OPERE di MISERICORDIA SPIRITUALI

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OPERE di MISERICORDIA SPIRITUALI
OPERE di MISERICORDIA SPIRITUALI
La specificità-eccellenza delle opere di misericordia SPIRITUALI:
- Mc 2,1-12 (e paralleli): guarigione del paralitico calato dal tetto:
“Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati…. Bestemmia! Chi può
perdonare i peccati, se non Dio solo!?” . Gesù può fare qualcosa che
è tipicamente divino
- le opere di misericordia corporali possono essere anche solo opere
“filantropiche”, che chiunque può fare, anche per chi non è credente
(sono la strada della salvezza per tutti!), ma possono essere anche
“teologali” e portano in se la forza e l’effetto divino; quelle spirituali
sono più tipicamente cristiane, cioè ci permettono di condividere i
doni che Dio ci ha dato attraverso Gesù e lo Spirito
- alcune opere di m. spirituali sono un effetto e prolungamento dei doni
dello Spirito Santo (consigliare=consiglio, insegnare=intelletto,…)
promano dallo Spirito.
- le opere di m. corporali sono più “semplici” (più materiali-tecniche),
quelle spirituali richiede il cuore, lo spirito… Quelle spirituali hanno,
in realtà, un maggior valore degli aiuti materiali, sebbene ci siano
situazioni in cui questi ultimi rivestano un carattere di maggiore
urgenza
- La misericordia trova un'infinità di espressioni e di manifestazioni
assolutamente non racchiudibile in un elenco, ma la proliferazione di
"liste" attestata la necessità che i cristiani hanno nutrito da sempre di
imitare la misericordia di Dio incarnata da Gesù in tantissime
sfumature di gesti. La prima attestazione di un elenco la si trova in
Origene (185.254) che introduce l'idea di "opere di misericordia
spirituali" [12], accanto a quelle rivolte al "corpo" dell'uomo, indicate
da Mt 25. Dopo di lui si situa Lattanzio, poi Agostino, ma fu
consacrata in modo definitivo nel secolo XIII nel mondo degli
studiosi cristiani, con l’apporto straordinario di san Tommaso
d’Aquino.
Dal Messaggio del Papa alla Quaresima 2016
….Per tutti, la Quaresima di questo Anno Giubilare è dunque un tempo
favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione
esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia.
Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli
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e sorelle bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle
spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare –
toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali
e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio
toccando nel misero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può
ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero
mendicante….
Opere di misericordia SPIRITUALI
1. consigliare i dubbiosi
2. insegnare agli ignoranti
3. ammonire i peccatori
4. consolare gli afflitti
5. perdonare le offese
6. sopportare pazientemente le persone moleste
7. pregare Dio per i vivi e per i morti
Le opere di misericordia spirituali possono essere classificate in 3 gruppi:
 le tre opere iniziali possono essere definite opere di vigilanza; esse
sono: 1) dare consigli a chi ne ha bisogno; 2) insegnare a chi non
conosce; 3) correggere chi sbaglia.
 ci sono poi altre tre opere che vertono sulla Riconciliazione, cioè: 4)
consolare chi è afflitto; 5) perdonare le offese ricevute; 6)
sopportare con pazienza le persone moleste.
 Infine, un’opera che possiamo definire di sintesi: 7) la preghiera di
intercessione, cioè pregare Dio per i vivi e per i morti
Seguendo questa classificazione, proponiamo di seguito una nota sommaria
su ciascuna di queste opere di misericordia.
Essere vigilanti
La pratica delle prime tre opere di misericordia spirituali consigliare i dubbiosi,
insegnare agli ignoranti e ammonire i peccatori ci insegna a guardare fuori da
noi stessi. Invita a una nuova vigilanza fatta di compassione e di amore verso quelli
che hanno bisogno di sicurezza, non sanno o sbagliano
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Insegnare agli “ignoranti”
E’ interessate l’episodio biblico in At 8,26-40 dell’apostolo Filippo che si offre
per istruire il funzionario etiope: “Capisci quello che stai leggendo”?; come pure
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l’invito di 1Pt 3,15: “pronti a risponde a chiunque vi domandi ragione della
speranza che è in voi”
Nei paesi del terzo mondo dove l’analfabetismo è ancora molto diffuso,
quest’opera è esercitata e continua ad esserlo dai missionari, dai volontari e da
altri. Nel nostro contesto quest’opera interessa direttamente chi ha responsabilità
educativo ai vari livelli, a partire dalla famiglia, alla scuola e alle parrocchie. Ma
diventa veramente opera di misericordia a una condizioni: se riesce a essere non
soltanto trasmissione di notizie, ma di esperienza di vita e di fede.
Oggi più che mai ogni cristiano è chiamato a condividere e testimoniare la propria
fede
Ammonire i peccatori
Il punto di partenza per esercitare quest’opera consiste nel prendere anzitutto
coscienza che siamo tutti peccatori. Perciò non ci sono i “giusti” che ammoniscono
i “peccatori”, ma i fratelli che danno una mano ai fratelli perché non cadano in
peccato, o perché si tirino fuori da uno stato di peccato.
Il metodo da impiegare è quello indicato da Gesù: “Se il tuo fratello commette una
colpa, va e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo
fratello; se non ti ascolterà, prendi con te uno o due persone, perché ogni cosa sia
risolta sulla parola di due o tre testimoni”(Mt 18,15-17).
Un’altra indicazione preziosa è quella di San Paolo: “Fratelli, qualora uno venga
sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E
vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione” (Gal.6,1).
Purtroppo spesso, anziché praticare questa opera di misericordia, si preferisce
mormorare alle spalle, parlare dei difetti e delle colpe degli altri quando non ci sono
(si chiama “maldicenza”). Talvolta si preferisce colpire alle spalle, denunciando
presunte colpe a chi conta, a chi può condizionare la carriera, al “superiore”, Perché
questo? Le ragioni possono essere molte. Ma ce n’è una più profonda di tutte: è la
mancanza di amore.
Avere uno spirito di riconciliazione
La pratica delle tre opere di misericordia spirituali consolare l’afflitto,
perdonare le offese e sopportare con pazienza le persone moleste favorisce
lo spirito di riconciliazione. Le tre opere fanno parte dell’atteggiamento di
una persona conciliatrice, attributo fondamentale del discepolo di Cristo.
Uno spirito è conciliatore se riconosce la propria necessità di riconciliarsi
con Dio. In realtà, non si può consolare, perdonare e sopportare
pazientemente le ingiustizie se non ci si riconosce debitori nei confronti di
Cristo, il quale ci offre continuamente il modo di riconciliarci con Dio (cfr.
J.F. Keeman).
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Consolare gli afflitti
San Paolo traduce con queste parole l’opera di misericordia: “godere con chi è
lieto e piangere con chi soffre”.
Ovviamente, “non si tratta di parole: anzi le parole, quando uno soffre, servono
poco. E tanto meno servono alcune espressioni convenzionali e formali: un
biglietto di condoglianze, la ghirlanda di fiori, l’inserzione sul giornale. Sono
spesso formalità inutili, che non dicono nulla, che non coprono il vuoto di umanità
e di amore”. “Quello che conta nella sofferenza è il rapporto umano, vero,
autentico che può essere espresso anche con una visita, una telefonata, una lettera;
ma questi segni devono servire a stare vicino con amore.
Il dolore vissuto accanto a chi ha fede è una crescita per tutti.
Perdonare le offese ricevute
Forse è l’opera più difficile di tutte. E’ pure una di quelle a cui siamo invitati ad
assomigliare a Dio (“Siate misericordiosi…”) fino ad amare i nemici (Mt 5,44-45)
Eppure fa parte dell’insegnamento inequivocabile del Vangelo e costituisce la
condizione per essere perdonati da Padre che è nei cieli. Senza dubbio, la pratica
del perdono fraterno è una strada in salita, non solo perché i nostri sentimenti si
ribellano, ma anche perché per giungere alla riconciliazione completa bisogna
essere in due a volerla. Come regola, è necessario che il perdono e la riconciliazione
si basino sulla chiarezza e sulla verità. …
Una regola d’oro è questa: non lasciare mai scendere la notte su tensioni non
chiarite, su offese non perdonate. “Non tramonti mai il sole sulla vostra ira”.
Pregare per i vivi e per i morti
L’invito a “pregare per i vivi e per i defunti” si basa su una grande e splendida
verità: la comunione dei santi. La Chiesa educa in continuazione in tutta la Liturgia,
che è la sua preghiera pubblica e ufficiale, all’esercizio di quest’opera di
misericordia. Infatti, nella preghiera eucaristica, noi preghiamo sia per i vivi che per
i defunti. Quindi, partecipando consapevolmente alla Liturgia, esercitiamo già
quest’opera di misericordia.
Ma nel costume della comunità cristiana ci sono anche altre forme individuali e
personali: ad esempio, fare celebrare la santa Messa per determinate persone vive,
in difficoltà o in date significative della loro vita
Un’altra forma di attuazione di questa opera avviene attraverso “l’apostolato della
preghiera”: si mette in circolazione nel corpo di tutta la Chiesa il valore delle
preghiere, delle azioni, dei sacrifici di ciascun cristiano, ogni giorno: è come un
flusso di sangue nuovo che entra in circolazione, che va a nutrire e rafforzare tutte
le membra del corpo.
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