gennaio/febbraio 2013 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
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gennaio/febbraio 2013 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
Registrazione del Tribunale di Roma n° 300/86 del 10/06/1986 GUARDIA D’ONORE Un’altra Italia gennaio/febbraio 2013 1 SOMMARIO pag. GENNAIO - FEBBRAIO 2013 Rivista bimestrale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon Direzione: 00186 Roma - Via della Minerva, 20 Tel. 06.67.93.430 Fax. 06.69.92.54.84 Indirizzo Internet: www.guardiadonorealpantheon.it Dalla Presidenza 1 Lettere al direttore 4 Quote sociali 6 Cronaca delle Delegazioni 9 Prossimi eventi 39 Cultura 40 Note liete 55 Necrologi 55 Nuovi iscritti 57 Oggettistica 59 Modulo di domanda di ammissione 60 E-mail dell’Istituto: [email protected] Direttore Responsabile: Ugo d’Atri Le lettere e gli articoli esprimono unicamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. per le riproduzioni anche se parziali, è fatto abbligo di chiederne preventiva autorizzazione, citarne la fonte, inviando all’Istituto una copia. Registrazione del Tribunale di Roma n.° 300/86 del 10-06-1986 Spedizione in abbonamento postale Del presente numero di 60 pagine sono state stampate 4500 copie Finito di stampare il .... Impaginazione e stampa: Co.Art s.r.l. www.co-art.it Prevista consegna alle poste il il .... SOMMARIO La collaborazione del Direttore e dei soci è da sempre gratuita e mai può assumere la forma di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma perché incompatibile con la natura volontaristica dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle reali Tombe del Pantheon, di cui la Rivista è organo. Fermo quanto precede, la direzione si riserva di ospitare, in attuazione all’art. 21 della Costituzione, interventi anche di non soci a titolo gratuito, riservandosi sempre e comunque il diritto di apportare tagli e modifiche ritenute necessarie. Ogni collaborazione implica accettazione integrale e senza riserve di quanto precede. Hanno collaborato a questo numero: Alessandro Ambrosini Riccardo Basile Francesco Calò Andrea Maria Coda di San Grato Ugo d’Atri Oscar Elia Lunetta Gabriele Mariani di Corneto Carlo Premoli Giorgio Rolle Pierluigi Romeo di Colloredo Mels GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 DALLA PRESIDENZA GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 1 LE VISITE ALLA TOMBA DI VITTORIO EMANUELE III E AL SACRARIO DI EL ALAMEIN riori e adeguatamente valutabili sotto il profilo della necessità o della opportunità delle d ecisioni assunte dalla loro classe dirigente. Non c’è niente di ridicolo nel destino delle Nazioni! La Guardia d’Onore ha voluto dimostrare la propria vicinanza al Sovrano chiedendo al Parroco di svolgere una breve funzione religiosa in suffragio della Sua anima. Al termine è stato deposto un omaggio floreale e sono state pronunciate alcune parole in ricordo dell’opera di un Sovrano, la cui esistenza (1869 – 1947) ha abbracciato quasi tutta la durata del Regno, affrontando due Guerre Mondiali, gestendo una profonda crisi economica, svolgendo un’attività di controllo sul Governo resa difficile e problematica, da un lato, per la gravità delle decisioni da assumere e, dall’altro, per l’assenza di meccanismi istituzionali di verifica del consenso della Nazione. La visita al sacrario, nel giorno (23 ottobre) del 70° anniversario della IIa battaglia, ha inteso sottolineare la presenza della Guardia d’Onore sul sito che ha visto il martirio di migliaia di giovani italiani per attestare, anche in quei terribili frangenti di palese inferiorità di uomini e mezzi, la loro lealtà ai destini della Patria. Nello scorso mese di ottobre una delegazione di Guardie d’Onore, accompagnate da persone vicine all’Istituto per condivisione di ideali e di finalità istituzionali, hanno effettuato una vista alla Tomba di Vittorio Emanuele III ad Alessandria d’Egitto ed hanno successivamente raggiunto il Sacrario di El Alamein. La lapide a ricordo della tumulazione del penultimo Re d’Italia, posta sul retro dell’altare maggiore della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, si presenta molto semplice ed essenziale. Quasi a richiamare, anche con l’evidenza della pietra, la solitudine di un Sovrano in esilio, per il quale è stato decretato in Patria il rifiuto di qualsivoglia forma di ricordo o di valorizzazione equilibrata del periodo storico da Lui affrontato. Sono ammesse solo strumentalizzazioni mediatiche, volte a ridicolizzare un’intera classe dirigente e un intero popolo; le centrali culturali del nostro Paese mentono a se stesse: sanno bene che in ogni epoca e sotto ogni cielo i popoli si muovono secondo logiche perfettamente ricostruibili a poste- 2 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Anche in questa occasione è stata officiata una cerimonia religiosa, al termine della quale è stata deposta una corona d’alloro; è stata inoltre donata al Museo del Sacrario una fascia da braccio dell’Istituto a testimonianza perenne della visita effettuata. Non sono stati pronunciati discorsi, non sembrava opportuno interrompere il silenzio del deserto o il ritmo delle onde del mare con parole che, di fronte a quell’immane sacrificio di giovani vite di tutti gli eserciti in campo, sarebbero apparse comunque di mera circostanza. Al Direttore del Sacrario, il Mar. Matteo Beretta, è stata espressa grande riconoscenza per l’accoglienza ricevuta e per la competenza con la quale ha coordinato la visita della delegazione, a testimonianza della vicinanza e dell’attaccamento alla Patria di quanti si trovano ad operare – per funzioni istituzionali – al di fuori dei confini nazionali. Prima di lasciare l’Egitto, la delegazione è stata ricevuta da S. E. Claudio Pacifico, Ambasciatore d’Italia al Cairo. Nel corso dell’incontro è stato rivolto un vivo ringraziamento a tutta la Rappresentanza diplomatica e all’Addetto alla Difesa presso quella Ambasciata per la preziosa collaborazione ricevuta nell’organizzazione della visita ai siti di interesse del nostro Istituto. ROMA, 27 OTTOBRE 2012, IL COMUNE DI ROMA RICORDA NELLA PROPRIA TOPONOMASTICA LE LL. MM. UMBERTO II E MARIA JOSÈ All’interno di Villa Ada (già Villa Savoia) si è svolta una cerimonia organizzata dal Comune di Roma per l’intitolazione di due vie alle LL. MM. il Re Umberto II e la Regina Maria Josè. Le due vie sono state intitolate a seguito di una proposta avanzata da dieci consiglieri comunali di Roma (primo firmatario l’avv. Giovanni Quarzo, e poi Ludovico Todini ed il generale dei Granatieri di Sardegna Antonino Torre), su sollecitazione dei due giovani esponenti monarchici Mariofilippo Brambilla e Francesco Di Bartolomei, che, con Giovanni Quarzo costituivano il comitato promotore. La cerimonia si è svolta alla presenza delle LL. AA. RR. i Princ ipi Vittorio Emanuele, Marina ed Emanuele Filiberto di Savoia e di circa cinquecento persone, in buona parte Guardie d’Onore. Interventi di S. A. R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia, dell’avv. Giovanni Quarzo, già ospite GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 dell’Istituto in numerose manifestazioni, del sindaco Gianni Alemanno e dell’assessore alla Cultura, Gasperini. Fra i presenti il presidente dell’Istituto, capitano di vascello d’Atri, il principe Gonzaga, le principesse Luciana e Mahera Hassan dell’Afghanistan, i principi Carlo, Elettra e Guglielmo Giovanelli, la dr.ssa Anita Garibaldi, i principi Boncompagni Ludovisi, i principi Fabrizio e Carlo Massimo, il gen. Poddighe, l’ing. Arioli, Carmine Passalacqua, il gen. Boscardi, il dr. Covelli, il prof. Pierluigi Duvina, presidente della Consulta dei Senatori del Regno, il prof. Giovanni Duvina, il conte avv. Rocco di Torrepadula, il nob. Sandro Pierato, il dr. Buccioni, il marchese Ferraioli, il dr. Novellino, il dr. Fiorentino, i nob. avv.ti Domenico e Alfonso Marini Dettina, il col. Caruso, il conte Giustiniani, il conte avv. d’Amelio, il dr. Grancagnolo. Erano inoltre presenti i labari della presidenza e della delegazione provinciale di Roma dell’Istituto del Nastro Azzurro fra decorati al valor militare, del Club Alpino Italiano, della Società Sportiva Lazio, dell’Associazione Nazionale Reduci e Rimpatriati d’Africa, portato dal dott. Chiavellati. Il Comune di Roma ha disposto che si ritirassero dal luogo della cerimonia le Bandiere del Regno d’Italia portate dalla presidenza dell’Istituto e dalle delegazioni provinciali di Roma e di Napoli “per non procurare imbarazzo al sindaco Alemanno”. Encomiabile il servizio di scorta ai Principi svolto dalle Guardie d’Onore Monescalchi, Previero, Gottardi, Iannaccone, Militano, Covino e Fantinel. 3 ROMA, 7 NOVEMBRE 2012, L’ISTITUTO PARTECIPA ALLA GIORNATA DELLE ASSOCIAZIONI D’ARMA Celebrata all’ippodromo militare di Tor di Quinto del Reggimento Lancieri di Montebello (8°) la Giornata delle Associazioni d’Arma. Per l’Istituto, con il labaro, erano presenti le Guardie d’Onore Alloggio (PR), Barlozzari (PG), Carpinelli, Caruso, d’Atri, Fefè, Giovannini, Gottardi, Grassi, Ingrosso (PR), Maddalena, Nicolosi, Oliveri, Otta, Petri (VT), Piazzini, Quadrani A. (VT), Quadrani F. (VT), Salvini, Savarese, Sinibaldi, Testarmata, Venditti (FR). Erano inoltre presenti, con altre associazioni, le Guardie d’Onore Garibaldi (Associazione Nazionale Giuseppe Garibaldi), Russo (U. N. U. C. I.), Bonelli e Covino (Granatieri), Guacci (Bersaglieri), Lombardo di Cumia, Blais, Caccavella e Tognon (Cavalleria), Ventura, Luciani e Fiorani (Artiglieria), La Rocca (Marinai). LETTERE AL DIRETTORE Egregio. Presidente Cap. di vascello. Ugo d’Atri. Non è mia abitudine scrivere ma ho letto sulla nostra ultima rivista la lettera firmata: “saluti amari” e la sua risposta, che condivido. Ritengo che chi esprime pareri o critiche, più o meno condivisibili, dovrebbe quanto meno firmarsi. In merito alla questione trattata, posso testimoniare che alcune persone, dopo avere notato il nostro labaro sfilare il 2 Giugno, sapendo la mia appartenenza all’Istituto, hanno chiesto spiegazioni sulla nostra funzione sociale, sui fini e gli scopi delle guardie d’onore. Alla fine del dialogo hanno espresso apprezzamento. Pertanto, modestamente, ritengo che anche la partecipazione a cerimonie di tanta importanza mediatica, oltre a essere il giusto riconoscimento per i 135 anni di impegno a onorare e ricordare i nostri sovrani, possa essere utile a propagandare e pubblicizzare il nostro Istituto. Bene avete fatto a pagina 3 a ribadire le norme che 4 disciplinano l’uso della divisa sociale e delle decorazioni, avendo notato, in alcune cerimonie che l’abuso delle stesse ha suscitato commenti ironici da parte del pubblico, con il rischio di svilire belle cerimonie ricche di significato, solo per appagare l’ego di alcuni pataccari. Sperando di non averla disturbata, le partecipo il mio apprezzamento per la sua continua e fattiva opera. A presto rivederla, Cordiali saluti: G. d’O. Carlo Premoli Somma Lombardo, 24.10.2012 I SIGNORI DELLA GUARDIA HANNO UNA MARCIA IN PIÙ Ebbene sì, quest’anno c’eravamo anche noi alla parata del due giugno. Impeccabili nello stile e nel portamento, abbiamo dato il nostro apporto alla GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Compagnia di Assoarma, sfilando a via dei Fori Imperiali, davanti alle più alte Cariche dello Stato. Abbiamo marciato insieme alle altre Associazioni combattentistiche e d’arma, al comando dell’Ammiraglio Pagnottella, tentando di dare un sostegno morale alle popolazioni colpite dal sisma e ad un’Italia dall’unità ideologica sempre più vacillante. Ovviamente non sono mancate le polemiche: Di Pietro (ex poliziotto) ha definito la parata “la sagra dello spreco” e una mancanza di rispetto nei confronti dei principi della Repubblica. Un gruppo di militanti di Sinistra Ecologica e Libertà ha appeso uno striscione che riportava la scritta “La Repubblica che vogliamo è solidale non militare. No all’inutile parata”. Strano, essendo sostenitori di Vendola, dovrebbero apprezzare molto i militari (simbolo di forza e mascolinità). Maroni, declinando l’invito e recatosi al congresso della Lega, ha definito i fondi spesi per la celebrazione del due giugno “soldi buttati nel cesso”. Per non parlare, dulcis in fundo, della più ovvia delle sterili polemiche: “Che c’entrano i Monarchici alla festa della Repubblica?”. Incuranti di tutto ciò abbiamo marciato, tra la partecipazione e il consenso popolare, avendo ben chiaro nella mente che la Patria è un valore che accomuna tutti, quelli di Sinistra come quelli di Destra, i Monarchici come i Repubblicani. Sfilando davanti al Palco Presidenziale infatti, non abbiamo gridato né “Viva il Re”, né “Viva la Monarchia”, ma una sola parola “Italia”. Una parola che vuol dire sacrificio e rinunce, ma anche dignità, orgoglio e gloria. Una parola che grazie a Noi ha assunto anche un altro significato: l’unione di vari popoli, GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 prima divisi, sotto un’unica bandiera. È per questo che il due giugno marciamo anche Noi. Gabriele Mariani di Corneto Stimato Comandante, in merito al suo: “Dedicato ai monarchici, che fare?” sul numero 1/2 – 2012 leggo sul numero di luglio alcune lettere in risposta al “che fare?”. Non ripeterò quanto hanno ben espresso chi le ha scritte perché mi trovo d’accordo con le loro idee. Sono in perfetta sintonia con l’ultima lettera, quella del sig. Riccardo Bevilacqua quando dice: “l’Istituto delle Guardie è la sola sigla che resiste con orgoglio tra tutte”. Curiamolo con tanto amore. Non importa il numero, ma la qualità degli aderenti. Troppe volte si sono scritte persone solo per dimostrare che una delegazione è più brava di altre. Lasciamo la zavorra, i megalomani, coloro che aderiscono per avere titoli e chissà che. Nobili e finti nobili, l’Istituto è nobile nello spirito e nel comportamento. Dice infine il Bevilacqua: “L’Istituto non è al servizio di nessuno e non fa da manovalanza a nessuno”. Lei Comandante ha l’onere e l’onore di tenere alto il nostro vessillo e d’impedire a chicchessia di aderire per fini personali. Noi dobbiamo essere fedeli al ricordo di S. M. Vittorio Emanuele II, il padre della Patria, e ai suoi successori nel rispetto di tutti. Aosta compresi. Genova, il 12 luglio 2012 La saluto sentitamente Comandante Rolle Giorgio 5 QUOTE SOCIALI AMMISSIONE ...................................................... 50 Euro (senza fascia e cravatta/foulard) .............................................................................. 100 Euro (con fascia e cravatta/foulard) RINNOVI ANNUALI ............................................ 30 Euro SOCI SOSTENITORI ............................................ 50 Euro (fino a 100) SOCI BENEMERITI ............................................. 100 Euro (oppure oltre) DIPLOMI DI GUARDIA D’ONORE, GUARDIA D’ONORE SCELTA, MERITO DI SERVIZIO ........ 50 Euro I versamenti possono essere eseguiti sul C.C.P. 59325001: INTESTATO A ISTITUTO NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON Le coordinate bancarie dell’Istituto sono le seguenti: numero conto: 000000092139 IBAN (coordinate bancarie internazionali) IT84R 05390 03201 000000092139 BIC: ARBAIT 33042 Banca Etruria, via Uffici del Vicario n° 45/48, 00186 Roma, tel 06/69768340 Continuano a pervenire bollettini di conto corrente postale di "ignoti" che hanno dimenticato di scrivere le proprie generalità . Al fine di evitare la mancata attribuzione dell'avvenuto pagamento, si pregano le Guardie d'Onore che avessero erroneamente compilato questi bollettini, di prendere contatto con la segreteria della presidenza, per poter così evitare di essere considerati morosi. E le poste accrescono i problemi. U. d’A. 6 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 In caso di mancata consegna da parte delle Poste, si può presentare il seguente reclamo Data… Spett. Direzione dell’Ufficio Postale di … Oggetto: RECLAMO per mancata consegna di Posta Il sottoscritto…………………………………………………. nato a……………….. il………………. residente in…………………….. Via....................................................... cap..………. denuncia la ripetuta mancata consegna del bimestrale “Guardia d’Onore” che gli viene regolarmente inviato da Roma. Chiede che vengano effettuati i necessari controlli ed individuato il responsabile, onde permettere al sottoscritto di continuare a ricevere detto bimestrale per il cui recapito viene regolarmente pagato il corrispettivo alle Poste. In attesa di conoscere l’esito del presente reclamo, invia distinti saluti. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 7 SOCI BENEMERITI E SOSTENITORI ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! 8 Amicarelli Scalisi Antonietta 50 euro (sostenitore) Angiolini Christian 50 euro (sostenitore) Balestracci Sacchetti Maria Luisa 50 euro (sostenitore) Barbanti Renato Giordano 50 euro (sostenitore) Berlinguer Pierangelo 50 euro (sostenitore) Bruno Grandori Marisa 60 euro (sostenitore) Cantalamessa Antonio 100 euro (benemerito) Carbonara Antonio 50 euro (sostenitore) Cardi Cigoli Carlo 230 euro (benemerito) Carniel Bruno 50 euro (sostenitore) Caterino Maurizio 50 euro (sostenitore) Cioni Giovanni 50 euro (sostenitore) d’Atri Federica T. 50 euro (sostenitore) d’Atri Ugo 50 euro (sostenitore) Da Pra Lorenzo 50 euro (sostenitore) De Felice Maurizio 70 euro (sostenitore) De Murtas Enrico 50 euro (sostenitore) De Trizio Nicolò 50 euro (sostenitore) di Gropello Andrea 50 euro (sostenitore) Durante Giuseppe 50 euro (sostenitore) Ferraresi Angela 50 euro (sostenitore) Gonzaga del Vodice Maurizio 50 euro (sostenitore) Hassan Mahera 50 euro (sostenitore) Hassan Pallavicini Luciana 50 euro (sostenitore) Mariani di Corneto Gabriele 50 euro (sostenitore) Mastrosanti Giovan Battista 100 euro (sostenitore) Mattoli Agostino 50 euro (sostenitore) Navone Mauro 100 euro (benemerito) Panariti Benito 100 euro (benemerito) Pandolfi Ruggero 50 euro (sostenitore) Pascucci Cono 50 euro (sostenitore) Patrone Amalia 200 euro (benemerito) Pinna Campanelli Lucrezia 150 euro (benemerito) Plantulli Mario 50 euro (sostenitore) Poddighe Giuseppe 50 euro (sostenitore) Porretti Francesco 100 euro (benemerito) Premoli Carlo 50 euro (sostenitore) Previero Leonardo 100 euro (benemerito) Puteo Antonio 50 euro (sostenitore) Riccini Bonanate Anna Maria 50 euro (sostenitore) Riu Pietro 60 euro (sostenitore) Rubino Giacomo 70 euro (sostenitore) Santacesaria di Barale Adriano Maria 50 euro (sostenitore) Scalingi Antonio 50 euro (sostenitore) Slongo Santino Giorgio 100 euro (benemerito) Tarantini Nunzia 50 euro (sostenitore) Todaro Gianfranco 60 euro (sostenitore) Venturelli Nicola 50 euro (sostenitore) GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 CRONACA DELLE DELEGAZIONI ANCONA Castelfidardo, 9 settembre 2012 Nella giornata del 9 settembre, in Castelfidardo e Loreto (AN), organizzato dalla Delegazione di Pesaro–Urbino e sotto l’alto patrocinio della Regione Marche si è tenuto il VI Raduno interregionale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. La manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di GG. d’O. e loro familiari, è iniziata alle ore 10 presso il Parco del Monumento Nazionale delle Marche di Castelfidardo. La toccante cerimonia ha avuto il suo acme nel momento in cui il Presidente dell’Istituto Cap. di Vasc. (Ris.) Ugo d’Atri, dopo l’esecuzione dell’Inno Nazionale e la deposizione di una corona di alloro ai caduti, ha invitato la G. d’O. donna Anita Garibaldi e la G. d’O. Gabriele Cialdini ad una simbolica stretta di mano in segno di concordia ed unità. Tutto si è svolto sotto lo sguardo dell’Eroe di Castelfidardo e dei suoi soldati, eternati nel bronzo del gruppo scultoreo del bel monumento che ha fatto da cornice alla cerimonia. L’incontro è proseguito con la celebrazione di una Santa Messa presso la Basilica Inferiore nella cripta dei Santi Pellegrini della Santa Casa di Loreto. Il raduno interregionale è terminato con una conviviale che ha degnamente suggellato questo riuscito appuntamento. Erano presenti: il Presidente dell’Istituto Cap. di Vasc. (ris.) dott. Ugo d’Atri, gli Ispettori Regionali delle Marche dott. Walter Pellegrino e dell’Emilia Romagna dott. Paolo Arfilli, la d.ssa Anita Garibaldi, il dott. Gabriele Cialdini e consorte, il Delegato Provinciale di Pesaro–Urbino cav. Vladimiro Gatti, di Bologna dott. Dionigi Ruggeri, di La Spezia dott. Riccardo Balzarotti di Massa Carrara dott. Umberto Barzaghi, di Rimini cav. Gianni Ruzzier, di Macerata Leida Luciana, dott. Teodoro Monescalchi, il conte Rosati Pepoli, il dott. Donatello Ravarino, il dott. Raffaele Galliani, il dott. Antonio Iannaccone, il sig. Giuliano Vichi, il sig. Luca Guerra, il sig. Mortolini e famiglia, la sig.ra Gerarda Cuomo, il sig. Fabio Cipriani, il sig. Amedeo Cesca, il m.llo Pavia, il sig. Vassili Cavaletto, il sig. Christophe Ruffier, il m.llo Gennaro, il cav. Gianni Dal Buono. Principali organizzatori della manifestazione le GG. d’O. Gatti, Aiudi, Carletti e Candelari. AOSTA Attività 2011: 14 gennaio: partecipazione alla serata di gala dell'U.N.U.C.I. Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 9 19 gennaio: organizzazione e partecipazione alla visita ufficiale in Valle d'Aosta delle LL.AA.RR. i Principi Vittorio Emanuele e Marina di Savoia con colazione di beneficenza e omaggio alla mostra Casa Savoia e l'Unità d'Italia - Aosta, Verrès e Bard. 28 febbraio: aperitivo conviviale e elezione del Delegato per la Provincia di Aosta. 02 aprile: partecipazione a Enna e Catania attività loro Delegazione. 22 giugno: Aosta - serata con rimessa nuove tessere. 2 luglio: Co-relatore con l'autore, Dino Ramella, alla presentazione del volume Amori e selvaggina vita privata di Vittorio Emanuele II - Ananke editore; presente delegazione della Guardie. 16 luglio: organizzazione mostra fotografica Maria José di Savoia e la conquista del Cervino, 12 settembre 1941 - Cervinia (16 luglio - 30 settembre). luglio 2011 partecipazione a Monza per anniversario regicidio 20 dicembre: Aosta - aperitivo e cena con rimessa nuove tessere. 22 dicembre: Aosta - consegna regali a bambini associazione Ana Moise. ASTI 16 settembre 2012 Il Delegato delle Guardie d’Onore di Asti, Comm. Giovanni Triberti, ha partecipato, su invito, alla cerimonia indetta per la Giornata Nazionale del Caduto e Disperso in Russia, svoltasi a Cargnacco (UD), presso il Tempio dedicato alla Madonna del conforto. Il Tempio di Cargnacco è l’unico sacrario in Italia dedicato ai 100.000 caduti e dispersi nella 10 Campagna di Russia (1941/1943) e fu costruito per volontà dei reduci, ed in primis per quella di Don Carlo Caneva, cappellano militare e reduce, ivi sepolto. Il Tempio Sacrario, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1949 e terminarono nel 1955, contiene nella cripta 24 volumi con i nomi dei morti e dispersi. Sono tumulati nel Tempio i resti di circa 10.000 caduti, tra identificati e noti non identificati. Tra le numerose opere d’arte, tra cui mosaici artistici e pannelli in ceramica, statue lignee e rilievi bronzei raffiguranti momenti di battaglie custodite nel Tempio, spicca un ampio alto rilievo in ceramica raffigurante l’ultima carica della Cavalleria Italiana, effettuata dalla Savoia Cavalleria il 24 agosto 1942, in cui è ben visibile la bandiera sabauda, svoltasi a Isbuschenski e considerata l’ultima nella storia di tutte le Cavallerie. Presenti alla grandiosa cerimonia le rappresentanze di tutte le forze armate italiane con i loro rispettivi generali e comandanti, le autorità civili, militari e religiose, le associazioni combattentistiche e d’arma e una folla immensa convenuta per commemorare i caduti. La Santa Messa è stata celebrata da S. E. l’Arcivescovo Andrea Bruno Mazoccato, accompagnata dal coro del Duomo di Udine, nel piazzale antistante il Tempio, in cui sono collocati dodici cippi e quattordici aste a ricordo delle divisioni e dei reparti dell’Armir. Guardie d’Onore presenti: Giovanni Triberti (Delegato), Andrea Pellegrino, Osvaldo Dezzani, Carlo Sobrero, Romolo Triberti, Paolo Crucco. 23 settembre 2012 Una trentina di Guardie d’Onore della Delegazione GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 di Asti, con 6 bandiere, e il Delegato Comm. Giovanni Triberti, hanno presenziato alla solenne cerimonia di insediamento alla guida della parrocchia dei Ss. Gervasio e Protasio, di Cisterna d’Asti, di Don Luigi Binello, cappellano e guida spirituale della Delegazione. La solenne funzione è stata officiata dal Vescovo di Asti, Mons. Francesco Ravinale, e concelebrata dal Vicario Mons. Vittorio Croce e da numerosi parroci della diocesi, alla presenza di autorità militari e civili tra cui diversi Sindaci e il Consigliere Regionale Rosanna Valle (Guardia d’Onore) e di una folla immensa di parrocchiani accorsi a dare il benvenuto al nuovo parroco. Il Delegato ha letto il messaggio di auguri della Delegazione di Asti e quello pervenuto dal Presidente Nazionale Dr. Ugo d’Atri, che sono stati molto apprezzati ed applauditi. Durante l’omelia S. E. il Vescovo ha autorizzato pubblicamente Don Luigi Binello a continuare a svolgere, per le Guardie d’Onore di Asti, la funzione di cappellano e guida spirituale, e in caso di troppi incarichi, tralasciare altri impegni in diocesi, ma non quello con le Guardie d’Onore! Le parole del Vescovo sono state molto gradite ed accolte con immensa soddisfazione, sia a livello personale che per l’Istituto. Durante l’intera celebrazione gli alfieri, schierati di fianco all’altare, sono stati molto fotografati e ammirati dalle oltre 500 persone che gremivano la chiesa. Al termine della funzione e dei festeggiamenti, in onore di Don Binello, le Guardie d’Onore presenti hanno visitato il Castello di Cisterna, adiacente alla parrocchia, sede del Museo di Arti e Mestieri di un tempo, che raccoglie più di 3.000 oggetti d’epoca, inseriti in ambienti di lavoro, di forte suggestione storica. Il castello fu ceduto nel 1784 dal Vescovo di Asti a Vittorio Amedeo III di Savoia. Alla fine dell’800 fu donato al Comune di Cisterna, che da allora a tutt’oggi, ha sempre provveduto alla sua manutenzione in modo eccellente. A ricordo dell’epoca sabauda è conservato nel suo interno uno stemma di Casa Savoia. Guardie d’Onore presenti: Giovanni Triberti (Delegato), Federico Bollito (Alfiere), Corrado Rustichelli (Alfiere), Pietro Balestrino (Alfiere), Rosa Calvaccio (Alfiere), Diego Boraso (Alfiere), Nello Scrimaglio (Alfiere), Giancar- GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 lo Bussi, Alena Malinouskaya, Rosanna Valle, Rosario Coppola, Osvaldo Dezzani, Ivano Gavazza, Severino Agagliati, Antonio Ambrosino, Luigi Caroli, Diego Buratto, Elma Benetti, Paolo Crucco, Luciana Conti, Sonia Contino, Michela Fassi, Lorenzo Garri, Nazdeja Isajeva, Piercarlo Bollito, Giuseppe Nobili, Andrea Pellegrino. 4 novembre 2012 La Delegazione di Asti ha partecipato con il Delegato Comm. Giovanni Triberti e alcune Guardie d’Onore, su invito del Sindaco della città, alla celebrazione della giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. La cerimonia, un’occasione per non dimenticare, è cominciata al cimitero con la benedizione al Sacrario Militare dei Caduti e la deposizione delle corone. La giornata è continuata con la cerimonia in piazza Primo Maggio alla presenza delle massime autorità civili e militari della città di Asti per il picchetto, l’alzabandiera e la deposizione delle corone, al 11 monumento dei caduti di tutte le guerre. La mattinata si è conclusa con la preghiera del combattente e la lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano. “La giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate – ha ricordato il Sindaco – costituisce l’occasione per rendere onore ai caduti di tutte le guerre ed esprimere solidarietà alle famiglie, gratitudine e riconoscenza ai mutilati, agli invalidi, agli ex combattenti e a tutti coloro che hanno sofferto per la difesa della Patria”. Le Guardie d’Onore presenti sono state ringraziate da S.E. il Prefetto di Asti e dal Sindaco, per la loro numerosa partecipazione. G.D.O. presenti: Giovanni Triberti – Delegato, Nello Scrimaglio – Alfiere, Romolo Triberti, Antonio Ambrosino, Luigi Caroli, Antonino Lo Giudice, Antonio Palombo, Lorenzo Triberti, Giorgio Galeasso, Andrea Pellegrino, Rosario Coppola, Arnaldo Agresta, Antonello Lilliu, Salvatore Romeo, Alessandro Raviola. 4 novembre 2012 Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha partecipato a Cisterna d’Asti, su invito del Sindaco, alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre. Dopo la S. Messa, officiata da Don Luigi Binello, guida spirituale delle GG.DD.OO. di Asti, è seguita la sfilata al monumento dei caduti, con deposizione della corona d’ alloro. GG.DD.OO. presenti: Diego Boraso – Alfiere, Luca Scipioni, Elma Benetti, Paolo Crucco, Lucia Danieli. 4 novembre 2012 Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha partecipato a Costigliole d’Asti, su invito del Sindaco, alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre. Dopo la S. Messa è seguita la sfilata al monumento dei caduti, con deposizione della corona d’ alloro. Presenti autorità civili, militari e religiose. GG.DD.OO. presenti: Pier Giuseppe Bugnano – Alfiere, Corrado Rustichelli, Marco Zeppegno. 4 novembre 2012 Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha partecipato a Monale d’Asti, su invito del Sindaco, alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre. 12 Dopo la S. Messa è seguita la sfilata al monumento dei caduti, con deposizione della corona d’alloro. Presenti autorità civili, militari e religiose. GG.DD.OO.presenti: Severino Agagliati – Alfiere, Giancarlo Calvo, Silvia Amoggi. 4 novembre 2012 Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha partecipato a Valfenera d’Asti, su invito del Sindaco, alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre. Dopo la S. Messa è seguita commemorazione dei caduti presso le lapidi. Le Guardie d’ Onore sono state ringraziate, per la loro presenza, dal Sindaco Dr. Paolo Lanfranco e dal Vice Sindaco Piercarlo Bollito, entrambi Guardie d’ Onore della Delegazione di Asti. GG.DD.OO. presenti:Andrea Pnzone – Alfiere, Giuseppe Nobili, Walter Occhiena, Marco Berruti, Roberta Tomasini. 4 novembre 2012 Una rappresentanza della Delegazione di Asti ha partecipato a Frinco d’Asti, su invito del Sindaco, GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre. Dopo la S. Messa è seguita la sfilata al monumento dei caduti, con deposizione della corona d’ alloro. Presenti autorità civili, militari e religiose. GG.DD.OO. presenti: Federico Bollito – Alfiere, Osvaldo Dezzani, Ivano Gavazza. 4 novembre 2012 Alle ore 18.00 la Delegazione di Asti, con il Delegato Comm. Giovanni Triberti, ha partecipato presso l’Insigne Collegiata di San Secondo, in Asti, ad una Santa Messa in suffragio degli Ufficiali defunti appartenenti a nobili famiglie astigiane di antica tradizione militare. Sono stati ricordati il leggendario Ammiraglio Umberto Cagni, i Generali dei Carabinieri Cosma e Ferdinando Manera, il Generale dei Granatieri di Sardegna Manfredo Cagni, i Colonnelli Giorgio Cagni, Vittorio Lucrezi, Giovanni Trapassi, i Capitani Corrado Lucrezi, Umberto Manera, Manfredo Manera, il Maresciallo Fernando Manera, il Maggiore Luigi Manera, i Tenenti Cesare Cagni, Aldo Lucrezi, Paolo Cagni, Giovanni Cagni e la Crocerossina Vivina Manera. Alla cerimonia, officiata da Don Giuseppe Gallo, Guardia d’Onore e Rettore della Collegiata, erano presenti autorità civili e militari e le associazioni combattentistiche e d’arma con labari e bandiere. G.D.O. presenti: Giovanni Triberti – Delegato, Severino Agagliati – Alfiere, Romolo Triberti, Antonio Ambrosino, Luigi Caroli, Federico Bollito, Osvaldo Dezzani, Lorenzo Triberti, Andrea Pellegrino, Ivano Gavazza, Dino Aresca, Alessandro Raviola, Giuseppe Sardi. BARI Bassano, fatti ed immagini della Grande Guerra. Presenti alla manifestazione l'Ispettore per l'Italia Meridionale avv. Angelo Gadaleta, il delegato di Bari M.llo Abbattista e le Guardie d'Onore Ragno e Caputi G. Corato, 18 novembre 2012 L’Ispettore Regionale della Puglia Cav. Rag. Oronzo Cassa ha rappresentato il nostro Istituto, per la ricorrenza del 52° anniversario della morte della M.O.V.M. C.V. Enzo Grossi, alla Santa Messa Requiem celebrata in suffragio dei Caduti di Tutte le Guerre e per le Vittime delle Missioni di Pace. Anche quest’anno l’Associazione intitolata ad Enzo Grossi, eroico comandante sommergibilista della Regia Marina prima e della Base Atlantica di Bordeaux (BETASOM) poi, ha voluto ed organizzato il rito religioso che da un decennio puntualmente si rinnova in occasione della ricorrenza della Commemorazione dei Defunti. Domenica 18 novembre alle ore 10,30 nella Cappella del Cimitero Monumentale di Corato, il Molfetta, 13 ottobre 2012. Una rappresentanza della delegazione di Bari ha presenziato al convegno "Molfetta e i suoi Alpini", organizzata dall'Associazione culturale Eredi della Storia in collaborazione con la locale sezione della Fondazione ANMIG, con la partecipazione dell'Associazione Nazionale Alpini sez. di Bari, L'Aquila e Bassano Del Grappa. Durante il convegno sono stati presentati i libri Gennaro Sallustio, la vera storia di un eroe, lettere dai fronti greco - russo e Battaglione Alpini GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 13 Vicario Zonale Rev.mo Don Cataldo Bevilacqua, ha celebrato la Santa Messa Requiem in suffragio del Capitano di Vascello Enzo Grossi ed in Onore dei Caduti di Tutte le Guerre e delle Vittime di atti terroristici in Missioni di Pace. Autorità presenti: il Sindaco della Città di Corato Signor Luigi Perrone con alcuni Consiglieri della Giunta - Colonnello Raffaele Schena, Comandante del IX° Rgt. F. “Bari” di stanza a Trani in rappresentanza del Generale di Corpo d’Armata Vincenzo Lops Comandante del 2° Comando Forze di Difesa – Capitano di Corvetta Rocco Pepe, con tre Marinai, in rappresentanza del Capitano di Fregata Alessandro Ducci Comandante della Capitaneria di Porto di Molfetta - Luogotenente Francesco Tedone Sottufficiale di Corpo del IX° Rgt. F ”Bari” – Generale di Brigata (ris) Pasquale Stella - Capitano Giuseppe Loiodice Vice-Comandante della Polizia Urbana - S.lla Antonietta D’Urso Ispettrice delle II.VV. della C.R.I. - l’Ispettore Cacciuolo Bernardo dei Pionieri C.R.I. – Prof. Maurizio Caterino Delegato dell’Istituto del Nastro Azzurro. Messaggi beneauguranti per l’evento sono pervenuti dal Comandante l’Accademia Militare di Modena, Generale di Brigata Giuseppenicola Tota, assente per impegni istituzionali non procrastinabili assunti precedentemente. Il presidente Caldarola ha particolarmente apprezzato la solenne e carismatica partecipazione del nostro Istituto onorevolmente rappresentato dall’Ispettore Regionale Cav. Rag. Oronzo Cassa anche in rappresentanza dell’Ispettore per L’Italia Meridionale delle GG.d’O.RR.TT. Cav. Avv. Angelo Gadaleta, unitamente alle Guardie d’Onore: Cav. Vito Di Bitonto rappresentante della BT ed in rappresentanza del Delegato Dott. Ruggiero Piazzolla – Rag. Onofrio Delli Carri rappresentante della 14 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 delegazione di Foggia ed in rappresentanza del Delegato Dott.ssa Anna Maria De Tullio – Prof. Antonio Galli – Italia Laura Sforza – Mariolina Di Girolamo – Nunzia Tarantini – Cav. Michele Mininno - Giovanni Bucci – Errico Paris – Michele Facenna, tutti elogiati per la perfetta tenuta associativa. Oltre ai nostri Labari delle province di Bari, Foggia e BT, numerosi i Labari di Associazioni d’Arma e Combattentistiche schierati tra cui: Mutilati ed Invalidi di Guerra, Granatieri di Sardegna, Arma Aeronautica, Marinai d’Italia (Trani e Bisceglie), Bersaglieri di Andria, Carabinieri, A.N.G.ET. di Trani, e Guardie Ambientali d’Italia. Hanno collaborato inoltre le associazioni di volontariato del Ser, Misericordia e Croce Bianca Coratina. Dopo l’omelia del Celebrante, il presidente Giuseppe Caldarola, ricordando che l’Associazione da oltre dieci anni mantiene vivo il ricordo del Comandante Enzo Grossi, ha sottolineato il grande eroismo dei nostri Militari che per la Patria hanno saputo sacrificare con grande coraggio e sprezzo del pericolo anche il bene primario, la propria giovane vita. Particolare risalto ha dato ai 52 “Nostri Ragazzi” vittime di attacchi terroristici nei vari teatri di guerra dove svolgevano con grande abnegazione il proprio dovere in Missioni di Pace. Ha fatto seguito la lettura della “Preghiera per i Caduti”. Infine una corona d’alloro portata da due Marinai ai piedi della stele del Comandante Enzo Grossi è stata deposta dal Sindaco Perrone e dal Colonnello Schena mentre il trombettiere, intonando le note del “Silenzio”, infondeva grandissima emozione nei cuori di tutti i fedeli presenti. BENEVENTO Venerdì 27 gennaio 2012 Il Delegato Provinciale Prof. Mongillo, su invito del Dott. Mazza Prefetto di Benevento, ha partecipato alla cerimonia commemorativa del giorno della memoria tenutasi in Prefettura. In serata il Delegato su invito della sezione U.N.U.C.I. di Benevento ha tenuto una conferenza dal titolo “La sicurezza nei luoghi di vita” presso il Seminario Arcivescovile di Benevento, alla quale hanno partecipato anche alcune Guardie d'Onore. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Venerdì 16 marzo 2012 Il Delegato Provinciale, Prof. Mongillo, ha rappresentato l'Istituto, su espresso invito, alla cerimonia di saluto per collocamento a riposo del Prefetto di Benevento S.E. Michele Mazza. In collaborazione con le altre associazioni combattentistiche presenti sul territorio la Delegazione di Benevento ha partecipato alla realizzazione di un filmato dal titolo “150 immagini per l'Unità d'Italia” che ha rappresentato tutte le iniziative svolte in tale occasione da parte della Prefettura e delle Associazioni facendone dono al Prefetto uscente. La cerimonia svoltasi dalle ore 17 presso il Palazzo del Governo si è conclusa con la discesa di un gigantesco tricolore sulla facciata del palazzo ad opera del Comando Vigili del Fuoco di Benevento a testimoniare la chiusura ufficiale del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Il Delegato ringrazia pubblicamente il Dott. Mazza per il lavoro svolto e per aver avuto costante considerazione dell'INGORRTTP. Sabato 2 giugno 2012 L'Istituto, invitato dal Prefetto di Benevento S.E. Ennio Blasco ,ha partecipato con il labaro dell' Istituto alla cerimonia del 2 giugno svoltasi in Piazza Castello. I delegati e i rappresentanti delle associazioni Combattentistiche e d'Arma sono stati accolti sul palco delle autorità. Hanno partecipato le GdO Mongillo (Delegato), Cocozza (Alfiere) e Piacquadio. 5 giugno 2012 La delegazione provinciale di Benevento ha partecipato alla festa dell’Arma dei Carabinieri tenutasi presso la caserma “F. Pepicelli” sede della Scuola Allievi Carabinieri di Benevento. La partecipazione è avvenuta, su espresso invito del Comandante della Scuola, Col. Antonio Bandiera, con lo schieramento del Labaro della Delegazione scortato da due unità (Cocozza, Mongillo e Piacquadio - Alfiere -) che ha ricevuto gli onori militari inquadrato nello schieramento. Al termine della cerimonia è seguito il tradizionale rinfresco. 25 giugno 2012 Il Delegato Provinciale di Benevento, Prof. 15 Mongillo, ha partecipato alla festa della Guardia di Finanza su invito del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Benevento Col. Cesare Maragoni. La cerimonia si è tenuta presso la sala “S. Agostino” di Benevento nei pressi dell’Arco di Traiano. 30 Ottobre 2012 Il Delegato Provinciale, Prof. Pasquale Mongillo, ha presenziato su invito del Col. Luciano Iannetta Comandante del Centro Documentale di Caserta (ex Disretto Militare) alla cerimonia di avvicendamento al comando dello stesso con il Col. Gino Tommasone. La cerimonia si è svolta presso la caserma “Sirtori” in Caserta presenti le Associazioni Combattentistiche esistenti sul territorio, le Autorità Militari e i gonfaloni della Provincia e del Comune di Caserta. 4 Novembre 2012 Il Delegato Provinciale, Prof. Pasquale Mongillo, ha presenziato, su invito del Prefetto di Benevento Dott. Ennio Blasco, alla cerimonia celebrativa della festa delle Forze Armate tenutasi in Benevento in Piazza Castello. La manifestazione ha avuto inizio con la S. Messa officiata dell'Arcivescovo Metropolita di Benevento Mons. Andrea Mugione nella chiesa di S. Sofia. Successivamente vi è stata la deposizione della corona di alloro al monumento dei Caduti in Piazza Castello con i relativi onori militari. Erano schierati in armi i carabinieri del Comando Provinciale e della Scuola Allievi carabinieri di Benevento. Presenti le autorità militari e civili e le associazioni combattentistiche presenti sul territorio. CAMPOBASSO E ISERNIA Venerdì 27 gennaio 2012 Le Delegazioni di Campobasso e Isernia dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, in accordo con l’Ispettore Regionale per il Molise e l’Ispettore Nazionale per la Cultura dell’Istituto, hanno organizzato, in collaborazione con il Lions Club di Bojano e l’Amministrazione Comunale di Colle d’Anchise, un convegno di interesse storico dal titolo “Brigantaggio e cambiamenti sociali in Molise 16 prima e dopo l’Unità d’Italia”, che si è tenuto presso la Sala Consiliare di Colle d’Anchise alle ore 18 di venerdì 26 ottobre 2012. Dopo il saluto del Presidente del Lions Club di Bojano arch. Cristian Di Paola, delegato dal Sindaco sig. Antonio Parisi assente per motivi istituzionali - a dare il benvenuto ai presenti a nome della locale Amministrazione, si sono svolti i lavori previsti in due distinte sezioni. La prima parte del convegno ha visto gli interventi dell’Ispettore Regionale per il Molise dott. Christian del Pinto, che ha parlato della possibilità dello studio del territorio a partire dalle fonti storiche riguardante il Brigantaggio, e del Dirigente Scolastico - più volte Presidente ed attualmente Segretario del Lions Club di Bojano - prof. Antonio Mario Di Nunzio, che ha posto l’attenzione sul fondamentale (e non sempre tenuto nella giusta considerazione) ruolo della donna nella quotidiana organizzazione della vita dei briganti. La seconda parte è stata invece interamente dedicata al Molise ed al Mezzogiorno nel processo di unificazione nazionale, ed ha avuto quale relatore l’Ispettore Nazionale alla Cultura dell’Istituto prof. Ciro Romano, che ha anche affrontato la problematica dell’imparziale interpretazione degli eventi storici al di là dei facili luoghi comuni. Il Convegno ha avuto un’ottima partecipazione di pubblico (tra cui esponenti della cultura della Regione - come lo scrittore prof. Michele Campanella, il dott. Giuseppe Tiberio e l’editore Enzo Nocera - e personalità della politica locale, come l’Assessore Provinciale Carlo Perrella e il Consigliere Comunale di Bojano dott. Virgilio Spina) ed una notevole risonanza mediatica. Il giorno precedente, infatti, numerose sono state le testate giornalistiche locali che hanno dato ampio spazio alla notizia dell’evento, sia cartacee (come “Il Quotidiano del Molise”, “Primo Piano”, “La Gazzetta del Molise”) che on-line (“Primo Numero”, “Prima Pagina Molise”, ecc.), nonché televisive (“Telemolise” e “Rai3”). Presenti alcuni giornalisti anche durante il Convegno, grazie ai quali è stato realizzato un servizio televisivo che è stato trasmesso al Telegiornale Regionale di Rai3 e replicato fino all’intera giornata di lunedì. Il tema del Convegno è stato concordato proprio in virtù del suo potenziale fascino nell’ambito della cultura locale. Inoltre, per diretta iniziativa del prof. Ciro GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Romano che interesserà per questo l’Università Federico II di Napoli, si potrà a breve provvedere alla pubblicazione del volume degli atti del Convegno. Presenti tra il pubblico le Guardie d’Onore avv. Fabio Fontana, dott. Lorenzo Orrino, sig. Pasquale Venditti, sig. Francesco Orrino, cav. Giovanni Cimino, m.llo Alessandro Di Ielsi, c.re Amato Maio e dott. Anacleto Goffredo del Pinto (della Delegazione di L’Aquila). Assenti giustificati (che si sono gentilmente preoccupati di comunicare la propria impossibilità ad essere presenti, soprattutto per motivi di lavoro o di salute) le Guardie d’Onore app. Giuseppe Biasucci, Isp. Marco Laureti, sig. Michele Martelli, m.llo Michele Rosa, sig. Alessio Simigliani e m.llo Paolo Zaccaro. Al termine del Convegno, le Guardie d’Onore e i relatori si sono trasferiti nel vicino ristorante “Le Colonne” per la prevista conviviale, nel corso della quale si è provveduto, come richiesto dalla Presidenza dell’Istituto, all’elezione del nuovo responsabile della Delegazione di CampobassoIsernia. I risultati, ottenuti con concorde unanimità (nonché completa approvazione da parte dell’Ispettore Regionale per il Molise e dell’Ispettore Nazionale alla Cultura che, naturalmente, non hanno partecipato al voto), sono qui di seguito riportati: Delegato dott. Lorenzo Orrino, Vicedelegato sig. Pasquale Venditti, Segretario e Tesoriere cav. Giovanni Cimino. Terminato il solenne momento del passaggio di consegne tra il Delegato uscente avv. Fabio Fontana ed il neo-eletto dott. Lorenzo Orrino, l’Ispettore Regionale per il Molise ha provveduto ad informare i presenti delle prossime attività dell’Istituto, tra cui l’incontro organizzato da Assoarma delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma previsto in Roma per il 7 novembre, al quale la Delegazione di Campobasso-Isernia parteciperà (salvo imprevisti) con una rappresentanza di almeno due Guardie (Venditti e Martelli). Si è dunque iniziato a definire anche il programma per l’ormai usuale celebrazione della Liturgia in Suffragio per i Caduti dell’Unità d’Italia che si svolgerà il 15 dicembre presso il Santuario dell’Addolorata in Castelpetroso (IS), così com’è avvenuto negli ultimi due anni. Dopo il Convegno Nell’ordine: GdO Alessandro Di Ielsi, GdO Giovanni Cimino, GdO Lorenzo Orrino, Isp. Naz. GdO Ciro Romano, GdO Pasquale Venditti, Dott. Giuseppe Tiberio, Isp. Reg. GdO Christian del Pinto, GdO Amato Maio, Prof. Antonio Mario Di Nunzio, Deleg. GdO Fabio Fontana, GdO Francesco Orrino con figlio, GdO Anacleto Goffredo del Pinto. La Conviviale Nell’ordine: GdO Fabio Fontana, GdO Pasquale Venditti, Dott. Giuseppe Tiberio, Arch. Cristian Di Paola, GdO Amato Maio, GdO Alessandro Di Ielsi, Isp. Naz. GdO Ciro Romano, GdO Giovanni Cimino, Deleg. GdO Lorenzo Orrino, GdO Francesco Orrino con figlio, Isp. Reg. GdO Christian del Pinto. CHIETI Lanciano, 1° settembre 2012 Nella chiesa di Sant’Antonio, alla presenza di autorità civili e militari, si è svolto un solenne rito funebre, celebrato da S. E. Mons. Emilio Cipollone, GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 17 Arcivescovo di Lanciano e Ortona, in concelebrazione con altri sacerdoti, fra cui il Cappellano Militare Ten. Col. Mons. Mauro Tramontano, in suffragio della signora Concetta Salvatore in Satalia. Ha partecipato alla cerimonia la Guardia d’Onore Vincenzo D’Orazio. COMO 7 Ottobre 2012 Anche le Guardie d'Onore hanno partecipato all'evento e sono state degnamente rappresentate. Da Milano è giunta una rappresentanza di sei Guardie capeggiate dal Delegato Uff. Mastroianni, per Como oltre al Delegato Pichierri erano presenti. don Maurizio Salvioni, Bernesconi Katia, Brambilla Andreina, Arnaboldi Massimo, Tenace Pietro, Bergamini Angelo, Reina Giuseppe, Sanfelice Pietro, Sanfelice Paolo e Spoto Bernardo. Si è svolta a Como l'annuale corteo dell'Interarma che, attraversando la città da Piazza della Vittoria è giunto sino al Monumento ai Caduti, sul lungolago. Quest'anno la manifestazione è stata organizzata dall'Associazione Marinai d'Italia, la cui partecipazione è stata massiccia. I Marinai sono stati capaci di mettere in mostra persino un siluro a lenta corsa, il cosiddetto "maiale", che tanto male fece agli inglesi nel porto di Alessandria d'Egitto. Alla manifestazione hanno preso parte tutte le associazioni d'Arma e Combattentistiche della città. 18 LIVORNO 26 settembre 2012 Visita su Nave AMERIGO VESPUCCI Nell’ambito delle celebrazioni Vespucciane, per i cinquecento anni dalla morte del grande Fiorentino, mercoledì 26 settembre, organizzata dalla Guardia d’Onore “Ispettore per i rapporti con le FF/AA” e membro del comitato per il cinque centenario Vespucciano, Ammiraglio Italo Franco Rossi, ha avuto luogo una vista a bordo di Nave AMERIGO VESPUCCI, la nave scuola, orgoglio GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 MESSINA della Marina Italiana e vanto dell’Italia tutta. Con il comitato Vespucciano oltre alla delegazione livornese dell’Istituto erano invitate anche altre associazioni e istituzioni della Toscana. Fra le altre cose, la nave ha ricevuto in omaggio una copia del certificato di battesimo del Vespucci ritrovato nell’archivio nel Duomo di Firenze. Durante la visita alla nave, esperienza unica ed emozionante fra drizze, draglie, sartiame e cime varie, si sono avuti interessanti interventi da parte dell’Ammiraglio Rossi, vero anfitrione della giornata, del padrone di casa, il Comandante della nave C. V. La Saia e dell’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone comandante l’Accademia Navale. La visita è culminata con un ricco buffet organizzato egregiamente dal Comandante. Visto il successo della giornata, l’Ammiraglio Rossi, sarebbe intenzionato a ripetere l’esperienza, per il nostro istituto, nel mese di settembre del prossimo anno. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 7 Ottobre 2012 “In occasione del 69° anniversario della morte di Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valor militare per i fatti del 23 settembre del 1943”. Alla cerimonia, cui erano presenti anche le delegazioni di Enna, Caltanissetta e Agrigento, ha preso parte il capitano di vascello Ugo d’Atri, presidente dell’Istituto per le Guardie d’onore alle Reali Tombe del Pantheon. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da mons. Francesco Sgalambro, vescovo emerito di Cefalù, e concelebrata dalle Guardie d’Onore don Vincenzo Castiglione, rettore della Cattedrale del SS. Salvatore e don Giacomo Zangara. Alla cerimonia sono intervenuti il presidente provinciale del Nastro Azzurro, maggiore Vincenzo Randazzo; la presidente del Comitato delle Dame del Nastro Azzurro, prof.ssa Italia De Simone Santoro; il tenente colonnello dei Carabinieri Antonino Drago, in rappresentanza del Comando interregionale; il capitano Giovanni Mennella, comandante della compagnia Messina centro; il prof. Domenico Venuti, commissario dell’Associazione Nazionale del Fante; il prof. Giuseppe Romeo Vagliasindi, delegato di Messina del Sovrano ordine di Malta; il presidente provinciale Anfi Messina, generale Giovanni Gentile; il presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti; il vicequestore aggiunto, Maria Antonietta Curtolillo; il tenente Francesco Della Corte, del gruppo aeronavale della Gdf, i delegati dell’Istituto per le provincie di Messina, rag. Santoro, ed Enna, ins. Restifo. MILANO 10 Novembre 2012 La Delegazione di Milano ha organizzato le cerimonie per il 94 ° Anniversario della Vittoria e per il rientro delle salme ancora in esilio dei Re e delle Regine d’Italia per la tumulazione al Pantheon di Roma. Le Guardie d’Onore hanno sfilato in corteo, sotto una pioggia battente, precedute dalle Bandiere del Regno d’Italia, da Piazza San Carlo al Corso fino a palazzo Marino, sede dell’amministrazione cittadina, dove è stata deposta una corona d’alloro alla stele commemorativa recante il testo del bollettino della vittoria. Conclusa quindi l’esecuzione del silenzio il corteo, 19 passando nuovamente per la Galleria Vittorio Emanuele, tra due ali di folla, si è portato in Piazza del Duomo presso il monumento equestre di S. M. il Re Vittorio Emanuele II, dove è stata deposta una corona d’alloro e dove sono stati eseguiti l’inno nazionale e il silenzio. A seguire, sempre in ordinato corteo le Guardie d’Onore hanno percorso un tratto della centralissima e affollata Via Torino recandosi, come di consueto, presso la Chiesa di San Sebastiano - Tempio Civico della Città - dove è stata celebrata la Santa Messa in suffragio di tutti i Caduti della Grande Guerra, officiante la Sacra Funzione Padre Cesare Bedognè Cappellano Militare. Ammirato ed amichevole il contegno della folla che ha sottolineato l’esecuzione, ad opera del corpo musicale di Crescenzago, degli inni cari alla Tradizione della Patria, con calorosi applausi. A conclusione delle celebrazioni si è tenuta la consueta Cena della Vittoria presso il prestigioso Palazzo Cusani, sede del Circolo di presidio dell’Esercito Italiano. Particolare menzione va in questa sede alla Guardia d’Onore Vincenzo Panza, noto collezionista di articoli di militaria, che ha fornito degli autentici cimeli risalenti al periodo del primo conflitto mondiale e alcuni pregevoli ritratti dei nostri Sovrani esposti 20 nella sala delle Bandiere dove si è tenuta la conviviale. A suggello della manifestazione il Delegato di Milano, Uff. Luigi Mastroianni ha rivolto un indirizzo di saluto ai partecipanti, seguito dall’allocuzione del Presidente Cap. Vasc. (ris) Ugo d’Atri, che ha enfatizzato il carattere patriottico dell’occasione, e poi dall’allocuzione dell’On. Pagliuzzi, Presidente di Assoarma. A conclusione della serata il Presidente d’Atri e il Delegato Mastroianni hanno consegnato all’Ispettore Longo e alla Guardia d’Onore Finizio il Diploma di Guardia d’Onore Scelta; poi, coadiuvati dal Consultore Di Martino, Vice-Delegato regionale degli Ordini Dinastici di Casa Savoia, sono stati altresì consegnati diplomi dei medesimi Ordini ai neo cavalieri Isp. Arfilli, Gd’O Cassinelli Lavezzo e Gd’O Comazzi. Erano presenti il Presidente dell’Istituto Cap. Vasc. (ris) Ugo d’Atri, il Consultore Cav. Gr. Cr. Di Martino, gli Ispettori Nazionali Di Maria (Cerimoniale), Pierato (Benemerenze), Pizzi (Giovane Guardia); Gli Ispettori Regionali Arfilli (Emilia Romagna) e Longo (Lombardia); il Delegato di Milano Mastroianni e i Delegati: Baldi (Pavia), Bevilacqua (Bergamo), Cotti Cometti (Brescia), Pichierri (Como) e il Commissario di Cremona Carioni Vienna. Erano inoltre presenti a nome degli Ordini Dinastici di Casa Savoia il Vicario per Varese il Nob. Cav. Comm. don Pierangelo Berlinguer, il Vicario per Milano Nob. Uff. don Giancarlo Melzi d’Eril dei Duchi di Lodi, il Vicario per Pavia Uff. Andrea Rivoira. Presenti altresi le GGd’O: Alebardi Claudio (Bergamo), Alebardi Luca (Bergamo), Alessio, Andreis, Anguissola di San Damiano, Bonissone di Branzola, Brambilla (Como), Bressani (Bergamo), Cassinelli Lavezzo, Centis, Comazzi, Corradi, Couto GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 y Amosa, Crovato (Roma), Dalla Chiara, De Blasiis, Dicorato, Didiano R. (Brescia), Fabris, Ficara, Finizio (Alfiere-Milano) Fiolini, Franzini Tibaldeo, Giani, Giardino, Grancagnolo R., Grancagnolo S., Grosso, Guerriero, Iannacone (Napoli), Lana A. (Verbania), Magni, Marco, Mazzù, Milanese (Alessandria), Monescalchi (Cerimoniere-Roma), Monfardini, Morfea, Rev. Murru (Pavia), Nucci, Panizza (Alfiere-Lecco), Passalacqa (Alessandria), Pirovano (Alfiere-Milano), Previero (AlfierePresidenza Nazionale), Puglese, Rossi, Sagramoso, Sanfelice Paolo (Como), Sanfelice Pietro (Como), Sciaraffia, Scolaro (Alfiere-Varese), Spada (Brescia), Staino (Alfiere-Milano), Tagliabue R. Tamburello Careddu, Tonizzo, Trevisan (Verona), Villa (AlfiereMilano), Ye Zhong He, Zaffino (Pavia), Un particolare ringraziamento giunga altresì al Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro di Milano Gen. Cassano, all’ Ass. Naz. Polizia di Stato, all’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia con l’Alfiere Pinna, all’Ass. Naz. Venezia Giulia Dalmazia e al Cav. Gheri Merlonghi che come ogni anno ha offerto le due corone d’alloro per la cerimonia. PADOVA 14 ottobre 2012 Per la Delegazione di Padova le celebrazioni per l’Unità d’Italia hanno avuto un seguito; una bella ”appendice” patriottica ha avuto luogo con una gita alla città di Mantova mirata a ricordare luoghi ed eroi della nostra epopea risorgimentale. Prima tappa alla Valletta Belfiore, presso il monumento agli undici martiri che tutti ricordano come vittime della repressione asburgica dopo la campagna 1848-49 ma che pochi ricordano per nome : don Giovanni Grioli, Abate Barone Enrico Napoleoni Tazzoli, Angelo Scarsellini, Bernardo de Canal, Giovanni Zambelli, Carlo Poma, Tito Speri, don Bartolomeo Grazioli, Carlo Montanari, Pietro Domenico Frattini e Pier Fortunato Calvi. Dopo la lettura di questi undici nomi e la posa di una corona di alloro è seguita una pausa di raccoglimento ai piedi del monumento. Il Delegato Gen. Pietro Grassi ha preventivamente illustrato le vicende storiche e personali degli undici eroi che vennero impiccati in quegli spalti in cinque riprese, nel periodo 18511855. Si è poi proseguito per altri due luoghi risorgimentali parimenti leggendari, a Curtatone e a Montanara dove ancora una volta il Delegato ha illustrato ciò che avvenne all’inizio della prima Guerra di Indipendenza il 29 maggio 1848: 6000 italiani resistettero eroicamente per sei ore a 40.000 austriaci. Tra i patrioti, particolare menzione meritò il Battaglione universitario toscano che rispose alla chiamata di Carlo Alberto, spinto da genuino amor di patria. È seguita la visita alla Città e ai suoi monumenti con un intervallo conviviale presso il Circolo dell’Esercito. PERUGIA 15 settembre 2012 In occasione della manifestazione “Memorie per il futuro” organizzata dall’associazione Borgo Sant’Antonio una delegazione di guardie ha partecipato alla celebrazione a ricordo dell’ingresso dei Bersaglieri nella città di Perugia avvenuta il 14 settembre 1860. È stata deposta dall’Associazione dei Bersaglieri presieduta dal Gen. Stella una corona di fiori alla Porta S. Antonio sotto la lapide che ricorda l’impresa e poi è stata celebrata una messa nella chiesa di Corso Bersaglieri. Per l’Istituto hanno partecipato il Delegato GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 21 Reggiolo, prof. Gaetano Scaravelli, il sindaco di Cadeo Avv. Marco Bricconi. Erano inoltre presenti per Parma il nob. dr. Umberto Carlevarini e le Guardie Cav. Luigi Carlo Baroni e signora e Luca Ferrari; per Reggio Emilia la Guardia Bruno Dominelli; per Rimini il Vicario per gli OO. DD. di Casa Savoja comm. dr. Arturo Menghi Sartorio e Consorte; per Piacenza le Guardie d'Onore Antonella Bergamaschi ed Adalisa Cavuti. I momenti salienti della celebrazione sono stati sottolineati dall'accompagnamento dell’organo suonato dal m° Federico Perotti. E' seguito un gradevole momento conviviale presso un noto ristorante del luogo. PORDENONE Provinciale di Perugia Dott. Ardissone, le guardie Barlozzari e Mortolini. Da sinistra il Presidente dell’Ass. Bersaglieri di Todi Giovanni Barlozzari, il delegato Enrico Ardissone la bandiera sabauda che l’Ass. Bersaglieri di Todi porta a tutte le manifestazioni, le guardie Stefano Barlozzari e Lauro Mortolini. La Bandiera ha l’asta e le decorazioni originali, mente il drappo di epoca più recente è stato restaurato e completato dal presidente Barlozzari. Alla cerimonia ha partecipato anche la fanfara dell’associazione bersaglieri dell’Umbria. PIACENZA Cadeo, 16 Settembre 2012 Presso la chiesa di San Pietro Apostolo a Saliceto di Cadeo, si è celebrata la Santa Messa in suffragio di S.M. Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena. Il Rito è stato officiato da Don Stefano Antonelli, a noi molto vicino. Erano presenti varie autorità e Guardie d'Onore, tra le quali il Principe Maurizio Gonzaga del Vodice, l'Ispettore Regionale dell'Emilia-Romagna dr. Paolo Arfilli e Signora, il Delegato provinciale di Piacenza, prof. Daniele Tizzoni, il Delegato provinciale di Rimini, M.llo Gianni Ruzzier, il Delegato provinciale di Reggio Emilia in rappresentanza del sindaco di 22 27 ottobre 2012 Il delegato ha partecipato alla Cerimonia della donazione di un velivolo supersonico VIGGEN-SAAB AJ37 da parte della Nazione Svedese. La Cerimonia ha visto la partecipazione di un Rappresentante militare dell'Ambasciata di Svezia in Roma, quale Ente donante, nonché la partecipazione di Autorità di Governo Nazionale, Regionale e Locali, unitamente al Vescovo di Pordenone, che partecipava altresì alla scopertura e benedizione del Monumento al Maggiore Pilota Adriano VISCONTI DI LAMPUGNANO. Nella stessa circostanza veniva inaugurata una Mostra storica dedicata al già Capitano degli Alpini della Guerra 1915/18 e poi Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica, Generale Pilota Italo BALBO in occasione dell'Ottantennale della Trasvolata Atlantica Roma-Chicago-New York-Roma. Nella Cattedrale è stata celebrata una Santa Messa in memoria delle LL. MM. Umberto II e Maria Josè di Savoia alla presenza delle LL. AA. RR. i Principi Amedeo e Silvia di Savoia. Al sacro rito hanno preso parte, con il Labaro, le GG. d'O. Francesco Fiordelisi (Alfiere), Giosuè Tumminello e Giovanni Ruzzier. Al termine della S. Messa i partecipanti hanno ricevuto il saluto personale delle LL. AA. RR. una Santa Messa in memoria delle LL. MM. Umberto II e Maria Josè di Savoia alla presenza delle LL. AA. RR. i Principi Amedeo e Silvia di Savoia. Al sacro rito hanno preso parte, con il Labaro, le GG. d'O. Francesco Fiordelisi (Alfiere), Giosuè Tumminello e Giovanni Ruzzier. Al termine della S. Messa i partecipanti hanno ricevuto il saluto personale delle LL. AA. RR.. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 RAVENNA 23 settembre 2012 Nella Cattedrale è stata celebrata una Santa Messa in memoria delle LL. MM. Umberto II e Maria Josè di Savoia alla presenza delle LL. AA. RR. i Principi Amedeo e Silvia di Savoia. Al sacro rito hanno preso parte, con il Labaro, le GG. d'O. Francesco Fiordelisi (Alfiere), Giosuè Tumminello e Giovanni Ruzzier. Al termine della S. Messa i partecipanti hanno ricevuto il saluto personale delle LL. AA. RR.. RIMINI 27 settembre 2012 Il Commissario Prefettizio del Comune di Gemmano (RN) dott. Giuseppe Mario Puzzo ha invitato il Delegato provinciale Giovanni Ruzzier alla cerimonia per l'incontro di inizio anno scolastico e per le celebrazioni per l'anniversario della liberazione di Gemmano. L'evento, preceduto dalle Autorità nella Piazza Roma, ha avuto seguito con la celebrazione della S. Messa in memoria dei Caduti di tutte le guerre e di auspicio per l'inizio del nuovo anno scolastico. La cerimonia si è conclusa, dopo la deposizione di una corona d'alloro al Monumento ai Caduti, con una breve allocuzione del Commissario Prefettizio, con la lettura di pensieri e poesie da parte degli alunni e la liberazione nel cielo di palloncini tricolori. 21 ottobre 2012 Ha avuto luogo nella “Sala del Giudizio” del Museo della Città, presente la pronipote di Giuseppe Garibaldi, dott.ssa Anita Garibaldi e di suo figlio Francesco, su iniziativa della Delegazione di Rimini del nostro Istituto e di A.R.I.E.S. (Associazione Ricerche Iconografiche e Storiche) la celebrazione del 153° anniversario del conferimento del “Patriziato” e della “Cittadinanza Onoraria” della Città di Rimini all’Eroe dei Due Mondi. Presenti le GG.d’OO. Arturo Menghi Sartorio, Aleardo M. Cingolani, Maurizio Brandi, il Delegato Giovanni Ruzzier, Patrizia Delfino e Giosuè Tumminello. Nel corso della cerimonia, che ha visto la presenza delle Autorità Civili e Militari hanno preso la parola la G. d’O. Arturo Menghi Sartorio, che con il suo determinante apporto ha consentito la realizzazione dell’evento, il quale ha tracciato un breve profilo di GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Garibaldi, ricordando che questi aveva fondato a Milano il primo Corpo di Vigilanza e Polizia, dal quale sono discesi gli attuali Corpi di Vigilanza e Polizia privata nel nostro Paese. La G. d’O. Aleardo M. Cingolani ha ricordato la presenza di Garibaldi a Rimini e nella vicina Repubblica di San Marino. Il dott. Roberto Biagini, Assessore al Comune di Rimini, ha portato il saluto del Sindaco e si è soffermato sulla figura di Giuseppe Garibaldi evidenziando l’importanza del suo operato nel corso del Risorgimento e dell’Unità nazionale. Il prof. Angelo Turchini, Docente di Archivistica dell’Università di Bologna -Sezione di Ravenna, si è soffermato sulla figura dell’Eroe in ambito della Romagna, ricordando fatti e date storiche che lo videro protagonista, invitando l’Amministrazione comunale a dare maggiore visibilità alla targa commemorativa posta nel Palazzo comunale. La dott.ssa Anita Garibaldi ha svolto una vera e propria relazione evidenziando non solo l’aspetto politico che vide il suo Avo protagonista, ma ha fornito anche una visione minuziosa delle idee di Unità e Fratellanza universale che Giuseppe Garibaldi ha sempre sostenuto, ricordando che Egli era un ambientalista, attento alla salvaguardia dell’ambiente, aspetto questo sconosciuto ai più. La cerimonia si è aperta con il quartetto dell’Istituto Musicale “G. Lettimi” di Rimini che ha suonato l’Inno di Mameli e che ha concluso l’incontro suonando l’Inno di Garibaldi. Tra i presenti il C. V. Ugo M. d’Atri Presidente dell’Istituto, l’Ispettore regionale dott. Paolo Arfilli, il dott. Giannantonio M ingozzi Vice Sindaco di Ravenna, la G.d’O. Vittorio Berdondini di Faenza, la Sorella Anna D’Arario con altra Consorella in uniforme del Corpo Militare della C.R.I. il dott. Dionigi Ruggeri Delegato di Bologna, la G. d’O. Serena 23 Savorani, il dott. Roberto V. Favero di Imola ed altri amici, oltre ad pubblico numeroso. 23 ottobre 2012 Il Delegato Giovanni Ruzzier, invitato dal Presidente della Federazione Grigioverde Gen. G. d’O. Riccardo Basile, ha partecipato alla rievocazione della Battaglia di El Alamein nel 70° anniversario della ricorrenza presso il Circolo Ufficiali dell’Esercito di Trieste, presenti i Reduci dott. Franco Slataper e comm. Antonio Bumbaca. Al termine della commemorazione, tenuta dal Gen. Basile, il Gen. B. Federico Maria Pellegatti, Comandante Militare Regione Friuli Venezia Giulia ha dato lettura del messaggio di saluto, inviato per l’occasione, da S. A. R. il Principe Amedeo di Savoia. 24 ottobre 2012 Il Delegato Giovanni Ruzzier, su invito del Reggente il Consolato Generale d’Italia a Capodistria (Slovenia) dott.ssa Maria Pia Mauriello, ha presenziato alla cerimonia della deposizione di omaggi floreali, con coccarda tricolore, sulle tombe di nostri connazionali colà sepolti, cerimonia effettuata in prossimità della Commemorazione dei Defunti. È seguita una S. Messa nella Cappella del Cimitero, presenti i rappresentanti della Comunità degli Italiani e del C.A.N. - presente anche l’ex Console Generale dott.ssa Marina Simeoni. due Sottufficiali del Rgt. San Marco illegalmente detenuti da mesi in India. Alla manifestazione indetta dalle due famiglie e dal gruppo “Ridateci i nostri Leoni” e sviluppatasi dalla Bocca della Verità fino a piazza Santi Apostoli, hanno preso parte circa quattrocento persone appartenenti a tutte le associazioni combattentistiche e d’arma. Particolarmente numerosi i marinai, soprattutto incursori e fucilieri del San Marco, i paracadutisti e le Guardie d’Onore. Per l’Istituto erano presenti circa venticinque Guardie d’Onore, fra le quali d’Atri, Monescalchi, Pietroni, Larocca, Di Marco, Iannaccone, Novellino, Crovato, Mariani di Corneto, Fefè, V. Brancaleoni, Vaccarella, Savarese, F. Gagliani Caputo, Baldini, Deiana, Sinibaldi, Nicolosi. 13 maggio 2012 ROMA 12 maggio 2012 L’Istituto ha partecipato con il proprio labaro e le proprie Bandiere alla fiaccolata di solidarietà verso i 24 Si è tenuta al Pantheon, ad iniziativa della Guardia d’Onore Alina Mancini Martano, una solenne cerimonia celebrativa del 70° anniversario delle battaglie difensive sul Don. Dopo la lettura, ad opera dell’avv. Iannicelli, orfano di un Caduto in Russia e presidente dell’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (U. N. I. R. R.), GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 sezione di Roma, dei messaggi pervenuti da varie autorità, è seguita una Santa Messa officiata dal mons. Feminò, per trentasette anni segretario di mons. Pintonello, cappellano capo in Russia; accompagnamento del coro polifonico “Salvo d’Acquisto”, diretto dal Col. CC Martinelli, presente un picchetto dei Lancieri di Montebello. Presenti il gen. Torre, in rappresentanza del sindaco di Roma, che ha deposto una corona d’alloro, i sindaci di Cave, con gonfalone comunale, e di Colonna, i labari dell’U. N. I. R. R. (presidenza nazionale e sezione di Roma), della Fanteria, dei Paracadutisti, dell’Artiglieria, del Commissariato Militare, dei Caduti Senza Croce, dell’Associazione Nikolajewka, dei Combattenti e Reduci, il gen. Testini, segretario generale di Assoarma, il gen. Ippoliti, già comandante dell’82° reggimento fanteria “Torino”, il Col. Imbrighi, per il Corpo Militare della C. R. I., il dr. Usai, presidente della sezione di Roma dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, il dr. Pasquali e il dr. Currò, rispettivamente presidente e segretario della Sezione di Roma dell’Associazione Nazionale del Fante. Fra i trecento presenti, l’Istituto, con il proprio labaro e le proprie Bandiere, era rappresentato da circa cinquanta Guardie d’Onore, fra le quali d’Atri, F. Monescalchi, Larocca, Piazzini, il gen. Blais, il gen. Emanuele, il Ten. Col. Trentin, Iannaccone, Caroli, Crovato, Savarese, Fefè, Fatucci, D’Angelo, Mastrosanti, Deiana, James, Stifano, Porro Papa, Pignalosa, Mottola, Sinibaldi, Nicolosi, De Caro. 19 maggio 2012 Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti: Bilotti, Cesaretti, Costa (Crotone), Mastrosanti, Petrilli, Pignalosa, Sinibaldi, Vaira, Venditti. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Santa Marinella, 19 maggio 2012 Nel bel complesso votivo presso l’Oasi Tabor è stato celebrato l’annuale rito in memoria dei caduti d’Africa, che quest’anno è stato dedicato all’Arma di Fanteria. Presenti alle celebrazioni le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, Autorità civili e militari; sono inoltre pervenuti i telegrammi dei Capi di Stato Maggiore dell’Aeronautica e dell’Esercito. La Santa Messa è stata officiata da monsignor Pablo Colini, mentre la commemorazione ufficiale è stata svolta dal prof. Alessandro Scafi. Per l’Istituto sono intervenuti Monescalchi e Iannaccone, ed erano inoltre presenti numerose associazioni d’Arma, tra cui fanti ed alpini. Il sindaco di Santa Marinella era rappresentato da un assessore del comune. 21 maggio 2012 Alla Protomoteca del Campidoglio è stata presentata l’opera “Alexandros et Nero” della Guardia d’Onore m.sa prof. Alessandra d’Epiro. La presentazione, organizzata dall’Istituto, è avvenuta con il patrocinio del Comune di Roma Capitale. Si tratta di un cortometraggio con testo in greco, latino e tedesco ed immagini del mondo classico, ovviamente ai due Imperatori e preceduto da una prefazione del comandante d’Atri. La presentazione si è svolta con interventi del presidente dell’Istituto, capitano di vascello d’Atri, del presidente della Commissione Cultura del Comune di Roma, on. Mollicone, e dal sindaco di Anzio, dr. Bruschini. Circa centocinquanta le persone presenti, fra le quali il gen. Cretella Lombardo della Guardia di Finanza, l’assessore del Comune di Anzio dr. Succia e le Guardie d’Onore Pietroni, Mattoli, Antonelli, Monescalchi, Iannaccone, Pignalosa, Coculo Satta, Carpinelli, Caroli, Capra, Mottola, Buonfiglio, Previero, Litardi. 24 maggio 2012 È stata celebrata la giornata del Decorato. Il Gen. Div. CC. M. O. V. M. Umberto Rocca, Presidente del Gruppo Medaglie d’Oro e Guardia d’Onore, e il Gen. B. Carlo Maria Magnani Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro, hanno deposto due corone di alloro al Sacello del Milite Ignoto all’Altare della Patria. Erano presenti i Labari del Gruppo Medaglie d’Oro, dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’Istituto delle 25 Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, dell’Ass. Naz. Bersaglieri, dell’Ass. Naz. Paracadutisti d’Italia. L’Istituto era rappresentato dalle Guardie d’Onore d’Atri, Monescalchi, Baldini, Venditti, Bilotti, Bonfiglio, Sinibaldi, Tarelli, Coculo Satta; il Generale Picca, Guardia d’Onore di Bari, era in rappresentanza dell’Istituto del Nastro Azzurro. Fra i partecipanti alla cerimonia, la figlia dell’Ammiraglio di Squadra M. O. V. M. Birindelli, Guardia d’Onore al Pantheon e il Generale di Divisione Li Gobbi, figlio del Generale di Corpo d’Armata Alberto Li Gobbi, M. O. V . M. e Guardia d’Onore. 1° giugno 2012 In una serata dedicata alla commemorazione dello statuto concesso da Carlo Alberto, Re di Sardegna, il 4 marzo 1848, si è tenuta una riunione conviviale preceduta dalla presentazione dei volumi Curarsi con le erbe. Rimedi per la salute della Guardia d’Onore prof. Elio Moro e Sulla via di Alessandria della Guardia d’Onore dr. Gianni Morcellini. Erano presenti, con gli autori, trentanove persone, fra le quali le Guardie d’Onore p.pe Gonzaga, marchese del Vodice, capitano di vascello (ris.) dr. d’Atri, capitano di vascello (aus.) dr. Guinzio, nob. avv. A. Marini Dettina, conte Harrach, col. Cardinale, arch. ing. Bolzan Mariotti Posocco, dr. Iannaccone, dr. Monescalchi, magg. Vichi, dr. Pietroni, avv. Caristo, sig.ra Di Napoli, sig.ra Duma, sig. Di Crosta, c.ssa dr.ssa Weilenmann von Hofstetten, dr. Giordano, cav. Rana e inoltre la c.ssa Teodorani e la dr.ssa Lorenzoni. 2 giugno 2012 L’Istituto ha partecipato con il proprio labaro stemmato, ornato da quaranta medaglie d’oro al valor militare, alla tradizionale rivista militare tenutasi ai fori imperiali. 26 Il labaro, montato su un automezzo dell’Esercito, era scortato dalle Guardie d’Onore Ortenzi (alfiere), Previero, D’Iorio e Otta. Hanno inoltre preso parte alla parata, inquadrate nel contingente a piedi di Assoarma, le Guardie d’Onore Fefè e Mariani di Corneto. 3 giugno 2012 Sulla scorta di una recente tradizione, un gruppo di Guardie d’Onore dell’Emilia-Romagna ha effettuato un servizio di guardia collettivo al Pantheon, dopo aver ascoltato la S. Messa domenicale, al termine della quale l’ispettore regionale, dr. Arfilli, ha ricordato dall’altare le vittime del recente sisma che ha colpito la regione. Erano presenti le Guardie d’Onore Ruggeri, Balzarotti, Savorani, Berdondini, Tizzoni, F. Monescalchi, L. Bongini, Padovano, Sabbatini (che ha aderito all’Istituto nello stesso giorno), Cacciari, Ferrari, G. Scaravelli (con fascia tricolore in rappresentanza del sindaco di Reggiolo), Ruzzier, Flamigni, Bentivogli, Arfilli con la consorte, Caudarella, Camorani, de Tomasi. Hanno partecipato anche le Guardie d’Onore di Roma d’Atri con la consorte, Rovere, T. Monescalchi, Porro Papa e Picco. 3 giugno 2012 Per celebrare il 50° anniversario di Regno di Sua Maestà la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, presso la chiesa “All Saints” di Via del Babuino a Roma, l’Arcidiacono Jonathan Boardman, il Consolato Britannico e l’Ordine di S. Davide, Albano e Crescentino del Galles hanno organizzato una festa culminata con il taglio di una artistica e squisita torta a tema, presenti le Guardie d’Onore Giancarlo Vichi, Rita Salvini, Elio Moro ed Alfonso Marini Dettina, Consultore dell’Istituto. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 6 giugno 2012 A Palazzo Ruspoli S. A. R. la Principessa Maria Pia di Savoia ha presentato il Suo libro di memorie La mia vita, i miei ricordi; il marito, Principe Michel de Bourbon-Parme, ha parlato del suo volume Un prince dans la Tourmente, con interventi di Carlo Rossella e Guglielmo de Giovanni Centelles. L’Istituto era rappresentato dal presidente, capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri, e dalle Guardie d’Onore Iannaccone, Marabello, Fabio e Teodoro Monescalchi. Fra i presenti, un centinaio, le Guardie d’Onore dr. Fabio Torriero, dr. Giampiero Covelli, il principe Carlo Massimo, il dottor Lucarini, il professor Salvatore Sfrecola, il prof. Emmanuele Emanuele, i principi Carlo, Elettra e Guglielmo Giovanelli, il prof. Perfetti. 7 giugno 2012 Al turno di guardia solenne al Pantheon erano presenti: Ametrano, Baldini, Bianchi, Bilotti, Caruso, Deiana, Fantinel, Fatucci, Fefè, Mastrosanti, Militano, Nicolosi, Pagliaro, Petrilli, Pignalosa, Rana, Saldicco, Sinibaldi. Colonna, 10 giugno 2012 Il comune di Colonna ha conferito la cittadinanza onoraria alla locale stazione dell’Arma dei Carabinieri. Il conferimento si è celebrato unitamente alla scopertura di una targa commemorativa all’eroe, vicebrigadiere Salvo d’Acquisto, per ricordare così i caduti di tutte le guerre. Presenti all’evento i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e del comandante della locale stazione, con l’ufficializzazione del sindaco, alla presenza di autorità civili, militari e religiose. Presente sul posto il labaro dell’Istituto, scortato dalle Guardie d’Onore Monescalchi F., Iannaccone e Monescalchi T., congiuntamente al labaro dell’Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione. La celebrazione è terminata con un concerto della banda dell’Arma dei Carabinieri. COMUNICATO STAMPA DEL 13 GIUGNO 2012 L’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon avrebbe dovuto far celebrare oggi una Santa Messa a ricordo di 12 ragazzi napoletani uccisi nel giugno 1946 durante le manifestazioni popolari successive allo svolgimento del referendum istituzionale, caduti per il loro Re. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 L’occupazione del pronao del Pantheon da parte di centri sociali ha impedito lo svolgimento della funzione religiosa in aderenza a comunicazioni del Vicariato di Roma e a consigli del personale della Questura. L’Istituto, pur comprendendo le ragioni di tanti giovani precari che, in questo momento soffrono per la mancanza di effettive prospettive lavorative, protesta vivamente per il clima di tensione instauratosi e che si deve verosimilmente non a lavoratori legittimamente impegnati nella ricerca del lavoro, ma a elementi anarcoidi come quelli dei centri sociali, non efficacemente contrastati nell’occupazione delle piazze d’Italia. L’Istituto esprime la propria volontà di difendere ad ogni costo la Storia d’Italia degnamente rappresentata dalle Tombe dei Sovrani artefici dell’Unità della nostra Patria e troppo spesso vilipesi dall’ignoranza dominante. 16 giugno 2012 Al turno di guardia solenne al Pantheon erano presenti: Finizio (Milano), Iannaccone, Longo (Verona), Luzi, Mastrosanti, Mortolini (Perugia), Nicolosi, Otta, Petrilli, Pierato (Milano), Rovere, Savarese, Sinibaldi, Turcan, Vaira, Venditti. Velletri, 24 giugno 2012 Nella giornata del 24 giugno, a cura della delegazione di Velletri e Lazio Sud dell’Opera Nazionale per i Caduti Senza Croce si è tenuta, nel quadro delle celebrazioni del 70° anniversario della battaglia di El Alamein, la prima giornata del Ricordo del decorato al valor militare. Ha partecipato all’organizzazione della cerimonia anche la locale sezione dell’A. N. P. D’ I.. L’Istituto era presente con il Labaro della presidenza Nazionale; sono intervenute le GG. d’O. Dott. Teodoro Monescalchi, Dott. Antonio Iannaccone (del. Roma) e il sig. Fabio Monescalchi (del. Forlì). La celebrazioni hanno avuto luogo presso il locale cimitero monumentale, dove dopo una celebrazione eucaristica, i convenuti hanno reso omaggio alle Medaglie d’Oro. G. B. Petecchian, C. Eghilian e R. Ghurizian, paracadutisti del Regio Esercito caduti in una segreta e pericolosa missione in Medio Oriente. Dopo aver deposto una corona d’alloro al sacello dei tre eroi sono seguiti gli interventi del Presidente Nazionale dell’A. N. P. D’ I., del Vice Sindaco di Velletri. Particolarmente toccanti sono state le testimonianze 27 dei familiari degli eroi, giunti apposta della Grecia, ove risiedono. A conclusione si è formato un corteo, che con i 18 labari d’Associazione d’Arma presenti e fanfara dei Bersaglieri in testa, si è diretto sulla trafficata via Garibaldi intonando inni e canti patriottici tra il plauso della popolazione. Il corteo è arrivato sino al monumento ai Caduti della cittadina laziale; quivi giunti, dopo aver disposto le insegne a corona della piazza e aver cantato l’Inno Nazionale, è stata data lettura dei messaggi delle Autorità tra cui, per toccante partecipazione, ha spiccato quello di S. A. R. Pr. Amedeo di Savoia Aosta. Tra gli intervenuti Ufficiali e Allievi Marescialli Carabinieri del Reggimento d’Istruzione di quella città, in uniforme ordinaria, moltissimi paracadutisti in servizio ed in congedo. Si è colta chiarissima la larga e commossa partecipazione della popolazione. Giova ricordare la presenza dell’inossidabile reduce di El Alamein, paracadutista Santo Pelliccia, classe 1923, intervenuto in uniforme storica e decorazioni, che ha chiamato un urlo “FOLGORE” in onore di tutti i caduti delle guerre nazionali. La G. d’O. Iannaccone ha ritirato, a nome del Presidente un cadeau istituzionale, visibile in presidenza. 28 giugno 2012 Una rappresentanza dell’Istituto, guidata dal delegato di Roma, col. Paolo Caruso, è stata ricevuta da S. E. il Cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica papale di San Pietro in Vaticano, nel pomeriggio del 28 giugno per l’omaggio floreale che, già da quattro anni, l’Istituto annualmente rende ai Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma, in occasione della ricorrenza del 29 giugno. La delegazione ha, quindi, preso parte alla celebrazione dei solenni Vespri accompagnati dal coro dell’Accademia Filarmonica. 21 luglio 2012 Alla guardia d’onore solenne erano presenti: Bianchi, Bilotti, Caruso, Dho (Verbano-Cusio-Ossola), Fantinel, Mastrosanti, Militano, Pernace (Caltanissetta), Pignalosa, Rovere, Saldicco, Sinibaldi. 29 luglio 2012 Alla Santa Messa in suffragio di S. M. il Re Umberto I erano presenti: Caruso, d’Atri, Di Maria, Fantinel, Fefè, Furlan, Gottardi, Iannaccone, Mastrosanti, 28 Monescalchi, Pierato, Riu, Rovere, Salvini, Savarese, Tomaino. Hanno partecipato inoltre il dott. Alessandro Filippi, della delegazione di Roma dell’Opera Nazionale Caduti senza Croce, ed il dott. António Baião Pinto, giovane monarchico portoghese. 4 agosto 2012 Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti: Ametrano, Bianchi, Fatucci, Mastrosanti (responsabile del cerimoniale), Pignalosa, Riu (del. di La Spezia), Rovere, Saldicco, Savarese, Sinibaldi. 18 agosto 2012 Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti: Buonfiglio, Mastrosanti, Militano, Monescalchi F. (Forlì), Monescalchi T., Mortolini (del. di Perugia), Pignalosa, Rovere, Savarese, Sinibaldi, Vaira. 15 settembre 2012 Nel 108° anniversario della nascita di S. M. il Re Umberto II, sono stati presentati i volumi Un eroe italiano, di Antonella Colonna Vilasi, in cui viene romanzata la vita dell’Amm. Sq. M.se Luigi Durand de la Penne, Medaglia d’Oro al Valor Militare e Guardia d’Onore, e Le catene dei Savoia, di Luca Costanzo e Yuri Bossuto, sui soldati borbonici prigionieri nel forte di F enestrelle, libro in cui si sfata il mito di genocidio della popolazione meridionale al 1861. È seguita una cena sociale. Erano presenti il capitano di vascello (ris.) d’Atri, il principe Ernesto Capece Minutolo con la consorte, l’amm. sq. Giorgio Capra, il col. Cardinale, la c.ssa Teodorani, la nob. d.ssa Antonella Colonna Vilasi, il nob. avv. Alfonso Marini Dettina, il nob. avv. Domenico Marini Dettina, l’amm. Emilio Taietta con la consorte, l’avv. Caristo con tre ospiti, il capitano di vascello Guinzio con la consorte, il dr. Pietroni con la consorte, il dr. Di Serio, il dr. Teodoro Monescalchi, che ha presentato il libro su Fenestrelle, Fabio Monescalchi, il dr. Crovato, il Col. CC Gentili, il sig. Sinibaldi, la sig.ra Nicolosi, la sig.ra Savarese, la sig.ra Giovannini, la sig.ra Cuomo, la sig.ra Mansi, la sig.ra Grassi, la dr.ssa Antonelli, la dr.ssa Lorenzoni, l’ing. Piazzini con la consorte, Davide Colombo, il sig. Fantinel, il m.llo Zucco. 29 settembre 2012 Sua Altezza Imperiale il Granduca Gheorghi GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Romanoff, figlio della Granduchessa Maria Romanovna, capo della Casa Imperiale Russa, ha visitato il Pantheon, rendendo omaggio alle tombe del Re Umberto I e della Regina Margherita, ove era schierata la Giovane Guardia. Successivamente, Sua Altezza Imperiale, accompagnato dalla Guardia d’Onore Giuseppe Amorosi Golisciani, ha visitato la sede dell’Istituto, ove è stato accolto dal presidente, capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri. 3 ottobre 2012 Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti: Bianchi, Buonfiglio, Caruso, Didiano A. (BS), Didiano R. (BS), Murano, Pagliaro (FR), Papa, Saldicco, Sinibaldi. 6 ottobre 2012 Con il patrocinio dell’Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche (A. I. O. C.), presieduta dall’ispettore dell’Istituto nob. Pierfelice degli Uberti, la Real Irmandade da Ordem de Sâo Miguel de Ala e il Vitezi Rend hanno consegnato le proprie onorificenze alla presenza di S. A. R. il Principe don Enrique de Braganza. Gran parte degli insigniti erano Guardie d’Onore. Fra i presenti, il Principe don Maurizio Gonzaga marchese del Vodice, le Principesse Luciana a Mahera Hassan d’Afghanistan, il Principe don Carlo Massimo, il nob. dr. Antonino Lazzarino de Lorenzo, il capitano di vascello (ris.) d’Atri, il dr. Paolo Arfilli, il dr. Armando Pietroni, il dr. Teodoro Monescalchi, il dr. Giuseppe Tortorici, il cav. rag. Matteo Santoro, il dr. Fabrizio Iseni, Euristeo Ceraolo, il rag. Giuseppe Cacciola, mons. Vincenzo Castiglioni, il dr. Letterio Donato. A seguire, una Santa Messa nella chiesa di Antiochia dei Siri e una riunione conviviale. 17 ottobre 2012 Al caffè Greco è stato presentato il libro Dio, Patria e Famiglia di Marcello Veneziani. Moderatrice dell’incontro la Guardia d’Onore Giulia Torri. Fra le persone presenti, con l’autore, le Guardie d’Onore Ugo d’Atri, Armando Pietroni, Alessandro Pazzaglia, Teodoro Monescalchi e Pierfrancesco Cellai. 20 ottobre 2012 Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti: Alicicco, Baldini, Bianchi, Bilotti, Capra, Caruso, GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Cialdini, Covino, Fantinel, Fatucci, Fiorentino, Gagliani Caputo, James, La Longa Mancini, Marcello (CH), Mariani di Corneto, Marini Dettina D., Marzinotto, Mastrosanti, Mereu, Militano, Motolone, Nicolosi, Otta, Pazzaglia, Pietroni, Pignalosa, Rana, Riu (SP), Rocchi, Rovere, Saldicco, Salvini, Savarese, Sinibaldi. 23 ottobre 2012 Il 23 ottobre 1867 avvenne lo sfortunato combattimento di Villa Glori, nel corso del quale settantasei giovani patrioti si sacrificarono nel vano tentativo di far insorgere la popolazione di Roma contro il potere temporale dei papi. Nello scontro cadde Enrico Cairoli e fu gravemente ferito suo fratello Giovanni. Uno dei cinque fratelli Cairoli, medaglia d’oro al valor militare, divenne poi presidente di questo Istituto nel 1885, dopo essere stato per tre anni presidente del consiglio dei ministri del Regno d’Italia. L’episodio storico è stato ricordato dall’Associazione Nazionale Giuseppe Garibaldi, presieduta dalla pronipote Anita Garibaldi, socia di questo Istituto. Fra i presenti alla manifestazione di Villa Glori, avvenuta sotto il mandorlo ai piedi del quale caddero i fratelli Cairoli, ed un frammento del quale è custodito all’interno della sede dell’Istituto, le Guardie d’Onore Gloria Diani, Ugo d’Atri, Fabrizio Fantinel, Teodoro Monescalchi e Roberto Piazzini. 4 novembre 2012 Per la “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, l’Istituto ha partecipato con il proprio labaro alla celebrazione ufficiale svoltasi a Roma all’Altare della Patria, alla presenza del Capo dello Stato. Erano presenti d’Atri, Caruso, Monescalchi, Nicolosi, Rovere, Sinibaldi. Era inoltre presente, quale presidente del Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare, la Guardia d’Onore Gen. Div. CC dr. Umberto Rocca. Successivamente il presidente dell’Istituto, capitano di vascello (ris.) d’Atri, ha preso parte alla cerimonia, svoltasi al Quirinale, nel corso della quale sono state consegnate le insegne dell’Ordine Militare d’Italia ed ufficiali e sottufficiali impegnati in missioni all’estero. Nel pomeriggio, il presidente del Centro Studi Difesa e Sicurezza, sen. gen. C. d’A. Ramponi, ha invitato le associazioni combattentistiche e d’arma ad un ulteriore omaggio al Milite Ignoto, all’Altare della Patria. Tra gli altri, erano presenti i soci dell’Istituto dr.ssa 29 Anita Garibaldi, d’Atri, Caruso, Monescalchi, Sinibaldi, Nicolosi e Luzi. 12 novembre 2012 Ad iniziativa del Ministero della Difesa, Amm. Giampaolo Di Paola, è stata celebrata nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli al Campidoglio una Santa Messa officiata da mons. Pelvi, Ordinario Militare, in suffragio dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali. L’Istituto era rappresentato dal capitano di vascello (ris.) d’Atri e dal dr. Pietroni. 17 novembre 2012 Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti: Baldini, Bianchi, Bilotti, Caruso, Cialdini, Coltellacci (FR), Gottardi, Mastrosanti, Mereu, Militano, Nappa (NA), Oliveri, Ortenzi, Paoluzi (PG), Papa, Pignalosa, Rocchi, Saldicco, Salvini, Savarese, Sinibaldi, Stifano. Santa Marinella (RM), 25 novembre 2012 Ad iniziativa di Giuseppe Galletti, Consigliere alla Cultura del Comune di Santa Marinella e Guardia d’Onore, al porto turistico è stata celebrata la Festa della Bandiera delle Quattro Repubbliche Marinare. Con la Bandiera dell’Istituto, erano presenti: il Conte d’Amelio e le Guardie d’Onore d’Atri, Fefè, Iannaccone, Monescalchi e Piazzini. 28 novembre 2012 Nel sessantesimo anniversario della scomparsa di S. M. la Regina Elena, una Santa Messa di suffragio è stata officiata nel Pantheon dalla Guardia d’Onore Fra Marco Galdini de Galda. Erano presenti circa cento persone, fra le quali il presidente dell’Istituto, capitano di vascello d’Atri, il presidente del collegio dei revisori dei conti, dr. Pietroni, l’avv. Morganti, membro della commissione di disciplina, l’ispettore nob. dr. Lazzarino de Lorenzo, il delegato provinciale di Roma, col. pil. Caruso, il principe Gonzaga del Vodice, la dr.ssa Anita Garibaldi, la dr.ssa Dragana Polovic, la segretaria dell’Ambasciata del Montenegro presso la Santa Sede, Sergio Boschiero, presidente onorario dell’Unione Monarchica Italiana, le Guardie d’Onore: Adernò, Alicicco, Ametrano, Amicarelli Scalisi, Amorosi Golisciani, Ballarati, Bastianelli, Bellegoni (Massa), Bilotti, Brancaleoni, Cardinale, Cellai (Firenze), Chaques, Ciavarella, Cipriani 30 (Pescara), Crovato (Napoli), Cuomo, Dongiovanni, Fatucci, Fefè, Fresu, Furlan, Garofalo, Giglio, Giovannini, Goretti, Iannaccone, Jelencovich, La Longa Mancini, La Torre, Landi Lauro, Leo (Taranto), Mannarelli, Marotti, Martone, Mastrosanti, Mereu, Monescalchi, Motolone, Nicolosi, Oliveri, Perciballi, Piccinelli Cassata (Milano), Riu (La Spezia), Rovere, Rutili, Salvini, Savarese, Sinibaldi, Stifano, Torriero, Vaccarella. La Santa Messa è stata organizzata dall’Istituto unitamente al Foyer des Artistes presieduto dal dr. Morgante. 1° dicembre 2012 Al turno di guardia d’onore solenne erano presenti: Alicicco, Bianchi, Caruso, Cofini (L’Aquila), Mastrosanti, Mereu, Militano, Mortolini (Perugia), Nappa (Napoli), Nardella, Nicolosi, Panitteri (Milano), Pignalosa, Rovere, Saldicco, Salvini, Salvioni, Sinibaldi. ROVIGO 21 ottobre 2012 La delegazione dell’Istituto è stata invitata a partecipare ai festeggiamenti per il 66° Anniversario dell’Ass. Nazionale Carristi d’Italia. La cerimonia è iniziata con la Santa Messa presso il Tempio della Rotonda di Rovigo, proseguita con un corteo attraverso il centro cittadino con banda musicale in testa, per raggiungere il monumento al Carrista, in un parco cittadino e a conclusione della cerimonia con l’alzabandiera, deposizione di una corona a commemorazione dei Caduti. Presenti le GG. d’O. Bonfiglio, GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Giuliotti, Ladogana, Merlin (PD), Zaffarano, Zagato e Zennaro. 26 ottobre 2012 La Città di Rovigo ha salutato la Bandiera di Guerra del 5°Reggimento Artiglieria Controaerea Pescara, che lascia la Città per il Vittoriale. La chiusura della Caserma Silvestri, Sede del 5° Regg. Artiglieria Contraerea Pescara, decisa dalle Istituzioni Nazionali, lascia molta amarezza in loco. Pertanto il Comando del 5° Regg. ha voluto ringraziare la Cittadinanza con una cerimonia in Piazza Vittorio Emanuele, alla presenza di tutte le autorità civili e militari e le Associazioni d’Arma con Labaro e Bandiera. Le GG. d’O. Bonfiglio, Giuliotti, Grillo, Ladogana, Vasilli (VE), Zaffarano e Zagato hanno presenziato alla commovente cerimonia. 28 ottobre 2012 L’Ass. Nazionale Arma di Cavalleria, Sede di Rovigo, ha voluto celebrare il 20° anniversario della ricostruzione della Sezione Poloj, con una Santa Messa presso la Basilica della Commenda in Rovigo. Hanno presenziato, oltre le Associazioni d’arma le GG. d’O. Bonfiglio e Ladogana in rappresentanza della Delegazione di Rovigo. Balestrino, 26 maggio 2012 Si è svolta la conferenza storica dal titolo “Da Balestrino al Don” nel ricordo dell’A. R. M. I. R. (Armata Italiana in Russia) in occasione del 70° Anniversario della Campagna di Russia. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Nazionale Alpini (A. N. A.), Gruppo di Balestrino, in collaborazione con il Comune di Balestrino e il patrocinio della Provincia di Savona. La conferenza è stata introdotta e presentata da Fabrizio Marabello con la lettura di alcune toccanti testimonianze dei reduci dai campi di prigionia russi. Con i loro interventi Stefano E. Monti Bragadin dell’università di Genova, Giacomo Verda, generale degli alpini, Alessandro Parodi del Gruppo Alpini di Balestrino ed Enrico Albertazzi presidente della sezione Liguria dell’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (U. N. I. R. R.), hanno appassionato e coinvolto il pubblico presente. La “Campagna di Russia” è stata analizzata dai relatori sotto il profilo storico, politico e militare. La manifestazione si è conclusa con la cerimonia commemorativa al Monumento ai Caduti alla presenza del Sindaco Gabriella Ismarro, del presidente dell’amministrazione provinciale di Savona, Angelo Vaccarezza e dei reduci Albino Carbone, Edoardo Gabei, Italo Pesce e Leonardo Sossetti. SAVONA SIRACUSA La Guardia d’Onore Fabrizio Marabello ha indirizzato una lettera al sindaco del comune di Andora, dott. Franco Floris, per chiedere l’intitolazione di una nuova piazza alla Principessa Mafalda di Savoia. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Noto, 11 febbraio 2012 Nell’anniversario dei Patti Lateranensi, per iniziativa della Delegazione prov.le di Siracusa, con il patrocinio dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’Istituto Valorizzazione Noto Antica, del Comune di Noto e della Provincia di Siracusa, presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile di Noto è stato presentato il volume Noto dal Risorgimento al referendum istituzionale della G. d’O. Francesco Maiore. Dopo i saluti del Presidente della Provincia, del Sindaco, del P.te ISVNA, la G. d’O. On. Avv. Enzo Trantino ha illustrato al folto e qualificato pubblico convenuto il lavoro di Maiore, che ha ricostruito le vicende storiche della sua illustre città natia dall’età risorgimentale agli anni successivi al referendum del 1946, che vide riconosciuti alla Corona consensi per oltre il 70% dei votanti. Fra i presenti il Comandante della 31 Capitaneria di Porto di Siracusa, C.V. Luca Sancilio, il Vicario Generale emerito della Diocesi, Mons. Guccione, il Vicario generale Mons. Giurdanella, la senatrice G. d’O Moltisanti, il Delegato GG. OO di Ragusa Piccitto. Per iniziativa della Delegazione prov.le nella chiesa dell’Immacolata in Lentini è stata celebrata la S. Messa in memoria delle Serve di Dio Maria Clotilde, Regina di Sardegna, Maria Cristina, Regina delle Due Sicilie ed Elena, Regina d’Italia e per ottenere la loro elevazione alla gloria degli altari. Il rito, officiato dal Cappellano della Delegazione don Enzo Salemi, animato dalla corale “Ad Dei laudem”, ha visto la presenza del Sindaco di Lentini, che ha disposto la presenza del Gonfalone comunale scortato dai Vigili Urbani, delle rappresentanze delle FF.AA., dei Soci del Nastro Azzurro e delle altre associazioni d’arma. Fra i graditi ospiti l’Ispettore Regionale Stefano Milazzo Savoca e il Delegato di Messina Cav. Uff. Matteo Santoro con numerosi Soci. Al termine la G. d’O. Ivan Grancagnolo, organizzatore dell’evento, ha dato lettura del messaggio inviato da S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia. Lentini, 12 febbraio 2012 Siracusa, 22 settembre 2012 32 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 dulgenza per il 440° delle bolle pontificie di costituzione dell’Ordine dei SS.Maurizio e Lazzaro e della nomina del Vescovo di Noto a Priore degli OO.DD.SS. per la Sicilia orientale, che ha benedetto i vessilli della Delegazione della Sicilia Orientale e del Vicariato di Siracusa. Agli oltre 300 intervenuti è stata omaggiata una pubblicazione celebrativa dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, stampata grazie al contributo della Delegazione di Siracusa dell’Istituto. Il quotidiano “La Sicilia” e il periodico “Vita Diocesana” hanno dato ampia eco all’evento che ha visto garrire al vento le onuste bandiere del Regno d’Italia. Il 22 settembre nella basilica del SS. Salvatore in Noto è stata celebrata per iniziativa della Delegazione provinciale e del Vicariato di Siracusa OO.DD.SS. – Delegazione Sicilia Orientale la memoria liturgica di San Maurizio martire, patrono di Casa Savoia e dell’esercito italiano. Il rito è stato officiato dal Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò unitamente al clero della Curia diocesana, ai cappellani militari del Comando Marina di Augusta e dell’Istituto. Fra le autorità intervenute il Comandante di Mari Sicilia, il Direttore dell’Arsenale militare di Augusta, il C.V. Sancilio, Comandante della Capitaneria di Porto di Siracusa, il Comandante Prov.le CC (che ha disposto l’intervento dei Carabinieri in g.u.s.), il Presidente della Provincia di Siracusa, i Sindaci in s ciarpa tricolore di Noto, Carlentini, Lentini, Pachino e Palazzolo con i rispettivi gonfaloni scortati dai Vigili Urbani e numerosi deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana. Con gli insigniti degli OO.DD.SS. della Sicilia orientale hanno partecipato i delegati provinciali dell’Istituto di Catania, Caltanissetta, Enna, Messina, Ragusa e Novara con i rispettivi vessilli, che hanno raggiunto in corteo la basilica dal Palazzo del Seminario Vescovile fra due ali di cittadini. Gli stendardi delle Sezioni Anac di Catania, Palermo e Siracusa, presenti con i dirigenti e ai soci, hanno ancor di più reso austera la cerimonia, alla quale hanno preso parte rappresentanze dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’Unuci, della C.R.I., del Convegno “Maria Cristina di Savoia”. Ospite graditissima la sig.ra Marisa Grasso-Raciti, insignita della m.o. mauriziana. Nel corso della funzione, animata dal Coro Diocesano “L. Perosi”, che ha eseguito fra l’altro l’“Inno Sardo”, è stata data lettura del decreto di S.S. il Papa Benedetto XVI di concessione dell’in- GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 TARANTO 22 agosto 2012 La delegazione provinciale ha organizzato una visita guidata a bordo di Nave Cavour, alla quale hanno partecipato le seguenti Guardie d’Onore ed i loro familiari: Gen. (Riserva) CALÒ Francesco e Sig.ra CARROZZO Nunzia, C. A. (SAN) Aus. MONTALTO Giuseppe e Sig.ra MARINO Antonietta, C. V. (CM) Spe NISI Nicola, Don Luigi LARIZZA (Cappellano della Delegazione), C. F. (Riserva) ORLANDO Donato e Sig.ra CASTELLANO Camilla, C. F. (Riserva) SPADAVECCHIA Adolfo e Sig.ra TUFARELLI Addolorata, Dott. ZANFRAMUNDO Vito e Sig.ra DE BLASI Giovanna, Dott. MICCOLI Giovanni e Sig.ra SASSO Rocca, Ten. f. (cong.) VECCHIONI Antonio e Sig.ra DE GIORGIO Licia, Dott.ssa DE LIQUORI Carolina, M.llo G. di F. RICCHIUTI Gaetano, S. T. V. (CP) Ris. GALASSO Sergio, Capo 1^cl Scelto (cong.) BONANNO Luigi, M.llo Magg. P.S. (cong.) DE LUCA Tommaso e Sig. TAMBURRANO Carmina, M.llo Magg. A.M. (cong.) LEO Aldo e Sig.ra FERRAIUOLO Anna, M.llo Capo C.C. BONANNO Guglielmo e Sig.ra SANTALUCIA Raffaella, BONANNO Claudia, BONANNO Carlotta, Ass. Capo P.S. ANNOSCIA Cosimo e Sig.ra CALIANDRO Immacolata, ANNOSCIA Annalisa, ANNOSCIA Francesca, Sig.ra BUCCI Anna, Serg. E. I. (cong.) CHIMENTI Francesco e Sig.ra LOTTA Maria, Sottocapo M. M. (cong.) GIANNICO Antonio, Sottocapo M. M. (cong.) PERRINI Andrea, Dott. CERBINO Antonio e Sig.ra GIGANTE Eleonora, CERBINO 33 Vittorio Emanuele, Sig. FERRAIUOLO Alfonso, Sig.na LEO Angela, Sig.na LEO Alessia, Avv. LUCCARELLI Michele, Sig. LATANZA Francesco, Ing. CONVERSANO Pietro e Sig.ra MAJCHRZAK Martine, Ing. MONTEMURRO Nicola, Sig. MONTEMURRO Francesco e Sig.ra POLLICELLI Carmela, Sig.ra FIUSCO Domenica, Ing. RICCI Angelo, RICCI Antonio, Sig.na ASCOLI Graziana, Prof. LO MARTIRE Paolo, Sig. RUSSO Giuseppe, Sig. RUSSO Vincenzo e Sig.ra RUSSO Laura. TERAMO 22 agosto 2012 La Guardia d’Onore Walter De Berardinis ha presentato al comune di Giulianova la richiesta di intitolare una via della città al soldato Giuseppe Di Odoardo, Medaglia d’Oro al Valor Militare. TORINO 10 maggio 2012 Alla Limonaia, struttura di proprietà della famiglia Grandi, si è svolta un’iniziativa a sostegno del Monastero di Visoki Decani, in Kosovo, regione dove la minoranza serbo-ortodossa vive una situazione di insopportabile difficoltà oppressa dalla maggioranza musulmana. Sono stati tenuti interventi da rappresentanti di varie comunità ortodosse esistenti a Torino, seguiti dal presidente dell’Istituto, comandante d’Atri, e dall’avv. Riccardo Scarpa, Guardia d’Onore, coordinati dal dr. Augusto Grandi, giornalista de “Il Sole-24 Ore”. Fra i presenti, l’ispettore per il Piemonte, Ten. Col. CC Manfredini con la consorte, il delegato provinciale di Torino, prof. dr. Cardellini, le Guardie d’Onore Narducci, Roselli Grandi, Cesare Grandi, Marabello, Ferraresi, il conte dr. Andrea di Gropello, il conte Gustavo Mola di Nomaglio e la consorte, il prof. dr. Maurizio Grandi, il dr. Ugo Berutti, l’avv. Andrea Rosso, Giancarlo Lano, Maurizio Pastore, Miranda Robino Valentini, Rita Salvini, il gen. Antonazzo. Cena a base di prodotti kosovari. timane di sollievo, ragazzi o bambini dei campi dei terremotati, segnalati dalle delegazioni provinciali nei mesi di luglio e agosto. Egli vive in una grande casa di montagna, alle pendici del parco naturale del Gran Paradiso con la mogli e le due gemelle di 7 anni. 22 settembre 2012 Nella splendida cornice della Sacra di San Michele, monastero benedettino risalente all’anno 1000, si è svolta una cerimonia commemorativa a ricordo dei Principi di Casa Savoia qui sepolti. Il programma prevedeva una cena sabauda nella foresteria del monastero (il menu tratto da ricette originali della corte sabauda) alla quale hanno partecipato circa 80 persone (i posti erano tutti esauriti). A seguire fiaccolata rievocativa e lettura di curiosità e aneddoti riguardanti i Savoia tumulati nei sarcofagi alla Sacra di San Michele. Hanno presenziato alla cerimonia alla presenza di un numeroso pubblico le seguenti Giugno 2012 Il prof. Claudio Cardellini, delegato di Torino, ha segnalato la sua disponibilità ad ospitare, per delle set- 34 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Guardie d'Onore: CARDELLINI (delegato), LUCIA (alfiere), SETTIMINI (alfiere), BERUTTI, GENTA, RIGONI, TOZZINI, VOLPI, ZITO. Numerosi anche i membri degli Ordini Dinastici di Casa Savoia. I Savoia tumulati alla Sacra di San Michele sono: MARGHERITA, figlia di Francesco I re di Francia, moglie di Emanuele Filiberto Duca di Savoia (15241574); EMANUELE FILIBERTO, Principe di Carignano, figlio del Duca Tommaso (1628-1709); FRANCESCA DI ORLEANS, moglie di Carlo Emanuele II (1648-1664), detta “Colombina d’amore”; GIOVANNA MARIA BATTISTA DI NEMOURS, moglie di Carlo Emanuele II (1644-1724); LUISA, figlia di Vittorio Amedeo I, nipote e moglie di Maurizio (1629-1692); MAURIZIO, figlio di Carlo Emanuele I, Principe di Oneglia (1593-1657); EMANUELE GIUSEPPE, figlio del Duca Tommaso di Carignano (1621-1656); TOMMASO FILIBERTO, figlio di Emanuele Filiberto di Carignano (16961715); EMANUELE FILIBERTO, figlio di Eugenio Conte di Soissons (1662-1676); GIUSEPPE VITTO- RIO, figlio di Vittorio Amedeo Principe di Carignano. Visse alcuni mesi soltanto; CATERINA, figlia di Carlo III e di Beatrice del Portogallo (1529-1530); AMEDEO, marchese di S. Raghemberto, figlio naturale del Duca Emanuele Filiberto; MARIA, figlia del Duca Emanuele Filiberto, moglie di Filippo Principe d’Este (1556-1580); FELICE, figlio naturale del Duca Carlo Emanuele I (+ 1644); GABRIELE, figlio naturale del Duca Carlo Emanuele I (1620-1695); FRANCESCO GIACINTO, Duca di Savoia, figlio di Vittorio Amedeo I e di Cristina di Francia (16321638); OTTONE, figlio naturale di Emanuele Filiberto Duca di Savoia (+ 1580); MARIA ANNA, figlia di Vittorio Amedeo II (1687-1690); CRISTINA, figlia di Tommaso Principe di Carignano (+ 1626); Inoltre, cinque corpicini di bambini o bambine dei Principi di Savoia: “i nomi dei quali sono scritti in cielo”. TRIESTE Podgora (GO), 20 luglio 2012 Sulla spianata del monte Podgora, più noto con il nome di monte Calvario, a qualche chilometro da Gorizia, si trova un maestoso obelisco eretto a ricordo degli eroici combattenti che, in accaniti, sanguinosi, scontri, si sono immolati per l’italianità di quel lembo di terra. Su una delle facciate dell’alta stele piramidale è incisa un’epigrafe che così ricorda il sacrificio del 2° e del 3° battaglione del Reggimento Carabinieri Reali: “NEL SANTO NOME D’ITA- GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 35 LIA GLORIA ALLE INNUMEREVOLI SCHIERE DI EROI CHE IN UNA PASSIONE DI XV MESI RICONSACRARONO A QUESTO MONTE IL TREMENDO NOME DI CALVARIO PREPARANDO LA GRANDE VITTORIA DELL’AMORE, DELLA GIUSTIZIA, DELLA LIBERTÀ”. Su un’altra facciata si legge: “NON LAGRIME CHIEDONO I MORTI MA QUI CHIAMANO I VIVENTI A IMPARARE COME SI AMA LA PATRIA”. Poco lontano, un altro Cippo, ricorda i Volontari Giuliani Fiumani e Dalmati caduti su quelle posizioni per liberare le loro terre dal giogo austriaco. In caso di cattura li attendeva il capestro! Correva il 19 luglio del 1915 e infuriava la 2a battaglia dell’Isonzo nel quadro della 1a Guerra Mondiale, per noi 4a Guerra d’Indipendenza iniziata il 24 maggio. Ricordiamo i protagonisti di quella sofferta pagina di storia: i due battaglioni Carabinieri Reali, in soggezione di quota rispetto agli avversari, inferiori di numero e d’armamento, in obbedienza agli ordini ricevuti, si fecero massacrare sul posto, ma non 36 cedettero, fino a quando la morte non li colse. Fra i Giuliani ricordiamo Pio Riego Gambini, caduto da prode su quel fronte, Volontario nel battaglione Irredenti inquadrato nel 2° Reggimento della Brigata di Fanteria “Re”: dei 49 Giuliani, quel giorno in prima linea, solo in sette rimasero incolumi! Il corpo dell’Eroe non venne mai più ritrovato: monte Calvario è la sua tomba. Egli era nativo di quella Capodistria (oggi Koper in Slovenia) che ha dato alla Patria italiana innumerevoli, fulgidi eroi. Ne citiamo uno per tutti: Nazario Sauro. Sulla statua che a Trieste lo ricorda leggiamo: “FIGLIO DELL’ISTRIA, EROE DELL’ITALIA”. Il 20 luglio 2012, esattamente 97 anni dopo la battaglia di Podgora, una delegazione delle Guardie d’Onore di Trieste, unitamente ad una rappresentanza di Esuli e di Associazioni d’Arma, ha reso omaggio a quei prodi, deponendo una corona d’alloro davanti ai monumenti che sul posto ne ricordano il sacrificio. Orgogliosa d’aver partecipato esprimo l’auspicio che quanto fatto dai nostri Padri per l’unificazione nazionale venga conosciuto da ogni Italiano. Chi ancora GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 VARESE Podgora (GO), 20 luglio 2012 non sa cos’è l’Amor di Patria venga qui a scoprire quanto grande e nobile sia questo sentimento! 16 settembre 2012 La delegazione delle Guardie d'Onore di Trieste si è recata in visita sull’Altipiano di Asiago. Le condizioni meteo favorevoli, la disponibilità di un modernissimo pullman, l’abilità dell’autista nel superare con mano sicura i numerosi tornanti nonostante la lunghezza del mezzo (13 metri!), e soprattutto il piacere di ascoltare la parola di una guida colta e di ottimi sentimenti, hanno reso l’escursione estremamente interessante e piacevole. Sul Monte Cengio abbiamo percorso un tratto di quel camminamento che tanta gloria ha dato ai Granatieri di Sardegna. È stato molto commovente constatare quanti e quali sacrifici abbiano dovuto sostenere i nostri Soldati per arrestare l’offensiva austriaca. Percorrere tratti di trincea e di gallerie, visitare postazioni e spartani rifugi, hanno fatto toccare con mano quanto forte sia stato nei nostri umili, indomiti, combattenti il senso del dovere. A Cesuna ci siamo soffermati davanti ai Cimiteri di campagna italiano e inglese. Il nostro, con quei tronchi mozzi, così voluti a simboleggiare il violento strappo alla vita dei nostri giovani, ci ha stretto il cuore. Quello britannico con quei bianchi paletti, perfettamente allineati e coperti, ci ha dato l’idea di un Reparto che in parata marcia nei Cieli. Ad Asiago, nel Sacrario Militare di Leiten, ci siamo portati fin sotto l’altare e lì insieme all'Associazione Nazionale Artiglieri d'Italia, abbiamo deposto una corona d’alloro in omaggio ai nostri Caduti. Abbiamo quindi chiuso il nostro pellegrinaggio leggendo la struggente lettera di un Caduto, traboccante d’amore verso i propri familiari e di orgoglio per aver donato la propria vita alla Patria. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Il delegato provinciale dr. cav. uff. Giorgio Bartoli Petroni in qualità di ufficiale commissario in forza al 1° reparto del corpo ausiliario dell’Esercito Italiano del Sovrano Militare Ordine di Malta, è stato mobilitato e richiamato in servizio con la prima aliquota immediatamente dopo la seconda forte scossa di terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna il 29 maggio u. s., prestando la sua attività insieme ai colleghi del reparto di appartenenza presso il campo di accoglienza di Bomporto (MO). VITERBO Dopo la pausa estiva la Delegazione viterbese dell’Istituto diretta dal prof. Pier Ferdinando Petri ha partecipato a numerose iniziative militari, religiose e sociali portando in mezzo alla popolazione il nuovo Labaro provinciale dell’Istituto. Il 22 settembre era presente allo scoprimento del cippo a ricordo della battaglia di Celleno del giugno 1944 alla presenza delle Autorità locali e degli Addetti militari della Gran Bretagna e della Germania. Il 23 settembre a Capodimonte, sul lago di Bolsena, per la Festa della Marina era presente la G. d’O. Attilio Appolloni. Il 28 settembre presso la Scuola Marescialli di Viterbo consegna dei gradi ai giovani allievi che hanno terminato il corso di studi. Il 13 ottobre inaugurazione a Vejano di una stele al finanziere Gino Nobili caduto nell’adempimento del 37 CANADA La Guardia d’Onore di Toronto, Walter Arbib, ha regalato un ospedale da campo ai terremotati dell’Emilia-Romagna. Durante la cerimonia della consegna era accompagnato dal ministro degli esteri israeliano, Avigdor Liberman. Il delegato del Québec, co. magg. Andrea A. Coda di San Grato, ha donato la cifra di 3 mila dollari alla “banca del cibo” Le Pont/Bridging, in memoria di: Albert Therrien, filantropo; S. M. il Re Giorgio V Topu, re di Tonga; infine, per celebrare il giubileo di diamante della regina Elisabetta II d’Inghilterra. proprio dovere. Il 21 ottobre partecipazione a Viterbo alla ricorrenza della battaglia di El Alamein con deposizione di una corona al monumento del paracadutista. Domenica 4 novembre la delegazione viterbese dell'Istituto ha partecipato con il proprio labaro alla Festa delle Forze Armate che si è tenuta in Viterbo di fronte al Sacrario dei Caduti alla presenza delle massime Autorità civili e militari della Provincia, nonché di una compagnia composita delle varie armi e delle rappresentanze delle Associazioni d'Arma e Combattentistiche. Venerdì 9 novembre presso il Sacrario militare di Bagnaia è stata scoperta la lapide ai Caduti in missione di pace, annoverando la cittadina della Tuscia due suoi figli caduti nell'adempimento del loro dovere: mar. capo Fiorenzo Ramacci, decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare, caduto nel 1992 in Croazia e il mar. capo Marco Cirillo caduto nel 2005 in Iraq. La delegazione viterbese con labaro era presente nell'ambito delle altre Associazioni d'Arma con un plotone armato dell'Aviazione dell'Esercito. Sabato 10 novembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo del delegato della Provincia di Viterbo per il triennio 2013-2015 ed è stato riconfermato alla unanimità il prof. Pier Ferdinando Petri che ha già condotto brillantemente per il triennio precedente la delegazione. In ricordo del 60° anniversario della dipartita della Regina Elena, signora della carità benefica, la delegazione di Viterbo dell’Istituto con Labaro, in collaborazione con la delegazione della Tuscia e della Sabina dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, ha fatto celebrare la S. Messa in suffragio nella chiesa della SS. Trinità a Viterbo. 38 SAN MARINO 8 ottobre 2012 Per la V^ edizione del Premio Internazionale Otto d’Asburgo, organizzato dall’ispettore dell’Istituto nob. Pierfelice degli Uberti e con la presenza delle LL. AA. RR. gli Arciduchi Josef Karl e Monica d’Asburgo e di S. A. R. il Principe don Enrique de Braganza, sono stati premiati S. A. S. il Principe Nikolaus von Liechtenstein e S. E. Rev.ma il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo. Fra i presenti le Guardie d’Onore Principe don Maurizio Ferrante Gonzaga marchese del Vodice, capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri, cav. Gianni Ruzzier, dr. Paolo Arfilli, dr. Armando Pietroni, cav. Salvatore de Santis Celsi e nob. Carlo Cicconi Massi. U. S. A. Il delegato, prof. Eric Ierardi, ha fatto realizzare una placca commemorativa per celebrare il 150° anniversario dell’unità d’Italia, recante la seguente iscrizione: “Questa placca è dedicata alla ricorrenza del centocinquantesimo anniversario della proclamazione, il 17 marzo 1861, del Regno d’Italia che segnò l’unificazione degli Stati italiani in un’unica nazione. Il Risorgimento fu guidato dal «Padre della Patria» Vittorio Emanuele II, Re di Sardegna e Duca di Savoia”. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 PROSSIMI EVENTI Domenica 27 gennaio 2013 Roma, Pantheon, ore 10.30, Santa Messa in suffragio di Sua Maestà la Regina Maria Josè. Venerdì 15 marzo 2013 Padova, ore 18, pomeriggio culturale organizzato dal Circolo dell’Esercito di Prato della Valle. Vi sarà una conferenza della nota giornalista (Redattrice Capo de “L’Europeo“) e scrittrice Valeria Palumbo su “Veronica Franco – La cortigiana poetessa”, figura femminile di grande interesse del ‘500, ultima opera della scrittrice, che in tal giorno sarà presentata dal Professore Giuliano Pisani. I partecipanti, volendo, potranno cenare al Circolo (cena non organizzata, al prezzo giornaliero della mensa di circa euro 15) prenotandosi entro il giorno 11 marzo al segretario Walter Roman 3495296078. Lunedì 18 marzo 2013 Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio di Sua Maestà il Re Umberto II. Venerdì 12 aprile 2013 Padova, ore 18, Circolo dell’Esercito di Prato della Valle, il Delegato terrà una conferenza, aperta alla cittadinanza, dal titolo “ Due guerre mondiali, due Eroi da ricordare : Giorgio Emo Capodilista e Nicola Bellomo”. Al termine cena sociale (euro 20/25) previa prenotazione entro martedì 9 aprile al segretario Walter Roman 349529607. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Sabato 1° giugno 2013 Vanzo di San Pietro in Viminario (PD) presso la Villa-residenza dei Conti Giustiniani (via Ronchi 6, tel. 0429 719040, utile in caso di difficoltà) cui si è grati, settima conferenza del Delegato sulla storia di Casa Savoia dal titolo “ Il Ducato diventa Regno”. Appuntamento alle ore 10; dopo la conferenza S. Messa per i defunti di Casa Savoia celebrata dal nostro don Alberto Celeghin dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Seguirà il pranzo (euro 25 circa) organizzato come nei precedenti incontri. Prenotazioni entro martedì 25 maggio al segretario Walter Roman 3495296078. Giovedì 13 giugno 2013 Roma, Pantheon, ore 18, Santa Messa in suffragio dei Martiri di via Medina. Lunedì 29 luglio 2013 Roma, Pantheon, ore 18, Santa Messa in suffragio di Sua Maestà il Re Umberto I. Giovedì 28 novembre 2013 Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio di Sua Maestà la Regina Elena. Sabato 28 dicembre 2013 Roma, Pantheon, ore 17, Santa Messa in suffragio di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III. 39 CULTURA DALLA SICILIA LA CORONA REGALE AL DUCA DI SAVOIA. IL PRIMO RE DELLA DINASTIA: VITTORIO AMEDEO II di Oscar E. Lunetta 1. LA REGGENZA DELLA MADAMA REALE Vittorio Amedeo II di Savoia nacque a Torino il 14 Maggio 1666. Dal 1675 fu Duca di Savoia e Capo della Stirpe che ebbe il merito di unificare l’Italia. Marchese di Saluzzo e del Monferrato, Principe di Piemonte e Conte d'Aosta, Moriana e Nizza, nel 1713 diede per la prima volta il titolo regio alla Casata di Savoia divenendo Re dell’antico trono di Sicilia. Nel 1720 divenne Re di Sardegna. Il suo lungo governo, durato 57 anni, trasformò radicalmente lo Stato piemontese. Figlio di Carlo Emanuele II di Savoia e di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, Vittorio Amedeo II succedette al padre quando aveva appena nove anni. In quel periodo la reggenza del Ducato venne affidata alla madre, la “Madama Reale”, che al fine di ottenere il ricercato titolo regio per la Famiglia, cercò di indurre il figlio ad un matrimonio lusitano per stringere alleanze e pretese sulla corona portoghese. L'atto di matrimonio con Isabella Luisa di Braganza, figlia di Pietro II del Portogallo, venne rogato il 15 maggio 1679, ma non ebbe mai seguito anche per timore che il 40 Ducato di Savoia, al pari di ciò che avveniva nel Ducato di Milano con gli Spagnoli, diventasse un territorio non più indipendente e soffocato dal dominio straniero. Di questo stesso periodo sono le cosiddette guerre del sale, pericolose agitazioni popolari che la Madama Reale dovette fronteggiare a causa dell’esistenza di gabelle sul sale e altre imposte tributarie che tutte le città sabaude dovevano versare alla Corona dai tempi di Emanuele Filiberto di Savoia, il Duca "Testa di Ferro". La Duchessa Maria Giovanna Battista cedette la reggenza al figlio il 14 Marzo 1684, quando, per mezzo di una lettera missiva particolarmente affettuosa, scrisse al giovane Duca ormai maggiorenne, informandolo di volergli consegnare spontaneamente il potere che lei tanto gelosamente aveva mantenuto integro fino ad allora nelle sue mani. In verità, dietro pressione di gran parte della nobiltà, Vittorio Amedeo II stava già marciando con una scorta armata contro la madre, intenzionato a riprendersi quel potere che gli spettava per discendenza per poterlo esercitare effettivamente sul suo Ducato. La Madama Reale da quel momento decise di ritirarsi dalla scena politica e dedicarsi al mecenatismo. Per suo esplicito ordine vennero ampliate molte vie di Torino, furono costruite magnifiche chiese, e fu ammodernato, ad opera dell’architetto messinese Filippo Juvarra, l’antico Palazzo Madama, che prese questo nome anche in virtù della sua più illustre dimorante. La Duchessa si spense a Torino il 15 Marzo 1724 ed oggi riposa nella Sacra di San Michele in Val di Susa. 2. L’ INFLUENZA FRANCESE Il 10 aprile 1684, nel Castello di Versailles, si celebrarono le pompose nozze fra il Duca e Anna Maria di Orléans, figlia di Filippo I di Borbone-Orléans, fratello beneamato del Re-sole Luigi XIV, e di GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Enrichetta Anna Stuart. Dal quel matrimonio nacquero Maria Adelaide, poi madre di Luigi XV di Francia; Maria Luisa Gabriella, andata sposa a Filippo V di Spagna; Vittorio Amedeo, morto in giovane età di vaiolo; e Carlo Emanuele III, successore di Vittorio Amedeo II come Duca di Savoia e Re di Sardegna. Una discendenza assolutamente regale. Il matrimonio con Anna Maria D’Orleans aumentò l’influenza politica del grandioso Regno di Francia sul Piemonte e per compiacimento al regno d’oltralpe squadroni francesi diedero vita a persecuzioni del protestantesimo valdese. Il peso di tale influenza col tempo si fece però non più tollerabile e Vittorio Amedeo II comprese che se voleva garantire una qualche forma di rilevanza politica al suo Ducato ed il suo potere effettivo sullo stesso avrebbe dovuto sganciarsi dai Francesi. Decise quindi di aderire alla Lega di Augusta, che si era formata nel 1688 tra le principali potenze europee (Inghilterra, Spagna, Olanda e Sacro Romano Impero), per contrastare la politica espansionistica di Luigi XIV. Fu in questo contesto che iniziò una lunga disputa con la Francia. Dapprima Luigi XIV, per testare la fedeltà del Ducato di Savoia, chiese 3.000 fanti e 800 cavalieri Piemontesi al servizio della corona francese, poi impose il passaggio della “Cittadella” di Torino, la fortezza simbolo del potere savoiardo, alle sue truppe. Ciò avrebbe significato la rinuncia alla difesa della capitale ed alla stessa indipendenza del Piemonte. Vittorio Amedeo II tentennò sul da farsi e messo alle strette rifiutò. Fu la definitiva rottura. 3. IL PREDOMINIO SULL’EUROPA All’interno della complessa “Guerra della grande alleanza”, un conflitto che tra il 1688 e il 1697 vide la grande sfida fra la casata dei Borbone e quella degli Asburgo nella contesa del potere sull’Europa, il Piemonte di Vittorio Amedeo II subì numerose sconfitte dall’esercito francese guidato dal Maresciallo di Francia Nicolas Catinat, prima a Staffarda, poi negli assedi di alcune roccaforti sabaude (Carmagnola, Avigliana, Rivoli, Saluzzo, Savigliano e Fossano) e infine ad Orbassano (Battaglia della Marsaglia). Era il 1693: i Piemontesi, con circa 10.000 morti, 2.000 prigionieri e privo di un esercito furono costretti a firmare l’armistizio al Re francese, ma Vittorio Amedeo GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 II riuscì ad ottenere da Luigi XIV la restituzione dei territori occupati dal Catinat e la fortezza di Pinerolo (trattato di Torino del 1696). Da quel momento, però, il Piemonte tornava sottomesso alla Corona borbonica di Francia e il Ducato di Savoia concludeva da sconfitto e anzitempo la disputa delle grandi potenze sul predominio d’Europa. Per via delle enormi spese belliche, non più sostenibili dai Francesi, il Trattato di Ryswick del 1697 sancì la fine della “Guerra della grande alleanza”, con la perdita di tutti i territori conquistati da Luigi XIV (escluso Strasburgo) che lasciava il Resole parecchio scontento per l’esito finale ed in cerca di un preteso per dar nuovamente fuoco alle polveri . Alla morte senza eredi di Carlo II di Spagna, Asburgo, nel 1700, nuovamente le due Casate scesero in lotta per il predominio dell’una sull’altra. Iniziò così la “Guerra di successione spagnola”. A causa di questo conflitto Vittorio Amedeo II vide improvvisamente circondato il suo Ducato dall’alleanza franco-spagnola, poiché anche il confinante Ducato di Milano era destinato a passare nell’orbita francese. Egli dunque, coraggiosamente, decise di riallacciare i vecchi rapporti di alleanza con gli Stati della Lega di Augusta, anche per auspicare per la Savoia, durante e dopo il conflitto, quel ruolo di primo piano in Europa tanto ricercato e vero obiettivo della politica indipendentista ducale. In abili manovre di schieramento riuscì ad ottenere il Monferrato, Alessandria, le Langhe, Valenza, la Valsesia e la Lomellina. Nel 1703 venne dichiarato l'ingresso del Piemonte nella Lega di Augusta con il trattato di Torino. La reazione francese fu durissima: le truppe di Luigi XIV conquistarono in breve tempo Vercelli, Susa, Ivrea e Aosta. Tra il 14 Maggio e il 7 Settembre 1706 la stessa Torino, capitale del Ducato, fu cinta d’assedio. 4. L’ASSEDIO DI TORINO Vittorio Amedeo II sperò nel sostegno delle forze imperiali dell’Arciduca d’Austria Giuseppe I, che intanto a Cassano d'Adda e a Calcinate venivano sconfitte dai Francesi, e ricorse al cugino, il Principe Eugenio di Savoia-Soissons, eroico condottiero al servizio degli Asburgo, per sollecitare quell’aiuto che da Vienna ancora non giungeva. 41 Torino intanto veniva circondata da un dispiegamento di forze francesi davvero imponente (44.000 soldati) e presto in città vennero a mancare i beni di prima necessità e le munizioni. Soventi furono i bombardamenti con granate, palle di cannone e bombe incendiarie. Si distinsero nella profusione di aiuti umanitari eminenti figure di carità come quella del Beato Sebastiano Valfré. Il Duca Vittorio Amedeo II, nonostante il pericolo che poteva correre, decise di restare comunque in città per infondere coraggio alla cittadinanza. La tecnica militare adottata dai Piemontesi per respingere il nemico nell’assedio di Torino fu quella di scavare dei lunghi cunicoli (le gallerie di mina) che dalla “Cittadella” si diramavano fin sotto le file degli attaccanti. Queste strette gallerie, gestite da uno speciale corpo di soldati e da abili manovali, venivano poi riempite di esplosivo e fatte deflagrare con gran danno per l'avversario. I Francesi, per tutta la durata dell’assedio, tentarono di intercettare e invadere tali cunicoli per così poter penetrare all’interno delle fortificazioni e prendere la Città. Nella notte del 29 Agosto 1706 un folto gruppo di granatieri francesi riuscì ad entrare in una di queste gallerie uccidendo le sentinelle e cercando di sfondare una delle porte che conducevano all'interno. Pietro Micca ed un commilitone capirono che non avrebbero resistito a lungo. Decisero così di far scoppiare della polvere da sparo (un barilotto da 20 chili posto in un anfratto della galleria chiamata “capitale alta”) allo scopo di provocare il crollo della galleria e non consentire il passaggio alle truppe nemiche. Non potendo utilizzare una miccia lunga perché avrebbe impiegato troppo tempo per far esplodere le polveri, Micca decise di impiegare una miccia corta, conscio del rischio che avrebbe corso. Istintivamente, quindi, allontanò il compagno con una frase che sarebbe diventata celebre: “Alzati, che sei più lungo d'una giornata senza pane” e senza esitare diede fuoco alle polveri, cercando poi di mettersi in salvo correndo lungo una scala che portava al cunicolo sottostante. Pietro Micca morì travolto dall'esplosione e il suo corpo fu scaraventato a una decina di metri di distanza. L’eroico gesto di Micca contribuì a salvare Torino dal cadere in mano francese. Il giorno dopo venne annunciato l'arrivo del Principe Eugenio con i rinforzi imperiali tanto attesi. Salito il 2 Settembre sul Colle di Superga con il 42 Duca Vittorio Amedeo II, i due cugini Savoia pianificarono la controffensiva tattica e le relative manovre di accerchiamento delle truppe nemiche scrutando Torino dall’alto. In quello stesso giorno Vittorio Amedeo II fece voto alla Madonna delle Grazie di erigerle un grande tempio se avesse concesso la liberazione della sua Capitale. Il 7 Settembre la battaglia di Torino iniziò ad infuriare sotto le mura della “Cittadella”. I Francesi, dopo 117 giorni d’assedio, furono annientati completamente dalle truppe Piemontesi e Austriache. Il Te Deum di ringraziamento fu cantato nel Duomo di San Giovanni e grandi festeggiamenti si prolungarono nei giorni susseguenti. Vittorio Amedeo II, sciogliendo successivamente (1716) il voto fatto, fece costruire la grandiosa Basilica di Superga, opera dell'architetto Filippo Juvarra, Pantheon dei Duchi di Savoia, dei Re di Sardegna e dei loro familiari. 5. IL DUCA DIVIENE RE Dopo la disfatta francese a Torino, Vittorio Amedeo II, decise di marciare verso Tolone, per danneggiare la marina francese. Accerchiata via terra dai Piemontesi e via mare dagli Inglesi, la flotta del ReSole si autoaffondò. Terminata per il Piemonte la “Guerra di successione spagnola” con i Trattati di Utrecht, Vittorio Amedeo II ottenne con questi accordi grandi vantaggi: alla Savoia andavano Alessandria, la Lomellina, il Monferrato, Pragelato e l'alta Valle di Susa, la Valsesia e i feudi delle Langhe. Inoltre egli otteneva, grazie al favore dell’Inghilterra, il titolo regio e l'intera Sicilia. Era il 10 Giugno 1713. La cessione dell’antico Regno di Sicilia avvenne a determinate condizioni dettate dagli Spagnoli: 1) La Casa di Savoia non avrebbe mai potuto vendere l'isola o scambiarla con un altro territorio; 2) La Sicilia sarebbe stata mantenuta come feudo dalla Spagna ed in caso di estinzione del ramo maschile dei Savoia, essa sarebbe tornata alla corona di Madrid; 3)Tutte le immunità in uso in Sicilia non sarebbero state abrogate; 4) Il Re di Spagna sarebbe stato in grado di disporre a suo piacimento dei beni confiscati ai sudditi siciliani rei di tradimento. Nonostante le condizioni imposte il documento con cui si cedeva la Sicilia ai Savoia venne siglato il 13 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Luglio 1713. Gli araldi del Duca, con grande letizia, lo stesso giorno percorsero Torino annunciando l'acquisizione del titolo regio da parte di Vittorio Amedeo II. Una folla esultante si accalcò davanti al Palazzo Ducale acclamando il Re, che uscì dal balcone brindando insieme alla folla. Il 27 Luglio Vittorio Amedeo II, affidando temporaneamente il Ducato di Savoia a suo figlio Carlo Emanuele, salpò da Nizza alla volta di Palermo. Il 24 dicembre 1713, dopo una sontuosa cerimonia nella Cattedrale di Palermo, tradizionale luogo d’incoronazione dei Sovrani Normanni, Vittorio Amedeo II e la moglie Anna Maria di Orléans ricevettero la corona regia per loro e per i loro discendenti. 6. RE DI SICILIA E RE DI SARDEGNA I primi atti di governo in Sicilia del nuovo Re riguardarono la lotta contro il brigantaggio, il potenziamento della marina mercantile e la riorganizzazione delle finanze e dell'esercito. La sua permanenza durò fino al 7 settembre 1714, quando lasciò l’isola nelle mani del Vicerè Annibale Maffei. A seguito dei trattati di Utrecht, la Spagna (rimasta scontenta) procedette al suo riarmo. Intimorite da tanta potenza, Francia, Olanda, Inghilterra e Austria strinsero via via legami difensivi tra di loro. Vittorio Amedeo II, quando ricevette la notizia della creazione di una possibile Quadruplice Alleanza fra quei Regni dominanti, si sentì nuovamente in pericolo. Era infatti in progetto, tra i sovrani alleati, di mettere a tacere le mire spagnole in Italia e l'Austria, in particolare, progettava di eliminare i Piemontesi dalla Sicilia. Vittorio Amedeo II venne attaccato in Sicilia dagli Spagnoli, che egli considerava alleati, con 30.000 soldati stranieri che vinsero le poche difese piemontesi. Da Vienna arrivò la proposta di aderire alla ormai siglata Quadruplice Alleanza in cambio del titolo di Re di Sardegna. La distruzione dell'imponente flotta spagnola nella battaglia di Capo Passero e la conseguente vittoria della Quadruplice Alleanza permisero a Vittorio Amedeo II di mantenere un titolo regio. Con il trattato dell'Aia (20 febbraio 1720) Vittorio Amedeo II otteneva l'isola di Sardegna con il titolo di Re, in cambio della Sicilia ceduta agli Austriaci. La maggiore vicinanza della GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Sardegna al Piemonte rendeva il nuovo Regno meglio gestibile e controllabile della Sicilia. Il titolo di Re di Sardegna rimase nel blasone di Casa Savoia sino all’unità d’Italia. 7. IL TRISTE EPILOGO Vittorio Amedeo II diede un’impronta assolutista al suo Regno: egli riteneva che il sovrano dovesse essere il punto di riferimento essenziale per l'organizzazione istituzionale e statale, e condusse così una politica antinobiliare, basandosi sulla frantumazione del feudo. In campo amministrativo riordinò la burocrazia con la creazione di un apparato governativo centralizzato e riformò la politica fiscale con l'attuazione di un'imposta generale su tutti i redditi che aboliva molti privilegi fiscali regionali e delle classi privilegiate. Il Sovrano, con le Costituzioni di Sua Maestà redatte nel 1723 e riviste nel 1729, ordinò una ricompilazione delle vecchie leggi ed una loro riforma. In campo economico attuò una politica mercantilistica abolendo i dazi interni e tassando fortemente l'esportazione di seta greggia per favorire la produzione interna. Durante il suo Regno, inoltre, fu organizzata un'accademia militare e l'università di Torino fu laicizzata. Lentamente, con il passare degli anni, i trionfi politici e militari avevano infastidito e stancato il Re. Non presenziava quasi più alle feste e ai ricevimenti, anzi tendeva ad evitare la vita di corte. Amante della semplicità, l'unico lusso che si concedeva era l'elegantissima parrucca stile Luigi XIV. A peggiorare il suo carattere schivo ed introverso, fu il terribile dolore che lo colpì in seguito alla morte del figlio primogenito, il prediletto Vittorio Amedeo Filippo. A corte si temette che il Re fosse sul punto di impazzire. Verso il 1728 la sua salute peggiorò ulteriormente e decise di abdicare in favore del figlio Carlo Emanuele III di Savoia, pur continuando a controllare la sua politica con consigli perentori e non allontanandosi dalla vita di corte. Combinò per il figlio due matrimoni di rilievo: il primo con la Principessa Anna Luigia Cristina, figlia dell'elettore Palatino; il secondo, dopo la morte della precedente avvenuta nel 1723, con un'altra Principessa tedesca, Polissena Cristina d'Assia-Rotenburg, madre dell’erede al trono Vittorio Amedeo III. L'abdicazione di Vittorio Amedeo II divenne effet- 43 tiva solo nel 1730 quando l'ex Re si ritirò in Savoia, anche se non mancarono ferree ed energiche intromissioni nel governo del figlio che riteneva incapace di regnare. Inasprito nel carattere per tale convinzione e per il suo isolamento in Savoia, Vittorio Amedeo II dichiarò nullo il suo atto di abdicazione, e addirittura minacciò di far intervenire l’esercito imperiale nelle contese con il figlio. Nell’esasperazione, Carlo Emanuele III, con il consenso unanime dei ministri e consiglieri, si vide costretto ad arrestare il padre a Moncalieri e ad accompagnarlo nel Castello di Rivoli. La permanenza del Re lì, assai violenta e reattiva, forse ormai folle, venne accompagnata da un presidio di un contingente di truppe che gli impediva di rimanere da solo. Il 5 Febbraio 1731 Vittorio Amedeo II fu colpito da un ictus e la sua salute peggiorò drasticamente. Chiese di poter cambiare residenza e Carlo Emanuele III gli concesse Moncalieri. Il tramonto dell’uomo che per quasi mezzo secolo aveva dominato la scena politica italiana, del valoroso e tenace condottiero, primo Re della Dinastia, avvenne la sera del 31 Ottobre 1732. Fu sepolto nella Basilica di Superga, dove tutt'oggi riposa, permettendogli di scrutare ancora dall’alto quella Città che liberò con tanto ardore, Capitale di uno Stato che alla sua nascita era Ducato e che ora era divenuto Regno, futuro cuore pulsante dell’Italia unita. “UNA D’ARME, DI LINGUA, D’ALTARE” di Alessandro Ambrosini La liberalizzazione dei flussi finanziari e la crescente tendenza delle imprese a sviluppare processi di internazionalizzazione proiettati nei più diversi paesi, favorendo e sfruttando il rapido sviluppo tecnologico nei trasporti, nella comunicazione e nell’informazione, hanno finito con il travolgere quelle istituzioni politiche ed economiche il cui campo d’azione era storicamente quello tradizionale. Sono sorti fenomeni di integrazione non solo di natura economico-finanziaria, ma anche culturale e politico-istituzionale, che nel loro insieme comprendiamo sotto il termine di “globalizzazione”. 44 Eppure paradossalmente, in ogni angolo della terra, continuano ad essere presenti e a prosperare movimenti che sviluppano tendenze separatiste e/o federaliste. Così i baschi, gli irlandesi, gli scozzesi, i gallesi, i fiamminghi, gli slovacchi, i popoli della ex Iugoslavia e della ex unione delle repubbliche sovietiche nell’Eurasia, i franco-canadesi in America, i curdi nell’Asia minore, i tamil nello Sri Lanka. Pure in Italia abbiamo assistito all’elaborazione di programmi autonomistici con il partito Sardo D’Azione e con la nascita dopo il 1943 del movimento per l’indipendenza della Sicilia con un proprio esercito di volontari, al quale aveva aderito anche il bandito Salvatore Giuliano. Viene proprio da chiedersi cosa si debba intendere per nazione. A questo fine hanno versato veri fiumi d’inchiostro storici, sociologi, economisti, politici e filosofi in genere. A me è più che sufficiente ricordare i versi del Manzoni: “UNA D’ARME, DI LINGUA, D’ALTARE, DI MEMORIE, DI SANGUE E DI COR” e divertirmi a compararla con la definizione staliniana, tanto osannata dai credenti marxisti di un tempo: “ La nazione è una comunità stabile, storicamente formatasi [vedi: ARME – MEMORIE], che ha la sua origine nella comunità di lingua [vedi: DI LINGUA], di territorio, di vita economica e di conformazione psichica, che si manifestano nella comune cultura [vedi: DI SANGUE, COR e di nuovo MEMORIE]”. Nella definizione dell’ex seminarista Stalin non compare altare, e come potrebbe essere altrimenti? Mentre è presente il concetto “forte” tutto marxista di vita economica. Durante il risorgimento, nel progetto teso a realizzare l’indipendenza del popolo italiano, sostennero la soluzione federalista in campo cattolico - liberale: Gioberti, Balbo, D’Azeglio e in quello democratico - repubblicano Cattaneo e Ferrari. Durante l’annessione al Piemonte il Barone Ricasoli era così convinto che la Toscana “Stato di antica formazione, dotato di Istituzioni moderate” dovesse “tutelare le sue tradizioni”, tanto da non aderire immediatamente alla legislazione ed al sistema amministrativo piemontese, come invece impose il Farini in “quel di Parma e Modena”. Ma la neces- GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 sità storica porta a sviluppare risoluzioni diverse ed il Barone di Ferro succeduto al Cavour dovette con ogni mezzo e con la massima fermezza, ricorrendo alla forza, contrastare e dominare le forze centrifughe, le quali avrebbero dilaniato in breve tempo il nascente giovane stato. Ricasoli si innalzò a favore dell’accentramento in politica interna, favorendo uno stretto contatto prefetti-governo. In questa sua azione volutamente centripeta trovò sicuramente il sostegno del Padre della Patria, Sua Maestà Vittorio Emanuele II, risoluto e deciso, il quale vedeva l’Italia “UNA D’ARME, DI LINGUA, D’ALTARE”, coronando il sogno di Casa Savoia iniziato con Vittorio Amedeo II primo Re di Sardegna [1720] il quale con la sua scelta aveva posto una seria ipoteca alla costruzione futura di un regno nazionale. Successivamente Roma era troppo importante per coronare arme, lingua, altare, memorie, sangue e cor. L’Italia non avrebbe potuto continuare ad esistere senza Roma e la sua gloriosa storia. Riprendendo la questione federalista, come viene posta ai giorni nostri, mi riesce difficile pensare ad una unione delle regioni del nord: Piemonte e Lombardia, Veneto e se vogliamo EmiliaRomagna, le quali vantano dopo l’Impero Romano tradizioni e sviluppi storici molto differenti, volendo prescindere ed escludere l’epopea risorgimentale. Senza questa ultima memoria tale progetto appare del tutto non conforme alla definizione manzoniana, altrimenti dobbiamo accontentarci esclusivamente dell’unico sterile e poco unificante concetto di vita economica presente nella definizione staliniana. Per approfondire “La Questione Nazionale” in generale rinvio alla lettura del testo Nazioni e nazionalismi dal 1870 di Hobsbawm. CADORNA di Pierluigi Romeo di Colloredo Mels Troppo spesso, nella crescente dimenticanza degli avvenimenti della Grande Guerra, s’incontra una rappresentazione caricaturale e parodistica di Cadorna e della guerra italiana, con Generalissimo visto come una sorta di idiota gallonato e stupidamente feroce, capace solo di mandare a morire centinaia di migliaia GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 di soldati contro reticolati e mitragliatrici, o di farli decimare da plotoni di esecuzione, e che a Caporetto ebbe la meritata punizione per la sua vuota superbia ed inettitudine. Insomma, un idiota, un pazzo o quanto meno un incapace. Quanto al fatto che i soldati venissero mandati al macello senza però che ogni nuova esperienza significasse apprendere qualcosa di positivo per quella successiva, a smentire questa sciocchezza c’è lo studio dei colonnelli Cappellano e Di Martino, che dimostra esattamente l’opposto, ossia come Cadorna abbia saputo costantemente aggiornare le proprie tattiche con l’evolversi della guerra (Cappellano, Di Martino, Un esercito forgiato nelle trincee. L’evoluzione tattica dell’esercito italiano nella Grande Guerra, Udine 2008). Ma la fonte di tanti, troppi, resta il film comico di Monicelli o quello antimilitarista ed impegnato con Volonté, Uomini Contro. Viene da chiedersi, leggendo certi giudizi e certe affermazioni sulla stupidità e l’incapacità del comando Supremo, il perchè di giudizi come quello già citato del General der Infanterie Krauss nel suo Die Ursachen unserer Niederlage. Erinnerungen und Urteile aus dem Weltkrieg, München 1920: ... soltanto la sua forte volontà, la sua determinazione, la sua tenacia, hanno spinto gli Italiani agli undici possenti assalti contro il fronte dell’Isonzo, e, se gli Alleati [ossia gli Imperi Centrali] non gli avessero con più forte mano strappato la palma della vittoria, passando essi stessi all’attacco nella dodicesima battaglia dell’Isonzo, egli avrebbe, nel dodicesimo attacco al quale egli avrebbe spinto con forte volontà i suoi Italiani, rotto certamente il fronte e si sarebbe impadronito di Trieste, il sospirato scopo degli Italiani. Perciò sia qui reso a quest’uomo l’onore che gli è dovuto. Egli fu, nella guerra dell’Austria contro l’Italia, il più grande, il più ragguardevole nemico; avere condotto a fine vittoriosa il combattimento contro di lui, riesce di onore a noi stessi. Il maggior avversario di Cadorna, il Feldmaresciallo Conrad von Hötzendorf scriveva alla moglie il 13 gennaio 1918: Per la seconda volta abbiamo trovato contro di noi degli uomini di ferro ed un capo di ferro. Se Dio vuole quest’ultimo è stato eliminato dal comando italiano. Siamo riusciti a rovesciare Cadorna: questo forse è il maggior vantaggio conseguito da tutta 45 l’operazione (...) Certo abbiamo ottenuto un lungo respiro, ma non possiamo più contare sulla vittoria decisiva in Italia. Cadorna, come un vecchio leone, prima di cedere ci ha sferrato una tremenda zampata sul Piave. Egli ha saputo rianimare gli Italiani e noi abbiamo assistito ad un fenomeno che ha del miracolo». Perché Cadorna era arrivato ad un soffio dalla vittoria sull’Austria, tanto che per impedirlo dovettero intervenire i tedeschi. Ludendorff: «Alla fine di agosto era cominciata sul fronte dell’Isonzo l’11a battaglia dell’Isonzo, su un’ampiezza di settanta chilometri, e aveva portato successo agli Italiani. Al principio di settembre si continuò accanitamente la lotta. Fu un nuovo successo per gli Italiani. Le armate austro-ungariche avevano resistito, ma le loro perdite erano state tanto gravi e il loro morale così scosso che nei competenti circoli militari e politici dell’Austria-Ungheria entrò la convinzione che le armate austro-ungariche non sosterrebbero una continuazione della battaglia e un dodicesimo attacco sull’Isonzo. (...) Si dovette decidere l’azione contro l’Italia per impedire la rovina dell’Austria Ungheria». Ancora più esplicito Hindenburg: «Il nostro alleato austro-ungarico ci dichiarò che non avrebbe più avuto la forza di resistere ad un dodicesimo attacco sulla fronte dell’Isonzo. Tale dichiarazione aveva per noi grandissima importanza militare e politica: non si trattava soltanto della perdita della linea dell’Isonzo, ma benanche del crollo di tutta la resistenza nostra. Ordine n. 4470 del 18 settembre 1917, ai Comandanti della 2a e 3a Armata, S. E. Luigi Capello e S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta. Chi scrive che Cadorna è responsabile di non aver creduto all’offensiva austro-germanica a Caporetto evidentemente non sa come Cadorna avesse emanato ordini assai precisi circa l’offensiva avversaria (n. 4470 del 18 settembre 1917 e 4741 del 10 ottobre 1917). «Il continuo accrescersi delle forze avversarie sulla fronte Giulia fa ritenere probabile che il nemico si proponga di sferrare quivi prossimamente un serio attacco, tanto più violento quanto più ingenti forze potrà esso distogliere dalla fronte russa, dove tutto sembra precipitare a vantaggio dei nostri avversari. Tenuto conto di ciò, della situazione dei complementi e del munizionamento, ben note a V. A. R. (a 46 V. E.), decido di rinunciare alle progettate operazioni offensive e di concentrare ogni attività nelle predisposizioni per la difesa ad oltranza, affinché il probabile attacco ci trovi validamente preparati a rintuzzarlo. A tale precisa direttiva prego pertanto V. A. R. (l’E. V.) di orientare fin da ora ogni predisposizione, l’attività delle truppe, lo schieramento delle artiglierie ed il grado d’urgenza dei lavori». Gli alleati lo accusano quasi di essere un visionario e il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Imperiali sir William Robertson chiede la restituzione delle batterie inglesi. Poiché V.S. ha deciso di mettersi a bella posta sulla difensiva e poiché le sedici batterie [in realtà quindici] di obici britannici vi sono state mandate per propositi offensivi, compiacetevi disporre che siano ritirate dalla fronte immediatamente, avendo io bisogno di destinarle ad altro teatro di operazioni». Cadorna risponde in maniera durissima: Do’ ordine che le batterie siano immediatamente inviate alla loro nuova destinazione. Per quanto riguarda la forma del telegramma di V. E., faccio notare, che di quanto succede su questa fronte, io non debbo dare conto che a Sua Maestà e al mio Governo. Robertson afferma anche tramite il generale Radcliffe, suo rappresentante ad Udine: ...Mi pare estremamente improbabile che gli Austriaci intendano attaccare, e nel momento attuale, mentre il nemico parla tanto di pace, è di importanza vitale che egli sia colpito fortemente e senza tregua...». Manca un mese all’offensiva austro-germanica, ma per gli Alleati Cadorna è poco meno di un visionario per il suo ritenere probabile che il nemico si proponga di sferrare quivi prossimamente un serio attacco, tanto più violento quanto più ingenti forze potrà esso distogliere dalla fronte russa...». Cadorna, il 10 ottobre, tredici giorni prima dell’offensiva,emanava l'Ordine n. 4741: al Comandante della 2a Armata, S. E. Luigi Capello. «Offensiva nemica. Concordo con codesto Comando nel ritenere possibile un’offensiva nemica su codesta fronte, e soprattutto nel giudicare necessari ed urgenti tutti i provvedimenti intesi ad adeguatamente fronteggiarla. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 A questo fine ben rispondono le direttive n. 5757 diramate l’8 corrente ai Comandi dipendenti e inviatemi in comunicazione. Le approvo in massima, e particolarmente richiamo l’attenzione di codesto Comando su alcune questioni di importanza capitale per la condotta della difesa. 1) La difesa delle linee avanzate sia affidata a poche forze, facendo fondato assegnamento sull’uso delle mitragliatrici, sui tiri di sbarramento e d’interdizione delle artiglierie, sull’organizzazione dei fiancheggiamenti. Questo concetto deve avere larga e appropriata applicazione nella zona a nord dell’Avschek, dove la limitata efficienza difensiva delle nostre posizioni consiglia un assai parsimonioso impiego, pena uno sterile logoramento delle energie della difesa. Il XXVII Corpo dovrà pertanto gravitare con la maggior parte delle sue forze sulla destra dell’Isonzo. 2) Perché qualsiasi evento, compresi quelli più inverosimili, non ci colga impreparati, dei medi calibri non rimangano sull’altipiano di Bainsizza che quelli più mobili; ed anche per questi non si tralasci di predisporre, in dannata ipotesi, mezzi acconci per un tempestivo ripiegamento. 3) Durante il tiro di bombardamento nemico, oltre ai tiri sulle località di affluenza e di raccolta delle truppe, sulle sedi di comandi e degli osservatori, ecc. si svolga una fortissima contropreparazione nostra. Si concentri il fuoco di grossi e medi calibri sulle zone di probabile irruzione delle fanterie, le quali, essendo esposte in linee improvvisate, prive o quasi di ricoveri, ad un tormento dei più micidiali, dovranno essere schiacciate sulle linee di partenza. Occorre, in una parola, disorganizzare e annientare l’attacco nemico prima ancora che si sferri; disorganizzazione e annientamento che il nostro poderoso schieramento di artiglierie sicuramente consente. 4) Il nemico suole lanciare le fanterie dopo brevissima preparazione di fuoco: si tenga presente questa possibilità, e artiglierie e fanterie siano in ogni istante vigili e pronte a prevenire e a rintuzzare l’attacco. Cadorna». Tutte queste disposizioni non vengono eseguite dalla 2a Armata. E’ legittimo che un Capo di Stato Maggiore che dia un ordine ad un comandante d’Armata in tempo di guerra si aspetti, meglio, sia certo!, di vederlo eseguito. Ricordiamo che, anche GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 in tempo di pace, il rifiuto o ritardo di obbedienza commesso da un militare è punito dall’ Art. 329 del Codice Penale. Ci si immagini qual’era la pena nel conflitto 1915-1918. Ed ignora la lettera del 23 ottobre al Ministro della Guerra (num. prot. 4929) con cui Cadorna annunciava l’imminente offensiva nemica, sottolineando l’importanza di quelle testimonianze dei disertori che di solito si dice abbia trascurate: «UFFICIO OPERAZIONI DI GUERRA E AFFARI GENERALI N. 4929 di protocollo G.M. RISERVATISSIMA PERSONALE A S.E. il Ministro della Guerra ROMA Portata copia a S.M. il Re Oggetto: Imminente offensiva austro-germanica sulla nostra fronte. Le mie previsioni si avverano. Il nemico ha ormai completato sulla fronte giulia il concentramento di forze e di artiglieria da me segnalato fin dal 18 settembre u.s., e sta per scatenare l’attacco. Notizie controllate ed informazioni via via raccolte da fonti sicure e confermate dalla deposizione di due ufficiali disertori di nazionalità romena mi consentono di determinare con sufficiente approssimazione l’entità delle forze nemiche ed il piano generale dell’offensiva imminente. Tale offensiva si dovrebbe sviluppare sull’intera fronte da Plezzo al mare, con preponderanza di sforzo fra la conca di Plezzo e la testa di ponte di Tolmino, entrambe comprese; obbiettivi principali la dorsale del Kolovrat e la linea Matajur-M. Mia, per poi invadere la pianura girando da nord le nostre linee di difesa dell’intera fronte giulia (2a e 3a armata). L’azione principale dovrebbe essere sussidiata da attacchi diversivi in Carnia, in Cadore ed in Trentino. A questa azione prenderebbe parte, secondo le previsioni che ho fatto da molto tempo, un notevole contingente di truppe germaniche. Sono segnalate in complesso nove divisioni, di cui quattro risultano schierate in primissima linea sulla fronte di Tolmino; ed altre se ne aggiungeranno verosimilmente a breve. Computando per ora queste nove divisioni soltanto ed il corpo alpino bavarese dislocato nelle retrovie della Valsugana, le forze nemiche a noi di fronte sommano in complesso a 589 battaglioni austriaci 47 e 92 battaglioni germanici. In totale 681 battaglioni formati su quattro compagnie, ai quali noi contrapponiamo, com’è noto a V.E., 844 battaglioni su tre compagnie ciascuno. Nel tratto di fronte compreso tra la conca di Plezzo ed il Vippacco - tratto sul quale dovrebbe pronunciarsi il maggior sforzo nemico - lo schieramento delle artiglierie avversarie è stato potentemente rinforzato e sarebbero anche entrate a farne parte un centinaio di batterie germaniche. Nello stesso settore le forze assommerebbero ad un totale di 365 battaglioni, di cui 82 germanici. È però da prevedere che tali forze aumenteranno se l’avversario si propone, come sembra logico supporre, di compiere uno sforzo prolungato, e chiamerà intanto nuove unità per alimentarlo, in ciò agevolato dalla situazione dalla fronte russa. Da parte nostra, non debbo tacere che l’andamento della fronte tra lo Stelvio e la conca di Plezzo e la possibilità di azioni diversive da parte del nemico mi impedisce di sguernire la detta fronte oltre un certo limite, e riduce perciò la massa di forze e di mezzi che mi è possibile concentrare nel settore principale attaccato senza pregiudicare la sicurezza dei rimanenti. Ho tuttavia preso provvedimenti tali che mi consentono di attendere l’urto nemico colla serena fiducia di poterlo respingere vittoriosamente.(...) L’attacco, secondo la deposizione dei due ufficiali romeni disertori, uno dei quali ha consegnato l’ordine d’operazione del proprio battaglione, sarebbe preceduto da un tiro prolungato a gas asfissianti, sui quali il nemico sembra fare speciale assegnamento. L’azione, secondo un’intercettazione telefonica, doveva avere inizio stamane; non lo ebbe, probabilmente a causa del vento sfavorevole all’azione dei gas. Il nemico ha infatti innalzato ieri sulla presunta fronte d’attacco dei palloncini sonda (...). Gli ordini esistevano ed erano chiari: ma Capello non li eseguì. Cadorna indicava con precisione obbiettivi, tattiche, forze, direttrici dell’offensiva nemica. Ma venne disubbidito. I nudi fatti sono questi. I documenti sono estremamente chiari in merito. Quanto al famoso bollettino del 27 ottobre sui reparti vilmente arresisi etc., basti leggere quanto scrive il tenente Erwin Rommel nel suo Infanterie greift an! Fanterie all’attacco, per vedere come la 48 realtà fosse spesso quella denunciata da bollettino! Erwin Rommel, parlando dell'occupazione del monte Mrzli: Dal nemico ci separano ormai solo centocinquanta metri. Poi, improvvisamente, la massa lassù comincia a muoversi. I soldati si precipitano verso di me sul pendio trascinando con loro gli ufficiali che vorrebbero opporsi. I soldati gettano quasi tutti le armi. Centinaia di essi mi corrono incontro. In un baleno sono circondato e issato sulle spalle italiane. "Viva la Germania!", gridano mille bocche. Un ufficiale italiano che esita ad arrendersi viene ucciso a fucilate dalla propria truppa. Per gli italiani sul Mrzli Vrh la guerra è finita. Essi gridano di gioia. Diario del Reggimento Jäger, Alpenkorps: Parecchie centinaia di prigionieri del X Reggimento di fanteria [Brigata Regina, ndA], mitraglieri ed artiglieri scendono dalla montagna. Sono felici di essere prigionieri, ci prendono per Austriaci e gridano: Viva Austria! (…) Presso il posto di combattimento della Brigata su q. 1114, uscirono da un tunnel migliaia di uomini giubilanti, tra i quali un generale di Brigata e parecchi ufficiali. Rommel fece scontare un intero Reggimento della Brigata Salerno da due (due!!) soldati württemburghesi! Diario del Leibregiment dell’Alpenkorps bavarese: Le posizioni di q. 1110, 1192, Kuk, erano per natura molto forti, ben costruite ed armate con cannoni pesanti, erano molto densamente occupate da riserve portate innanzi, appartenenti a vari reggimenti. Gli Italiani, ad eccezione delle mitragliatrici sopra indicate, non fecero resistenza, anzi si arresero o disertarono. Le scene sorpassavano ogni descrizione. Da ogni dolina, su ogni sentiero si vedevano Italiani che gridavano, gesticolavano e spesso scendevano con le mitragliatrici in spalla per ordinarsi da sé nelle colonne di prigionieri che si formavano. Queste cose non le ha scritte Cadorna, le hanno scritte i tedeschi! Passiamo al macellaio. Scrive Mario Silvestri in Isonzo 1917- e Silvestri non fu certo un esaltatore di Cadorna: Di fronte a figuri come Joffre e Douglas Haig, il generale Cadorna e persino Capello appaiono dei cuori teneri (...); è pura leggenda, di cui gli italiani stessi sono GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 responsabili, che le nostre perdite in combattimento fossero eccezionalmente elevate ed i nostri comandanti più macellatori degli altri: lo erano anzi un po’ meno. Le perdite (in morti, feriti e dispersi) subite dagli Italiani, dai Francesi e dagli Inglesi nei primi nove mesi del 1917- quando i tre eserciti ebbero l'iniziativa delle operazioni- furono le seguenti: Italiani 50.000 Francesi 60.000 Inglesi 590.000 Se poi si limita il confronto all'esercito italiano e a quello inglese schierato sul fronte occidentale (che avevano uguale consistenza numerica) si constata che le perdite degli inglesi furono superiori del 30% a quelle italiane, e distribuite pressoché uniformemente da Aprile a Novembre, mentre quelle italiane sono concentrate nella X ed XI battaglia dell'Isonzo. Scrisse Lucio Ceva che: ... Finché non ci si persuaderà che molte scelte apparentemente tecniche sono in realtà politiche, si rimane in un vicolo cieco. Accusare Cadorna non ha più senso di accusare Douglas Haig o Joffre o Nivelle o Falkenhein (sic!) o Conrad von Hötzendorf che, sui rispettivi fronti, facevano dal più al meno le stesse cose e con risultati paragonabili, spesso anche peggiori. Per inciso, Erich von Falkenhain (che aveva qualche goccia di sangue friulano, essendo nipote del co. Antonio di Colloredo) era il Capo di Stato maggiore tedesco che scatenò il massacro di Verdun allo scopo dichiarato di dissanguare la Francia uccidendo il maggior numero di soldati, Haig è colui che in un giorno solo perse sulla Somme 135mila morti. Il Capo di Stato Maggiore non si occupava né dell’addestramento, di competenza del Ministero e dei singoli depositi reggimentali, né dello sviluppo tattico dell’azione, demandata ai Comandanti d’Armata e Corpo d’Armata, ma della pianificazione strategica. Legga il diario del colonnello Angelo Gatti, ripubblicato dal Mulino col titolo Caporetto, e imparerà sicuramente qualcosa. Un’ultima citazione. Non sa che avanzare, partire all’assalto, ottenere vittorie, come è stato detto, “a colpi di uomini”; sacrificare qualunque cosa per un successo, senza lasciarsi intimorire da una sconfitta, uccidere la GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 metà dei soldati con sforzi superiori alle forze umane.Che importa, non c’è forse la coscrizione e la materia prima? (...) Nessuna considerazione morale, nessun sentimento di pietà, nessun grido dell’umanità potè mai arrestarne il corso fatale. Solo per raggiungere una posizione avrebbe sacrificato un intero esercito (...) Sempre alla sua mancanza di talento militare vanno attribuite le sconfitte dei suoi generali, ai quali egli consegnava ordini di operazioni assurdi, da cui non osavano scostarsi. Luigi Cadorna? No, Napoleone Bonaparte, secondo i suoi detrattori del 1814. VERGAROLLA: STORIA NASCOSTA di Riccardo Basile Ci sono avvenimenti che vengono volutamente ignorati da chi detiene il potere, posti in condizione di non vedere la luce, sepolti nel più assoluto dimenticatoio. Di ciò è ben consapevole il popolo giuliano, popolo mite, di grande civiltà, costretto a subire ingiustizie senza fine, rese più amare, nel tempo, da faziose letture della storia che lo riguarda, troppo spesso scritta e divulgata con odiosi stravolgimenti. Queste tendenziose letture degli accadimenti al nostro confine orientale hanno reso possibile che con il trascorrere del tempo prendessero corpo e venissero spacciate per verità, odiose, grottesche, grossolane falsità. Si pensi che Norma Cossetto, la studentessa “martire simbolo” della violenza inferta dai partigiani titini alle incolpevoli genti Giulie, la cui salma era stata riesumata dalla Foiba di Surani fin dall’ottobre del 1943, è stata ricordata per oltre mezzo secolo, in una targa commemorativa presso l’ateneo di Padova, come vittima della ferocia nazista. S’è dovuta attendere la fine dgli anni ottanta per far tacere, si spera per sempre, i negazionisti della barbarie degli infoibamenti. Finalmente essi tacciono, schiacciati dalla documentazione dei recuperi delle povere salme dalle voragini carsiche, azzittiti dalle ammissioni non più equivocabili di alte personalità e di storici anche dell’est europeo. Persino i cosiddetti giustificazionisti delle atrocità 49 commesse dai partigiani di Tito a danno dei nostri connazionali, stanno per scomparire: appare sempre più evidente, infatti, che gli Esuli dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia non potessero avere colpe da farsi perdonare. Qualcuno potrebbe chiedersi: ma come è stato possibile far prevalere la disinformazione per tanti decenni? Tenere nascosta la verità? Avvalorare la menzogna? La risposta, molto amara, ce la dà Giampaolo Pansa quando scrive che molti storiografi: “hanno un occhio solo con cui guardano la realtà che non dispiace a chi paga i loro passivi. Con l’altro, chiuso, fissano le verità sgradite, ma non le vedono”. Ecco perché in Italia non c’è chi non sappia della “Strage alla stazione di Bologna” (occorsa il 2.8.1980, la cui responsabilità, com’è noto, è ricaduta su elementi dell’estrema destra), mentre sono rari coloro che sono a conoscenza di quella, con circa un pari numero di vittime, compiuta sulla spiaggia di Vergarolla, a Pola, capoluogo dell’Istria, il 18 agosto 1946, a guerra finita, da agenti della Jugoslavia comunista del Maresciallo Tito. Vergarolla è una delle tante spiagge di Pola, con qualche banchina che si protende verso il mare e molti ombrosi pini i cui rami lambiscono l’acqua. Il 18 agosto del 1946 era una splendida domenica di sole ed il mare anche lì, come in tutta l’Istria, è incantevole. La Società nautica “Pietas Julia” vi aveva organizzato le gare natatorie per la Coppa Scarioni, manifestazione sportiva a carattere nazionale che quei giorni si svolgeva anche in molte altre città d’Italia. In quell’occasione la “Pietas Julia” festeggiava il 60° anniversario della sua costituzione in Pola con un programma particolarmente nutrito e allettante. (Detto per inciso il Club sportivo Pietas Julia era stato costituito il 14 agosto del 1886. Anch’esso il 21.1.1947 ha dovuto lasciare la città di Pola trovando accoglienza in un capannone a Monfalcone. Dal 1961 e fino ai giorni nostri ha sede nella baia di Sistiana, vicino a Trieste). Le famiglie polesane, con i loro ragazzi, accogliendo l’invito, erano accorse in gran numero. Per potersi intrattenere più a lungo al mare, come da tradizione, si erano organizzate per consumare il pranzo al sacco, all’ombra dei pini. La guerra era finita da sedici mesi, anche se i ricor- 50 di pressavano, anzi incombevano brucianti e la maggior parte dell’Istria era già sotto tallone jugoslavo. Pola, inserita nella Zona “A” del Territorio Libero di Trieste, era affidata al controllo delle truppe britanniche la 24^ Brigata di Fanteria al comando del Generale Erskine. I suoi abitanti anelavano ardentemente a restare in grembo alla madrepatria Italia, confidando in ciò per una serie di motivi che parevano ovvi. Facevano affidamento sulle dichiarazioni di principio solennemente e in più sedi pomposamente conclamate dagli Alleati, prima fra tutte quella che riconosce ai Popoli il Diritto di poter decidere in piena autonomia del proprio destino (Diritto all’esistenza, Diritto al rispetto della propria identità nazionale, Diritto di conservare pacificamente il proprio territorio, Diritto di ritornarvi in caso di espulsione . . . ). Erano fermamente consapevoli che la storia, la lingua, la cultura, le tradizioni della loro terra erano inequivocabilmente italiane. Sapevano bene che la stragrande maggioranza della popolazione era di ceppo italiano. Ritenevano che alla peggio, si sarebbe ricorsi al plebiscito, e questo, senza ombra di dubbio, sarebbe stato favorevole alla scelta italiana. D’altra parte è di palese dominio pubblico, non solo agli uomini di cultura, che l’Istria, nella sua millenaria storia, era stata romana, era appartenuta alla Serenissima Repubblica di Venezia, aveva fatto parte dei domini asburgici: ma mai era stata croata, né tanto meno jugoslava ! Un certo timore, tuttavia aleggiava. Lo alimentavano le terribili storie che trapelavano dalle contrade istriane deportazioni, perquisizioni, confische, interrogatori, arresti, (infoibamenti); l’arroganza di certi esponenti locali favorevoli a Tito; certe scritte sempre più presenti sui muri della Città; le raggelanti notizie che giungevano da Parigi dove siedevano i Ministri dei Paesi vincitori cui spettava definire i nostri Confini Orientali; e ancora quello che trapelava dalla madrepatria Italia che appariva lontana, prostrata, umiliata, in balìa dei nemici di ieri, tutti concordi nella determinazione di punirla severamente per la sua partecipazione alla guerra al fianco della Germania nazista. Il “Vae victis” pronunciato a Roma nel 390 a.c. da GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Brenno il gallico sembrava pienamente fatto proprio dalle Potenze che avevano trionfato: esse si ritenevano nel pieno diritto di indossare i panni di arbitri virtuosi dei destini del mondo. E all’orizzonte non c’era il Console Marco Furio Camillo per contrastare la loro arroganza ! . . . L’impegno e il sacrificio profusi dai nostri Soldati nella Guerra di Liberazione venivano completamente ignorati. Nessuna considerazione per i nostri Caduti in quella campagna: 90.000 inquadrati nei Reparti Regolari delle Forze Armate Italiane dell’Esercito badogliano; 30.000 periti nella lotta partigiana. Ci avevano sprezzantemente liquidati con il contentino di chiamarci “cobelligeranti”! L’Italia, ridotta in macerie non solo materiali, era alle prese con gravosi impegni: la scelta fra Monarchia e Repubblica, la sostituzione dello Statuto Albertino, le elezioni politiche del 1948, cui s’aggiungeva l’onere di accogliere il rientro in Patria di: 650.000 Prigionieri di Guerra: dall’India, dagli Stati Uniti, dall’Africa, dal Medio Oriente; un pari numero di Militari Internati nei Lager tedeschi dopo l’8 settembre 1943; e altri 420.000 Rimpatriati: dall’Eritrea, dall’Etiopia, dalla Libia, dalla Somalia. Tornando al nostro tema va evidenziato che nei pressi della spiaggia di Vergarolla erano state accatastate 28 mine marine, private del detonatore, ma ancora integre nella carica esplosiva. Come è noto questi ordigni, posti in tali condizioni di sicurezza, se non innescati non possono assolutamente esplodere. Alle 14.10, all’improvviso, un tremendo boato, accompagnato da un’immensa palla di fumo e fuoco, squassò quel tratto di costa oscurando il cielo. Una tremenda deflagrazione aveva sminuzzato e scagliato in aria ogni cosa per un raggio di un centinaio di metri. I gabbiani al botto si levarono in volo: tornarono presto però, e per essi . . . fu festa grande ! I soccorritori, prontamente accorsi, si trovarono di fronte ad un apocalittico, macabro, scenario. Prestarono soccorso come poterono ai feriti e li avviarono all’ospedale anche con mezzi di circostanza. GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Constatarono che erano state sterminate intere famiglie e che altissimo era il numero dei bambini maciullati. Alla fine contarono un centinaio di morti. Nonostante ogni tentativo, solo a 64 riuscirono a dare un nome. Rinchiusero quindi in altre casse i resti umani non più componibili in salme. In tale ecatombe rifulse l’eroismo del medico chirurgo Geppino Micheletti, triestino di nascita ma polesano di adozione, che, pur avendo perso in quell’occasione due figli, (Carlo di 9 e Renzo di 4 anni), la sorella, il cognato e la nipotina, non si allontanò per oltre 24 ore consecutive dalla sala operatoria dell’ospedale “Santorio Santorio” di Pola tentando di strappare alla morte il più alto numero di vite umane. Amaramente si rilevò che l’età media delle 64 vittime ricomposte era di 26 anni! Gli abitanti di Pola capirono immediatamente che s’era trattato di un criminale attentato e non indugiarono ad indicare al Comando Alleato da che parte dovesse indirizzare le indagini, perché “solo chi era uso a infoibare poteva arrivare a tanta ferocia . . . .” Ma le Autorità Alleate non avevano alcun interesse a venire a capo della verità e restarono coerenti con l’atteggiamento assunto l’anno precedente davanti alla Foiba di Basovizza, (a 30 Km da Trieste), allorquando avevano interrotto i recuperi delle salme adducendo “insormontabili difficoltà tecniche”: giustificazione risibile ove si considerino le loro enormi possibilità logistiche e l’alto livello tecnologico raggiunto, provato davanti al mondo intero con il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki (sganciate rispettivamente il 6 e il 9 agosto 1945)! È da rilevare piuttosto che perseguivano la politica di assecondare in tutto e per tutto la Jugoslavia di Tito, nazione loro alleata, esperta e temibile nella guerra partigiana, potenzialmente schierabile in funzione anti Unione Sovietica. Della prostrata Italia, in quel momento, non avevano alcun bisogno! Era iniziata, la guerra fredda e Winston Churchill ne aveva già individuato la prima linea. A Fulton, nel Missouri, qualche mese prima, aveva detto: “da Stettino nel Baltico, a Trieste nell’Adriatico, una cortina di ferro è scesa attraverso il Continente”. 51 I Polesani allora, presa coscienza della situazione, raccolsero quello che poterono delle loro cose e, in massa, nel giro di pochi mesi (dal dicembre 1946 al marzo 1947), fruendo della cornice di sicurezza offerta dalle Truppe Alleate e delle navi messe a disposizione dal Governo italiano, ma anche utilizzando i più disparato mezzi, fuggirono compatti verso l’Italia, anzi, è meglio dire, verso l’ignoto. Profeticamente Guido Miglia sul giornale l’Arena di Pola così aveva scritto circa un mese prima, il 4 luglio del 1946: “Al nostro popolo che sceglierà l’esilio volontario resterà una Patria Libera ed una dignità profonda. Ai pochi ambiziosi che resteranno in Città non sarà riserbato che il pentimento amaro e la tristezza di rimanerci chiusi nella cortina di ferro e vivere schiavi ubbidienti e premurosi agli ordini degli onnipotenti padroni che giungeranno da lontano . . . “ Il giornalista e scrittore Silvio Benco, a caldo, così descriveva l’esodo: “ . . . Se ne vanno dalle Case dei Padri, coi vecchi, con le mogli, coi bimbi, col poco che hanno potuto raccogliere della roba loro, e cauto l’estraneo mondo li guarda. Triste è pensare che nel mondo di oggi, nel disanimato mondo uscito da una spaventosa guerra, non c’è più Pietas Julia. Ma Pietas Julia, pietà per la Gente Giulia, c’è e durerà eterna in noi e in quanti, Italiani, hanno un’anima”. Il Vescovo di Fiume (città sul Quarnaro così chiamata dal 1300 fino al maggio del 1945 quando i Croati le imposero un altro nome!) il Vescovo milanese Ugo Camozzo, prima di lasciare da esule anch’egli la diocesi, così scriveva ai suoi fedeli: “qualcuno chiederà: perché mai avete lasciato la vostra città?...Nel vostro sacrificio di epica portata, che la storia consacrerà, c’è l’espressione dolorosa dei più alti valori spirituali della propria fede e di amor patrio”. Da Pola andarono via in 28.085 su una popolazione che al tempo contava 31.700 anime: ciò costituisce più che un plebiscito ! (90% circa), ma chi avrebbe dovuto rilevarne la portata finse di non accorgersene . . . L’Esodo fu una schiacciante manifestazione di eroico amor patrio. Fu scelta di Libertà pagata sulla propria pelle a carissimo prezzo. 52 Fu rivendicazione dell’irrinunciabile diritto alla sopravvivenza. Gianni Bartoli, il grande Sindaco degli anni difficili di Trieste, così disse: “L’Esodo non è stato né una colpa, né in errore, né una diserzione. Gli Esuli, premuti dalla persecuzione e dal ricordo del terrore, compresero che sotto quel regime terroristico non sussistevano le possibilità di vivere né da Italiani, né da Cristiani, né semplicemente da Uomini”. Uno dei 350.000 Esuli, la signora Nives Saitti Cardone, così scriveva sul periodico l’ “Arena di Pola” il 24 settembre del 1983: “L’Esodo è stata ribellione nei confronti delle foibe, del saccheggio, dell’imposizione immediata di una lingua che ci era ostica ed estranea, delle scritte murali provocatorie e vessatorie, delle stelle rosse affisse in ogni luogo . . . E’ stata una dimostrazione di coerenza con l’idea di Patria, di lingua, di sentimenti comuni. Errore sarebbe stato il rimanere . . . “ Giani Stuparich, il Sottotenente dei Granatieri, Volontario Irredento triestino, Medaglia d’Oro al V.M., divenuto apprezzato scrittore, ha scritto: “L’Esodo di Pola è un’infamia che non si cancella col cercare di parlarne poco, un grido umano che risuonerà per secoli a vergogna di chi l’ha strappato dalle viscere di una popolazione innocente, anche se si tenta di attutirlo o di soffocarlo. Ma non si procede sulla via della Civiltà, ammettendo o rassegnandosi che l’ingiustizia possa continuare a perpetrarsi, come ai tempi delle barbarie”. I Giuliani dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia strappati dalle terre di origine, dopo permanenze più o meno lunghe in “campi profughi”, a volte decenni, dove erano costretti a vivere in promiscuità, in spazi ristretti, fra umilianti restrizioni, difficoltà e disagi, finirono dispersi anche in lontane contrade oltre oceano. Essi furono condannati ad eterno esilio per colpe mai commesse e posti in condizione di sparire come popolo nel solo volgere di qualche generazione, come purtroppo sta già accadendo. Un Anonimo poeta così scrisse (LEGGENDA ISTRIANA): Le candele per noi accese si stanno spegnendo GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 a una a una. La notte giunge ormai né ci sarà più l’alba. Un giorno, forse, si parlerà di un popolo che per vivere libero andò a morire lontano. Lontano dal proprio mare e da una terra rossa che vista dall’alto sembra un cuore insanguinato. Sull’altra sponda dell’Adriatico, da Venezia fino a Bari, nessuno li attendeva a braccia aperte e per carità di Patria ci si astiene dal riferire come furono accolti in certe stazioni, in certi porti, da gruppi di esagitati fanatici di casa nostra accecati dalla nota ideologia ! Le accuse gridate loro in faccia “fascista”, “nemico del popolo”, monotone nella loro perversità e idiozia, erano le stesse già udite nel cuore dell’Istria dalla bocca degli autoproclamatisi “liberatori”, instancabili declamatori di slogan quali “Libertà ai Popoli”, sappiamo tutti e bene di che libertà si trattasse, “Fratellanza Italo Jugoslava”, palese menzogna ipocritamente sbandierata solo per agganciare i gonzi. Il vergognoso “Trattato di Pace” del 10 febbraio 1947, che sarebbe stato più giusto chiamare “Dettato di Pace”, di cui finanche gli americani si vergognarono, segna, forse per sempre, la storia dei Giuliani dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia. Gaetano Salvemini, docente universitario e noto politico antifascista, in proposito così scrisse: “Non vedo che cosa i vincitori avrebbero potuto fare di peggio se gli Italiani avessero tutti continuato a battersi disperatamente fino all’ultimo momento ai servizi di Hitler . . . Le clausole territoriali del Trattato di Pace sono ripugnanti ad ogni senso di giustizia . . .” Di Vergarolla, così come di Foibe ed Esodo, per lunghi decenni, si tacque. Si doveva tacere! S’è dovuto attendere l’abbattimento del muro di Berlino (9 novembre 1989) per vedere condannati i misfatti del comunismo, sistema che ha procurato nel mondo 97 milioni di morti a fronte dei 21 milioni dovuti al nazismo (62 milioni in Unione Sovietica, 35 milioni in Cina). Ma in troppi ancora fingono di non saperlo! . . . S’e dovuto attendere quanto candidamente confes- GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 sato il 21 luglio del 1991 (intervista rilasciata al periodico fiumano “Panorama”) da due alti esponenti della Jugoslavia d’allora, Milovan Gilas e Edvard Kardelj, perché il mondo intero sapesse quello che gli Esuli Giuliano Dalmati avevano da sempre saputo. “Nel 1946 io e Edvard KARDELJ andammo in Istria per organizzare la propaganda anti italiana. Si trattava di dimostrare alle autorità alleate che quelle terre erano jugoslave e non italiane. Certo che non era vero! Ma bisognava indurre gli Italiani ad andare via, con pressioni di ogni tipo. Così fu fatto”. S’è dovuto giungere all’11 settembre del 1992 per vedere elevare al rango di Monumento Nazionale la Foiba di Basovizza eletta fin dalla fine degli anni 40 dagli scampati alle foibe tomba simbolo del martirio del popolo giuliano, luogo cui potersi accostare senza timore di ulteriori agguati, per pregare per i propri congiunti fatti sparire chi sa dove dai partigiani di Tito, coadiuvati troppo spesso e vergognosamente dai manutengoli di pari fede italiani. Si osservi che la Risiera di San Sabba era stata dichiarata Monumento Nazionale nel 1965! Ancora una volta due pesi e due misure! Monsignor Antonio Santin, l’eroico Vescovo di Trieste e Capodistria, così aveva detto nel 1954 a Indro Montanelli che lo intervistava: “Io non lo so . . . Io proprio non lo so . . . Io purtroppo so soltanto pregare per quelle migliaia di nostri fratelli . . . il mio gregge, la mia gente . . . quelli che devono pagare tutto per tutti . . . Cosa faranno costoro senza più Patria, dopo aver vissuto soltanto di Patria e per la Patria, come nessun altro Italiano ha mai saputo né saprà più fare?” Ma torniamo a Vergarolla. Solo dal marzo 2008, all’apertura degli archivi segreti britannici, (il Public Record Office di Kew Gardens, in Londra) s’è potuta conoscere la verità sul turpe attentato: mandante è stata l’OZNA, la polizia politica della Jugoslavia del Maresciallo Tito, che nulla aveva da invidiare alla nazista Gestapo; esecutore un suo agente, tale Giuseppe Kovacich, coadiuvato da altri tre sgherri. Queste informazioni son state diffuse dai ricercatori storici Fabio Amodeo e Mario Cereghino “Vedasi pubblicazione TOP SECRET - Trieste e il Confine Orientale fra guerra e dopoguerra”, divulgata dal 53 quotidiano di Trieste “Il Piccolo”. È fin troppo facile ipotizzare che questo pluri assassino, novello Erode, indegno d’appartenere al genere umano, non abbia mai pagato per il suo turpe gesto: anzi non è azzardato supporre che, visti i risultati causati dalla sua azione, la fuga in massa degli Italiani da Pola e dall’Istria, egli sia stato lautamente compensato. Ancora oggi, purtroppo i rappresentanti delle Repubbliche eredi di quel Paese si astengono dal prendere chiaramente le distanze da quei misfatti. Il 13 luglio scorso, l’abbiamo visto tutti, il Presidente della Slovenia Danilo Turk e quello della Croazia Ivo Josipovic, in visita a Trieste, non hanno inteso recarsi al Sacrario di Basovizza ! . . . Questo fa rifulgere ancora di più la statura morale del Cancelliere della Repubblica Federale tedesca Willy Brandt che nel 1970 si inginocchiò davanti al ghetto di Varsavia chiedendo perdono, a nome del suo Paese, per la barbarie dell’olocausto. Gravemente colpevoli anche tutti coloro che, a qualunque titolo, nel tempo, pur sapendo hanno taciuto: poco importa a quale nazionalità appartenessero, che idee politiche professassero, e quale ruolo ricoprissero nelle Istituzioni. Rattrista ancora considerare che, a tutt’oggi, a livello nazionale, sul piano politico, storico, etico e culturale, si continui a tacere su quell’odioso attentato e non si riservi alcun onore a quei Giuliani trucidati solo in quanto Italiani. A Pola, la città così chiamata fin dai tempi di Dante (vedasi IX Canto dell’Inferno), la romana Pietas Julia “che i templi ostenta a Roma e a Cesare” (come mirabilmente scrisse il Carducci nell’ode “Saluto Italico”) oggi chiamata Pula, nei pressi del Duomo, dal 1997 una lapide così ricorda l’evento: in alto:“Vergarola – 18. 08. 1946 – 13 h.”; in basso: “ Grad Pula – 1997 – Città di Pola”. Tutto qui ! Nella cerimonia di commemorazione colà tenuta da qualche tempo in qua, anche quest’anno non si è udita una sola parola sulle cause dell’esplosione e 54 di conseguenza nessuna parola di condanna dei responsabili della strage. La Bandiera Italiana, anche quest’anno, era assente ! . . . A Trieste, asilo di tanti Esuli a cominciare dall’indimenticabile Sindaco Gianni Bartoli, il 18 agosto 2011, la Federazione Grigioverde (fondata nel 1949 dalla Medaglia d’Oro Guido Slataper) e la Famiglia Polesana hanno posato sul luogo più sacro della Città, il Colle di San Giusto, un grande Cippo con il nome, il cognome e l’età d’ogni singola vittima. Hanno scoperto il masso due polesani miracolosamente scampati a quella esplosione ma profondamente feriti negli affetti più cari: il signor Elio Dinelli, rimasto quel giorno solo al mondo all’età di 11 anni, avendo colà perso i genitori, la nonna, uno zio e la sorella Norina di 6 anni; e la signora Renata Succi che, impotente, aveva assistito allo scempio del fratello Carlo, di 6 anni. Al manufatto faranno idealmente buona guardia i 12 Irredenti decorati di Medaglia d’Oro al V. M. nativi di Trieste, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, ricordati nel contiguo Cippo posato dalla stessa Federazione Grigioverde nel 2009: S.Ten. Guido BRUNNER, Cap. Guido CORSI, S. Ten. Fabio FILZI, Col. Ugo PIZZARELLO, S. Ten. Ugo POLONIO, Bers. Francesco RISMONDO, Ten. V. Nazario SAURO, Ten. Guido SLATAPER, S. Ten. Carlo STUPARICH, S. Ten. Giani STUPARICH, Magg. Giacomo VENEZIAN, S. Ten. Spiro Tipaldo XIDIAS. Possiamo finalmente dire che l’accorata esortazione di Ugo Foscolo ne “I Sepolcri” : “Serbi un sasso il nome” almeno in Trieste è stata accolta. Ora la tragica storia di quella domenica d’agosto a Vergarolla non può dirsi universalmente sconosciuta. Ora tutti sappiamo, e concludo, che quando onoriamo i Caduti per la Patria comprendiamo nel nostro omaggio anche quei fratelli Giuliani vilmente uccisi e ancora più vilmente dimenticati perchè ANCHE I POLESANI TRUCIDATI A VERGAROLLA SONO MORTI PER LA PATRIA ! GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 NOTE LIETE Antonio Bufalari, avvocato di Roma, lo scorso 30 settembre è divenuto padre della sua primogenita, Amalia Sofia. È nato Gioele, quartogenito di Marco Pasin, delegato provinciale di Frosinone, e di sua moglie Daniela Testani Pasin, Guardia d’Onore. Lo scorso 23 novembre la Guardia d’Onore Patrizia Fundrisi si è laureata in D. A. M. S. presso l’università Kore di Enna. Il 31 ottobre u. s., presso la Libera Università San Pio V di Roma, la Guardia d’Onore Lorenzo Burzi si è laureato in Scienze Politiche, discutendo la tesi: “Forze di Polizia e gendarmeria europea”. La Guardia d’Onore di Catania dott. Fabio Adernò ha ottenuto il dottorato in Diritto canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce. In data 10 settembre u. s., nel corso di una seduta straordinaria del consiglio comunale di Mentana è stata conferita al direttore, comm. prof. Francesco Guidotti, la cittadinanza onoraria, richiamando l’analogo conferimento del 21 ottobre 1859 al generale Garibaldi nella città di Ravenna. Il tutto firmato dal sindaco Altiero Lodi, con l’approvazione unanime del consiglio comunale. È stata celebrata una Santa Messa nella Cappella del “Monzone” a Marina di Carrara, per i 50 anni di matrimonio di Giuseppe lantermo di Torre di Montelupo con Giulia de Vecchi di Val Cismon. Riunione strettamente famigliare, ampliata ai discendenti degli antichi fittavoli della tenuta ormai non più esistente. Segnaliamo alcuni particolari: a) nel Palco destinato alla Villa, era esposta l’ultima Bandiera Sabauda che ha sventolato a Trieste sul Castello di Miramare, prima dell’arrivo dei titini; b) la stupenda voce di Andrea Ferreira, giovane soprano brasiliana, che ha cantato anche nell’opera di Roma; c) L’omaggio di Paolo Betti, discendente di Famiglia al Monzone da generazioni, con una splendida composizione floreale. Una riunione dove non sono state invitate Autorità locali, ma solo…Famiglia vera! NECROLOGI ALOI Francesco Enrico – Savona – iscritto n° 20629 dal 29 luglio 2008 BERMOND Maria Eugenia – Torino – iscritta n° 17697 dal 23 aprile 2003 BONACCIO Riccardo – Canada – iscritto n° 20442 dal 13 marzo 2008 CASALINO Nicola – Andria (BA) – iscritto n° 12882 dall’11 aprile 1994 COPERTINO Vincenzo – Massafra (TA) – iscritto n° 22328 dal 18 gennaio 2012 MARCOMIN Andrea – Adria (RO) – iscritta n° GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 19301 dall’11 gennaio 2006 NITTOLI Emanuele Filiberto – Teramo – iscritto n° 20847 dal 6 febbraio 2009 PILON Fausto – Albignasego (PD) – iscritto n° 9341 dal 20 febbraio 1971 PUDDU Gianluigi Andrea – Ussana (CA) – iscritto n° 16563 dal 25 luglio 2001 SAPORITO Gaetano – Loano (SV) – iscritto n° 22431 dal 9 marzo 2012 SPIAZZI Amos – Verona – iscritto n° 10450 dal 21 maggio 1984 55 ULTIMO SALUTO ALLA G. D’O. VINCENZO COPERTINO L’8 ottobre 2012 ancora una volta la Bandiera della Delegazione di Taranto ed il suo Labaro espongono un fiocco nero, è il segno del lutto. Il lutto dell’intera comunità e di quanti in Delegazione hanno imparato ad amarlo e che, privati del suo gioioso sorriso, si sentono di aver perso un amico, un fratello buono e generoso strappato alla vita da una parte iniqua. Le Guardie, che si sono avvicendate alle porte della sala di rianimazione, di poi nella camera mortuaria dell’Ospedale ed infine nella camera ardente allestita a Massafra, sono riunite ora in tristezza per dare l’ultimo saluto alla Guardia d’Onore Vincenzo COPERTINO. Offrono a Lui il loro servizio di guardia come statue marmoree, ma con gli occhi colmi di pianto. Occhi che non si distaccano dalla bara del loro fraterno amico e su cui hanno poggiato il tricolore sabaudo, quasi a difesa di un corpo inanimato, ma adornato dai simboli della Guardia d’Onore. Questa volta è stato un tragico evento che ha portato via alla sua famiglia, alla collettività massafrese ed alla Delegazione la G. d’O. Vincenzo Copertino, da tutti conosciuto come “il Gigante Buono” anche per la sua bontà e per il suo servizio a favore degli altri. Il grande organizzatore ed animatore impegnato sul territorio e fuori da esso per dare corso ad eventi culturali e storici, senza mai tralasciare le attività di sostegno agli emarginati ed ai diversamente abili. Dopo 70 giorni di agonia, ha reso l’anima a Dio, lasciando nello sgomento e nello strazio più profondo l’amata moglie, la diletta figlia e la famiglia tutta così duramente colpita, l’Associazione Culturale “La Durlindana”, di cui era Presidente ed eccezionale animatore, la Delegazione di Taranto, che ha servito con onore ed umiltà, oltre all’intera comunità massafrese. A Lui l’imperituro ringraziamento per aver contribuito con grande intelligenza e determinazione a rendere partecipe la nostra Delegazione sul territorio massafrese a tutte quelle attività storiche e culturali da Lui ideate e che l’hanno fatta accogliere inizialmente con rispetto ed ora anche con grande affetto. Ormai a Massafra siamo di casa, e questo lo dobbiamo a te, non c’è manifestazione senza le Guardie: grazie Enzo. Alle sue donne vada la certezza che mai le Guardie della Delegazione le lasceranno sole; saremo con loro, saranno con noi e tra di noi, se lo vorranno, e 56 tu, Enzo, anche tu sarai con noi. Francesco Calò È venuto a mancare il dott. Nicola Casalino, Guardia d’Onore della delegazione di Barletta – Andria – Trani, per tanti anni responsabile per la Puglia negli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia. L’Ispettore avv. Angelo Gadaleta ha porto alla famiglia le condoglianze a nome di tutte le delegazioni dell’Italia Meridionale. Alle esequie hanno partecipato le Guardie d’Onore Bucci, Frisardi, Mameli (delegazione di Barletta – Andria – Trani), il delegato di Bari (con labaro della delegazione) Abbattista, la Guardia d’Onore De Robertis, il delegato di Lecce Mazza con le GG. d’O. Miastkowski, Tarantino e Zappatore. Corato Nella ricorrenza del Trigesimo della scomparsa della Guardia d’Onore Enza Porro Bucci, consorte della Guardia d’Onore Tommaso Bucci, il giorno 4 settembre 2012 presso la chiesa di Santa Maria Greca in Corato hanno partecipato alla celebrazione della Santa Messa il delegato provinciale di Bari Cav. Abbattista, l’Ispettore regionale per la Puglia Oronzo Cassa, le Guardie d’Onore Caterino Maurizio, Caterino Franco, De Robertis, Frisardi, Pirronti, Losito, Sassi, Tullio, Bove, Direnzo, Lobosco Nicola, Lobosco Raffaele. CANADA - QUEBEC Il 17 ottobre 2012, la Guardia d’Onore, Dr. Riccardo Bonaccio, ci ha lasciato. L’amico ed il collaboratore si confondono nell’immediata memoria: fui testimone, costernato ed impotente della di lui sofferenza, da più d’un anno, ormai. Il Dr. Bonaccio possedeva le qualità che mi fanno difetto. Era un interlocutore attento, la cui curiosità storica era un continuo sprone al dialogo informato. Scopriva spesso gustosi codicilli storici, risultato delle sue scorribande elettroniche: soggetto d’infinite discussioni, dissertazioni, congetture, critiche analitiche ahimè sterili, tolta la ginnastica intellettuale, intorno alla successione delle varie congiunture storiche chiave, pietre miliari della progressione della nostra storia. L’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, la nostra delegazione, perdono una componente rilevante della loro voce. Io perdo non un amico, bensì l’Amico. Andrea Maria Coda di San Grato GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 NUOVI ISCRITTI NUMERO COGNOME E NOME GRADO MILITARE 22.613 22.614 22.615 22.616 22.617 GASPARI Ruggero Antonio GIACALONE Roberto PISTORIO Giovanni PETITTA Rocco SCARLATA Giuseppe Ascanio 22.618 22.619 Caporal Maggiore 22.626 IRRERA Riccardo TURIANO MANTICA Alessandro DE NISI Alberto DONAGGIO Rodeana CUOMO Giuseppe BIANCHI Paolo BIANCHI Roberto COSTANTINI ROJAS Igina Mirella MAFFEI Francesco Paolo 22.627 22.628 22.629 22.630 22.631 22.632 22.633 22.634 22.635 22.636 CEFALO Luca CELLAI Pier Francesco LONGOBARDI Pierfrancesco DEMARCO Vincenzo GIOVINAZZO Giuseppe YE Zhonghe LEONE Biagio EMILI Marco DRAGONETTI Stefano LA FARCIOLA Francesco Carabiniere scelto Maresciallo Capo di 1^ classe Aviere Marinaio 22.637 22.638 ZAGARIA Luciano NIRO Carlo 22.639 22.640 22.641 22.642 22.643 22.644 22.645 22.646 22.647 CANALI Giovanna PISÀ Maria Antonietta LAZZERI Mauro VITIELLO Roberto INGROSSO Ivana PASSERA BARONI Enrica ALLOGGIO Francesco TALARICO Luca TARDITI Edoardo 22.648 22.649 22.650 22.651 22.652 PISANO Ciro MARCHI Mirco FERRO Odilo NALON Giuliano ALESSI Antonio 22.653 22.654 GUERRIERO Egidio RIPOLI Luca 22.620 22.621 22.622 22.623 22.624 22.625 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 Generale di divisione Caporale Caporal Maggiore Appuntato scelto Carabiniere scelto Sergente Sergente Aviere Secondo capo N. P. S. Tenente dei Bers. Maggiore di Cavalleria Secondo capo N. P. Caporale Maggiore Carabiniere scelto PROFESSIONE Artigiano Pensionato Docente Falegname Funzionario Polizia Penitenz. Portiere Imprenditore Impiegato professionale Commerciante Avvocato Graduato dei Carabinieri Studente Aus. di missione diplomatica Coordinatore infermieristico Graduato dei Carabinieri Sottufficiale dei Carabinieri Sottufficiale di Marina Ragioniere commercialista Termoidraulico Imprenditore Graduato dei Carabinieri Insegnante Studente Guardia Particolare Giurata Impiegato Funzionario tecnico LL. PP. Commerciante Capitano superiore di L. C. Pensionata Insegnante Pensionato Medico veterinario Direttore sanitario Insegnante Sottufficiale di Marina Impiegato Capitano di Lungo Corso Guardia Particolare Giurata Graduato dei Carabinieri Avvocato CITTÀ NASC. Creazzo (VI) Padova Padova Sarnig (CANADA) Enna 1957 1943 1948 1947 1972 San Michele (ME) Santa Teresa Riva (ME) 1954 1977 Barletta (BT) Chioggia (VE) Eboli (SA) Bagni di Lucca (LU) Bagni di Lucca (LU) Roma 1960 Barletta (BT) 1967 Benevento Firenze Nocera Inferiore (SA) Bitetto (BA) Varazze (SV) Milano Ciampino (RM) Civitanova Marche (MC) Potenza San Vito (CH) 1981 1976 1972 1962 1977 1970 1983 1965 1992 1984 Barletta (BT) Parma 1962 1957 Parma Livorno Livorno Marina di Campo (LI) Parma Parma Parma Mantova Parma 1976 1962 1989 1943 1959 1939 1978 1943 Massa (MS) Marina di Carrara (MS) Rosolina (RO) Palvello di Strà (VE) Nus (AO) 1962 1974 1950 1954 1957 Seregno (MB) Roma 1977 1978 57 22.655 GARIBALDI-HIBBERT Francis Consulente Montreux (SVIZZERA) 1956 22.656 PATELLI Federico 22.657 PRANDI Alessandro Primo Caporal Magg. Graduato dell'Esercito Albisola Superiore (SV) 1983 Fante Assistente C. F. S. Ceva (CN) 1974 22.658 NANNIPIERI della GIUNCAINA A. Funzionario di banca Livorno 1957 22.659 POZZATO Marilena Parrucchiera Rosolina (RO) 1953 22.660 GILIBERTO Mauro Pensionato Rosolina (RO) 1945 22.661 BADINI Roberto Sindaco Villarboit (VC) 1984 22.662 MORFEA Elena Rita Cantante lirica Milano 22.663 CASTELLO Alfonso Appuntato scelto Graduato dei Carabinieri Pompei (NA) 1973 22.664 SCALA Antonio Carabiniere scelto Graduato dei Carabinieri Napoli 1975 22.665 DEL GROSSO Michele Paracadutista Imprenditore Colle Sannita (BN) 1974 22.666 ALEBARDI Claudio Imprenditore - consulente Bergamo 1957 22.667 ALEBARDI Luca Isacco Damiano Imprenditore agricolo Bergamo 1992 22.668 MONCALIERI MORANDI Mariarosa 22.669 PALUMBO Williams Enzo Graduato dei Carabinieri Lucera (FG) 1979 22.670 COSTANZO Luciano Ulderico Medico Catania 1953 22.671 ALGERI Alessandro Maresciallo Sottufficiale dei Carabinieri Grosseto 1975 22.672 LIBRANTE Alessandro Capitano dei Granatieri Ufficiale dell'Esercito Fregene (RM) 1969 22.673 PIGA Gian Franco Imprenditore Cagliari 1959 22.674 DURANTE Giuseppe Ispettore P. S. Barletta (BT) 1956 22.675 CUCINELLI Benedetto Imprenditore Corsano (LE) 1977 22.676 LOBASCIO Giuseppe Sacerdote Corato (BT) 1969 22.677 CONTI Nicoletta Artista Forlì (FC) 22.678 ANGIOLONI Roberto Artigiano Orbetello (GR) 1962 22.679 CHAQUÉS RAMÓN Claudio Imprenditore Puzol (SPAGNA) 1960 22.680 MANFRINATO Vittorio Pensionato Adria (RO) 1945 22.681 MARON Graziano Geonetra Concadirame (RO) 1952 22.682 GIALAIN Lino Caporale Artigiano Pozzonovo (PD) 1944 22.683 BASTIANELLI Silvano Sergente M. M. Impiegato P. C. M. Roma 1956 22.684 NARDELLA Gianluca Sergente Sottufficiale dell'Esercito Roma 1978 22.685 PANICHI Giovanni Impiegato Alba Adriatica (TE) 1965 22.686 BASCIANO William Ten. Col. del Genio Ufficiale dell'Esercito Pescara 1953 22.687 BIASIELLO Nicandro Carabiniere Pensionato Venafro (IS) 1944 22.688 PELUZZI Davide Imprenditore Montorio al Vomano (TE) 1968 22.689 PASSARELLI Monia Artigiana decoratrice Pescara 1970 22.690 BERTINOTTI Andrea Boezio Funzionario Milano 1974 22.691 BALLARATI Anna Maria Artista Roma 22.692 PERELLA Luigi Pensionato Verona 1946 22.693 DE BELLIS Michele Avvocato Rovigo 1979 22.694 VALENTINI Remo Commerciante Santa Maria Maddalena (RO) 1947 22.695 SANTACESARIA di BARALE Adriano Maria Funzionario carriera diplom. Roma 1951 22.696 MONNI Luciano Imprenditore Aprilia (LT) 1969 22.697 GONZALEZ Salvatore Sommozzatore Gaeta (LT) 1974 58 Brig. capo G. d. F. Carabiniere scelto Soldato Sergente dei lagunari GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 OGGETTISTICA Foulard Cravatta Sciarpa Cravatta Marinella Cravatta Marinella € 20,00 € 30,00 € 30,00 € 30,00 € 100,00 € 100,00 Distintivo G. d’O. Scelta Distintivo Ispettore Distintivo G. d’O. 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Gli oggetti sono disponibili presso l'Istituto; in caso di spedizione occorrerà aggiungere € 5 per le spese postali. Per verificare l’effettiva disponibilità dei singoli articoli, consultare la sezione “Oggettistica” del nostro sito internet www.guardiadonorealpantheon.it GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013 59 60 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2013