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I primi Videogiochi
Ovvero: come giocavamo noi…
Danilo Colonna - 28 novembre 2016
STORIA DI … UN MODO DI GIOCARE
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C’era una volta…
Non si tratta proprio del primo videogioco in assoluto - che fu progettato nel
lontano 1947, ma è sicuramente tra i primi ad aver intrattenuto una generazione di
adolescenti che, eccitata, cercava di estorcere ai grandi di casa una monetina da 100 lire,
per giocare al bar con la macchina a gettoni. Erano i primi anni settanta, ed il primo
videogioco arcade si chiamava Galaxy Game. Poco dopo nacque Atari, ed ebbe un enorme
successo con il videogioco PONG; grosso modo si trattava di muovere una pallina dal
campo del giocatore 1 verso il campo del giocatore 2 attraverso delle racchette (le barrette
bianche che vedete in figura 1!!!); seguirono altri successi collettivi, come Pac-Man:
innovativo ed uno dei più famosi di tutti i tempi; con Pole Position ci si avvicina
notevolmente ai simulatori di guida.
Gli home computer
Il Commodore VIC-20 (io ce l’ho avuto!) è stato uno tra i primi home computer della
storia. Aveva una memoria ROM (fissa) da 20kB (da cui il nome VIC-20) contenente il
sistema operativo e una memoria RAM di 5 kB, di cui una parte disponibile per la
programmazione - che era in BASIC. Teniamo presente che oggi i moderni home
computer contengono almeno 1000000000 kB, ossia sono
50 milioni di volte più potenti!!! Tutto era all’interno
della tastiera, il sistema grafico aveva una risoluzione di
176x184 pixel, forniva da 8 a 16 colori. Il VIC-20 è stato il
primo computer della storia a superare la quota
simbolica di un milione di esemplari venduti, che nel
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1983 è una fatto di tutto rispetto. Ad esso seguirono poi il Commodore 64, (e questo ce l’ho
ancora!!!) con 64 kB di RAM. Inizialmente venduto con lo stesso chassis del VIC-20,
fronteggiò una vasta gamma di macchine concorrenti, e sebbene con un prezzo di listino
molto alto per l’epoca (973500 lire), costrinse diverse case concorrenti a riprogettare le loro
macchine per renderle più economiche. Vennero venduti, accanto al Commodore 64,
anche uno schermo CRT da 127mm e un floppy disk drive 1541 (il floppy ancora ce l’ho)
invece del tradizionale lettore che consisteva in un tradizionale lettore di cassette, in cui il
supporto di memorizzazione impiegato era la popolare cassetta a nastro magnetico,
ampiamente diffusa allora soprattutto per le riproduzioni musicali, ma era decisamente
più lenta dei floppy disk e occorreva, quando si avevano più giochi nella stessa cassetta,
memorizzare con il“contagiri” la posizione di ogni gioco. Entrambi, come molti
dell’epoca, venivano connessi con un cavo dell’antenna alla televisione.
Le console
Si svilupparono quindi, nell’era delle console, le console portatili, con il Game Boy
ed il Game Gear, con l’uscita del Sega Mega Drive e del Super Nintendo. Erano gli anni
novanta. Con le console videro la luce nuove generazioni di videogiochi, tra cui il più
famoso è certamente Super Mario. A questa segue quella che è stata definita la “quinta
generazione”, delle console, quella della Playstation, a cui successe la sesta generazione,
caratterizzata dall’avvento in competizione da parte di Microsoft.
Siamo ormai ai nostri giorni, con l’avvento dell’ottava generazione di console: ne
fanno parte il Nintendo 3DS ed il WiiU della Nintendo, la PlayStation 4 della Sony, la
Xbox One della Microsoft.
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Al di là del gioco bello o brutto (ma i giochi sono tutti belli, per chi li sceglie!),
passato o recente, c’è da dire che passavamo giornate intere davanti al computer, tra le
occhiatacce delle mamme e il biasimo dei professori, e anche noi baravamo sulla quantità
del tempo trascorso in camerata e sulle attività dedicate a questo tempo. Ce ne stavamo
insieme, a giocare, ci divertivamo non tanto per la qualità del gioco (il primo gioco ad
esempio era uno slalom ed utilizzava il VIC-20: si trattava di triangolini verdi che
simulavano le bandierine, e una serie di doppi slash che avrebbero dovuto rappresentare
lo sciatore!!! ). Poi vennero i soccer manager, una serie di schermate in linguaggio testuale
che rappresentavano i minuti che passavano, e che cambiavano solo se la nostra squadra
segnava, non c’era ovviamente la rappresentazione grafica del gol, quella era tutta nella
nostra immaginazione!), ma che gioia stare insieme e condividere emozioni e
divertimento davanti ad uno schermo che sembrava vivo e interagiva con noi!
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