Al mondo dello Yoseikan Salon de Provence, il

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Al mondo dello Yoseikan
Salon de Provence, il 27 Agosto 2013
Quest’anno 2013 è il decimo anniversario della scomparsa di mio padre, il Maestro Minoru MOCHIZUKI,
primo Soke della Scuola Yoseikan.
Designato come suo successore nell’arte del Budo della Scuola Yoseikan, ho sentito tutto il peso delle
responsabilità connesse a questa eredità, perché si tratta di trasmettere, arricchire il patrimonio della
Scuola e, allo stesso tempo, assicurarne la stabilità.
Innanzitutto, con questa lettera voglio ringraziare i suoi allievi più vicini, per aver sostenuto questa
missione, e soprattutto per i loro sforzi di mantenere lo spirito di allenamento, di ricerca e di correttezza
che fu quello di mio padre dopo la creazione del primo Honbu Dojo Yoseikan a Shizuoka (Hitoyado-cho).
Nel mio ruolo di Soke della Scuola Yoseikan dall’anno 2000, voglio ricordare pubblicamente la lista ufficiale
degli Esperti ai quali mio padre assegnò, sono passati circa vent’anni, il diploma “Menkyo Kaiden” (*)
Questa lista fu pubblicata, dietro sua richiesta, nell’aprile 1996 sul bollettino della sua organizzazione
internazionale BUDO YOSEIKAN.
1. MOCHIZUKI Hiroo
2. MURAI Kyoichi (†)
3. SUGIYAMA Shoji
4. MOCHIZUKI Tetsuma
5. MOCHIZUKI Kanji (†)
6. AKAHORI Katsutoshi
7. YAMASHITA Takeshi
8. SHINMURA Masaji
9. SUGIYAMA Seiichi
10. YOSHIDA Nobumasa
11. SUGIYAMA Tadashi
12. YAMAMOTO Kazumasa
13. MOCHIZUKI Seiichi (†)
14. TAKAHASHI Minoru
15. TEZUKA Akira (†)
16. WASHIZU Terumi
17. AUGÉ Patrick
18. KENMOTSU Hiroaki
19. FUKUJI Shigetaka
20. KAN Masaki
Innanzitutto mi è gradito riparare alla deprecabile ed inspiegabile dimenticanza che ha fatto sparire da
questa lista il nome di Alain FLOQUET, membro della Scuola Yoseikan dal 1958. Protagonista di primo piano
dello sviluppo europeo della nostra Scuola, egli appariva sulla lista originale dei tredici Menkyo Kaiden già
dal 1992.
Allo stesso modo mi compiaccio di onorare, sottolineando la loro illimitata buona volontà, rivolta verso la
nostra Scuola, i nomi di Masaji SHINMURA, Kazumasa YAMAMOTO e Masaki KAN, sempre discretamente
presenti, efficaci e fedeli. Desidero egualmente rendere omaggio a Seiichi MOCHIZUKI, che ha lasciato una
forte impronta nella mia memoria, sia per il suo spirito d’iniziativa che per la sua lealtà.
Come sanno coloro che mi sono vicini, io non ho mai portato un grande interesse per titoli e gradi. Per
quanto sia prestigioso, un diploma raramente riflette il valore umano di un individuo. A mio parere, solo il
Menkyo Okuden (**) che mio padre si è sicuramente meritato, mi sembra corrispondere ad un corretto
ideale di realizzazione personale.
(*) Il termine giapponese “Kaiden” è spesso frainteso dagli stranieri che lo confondono con un insegnamento di tecniche segrete. In realtà, questo
diploma (“Menkyo”) corrisponde al riconoscimento della padronanza delle tecniche insegnate da una Scuola, ed equivale più o meno al diploma di
insegnante.
(**) “Okuden” evoca la nozione di approfondimento ed anche di infinito, l’ingresso nel settore segreto di più difficile accesso. E’ l’ultimo gradino
della conoscenza, che unisce il valore tecnico a quello mentale; il riconoscimento del genio umano nella sua capacità di proiettarsi nell’avvenire e di
reinventare l’insegnamento ricevuto (non solamente tecnico) per farlo evolvere in funzione del contesto.
In questo anno di commemorazione, mi sembra opportuno rivolgermi alla grandissima famiglia dello
Yoseikan per fare il punto sulla situazione attuale della nostra Scuola, illuminare certe zone d’ombra e
chiarire qualche malinteso. Così noi potremo fronteggiare con più serenità il suo avvenire.
- Alcuni degli allievi anziani del secondo Dojo Yoseikan di Shizuoka (Daiku-cho, fondato nel 1950)
hanno scelto di coltivare il ricordo delle prime ricerche degli anni 1959/1963. Per quanto la loro
partecipazione sia stata per lungo tempo misconosciuta, non è stata inutile e non può essere
ridotta ad una semplice conservazione di questa parte dell’insegnamento di mio padre. Loro hanno
egualmente contribuito, grazie alla reputazione che hanno assicurato al nome Yoseikan, al successo
della nostra Scuola nel mondo.
- Qualcuno dei miei primi allievi europei come Alain FLOQUET (Aikibudo), Roland HERNAEZ (Nihon
Tai Jutsu), Guy SAUVIN (Sei Do Jyuku), o altri posteriori, come Gerard OLIVIER (Kenpo), hanno
sviluppato il loro metodo personale. Altri ancora come Pascal LEPLAT (Kick Boxing), Jacques TAPOL
(Karate) e numerosi altri, si sono specializzati in una disciplina che loro stessi hanno evoluto grazie
alla loro esperienza e talento personale. Tutti hanno apportato la loro pietra all’edificio della Arti
Marziali sviluppando un sistema che arricchisce il patrimonio comune ed assicura l’immortalità
delle tecniche.
Tutti loro sappiano che io sono fiero di essere, in parte, all’origine della loro ricerca marziale
personale.
- Degli altri praticanti, più lontani, hanno creato un loro proprio sistema, cercando di ispirarsi dalle
ricerche e della reputazione della nostra Scuola per promuovere le loro sperimentazioni. Da ciò
sono seguiti dei problemi di leggibilità e legittimità sulle quali io ritornerò più avanti.
- Per quello che mi riguarda, io ho scelto di continuare la progressione nella via e nella filosofia
delineate da mio padre dai nostri studi in comune degli anni ’50, motivato dallo stesso spirito di
ricerca che lo ha animato fino alla fine della sua vita.
Al di là di un legame o del rango come figlio, del grado e del titolo, l’eredità del nome Yoseikan che lui mi
ha trasmesso ai miei occhi prende essenzialmente il suo senso nell’uso che se ne è fatto in rapporto
all’obiettivo fissato da mio padre, vale a dire il lavoro di sperimentazione ed innovazione.
All’inizio degli anni ’60, dopo il mio primo soggiorno in Europa, noi abbiamo spesso lavorato insieme, mio
padre ed io, sul tatami del Secondo Honbu Dojo Yoseikan. Io lo assistevo o lo rimpiazzavo dall’età di
quattordici anni, mio padre era spesso assente o indisponibile a causa della sua attività professionale di
Kinesiterapeuta. Fu in questo dojo che Jim ALCHEICK si era allenato negli anni ’50 tanto con mio padre,
quanto con me.
Io ero, a quei tempi, terzo dan di Judo, quarto Dan di Karate, quinto Dan di Aikido e quinto dan di Iaido, e la
maggior parte dei Kata di base sono nati da queste sedute di allenamento tra mio padre e me:
Hyori no Kata, Tai Sabaki no Kata, Gen Ryu no Kata, Suwari Waza, il primo Hashakuken di cui la forma
iniziale è caduta nell’oblio, e anche Tai no Kata – elaborato dopo aver guardato insieme una manifestazione
di Sumo alla televisione. Quanto al Kata Happoken, tale quale trasmesso da mio padre, la cui versione
originale gli era stata insegnata in Cina da un maestro originario di Okinawa.
Non è che nel 1964 che si stabilì a Mukoshikiji il terzo Honbu Dojo Yoseikan di Shizuoka.
Oggi, nel nostro quinto Honbu Dojo (Salon de Provence), io mi ritrovo nella stessa situazione con i miei figli
Michihito e Kyoshi durante i nostri allenamenti comuni periodici. Ognuno di noi ha una visione tecnica e
strategica differente, che ci porta a degli scambi particolarmente proficui. Io imparo molto da loro come
mio padre ha potuto apprendere da me in un'altra epoca, mentre mi comunicava la sua esperienza e la sua
bravura. E’ una fonte permanente di gioia. E’ necessario Occorre aprire gli occhi e comprendere che non si
impara soltanto dagli anziani, ma anche dai giovani e pure dai bambini.
A titolo personale, io sono fiero e felice dell’impegno dei miei figli, della loro bell’affiatamento, del loro
talento equamente condiviso e dell’ardore con il quale portano avanti la tradizione familiare. Io percepisco
meglio che chiunque quanto il loro compito sia difficile e la loro posizione delicata. Io ho, però, la certezza
di sapere che loro lavorano in totale sinergia con un gruppo di tecnici ed esperti, perché è all’interno dello
scambio e della condivisione delle esperienze che loro dispongono del futuro della nostra disciplina. E’ una
visione che mi appaga, avendo sempre associato al nome Yoseikan il concetto di “laboratorio di ricerca” e la
nozione di “lavoro condiviso”.
Poche persone lo sanno ma, benché formato da mio padre in Kendo, Judo, Aikido, Iaido e Kobudo, dietro
sua richiesta ho incominciato la pratica del Karate e della boxe inglese in Giappone. Egli mi aveva
egualmente vivamente incoraggiato a studiare la boxe francese, al ritorno di uno dei suoi viaggi in Francia.
Mio padre praticava poco gli atemi ma la loro padronanza gli sembrava necessaria per il compimento della
missione che lui mi aveva personalmente affidato a quei tempi: realizzare un sintesi di più Arti Marziali. Era
la sua maggiore ambizione.
Mettendo da parte un diploma di veterinario duramente conquistato e sacrificando i miei sogni giovanili
per consacrarmi a questo obiettivo, rinunciai alla carriere professionale alla quale mi ero destinato in
Brasile. Il mio fratello più giovane, Tetsuma, che progettava di raggiungermi al termine dei suoi studi
d’agraria, ha dovuto anche lui optare pe un altro cammino di vita. Così lui scelse di specializzarsi come
nostro padre in Kinesiterapia.
Il nostro fratello più giovane, Kanji, mi raggiunse in Francia nel 1976. Mi accompagnò su questa strada con
molto talento, per tutto il tempo che la salute glielo permise. Partecipò tecnicamente alla stesura della
prima opera sullo Yoseikan Budo pubblicata in Francia nel 1979. Insieme accompagnammo nostro padre dal
Giappone in Francia nel 1999, dove Kanji ci appoggiò fino al suo ultimo anno di vita.
Tutti coloro che l’hanno conosciuto hanno potuto apprezzare, oltre le sue rimarcabili doti tecniche, il
grande valore umano di Kanji. Anche questa è un’ occasione di rendergli omaggio dato che, purtroppo, lui
ci ha lasciati nel Giugno del 2009.
Io ho dedicato tutta la mia esistenza alle Arti Marziali. Questo mi ha portato a definire un nuovo approccio
pedagogico sotto il nome di Yoseikan Budo. Questo mette l’accento sulla logica comune (biomeccanica
oltre che tattica) a tutte le Arti Marziali.
Io mi sono basato, per far ciò, sulle nozioni fondamentali trasmesse da mio padre:
- Concetto di Ma, di Hyoshi, di Sen,
- Studio e sviluppo delle strategie e delle pedagogie estratte dai kata di base.
A dispetto dei numerosi scogli incontrati sul cammino, ho la sensazione di avere rispettato le attese di mio
padre e portato a buon fine il compito che mi ha assegnato. Mi dedico ancora con assiduità, passione,
onestà, e con la volontà incrollabile di condividere e trasmettere qualcosa di positivo.
Nel Giugno 1999, avvisato da mio fratello Tetsuma sullo stato di salute di mio padre, lo andai a visitare in
Giappone con I miei due figli in una casa di cura ospedalizzata dove lui deperiva per la noia.
Mia madre era già deceduta circa tre anni prima, perciò invitai mio padre ad installarsi in Francia presso di
noi, proposta che accettò subito con entusiasmo. L’organizzazione di questo spostamento non fu semplice,
ma noi riuscimmo finalmente a superare gli ostacoli amministrativi e logistici. In seguito di questa decisione
di mio padre, noi lo accogliemmo ad Aix-en-Provence alla fine del 1999 e questa divenne naturalmente la
sede del quarto Honbu Dojo dello Yoseikan.
Nel 2001 le condizioni fisiche e morali di mio padre erano considerevolmente migliorate. Passeggiava
regolarmente nel parco dietro casa nostra e praticava qualche esercizio.
Sulla sua sedia a rotelle, partecipava regolarmente da più di un anno ai nostri allenamenti come
osservatore attento ed appassionato, compreso ciò che riguardava il nuovo sistema di Kihon su supporto
musicale elaborato da suo nipote Michihito. Mi ricordo ancora del suo malcontento allorché mi
dimenticavo di svegliarlo per accompagnarlo ai corsi…
Convinto del valore del nostro lavoro, desideroso di riunire la famiglia Yoseikan e di apporre ufficialmente il
suo riconoscimento, domandò per scritto ai suoi più antichi allievi di Shizuoka di riunirsi alla nostra
organizzazione. I loro rifiuti lo dispiacquero profondamente e a lungo.
A questo seguì in Giappone una forte agitazione da parte degli allievi più tradizionalisti, causando la
creazione di una organizzazione chiamata “Seifukai”, essenzialmente dedicata alla trasmissione delle
tecniche di Aikijutsu insegnate da mio padre. I tecnici coinvolti, rivendicando una sorta di posizione di eredi
spirituali, sollecitarono mio fratello minore Tetsuma perché ne fosse il presidente. Desideroso di appianare
le tensioni, accettò in un generoso spirito di conciliazione in linea con il suo carattere .
Per quello che mi riguarda, io rispetto la loro libertà di decisione perché loro non hanno avuto né il
medesimo percorso tecnico, né l’opportunità di incontrarsi e confrontarsi e, soprattutto, loro non sono stati
investiti della stessa missione di ricerca e di sviluppo internazionale.
Io rimpiango solamente che non ci sia stata nessuna visita dal Giappone di un rappresentante del Seifukai e
questo non ha permesso in quel momento uno scambio diretto con mio padre e me stesso. Questo avrebbe
permesso di fare il punto sulle scelte già chiaramente espresse nella lettera pubblica del 1992 e
nell’occasione della cerimonia internazionale del 2000.
E, soprattutto, questo avrebbe dato l’opportunità a mio padre di confermare a viva voce le sue ultime
volontà.
Ahimè, la mia relazione con mio padre è stata a volte inframezzata da malintesi e incomprensioni,
generalmente alimentati da terzi per delle ragioni diverse.
La mia assenza prolungata dal Giappone ha largamente favorito la propensione alla manipolazione e il
gusto dell’intrigo di certe persone, spacciandolo per fedeltà alla nostra Scuola. Io deploro questo “porre in
concorrenza” in modo totalmente fittizio i membri della mia famiglia. Certi comportamenti mi sembrano
totalmente incompatibili con i valori delle Arti Marziali: lealtà, onore, rispetto – che queste persone
pretendono di rappresentare.
Io vedo con rammarico un cinico traviamento della nozione di “reciproca collaborazione” cara a mio padre.
Difatti, non è che alla fine della sua vita che mio padre ha potuto pienamente misurare il valore della nostra
disciplina, osservando il mio lavoro e quello dei suoi nipoti durante i corsi regolari a Aix-en-Provence, quello
dei nostri esperti ed allievi durante gli stage internazionali, ai quali ha desiderato partecipare fino al suo
ultimo respiro. Allora lui ha chiaramente approvato questo risultato e ho avuto la soddisfazione di pensare
che questa ha costituito la sua ultima gioia su questa terra.
Al momento attuale. E con mia grande fierezza, la Scuola Yoseikan ispirata da mio padre e fedele al suo
spirito, è innanzitutto un’opera in continuità, non solamente la mia e quella dei miei figli, ma anche quella
dei numerosi tecnici che l’arricchiscono ogni giorno dei loro apporti personali.
Al piano organizzativo, qual è la situazione attuale ?
- La maggioranza dei praticanti ha compreso la scommessa della sperimentazione e ci ha
accompagnato nelle differenti tappe delle ricerche per tutti questi anni, poi raggiunti da centinaia
di altri.
Loro costituiscono oggi una bella promessa d’avvenire per la nostra Scuola.
- Con mia grande soddisfazione, dei praticanti che si erano allontanati dalla nostra strada, oggi fanno
una scelta matura, di riunirsi con i loro allievi alla organizzazione Yoseikan sotto l’egida della World
Yoseikan Federation (WYF).
Io li ringrazio della fiducia che ci testimoniano e li incoraggio a dividere con noi il frutto delle loro
esperienze.
- In parallelo, io vedo che – per cortesia e senza per questo rinnegare le loro origini – gli allievi più
rispettosi delle scelte della famiglia MOCHIZUKI hanno scelto di cambiare il nome del loro metodo
nel momento in cui il loro cammino personale li ha portati a creare un loro proprio sistema.
Io apprezzo la loro onestà e sono a loro riconoscente.
-
Infine, al contrario, io osservo che – per abitudine, per ignoranza o per il motivo che ha causato la
separazione – il nome “Yoseikan” serve a volte a designare dei sistemi personali senza legame con
la nostra Scuola, cosa che genera numerose confusioni presso il grande pubblico.
L’uso del nome di una Scuola di Budo non solleva solo delle “semplici” questioni d’ordine giuridico,
riducendo in qualche modo il lavoro iniziato da mio padre ad una sorta di etichetta. Anzi, io ho
sempre specificato pubblicamente che il termine “Yoseikan” non era affatto un semplice marchio
depositato. Rimane nondimeno inteso che, nei limiti di quello che è permesso o possibile, si mette
in evidenza la responsabilità personale, di coloro che si collegano alla nostra Scuola, di mantenere
un legame tecnico e pedagogico regolare con l’Honbu Dojo di referenza.
Io prego formalmente i responsabili di queste correnti che non desiderano affatto lavorare con una
corretta collaborazione con la nostra organizzazione mondiale Yoseikan, di voler procedere al
cambio del nome che si sono dati e li ringrazio in anticipo.
D’ora in avanti, un miglior impiego della nostra energia e una ripartizione più razionale dei compiti,
permettono di ipotizzare una favorevole espansione per la nostra Scuola, e io me ne rallegro.
Noi possiamo così perseguire con accresciuta fiducia il nostro compito di arricchimento delle Arti Marziali in
generale e dello Yoseikan Budo in particolare.
In modo conforme alla sua vocazione, l’organizzazione mondiale WYF si impegna di accogliere tutti i
praticanti che condividono i valori morali e pedagogici espressi da mio padre. Porta avanti il suo scopo in
associazione esclusiva con la Scuola Mochizuki, dedicata alla ricerca tecnica.
Mio padre diceva che era importante viaggiare per aprire il proprio spirito, comprendere il mondo e gli
uomini, soprattutto per i giovani. Da parte mia, io ho sempre considerato, innanzitutto, la nostra disciplina
come un mezzo di incontro e di scambio tra gli uomini e un mezzo di sviluppo della polivalenza e della
creatività personale. Questo è l’ideale che ho perseguito senza esitazioni per tutti questi anni.
Io ho commesso numerosi errori, ma ho anche appreso molto, ho avuto la fortuna di incontrare nel mondo
e fra tutti numerose persone di qualità. Tra tutte queste belle persone, io vengo qui ad onorarne due che
ebbero, durante la loro vita, operato intensamente per la riuscita comune: la signora Ayako Mocvhizuki,
mia madre, sposa ammirabile e fine consigliera di mio padre, e la signora Eliane Mochizuki, mia sposa,
senza la quale né lo Yoseikan Budo, né io stesso saremmo ciò che siamo. Che loro sappiano che io sono
cosciente della fortuna che ho avuto di vivere a loro fianco.
Questo anniversario mi offerto l’opportunità di ricordarmi, di ringraziare tutti coloro che mi hanno
accompagnato, incoraggiato, inspirato, e continuato a farlo, in primo luogo mio padre che è l’origine di
questa bella avventura sotto la bandiera dello Yoseikan.
Hiroo MOCHIZUKI
Soke della Scuola Yoseikan