Ahi, le mie povere articolazioni!

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Ahi, le mie povere articolazioni!
Ahi, le mie povere articolazioni!
L'artrite reumatoide è una malattia autoimmune
-con eziologia sconosciuta- che provoca gonfiore, dolore, rigidità e perdita delle funzionalità
delle articolazioni interessate. Di solito colpisce
le parti simmetriche ed in particolare polsi e
mani, ma può interessare anche altre articolazioni del nostro corpo. Attualmente in Italia ne
soffrono circa 400.000 persone, in prevalenza
donne. Chi soffre di artrite reumatoide è consapevole del fatto che una delle strategie -o comunque un’importante componente della strategia terapeutica- resta l’attività fisica. Restano
da stabilire le modalità con cui eseguirla, l’intensità e la tipologia degli esercizi da eseguire.
Sull’efficacia dei diversi tipi di programmi terapeutici si continua a dibattere: generalmente vengono inclusi tutti i tipi di attività sportiva
-senza una decisa propensione verso uno sport
in particolare- prestando attenzione a non caricare troppo le articolazioni, onde evitare peggioramenti o il riacutizzarsi della malattia. Di
recente, a dire il vero, si è mostrato maggiore
interesse verso esercizi ed attività in cui il peso
corporeo del paziente viene alleggerito, come
avviene per esempio nel nuoto od in una blanda
ginnastica acquatica. Nella terapia farmacologica ormai da decenni i cortisonici o antinfiammatori steroidei rivestono un ruolo importantissimo
nella terapia dell'Artrite, soprattutto durante le
fasi acute della malattia. In parallelo, per la terapia non farmacologica dell'artrite reumatoide,
ci si avvale di diverse strategie: dallo stile di vita
all’esercizio fisico, dalla dieta al riposo. Sarebbe
buona norma alternare le attività abituali con
brevi periodi di riposo, la durata dei quali è variabile individualmente secondo le necessità. Nei
periodi acuti della malattia i momenti di riposo
dovranno chiaramente essere più prolungati e
l'attività fisica decisamente leggera. E’ comun-
que consigliabile riposare ogni qualvolta si avvertano eccessive manifestazioni di stanchezza
e spossatezza.
Possiamo affermare che attività fisiche come il
nuoto, la ginnastica passiva e rilassante in acqua, il fitness posturale e lo stretching sono utili
per mantenere il tono muscolare, conservare la
mobilità articolare, ridurre gli stati dolorosi e tenere sotto controllo il peso forma. Mantenere un
giusto peso corporeo è indispensabile per non
sovraccaricare le articolazioni e favorire una ottimale ed efficiente funzione cardiocircolatoria.
Per quanto riguarda la dieta ci sono studi recenti
che hanno evidenziato come un elevato introito
di proteine e grassi animali -unito ad un basso
introito di vitamine e fibre- possa favorire l’aumento di gravità dell'artrite reumatoide, e come
invece una dieta tipicamente mediterranea possa, al contrario, avere effetti protettivi. Valgono
di fatto le generali regole della corretta ed equilibrata alimentazione, che dovrà essere povera
di grassi, soprattutto animali, e ricca di vitamine
e fibre. Tra le limitazioni specifiche di cui tenere
conto c’è quella relativa agli alcolici, in quanto
possono interferire con alcuni farmaci immunosoppressori steroidei come il methotrexate.
Può incidere il clima sull’andamento dell’artrite
reumatoide? Si dibatte ancora molto su questo argomento, anche perché manca l’effettiva
dimostrazione di una influenza diretta del clima sull’artrite. Ci sono comunque studi recenti
che hanno posto in evidenza una correlazione
tra peggioramento dei sintomi e improvvise variazioni climatiche. Potrebbe essere una buona
precauzione evitare -per quanto possibile, ovviamente- passaggi repentini dal clima secco
a quello umido.
Uno studio portoghese, presentato recentemente al congresso annuale sulle malattie reumati-
che Eular a Copenaghen, ha dimostrato quanto
l'esercizio fisico sia un vero toccasana: oltre a
ridurre la necessita' di medicinali, influisce positivamente sui livelli di depressione e ansia di cui
molti malati soffrono. Un programma di tre mesi,
composto da moderati esercizi di tipo aerobico
e di potenziamento, portato avanti per 50-60
minuti (tre volte a settimana), ha evidenziato
grossi vantaggi per il benessere psicofisico dei
malati e nel rallentare il decorso della malattia. Il
programma d’allenamento dovrà essere in ogni
caso concordato con medici specialisti (come il
reumatologo od il fisiatra) ed adattato secondo
le necessità e le attitudini della persona, sempre
con l’obiettivo di migliorare il più possibile l'autonomia individuale e la qualità della vita.
A cura di Michela e Fabio Grossi,
Personal Trainers certificati ISSA CFT1
Esperti in rivalutazione della forma fisica,
stile alimentare, fitness posturale.
SALUTE IN MOVIMENTO
www.saluteinmovimento.com
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