Fate attenzione a Paypal
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Fate attenzione a Paypal
Per Busetti, senior partner di Bcg, gli ultimi piani industriali sono ambiziosi, ma non tengono abbastanza conto del mutato profilo del mercato e della clientela. La sfida sarà vinta solo con l'innovazione Fate attenzione a Paypal di Luca Gualtieri Non ci sono soltanto l'asset quality review e gli stress test tra le prossime prove impegnative cui sono chiamate le banche italiane. Anche se le scadenze imposte dall'entrata in vigore della Vigilanza Unica sono le più pressanti, all'orizzonte si profila la necessità di rifocalizzare il modello di business. Per affrontare la valanga di nuove norme, reggere la concorrenza internazionale e riconquistare la fiducia dei clienti. I piani industriali presentati finora offrono solo risposte parziali a queste sfide che, nei prossimi anni, saranno sempre più urgenti per gli istituti di credito che vorranno restare sul mercato. Ne è convinto Massimo Busetti, senior partner di The Boston Consulting Group (Bcg), che traccia una panoramica del sistema alla vigilia del Banking Day, organizzato da Bcg e MF-Milano Finanza, in cui interverranno alcuni tra i più rappresentativi banchieri made in Italy. Domanda. Che anno sarà il 2014 per le banche italiane? Risposta . L'anno dell'Asset Quality Review è soprattutto uno spartiacque simbolico tra passato e futuro. Le banche hanno fatto molto sui costi operativi, con risultati apprezzabili, e altro continueranno a fare. Ma ormai è chiaro che il taglio dei costi, pur necessario, non basterà a garantire prosperità a medio termine. D. In che scenario macroeconomico ci stiamo muovendo? R. Gli indicatori europei e italiani danno segnali positivi. Riscontriamo un sentiment più ottimista riguardo il futuro rispetto a quanto non potessimo fare lo scorso anno. Sentiment sicuramente influenzato anche da una nuova situazione politica e dalla speranza di un'azione di governo più incisiva. D. E il sistema bancario di che salute gode? R. Non proprio florida. Con un risultato operativo netto negativo per 1 miliardo e un roe (sia pure al lordo del goodwill) negativo per il 3,8%, nel 2013 il sistema bancario ha registrato i risultati peggiori del nuovo millennio. E pur vero che c'è stata una lieve ripresa dei ricavi e un taglio significativo delle spese, ma il problema principale resta il costo del rischio, che nel 2013 ha eroso tutto il margine operativo ed è diventato l'onere più pesante per i conti economici. Questo è il principale elemento da monitorare e ridurre strutturalmente nel prossimo futuro. D. Come giudicagli ultimi piani industriali presentati? R. La mia impressione è che le banche italiane guardino al futuro con ottimismo. Se confrontiamo gli ultimi sei piani pubblicati notiamo che tutti prevedono una continua crescita dei ricavi (+15% in 4 anni), costi operativi sostanzialmente stabili e soprattutto una significativa riduzione del costo del rischio. Tutti i piani prevedono che il rote (return on tangible equity, ndr) sia compreso tra il 7 e il 13%, come non si vedeva dai primi anni 2000. E questo in uno scenario normativo assai più penalizzante. E chiaro come il sole che questi obiettivi non si raggiungono operando con gli schemi del passato... D. Quali saranno le strategie delle banche? R. Tutti gli istituti sono d'accordo su almeno sei aspetti: sviluppo della multicanalità, forti investimenti in tecnologia, diversificazione e crescita nel mondo corporate e imprese, spinta su business a basso assorbimento di capitale, forte controllo sui costi operativi e sugli asset potenzialmente problematici. Intesa Sanpaolo e Unicredit possono contare inoltre su mercati emergenti e divisioni dedicate alla gestione dei crediti deteriorati. Mi chiedo però se queste strategie saranno sufficienti per affrontare i forti elementi di discontinuità emersi in questi ultimi anni. D. Che sarebbero? R. In primo luogo penso alla nuova Unione bancaria europea e all'esplosione della roadmap regolamentare. Le banche sono travolte dal flusso di nuove regole: esistono oggi più di 1.200 importanti requisiti di legge al mondo, in crescita vertiginosa ogni mese. D. Anche il mercato è cam- biato, non crede? R. Certamente. Pensiamo solo ai nuovi competitor non bancari, che si avvantaggiano di una minore pressione regolamentare per invadere i mercati con prodotti e servizi innovativi. In America, alle casse di Home Depot si può pagare con Paypal. Google ha lanciato un borsellino virtuale e Amazon ha un sistema di trasferimento fondi. Questa concorrenza potrebbe diventare un problema serio se pensiamo che oggi la gestione dei pagamenti genera circa un terzo dei profitti bancari. Ma pensiamo anche all'evoluzione dell'asset management, altro business redditizio per le banche. Si stima che entro il 2020 i fondi a gestione passiva raddoppieranno la quota di mercato mondiale, al 22%. D. E gli impieghi? R. La situazione non è molto più rosea. Il Financial Stability Board stima che un quarto degli impieghi mondiali venga dallo shadow banking, contro la metà che viene dalle banche, ma non ha considerato le assicurazioni e i fondi pensione. D. Cosa possono fare le banche per difendersi? R. Possono fare un salto nel servizio al cliente e sfruttare molto meglio i punti di forza. Siamo in un mondo dove le informazioni sono tante, dispo- nibili a basso costo e facilmente elaborabili. Questo apre molte strade per poter cogliere i nuovi bisogni. Facciamo l'esempio di Société Générale e Axa, in Francia. Questi due gruppi hanno stretto una partnership sui prestiti al segmento mid-corporate: Socgen cerca i clienti e ne valuta il merito creditizio, Axa fornisce la maggioranza dei fondi, beneficiando del parco clienti di Socgen e delle sue competenze in materia di rischio. D. Le banche non devono anche riconquistare la fiducia dei clienti? R. Certo, c'è anche questo tema. La riconquista della fiducia e della reputazione presso i clienti deve passare attraverso strade innovative e, ancora una volta, la tecnologia ci viene incontro. Ad esempio la banca australiana Nab ha lanciato una campagna per «divorziare» dagli altri grandi istituti di credito del Paese e distinguere in questo la propria offerta all'interno del sistema. (riproduzione riservata)