“ItaliaeFrancia maestreuniche delpaesaggio - Goethe

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“ItaliaeFrancia maestreuniche delpaesaggio - Goethe
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LA STAMPA
MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014
.
Cronaca di Torino .47
Un’associazione culturale storica
Il cuore della cultura germanica
1 L’Alliance Française è un ente privato nato per promuovere la lingua
1 Il Goethe-Institut è il primo istituto di lingua e cultura tedesca in
francese e le culture francofone all’estero, attraverso una fitta rete di sedi. L’ente è retto dalla fondazione riconosciuta di pubblica utilità Fondation Alliance française. Presente in 135 Paesi consente di effettuare una
serie di test al fine di certificare la conoscenza della lingua. È infatti abilitata ad attribuire i diplomi di conoscenza della lingua.L’Alliance française
di Torino è un’associazione culturale di diritto locale e senza scopo di lucro. Luogo di dialogo interculturale, spazio privilegiato di scoperta delle
tradizioni e delle innovazioni della Francia e dei paesi francofoni.
Italia. È nato nel 1951 a Monaco, nel 1954 è arrivato a Torino, prima
sede nel nostro Paese e seconda in Europa, dopo la Grecia con Atene. È
dedicato allo scrittore Johann Wolfgang von Goethe, opera da oltre 60
anni come mediatore culturale nel mondo. La missione per l’Italia è
quella di essere fautore del dialogo italo-tedesco, inoltre mette a disposizione informazioni sulla Germania e promuove l’apprendimento
della lingua. Le sue certificazioni linguistiche sono riconosciute a livello
internazionale.
“Italia e Francia
maestre uniche
del paesaggio”
“Torino sogna
Berlino perché
le assomiglia”
Alliance Française ha unito sul filo dei giardini Il Goethe di piazza S. Carlo festeggia oggi i 60 anni
i castelli della Loira e i parchi delle colline torinesi
La direttrice: quest’anno c’è un boom di iscritti
L’idea di pietra
I protagonisti della cultura tedesca
Ecco una delle sculture che l’artista piemontese Giuseppe Penone ha realizzato per il Castello
di Chaumont-sur-Loire e che ieri è stato citato dalla direttrice Chantal Colleu-Dumond
Il Goethe ha portato a Torino alcuni personaggi chiave della cultura tedesca
Nella foto (courtesy Francesco Carbone) la coreografa Pina Bausch al Teatro Regio
coli separano storici, uomini di
governo e paesaggisti: da un lato i conservatori che tutelano
soprattutto la verità storica e
discutono lo spostamento di
ogni singolo filo d’erba, e dall’altro gli innovatori, che amano lasciare sulla storia un segno contemporaneo. «Se esistessero solo i primi - ha spiegato madame
Colleu-Dumond - non avremmo
per esempio potuto ospitare il
meraviglioso intervento del vostro Giuseppe Penone».
EMANUELA M INUCCI
ssere seduti a Palazzo Chiablese e
ritrovarsi immersi
nelle geometrie
verdi dei Castelli
della Loira. Architetture di
siepi, cedri secolari, vapori
metafisici che si sprigionano
dai laghetti. Questi non sono
più tenute nè parchi, come ha
spiegato Frédéric Bouilleux,
vice direttore generale del Domaine National de Chambord,
ma uno spazio dove arte, filosofia del paesaggio e storia si
fondono alla perfezione. E per
capirla meglio questa simmetria, ieri, riuniti in una tavola
rotonda promossa da Alliance
Française, è andato in scena
un rendez-vous fra Italia e
Francia: i Paesi dove l’arte di
intrecciare scorci mozzafiato,
sculture nel bosco e magie teatrali ricoperte di rugiada, raggiunge il suo punto più alto.
E
Paesaggisti a confronto
A raccontare anche questa
«visions Croisées» tra Francia
e Italia, ieri nella casa della Soprintendenza (in quest’anno
di celebrato gemellaggio a Torino delle cultura transalpina
e quella nostrana) la direttrice
generale del «Domaine de
Chaumont-sur-Loire», Chantal Colleu-Dumond, il vice direttore generale del «Domaine National de Chambord» ap-
Frédéric Bouilleux
punto Frédéric Bouilleux, il direttore dei lavori per il restauro
dei Giardini di Palazzo Reale,
Marina Feroggio, l’architetto e
paesaggista Federico Fontana,
la contessa Consolata Beraudo
di Pralormo, ideatrice della rassegna Messer Tulipano. La prima a prendere la parola è stata
Chantal Colleu-Dumond, la
quale, mentre alle sue spalle
scorrevano le fiabesche immagini del «suo» castello, quello di
Chaumont (una meraviglia affacciata sulla Loira che sembra
uscita dalla fiaba di Biancaneve) parlava oltre che del Festival
internazionale dei Giardini, che
propone dal 1992 una selezione
di creazioni paesaggistiche legate a un tema specifico, della
difficoltà nel gestire immensi
parchi secolari. La fatica di conciliare le due filosofie che da se-
Torino sulla Loira
L’artista torinese ha disegnato
per il parco di Chaumant un
percorso poetico e ingegnoso
racchiuso nel cuore di un boschetto ritirato. «Tramite
frammenti di pietra e sculture
di bronzo ha seminato idee.
Sorprese, ricordi lasciati dentro il tronco di un tiglio, in un
boschetto, su uno degli alberi
più simbolici della tenuta, una
sorta di trapianto che rende la
foresta feconda e parlante». Ed
è stato bello scoprire, attraverso le parole della contessa Consolata Beraudo di Pralormo tenutaria dell’omonimo Castello - come nacque nel XIX secolo,
per mano dell’architetto di corte Xavier Kurten, il magnifico
parco che circonda la fortezza.
«Quest’anno Messer Tulipano
si arricchirà di una mostra sull’Arcimboldo». Un altro signore
che di vegetali trasformati in
arte se ne intendeva.
collaborazione con il dipartimento di Lingue dell’Università. Oggi, una mostra dal titolo
«1954-2014. Eine Zeitreise» ripercorre per immagini i sei decenni sulle rive del Po. L’esposizione viene inaugurata ufficialmente alle 17, durante un incontro con il console generale di
Germania, Peter Dettmar, la direttrice del Goethe-Institut Italia, Gabriele Kreuter-Lenz, Fassino e Gian Enrico Rusconi. Tema: i rapporti Italia-Germania.
LETIZIA TORTELLO
orino è un
po’ Berlino, un po’
Amburgo, un po’
Monaco». C’è un angolo di Torino che parla tedesco da 60
anni. E’ in piazza San Carlo, al
civico 206. Al secondo piano
del palazzo Barocco, respiri
rigore, familiarità, accoglienza. Berlino sembra a un passo.
Dal 1954, lo specchio culturale
della Germania in città si
chiama Goethe-Institut.
«T
La festa di compleanno
Oggi, dalle 18,30, l’istituto di
cultura tedesca festeggia il
compleanno con un omaggio
alla città: aperitivo a base di
currywurst e ofenkartoffeln,
birra artigianale in piazza,
palloncini e concerto con il
gruppo berlinese «Di Grine
Kuzine», e inoltre inaugurazione di due mostre, che ripercorrono il filo di un rapporto
longevo e intenso tra Torino e
la Germania, fatto di scambi
intellettuali e lezioni di lingua,
che hanno formato tre generazioni. Forse pochi sanno che
la nostra città è stata una delle prime sedi al mondo in cui
fu aperto un Goethe. In origine fu Monaco, nel 1951, poi
Atene nel ’52, mentre nel ’54
Lotte Bernhardt, professoressa di tedesco, decise di
Jürgen Habermas
scommettere su una riconciliazione tra la città sabauda, intellettuale, antifascista e antinazista, e la Germania. Scrisse al
neonato istituto di Monaco, facendosi portavoce delle richieste di tanti giovani universitari
che volevano studiare la lingua.
Ottenne il via libera e divenne
direttrice della scuola, in via
Donati 1. Nel ’66, il Goethe guadagna il centro storico (all’epoca ben diverso da quel che è oggi) e da quella sede non si è più
spostato. «Siamo nati – dice la
direttrice Jessica Kraatz Magri
– per ricucire la distanza tra i
due popoli». Sono passati da
Torino protagonisti del mondo
culturale mondiale, da Heiner
Müller e Christa Wolf a Jürgen
Habermas, ad artisti come Pina
Bausch a Karl-Heinz Stockhausen, anche grazie alla stretta
Da Torino a Berlino
Snodo critico e attualissimo. E
se i ragazzi di Torino sognano
Berlino, il suo fermento artistico, le maggiori possibilità di
trovare lavoro, il Goethe rappresenta un ponte per partire:
«Siamo tornati al boom di
iscritti degli Anni 80», continua
la direttrice. Tanto che l’istituto ha dovuto traslocare la sua
biblioteca alla Civica cittadina e
ha aperto un’aula in più per accogliere le lezioni dei 25 insegnanti e dei 1.500 frequentanti.
«Questa città è sorprendente –
continua –. È simile a Berlino
per la vocazione laboratoriale».
Ma le assonanze non finiscono.
«Torino assomiglia alla capitale
tedesca anche per quei luoghi
in cui si vede la storia: dalla Cavallerizza alle Ogr, un passato
architettonico e industriale che
ha lasciato complessi dalle
enormi potenzialità». Affinità
elettive, direbbe Goethe.