Francia - banca dati Italia Lavoro
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Scheda paese Francia 2006 SCHEDA PAESE: FRANCIA In base alla costituzione, la Francia è una repubblica presidenziale in cui il Presidente viene eletto direttamente per un mandato di 5 anni (in origine 7 anni). L’attuale costituzione venne approvata tramite referendum del 20 settembre 1958. Essa rafforzava fortemente l'autorità dell'esecutivo in relazione al Parlamento. Il presidente assicura il regolare funzionamento dei poteri pubblici e la continuità dello stato. Il Presidente nomina il Primo Ministro, presiede il gabinetto, comanda le forze armate e conclude i trattati. L’Assemblea Nazionale (Assemblée Nationale) è il principale corpo legislativo. I suoi deputati sono eletti direttamente con mandato di 5 anni, tutti i seggi vengono votati ad ogni elezione. I senatori vengono scelti da un collegio elettorale per un mandato di 6 anni (prima 9 anni), e un terzo del senato viene rinnovato ogni 2 anni (prima ogni 3). Il potere legislativo del Senato è limitato; l'Assemblea Nazionale ha l'ultima parola in caso di disaccordo tra le due camere. Il governo ha una forte influenza sulla stesura dell'ordine del giorno del Parlamento. Contesto L'economia francese combina un'estesa imprenditoria privata, con un sostanziale, ma in declino, intervento governativo. Ampi tratti di terra fertile, l'applicazione delle tecnologie moderne e i sussidi, si sono combinati per rendere la Francia il principale produttore agricolo dell'Europa Occidentale. Il governo mantiene una considerevole influenza sui segmenti chiave del settore delle infrastrutture, con quote di maggioranza in ferrovie, elettricità, aeronautica, e telecomunicazioni. Ha comunque gradualmente rilasciato il controllo su questi settori fin dai primi anni '90. Il governo sta lentamente vendendo le sue partecipazioni in France Telecom, Air France, e nei settori assicurativo, bancario e della difesa. La Francia ha aderito insieme si uní ad altri 10 paesi UE per lanciare l'Euro il 1 gennaio 1999, valuta che ha rimpiazzato completamente il franco francese all'inizio del 2002. Mercato del lavoro e tasso di disoccupazione Il mercato del lavoro francese si caratterizza, da oltre due decenni, per un continuo aumento dei lavoratori in cerca di occupazione. Attualmente il tasso di disoccupazione si attesta a circa il 10%. Tale tasso viene spiegato con il forte sistema di protezione dei lavoratori, con un alto costo per il licenziamento, e per la presenza del minimo salariale. Il mercato del lavoro si presenta rigido e caratterizzato da una serie di imposte, tassazioni, contributi a carico del datore di lavoro a cui il governo sta rispondendo con misure atte a incentivare una maggiore flessibilità, riducendo gli oneri fiscali alle imprese, introducendo dei nuovi contratti che permettano una più ampia manovra dei datori di lavoro (l’esistenza di un gran numero di contratti di tipi differenti, ciascuno per introdurre un certo tipo e grado di flessibilità prevista per permettere un certo grado di flessibilità ma strettamente limitata nella sua applicazione, sono fonte di costose complessità). La situazione attuale è paradossale: nonostante gli aiuti alla disoccupazione ed una apparente forte protezione all’occupazione i lavoratori sentono una forte incertezza nel futuro. La disoccupazione strutturale riguarda principalmente i disoccupati di lunga durata; i giovani e le persone a bassa qualifica; parallelamente si registra un basso tasso di partecipazione di giovani e di lavoratori “anziani”. Tale difficile situazione del mercato del lavoro contribuisce alla permanenza del deficit nazionale che a sua volta fa aumentare le pressioni fiscali causate dall’invecchiamento della popolazione sulle finanze pubbliche. La Francia si sta gradatamente orientando verso delle riforme che alleggeriscano l’onere dei datori di lavoro e che garantiscano maggiore flessibilità del mercato del lavoro, non senza difficoltà di ordine sociale. La logica del decentramento perseguita dal legislatore francese e la giurisprudenza del Conseil constitutionnel. Livelli amministrativi di governo e di decentramento A partire dal 1982 la Francia persegue una forte logica di decentramento, che si è materialmente tradotta in un cospicuo blocco normativo (cfr. la loi Deferre del 1982) disciplinante i 36.000 comuni, i 100 dipartimenti, le 26 regioni e i numerosi “raggruppamenti comunali” (intercommunalités) previsti dall’ordinamento repubblicano. Perseguendo tale logica di decentramento, il legislatore francese ha portato avanti una vera e propria trasformazione della vita politica francese, pur lasciando sempre invariata la Costituzione della V Repubblica (cfr. i lavori della Commissione “refonder la vie publique locale”, voluta da Jospin nel 2001 per discutere dell’avvenire del decentramento, che si risolse a non modificare il testo della Carta costituzionale). A ciò si aggiunga la giurisprudenza del Conseil constitutionnel sulle collettività locali e sul decentramento (regioni speciali, dipartimenti) che ha fissato i principi dell’autonomia e dell’autoamministrazione delle collettività locali (libre administration), rendendo necessaria una revisione anche formale del testo della Costituzione della V Repubblica. La revisione costituzionale del 2003 La revisione costituzionale del marzo del 2003 non è di facile interpretazione: il testo della legge di revisione è ambiguo e confuso, e si applica tanto alla Francia metropolitana quanto ai Dipartimenti ed ai Territori d’Oltre Mare (i cosiddetti DOM e TOM). L’ordinamento costituzionale francese si caratterizza, dunque, per una presunzione generale di competenza dello Stato nonostante la ricezione del principio di sussidiarietà: non si prevede l’assegnazione di competenze ad enti diversi dallo Stato; non vi è, in altre parole, alcun ripartizione verticale delle competenze e la legge del 28 marzo 2003 è un punto di arrivo ed al contempo un punto di partenza estremamente importante. Il nuovo art. 1 della Costituzione francese sottolinea che «l’organizzazione» della Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale «è decentrata [décentralisée]», con ciò il carattere decentrato potendo fungere da parametro in un giudizio avanti il Conseil constitutionnel: con il decentramento si attua, invero, il trasferimento dell’esercizio di competenze, non già il trasferimento della loro titolarità. L’art. 72, al. 1 della Costituzione francese fornisce ora una nuova definizione della nozione di collettività territoriale. Le collettività territoriali francesi sono tradizionalmente: i comuni, che godono di competenze molto ampie e sulla base dei quali è strutturato il sistema di decentramento francese; i dipartimenti; le regioni, che prima della riforma non erano costituzionalizzate; le collettività a statuto particolare (Corsica, Città di Parigi); e le collettività d’Oltre Mare. In seguito alla riforma costituzionale del 2003, una collettività a statuto speciale può inglobare gli altri enti territoriali: ad esempio, una collettività speciale può assorbire due o più dipartimenti. Ulteriore principio inserito nel nuovo testo costituzionale è quello della sussidiarietà, previsto all’art. 72, al. 2: «Le collettività territoriali hanno vocazione a prendere decisioni per l’insieme delle competenze che possono essere realizzate nelle condizioni migliori [qui peuvent le mieux être mises en œuvre]al loro livello». Peraltro tale disposizione risulta essere piuttosto ambigua e non comporta quelle conseguenze immediate, tipiche di tale principio. Al di là, tuttavia, dell’aspetto formale di tale disposizione, essa risulta essere il punto nodale del riparto di competenze tra Stato e collettività territoriali. Fra gli esempi di applicazione del principio di sussidiarietà all’assetto istituzionale francese può illustrarsi il settore dell’istruzione: le scuole elementari spettando ai comuni, le scuole medie inferiori (collèges) ai dipartimenti (dal 1982); le scuole medie superiori (lycées) alle regioni (sempre dal 1982). Le università spettano allo Stato od alle Regioni? Si pensa, per ragioni di opportunità finanziaria, soprattutto alle regioni. la Regione, la quale rappresenta, accanto al Comune e al Dipartimento, un terzo livello di governo locale, sta conquistando a poco a poco una propria identità, merito anche di un’importante riforma, cominciata nel 1981, che ha modificato le relazioni tra Stato e Regioni, trasferendo a queste ultime alcune competenze dal governo centrale e diminuendo i poteri di controllo e coordinamento dei Prefetti. Ma il processo di decentralizzazione in atto in Francia è ancora lontano dai modelli federalisti o autonomisti degli altri Paesi europei, vista la pesantezza del vecchio modello centralista, difficile da smantellare. Questa revisione costituzionale non si può certo dire che faccia rientrare la Francia nel novero dei Paesi decentrati. Tale revisione costituzionale, inoltre, non modifica neppure il paesaggio amministrativo francese anche se vi ha tolto alcune cautele e consentirà di procedere in direzione di un rafforzamento delle autonomie locali e territoriali, se ve ne sarà la volontà politica. Il Ministro dell’occupazione, del lavoro e della coesione sociale La Francia si basa su un sistema fortemente centralizzato di gestione della politica del lavoro e dell’attuazione delle misure attive. Come accennato però negli ultimi anni ed in particolar modo con la legge sulla coesione sociale del gennaio 2005, il governo si sta avviando verso una decentralizzazione, per lo più amministrativa delle politiche del mercato del lavoro e dei servizi per l’impiego. La decentralizzazione risponde alla necessità di decongestionare il centro. Il Ministero dell’occupazione, del lavoro e della coesione sociale è responsabile dello sviluppo e dell’attuazione delle politiche governative nel campo del lavoro, dell’occupazione, della formazione professionale, dell’azione sociale e della battaglia contro l’esclusione e l’emarginazione sociale e per l’integrazione (delle minoranze). Questo Ministero è anche responsabile della protezione e della promozione dell’impiego e della formazione professionale di giovani e adulti. Stabilisce e attua norme sulle condizioni di lavoro, le contrattazioni collettive e i diritti dei dipendenti. La sua sfera di responsabilità include anche questioni legate alla famiglia, ai bambini, ai diritti delle donne, agli anziani, ai disabili, agli immigrati e alla natura. I Dipartimenti Regionali del Lavoro, dell’occupazione e della formazione professionale (DRTEFP) furono istituiti nel 1995 e sono responsabili per: - il rafforzamento delle politiche statali a favore del lavoro, dell’impiego e della formazione professionale; - la semplificazione della struttura amministrativa dei servizi decentralizzati del ministero rendendo allo scopo di rendere le sue azioni più efficienti e più agili; - lo sviluppo di specifiche misure di regolamentazione della formazione professionale per migliorare la qualità del servizio offerto e per controllare l’utilizzo dei fondi pubblici in questa area. Attraverso questo lavoro e questa organizzazione il DRTEFP sta divenendo la sede principale in cui viene sviluppato il piano strategico regionale nelle aree del lavoro, dell’impiego e della formazione professionale. I DRTEFP sono il punto d’appoggio nel processo di attuazione delle politiche del Ministero del lavoro, dell’occupazione e della formazione professionale. Nel loro ruolo di ispettorato del lavoro, operante nel settore, essi sono responsabili di assicurare l’osservanza della legislazione del lavoro e degli accordi collettivi (leggi, regole, accordi collettivi) che governano la vita del commercio e dell’industria. Essi esercitano anche una funzione di informazione e di consulenza per datori di lavoro, dipendenti, sindacati e per le istituzioni che rappresentano il personale, dove queste regole devono essere applicate, e sui diritti e gli obblighi che ne scaturiscono. Inoltre i DRTEFP attuano misure di politica attiva del lavoro supportando imprese desiderose di ingrandirsi e quindi di assumere nuovi lavoratori, o che devono affrontare difficoltà finanziarie temporanee o di lungo termine. Hanno responsabilità gestionali per le politiche di integrazione e di formazione, in particolare per soggetti “difficili da integrare”, come giovani privi di qualifiche, disoccupati di lungo periodo, disabili e madri single. Essi incoraggiano lo sviluppo locale dell’impiego nella collaborazione con i vari attori economici nel Dipartimento: comunità locali, associazioni, commercio e privati. Forniscono un supporto finanziario per la creazione di nuovi business e concedono un 4 contributo finanziario alle iniziative per l’impiego locali. Rivestono una funzione regolatrice tramite una supervisione dell’accesso nel mercato del lavoro di forza lavoro straniera. I DRTEFP studiano anche come utilizzare le indennità per la disoccupazione (indennità di base, indennità speciale di solidarietà [beneficio supplementare]), supervisionano l’effettiva richiesta di lavoro dei disoccupati, prendono parte all’attuazione di vari tipi di formazione (apprendistato, ecc.), pongono in essere politiche attive per lavoratori disabili e contano sul supporto della direzione tecnica dei lavoratori e delle commissioni di collocamento (COTOREP, Commission Technique d'Orientation et de Reclassement). Competenze decentrate in materia di politiche del MDL Il sistema del mercato del lavoro francese, come già accennato, è ancora fortemente centralizzato e non ci sono competenze trasferite in materia d’impiego. Le politiche attive del lavoro si attuano al livello locale attraverso programmi che sono affidati ad attori locali specifici. Esempio: le missions locales sono responsabili per l’attuazione di programmi riguardanti i giovani. Le politiche attive del lavoro sono organizzate per programmi e per target group. Per ogni target group sono stati definiti obiettivi e misure specifiche per il loro raggiungimento. Ogni misura risponde ad una problematica precisa ed è accompagnata di dispositivi tecnici rivolti sia ai disoccupati che ai datori di lavoro. Dispositivi tecnici rivolti ai datori di lavoro sono principalmente agevolazioni per l’assunzione di persone disoccupate. Tali dispositivi sono di tipo: Programmi nazionali di Politiche Attive del lavoro • Contratti agevolati Il datore di lavoro che assume persone in cerca di occupazione nel quadro di un contratto di tipo speciale può usufruire, interamente od in parte, dei seguenti benefici: - esenzione dagli oneri sociali; - aiuti all’assunzione ed alla formazione; - esclusione dei salariati dal calcolo delle soglie di organico. • Aiuti al datore di lavoro Si tratta di un aiuto finanziario concesso dall’Assédic (Assurance Chômage - Centro per i sussidi di disoccupazione) ai datori di lavoro che assumono beneficiari del sussidio ARE (Aide au Retour à l’Emploi - Aiuto al Reinserimento Professionale) iscritti come disoccupati da più di 12 mesi (3 mesi in caso di persone in cerca di lavoro che abbiano almeno 55 anni, assunte tra il 1° luglio ed il 31 dicembre 2002). L’assunzione deve avvenire con contratto a tempo indeterminato o con contratto a tempo determinato di non meno di 12 mesi e non più di 18 mesi. Erogato in frazioni successive per un periodo che può raggiungere i 3 anni, l’aiuto è fissato in una percentuale dello stipendio al momento dell’assunzione (40%, poi 30% ed infine 20%). • Agevolazioni per assumere personale L’indennità sostitutiva del lavoro (ARPE - Allocation de Remplacement pour l’Emploi) Gli aiuti all’assunzione di un lavoratore disabile Il contratto giovani in azienda • Misure che prevedono esenzioni e riduzioni di oneri per i datori di lavoro Le riduzioni degli oneri sui salari bassi L’assunzione di un primo dipendente L’esenzione dai contributi a carico dei datori di lavoro nelle aree sensibili Dispositivi tecnici rivolti ai disoccupati sono principalmente sono di tre tipi: 1. Accompagnamento personalizzato all’inserimento professionale 2. Formazione professionale 3. Inserimento in impresa Questi dispositivi sono abbinati alle agevolazioni proposte ai datori di lavoro che assumono disoccupati e prendono la forma di contratti di lavoro specifici: • Contratti specifici per le persone in cerca di lavoro. Il contratto di apprendistato Il contratto di qualificazione Il contratto di adattamento Il contratto di orientamento Il contratto giovani in azienda Il contratto di qualificazione per i giovani Il contratto iniziativa lavoro (cie - contrat initiative-emploi) Il contratto impiego solidarietà (ces - contrat emploi-solidarité) Il contratto impiego consolidato (cec - contrat emploi-consolidé) Il contratto lavoro giovanile Il contratto di qualificazione per adulti • I programmi di accompagnamento al lavoro Il programma TRACE (Trajet d’Accès à l’Emploi - Percorso di Accesso all’Occupazione) Il programma “nuova partenza” PARE (Programme d’Aide de Retour à l’Emploi)/PAP (Projet d ‘Aide Personnalisée) Piano di Coesione Sociale Il Piano di Coesione Sociale entrato in vigore il 9/02/2005 prevede la realizzazione di 20 programmi in tre settori specifici quali: l’impiego, sistemazione locativa e l’uguaglianza nelle opportunità. Sono stati previsti finanziamenti pari a 15 miliardi di Euro per la durata di 5 anni. La peculiarità del Piano risiede nella diversità e complementarità delle azioni da realizzarsi nei tre suddetti settori simultaneamente. Innovativo ed esigente è anche il metodo prescelto per realizzare il Piano, che si può riassumere nelle fasi seguenti: • analisi della situazione; • percezione della complessità; • diagnostica condivisa; • elaborazione condivisa delle proposte di azione; • volontà di andare in profondità e di rompere l’isolamento degli attori; • controllo e pilotaggio delle azioni da parte di esperti e del personale responsabile; • ricerca dei mezzi complementari sufficienti; • trasparenza dei risultati ottenuti; • valutazione permanente. Ogni Programma è dotato di un Responsabile che è anche incaricato della realizzazione concreta del programma e della sua operatività. Ogni Responsabile deve lavorare a stretto contatto con le amministrazioni locali (prefetti delle regioni e dei dipartimenti). È prevista anche la creazione di un Comitato (Comité de suivi) che si occupa del controllo della realizzazione del Piano. Per quanto riguarda la realizzazione concreta del Piano sono state individuate: • 107 misure (distinte in 45 misure a declinazione territoriale; 41 ad applicazione nazionale e 21 orientamenti) • 52 indicatori (quantitativi e di performance finalizzati al controllo dell’applicazione del Piano Per quanto riguarda l’impiego, le attività già intraprese e quelli previste dal Piano sono: • creazione di partenariati con le collettività locali al fine di arrivare alla firma dei primi Contratti per l’Avvenire e i primi Contratti di accompagnamento dei giovani al lavoro, e altre tipologie di contratto • campagna nazionale in favore dell’apprendimento : in favore dei giovani con particolari difficoltà d’inserimento nel mercato del lavoro; piattaforme di formazione professionale; • Modernizzazione del servizio pubblico per l’impiego finalizzata alla creazione tra le diverse reti esistenti di un dossier unico per chi cerca lavoro • Creazione di una sessantina di “Maison de l’emploi” nel corso del primo semestre del 2005 ed applicazione del Piano sotto l’impulso del comitato di pilotaggio che raggruppa diversi enti (servizi dello Stato, ANPE, UNEDIC, AFPA, organismi consolari e principali associazioni di eletti) • Altri cantieri possono essere attivati con le parti sociali su tematiche specifiche quali : il lavoro dei seniores, e la adattabilità al lavoro Per quanto riguarda l’uguaglianza delle opportunità ed una migliore integrazione, gli obiettivi che sono stati previsti dal Piano sono: • • • • • • • • • • • • • • Creazione di circa quaranta gruppi di lavoro per l’affiancamento scolastico riuscita scolastica che permetta l’accompagnamento degli studenti con difficoltà La Dotazione della Solidarietà urbana deve essere riequilibrata in favore delle città più svantaggiate Il contratto di accoglienza e integrazione sarà generalizzato per diventare operativo Nei confronti della lotta alla discriminazione: la Alta Autorità per la Lotta contro le discriminazioni e per l’Uguaglianza (HALDE) dovrà diventare operativa. Sullo stesso tema la “La Charte de l’égalité des chance set des formations d’excellence pour l’avenir de l’école” già firmata da una quarantina di aziende, deve essere ulteriormente diffusa Federare gli attori per un nuovo contratto con i richiedenti lavoro (Permettere la mobilità di tutti i lavoratori) Accompagnare 800.000 giovani in difficoltà verso l’impiego duraturo (accompagnamento individuale del giovane in difficoltà) 500.000 apprendisti “studenti di mestieri” (aumentare il numero degli apprendisti fino a 500mila attraendo i giovani ed i loro genitori nella scelta di quei mestieri; migliorare le condizioni di finanziamento e la trasparenza degli apprendistati) Favorire l’inclusione sociale nella funzione pubblica attraverso lo sviluppo dell’alternanza Dall’assistenza all’impiego, una possibilità per l’intero paese (accompagnare meglio i beneficiari di sussidi minimi sociali verso l’impiego) Sviluppare l’economia solidale (permettere alle persone molto lontane dal mercato del lavoro di partecipare alla vita economica e sociale) Favorire il ritorno al lavoro dei disoccupati di lunga durata Stabilire un nuovo patto per l’impiego (proteggere i lavoratori dipendenti in caso di ristrutturazione della propria azienda; favorire l’impiego dei seniores; migliorare la salute e la sicurezza sul posto di lavoro; far evolvere la legislazione sul tempo di lavoro; sviluppare i poli di eccellenza per lottare contro le delocalizzazioni) Accelerare lo sviluppo dei servizi (Ridurre le barriere all’entrata del mercato dei servizi per i privati; riduzione dei costi di lavoro nel settore della restaurazione) Incoraggiare la creazione dell’auto-impiego per i disoccupati e le persone in situazione precaria (favorire la ripresa o la creazione d’imprese da parte dei disoccupati; facilitare l’accesso al credito per i disoccupati e le persone in situazione precaria Favorire l’uguaglianza professionale tra le donne e gli uomini Uguaglianza delle opportunità ed inclusione sociale • • • • • • Accompagnare i bambini svantaggiati Accompagnare i collegiali in difficoltà e rinnovare l’educazione prioritaria (destinato ai bambini che vivono in condizioni socioculturali difficili o perturbati) Promuovere l’uguaglianza nelle opportunità tra i diversi territori (permettere ai comuni che devono far fronte ai problemi socio-urbani più pesanti di poter beneficiare di un cospicuo aiuto finanziario) Restaurare il legame sociale (migliorare l’accoglienza dei pubblici in difficoltà e coordinare l’azione di coloro che devono intervenire localmente/collettività territoriali) Rinnovare l’accoglienza e l’integrazione della popolazione immigrata Lotta contro le discriminazioni Giovani La Francia si è dotata di un sistema di sostegno per i giovani a cominciare dall’età scolare fino al venticinquesimo anno. Le strutture principali sono: La Mission General d’Insertion, per i giovani in età scolare ed a rischio di esclusione sociale dovuto al prematuro abbandono scolastico, prima di aver cioè adempiuto all’obbligo formativo ed aver ottenuto un attestato (titolo, diploma), il sistema scolastico si attiva per assicurare ai giovani studenti l’acquisizione di una qualifica, appoggiandosi ai diversi mezzi di prevenzione dell’abbandono scolastico, promuovendo la formazione ed attivando tutti gli attori del sistema educativo. La MGI prevede le seguenti azioni: - Azioni di “rimobilitazione”: sono azioni che si basano sull’accoglienza e sulla rimotivazione degli allievi per reinserirli in un percorso di inserimento che permetta loro di acquisire gli elementi di base necessari per la qualifica. Tali misure includono: stage di rimotivazione; accoglienza e rientro a scuola, liceo o scuola professionale, o il liceo generale; informazione; ricerca di contratti di apprendistato. - Azioni di sostegno per la preparazione al diploma ed alla qualifica: tale azione permette agli allievi di preparare un diploma professionale secondo modalità specifiche, in particolar modo rafforzando la consapevolezza delle nozioni acquisite precedentemente. - Azioni di accompagnamento al lavoro: Sono principalmente delle azioni di accompagnamento di iniziativa locale che si basano sui bisogno economici locali per guidare i giovani neo titolati direttamente all’inserimento lavorativo/professionale (possono essere del sostegno alla preparazione di un concorso o sessione di aiuto alla ricerca del lavoro). La MG è affiancata in queste operazioni dall’ANPE, così come da altri attori a seconda delle loro specificità. Le azioni e i programmi vengono elaborati a partire dalle esigenze e caratteristiche del territorio di riferimento. Le Missions Locales, si occupano principalmente di giovani tra i 16 e i 25 anni in difficoltà con particolare riferimento al loro inserimento nel mercato del lavoro e integrazione sociale; e le Permanence d’accueil, d’information et d’orientation (PAIO). Le Missions Locales fanno capo al Comitato Nazionale delle Missions Locales (CNML). Le strutture PAIO, sono state in parte soppresse e fatte confluire in Missions Locales esistenti, oppure sono state fuse tra di loro, formando un raggruppamento di PAIO. Le Mission locales sono delle strutture che accolgono tutti i giovani appartenenti alla fascia di età compresa tra i 16 e i 25 anni, che abbiano o meno una qualifica, proveniente da quartieri disagiati o da zone rurali, o che si trovino in situazione di conflitto o disagio familiare. A questi giovani viene offerto un sostengo ed un accompagnamento per la ricerca di soluzioni personalizzate. Uno degli obiettivi principali che sottende l’inclusione sociale è l’inserimento lavorativo. Le Missioni Locali e i PAIO forniscono ai giovani in difficoltà, a seconda del loro livello di educazione, i loro bisogni, delle risposte individuali e su “misura”, attraverso: • • l’elaborazione di un progetto professionale ed un percorso professionale nel pieno coinvolgimento del giovane in difficoltà, la determinazione del percorso formativo che maggiormente tenga conto delle peculiarità e caratteristiche oltre che delle inclinazione del giovane e della spendibilità nell’ambito di un contesto lavorativo; • • • accompagnare il giovane nella ricerca del lavoro fino al raggiungimento di una autonomia professionale e sociale; prepararlo ad affrontare dei colloqui di lavoro; agire da tramite tra imprese ed il giovane in cerca di lavoro (job matching) Se da un lato l’accesso al lavoro costituisce un elemento fondamentale per l’inserimento dei giovani nella società, tale inserimento non può considerarsi sufficiente se non affiancato ad altri servizi come nel caso degli alloggi, la salute, accesso alla cultura ed all’educazione, inclusi diversivi e sport. La Missione quindi offre un servizio che copre questi diversi aspetti. La Missione segue una metodologia di azione che parte dal progetto stesso dello giovane preso in carica dalla ML su base volontaria. Le Missioni Locali lavorano in sinergia ed in stretto coordinamento con lo Stato, le regioni, le collettività locali, gli attori economici e sociali che operano a livello locale. Questo ampio partenariato tende a favorire l’emergere di complementarietà che più facilmente rafforzano la capacità di risposta ai bisogni dei giovani ed allo stesso tempo di agire in conformità e coerenza con le politiche per l’impiego dello Stato, regioni, dipartimenti e comuni. Il Sistema dei servizi pubblici per l’impiego francese è centralizzato e dipende dal Ministero del Lavoro. L’ANPE è un’agenzia nazionale che copre il territorio nazionale creata nel 1967. L’ANPE (Agence Nationale pour l’Emploi - Agenzia Nazionale del Lavoro) è un Ente Pubblico a carattere Amministrativo, creato nel 1967 e dotato di personalità civile e di autonomia finanziaria. Posta sotto la tutela del Ministero del Lavoro, l’ANPE è gestita da un Consiglio di Amministrazione composto da rappresentanti dello Stato, da rappresentanti delle 5 confederazioni sindacali e da rappresentanti degli imprenditori. L’ANPE è sottoposta alle regole della contabilità pubblica. Il suo bilancio è unico ed è gestito dal Direttore Generale dell’ANPE. Il Direttore Generale è nominato dal governo. Nel 2002, l’ANPE è un ente con un organico di oltre 20.000 Dipendenti. Il Consiglio di Amministrazione vota il bilancio dell’ANPE per capitoli. La struttura dell’ANPE è di tipo piramidale. Il suo asseto organizzativo è il seguente: una direzione nazionale una direzione regionale per regione amministrativa delle direzioni provinciali che raggruppano diverse agenzie locali. Per quanto riguarda la struttura, l’ANPE è un ente pubblico nazionale, un’agenzia autonoma, gestita da tre consigli d’amministrazione collocati sotto l’autorità del Ministro del Lavoro. Esso include 770 agenzie locali operanti in 120 direzioni delegate e coordinate da 22 direzioni regionali. L’agenzia è diventata una vera impresa di servizi che impiega 18.500 persone. Sistema dei Servizi per l’impiego L’agenzia si occupa del collocamento del lavoratore nel settore privato ma anche nel settore pubblico. Il suo lavoro consiste nella raccolta e nella sistemazione in una banca dati di tutte le offerte di lavoro provenienti dalle società, l’accoglienza dei disoccupati nonché della distribuzione delle offerte di lavoro. L’ANPE, ha avuto, fino al 2005, il monopolio nella gestione della lista dei disoccupati (iscrizione, rinnovo dell’iscrizione, trasferimenti, scioperi). L’ANPE ha adottato una nuova struttura stabilita dalla legge, e a questo fine, è stato fatto un accordo fra tre sindacati (CFDT, CFE-CGC e UNSA), entrato in vigore dal 2004, che mira a far sì che le risorse umane siano più dinamiche e che si faccia uso del lavoro e delle competenze del personale in maniera più appropriata. L’accordo definisce una nuova struttura del lavoro basata su quattro indirizzi professionali: consulenza del lavoro, aiuto e direzione nel sistema di formazione e direzione delle operazioni. Esso diversifica l’assunzione e moltiplica le possibilità di promozione e di mobilità sul lavoro, basandosi su un sistema di validità interna nell’apprendimento del lavoro. Dal 2001 in particolare, parte della retribuzione dei delegati e dei direttori regionali si basa sul rendimento individuale. I tipi di servizi forniti e obiettivi di gruppo: servizi per lavoratori e per datori di lavoro Ciascuna agenzia affianca il lavoratore nella preparazione del CV, del colloquio di lavoro, nella definizione di un progetto professionale. Oltre a colloqui individuali, le agenzie propongono, in casi di particolare difficoltà, un servizio di accompagnamento specifico, che parte da una analisi dello stato attuale per poi definire il piano operativo strategico per la ricerca del lavoro insieme al bilancio delle competenze, individuazione di corsi di formazione e programmi di accompagnamento specifici. In genere questi servizi sono offerti a disoccupati di lunga durata e a giovani come nel caso del “Plan d'aide au retour à l'emploi” (Pare) che ha rafforzato l’approccio del accompagnamento personalizzato. L’ANPE fornisce i suoi servizi non solo ai lavoratori in cerca d’occupazione ma anche alle imprese, che le affidano parte del reclutamento del loro personale. Questo servizio può andare dalla semplice affissione di un annuncio alla preselezione dei candidati alla garanzia delle loro competenze (verifica dei diplomi ed attestati, valutazione delle precedenti esperienze lavorative, valutazione della loro capacità lavorativa in particolari ambienti di lavoro; l’attuazione di dispositivi specializzati, in particolare a beneficio delle Piccole e Medie Imprese). L’ANPE inoltre promuove degli scambi di personale con agenzie omologhe europee, con l’obiettivo di trasferire e condividere nuovi metodi di intervento sul mercato del lavoro, in particolar modo per le categorie più svantaggiate. Per poter conseguire i propri obiettivi di riduzione del numero dei disoccupati, l’ANPE (Agence Nationale pour l’Emploi) ha sottoscritto accordi con partner ed operatori esterni. Sono stati sottoscritti accordi con partner specializzati [mission locale per i giovani in difficoltà, Agefiph (Association Nationale de Gestion du Fonds pour l’Insertion Professionnelle des Personnes Handicapées - Fondo per l’integrazione professionale dei portatori di handicap) per i disabili ed APEC (Association pour l’Emploi des Cadres Associazione per l’occupazione dei quadri, che prevedono di affidare loro il follow-up di 200.000 disoccupati in cerca di lavoro. Per quanto riguarda l’AFPA (Association pour la Formation Professionnelle des Adultes Associazione per la Formazione Professionale degli Adulti), è il partner tradizionale dell’ANPE in materia di percorsi formativi proposti alle persone in cerca di lavoro. Infine, il ricorso ad operatori privati per l’esecuzione dei bilanci di competenze e delle valutazioni e per le prestazioni di accompagnamento si è triplicato, passando da circa 168 milioni di Euro a più di 457 milioni nel 2002, su un bilancio complessivo di 1,75 miliardi di Euro. Questa politica di alleanze e partenariati, è centrata sulla complementarità dei servizi dell’ANPE e di quelli dei suoi partner, e ha lo scopo di : • assicurare un servizio continuo e personalizzato a chi è in cerca di lavoro: l’ANPE in materia di definizione del progetto professionale e di accesso all’occupazione, l’AFPA in materia di accesso alla formazione, con la definizione di un percorso formativo che sia adeguato al progetto professionale; • rafforzare i compiti ed i mezzi del servizio pubblico per l’impiego per favorire l’accesso all’occupazione dei gruppi target prioritari definiti dallo Stato; • permettere alle persone in cerca di lavoro che abbiano necessità di acquisire o di aggiornare competenze professionali di usufruire dei tipi di formazione qualificanti dell’AFPA; • sviluppare il sostegno dell’ANPE all’accesso all’occupazione dei corsisti dell’AFPA ed il sostegno dell’AFPA all’ANPE per valutare le competenze di coloro che sono in cerca di lavoro. La collaborazione dell’ANPE con organismi terzi prevede tre modalità: 1. l’appalto congiunto: inquadrato dai testi legislativi e normativi, frutto del volere nazionale, l’appalto congiunto si fonda sul riconoscimento e sulla presa in considerazione dell’offerta di servizi dei nostri partner; 2. la cooperazione: la cooperazione mira a risolvere problematiche legate al territorio ed ingloba gli accordi dell’ANPE con quei partner che prestano servizi complementari ai servizi da essa forniti; 3. il subappalto: sviluppato per migliorare i servizi prestati ai nostri clienti, il subappalto apporta un reciproco arricchimento delle competenze sia dell’ANPE sia dei suoi prestatori di servizi. I servizi per l’impiego hanno principalmente una funzione di diagnosi e prescrizione del servizio che può rispondere al bisogno della persona disoccupata. In funzione dei bisogni degli utenti, I servizi per l’impiego indirizzano gli utenti verso strutture convenzionate che offrono servizi complementari. ANPE: (vedi sopra) L’APEC: Agenzia per l’impiego del personale dirigenziale (Agence pour l’Emploi des Cadres) è un’organizzazione collettiva pensata anche per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma i suoi servizi si indirizzano solo ed esclusivamente ad un particolare tipo di popolazione: i manager e/o il personale manageriale. L’APEC è diretta da un Consiglio d’Amministrazione equamente diviso tra membri MEDEF (Mouvement des Entreprises de France) per i datori di lavoro e cinque unioni centrali che rappresentano l’ «organico» dei dipendenti del settore privato: CFE-CGC, UCC-CFDT, UCI-FO, UGICA-CFTC, e UGICTCGT. Il Consiglio d’Amministrazione si riunisce tre volte l’anno e fissa gli orientamenti politici necessari all’APEC per funzionare. La presidenza viene assegnata alternativamente, ogni due anni, ad un sindacalista e ad un rappresentante dei datori di lavoro. Jean-Louis Walter, è stato il presidente dell’APEC dal Giugno 2003. Anche la direzione collettiva dell’APEC è suddivisa in regioni attraverso 15 Commissioni Regionali. AFPA: Associazione nazionale per la formazione professionale degli adulti, ha l’obiettivo di fornire percorsi formativi per migliorare la capacità lavorativa, le competenze dei lavoratori in cerca di occupazione ed incrementare l’impiego. L’AFPA interviene nel campo della: informazione, valutazione, orientamento professionale, fino all’effettivo inserimento del mondo del lavoro. L’AFPA si indirizza a ad un pubblico e a dei clienti diversi: - disoccupati in cerca di impiego - dipendenti - organismi pubblici - collettività territoriali - grandi imprese - piccole e medie imprese - artigiani L’AFPA offre consulenza di carriera, attività di formazione, certificazioni, guida per la formazione degli adulti ed esperti. L’AFPA è diffusa in tutto il Paese. È suddivisa in 22 uffici regionali ed include 246 luoghi di formazione e 188 servizi di assistenza alla carriera. L’AFPA contribuisce alla parità professionale tra uomo e donna attraverso dei programmi formativi che permettono l’avvicinamento di queste ultime a delle professionalità considerate tipicamente maschili : - trasporti e logistica - falegnameria - elettricista - imbianchino, pianellista - Informatica - Ristorazione, turismo ecc. Anche per le persone andicappate l’AFPA prevede dei corsi di formazione professionale e a tale scopo ha firmato nel 2004 una Convenzione con l’AGEFIPH che prevede dei programmi formativi dedicati per disabili. L’AFPA realizza per conto dello Stato ed in stretta collaborazione con le varie categorie professionali ed altri partner, degli studi per adattare costantemente i contenuti di programmi formativi ai cambiamenti e sviluppi della tecnologia, del lavoro e dell’organizzazione del lavoro cosi da favorire l’inserimento lavorativo degli stagisti. AGEFIPH : L'Agefiph gestisce l’inserimento professionale delle persone disabili. Questa agenzia è stata istituita con la legge del 10 Luglio 1987 ed ha come obiettivo quello di favorire l’accesso delle persone disabili nei normali ambienti di lavoro. L’Agefiph contribuisce all’attuazione della politica dello stato. Essa è al servizio delle imprese e delle persone disabili, ed attua una politica di concertazione tra le varie parti coinvolte, parti sociali, gli attori economici e sociali, i disabili ed datori di lavoro. Gli interventi dell’ Agefiph coprono tutte le tappe dell’inserimento lavorativo. I Finanziamenti dell’ Agefiph si indirizzano a: - Alle imprese private ai datori di lavoro del settore privato; - Alle persone disabili beneficiarie della legge del 10 luglio 1097 e oggetto di inserimento lavorativo nelle imprese private; - Agli operatori. L’Agefiph è gestito da un consiglio di amministrazione composto da 4 collegi composta da 5 membri ognuno. 1. Collegio dei datori di lavoro 2. Collegio dei dipendenti 3. Collegio delle associazioni 4. Collegio delle personalità qualificate Il consiglio di amministrazione decide la politica generale dell’ Agefiph. L’obbligo di assumere il 6% di lavoratori disabili, istituito dalla Legge n. 87-517 del 10 luglio a favore dell’impiego dei lavoratori disabili, si applica alle amministrazioni dello Stato e degli enti territoriali, nonché all’amministrazione ospedaliera, ed ai rispettivi organismi pubblici. ANAEM: L’Agence Nationale de l’Accueil des Etrangers et des Migrations (ANAEM) è un nuovo organo pubblico amministrativo dello stato Francese, creato con la legge della Coesione sociale del 18 gennaio 2005, posto sotto la tutela dei ministeri incaricati di integrazione e occupazione. L’ANAEM assomma le missioni ed i mezzi dell’Office des migrations internationales (OMI), organo pubblico amministrativo creato nel 1945 ed il Servizio sociale d’aiuto agli emigranti (Service social d’aide aux émigrants SSAE) associazione fondata nel 1926 riconosciuta di utilità pubblica nel 1932. L’ANAEM è incaricata di gestire le procedure di ingresso dei lavoratori stranieri (non-UE) regolari, dei lavoratori permanenti e dei beneficiari di una autorizzazione provvisoria di lavoro (Autorisation Provisoire du Travail) dai paesi terzi verso l’Unione Europea. Inoltre è incaricata di seguire i lavoratori muniti di contratto con impresa francese tramite la Direzione Dipartimentale del lavoro e dell’impiego e della formazione professionale (DDTEFP). L'UNEDIC: è l'istituto francese dell'assicurazione disoccupazione costituito dalla federazione delle ASSEDIC, che sono gli istituti locali incaricati principalmente dell'incasso dei contributi, del versamento delle prestazioni ai disoccupati e della loro assistenza nella prassi di riconversione. Questi istituti sono gestiti in modo paritetico (organizzazioni dei datori di lavoro e dei sindacati di lavoratori): in Francia tale istituto la cui missione è prevalentemente di politica passiva, sta cominciando ad allargare le proprie competenze verso dei settori ed attività di politica attiva, come lo dimostra la sperimentazione con l’Italia.