbula ed hanno due bambini, Federico di 5 anni ed Antonio di 9 mesi. Nato a Cagliari nel 1969 ha qui iniziato gli studi musicali conclusi al Conservatorio di Alessandria con il massimo dei voti. Segue corsi internazionali con insigni musicisti (Leo Brouwer, Manuel Barrueco, David Russel, Alirio Diaz e Narciso Yepes). A 19 anni già si impone per il suo valore, ottenendo il secondo premio in un concorso internazionale svolto in Spagna; vince poi come solista e, anche in duo con il fratello Giovanni, molti concorsi di prestigioso rilievo. È fuori dai limiti di questa nota citare i successi ottenuti in Cile, in altri Paesi del Sud America e in Europa. Chiamato come concertista e docente di masterclass nei più rinomati festival. Annualmente invitato a Linares presso la Fondazione A. Segovia importantissima istituzione musicale. Per il rilievo culturale e sociale occorre segnalare come sia stato promotore della Legge Regionale per la istituzione delle scuole civiche di Musica (dirige, con grande impegno quella del Comune di Cagliari) provvedimento che ha consentito ad oltre 3000 utenti di avvicinarsi allo studio della musica con una ricaduta occupazionale di oltre 200 posti di lavoro. Non è nuovo al mondo rotariano essendo stato, per molti anni, attivo roctariano ed avendo in tante occasioni collaborato per iniziative benefiche promosse dai Rotary. Separato, con una bambina Letizia di 6 anni, prosegue l’impegno per diffondere la musica tra i giovani e giovanissimi, partecipando ad un gruppo di lavoro interregionale per la stesura di un disegno di legge nazionale per l’introduzione dello studio pratico della musica come materia curricolare nella scuola dell’obbligo. giugno 2011 — Le riunioni del Club 2 DICEMBRE Presiede: Antonio Cabras. Argomento della serata: Assemblea dei soci. Soci presenti: Lucio Artizzu, Francesco Birocchi, Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Ugo Carcassi, Giovanni Cascìu, Giuseppe Cascìu, Giulia Casula, Paolo Ciani, Angelo Cherchi, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Maria Pia Lai Guaita, Caterina Lilliu, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Guido Maxia, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Paola Piras, Giampaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust, Antonio Scrugli, Angelo Strinna, Alberto Villasanta. 9 DICEMBRE Presiede: Antonio Cabras. Argomento della serata: festeggiamenti per il compleanno dei soci Lucio Artizzu, Giuseppe Cascìu e Giovanni Sanjust. Soci presenti: Lucio Artizzu, Angelo Aru, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Giovanni Barroccu, Ercole Bartoli, Antonio Cabras, Marcello Caletti, Giovanni Campus, Ugo Carcassi, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Angelo Cherchi, Vincenzo Cincotta, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Gaetano Giua Marassi, Paola Giuntelli, Giorgio La Nasa, Maria Pia Lai Guaita, Antonio Lenza, Andrea Lixi, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Margherita Mugoni, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Franco Passamonti, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Giampaolo Ritossa, Mauro Rosella, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust, Alberto Villasanta. Le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Maria Gabriella Caletti, Antonella Cherchi, Franca Cincotta, Pietrina Ferro, Lina Fois, Maria Rosaria Lenzi, Lia Lixi, Giovanna Passamonti, Maria Teresa Piccaluga, Maria Grazia Rosella, Elisabetta Sanjust. Ospiti dei soci: di Andrea Lixi il fratello prof. Mario e la moglie Maria Bonaria Palomba, di Giovanni Sanjust il figlio avv. Efisio e la cognata Annamaria Sanjust Pascarella, di Marcello Marchi la mamma Cecilia. 16 DICEMBRE Presiede: Antonio Cabras Riunione: cena degli auguri di Natale. Sono presenti Rotary Club Cagliari I soci: Ambrosio Leo, Lucio Artizzu, Angelo Aru, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Berto Balduzzi, Giovanni Barroccu, Francesco Birocchi, Maurizio Boaretto, Christian Cadeddu, Mario Carta, Giovanni Cascìu, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Enzo Ferraris, Salvatore Ferro, Mario Figus, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Gaetano Giua Marassi, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Luigi Lepori, Alessio Grazietti, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Giuseppe Loddo, Margherita Mugoni, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Guido Maxia, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Franco Passamonti, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust, Alberto Villa Santa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Grazia Ambrosio, Maria Artizzu, Annuska Aru, Maria Bajorek, Mariuccia Balduzzi, Marina Birocchi, Elia Maria Cabras, Haydee Cascìu, Giulietta Cascìu, Antonella Cherchi, Maria Pia Ciani, Rita Cocco Ortu, Maria Rosaria Corona, Germana Cudoni, Paola Deplano, Maria Gabriella Ferraris, Pietrina Ferro, Antonella Figus, Maria Grazia Figus, Lina Fois, Franca Fozzi, Maria Teresa Frau, Luisanna Giua Marassi, Rosanna Grazietti, Paola Lasic, Maria Rosaria Lenza, Ginetta Lepori, Lia Lixi, Bruna Loddo, Mariangela Manunza, Maria Vittoria Maxia, Cinzia Nati, Patrizia Palmieri, Giovanna Passamonti, Maria Teresa Piccaluga, Barbara Pinna, Marina Pintus, Loredana Piras, Diana Rodriguez, Maria Grazia Rosella, Maura Rossetti, Elisabetta Sanjust. Ospiti del Club: Paola Carcassi, Lucia Ambrosio, Nicola Cossu, Renata e Riccardo Succu, Andrew James Taylor. Ospiti dei soci: di Paolo Piccaluga la cognata Rita Masala, di Alberto Cocco Ortu i figli Giovanni e Emanuele, di Margherita Mugoni la sorella dr.ssa Mariagiovanna, di Paolo Ciani il dr. Giovanni Tuveri e la signora Adelida, di Riccardo Lasic il padre ing. Mario e la mamma Paola, di Salvatore Ferro il dr. Emiliano Cirio e la dr.ssa Susanna, di Silvano Costa il cav. Gino Caproni, di Alessandro Palmieri il figlio Alberto, di Antonio Cabras l’avv. Stefanino Casti e la signora avv. Elena D’Angelo, le figlie Alessandra e Cristiana con il marito Stefano Agus. 13 GENNAIO Presiede: Antonio Cabras Riunione: Relatore Rafaele Corona Titolo “Identità, immigrazione, patriottismo: interazioni”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Michele Bajorek, Ercole Bartoli, Marcello Caletti, Gianni Cam- 65 pus, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Alberto Cocco Ortu, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Giuliano Frau, Vittorio Giua Marassi, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Giuseppe Loddo, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Franco Passamonti, Paolo Piccaluga, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Paola Piras, Giampaolo Ritossa, Mauro Rosella, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust, Alberto Villa Santa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Maria Gabriella Caletti, Giulietta Cascìu, Antonella Cherchi, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias, Paola Deplano, Marinella Mistretta, Giovanna Passamonti, Marina Pintus, Elisabetta Sanjust. Ospiti del Club: l’ing. Piero Corsini Presidente del Rotary Club Milano Sud/Est, Paola Carcassi e Antonello Fiori del Rotaract Club Cagliari. Ospiti dei soci: di Marcello Caletti il dr. Cesare Mangarotti con la signora Gisella, di Rafaele Corona i figli il notaio Maurizio e la moglie avv. Gabriella Massacci, l’avv. Elisabetta e il marito avv. Enrico Salone, di Roberto Nati l’ing. Riccardo Almerighi e la dr.ssa Maria Adelaide Serrau, di Angelo Cherchi la signora Graziella Peretti. 20 GENNAIO Presiede: Antonio Cabras Riunione: Relatore Prof. Aldo Accardo Titolo “La fusione imperfetta”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Angelo Aru, Michele Bajorek, Francesco Birocchi, Maurizio Boaretto, Marcello Caletti, Gianni Campus, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Salvatore Ferro, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Paola Giuntelli, Riccardo Lasic, Stefano Liguori, Giuseppe Loddo, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Paola Piras, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Michele Rossetti, Giorgio Sanna, Alberto Villa Santa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Maria Gabriella Caletti, Maria Rosaria Corona, Mariella Mistretta. Ospiti del Club: il Prof. Aldo Accardo. Ospiti dei soci: di Pasquale Mistretta l’ing. Chiara Garau 27 GENNAIO Presiede: Antonio Cabras Riunione: Relatore dr. Emiliano Cirio Titolo “I trapianti di cuore”. Sono presenti 66 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 I soci: Lucio Artizzu, Angelo Aru, Michele Bajorek, Francesco Birocchi, Christian Cadeddu, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giovanni Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Salvatore Ferro, Salvatore Fozzi, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giorgio La Nasa, Riccardo Lasic, Andrea Lixi, Giuseppe Loddo, Mauro Manunza, Guido Maxia, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Michele Pintus, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Lia Lixi, Marina Pintus. Ospiti del Club: il dr. Emiliano Cirio e la signora dr.ssa Susanna Falqui. Ospiti dei soci: di Andrea Lixi il dr. Giovanni Lixi, di Silvano Costa il cav. Gino Caproni. 3 FEBBRAIO Presiede: Antonio Cabras Riunione: Relatore prof. Patrizia Mureddu Titolo “A mustazzu stampaxinu femmina biddanoesa”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Giovanni Barroccu, Christian Cadeddu, Carlo Carcassi, Giovanni Cascìu, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Lino Cudoni, Paola Dessì, Angelo Deplano, Salvatore Ferro, Salvatore Fozzi, Giuseppe Fois, Alessio Grazietti, Laura Jottini, Giorgio La Nasa, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Salvatore Lostia di Santa Sofia, Mauro Manunza, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Gianpaolo Piras, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Vittoria Carcassi, Haydee Cascìu, Giulietta Cascìu, Rossana Cocco, Paola Deplano, Rossana Grazietti, Elisabetta La Nasa, Mariella Mistretta. Ospiti del Club: la prof.ssa Patrizia Mureddu e il prof. Gianfranco Nieddu. Ospiti dei soci: di Alessio Grazietti il prof. Mauro Coni e la signora Lisa. 10 FEBBRAIO Presiede: Michele Rossetti Riunione: Relatore prof. dr. Angelo Deplano Titolo “La sanità militare dell’Armata Sarda nella Transizione verso l’Unità”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Angelo Aru, Efisio Bajre, Michele Bajorek, Giovanni Barroccu, Giovanni Cascìu, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Lino Cudoni, Salvatore Ferro, Mario Figus, Ulisse Figus, Salvatore Fozzi, Giuseppe Fois, Giuliano Frau, Gaetano Giua Marassi, Giorgio La Nasa, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Giuseppe Loddo, Mauro Manunza, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Roberto Nati, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna, Giampaolo Ritossa, Michele Rossetti, Pier Francesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Paola Deplano, Antonella Figus, Mariella Mistretta. Ospiti del Club: il dr. Peter Ziegler Presidente del Rotary Club di Berna. 17 FEBBRAIO Presiede: Michele Rossetti Riunione: Relatore avv. Ettore Atzori Titolo “Mediazione e conciliazione nel nuovo processo civile. Una nuova sfida!”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Michele Bajorek, Giovanni Barroccu, Maurizio Boaretto, Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Piergiorgio Corrias, Rafaele Corona, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Salvatore Ferro, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Massimo Frongia, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Giuseppe Masnata, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna, Giampaolo Ritossa, Mauro Rosella, Giovanni Sanjust, Giorgio Sanna, Pierfrancesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Grazia Rosella. Ospiti dei soci: di Silvano Costa il cav. Gino Caproni. 24 FEBBRAIO Presiede: Antonio Cabras Riunione: Relatore dr.ssa Antonietta Boninu Titolo: “Monte Prama l’esercito di pietra dei sardi”. Ugo Carcassi e Rafaele Corona ricordano il socio scomparso Piero Nuti. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Angelo Aru, Ercole Bartoli, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Cascìu, Giovanni Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Vincenzo Cincotta, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Massimo Frongia, Laura Jottini, Gaetano Giua Marassi, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Stefano Liguori, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Salvatore Lostia di S. Sofia, Mauro Manunza, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Giampaolo Ritossa. Sono presenti in sala le Signore: Elia Maria Cabras, Haydee Cascìu, Giulietta Cascìu, Franca Cincotta, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias, Maria Grazia Figus, Lia Lixi, Maria Teresa Piccaluga, Marina Pintus. Ospiti del Club: dr.ssa Antonina Boninu, dr.ssa Antonella Pandolfi, l’ing. Andrea Rusconi. Ospiti dei soci: di Paolo Piccaluga il dr. Alfonso Dessì e la moglie Paola, di Mario Figus il cognato dr. Massimo Scano. 3 MARZO Presiede: Antonio Cabras Riunione: Relatore ing. Giuseppe Cascìu Titolo “Il paesaggio degli uomini in Sardegna, l’ambiente ereditato e l’ambiente costruito”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Ettore Atzori, Angelo Aru, Michele Bajorek, Ercole Bartoli, Gianni Campus, Flavio Carboni, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Cascìu, Giovanni Cascìu, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Vincenzo Cincotta, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Giuliano Frau, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Caterina Lilliu, Mauro Manunza, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Giampaolo Piras, Michele Rossetti, Giampaolo Ritossa, Giovanni Sanjust, Antonio Scrugli. Sono presenti in sala le Signore: Annuska Aru, Maria Lodovica Bartoli, Elia Maria Cabras, Haydee Cascìu, Giulietta Cascìu, Franca Cincotta, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias, Lina Fois, Elisabetta Sanjust. Ospiti dei soci: di Angelo Aru il dr. Ettore Crobu e signora, di Silvano Costa il cav. Gino Caproni, di Guido Chessa Miglior il dr. Vittore Nieddu Arrica e la signora Alessandra Menesini, di Beppe Cascìu il figlio Andrea. 10 MARZO Presiede: Antonio Cabras Relatore: dr. Michele Bajorek Titolo: “Il dono del sangue”. Sono presenti I soci: Leo Ambrosio, Lucio Artizzu, Giovanni Barroccu, Ercole Bartoli, Christian Cadeddu, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Cascìu, Giovanni Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Giorgio La Nasa, Gaetano Giua Marassi, Caterina Lilliu, Giuseppe Loddo, Mauro Manunza, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Michele Rossetti, Giampaolo Ritossa. È presente in sala la Signora: Maria Teresa Piccaluga. giugno 2011 — Ospiti del Club: la dr.ssa Lucia Ambrosio del Rotaract Club Cagliari e il sig. Antonello Carta Presidente Avis Provincia di Cagliari. Ospiti dei soci: di Pasquale Mistretta l’ing. Ginevra Balletto. 24 MARZO Presiede: Antonio Cabras Riunione: Celebrazione dell’Unità d’Italia. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Angelo Aru, Ettore Atzori, Efisio Bajre Michele Bajorek, Giovanni Barroccu, Francesco Birocchi, Christian Cadeddu, Giovanni Maria Campus, Mario Carta, Giovanni Cascìu, Giuseppe Cascìu, Ezio Castagna, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Vincenzo Cincotta, Rafaele Corona, Piergiorgio Corrias, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Massimo Frongia, Paola Giuntelli, Riccardo Lasic, Alessio Grazietti, Caterina Lilliu, Giuseppe Loddo, Margherita Mugoni, Mauro Manunza, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Marco Rodriguez, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Marina Birocchi, Elia Maria Cabras, Haydee Cascìu, Giulietta Cascìu, Ortu, Maria Rosaria Corona, Paola Deplano, Antonella Figus, Maria Grazia Figus, Lina Fois, Rosanna Grazietti, Paola Lasic, Bruna Loddo, Mariangela Manunza, Cinzia Nati, Patrizia Palmieri, Maria Teresa Piccaluga, Barbara Pinna, Marina Pintus, Loredana Piras, Diana Rodriguez. Ospiti del Club: il Prefetto di Cagliari Giovanni Balsamo, il Sindaco di Cagliari dr. Emilio Floris, il Sindaco di Quartu S.E. dr. Mauro Contini e la consorte signora Laura, il Comandante del Comando Militare Autonomo della Sardegna Ge. Claudio Tozzi, l’Aiutante di Campo Ten. Col. Michele Tavaglione, il Comandante della Legione Carabinieri della Sardegna con la consorte signora Gigliola Astolfi, il Comandante del Comando Militare Marittimo Autonomo della Sardegna Ammiraglio Gerald Talarico con la consorte signora Greta, il Prof. Aldo Accardo, il dr. Emiliano Cirio e la consorte dr.ssa Susanna Falqui, l’ing. Ginevra Balletto, il Maestro Paolo Puddu, del Rotaract Club Paola Carcassi, Giorgia Fiorilla, Carmen Piras, Claudia D’Aprile. Ospiti dei soci: di Vincenzo Cincotta i conti Anton Carlo con Mamy e Bruno Tomasini Barbarossa, di Giovanni Sanjust l’ing. Andrea Rusconi. 31 MARZO Presiede: Antonio Cabras Riunione: ammissione socio-donazione di Angelo Deplano per l’ospedale di Herat, festeggiamento compleanni Angelo Aru e Giuseppe Fois. Rotary Club Cagliari Sono presenti I soci: Angelo Aru, Ettore Atzori, Giovanni Barroccu, Ugo Carcassi, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Silvano Costa, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Ulisse Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Gaetano Giua Marassi, Riccardo Lasic, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Giuseppe Masnata, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Annuska Aru, Elia Maria Cabras, Paola Deplano, Maria Teresa Piccaluga, Lina Fois. Ospiti del Club: il maestro Cinzia Casu direttore della Scuola Civica di Musica. Ospiti dei soci: di Angelo Aru la figlia Monica con il marito dr. Sergio Podda, di Giuseppe Masnata la mamma Cecilia, di Silvano Costa il cav. Gino Caproni. 7 APRILE Presiede: Antonio Cabras Riunione: Relatore Giovanni Maria Campus Titolo: “Cagliari: prospettive e strategie” Sono presenti I soci: Ettore Atzori, Carlo Carcassi, Giovanni Cascìu, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Giuliano Frau, Alessio Grazietti, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Salvatore Lostia di Santa Sofia, Guido Maxia, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Elia Maria Cabras, Mirella Campus, Haydee Cascìu, Paola Deplano, Lina Fois, Maria Rosaria Lenza, Lia Lixi, Maria Vittoria Maxia, Maria Grazia Rosella. 14 APRILE Presiede: Antonio Cabras Relatore: Prof. Paolo Savona. Titolo: “Il quadro economico europeo e globale e i problemi che incontra la Sardegna”. Sono presenti I soci: Ettore Atzori, Maurizio Boaretto, Marcello Caletti, Giovanni Maria Campus, Flavio Carboni, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Vincenzo Cincotta, Alberto Cocco Ortu, Piergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Giuliano Frau, Angelo Deplano, Paola Dessì, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Mario Graziano Figus, Ulisse Figus, Giuseppe Fois, Massimo Frongia, Paola Giuntelli, Riccardo Lasic, Caterina Lil- 67 liu, Stefano Liguori, Giuseppe Loddo, Salvatore Lostia di Santa Sofia, Margherita Mugoni, Mauro Manunza, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Giampaolo Ritossa, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust, Pierfrancesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Elia Maria Cabras, Maria Gabriella Caletti, Giulietta Cascìu, Ortu, Franca Cincotta, Paola Deplano, Antonella Figus, Maria Grazia Figus, Lina Fois, Mariella Mistretta, Patrizia Palmieri, Marina Pintus, Loredana Piras. I consorti: Michele Pietrangeli. Ospiti del Club: il Dr Paolo Savona e la consorte Luisanna, il dr. Nanni Savona e la consorte Antonella, il sig. Simon Hauch, l’ing. Ginevra Balletto. Ospiti dei soci: di Marcello Caletti l’ing. Antonio Giua Marassi e la consorte signora Marcella, di Ettore Atzori il sig. Giorgio Delli Castelli, di Piergiorgio Corrias il figlio prof. Paoloefisio, di Paolo Piccaluga il dr. Alfonso Dessì e la consorte Paola, di Pasquale Mistretta l’ing. Chiara Garau, di Giovanni Sanjust l’ing. Andrea Rusconi, di Giuseppe Masnata il sig. Andrea Mura, di Marinella Ferrai Cocco Ortu il figlio Francesco. 28 APRILE Presiede: Antonio Cabras Riunione: Relatori Caterina Lilliu, Stefano Oddini Carboni, e Michele Pintus. Titolo: “Cagliari: archeologia, storia e architettura”. Sono presenti I soci: Angelo Aru, Ettore Atzori, Efisio Bajre, Ginevra Balletto, Francesco Birocchi, Christian Cadeddu, Ezio Castagna, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Giuseppe Fois, Salvatore Fozzi, Riccardo Lasic,Antonio Lenza, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Giuseppe Loddo, Giovanni Olla, Mauro Manunza, Margherita Mugoni, Giuseppe Masnata, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Larry Pagella, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Michele Pintus, Luigi Puddu, Mauro Rosella, Giampaolo Ritossa, Michele Rossetti, Antonio Scrugli, Pierfrancesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Giulia Bajre, Elia Maria Cabras, Maria Gabriella Caletti, Luisella Castagna, Antonella Cherchi, Maria Rosaria Corona, Paola Deplano, Maria Rosaria Lenza, Lia Lixi, Lina Fois, Mariella Mistretta, Carola Oddini Carboni, Gabriella Olla, Maria Teresa Piccaluga, Marina Pintus, Maria Grazia Rosella. Ospiti del Club: L’ing. Otmar Seuffer prof. di geografia dell’università di Darmstad (premio La Marmora 2002/03 per le fondamentali ricerche 68 Rotary Club Cagliari — giugno 2011 svolte in Sardegna nel campo della geoecodinamica) e la consorte signora Michelle; i giovani Kotaro Soma, Ginena Ruiz Saladino, James Andrew Taylor, Hauck Simon Murrai; il presidente del Rotaract Club Cagliari Paola Carcassi con i soci Valentina Amorino e Antonello Fiori. Ospiti dei soci: di Stefano Oddini Carboni l’avv. Paolo Poddi; di Ezio Castagna la figlia dr.ssa Chiara con il marito dr. Roberto Di Pietro Rotariani in visita: il Presidente del Club di Milano Sud-Est con 14 soci e rispettive consorti. 5 MAGGIO Presiede: Antonio Cabras Relatore Andrea Mura. Titolo: “L’avventura, l’ignoto, la paura”. Sono presenti I soci: Ettore Atzori, Ginevra Balletto, Ercole Bartoli, Maurizio Boaretto, Marcello Caletti, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Paolo Ciani, Pergiorgio Corrias, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Figus, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Riccardo Lasic, Antonio Lenza, Stefano Liguori, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Marcello Marchi, Giuseppe Masnata, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Roberto Nati, Cecilia Onnis, Alessandro Palmieri, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Luigi Puddu, Marco Rodriguez, Mauro Rosella, Giampaolo Ritossa, Michele Rossetti, Pierfrancesco Staffa. Sono presenti in sala le Signore: Maria Grazia Atzori, Elia Maria Cabras, Giulietta Cascìu, Franca Cincotta, Maria Corrias, Maria Grazia Figus, Maria Rosaria Lenza, Lia Lixi, Tiziana Masnata, Mariella Mistretta, Patrizia Palmieri, Diana Rodriguez, Maria Grazia Rosella. Ospiti del Club: Andrea Mura Ospiti dei soci: di Margherita Mugoni la sorella dr.ssa Maria Giovanna; di Marinella Ferra Cocco Ortu il figlio avv. Francesco; di Cecilia Onnis la dr.ssa Gabriella Mallus e l’avv. Fabrizio Coni; di Riccardo Lasic il dr. Alessio Cicalò; di Mauro Rosella il dr. Fabrizio Malpinti e la consorte signora Paola; di Giuseppe Masnata la mamma Cecilia; di Giampaolo Ritossa il sig. Alioski Mancosu. 12 MAGGIO Presiede: Antonio Cabras Relatore: prof. Luciano Marroccu. Titolo: “La Sardegna nel 1° Novecento fino all’Autonomia”. Sono presenti I soci: Ginevra Balletto, Giovanni Barroccu, Marcello Caletti, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Giuseppe Cascìu, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Rafaele Corona, Pergiorgio Corrias, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Mario Graziano Figus, Giuseppe Fois, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Luigi Lepori, Caterina Lilliu, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Pasquale Mistretta, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Alessandro Palmieri, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Giampaolo Ritossa, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Elia Maria Cabras, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias, Maria Grazia Figus, Ginetta Lepori, Lia Lixi, Mariella Mistretta. Ospiti del Club: il Prof. Luciano Marroccu, la signora Alessandra Piras e il comandante Giuseppe Meloni Presidente del Rotary Club Sedilo Marghine Centrosardegna. 19 MAGGIO Presiede: Antonio Cabras Relatore: l’ing. Giampaolo Ritossa. Titolo: “Il porto di Cagliari tra storia, realtà e aspettative”. Sono presenti I soci: Ginevra Balletto, Giovanni Barroccu, Ercole Bartoli, Francesco Birocchi, Maurizio Boaretto, Christian Cadeddu, Marcello Caletti, Ugo Carcassi, Giovanni Cascìu, Angelo Cherchi, Paolo Ciani, Vincenzo Cincotta, Giuseppe Cocco, Rafaele Corona, Pergiorgio Corrias, Silvano Costa, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Gaetano Giua Marassi, Vittorio Giua Marassi, Mario Graziano Figus, Salvatore Fozzi, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Giorgio La Nasa, Caterina Lilliu, Andrea Lixi, Salvatore Lostia di S. Sofia, Mauro Manunza, Marcello Marchi, Guido Maxia, Pasquale Mistretta, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Giovanni Olla, Cecilia Onnis, Alessandro Palmieri, Larry Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Giampaolo Piras, Giampaolo Ritossa, Marco Rodriguez, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Elia Maria Cabras, Maria Gabriella Caletti, Franca Cincotta, Maria Rosaria Corona, Maria Corrias, Maria Grazia Figus, Luisanna Giua Marassi, Lia Lixi, Diana Rodriguez. Ospiti dei soci: di Piergiorgio Corrias il prof. Giovanni Corona e la consorte Fernanda; di Ugo Carcassi l’ing. Andrea Rusconi; di Silvano Costa il cav. Gino Caproni; di Marcello Marchi la sorella Cecilia Masnata. 26 MAGGIO Presiede: Antonio Cabras Relatore: l’ing. Paolo Piccaluga. Titolo: “Viaggio nella Terra Splendente”. Sono presenti I soci: Lucio Artizzu, Efisio Bajre, Michele Bajorek, Giovanni Barroccu, Carlo Carcassi, Ugo Carcassi, Angelo Cherchi, Guido Chessa Miglior, Vincenzo Cincotta, Alberto Cocco Ortu, Paolo Ciani, Rafaele Corona, Lino Cudoni, Angelo Deplano, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Salvatore Ferro, Gaetano Giua Marassi, Salvatore Fozzi, Maria Pia Lai Guaita, Riccardo Lasic, Giorgio La Nasa, Mauro Manunza, Giuseppe Masnata, Marcello Marchi, Margherita Mugoni, Maria Luigia Muroni, Cecilia Onnis, Alessandro Palmieri, Larry Pagella, Paolo Piccaluga, Enzo Pinna, Michele Pintus, Giampaolo Piras, Michele Rossetti, Giovanni Sanjust. Sono presenti in sala le Signore: Maria Artizzu, Elia Maria Cabras, Franca Cincotta, Paola Deplano, Maria Teresa Piccaluga, Marina Pintus, Loredana Pintus. Rotariani in visita: Mr. Gar Boglie e consorte Donna Boglie del Rotary Club Hollan (Michigan). Ospiti del Club: il dr. Alfonso Dessì, l’ing. Gianpaolo Porcu e la consorte Myriam, Telma Koalcle con la figlia Dhiidra e il dr. Mario Orgiana, i giovani del Rotaract Sara Luchi e Nicola Satta. Ospiti dei soci: di Paolo Piccaluga la sig.ra Rita Masala; di Marinella Ferrai Cocco Ortu la dr.ssa Ornella Gabrielli; di Vincenzo Cincotta il dr. Carlo Valli. ■ ROTARY INTERNATIONAL – DISTRETTO 2080 ITALIA ROTARY CLUB CAGLIARI ORGANIGRAMMA DEL CLUB Anno Rotariano 2011 / 2012 Presidente Michele ROSSETTI E-mail: [email protected] Presidente uscente Antonio CABRAS E-mail: [email protected] Presidente eletto Mauro MANUNZA E-mail: [email protected] Vice Presidente Salvatore FOZZI E-mail: [email protected] Segretario Maria Luigia MURONI E-mail: [email protected] Tesoriere Salvatore FERRO E-mail: [email protected] Prefetto Paolo CIANI E-mail: [email protected] Consiglieri Giuseppe COCCO E-mail: [email protected] Paola DESSÌ E-mail: [email protected] Mario FIGUS E-mail: [email protected] Roberto NATI E-mail: [email protected]