Francia - banca dati Italia Lavoro

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Francia - banca dati Italia Lavoro
Scheda paese
Francia
2006
SCHEDA PAESE: FRANCIA
In base alla costituzione, la Francia è una repubblica presidenziale in cui il Presidente
viene eletto direttamente per un mandato di 5 anni (in origine 7 anni). L’attuale
costituzione venne approvata tramite referendum del 20 settembre 1958. Essa rafforzava
fortemente l'autorità dell'esecutivo in relazione al Parlamento. Il presidente assicura il
regolare funzionamento dei poteri pubblici e la continuità dello stato. Il Presidente nomina
il Primo Ministro, presiede il gabinetto, comanda le forze armate e conclude i trattati.
L’Assemblea Nazionale (Assemblée Nationale) è il principale corpo legislativo. I suoi
deputati sono eletti direttamente con mandato di 5 anni, tutti i seggi vengono votati ad
ogni elezione. I senatori vengono scelti da un collegio elettorale per un mandato di 6 anni
(prima 9 anni), e un terzo del senato viene rinnovato ogni 2 anni (prima ogni 3). Il potere
legislativo del Senato è limitato; l'Assemblea Nazionale ha l'ultima parola in caso di
disaccordo tra le due camere. Il governo ha una forte influenza sulla stesura dell'ordine
del giorno del Parlamento.
Contesto
L'economia francese combina un'estesa imprenditoria privata, con un sostanziale, ma in
declino, intervento governativo. Ampi tratti di terra fertile, l'applicazione delle tecnologie
moderne e i sussidi, si sono combinati per rendere la Francia il principale produttore
agricolo dell'Europa Occidentale. Il governo mantiene una considerevole influenza sui
segmenti chiave del settore delle infrastrutture, con quote di maggioranza in ferrovie,
elettricità, aeronautica, e telecomunicazioni. Ha comunque gradualmente rilasciato il
controllo su questi settori fin dai primi anni '90. Il governo sta lentamente vendendo le sue
partecipazioni in France Telecom, Air France, e nei settori assicurativo, bancario e della
difesa. La Francia ha aderito insieme si uní ad altri 10 paesi UE per lanciare l'Euro il 1
gennaio 1999, valuta che ha rimpiazzato completamente il franco francese all'inizio del
2002.
Mercato del lavoro e tasso di disoccupazione
Il mercato del lavoro francese si caratterizza, da oltre due decenni, per un continuo
aumento dei lavoratori in cerca di occupazione. Attualmente il tasso di disoccupazione si
attesta a circa il 10%. Tale tasso viene spiegato con il forte sistema di protezione dei
lavoratori, con un alto costo per il licenziamento, e per la presenza del minimo salariale. Il
mercato del lavoro si presenta rigido e caratterizzato da una serie di imposte, tassazioni,
contributi a carico del datore di lavoro a cui il governo sta rispondendo con misure atte a
incentivare una maggiore flessibilità, riducendo gli oneri fiscali alle imprese, introducendo
dei nuovi contratti che permettano una più ampia manovra dei datori di lavoro (l’esistenza
di un gran numero di contratti di tipi differenti, ciascuno per introdurre un certo tipo e
grado di flessibilità prevista per permettere un certo grado di flessibilità ma strettamente
limitata nella sua applicazione, sono fonte di costose complessità). La situazione attuale è
paradossale: nonostante gli aiuti alla disoccupazione ed una apparente forte protezione
all’occupazione i lavoratori sentono una forte incertezza nel futuro.
La disoccupazione strutturale riguarda principalmente i disoccupati di lunga durata; i
giovani e le persone a bassa qualifica; parallelamente si registra un basso tasso di
partecipazione di giovani e di lavoratori “anziani”. Tale difficile situazione del mercato del
lavoro contribuisce alla permanenza del deficit nazionale che a sua volta fa aumentare le
pressioni fiscali causate dall’invecchiamento della popolazione sulle finanze pubbliche.
La Francia si sta gradatamente orientando verso delle riforme che alleggeriscano l’onere
dei datori di lavoro e che garantiscano maggiore flessibilità del mercato del lavoro, non
senza difficoltà di ordine sociale.
La logica del decentramento perseguita dal legislatore francese e la giurisprudenza
del Conseil constitutionnel.
Livelli
amministrativi di
governo e di
decentramento
A partire dal 1982 la Francia persegue una forte logica di decentramento, che si è
materialmente tradotta in un cospicuo blocco normativo (cfr. la loi Deferre del 1982)
disciplinante i 36.000 comuni, i 100 dipartimenti, le 26 regioni e i numerosi
“raggruppamenti comunali” (intercommunalités) previsti dall’ordinamento repubblicano.
Perseguendo tale logica di decentramento, il legislatore francese ha portato avanti una
vera e propria trasformazione della vita politica francese, pur lasciando sempre invariata
la Costituzione della V Repubblica (cfr. i lavori della Commissione “refonder la vie
publique locale”, voluta da Jospin nel 2001 per discutere dell’avvenire del decentramento,
che si risolse a non modificare il testo della Carta costituzionale). A ciò si aggiunga la
giurisprudenza del Conseil constitutionnel sulle collettività locali e sul decentramento
(regioni speciali, dipartimenti) che ha fissato i principi dell’autonomia e dell’autoamministrazione delle collettività locali (libre administration), rendendo necessaria una
revisione anche formale del testo della Costituzione della V Repubblica.
La revisione costituzionale del 2003
La revisione costituzionale del marzo del 2003 non è di facile interpretazione: il testo della
legge di revisione è ambiguo e confuso, e si applica tanto alla Francia metropolitana
quanto ai Dipartimenti ed ai Territori d’Oltre Mare (i cosiddetti DOM e TOM).
L’ordinamento costituzionale francese si caratterizza, dunque, per una presunzione
generale di competenza dello Stato nonostante la ricezione del principio di sussidiarietà:
non si prevede l’assegnazione di competenze ad enti diversi dallo Stato; non vi è, in altre
parole, alcun ripartizione verticale delle competenze e la legge del 28 marzo 2003 è un
punto di arrivo ed al contempo un punto di partenza estremamente importante.
Il nuovo art. 1 della Costituzione francese sottolinea che «l’organizzazione» della
Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale «è decentrata [décentralisée]», con
ciò il carattere decentrato potendo fungere da parametro in un giudizio avanti il Conseil
constitutionnel: con il decentramento si attua, invero, il trasferimento dell’esercizio di
competenze, non già il trasferimento della loro titolarità.
L’art. 72, al. 1 della Costituzione francese fornisce ora una nuova definizione della
nozione di collettività territoriale. Le collettività territoriali francesi sono tradizionalmente: i
comuni, che godono di competenze molto ampie e sulla base dei quali è strutturato il
sistema di decentramento francese; i dipartimenti; le regioni, che prima della riforma non
erano costituzionalizzate; le collettività a statuto particolare (Corsica, Città di Parigi); e le
collettività d’Oltre Mare. In seguito alla riforma costituzionale del 2003, una collettività a
statuto speciale può inglobare gli altri enti territoriali: ad esempio, una collettività speciale
può assorbire due o più dipartimenti.
Ulteriore principio inserito nel nuovo testo costituzionale è quello della sussidiarietà,
previsto all’art. 72, al. 2: «Le collettività territoriali hanno vocazione a prendere decisioni
per l’insieme delle competenze che possono essere realizzate nelle condizioni migliori
[qui peuvent le mieux être mises en œuvre]al loro livello». Peraltro tale disposizione
risulta essere piuttosto ambigua e non comporta quelle conseguenze immediate, tipiche
di tale principio. Al di là, tuttavia, dell’aspetto formale di tale disposizione, essa risulta
essere il punto nodale del riparto di competenze tra Stato e collettività territoriali.
Fra gli esempi di applicazione del principio di sussidiarietà all’assetto istituzionale
francese può illustrarsi il settore dell’istruzione: le scuole elementari spettando ai comuni,
le scuole medie inferiori (collèges) ai dipartimenti (dal 1982); le scuole medie superiori
(lycées) alle regioni (sempre dal 1982). Le università spettano allo Stato od alle Regioni?
Si pensa, per ragioni di opportunità finanziaria, soprattutto alle regioni. la Regione, la
quale rappresenta, accanto al Comune e al Dipartimento, un terzo livello di governo
locale, sta conquistando a poco a poco una propria identità, merito anche di
un’importante riforma, cominciata nel 1981, che ha modificato le relazioni tra Stato e
Regioni, trasferendo a queste ultime alcune competenze dal governo centrale e
diminuendo i poteri di controllo e coordinamento dei Prefetti. Ma il processo di
decentralizzazione in atto in Francia è ancora lontano dai modelli federalisti o autonomisti
degli altri Paesi europei, vista la pesantezza del vecchio modello centralista, difficile da
smantellare.
Questa revisione costituzionale non si può certo dire che faccia rientrare la Francia nel
novero dei Paesi decentrati. Tale revisione costituzionale, inoltre, non modifica neppure il
paesaggio amministrativo francese anche se vi ha tolto alcune cautele e consentirà di
procedere in direzione di un rafforzamento delle autonomie locali e territoriali, se ve ne
sarà la volontà politica.
Il Ministro dell’occupazione, del lavoro e della coesione sociale
La Francia si basa su un sistema fortemente centralizzato di gestione della politica del
lavoro e dell’attuazione delle misure attive. Come accennato però negli ultimi anni ed in
particolar modo con la legge sulla coesione sociale del gennaio 2005, il governo si sta
avviando verso una decentralizzazione, per lo più amministrativa delle politiche del
mercato del lavoro e dei servizi per l’impiego. La decentralizzazione risponde alla
necessità di decongestionare il centro.
Il Ministero dell’occupazione, del lavoro e della coesione sociale è responsabile dello
sviluppo e dell’attuazione delle politiche governative nel campo del lavoro,
dell’occupazione, della formazione professionale, dell’azione sociale e della battaglia
contro l’esclusione e l’emarginazione sociale e per l’integrazione (delle minoranze).
Questo Ministero è anche responsabile della protezione e della promozione dell’impiego e
della formazione professionale di giovani e adulti. Stabilisce e attua norme sulle
condizioni di lavoro, le contrattazioni collettive e i diritti dei dipendenti. La sua sfera di
responsabilità include anche questioni legate alla famiglia, ai bambini, ai diritti delle
donne, agli anziani, ai disabili, agli immigrati e alla natura.
I Dipartimenti Regionali del Lavoro, dell’occupazione e della formazione professionale
(DRTEFP) furono istituiti nel 1995 e sono responsabili per:
- il rafforzamento delle politiche statali a favore del lavoro, dell’impiego e della formazione
professionale;
- la semplificazione della struttura amministrativa dei servizi decentralizzati del ministero
rendendo allo scopo di rendere le sue azioni più efficienti e più agili;
- lo sviluppo di specifiche misure di regolamentazione della formazione professionale per
migliorare la qualità del servizio offerto e per controllare l’utilizzo dei fondi pubblici in
questa area.
Attraverso questo lavoro e questa organizzazione il DRTEFP sta divenendo la sede
principale in cui viene sviluppato il piano strategico regionale nelle aree del lavoro,
dell’impiego e della formazione professionale.
I DRTEFP sono il punto d’appoggio nel processo di attuazione delle politiche del
Ministero del lavoro, dell’occupazione e della formazione professionale. Nel loro ruolo di
ispettorato del lavoro, operante nel settore, essi sono responsabili di assicurare
l’osservanza della legislazione del lavoro e degli accordi collettivi (leggi, regole, accordi
collettivi) che governano la vita del commercio e dell’industria.
Essi esercitano anche una funzione di informazione e di consulenza per datori di lavoro,
dipendenti, sindacati e per le istituzioni che rappresentano il personale, dove queste
regole devono essere applicate, e sui diritti e gli obblighi che ne scaturiscono. Inoltre i
DRTEFP attuano misure di politica attiva del lavoro supportando imprese desiderose di
ingrandirsi e quindi di assumere nuovi lavoratori, o che devono affrontare difficoltà
finanziarie temporanee o di lungo termine.
Hanno responsabilità gestionali per le politiche di integrazione e di formazione, in
particolare per soggetti “difficili da integrare”, come giovani privi di qualifiche, disoccupati
di lungo periodo, disabili e madri single. Essi incoraggiano lo sviluppo locale dell’impiego
nella collaborazione con i vari attori economici nel Dipartimento: comunità locali,
associazioni, commercio e privati. Forniscono un supporto finanziario per la creazione di
nuovi business e concedono un 4 contributo finanziario alle iniziative per l’impiego locali.
Rivestono una funzione regolatrice tramite una supervisione dell’accesso nel mercato del
lavoro di forza lavoro straniera. I DRTEFP studiano anche come utilizzare le indennità per
la disoccupazione (indennità di base, indennità speciale di solidarietà [beneficio
supplementare]), supervisionano l’effettiva richiesta di lavoro dei disoccupati, prendono
parte all’attuazione di vari tipi di formazione (apprendistato, ecc.), pongono in essere
politiche attive per lavoratori disabili e contano sul supporto della direzione tecnica dei
lavoratori e delle commissioni di collocamento (COTOREP, Commission Technique
d'Orientation et de Reclassement).
Competenze
decentrate in
materia di politiche
del MDL
Il sistema del mercato del lavoro francese, come già accennato, è ancora fortemente
centralizzato e non ci sono competenze trasferite in materia d’impiego. Le politiche attive
del lavoro si attuano al livello locale attraverso programmi che sono affidati ad attori locali
specifici. Esempio: le missions locales sono responsabili per l’attuazione di programmi
riguardanti i giovani.
Le politiche attive del lavoro sono organizzate per programmi e per target group. Per ogni
target group sono stati definiti obiettivi e misure specifiche per il loro raggiungimento.
Ogni misura risponde ad una problematica precisa ed è accompagnata di dispositivi
tecnici rivolti sia ai disoccupati che ai datori di lavoro.
Dispositivi tecnici rivolti ai datori di lavoro sono principalmente agevolazioni per
l’assunzione di persone disoccupate. Tali dispositivi sono di tipo:
Programmi
nazionali di Politiche
Attive del lavoro
• Contratti agevolati
Il datore di lavoro che assume persone in cerca di occupazione nel quadro di un contratto
di tipo speciale può usufruire, interamente od in parte, dei seguenti benefici:
- esenzione dagli oneri sociali;
- aiuti all’assunzione ed alla formazione;
- esclusione dei salariati dal calcolo delle soglie di organico.
• Aiuti al datore di lavoro
Si tratta di un aiuto finanziario concesso dall’Assédic (Assurance Chômage - Centro per i
sussidi di disoccupazione) ai datori di lavoro che assumono beneficiari del sussidio ARE
(Aide au Retour à l’Emploi - Aiuto al Reinserimento Professionale) iscritti come
disoccupati da più di 12 mesi (3 mesi in caso di persone in cerca di lavoro che abbiano
almeno 55 anni, assunte tra il 1° luglio ed il 31 dicembre 2002).
L’assunzione deve avvenire con contratto a tempo indeterminato o con contratto a tempo
determinato di non meno di 12 mesi e non più di 18 mesi.
Erogato in frazioni successive per un periodo che può raggiungere i 3 anni, l’aiuto è
fissato in una percentuale dello stipendio al momento dell’assunzione (40%, poi 30% ed
infine 20%).
• Agevolazioni per assumere personale
L’indennità sostitutiva del lavoro (ARPE - Allocation de Remplacement pour l’Emploi)
Gli aiuti all’assunzione di un lavoratore disabile
Il contratto giovani in azienda
• Misure che prevedono esenzioni e riduzioni di oneri per i datori di lavoro
Le riduzioni degli oneri sui salari bassi
L’assunzione di un primo dipendente
L’esenzione dai contributi a carico dei datori di lavoro nelle aree sensibili
Dispositivi tecnici rivolti ai disoccupati
sono principalmente sono di tre tipi:
1. Accompagnamento personalizzato all’inserimento professionale
2. Formazione professionale
3. Inserimento in impresa
Questi dispositivi sono abbinati alle agevolazioni proposte ai datori di lavoro che
assumono disoccupati e prendono la forma di contratti di lavoro specifici:
• Contratti specifici per le persone in cerca di lavoro.
Il contratto di apprendistato
Il contratto di qualificazione
Il contratto di adattamento
Il contratto di orientamento
Il contratto giovani in azienda
Il contratto di qualificazione per i giovani
Il contratto iniziativa lavoro (cie - contrat initiative-emploi)
Il contratto impiego solidarietà (ces - contrat emploi-solidarité)
Il contratto impiego consolidato (cec - contrat emploi-consolidé)
Il contratto lavoro giovanile
Il contratto di qualificazione per adulti
• I programmi di accompagnamento al lavoro
Il programma TRACE (Trajet d’Accès à l’Emploi - Percorso di Accesso all’Occupazione)
Il programma “nuova partenza”
PARE (Programme d’Aide de Retour à l’Emploi)/PAP (Projet d ‘Aide Personnalisée)
Piano di Coesione Sociale
Il Piano di Coesione Sociale entrato in vigore il 9/02/2005 prevede la realizzazione di 20
programmi in tre settori specifici quali: l’impiego, sistemazione locativa e l’uguaglianza
nelle opportunità. Sono stati previsti finanziamenti pari a 15 miliardi di Euro per la durata
di 5 anni.
La peculiarità del Piano risiede nella diversità e complementarità delle azioni da
realizzarsi nei tre suddetti settori simultaneamente. Innovativo ed esigente è anche il
metodo prescelto per realizzare il Piano, che si può riassumere nelle fasi seguenti:
•
analisi della situazione;
•
percezione della complessità;
•
diagnostica condivisa;
•
elaborazione condivisa delle proposte di azione;
•
volontà di andare in profondità e di rompere l’isolamento degli attori;
•
controllo e pilotaggio delle azioni da parte di esperti e del personale
responsabile;
•
ricerca dei mezzi complementari sufficienti;
•
trasparenza dei risultati ottenuti;
•
valutazione permanente.
Ogni Programma è dotato di un Responsabile che è anche incaricato della realizzazione
concreta del programma e della sua operatività. Ogni Responsabile deve lavorare a
stretto contatto con le amministrazioni locali (prefetti delle regioni e dei dipartimenti). È
prevista anche la creazione di un Comitato (Comité de suivi) che si occupa del controllo
della realizzazione del Piano.
Per quanto riguarda la realizzazione concreta del Piano sono state individuate:
•
107 misure (distinte in 45 misure a declinazione territoriale; 41 ad applicazione
nazionale e 21 orientamenti)
•
52 indicatori (quantitativi e di performance finalizzati al controllo dell’applicazione
del Piano
Per quanto riguarda l’impiego, le attività già intraprese e quelli previste dal Piano sono:
•
creazione di partenariati con le collettività locali al fine di arrivare alla firma dei
primi Contratti per l’Avvenire e i primi Contratti di accompagnamento dei giovani
al lavoro, e altre tipologie di contratto
•
campagna nazionale in favore dell’apprendimento : in favore dei giovani con
particolari difficoltà d’inserimento nel mercato del lavoro; piattaforme di
formazione professionale;
•
Modernizzazione del servizio pubblico per l’impiego finalizzata alla creazione tra
le diverse reti esistenti di un dossier unico per chi cerca lavoro
•
Creazione di una sessantina di “Maison de l’emploi” nel corso del primo
semestre del 2005 ed applicazione del Piano sotto l’impulso del comitato di
pilotaggio che raggruppa diversi enti (servizi dello Stato, ANPE, UNEDIC, AFPA,
organismi consolari e principali associazioni di eletti)
•
Altri cantieri possono essere attivati con le parti sociali su tematiche specifiche
quali : il lavoro dei seniores, e la adattabilità al lavoro
Per quanto riguarda l’uguaglianza delle opportunità ed una migliore integrazione, gli
obiettivi che sono stati previsti dal Piano sono:
•
•
•
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•
•
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•
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•
•
•
Creazione di circa quaranta gruppi di lavoro per l’affiancamento scolastico
riuscita scolastica che permetta l’accompagnamento degli studenti con difficoltà
La Dotazione della Solidarietà urbana deve essere riequilibrata in favore delle
città più svantaggiate
Il contratto di accoglienza e integrazione sarà generalizzato per diventare
operativo
Nei confronti della lotta alla discriminazione: la Alta Autorità per la Lotta contro le
discriminazioni e per l’Uguaglianza (HALDE) dovrà diventare operativa. Sullo
stesso tema la “La Charte de l’égalité des chance set des formations
d’excellence pour l’avenir de l’école” già firmata da una quarantina di aziende,
deve essere ulteriormente diffusa
Federare gli attori per un nuovo contratto con i richiedenti lavoro (Permettere la
mobilità di tutti i lavoratori)
Accompagnare 800.000 giovani in difficoltà verso l’impiego duraturo
(accompagnamento individuale del giovane in difficoltà)
500.000 apprendisti “studenti di mestieri” (aumentare il numero degli apprendisti
fino a 500mila attraendo i giovani ed i loro genitori nella scelta di quei mestieri;
migliorare le condizioni di finanziamento e la trasparenza degli apprendistati)
Favorire l’inclusione sociale nella funzione pubblica attraverso lo sviluppo
dell’alternanza
Dall’assistenza all’impiego, una possibilità per l’intero paese (accompagnare
meglio i beneficiari di sussidi minimi sociali verso l’impiego)
Sviluppare l’economia solidale (permettere alle persone molto lontane dal
mercato del lavoro di partecipare alla vita economica e sociale)
Favorire il ritorno al lavoro dei disoccupati di lunga durata Stabilire un nuovo
patto per l’impiego (proteggere i lavoratori dipendenti in caso di ristrutturazione
della propria azienda; favorire l’impiego dei seniores; migliorare la salute e la
sicurezza sul posto di lavoro; far evolvere la legislazione sul tempo di lavoro;
sviluppare i poli di eccellenza per lottare contro le delocalizzazioni)
Accelerare lo sviluppo dei servizi (Ridurre le barriere all’entrata del mercato dei
servizi per i privati; riduzione dei costi di lavoro nel settore della restaurazione)
Incoraggiare la creazione dell’auto-impiego per i disoccupati e le persone in
situazione precaria (favorire la ripresa o la creazione d’imprese da parte dei
disoccupati; facilitare l’accesso al credito per i disoccupati e le persone in
situazione precaria
Favorire l’uguaglianza professionale tra le donne e gli uomini
Uguaglianza delle opportunità ed inclusione sociale
•
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•
•
Accompagnare i bambini svantaggiati
Accompagnare i collegiali in difficoltà e rinnovare l’educazione prioritaria
(destinato ai bambini che vivono in condizioni socioculturali difficili o perturbati)
Promuovere l’uguaglianza nelle opportunità tra i diversi territori (permettere ai
comuni che devono far fronte ai problemi socio-urbani più pesanti di poter
beneficiare di un cospicuo aiuto finanziario)
Restaurare il legame sociale (migliorare l’accoglienza dei pubblici in difficoltà e
coordinare l’azione di coloro che devono intervenire localmente/collettività
territoriali)
Rinnovare l’accoglienza e l’integrazione della popolazione immigrata
Lotta contro le discriminazioni
Giovani
La Francia si è dotata di un sistema di sostegno per i giovani a cominciare dall’età scolare
fino al venticinquesimo anno. Le strutture principali sono: La Mission General d’Insertion,
per i giovani in età scolare ed a rischio di esclusione sociale dovuto al prematuro
abbandono scolastico, prima di aver cioè adempiuto all’obbligo formativo ed aver ottenuto
un attestato (titolo, diploma), il sistema scolastico si attiva per assicurare ai giovani
studenti l’acquisizione di una qualifica, appoggiandosi ai diversi mezzi di prevenzione
dell’abbandono scolastico, promuovendo la formazione ed attivando tutti gli attori del
sistema educativo. La MGI prevede le seguenti azioni:
-
Azioni di “rimobilitazione”: sono azioni che si basano sull’accoglienza e
sulla rimotivazione degli allievi per reinserirli in un percorso di
inserimento che permetta loro di acquisire gli elementi di base
necessari per la qualifica. Tali misure includono: stage di rimotivazione;
accoglienza e rientro a scuola, liceo o scuola professionale, o il liceo
generale; informazione; ricerca di contratti di apprendistato.
-
Azioni di sostegno per la preparazione al diploma ed alla qualifica: tale
azione permette agli allievi di preparare un diploma professionale
secondo modalità specifiche, in particolar modo rafforzando la
consapevolezza delle nozioni acquisite precedentemente.
-
Azioni di accompagnamento al lavoro: Sono principalmente delle azioni
di accompagnamento di iniziativa locale che si basano sui bisogno
economici locali per guidare i giovani neo titolati direttamente
all’inserimento lavorativo/professionale (possono essere del sostegno
alla preparazione di un concorso o sessione di aiuto alla ricerca del
lavoro).
La MG è affiancata in queste operazioni dall’ANPE, così come da altri attori a seconda
delle loro specificità. Le azioni e i programmi vengono elaborati a partire dalle esigenze e
caratteristiche del territorio di riferimento.
Le Missions Locales, si occupano principalmente di giovani tra i 16 e i 25 anni in difficoltà
con particolare riferimento al loro inserimento nel mercato del lavoro e integrazione
sociale; e le Permanence d’accueil, d’information et d’orientation (PAIO). Le Missions
Locales fanno capo al Comitato Nazionale delle Missions Locales (CNML). Le strutture
PAIO, sono state in parte soppresse e fatte confluire in Missions Locales esistenti, oppure
sono state fuse tra di loro, formando un raggruppamento di PAIO.
Le Mission locales sono delle strutture che accolgono tutti i giovani appartenenti alla
fascia di età compresa tra i 16 e i 25 anni, che abbiano o meno una qualifica, proveniente
da quartieri disagiati o da zone rurali, o che si trovino in situazione di conflitto o disagio
familiare. A questi giovani viene offerto un sostengo ed un accompagnamento per la
ricerca di soluzioni personalizzate. Uno degli obiettivi principali che sottende l’inclusione
sociale è l’inserimento lavorativo. Le Missioni Locali e i PAIO forniscono ai giovani in
difficoltà, a seconda del loro livello di educazione, i loro bisogni, delle risposte individuali e
su “misura”, attraverso:
•
•
l’elaborazione di un progetto professionale ed un percorso professionale nel
pieno coinvolgimento del giovane in difficoltà,
la determinazione del percorso formativo che maggiormente tenga conto delle
peculiarità e caratteristiche oltre che delle inclinazione del giovane e della
spendibilità nell’ambito di un contesto lavorativo;
•
•
•
accompagnare il giovane nella ricerca del lavoro fino al raggiungimento di una
autonomia professionale e sociale;
prepararlo ad affrontare dei colloqui di lavoro;
agire da tramite tra imprese ed il giovane in cerca di lavoro (job matching)
Se da un lato l’accesso al lavoro costituisce un elemento fondamentale per l’inserimento
dei giovani nella società, tale inserimento non può considerarsi sufficiente se non
affiancato ad altri servizi come nel caso degli alloggi, la salute, accesso alla cultura ed
all’educazione, inclusi diversivi e sport. La Missione quindi offre un servizio che copre
questi diversi aspetti. La Missione segue una metodologia di azione che parte dal
progetto stesso dello giovane preso in carica dalla ML su base volontaria.
Le Missioni Locali lavorano in sinergia ed in stretto coordinamento con lo Stato, le regioni,
le collettività locali, gli attori economici e sociali che operano a livello locale. Questo
ampio partenariato tende a favorire l’emergere di complementarietà che più facilmente
rafforzano la capacità di risposta ai bisogni dei giovani ed allo stesso tempo di agire in
conformità e coerenza con le politiche per l’impiego dello Stato, regioni, dipartimenti e
comuni.
Il Sistema dei servizi pubblici per l’impiego francese è centralizzato e dipende dal
Ministero del Lavoro. L’ANPE è un’agenzia nazionale che copre il territorio nazionale
creata nel 1967. L’ANPE (Agence Nationale pour l’Emploi - Agenzia Nazionale del
Lavoro) è un Ente Pubblico a carattere Amministrativo, creato nel 1967 e dotato di
personalità civile e di autonomia finanziaria. Posta sotto la tutela del Ministero del Lavoro,
l’ANPE è gestita da un Consiglio di Amministrazione composto da rappresentanti dello
Stato, da rappresentanti delle 5 confederazioni sindacali e da rappresentanti degli
imprenditori. L’ANPE è sottoposta alle regole della contabilità pubblica. Il suo bilancio è
unico ed è gestito dal Direttore Generale dell’ANPE. Il Direttore Generale è nominato dal
governo. Nel 2002, l’ANPE è un ente con un organico di oltre 20.000 Dipendenti. Il
Consiglio di Amministrazione vota il bilancio dell’ANPE per capitoli. La struttura dell’ANPE
è di tipo piramidale. Il suo asseto organizzativo è il seguente: una direzione nazionale una
direzione regionale per regione amministrativa delle direzioni provinciali che raggruppano
diverse agenzie locali. Per quanto riguarda la struttura, l’ANPE è un ente pubblico
nazionale, un’agenzia autonoma, gestita da tre consigli d’amministrazione collocati sotto
l’autorità del Ministro del Lavoro. Esso include 770 agenzie locali operanti in 120 direzioni
delegate e coordinate da 22 direzioni regionali. L’agenzia è diventata una vera impresa di
servizi che impiega 18.500 persone.
Sistema dei Servizi
per l’impiego
L’agenzia si occupa del collocamento del lavoratore nel settore privato ma anche nel
settore pubblico. Il suo lavoro consiste nella raccolta e nella sistemazione in una banca
dati di tutte le offerte di lavoro provenienti dalle società, l’accoglienza dei disoccupati
nonché della distribuzione delle offerte di lavoro.
L’ANPE, ha avuto, fino al 2005, il monopolio nella gestione della lista dei disoccupati
(iscrizione, rinnovo dell’iscrizione, trasferimenti, scioperi). L’ANPE ha adottato una nuova
struttura stabilita dalla legge, e a questo fine, è stato fatto un accordo fra tre sindacati
(CFDT, CFE-CGC e UNSA), entrato in vigore dal 2004, che mira a far sì che le risorse
umane siano più dinamiche e che si faccia uso del lavoro e delle competenze del
personale in maniera più appropriata. L’accordo definisce una nuova struttura del lavoro
basata su quattro indirizzi professionali: consulenza del lavoro, aiuto e direzione nel
sistema di formazione e direzione delle operazioni. Esso diversifica l’assunzione e
moltiplica le possibilità di promozione e di mobilità sul lavoro, basandosi su un sistema di
validità interna nell’apprendimento del lavoro. Dal 2001 in particolare, parte della
retribuzione dei delegati e dei direttori regionali si basa sul rendimento individuale.
I tipi di servizi forniti e obiettivi di gruppo: servizi per lavoratori e per datori di lavoro
Ciascuna agenzia affianca il lavoratore nella preparazione del CV, del colloquio di lavoro,
nella definizione di un progetto professionale. Oltre a colloqui individuali, le agenzie
propongono, in casi di particolare difficoltà, un servizio di accompagnamento specifico,
che parte da una analisi dello stato attuale per poi definire il piano operativo strategico per
la ricerca del lavoro insieme al bilancio delle competenze, individuazione di corsi di
formazione e programmi di accompagnamento specifici. In genere questi servizi sono
offerti a disoccupati di lunga durata e a giovani come nel caso del “Plan d'aide au retour
à l'emploi” (Pare) che ha rafforzato l’approccio del accompagnamento personalizzato.
L’ANPE fornisce i suoi servizi non solo ai lavoratori in cerca d’occupazione ma anche alle
imprese, che le affidano parte del reclutamento del loro personale. Questo servizio può
andare dalla semplice affissione di un annuncio alla preselezione dei candidati alla
garanzia delle loro competenze (verifica dei diplomi ed attestati, valutazione delle
precedenti esperienze lavorative, valutazione della loro capacità lavorativa in particolari
ambienti di lavoro; l’attuazione di dispositivi specializzati, in particolare a beneficio delle
Piccole e Medie Imprese).
L’ANPE inoltre promuove degli scambi di personale con agenzie omologhe europee, con
l’obiettivo di trasferire e condividere nuovi metodi di intervento sul mercato del lavoro, in
particolar modo per le categorie più svantaggiate.
Per poter conseguire i propri obiettivi di riduzione del numero dei disoccupati, l’ANPE
(Agence Nationale pour l’Emploi) ha sottoscritto accordi con partner ed operatori esterni.
Sono stati sottoscritti accordi con partner specializzati [mission locale per i giovani in
difficoltà, Agefiph (Association Nationale de Gestion du Fonds pour l’Insertion
Professionnelle des Personnes Handicapées - Fondo per l’integrazione professionale dei
portatori di handicap) per i disabili ed APEC (Association pour l’Emploi des Cadres
Associazione per l’occupazione dei quadri, che prevedono di affidare loro il follow-up di
200.000 disoccupati in cerca di lavoro.
Per quanto riguarda l’AFPA (Association pour la Formation Professionnelle des Adultes Associazione per la Formazione Professionale degli Adulti), è il partner tradizionale
dell’ANPE in materia di percorsi formativi proposti alle persone in cerca di lavoro.
Infine, il ricorso ad operatori privati per l’esecuzione dei bilanci di competenze e delle
valutazioni e per le prestazioni di accompagnamento si è triplicato, passando da circa 168
milioni di Euro a più di 457 milioni nel 2002, su un bilancio complessivo di 1,75 miliardi di
Euro.
Questa politica di alleanze e partenariati, è centrata sulla complementarità dei servizi
dell’ANPE e di quelli dei suoi partner, e ha lo scopo di :
• assicurare un servizio continuo e personalizzato a chi è in cerca di lavoro: l’ANPE in
materia di definizione del progetto professionale e di accesso all’occupazione, l’AFPA in
materia di accesso alla formazione, con la definizione di un percorso formativo che sia
adeguato al progetto professionale;
• rafforzare i compiti ed i mezzi del servizio pubblico per l’impiego per favorire l’accesso
all’occupazione dei gruppi target prioritari definiti dallo Stato;
• permettere alle persone in cerca di lavoro che abbiano necessità di acquisire o di
aggiornare competenze professionali di usufruire dei tipi di formazione qualificanti
dell’AFPA;
• sviluppare il sostegno dell’ANPE all’accesso all’occupazione dei corsisti dell’AFPA ed il
sostegno dell’AFPA all’ANPE per valutare le competenze di coloro che sono in cerca di
lavoro.
La collaborazione dell’ANPE con organismi terzi prevede tre modalità:
1. l’appalto congiunto: inquadrato dai testi legislativi e normativi, frutto del volere
nazionale, l’appalto congiunto si fonda sul riconoscimento e sulla presa in
considerazione dell’offerta di servizi dei nostri partner;
2. la cooperazione: la cooperazione mira a risolvere problematiche legate al
territorio ed ingloba gli accordi dell’ANPE con quei partner che prestano servizi
complementari ai servizi da essa forniti;
3. il subappalto: sviluppato per migliorare i servizi prestati ai nostri clienti, il
subappalto apporta un reciproco arricchimento delle competenze sia dell’ANPE
sia dei suoi prestatori di servizi.
I servizi per l’impiego hanno principalmente una funzione di diagnosi e prescrizione del
servizio che può rispondere al bisogno della persona disoccupata. In funzione dei bisogni
degli utenti, I servizi per l’impiego indirizzano gli utenti verso strutture convenzionate che
offrono servizi complementari.
ANPE: (vedi sopra)
L’APEC: Agenzia per l’impiego del personale dirigenziale (Agence pour l’Emploi des
Cadres) è un’organizzazione collettiva pensata anche per favorire l’incontro tra domanda
e offerta di lavoro, ma i suoi servizi si indirizzano solo ed esclusivamente ad un
particolare tipo di popolazione: i manager e/o il personale manageriale.
L’APEC è diretta da un Consiglio d’Amministrazione equamente diviso tra membri
MEDEF (Mouvement des Entreprises de France) per i datori di lavoro e cinque unioni
centrali che rappresentano l’ «organico» dei dipendenti del settore privato: CFE-CGC,
UCC-CFDT, UCI-FO, UGICA-CFTC, e UGICTCGT.
Il Consiglio d’Amministrazione si riunisce tre volte l’anno e fissa gli orientamenti politici
necessari all’APEC per funzionare. La presidenza viene assegnata alternativamente, ogni
due anni, ad un sindacalista e ad un rappresentante dei datori di lavoro. Jean-Louis
Walter, è stato il presidente dell’APEC dal Giugno 2003. Anche la direzione collettiva
dell’APEC è suddivisa in regioni attraverso 15 Commissioni Regionali.
AFPA: Associazione nazionale per la formazione professionale degli adulti, ha l’obiettivo
di fornire percorsi formativi per migliorare la capacità lavorativa, le competenze dei
lavoratori in cerca di occupazione ed incrementare l’impiego. L’AFPA interviene nel
campo della: informazione, valutazione, orientamento professionale, fino all’effettivo
inserimento del mondo del lavoro. L’AFPA si indirizza a ad un pubblico e a dei clienti
diversi:
- disoccupati in cerca di impiego
- dipendenti
- organismi pubblici
- collettività territoriali
- grandi imprese
- piccole e medie imprese
- artigiani
L’AFPA offre consulenza di carriera, attività di formazione, certificazioni, guida per la
formazione degli adulti ed esperti. L’AFPA è diffusa in tutto il Paese. È suddivisa in 22
uffici regionali ed include 246 luoghi di formazione e 188 servizi di assistenza alla
carriera.
L’AFPA contribuisce alla parità professionale tra uomo e donna attraverso dei programmi
formativi che permettono l’avvicinamento di queste ultime a delle professionalità
considerate tipicamente maschili :
- trasporti e logistica
- falegnameria
- elettricista
- imbianchino, pianellista
- Informatica
- Ristorazione, turismo ecc.
Anche per le persone andicappate l’AFPA prevede dei corsi di formazione professionale e
a tale scopo ha firmato nel 2004 una Convenzione con l’AGEFIPH che prevede dei
programmi formativi dedicati per disabili.
L’AFPA realizza per conto dello Stato ed in stretta collaborazione con le varie categorie
professionali ed altri partner, degli studi per adattare costantemente i contenuti di
programmi formativi ai cambiamenti e sviluppi della tecnologia, del lavoro e
dell’organizzazione del lavoro cosi da favorire l’inserimento lavorativo degli stagisti.
AGEFIPH : L'Agefiph gestisce l’inserimento professionale delle persone disabili. Questa
agenzia è stata istituita con la legge del 10 Luglio 1987 ed ha come obiettivo quello di
favorire l’accesso delle persone disabili nei normali ambienti di lavoro. L’Agefiph
contribuisce all’attuazione della politica dello stato. Essa è al servizio delle imprese e
delle persone disabili, ed attua una politica di concertazione tra le varie parti coinvolte,
parti sociali, gli attori economici e sociali, i disabili ed datori di lavoro.
Gli interventi dell’ Agefiph coprono tutte le tappe dell’inserimento lavorativo. I
Finanziamenti dell’ Agefiph si indirizzano a:
- Alle imprese private ai datori di lavoro del settore privato;
- Alle persone disabili beneficiarie della legge del 10 luglio 1097 e oggetto di inserimento
lavorativo nelle imprese private;
- Agli operatori.
L’Agefiph è gestito da un consiglio di amministrazione composto da 4 collegi composta da
5 membri ognuno.
1. Collegio dei datori di lavoro
2. Collegio dei dipendenti
3. Collegio delle associazioni
4. Collegio delle personalità qualificate
Il consiglio di amministrazione decide la politica generale dell’ Agefiph.
L’obbligo di assumere il 6% di lavoratori disabili, istituito dalla Legge n. 87-517 del 10
luglio a favore dell’impiego dei lavoratori disabili, si applica alle amministrazioni dello
Stato e degli enti territoriali, nonché all’amministrazione ospedaliera, ed ai rispettivi
organismi pubblici.
ANAEM: L’Agence Nationale de l’Accueil des Etrangers et des Migrations (ANAEM) è un
nuovo organo pubblico amministrativo dello stato Francese, creato con la legge della
Coesione sociale del 18 gennaio 2005, posto sotto la tutela dei ministeri incaricati di
integrazione e occupazione. L’ANAEM assomma le missioni ed i mezzi dell’Office des
migrations internationales (OMI), organo pubblico amministrativo creato nel 1945 ed il
Servizio sociale d’aiuto agli emigranti (Service social d’aide aux émigrants SSAE)
associazione fondata nel 1926 riconosciuta di utilità pubblica nel 1932.
L’ANAEM è incaricata di gestire le procedure di ingresso dei lavoratori stranieri (non-UE)
regolari, dei lavoratori permanenti e dei beneficiari di una autorizzazione provvisoria di
lavoro (Autorisation Provisoire du Travail) dai paesi terzi verso l’Unione Europea. Inoltre è
incaricata di seguire i lavoratori muniti di contratto con impresa francese tramite la
Direzione Dipartimentale del lavoro e dell’impiego e della formazione professionale
(DDTEFP).
L'UNEDIC: è l'istituto francese dell'assicurazione disoccupazione costituito dalla
federazione delle ASSEDIC, che sono gli istituti locali incaricati principalmente
dell'incasso dei contributi, del versamento delle prestazioni ai disoccupati e della loro
assistenza nella prassi di riconversione. Questi istituti sono gestiti in modo paritetico
(organizzazioni dei datori di lavoro e dei sindacati di lavoratori): in Francia tale istituto la
cui missione è prevalentemente di politica passiva, sta cominciando ad allargare le
proprie competenze verso dei settori ed attività di politica attiva, come lo dimostra la
sperimentazione con l’Italia.