Compiti a casa: istruzioni per l`uso

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Compiti a casa: istruzioni per l`uso
Compiti a casa: istruzioni per l’uso
Progetto del Gruppo “Scuole partecipate” – Istituto Comprensivo di Levico
Il gruppo di progetto dell’Istituto Comprensivo di Levico ha lavorato sul tema dei compiti a casa
proponendo sul tema un progetto di sperimentazione da adottare (a disponibilità di insegnanti e
genitori) nelle sezioni sia di scuola primaria sia di secondaria di 1° grado.
In base alle questioni emerse nel dibattito si è potuto rilevare come il problema dei compiti a
casa riguardi sia i bambini/alunni, sia i genitori, sia i docenti.
È difficile infatti che un bambino possa gestire i propri compiti a casa senza l’aiuto di un
proprio o dei propri genitori. Per lo meno nei primi anni di scuola. Successivamente l’attenzione dei
genitori può anche calare, con la graduale acquisizione da parte del figlio di un metodo, di una
autonomia e di una motivazione forte, ma questi casi sono più rari.
Solitamente invece si è riscontrato come per i più il problema permanga con un’ansia (da
qualcuno definita un “incubo”) più o meno forte ma permanente che si lega nel tempo anche ad altri
problemi (la motivazione, i problemi adolescenziali, i rapporti con i diversi insegnanti e i diversi
metodi d’insegnamento nella secondaria di 1° grado …).
D’altra parte ci si è resi conto che buona parte delle difficoltà dei genitori nasce dalla
constatazione di una non chiarezza nel modo di impostare i compiti da parte degli insegnanti: quale
metodo utilizza l’insegnante e di conseguenza quale aiuto è richiesto ai genitori sui compiti?
E ancora: come valuta l’insegnante il compito svolto a casa? Devo, io genitore, correggerlo
e fare in modo che sia “perfetto” oppure devo fare in modo che l’insegnante colga le lacune di mio
figlio così da intervenire ad hoc?
Inoltre: un supporto notevole fornito da un genitore a casa può forse nascondere eventuali
lacune di metodo negli insegnati? oppure può impedire che un insegnante capisca come meglio
calibrare i tempi del suo “programma”?
È emerso poi il tema della possibile “discriminazione” nei processi di apprendimento dei
bambini legata all’aiuto di cui questi possono a casa nei compiti: per il grado di istruzione dei
genitori, per il tempo che i genitori possono dedicare ai propri figli, per la nazionalità dei genitori
stessi.
Dunque l’aiuto dei genitori a casa può essere discriminante verso quei bambini - non meno
dotati degli altri - che quell’aiuto non ce l’hanno? E come si può ovviare a questo problema?
Il dibattito attorno a tutte queste domande ha fatto capire come non si possano dare risposte
definitive e a priori. Occorre promuovere su questi temi il dialogo tra genitori e insegnanti in modo
che ci si possa reciprocamente e gradualmente chiarire (innanzitutto all’interno del gruppo genitori
e del gruppo docenti) e poi aiutare.
Dietro al tema dei compiti si celano infatti elementi cruciali per il processo di crescita e
apprendimento dei bambini: l’autonomia, l’autostima, la motivazione, l’acquisizione di un metodo
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… tutto ciò che serve per valorizzare al massimo le potenzialità dei nostri figli/alunni e garantir loro
un futuro di cittadini e di lavoratori.
Tre sono dunque i soggetti su cui si è concentrata la riflessione: innanzitutto i genitori, poi i
docenti e infine i figli/alunni. Su ognuna di queste categorie si sono immaginate delle azioni
specifiche che rispondono a problematiche specifiche. Si sono poi immaginate iniziative di
relazione/condivisione proprio a raggiungere la sintonia migliore nelle modalità di svolgimento dei
compiti per i figli/alunni. I tre soggetti coinvolti sono stati come di seguito problematizzati
all’interno del gruppo di progetto.
I genitori
Spesso si è rilevato come il genitore viva in solitudine il problema dei compiti e delle
eventuali difficoltà riscontrate con il figli/a nello svolgimento dei compiti. La difficoltà a
comunicare con altri genitori nasce dal fatto che nessuno vorrebbe far passare il proprio figlio/a per
lo “stupido” della classe e ciò, se da un lato porta il genitore più attrezzato e disponibile a colmare
le eventuali piccole o grandi lacune del figlio, dall’altro porta il genitore più in difficoltà a
nascondere il problema cercando in qualche caso soluzioni alternative (un aiuto esterno)
naturalmente se disponibili. Naturalmente tutto questo aumenta in ogni caso lo stato di ansia e di
frustrazione del genitore che si riversa poi sul figlio/alunno.
Stesso discorso vale per il problema della valutazione dei compiti: sapere che un compito
riceve una valutazione (male, bene, benino, … oppure in voti numerici) porta il genitore
automaticamente a cogliere quella valutazione come diretta a sé (“guarda come segui tuo figlio nei
compiti!”) e dunque a riversare sui compiti un impegno che esorbita il senso del compito in sé (per
l’alunno o per l’insegnante).
Una delle lamentele frequenti dei genitori è sulla quantità di compiti assegnati ai figli in
particolare nei fine settimana (per il tempo pieno). Anche in questo caso la quantità è relativa alle
capacità e ai tempi (gli stili di apprendimento) dei figli/alunni. Talvolta i genitori pur di finire tutti i
compiti si sostituiscono ai figli stessi.
Anche in questo caso le lamentele dei genitori sono sotterranee e non da tutti condivise. Di
fondo contrastano con una idea ancora diffusa sebbene sbagliata che “tanti compiti = buona scuola
(insegnante)” o viceversa “pochi compiti = cattiva scuola (insegnante)”.
Un primo problema evidente tra genitori è dunque relativo alla scarsa
comunicazione/condivisione tra loro delle problematiche relative alla gestione dei compiti e ai
problemi che emergono in questa gestione. Chi non ha problemi con il proprio figlio/a non
necessariamente non ha nulla da dire sul tema, anzi, il suo contributo può aiutare altri genitori a
trovare modalità più efficaci di sostegno al lavoro del figlio/alunno. Oppure si potrà capire,
attraverso la condivisione tra genitori, che qualche problema, al di là dei casi singoli, c’è nella
gestione della classe da parte di uno o di più insegnanti. Queste condivisioni possono aiutare il o i
docenti a correzioni di metodo piuttosto, che di tempi, o di approcci.
La prima e più importante indicazione operativa per i genitori è dunque quella di
condividere all’interno della classe tutto ciò che attiene i modi di affiancamento e i problemi
riscontrati sui compiti a casa dei propri figli, senza temere di mostrare tutto quello che si ritiene
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problematico e senza pensare che siccome “per mio figlio non c’è nessun problema” non ci debba
essere nulla da approfondire e condividere.
Raramente poi i genitori sono in-formati dagli insegnanti sul come, con quali metodi e con
quali obiettivi devono affiancarsi ai figli nello svolgimento dei compiti a casa. Una modalità di
sostegno ai compiti dipende infatti dal metodo stesso di insegnamento e dalle modalità di
valutazione adottate dall’insegnante. I genitori devono dunque chiedere che da subito ci sia una
comunicazione il più possibile coerente da parte degli insegnanti con indicazioni a riguardo.
Parlarsi tra genitori può anche aiutare a comprendere meglio alcune situazioni di difficoltà
relative a una o più famiglie. Anche in questo caso la condivisione può essere utile a segnalare le
situazioni ai docenti e magari anche a trovare forme di aiuto tra famiglie stesse.
Un ruolo centrale in questo contesto lo svolgono i rappresentanti di classe dei genitori che
sostengono i genitori stessi in questo lavoro di condivisione senza lasciare nulla di approfondito e
senza permettere solitudini eccessive tra i loro colleghi e riportano poi ai docenti quanto emerso, in
qualche caso promuovendo anche un dialogo allargato.
Gli insegnanti
Da parte loro gli insegnati sono molto coinvolti nella questione dei compiti. Come detto, il
metodo di affiancamento ai compiti dipende dal metodo stesso di insegnamento adottato dai docenti
e dalle modalità di valutazione del lavoro svolto dagli allievi.
Come, secondo me, i genitori dovrebbero affiancare i figli? Che significato hanno i compiti
a casa? Come interagiscono con il lavoro in classe? Come li valuto? Che riscontro voglio avere dai
compiti? Da cosa dipende la quantità? Come la calibro nel rispetto delle differenze tra gli alunni? E
come mi raccordo con gli altri insegnati in merito (per non creare confusioni nei genitori, ma anche
per capire meglio anch’io come operare)?
Sarebbe opportuno che l’intero team docente trovasse un accordo su questi punti prima
dell’inizio anno scolastico, in modo da poter dare (possibilmente insieme oppure in modo distinto
per aree disciplinari) indicazioni concrete ai genitori su come gestire in compiti a casa e come
raccordarsi con i docenti in merito a eventuali problemi riscontrati.
È importante che i docenti puntino non solo al rapporto con il singolo genitore, ma che
incentivino anche la condivisione collegiale tra genitori. Da questa possono venire infatti
indicazioni importanti sia sul metodo (efficacia) sia sui tempi (si corre troppo, o ci si deve
soffermare di più su un argomento); così come possono emergere altri tipi di problematiche legati a
situazioni di classe che interferiscono coi processi di apprendimento ma che vanno guardate da altri
punti di vista, non disciplinare ma educativo (abbastanza tipico di situazioni adolescenziali che
creano black-out relazionali tra compagni, ma spesso e per altri motivi si verificano situazioni
analoghe anche nella scuola primaria); anche per questi motivi può essere opportuno valutare di
rallentare i ritmi o di “fare altro” in classe per recuperare contesti relazionali più incentivanti e
positivi.
Altro punto emerso come centrale è la considerazione dell’errore nell’approccio didattico
del docente. Esiste un vero e proprio modello didattico legato alla valutazione e funzione dell’errore
nel lavoro in classe. È bene che una riflessione in merito tra i docenti sia anche su questo punto
sviluppata, così da poter entrare sempre più efficacemente nella prassi di lavoro e così che anche i
genitori possano comprenderla rispetto al loro lavoro a casa e al loro modo di considerare le
difficoltà dei propri figli.
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Fondamentale per i docenti è dunque il dialogo costante con i genitori secondo tutte i livelli
e le modalità previsti (colloqui individuali, con la classe e con i suoi rappresentanti …) magari
incentivando nuove forme di dialogo o interazione là dove si riscontrassero necessarie anche solo ad
una più efficace comunicazione.
Perdere qualche tempo in più in questo lavoro significa guadagnarne poi su altri fronti,
certamente con maggiore soddisfazione e ritorni di efficacia.
Nella scuola secondaria di primo grado è importante la figura del coordinatore di classe là
dove si fa elemento di connessione con i genitori e di dialogo e condivisione all’interno del gruppo
docente del consiglio di classe. Certamente è emersa per questo ordine di scuola una maggiore
difficoltà legata da un alto alla maggiore frantumazione interna (discipline e insegnati che sono
come isole non collegate), dall’altro al maggior tasso di problematicità educativa e didattica di
questo triennio di raccordo. Proprio questo maggiore tasso di problematicità tuttavia dovrebbe
spronare scuola e genitori a fare di più rispetto al quinquennio precedente. Nella realtà succede
invece il contrario, sia per la scuola (maggiore disinteresse educativo e progettuale) sia per i genitori
(nonostante le sofferenze, i figli si lasciano più abbandonati al loro destino).
I figli/alunni
Ecco infine il terzo polo di riferimento del tema. Ad un certo momento ci si è accorti che
non si poteva non fare i conti anche con loro. Anche i dati di ricerca ci dicono che la percezione dei
compiti e il modo di viverli da parte dei figli/alunni possono essere diversi da quelli dei rispettivi
genitori. Anche il monitoraggio diretto e non condizionato (da genitori o insegnanti) degli alunni
può fornire dunque indicazioni importanti sia di natura personale sia di gruppo, tanto ai genitori
quanto ai docenti.
Nel lavoro svolto si sono presi in esame alcune ricerche tra le quali una rivolta proprio ai
bambini e ciò ci ha dato lo spunto per immaginare una rilevazione a questionario da sottoporre
anche a loro.
Ma anche su questo versante è importante tenere il dialogo vivo e profondo, che significa
attento a cogliere le sfumature di approccio e di significato che ogni ragazzo rivela nel proprio
modo di svolgere i compiti. Spesso ciò che apparentemente è solo un “compito sbagliato” rivela in
realtà una differenza di approccio cognitivo tra l’insegnante e l’alunno (bambino più che al ragazzo)
e la sua corretta valutazione dovrebbe portare a una rivalutazione piuttosto che una penalizzazione.
Obiettivi del progetto
Gli obiettivi del progetto sono dunque di promuovere, attraverso la programmazione di
apposite iniziative che incrementino comprensione, dialogo e condivisione, una modalità
sperimentale di approccio al tema dei compiti a casa che trasformi un “problema” (quello appunto
dei compiti a casa) in una occasione di crescita: per i genitori, i docenti, i figli/alunni e quindi per la
scuola tutta.
Il progetto è dunque una proposta che viene portata a tutte le classi (come gruppo docenti e
gruppo genitori) le quali potranno liberamente decidere se aderire o meno adottando ed
eventualmente anche variando in modo concertato (e senza snaturarli) i termini della proposta.
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Le fasi del progetto
Le fasi del progetto si distinguono in quattro fasi connesse allo svolgimento dell’anno
scolastico.
Fase preliminare. In questa fase si svolgono tutte le azioni mese in atto dalla scuola al fine
di individuare le sezioni disponibili ad adottare il progetto. Si è pensato utile che la proposta sia
fatta prima ai docenti di una sezione e solo dopo, una volta accertata la loro disponibilità, ai genitori
della stessa sezione. Questo per evitare che l’accettazione dei genitori di fronte ad un eventuale
rifiuto da parte dei docenti, possa scatenare contrasti o malumori. La proposta ai docenti si è
pensato opportuno fosse fatta dal o dalla dirigente, magari con un docente del gruppo di progetto,
mentre ai genitori si è pensato opportuno che fosse un genitore del gruppo di lavoro a introdurre al
progetto, in un apposito incontro preliminare all’avvio del progetto stesso.
Fase iniziale. Dopo l’accettazione da parte di genitori e docenti di una sezione la fase
iniziale prevede due incontri separati (genitori e docenti) nei quali attraverso una griglia
appositamente predisposta verrà approfondito il tema dei compiti a casa. Gli esiti di questi incontri
verranno riportati in un successivo incontro collegiale nel quale si confronteranno gli esiti
definendo gli elementi di una intesa e di un impegno reciproci. Questi elementi costituiranno il
documento di intesa “I nostri compiti” che fisserà alcune chiare e sintetiche linee di comportamento
dei genitori e dei docenti e che servirà come traccia orientativa da verificare in itinere.
Nel loro primo incontro da soli i genitori faranno anche una mappatura della classe per
verificare le situazioni di forza (risorse) e di debolezza (bisogni) dei figli/alunni rispetto allo
svolgimento dei compiti. Può essere che in qualche famiglia ci siano genitori particolarmente
impegnati col lavoro, o che ci siano genitori extracomunitari svantaggiati nel seguire i compiti dei
propri figli. Questa cosiddetta mappatura non deve essere intesa come una forzata indagine su ogni
componente della classe. È semplicemente importante che ci sia la possibilità/occasione (e dunque
l’attenzione) a che queste situazioni di difficoltà possano naturalmente uscire allo scoperto, senza
essere forzate. Può essere che ciò non avvenga subito o nel corso dell’incontro collegiale, ma in
momenti più riservati che poi giungono al rappresentante di classe. Questa rilevazione dovrebbe
rendere eventualmente possibili soluzioni solidali tra famiglie (l’incontro tra risorse e bisogni). I
casi di debolezza andrebbero altrimenti segnalati ai docenti e alla scuola perché si possano trovano
soluzioni alternative. Queste situazioni andranno verificate in itinere assieme anche alle eventuali
persone (non genitori) coinvolte sul problema (educatori o altro).
Un ruolo evidentemente importante in questo lavoro sarà svolto da un lato dai rappresentanti
di classe dei genitori che in questa prima fase potranno essere affiancati da un genitore del gruppo
di progetto; dall’altro dai coordinatori di classe.
Questa prima fase si svolgerà nell’arco di un mese.
Fase intermedia 1: questa fase è segnata dalla necessità di verifica e rilancio dell’intesa
iniziale sul documento e si raccorderà anche a una indagine sugli stessi bambini/ragazzi attraverso
un questionario.
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I genitori durante questa fase cercheranno di osservare il rispetto dell’intesa raggiunta nel
doc. “I nostri compiti” osservando e segnando però tutto ciò che emerge di positivo o negativo dal
lavoro con il figlio/a sul tema.
I docenti faranno altrettanto rispetto al loro lavoro in classe.
La prima fase intermedia coprirà l’arco dei primi mesi di scuola fino al termine del primo
quadrimestre.
Dopo i primi 2 o 3 mesi di scuola verrà distribuito un questionario ai bambini e ai genitori
coinvolti che fornirà dati di analisi tanto ai genitori quanto ai docenti.
In occasione del consiglio di classe i rappresentanti di classe dei genitori riuniranno i
genitori e faranno una verifica di andamento generale sulla base del documento di intesa,
raccogliendo esiti, criticità, domande da riportare ai docenti nel Consiglio di classe. Se risultasse
necessario, per esempio per portare rettifiche al documento “I nostri compiti”, si potrebbe fissare un
nuovo incontro collegiale.
Fase intermedia 2 (facoltativa). È da considerarsi uno step facoltativo, ovvero legato alle
necessità evidenziate dall’andamento del lavoro tra i genitori o gli stessi docenti. Saranno i
rappresentanti di classe dei genitori o i docenti coordinatori a decidere insieme se effettuare questa
verifica che potrebbe essere svolta in occasione dei colloqui di metà 2° quadrimestre.
Fase finale: la fase finale si stenderà dalla fine del primo quadrimestre fino alla fine
dell’anno scolastico. Durante tale periodo rimangono attive le figure dei rappresentanti di classe che
nei momenti di incontro dei genitori della classe e nei momenti del consiglio di classe terranno
aperto il tema e la verifica dei suoi obiettivi, eventualmente chiedendo altri momenti di verifica
collegiale.
Al termine del periodo inizierà la fase di valutazione finale che porterà ad una definizione
del documento di intesa iniziale “I nostri compiti a casa” come proposta di intesa per tutte le classi
della scuola. La valutazione verrà completata da una indagine a questionario sia sui docenti sia sui
genitori sia sui bambini a effettuare una rilevazione finale del progetto e delle eventuali rettifiche di
percorso.
Oltre al documento di intesa la sperimentazione fornirà anche indicazione di percorso da
adottare nelle classi assieme al documento di intesa. Il tutto potrebbe diventare dunque una buona
prassi e, come suggerito dalla dirigente Daniela Fruet, potrebbe inserirsi nel “Progetto d’Istituto”.
Gli strumenti
Le griglie di lavoro iniziali per i docenti e per i genitori sono pensate per dare una traccia di
approfondimento speculare in modo da facilitare il confronto fra gli esiti e quindi la stesura del
documento di impegno comune “I nostri compiti”. Sono cinque domande che non intendono essere
esaustive ma indicative circa le questioni più importanti da far emergere.
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Griglia di lavoro per i docenti
DOMANDA
ELEMENTI CONDIVISI
CRITICITÀ
PROPOSTE
CRITICITA’
PROPOSTE
Che funzione hanno per te
i compiti e come li valuti?
Il genitore dovrebbe
affiancare l’ alunno? Se sì,
come?
Quale dovrebbe essere
l’adeguato carico di
compiti?
Quali sono le tue
aspettative rispetto ai
compiti?
Quale criticità rilevi nella
restituzione dei compiti?
Griglia di lavoro per i genitori
DOMANDA
ELEMENTI CONDIVISI
Che funzione hanno per te
i compiti ?
Affianchi tuo figlio nei
compiti? Se sì, come e
perché?
Come giudichi l’attuale
carico di compiti di tuo
figlio?
Sono chiare le aspettative
dei docenti riguardo ai
compiti?
Quale problematiche rilevi
nel momento e
nell’esecuzione dei
compiti?
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I questionari (vedi allegato “Prandel”)
I supporti
Due insegnanti e due genitori che in determinate occasioni (i momenti di incontro dei
genitori e dei docenti) si offrono per accompagnare/facilitare il lavoro di gruppo. Il loro
accompagnamento è leggero e non obbligatorio ma determinato dalla necessità specifica che in
determinate sezioni ci sia bisogno di tale supporto. La considerazione in merito viene svolta in
accordo con i rappresentanti dei genitori di ogni sezione partecipante al progetto.
In ogni caso è previsto che un genitore del gruppo di progetto della scuola di Levico si
faccia portatore della proposta di progetto presso le sezioni cui la stessa proposta si rivolge, in modo
da introdurre al progetto come cosa nata anche da genitori e non dalla scuola sola.
Valutazione finale
Al termine dell’anno dal gruppo sezione composto da genitori e docenti verrà effettuata una
valutazione finale anche per definire il patto d’intesa “I nostri compiti”. Verrà poi effettuato a
livello di Istituto, e con rappresentanze per le diverse sezioni coinvolte, un focus finale di
valutazione (qualora all’interno dello stesso Istituto fossero coinvolte più sezioni) anche per
confrontare gli esiti tra elementari e medie (là dove i due ordini fossero entrambi coinvolti).
Verrà effettuato infine un focus finale di valutazione (sempre con rappresentanze) tra i
diversi Istituti Comprensivi eventualmente coinvolti nel progetto.
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GRIGLIE SINTETICHE DELLE FASI DI LAVORO
FASE PRELIMINARE
CHI
CHE COSA
QUANDO
Dirigente scolastico
Propone il progetto ai docenti e ne
raccoglie le adesioni
Settembre
Docenti
Illustrano il progetto ai
rappresentanti dei genitori
Settembre
Docenti - rappresentanti
dei genitori
Nel corso dell’assemblea di classe
viene raccolta l’adesione definitiva
dei genitori
Ottobre
Docenti
Discussione del problema tramite
una griglia
Novembre
Genitori
Discussione del problema tramite
una griglia e mappatura dei punti di
forza e di debolezza
Novembre
Docenti - genitori
Incontro comune di raccolta di
informazioni con indicazioni degli
insegnanti e segnalazioni dei
genitori
Redazione del documento “I nostri
compiti”
Novembre
FASE INTERMEDIA
CHI
CHE COSA
QUANDO
Alunni
Compilazione di un questionario
Dicembre
Docenti
Raccolta dei dati provenienti dal
questionario compilato dagli alunni
Osservazione del comportamento
sui compiti alla luce delle indicazioni
redatte con i genitori nel documento
“I nostri compiti”
Dicembre - gennaio
Genitori
Osservazione del comportamento
sui compiti alla luce delle indicazioni
redatte con i docenti nel documento
“I nostri compiti”
Dicembre - gennaio
Docenti - genitori
Incontro di verifica per la raccolta di
esiti, criticità, domande
Eventuale revisione del documento
“I nostri compiti”
Febbraio
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FASE FINALE 1
CHI
CHE COSA
QUANDO
Docenti - genitori
Monitoraggio in itinere del progetto
II quadrimestre
Docenti – genitori - alunni
Compilazione di un questionario di
verifica finale
Maggio
Docenti – genitori
Stesura definitiva del documento di
intesa “I nostri compiti a casa”
Maggio
FASE FINALE 2
CHI
CHE COSA
QUANDO
Dirigente scolastico
Acquisizione del documento di
intesa “I nostri compiti a casa”
Giugno
Dirigente scolastico –
docenti - genitori
Adozione di alcune linee guida
tratte dal documento da considerare
parte integrante del Progetto di
Istituto
Settembre 2010
GRIGLIA SINTETICA INCONTRI
Sogg.ti
coinvolti
Ott.
Nov.
Dicembre
Genn.
Febb.
Mar.
Aprile
Mag.
Giugno
Luglio
Docenti
Genitori
Questionario
Doc. e gen.
studenti
*
Quest.
*
Questionario
Quest.
Focus
d’Istituto
Focus di
Rete
* incontri di verifica intermedia opzionali = solo se ritenuti necessari da genitori o docenti.
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ALLEGATO PRANDEL
QUESTIONARIO PER I GENITORI
1. Classe frequentante
 Prima
 Seconda
 Terza
 Quarta
 Quinta
 Prima Secondaria di primo grado
 Seconda Secondaria di primo grado
 Terza Secondaria di primo grado
2. Sesso
 Maschio
 Femmina
3. Ritieni che tuo figlio/a si impegni?
 Molto se non moltissimo
 Abbastanza
 Sufficientemente
 Poco
4. Secondo te il tempo che tuo figlio/a dedica allo studio è
 Molto
 Abbastanza
 Sufficiente
 Poco
5. Dimentica di fare i compiti?
 Mai
 A volte
 Quasi sempre
6. Dimentica a scuola del materiale scolastico utile per fare i compiti (il diario, alcuni
quaderni o libri…)?
 No, non è mai successo
 Sì, raramente
 Sì, piuttosto spesso
7. Secondo te impara meglio se
 Lo legge
 Glielo raccontano
 Lo vede
 Lo prova
Altro________________________________________________________________________
8. Cosa lo/la distrae dallo studio?
____________________________________________________________________________
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9. Quale momento della giornata dedica allo studio e ai compiti?
 Subito dopo aver pranzato
 Appena arrivato/a a casa da scuola dopo aver fatto pomeriggio
 Dopo aver giocato
 Verso sera
 Dopo cena
10. Con chi preferisce ripetere la lezione?
 Mamma
 Papà
Altro________________________________________________________________________
11. Chi lo aiuta a fare o verificare i compiti?
 Mamma
 Papà
 Nessuno, fa da solo
Altro_________________________________________________________________________
12. Preferisce studiare da solo o con qualche amico?
Da solo
Con qualche amico
13. Perché pensi che tuo figlio/a studi?
 Studia perché gli/le piace
 Studia per ottenere lodi, premi
 Studia per evitare punizioni
 Studia per tenerci buoni
 Studia per non deluderci
 Studia per ricevere bei voti
 Studia per avere una bella pagella
 Studia perché viene percepito come un obbligo, un dovere
 Studia perché quello che impara è utile, bello, lo/la arricchisce, gli/le dà soddisfazione
 Studia perché vuole fare bella figura
 Studia per essere stimato/a
14. Come affronta un compito in vista di una verifica?
 Ripetendo tutte le volte necessarie fino alla completa sicurezza
 Ripetendo alcune volte per poi stancarsi facilmente
 Facendo semplici schemi da utilizzare per la preparazione alle interrogazioni o ai compiti in
classe
 Lasciandosi scoraggiare alla prima difficoltà
 Entrando in ansia
 Non scoraggiandosi ma affrontando la prova con coraggio e ottimismo
Altro___________________________________________________________________________
15. Quando studia tuo figlio per una verifica?
 Qualche giorno prima
 Il pomeriggio prima
 La sera prima
 A volte non si ricorda delle verifiche
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16. Tuo figlio ha avuto difficoltà nell’affrontare i compiti?
 Sì
 No
 A volte
17. Hai dovuto rispiegare la lezione?
 Sì
 No
 A volte
18. In quali compiti sei intervenuto maggiormente?
______________________________________________________________________________
19. In che modo?
 Ho corretto gli errori commessi al fine di presentare un foglio pulito, senza evidenti segni di
cancellatura
 Ho fatto riscrivere ciò che andava riscritto in modo ordinato, presentando il foglio “pulito”
perché lo ritenevo necessario, anche a costo di strappare il foglio
 “Ho riguardato” i compiti assieme a mio figlio/a e ho fatto qualche segno o annotazione, dove
credevo fosse necessario
 Non ho fatto i compiti al posto di mio figlio/a ma, dietro sua richiesta, ho dato indicazioni,
spiegazioni, consigli, lasciando poi che mio figlio/a scrivesse ciò che riteneva giusto.
20. Come svolge il proprio lavoro scritto a casa?
 In completa autonomia
 Facendosi aiutare quando lo ritiene opportuno
 Facendosi seguire passo per passo
21. Tuo figlio/a chiede a casa informazioni su argomenti trattati in classe?
 Sì
 No
22. Legge volentieri libri o riviste oppure guarda con interesse programmi televisivi che
parlino dei temi presentati a scuola?
 Sì
 No
23. Dove studia?
______________________________________________________________________________
24. In quali condizioni lavora a casa?
 In condizioni di tranquillità
 In condizioni di disturbo ambientale (persone presenti che possano distrarre, telefono a portata di
mano, musica di sottofondo…)
25. Come lavora?
 Mantenendo una posizione del corpo corretta
 Mantenendo una posizione del corpo scorretta che ostacola la respirazione (sdraiato sul letto, sul
divano o in poltrona), appollaiato sulla sedia in condizioni di precario equilibrio…)
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QUESTIONARIO PER I FIGLI/STUDENTI
1. Perché studi?
 Studio perchè mi piace
 Studio per ricevere bei voti e far bella figura con i miei genitori e i miei insegnanti
 Studio perché quello che imparo è utile, bello, mi arricchisce, mi dà soddisfazione
 Studio perché devo
 Studio per non essere bocciato
2. Fai i compiti volentieri?
 Sì
 No
 Non sempre
3. In quale materia ti senti più forte, più capace?
4. In quale materia hai maggior bisogno?
_________________________________
_______________________________________
5. Ti piace fare le correzioni?
 Sì
 No
 Non sempre
6. Se devi studiare per una verifica, cosa fai?
 Mi ci metto subito, appena posso
 Aspetto il più possibile, fino a quando faccio arrabbiare la mamma
7. Per fare i compiti, di solito, hai bisogno dell’aiuto della mamma?
 No, mai
 A volte
 Spesso
 Sempre
8. I tuoi quaderni dei compiti di casa
 Sono ordinati
 Hanno solo qualche cancellatura e correzione da fare
 Sono piuttosto disordinati, hanno tante cancellature
9. Chi ti aiuta a fare i compiti?
 Mamma
 Papà
 Nessuno
Altro_________________________________________________________________________
10. Preferisci studiare da solo o con qualche amico?
 Da solo
 Con qualche amico
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