Elettricità a bordo

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Elettricità a bordo
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articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
Chiodi e martello
Elettricità a bordo
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1 - UN “VISO” CONOSCIUTO
Aognuno
la sua
Non c’è armatore che non conosca la
presa tripolare da 16 Ah (in foto, il
modello prodotto dalla Scame). Diffusa
tanto in ambito nautico quanto in
quello industriale, è economica - i
prezzi partono dai tre euro e mezzo robusta e indispensabile per collegarsi
alle colonnine e, per esempio,
ricaricare le batterie
2 - LA NUOVA GENERAZIONE
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L’installazione di apparati elettrici ed
elettronici sempre più sofisticati, ha
portato a un considerevole aumento
dei consumi. In risposta a questa
nuova esigenza, i gestori dei porti
turistici hanno iniziato a dotare le
colonnine con “femmine” da 32 Ah.
Mettersi al passo con i tempi non è poi
troppo oneroso: un “maschio” come
quello ritratto in foto costa, privo del
cavo, meno di dieci euro
3 - MAI SENZA DI LEI
Un accessorio da avere a bordo è senza
dubbio la multipla. Diffusa
principalmente in versione 16 Ah,
questo adattatore universale costa
attorno ai tredici euro e può essere
inserito direttamente nella colonnina
o, qualora ci si trovi di fronte a un
attacco a 32 Ah, utilizzando un
riduttore. Quando si è impegnati in interventi di “bricolage marino”, che
richiedono l’impiego di attrezzi come trapani, seghetti alternativi e
aspirapolvere, la si può unire alla “femmina” che completa il cavo elettrico
usato per mettere sotto carica le batterie. Così facendo, si riuscirà a portare
corrente anche negli angoli più remoti della barca
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Imbarcare corrente dalla banchina a volte può
rivelarsi meno facile del previsto. Ecco alcuni
consigli per non farsi trovare impreparati
4-5 - AL RIPARO DAL TUTTO ESAURITO
Durante il periodo estivo, i marina delle località più rinomate vengono presi
d’assalto: colonnine piene e conseguente impossibilità di imbarcare la
corrente necessaria a garantire il funzionamento degli apparati di bordo.
Soluzione? Uno sdoppiatore come quello ritratto in foto. Anche in questo
caso, i più diffusi sono i modelli a 16 Ah, disponibili in ferramenta e negozi
specializzati a cifre che si aggirano attorno ai venticinque euro
di Mauro Melandri
state. Tempo di vacanze. Per noi diportisti, tempo di
crociere e di porti turistici molto spesso iper affollati.
Conquistato l’agognato posto in banchina, magari a costo di una conclusione anticipata della giornata di mare, si
pone il più classico dei problemi: attaccare il proprio cavo alla colonnina per trarre la linfa vitale con cui alimentare l’impianto elettrico e dare modo al nostro
equipaggio di utilizzare tutti quei piccoli elettrodomestici che i 12 e i 24 Volt non sono in grado di far
funzionare.
Più che un problema, un’impresa. Capita infatti che,
trovato un “buco” libero, si provi inutilmente a inserirvi la presa, accorgendosi solo in un secondo tempo
che “maschio” e “femmina” proprio non vanno d’accordo.
Con ogni probabilità, la spina in nostro possesso è di tipo clas-
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sico - una tripolare industriale da 16 Ah - mentre l’attacco messo a nostra disposizione dal Marina è quasi sicuramente predisposto per accogliere una più evoluta presa da 32 Ah, montata per soddisfare le esigenze di imbarcazioni dotate di apparati elettrici ed elettronici dai consumi sempre più elevati.
Fronteggiare la situazione non è poi così difficile: basta qualche piccolo accorgimento per non trovarsi a corto di “carica”.
La prima cosa da fare è procurarsi, o fare da sé se si è dotati
di un minimo di cognizione in fatto di collegamenti elettrici,
un adattatore. In pratica un pezzo di cavo lungo all’incirca un
metro, completato da una femmina da 16 Ah da un lato, e da
un maschio da 32 Ah dall’altro.
Messa in cassaforte la sicurezza di potersi collegare alla
maggior parte delle colonnine esistenti, non dovremo scordare di procurarci altri “gadget” indispensabili, come una
prolunga - meglio se di quelle arrotolabili, più facili da stivare - uno sdoppiatore e una multipla (i più diffusi sono i
modelli a 16 Ah).
Lo sdoppiatore è utile per creare un “buco” anche in una colonnina già completamente sfruttata: da un attacco, infatti,
ne fa due. La seconda, invece, montata direttamente alla presa di terra, alla prolunga o in fondo al cavo elettrico utilizzato per unire il caricabatterie alla fonte, mette a nostra disposizione una presa tedesca e due tripolari di tipo casalingo,
ciascuna delle quali in grado di accogliere tanto spine a pas
so grande quanto spine a passo piccolo.
agosto 2008
agosto 2008
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