articolo da "sciare mag.it" nr 652 aprile 2012
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R E V I VA L U N I V E R S I TA R I & C I T TA D I N I 13 di Giovanni Berutti 1 QUEI FAVOLOSI ANNI SETTANTA 2 3 I 38 SCIARE 652 co, di rimpianto per i bei vecchi tempi andati e di una vita spensierata che non è più. Niente di tutto questo. Ognuno di noi, dopo la carriera agonistica, si è tuffato nella propria attività professionale ed ha costruito, con fortune alterne, la propria vita familiare. I rapporti si sono inevitabilmente allentati. Ma è bastato un attimo per riprendere l’amicizia e l’allegria come se ci fossimo lasciati da pochi giorni. Solo in pochi casi un breve imbarazzo per il «riconoscimento» ufficiale; qualcuno aveva proposto l’utilizzo di badge; Stefano Melloni si è presentato con appesa al collo una foto di allora con inclusa didascalia, tanto per fugare ogni dubbio. E poi via con i ricordi, le battute e le risate (tante), il buon cibo (abbondante) ed il vino (ancora di più). Presenti gli ex nazionali (Iaia Ercolani, Giuliana Campiglia, Maddalena Silvestri, Andrea Fraschini, Franco Marconi), presenti gli habitués del podio e quelli spesso e volentieri nella seconda pagina delle classifiche. Tutti provenienti dal mondo dello Sci Accademico (SAI e CUS) e cittadino (Penna Nera e molti altri). Presenti anche due ex della nazionale universitaria svizzera, Olive Brunisholz e Jean Philippe Rochat. Alcuni non hanno potuto venire perché avevano i figli piccoli da far gareggiare (Fabiano Rebecchini) o perché impegnati loro stessi in qualche circuito Masters (Guido Galbusera) o perché al seguito dei figli in Coppa del Mondo (Andrea Marsaglia, papà di Francesca e Matteo). Tra gli assenti, per i tanti suoi impe- 7 5 6 9 11 10 8 14 12 19 20 21 22 23 24 16 17 25 26 UNA QUARANTINA D’ANNI DOPO, ALCUNI AMICI DEL «SAI» SI SONO RITROVATI PER RIVIVERE QUEL CLIMA DI AMICIZIA CHE HA ARRICCHITO LA LORO GIOVINEZZA ncredibili anni ’70! Sono bastate alcune telefonate, un giro di e-mail e il passaparola per radunare a Courmayeur lo scorso 29-30 gennaio una quarantina ex atleti del circuito cittadini/universitari del decennio tra la metà degli anni ’70 e ’80. Per molti è stata l’occasione per rivedersi dopo oltre 25-30 anni. Qualche chilo in più e qualche capello in meno per i «ragazzi», sempre splendide le «ragazze»: sembra che il tempo per loro non sia trascorso. Per tutti qualche ruga, inevitabile, ma una forma fisica eccellente che ha consentito di dare ampia dimostrazione al cospetto del Monte Bianco di come si possano condurre curve perfette pur sciando un po’ «alla vecchia» (per intenderci, per chi fosse troppo giovane, sciata sull’esterno e angolazione).I ’70 erano gli anni d’oro per lo sci italiano. Grazie al formidabile traino che derivava dai successi della Valanga Azzurra (Gustavo Thoeni & C.), molti erano i circuiti di gare e moltissimi i giovani che si dedicavano all’agonismo. Alle «Cittadini B» (riservate agli atleti con più di 50 punti FISI) accadeva che ci fossero oltre 300 iscritti; le «Cittadini A» (riservate agli atleti con punti FISI tra 0 e 100) erano gare molto qualificate, dove non era raro che le penalizzazioni arrivassero vicine ai 10 punti FISI. Questa generazione ha poi alimentato per molti anni il circuito Master e molti dei giovani atleti di oggi sono figli della passione di allora.Tutti invitati alla rimpatriata sulle nevi di Courmayeur, quindi. Poteva essere un incontro malinconi- 4 15 28 27 gni, anche Antonio «Tone» Noris, uno dei più amati di quella generazione, atleta vincente e grande amico. In questo suo saluto, di cui riporto una parte, c’è tutto lo spirito di quel periodo unico ed indimenticabile: «Il rientro di un’Era!! La nostra di sciatori appassionati e amici». Ma che cosa è successo in quel momento storico? Che cosa apparteneva a questo gruppo che ha inanellato più o meno un decennio e forse qualcosa in più in cui tutti si sentivano legati da sentimenti comuni e da passioni irrefrenabili per la montagna, per un circuito di gare sane, per un valore di amicizia così intenso? Dobbiamo certamente dire grazie ai nostri ge- IERI E OGGI QUI SOPRA: LA PAGINA «TABELLARE» CHE (ANCHE SU SCIARE!) PROMUOVEVA L’IMMAGINE DEL «SAI» (COL NR. 10, FAUSTO RADICI). QUI SOTTO: IL «LOGO» DI ALLORA RIPRESO NELLA LOCANDINA DEL REVIVAL DI CUI VEDIAMO (PAGINA A FIANCO) I PARTECIPANTI: 1_LUCA STEFANUTTI 2_ENRICO NICOLI 3_GIOVANNI BECCARI 4_MAURO PE- GLIASCO 5_PIERO ANTONINI 6_EMANUELA MANFRINI 7_GIGIO LAVIZZARI 8_EUGENIO TRAVERSA 9_MAURO DELSANTE 10_ENZO FRASCHINI 11_UMBERTO AVANZI 12_ANDREA FRASCHINI 13_ENRICO CHIARAVALLI 14_FRANCO MARCONI 15_ALESSANDRO MONTANINI 16_IAIA ERCOLANI 17_ROK PRENNUSHI 18_ROBERTA NICOSIA 19_ANDREA KIND 20_GLORIA LAVIZZARI 21_CHIARA FRASCHINI 22_MARIO GILLETTA 23_NICOLETTA LEVI 24_GIOVANNI BERUTTI 25_ENRICO LODI 26_MADDALENA SILVESTRI 27_ANNA PARAMITHIOTTI 28_STEFANO MELLONI nitori che avevano tanta passione da riconoscere che la vita non è solo scuola e lavoro ma anche altro; dobbiamo dire grazie a tutti noi perché abbiamo rispettato l’altro in gara e fuori sapendo creare un ambiente di vera magia con «avversari» ma senza rivali, con amici e senza distinzioni o discriminazioni: «Vuoi stare con noi… sei il benvenuto!!». Né sfigati né inadeguati, tutti contenti, tutti amici, tutti con gli stessi valori, l’amicizia e il rispetto!! C’era chi demoliva gli avversari in discoteca, chi in camera e chi il mattino a colazione con battute più o meno forti e più o meno sarcastiche al primo risveglio di alcuni che rimanevano praticamente tramortiti. Ma era tutto un gran ridere e rilanciare, un grande teatro di vita vissuta. Tutto è servito a creare un ambiente che oggi ci fa ancora teneri appassionati di un sistema sport che ci è piaciuto tan- to. Fatto di semplicità ma anche di professionalità, di aspirazioni e di crescita. Non sappiamo come è nato, sappiamo solo che ognuno di noi è stato importante per quell’incredibile collage che si è determinato e ognuno che man mano mancava sembrava una perdita irrecuperabile ma poi quasi in un perfetto sistema metabolico ecco che qualcuno di nuovo arrivava, subito ben consolidato e sicuro dalla protezione di questo sistema, a lenire il dolore per la perdita che non lo è stata mai definitivamente (il ritrovo di oggi insegna). Chi l’ha vissuto a lungo ha goduto a lungo… è stato come un lungo fidanzamento (in molti lo sono stati davvero!) in cui tutti erano gli innamorati, ma di che cosa, del sistema amici dello sci Universitario e Cittadino. Nel frattempo tutti sono cresciuti e hanno famiglie e certamente non si impareranno tutti i nomi degli eredi in una volta sola, certo trent’anni non sono pochi da recuperare e sono sicuro, per le intelligenze vive che tanto mi piacquero allora, quanto ci sia da raccontare e da imparare da ciascuno (esattamente come allora). Le tappe di avvicinamento all’evento sono state esse stesse parte dell’evento. Siamo un popolo di sciatori e comici… oltre che di poeti, santi e navigatori (oops!). Ecco alcune delle e-mail più divertenti: Alessandro Vitali: «Ho provato la tuta da gigante e… non riesco più a toglierla. Sono pronto!» Enzo Fraschini: «Sono molto più in ansia adesso che per qualsiasi gara facevamo una volta: tranne forse una delle prime discese, mi sembra in Francia, perché c’era un gran brutto salto e a quei tempi nessuno sapeva come farlo. E non credo che sia per lo sci: in bicicletta ho verificato che ci so ancora andare, e quindi dovrebbe es- Sport e stile di vita L o Sci Accademico Italiano è stato fondato nel 1945 da Giuliano Babini insieme ad un gruppo di amici, tra i quali c’era anche Rolly Marchi. Babini era un cittadino (di Brescia), sciatore eccellente e persona affascinante, dal tratto elegante e signorile. Leader degli agonisti universitari, più volte vincitore ai «Littoriali», sapeva rivaleggiare con il campioni valligiani guadagnandosi, oltre alla stima di Zeno Colò, Stefano Sertorelli, Leo Gasperll e Rolando Zanni, l’ingresso nella mitica squadra «sci veloci» degli alpini e la gioia della maglia azzurra. Dopo aver fondato il SAI e averlo fatto crescere nello spirito di autentica sportività e di calorosa amicizia, nel 1951 un grave incidente automobilistico lo aveva purtroppo condannato ad una vita dolorosa e difficile fino alla morte, giunta quando aveva 80 anni. Nel giorno del commiato, sulla Gazzetta dello Sport il suo amico Rolly Marchi lo salutò così: «Addio caro Giuliano, unico e irripetibile cultore dei sentimenti più veri». A SINISTRA: LA COPERTINA DEL LIBRO PUBBLICATO NEL 1955 IN OCCASIONE DEL DECENNALE DEL «SAI». QUI SOPRA: GIULIANO BABINI IN UNA FOTO GIOVANILE E AL TAVOLO DI UNA PREMIAZIONE CON ROLLY MARCHI, PIERLUIGI ANTONINI E ARNALDO RIGHINI. A DESTRA: LA SQUADRA DI FONDO DEL «SAI» DEL 1946 DI CUI FACEVA PARTE (SECONDO DA DESTRA) GIORGIO BOCCA, DESTINATO AD UNA GRANDE CARRIERA GIORNALISTICA 652 SCIARE 39 18 R E V I VA L U N I V E R S I TA R I & C I T TA D I N I 13 di Giovanni Berutti 1 QUEI FAVOLOSI ANNI SETTANTA 2 3 I 38 SCIARE 652 co, di rimpianto per i bei vecchi tempi andati e di una vita spensierata che non è più. Niente di tutto questo. Ognuno di noi, dopo la carriera agonistica, si è tuffato nella propria attività professionale ed ha costruito, con fortune alterne, la propria vita familiare. I rapporti si sono inevitabilmente allentati. Ma è bastato un attimo per riprendere l’amicizia e l’allegria come se ci fossimo lasciati da pochi giorni. Solo in pochi casi un breve imbarazzo per il «riconoscimento» ufficiale; qualcuno aveva proposto l’utilizzo di badge; Stefano Melloni si è presentato con appesa al collo una foto di allora con inclusa didascalia, tanto per fugare ogni dubbio. E poi via con i ricordi, le battute e le risate (tante), il buon cibo (abbondante) ed il vino (ancora di più). Presenti gli ex nazionali (Iaia Ercolani, Giuliana Campiglia, Maddalena Silvestri, Andrea Fraschini, Franco Marconi), presenti gli habitués del podio e quelli spesso e volentieri nella seconda pagina delle classifiche. Tutti provenienti dal mondo dello Sci Accademico (SAI e CUS) e cittadino (Penna Nera e molti altri). Presenti anche due ex della nazionale universitaria svizzera, Olive Brunisholz e Jean Philippe Rochat. Alcuni non hanno potuto venire perché avevano i figli piccoli da far gareggiare (Fabiano Rebecchini) o perché impegnati loro stessi in qualche circuito Masters (Guido Galbusera) o perché al seguito dei figli in Coppa del Mondo (Andrea Marsaglia, papà di Francesca e Matteo). Tra gli assenti, per i tanti suoi impe- 7 5 6 9 11 10 8 14 12 19 20 21 22 23 24 16 17 25 26 UNA QUARANTINA D’ANNI DOPO, ALCUNI AMICI DEL «SAI» SI SONO RITROVATI PER RIVIVERE QUEL CLIMA DI AMICIZIA CHE HA ARRICCHITO LA LORO GIOVINEZZA ncredibili anni ’70! Sono bastate alcune telefonate, un giro di e-mail e il passaparola per radunare a Courmayeur lo scorso 29-30 gennaio una quarantina ex atleti del circuito cittadini/universitari del decennio tra la metà degli anni ’70 e ’80. Per molti è stata l’occasione per rivedersi dopo oltre 25-30 anni. Qualche chilo in più e qualche capello in meno per i «ragazzi», sempre splendide le «ragazze»: sembra che il tempo per loro non sia trascorso. Per tutti qualche ruga, inevitabile, ma una forma fisica eccellente che ha consentito di dare ampia dimostrazione al cospetto del Monte Bianco di come si possano condurre curve perfette pur sciando un po’ «alla vecchia» (per intenderci, per chi fosse troppo giovane, sciata sull’esterno e angolazione).I ’70 erano gli anni d’oro per lo sci italiano. Grazie al formidabile traino che derivava dai successi della Valanga Azzurra (Gustavo Thoeni & C.), molti erano i circuiti di gare e moltissimi i giovani che si dedicavano all’agonismo. Alle «Cittadini B» (riservate agli atleti con più di 50 punti FISI) accadeva che ci fossero oltre 300 iscritti; le «Cittadini A» (riservate agli atleti con punti FISI tra 0 e 100) erano gare molto qualificate, dove non era raro che le penalizzazioni arrivassero vicine ai 10 punti FISI. Questa generazione ha poi alimentato per molti anni il circuito Master e molti dei giovani atleti di oggi sono figli della passione di allora.Tutti invitati alla rimpatriata sulle nevi di Courmayeur, quindi. Poteva essere un incontro malinconi- 4 15 28 27 gni, anche Antonio «Tone» Noris, uno dei più amati di quella generazione, atleta vincente e grande amico. In questo suo saluto, di cui riporto una parte, c’è tutto lo spirito di quel periodo unico ed indimenticabile: «Il rientro di un’Era!! La nostra di sciatori appassionati e amici». Ma che cosa è successo in quel momento storico? Che cosa apparteneva a questo gruppo che ha inanellato più o meno un decennio e forse qualcosa in più in cui tutti si sentivano legati da sentimenti comuni e da passioni irrefrenabili per la montagna, per un circuito di gare sane, per un valore di amicizia così intenso? Dobbiamo certamente dire grazie ai nostri ge- IERI E OGGI QUI SOPRA: LA PAGINA «TABELLARE» CHE (ANCHE SU SCIARE!) PROMUOVEVA L’IMMAGINE DEL «SAI» (COL NR. 10, FAUSTO RADICI). QUI SOTTO: IL «LOGO» DI ALLORA RIPRESO NELLA LOCANDINA DEL REVIVAL DI CUI VEDIAMO (PAGINA A FIANCO) I PARTECIPANTI: 1_LUCA STEFANUTTI 2_ENRICO NICOLI 3_GIOVANNI BECCARI 4_MAURO PE- GLIASCO 5_PIERO ANTONINI 6_EMANUELA MANFRINI 7_GIGIO LAVIZZARI 8_EUGENIO TRAVERSA 9_MAURO DELSANTE 10_ENZO FRASCHINI 11_UMBERTO AVANZI 12_ANDREA FRASCHINI 13_ENRICO CHIARAVALLI 14_FRANCO MARCONI 15_ALESSANDRO MONTANINI 16_IAIA ERCOLANI 17_ROK PRENNUSHI 18_ROBERTA NICOSIA 19_ANDREA KIND 20_GLORIA LAVIZZARI 21_CHIARA FRASCHINI 22_MARIO GILLETTA 23_NICOLETTA LEVI 24_GIOVANNI BERUTTI 25_ENRICO LODI 26_MADDALENA SILVESTRI 27_ANNA PARAMITHIOTTI 28_STEFANO MELLONI nitori che avevano tanta passione da riconoscere che la vita non è solo scuola e lavoro ma anche altro; dobbiamo dire grazie a tutti noi perché abbiamo rispettato l’altro in gara e fuori sapendo creare un ambiente di vera magia con «avversari» ma senza rivali, con amici e senza distinzioni o discriminazioni: «Vuoi stare con noi… sei il benvenuto!!». Né sfigati né inadeguati, tutti contenti, tutti amici, tutti con gli stessi valori, l’amicizia e il rispetto!! C’era chi demoliva gli avversari in discoteca, chi in camera e chi il mattino a colazione con battute più o meno forti e più o meno sarcastiche al primo risveglio di alcuni che rimanevano praticamente tramortiti. Ma era tutto un gran ridere e rilanciare, un grande teatro di vita vissuta. Tutto è servito a creare un ambiente che oggi ci fa ancora teneri appassionati di un sistema sport che ci è piaciuto tan- to. Fatto di semplicità ma anche di professionalità, di aspirazioni e di crescita. Non sappiamo come è nato, sappiamo solo che ognuno di noi è stato importante per quell’incredibile collage che si è determinato e ognuno che man mano mancava sembrava una perdita irrecuperabile ma poi quasi in un perfetto sistema metabolico ecco che qualcuno di nuovo arrivava, subito ben consolidato e sicuro dalla protezione di questo sistema, a lenire il dolore per la perdita che non lo è stata mai definitivamente (il ritrovo di oggi insegna). Chi l’ha vissuto a lungo ha goduto a lungo… è stato come un lungo fidanzamento (in molti lo sono stati davvero!) in cui tutti erano gli innamorati, ma di che cosa, del sistema amici dello sci Universitario e Cittadino. Nel frattempo tutti sono cresciuti e hanno famiglie e certamente non si impareranno tutti i nomi degli eredi in una volta sola, certo trent’anni non sono pochi da recuperare e sono sicuro, per le intelligenze vive che tanto mi piacquero allora, quanto ci sia da raccontare e da imparare da ciascuno (esattamente come allora). Le tappe di avvicinamento all’evento sono state esse stesse parte dell’evento. Siamo un popolo di sciatori e comici… oltre che di poeti, santi e navigatori (oops!). Ecco alcune delle e-mail più divertenti: Alessandro Vitali: «Ho provato la tuta da gigante e… non riesco più a toglierla. Sono pronto!» Enzo Fraschini: «Sono molto più in ansia adesso che per qualsiasi gara facevamo una volta: tranne forse una delle prime discese, mi sembra in Francia, perché c’era un gran brutto salto e a quei tempi nessuno sapeva come farlo. E non credo che sia per lo sci: in bicicletta ho verificato che ci so ancora andare, e quindi dovrebbe es- Sport e stile di vita L o Sci Accademico Italiano è stato fondato nel 1945 da Giuliano Babini insieme ad un gruppo di amici, tra i quali c’era anche Rolly Marchi. Babini era un cittadino (di Brescia), sciatore eccellente e persona affascinante, dal tratto elegante e signorile. Leader degli agonisti universitari, più volte vincitore ai «Littoriali», sapeva rivaleggiare con il campioni valligiani guadagnandosi, oltre alla stima di Zeno Colò, Stefano Sertorelli, Leo Gasperll e Rolando Zanni, l’ingresso nella mitica squadra «sci veloci» degli alpini e la gioia della maglia azzurra. Dopo aver fondato il SAI e averlo fatto crescere nello spirito di autentica sportività e di calorosa amicizia, nel 1951 un grave incidente automobilistico lo aveva purtroppo condannato ad una vita dolorosa e difficile fino alla morte, giunta quando aveva 80 anni. Nel giorno del commiato, sulla Gazzetta dello Sport il suo amico Rolly Marchi lo salutò così: «Addio caro Giuliano, unico e irripetibile cultore dei sentimenti più veri». A SINISTRA: LA COPERTINA DEL LIBRO PUBBLICATO NEL 1955 IN OCCASIONE DEL DECENNALE DEL «SAI». QUI SOPRA: GIULIANO BABINI IN UNA FOTO GIOVANILE E AL TAVOLO DI UNA PREMIAZIONE CON ROLLY MARCHI, PIERLUIGI ANTONINI E ARNALDO RIGHINI. A DESTRA: LA SQUADRA DI FONDO DEL «SAI» DEL 1946 DI CUI FACEVA PARTE (SECONDO DA DESTRA) GIORGIO BOCCA, DESTINATO AD UNA GRANDE CARRIERA GIORNALISTICA 652 SCIARE 39 18 R E V I VA L U N I V E R S I TA R I & C I T TA D I N I sere lo stesso per lo sci. Coi vecchi attrezzi non dovrei avere problemi: un po’ come quando ho tirato fuori una racchetta da tennis di legno ed ho ritrovato di botto il servizio, il rovescio all’incrocio, la smorzata bastarda, non la volée (mai stato capace)». Enrico Lodi: «Anch’io ho provato la tuta da gigante, non ci entro. La zip mi conferma che sono un gigante… della professione». Umberto Avanzi: «Ottima idea, mi rimane un dubbio: riuscirò ancora a girare i Maxell 222 o è meglio ripiegare sui più affidabili 207 da slalom?». L’utilizzo di materiali «vintage» era una delle condizioni poste nella lettera di «convocazione» inviata dal promotore e organizzatore del raduno, Marco Levi (per tutti l’Inge, grazie ancora a nome di tutti!), universitario del SAI Milano degli anni ’70, per l’occasione promosso a «selezionatore». Pochi hanno avuto l’ardire di presentarsi con i vecchi 212 da gigante. Va bene l’attaccamento alle cose 40 SCIARE 652 del passato, ma non esageriamo, con l’età arriva anche un minimo di saggezza. Numerosi però quelli con le vecchie divise, tra cui tutine sottili ed aderenti come guanti da chirurgo. Circolavano tra i tavoli foto in bianco e nero e classifiche, che hanno subito riacceso le rivalità, e sono stati proiettati filmini di grandi imprese internazionali. Un tocco di classe aggiuntivo grazie a «Nica» (Nicoletta Levi) che ha fatto realizzare il logo e il manifesto celebrativo dell’evento. Questa la «classifica» della manifestazione, questa volta in rigoroso ordine alfabetico (così finalmente riesco a stare davanti ai Traversa, Fraschini e Marconi… ma ancora una volta dietro a Giovanni «Johnny» Beccari, accidenti!): Carlo Agnoli, Piero Antonini, Umberto Avanzi, Giovanni Beccari, Giovanni Berutti, Olive Brunisholz, Giuliana Campiglia, Enrico Chiaravalli, Mauro Delsante, Iaia Ercolani, Andrea Fraschini, Chiara Fraschini, Enzo Fra- schini, Mario Giletta, Andrea, Kind, Gigio Lavizzari, Gloria Lavizzari, Marco Levi, Nicoletta Levi, Cesare Locatelli, Enrico Lodi, Emanuela Manfrini, Franco Marconi, Alessandro Melloni, Stefano Melloni, Alessandro Montanini, Enrico Nicoli, Roberta Nicosia, Anna Paramithiotti, Mauro Pegliasco, Rrok Prennushi, Jean Philppe Rochat, Maddalena Silvestri, Lorenzo Schapira, Luca Stefanutti, Eugenio Traversa, Beppe Villa, Alessandro Vitali, Marco Vitali. Purtroppo il tempo non è stato clemente, ma non ha impedito ai partecipanti di passare una giornata piacevole e di assaporare una prelibata polenta e salsiccia a ristorante Alpetta sui pendii del Checrouit. Ci si è dati appuntamento ovviamente per l’anno prossimo sperando che chi non ha partecipato quest’anno non si faccia sfuggire una seconda occasione! Come ha scritto l’Enzo «Sì, ci saranno altre occasioni, speriamo… ma per intanto questa se ne va». r EX NAZIONALI QUI SOPRA: «IAIA» ERCOLANI (CLASSE 1957) E FRANCO MARCONI (1953) NEGLI ANNI ’70, QUANDO ERANO IN SQUADRA NAZIONALE. QUI SOPRA, I DUE DURANTE IL REVIVAL DI COURMAYEUR (CON MARCONI... DIVENTATO SUPERMAN) TRA GIOVANNI BECCARI, NICOLETTA LEVI E GLORIA LAVIZZARI. A SINISTRA, IN ALTO: UN ALTRO GRUPPETTO DI «REDUCI»: DA SINISTRA: STEFANO MELLONI, GLORIA LAVIZZARI, GIGIO LAVIZZARI, PIERO ANTONINI, NICOLETTA LEVI, UMBERTO AVANZI, ANDREA FRASCHINI; ACCOSCIATO, MARCO LEVI. SOTTO: ALESSANDRO VITALI CON «IL FRATELLINO» MARCO