La grande abbuffata
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La grande abbuffata
cent 50 DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona Tav troppo cara, Vicenza lontana dal mondo di Giovanni Coviello Un km di Tav in Italia costa 44 milioni di euro, in Francia 15, in Spagna 13. Questo confronto numerico (parametro assoluto e inequivocabile della inefficienza del Sistema Italia, eccessi di speculazione inclusi) ha messo ko, sulla questione "Tav si, Tav no", anche me. Da vecchio "romano" sono da sempre innamorato sostenitore dell'importanza delle vie di comunicazione (aeroporto incluso) per conquistare il mondo, e Vicenza - che si trova al centro di tanti mondi economici mi appare sempre più alla periferia delle grandi rotte di comunicazione. Ma come si può ragionare sulle varie alternative, riconducibili a un mix di esigenze di parte che spesso dimenticano il famoso interesse pubblico, se il macigno che incombe su tutte è il costo faraonico dell'impresa? Le discussioni sull'impatto ambientale e sui reali vantaggi dell'area di Vicenza per avvicinarsi al resto del mondo diventano, al confronto, semplici ciacole. Anno 2 nr. 52 - Sabat0 31 marzo 2007 La grande abbuffata Sedici anni di annunci e un buco di 100 miliardi di euro: ecco il bilancio della Tav italiana. E a Vicenza la linea conviene solo alle imprese da pagina 4 (continua a pagina 17) Ederle e Dal Molin, le alternative del No a pagina 3 Prosperini dalla Lombardia con furore a pagina 11 Schio, commissariato di polizia utile a chi? a pagina 8 Campagna elettorale, i manifesti che non vedrete mai a pagina 15 3 31 MARZO 2007 interventi L'intervento. Ecco come l'esperto dei no-base Eugenio Vivian immagina di convertire Dal Molin e Ederle Aree militari: 8 modi per renderle più civili Qui di seguito riportiamo lo studio di fattibilità dall'esperto del Comitato del No Dal Molin, l'ingegner Eugenio Vivian, per un uso alternativo sia dell'area dell'aeroporto che dell'area di Camp Ederle, nell'ipotesi vengano dismessi in caso di vittoria del No. Le fonti utilizzate da Vivian sono ufficiali, ovvero i dati forniti dal consolato americano e pubblicati sul Giornale di Vicenza il 20 gennaio 2007. Lo scenario ipotizzato prevede un investimento complessivo di 500 milioni di euro, spalmato su tre generazioni (da cui il titolo: "Progetto Vicenza: un impegno per tre generazioni"). Polo universitario Sia Verona che Padova stanno premendo per portare a Vicenza corsi di laurea, corsi di specializzazione e nuovi insegnamenti. Verona, come scritto nel PTCP (il piano urbanistico della Provincia, ndr) di Vicenza, corsi di tipo economico; Padova specializzazioni di medicina, medicina aereospaziale, biomedica, ingegneria dei materiali ed elettronica. I fruitori di questi corsi pluriennali a regime potranno essere almeno 3.000/5.000 studenti. Parco scientifico-tecnologico Attività di ricerca connessa direttamente con il punto precedente e con le imprese per offrire servizi a costi contenuti ed in particolare: miglioramento dei prodotti esistenti; creazione nuovi prodotti; fase prototipale dei prodotti; analisi mercati; consulenze tecnicoorganizzative; ecc. "Incubatrice" nuove imprese Dall'attività di ricerca descritta al punto precedente sicuramente nasceranno nuove attività. Da qui la necessità di avviarle e renderle produttive facendole operare inizialmen- La pista del Dal Molin così com'è oggi. Tra le idee alternative anche una centrale per energie rinnovabili te in ambiente "protetto" e con costi bassissimi. Solo dopo un periodo di 2/ 3 anni oppure a dimensione critica raggiunta dovranno trovare una "normale" ubicazione lasciando spazio ad altre nuove iniziative. Progetto pilota energia Avvio del progetto pilota per la produzione di energia da fonti rinnovabili, iniziando da subito dal solare. La potenza installata dovrebbe superare i 12 MW e sarebbe realizzabile con un investimento di circa 50 milioni di euro. Il fatturato annuo in "conto energia certificata verde" sarebbe di almeno 5 milioni di euro/anno. L'intera area "Dal Molin" potrebbe diventare non solo il prototipo di un insediamento nergeticamente autonomo ma soprattutto produttore di energia "verde". Il recentissimo orientamento della UE è proprio in questa direzione, avendo posto l'obiettivo di ridurre l'emissione dei gas serra del 20% nei prossimi anni. Sistema cooperativo E' previsto che il mercato dell'energia da fonti rinnovabili, al termine dei prossimi 5 anni, abbia un volume di affari annuo superiore di 10 volte quello del 2006. In Germania, Una riunione all'Ederle. Gli spazi liberati dai militari potrebbero essere utili per università e cultura Paese più avanzato di noi e produttore di sistemi solari, sono stati creati più di 100.000 nuovi posti di lavoro. Previa una fase formativa, volta ad acquisire la nuova professionalità, l'attività di installazione e di manutenzione dei nuovi sistemi di energia rinnovabile potrebbe essere una attività che va ad affiancarsi a quella dei tradizionali servizi di idraulico, elettricista, fabbro, meccanico, pulizie, manutenzione aree esterne, trasporto, ecc. Dette professionalità attualmente sono presenti tra i lavoratori italiani di Camp Ederle. Centro giovani Nell'attuale area militare del "Dal Molin"sono presenti 2 piscine ed un attrezzata palestra. Sono presenti altresì degli edifici che, in parte, potrebbero essere adibiti a luogo di incontro, di ritrovo e svago dei giovani in quanto attualmente in città non esiste nessuna struttura di questo tipo. Riconversione immobiliare Gli immobili della "Ederle", della "housing area" e del "Dal Molin" saranno oggetto di un recupero immobiliare per circa 1.000.000 di mc. L'intervento sarà di grande importanza in quanto permetterà di riprogettare un intero quartiere. Il patrimonio immobiliare, ora totalmente demaniale, per il 40% potrà restare di proprietà pubblica ed il restante 60% potrà essere ceduto ai privati che faranno interventi coerenti con un piano di recupero in precedenza approvato. Avremo di conseguenza entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione, ICI ed IRPEF. Vigili del fuoco L'attuale caserma dei VVFF di Vicenza è interessata da sfratto, per cui potrebbe insediarsi al "Dal Molin" assieme alla Protezione Civile ed al Corpo Forestale. Da notare che siamo in una struttura aeroportuale attiva dotata degli idonei sistemi per il volo, di hangar, di officina riparazioni e laboratori. Centro culturale Creare un'area da dedicare ad eventi culturali, mostre, conferenze, meeting, ecc. Fonti di finanziamento A livello Europa: ripristino del fondo per riconversioni da militare a civile; fondo per le attività di ricerca; fondo per l'energia da fonti rinnovabili; fondo per l'avvio di attività da parte di "giovani". A livello nazionale: istituzione di un fondo per dismissioni militari; destinare 10 annualità del contributo extra NATO che il Governo italiano versa a quello degli Stati Uniti, qualunque sia la forma (nel 2004 circa 65 milioni di euro per la sola "Ederle"); attivare un canale preferenziale per l'accesso al conto energia o addirittura per diventare produttore di energia "rinnovabile". A livello locale (Regione, Provincia, Comune): fondo per la formazione professionale; fondo per i settori in crisi e/o riconversione; fondazioni bancarie; associazioni di categoria. Benefici Ritorno alla sovranità nazionale da 2.336.000 mq a 3.106.000 mq ubicati nel Comune di Vicenza, di Torri di Quartesolo, Longare , Arcugnano ed in futuro Quinto Vicentino; Ederle, housing area e Dal Molin sono 1.000.000 di mc che saranno totalmente interessati da riconversione immobiliare. Per questo tipo di intervento è molto più probabile che si ricorra ad imprese locali che non per la realizzazione della nuova base. Cedendo ai privati il 60% della cubatura l'introito sarà almeno di 150 milioni di euro. Il quartiere di S. Pio X assumerà un aumento del valore del patrimonio immobiliare che attualmente è tra i più bassi di Vicenza Nessun utilizzo di nuovo territorio, ma conversione di aree già urbanizzate. Aumento delle entrate fiscali per ICI ed IRPEF per oltre 1,1 milioni di euro all'anno e degli oneri di urbanizzazione per oltre 7 milioni di euro. L'Azienda Municipalizzata che eroga le utilities non effettuerà un investimento di 9 milioni di euro, al netto del contributo a carico richiedente, di dubbio ritorno. La città come "fabbrica" di idee che produca un profondo cambiamento culturale, sociale ed economico da diventare il prototipo a livello europeo dell'evoluzione di una città imprenditoriale. Ing. Eugenio Vivian www.vicenzapiu.com [email protected] Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO [email protected] Direttore Responsabile ROBERTO BERTOLDI Editori PIÙ MEDIA SRL Strada Marosticana, 3 – Vicenza [email protected] & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Redattori LUCA MATTEAZZI [email protected] ALESSIO MANNINO [email protected] ILARIO TONIELLO [email protected] Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO [email protected] PAOLO MUTTERLE [email protected] Collaborano: GIOVANNI MAGALOTTI GIULIANO CORÀ FRANCESCO CAVALLARO REDAZIONE DI VERONA Via Nizza, 8 telefono 045 8015855; Fax 0458041460 Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Stampa Stampato dalla Pentagraph S.r.l. via Tavagnacco, 61 33100 Udine Autorizz.Tribunale C.P. di Verona nr. 736/03 del 29/09/2003 Supplemento della Cronaca di Trento del 3 febbraio 2007 Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000 4 31 MARZO 2007 inchieste La storia di un'opera "strategica" solo per i privati. Che hanno lucrato sui debiti. Pubblici Tav: Treni ad Alta Voracità DI ALESSIO MANNINO La pagheremo cara. Molto cara. Per gli altri paesi europei l'alta velocità ferroviaria sarà pure un affare, ma non lo è per gli italiani: è una voragine di più di 100 miliardi di euro (190 mila miliardi di vecchie lire!). Lo dicono i fatti, magicamente scomparsi per non recar disturbo ai manovratori di una gigantesca appropriazione di denaro pubblico conosciuta anche come Tav. Le origini: il Grande Bluff Ideatori della maxi-operazione Tav fra gli ultimi anni '80 e i primi '90 fu un'allegra combriccola di manager e politici tutti di lì a poco affogati nell'inchiesta Mani Pulite: l'allora ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino, autore dell'architettura finanziaria; Lorenzo Necci, ex presidente Enimont a capo delle Ferrovie; Pierfrancesco Pacini Battaglia, faccendiere sodale di Necci, al centro di un giro miliardario di mazzette alla Guardia di Finanza. Sono loro a creare la Tav Spa nel 1991, strombazzata come una società prevalentemente privata quando invece altro non era che una controllata pubblica, dato che la maggioranza era detenuta da Fs e istituti di diritto pubblico e il 60% del finanziamento era coperto dallo Stato, che garantiva sia la restituzione che gli interessi dei prestiti bancari. Ed è sempre loro la firma del sistema con cui vengono affidate le concessioni ai privati: i "general contractor". Si tratta di concessionari scelti in base a "trattativa privata", cioè senza una gara trasparente. I prescelti sono tre, un privato e due Lavori di costruzione della Tav Il progetto della linea. Vicenza è ancora un'incognita pubblici: Cogefar-Impresit (Fiat, oggi Impregilo di BenettonLigresti-Gavio), Iritecna (Iri, oggi Fintecna, sempre statale), e SnamProgetti (Eni). Il meccanismo di concessione si basa su un trucco: i concessionari hanno tutti i poteri di committenti pubblici - progettazione, eventuali espropriazioni di terreni privati, direzione lavori - ma non la gestione dell'opera. Ossia non devono badare a come reperire le risorse per coprire le spese. Tanto, paga Pantalone. Cioè lo Stato. Quel 60% di finanziamenti dovrebbero arrivare da prestiti da ripagare con le future entrate dell'opera una volta andata in attivo. Ora, in questi 16 anni di bilanci in attivo non se ne sono visti per il semplice fatto che la linea italiana a tutt'oggi conta soltanto due tratte più o meno ultimate (Roma-Napoli e TorinoNovara) e altre due ancora cantierizzate (Torino-Novara, PadovaVenezia). Tutto le altre sono ancora sulla carta. Prodi e i poteri forti Dietro alle tre Grandi Sorelle Iri, Eni e Fiat c'è una schiera numerosa e affamata di gruppi industriali legati fra loro in tutti i grandi business delle costruzioni, come "Lo scandalo del TAV è l'emblema della degenerazione globale del sistema politico; esso ha coinvolto maggioranza e opposizione in egual misura. Dopo Tangentopoli non è scaturita una Repubblica rinnovata, ma una riedizione peggiore del vecchio sistema di potere" Fernando Imposimato, 'Corruzione ad Alta Velocità', 1999, Koinè Edizioni il Ponte sullo Stretto e le basi americane: dalle imprese di Marcellino Gavio (Itinera, Impregilo) alle cooperative rosse (CCC, CMC), dalla Pizzarotti al gruppo Caltagirone, da Maltauro alla Astaldi, solo per fare i nomi più grossi. Un arcipelago vastissimo di interessi economici che si aggiudicano i 26 mila miliardi di lire di giro d'affari (stima ufficiale del 1991), spartendoseli tramite 7 consorzi: Iricav 1 (Roma-Napoli), Iricav 2 (Verona-Venezia), Cepav 1 (Milano-Bologna), Cepav 2 (Milano-Verona), Cociv (MilanoGenova), Cavet (BolognaFirenze), Cav.To.Mi (TorinoMilano). E chi è chiamato a garantire la mega-speculazione per lo Stato? Il professor Romano Prodi, fino al 1989 presidente dell'Iri, carica che occuperà di nuovo nel 1993. A sovrintendere alle nuove stazioni (i nodi) fu invece designata Susanna Agnelli, sorella di Giovanni l'Avvocato, presidente Fiat. Iri e Fiat: due dei grandi general contractor. Debiti, debiti, debiti Si succedono i governi, e nessuno fa una piega di fronte al disastro finanziario di una Tav malnata. Amato, Ciampi, Berlusconi e il "garante" Prodi: tutti a coprire il costo spaventoso per la collettività che cresce di anno in anno, come un tumore. "Nel 1997 una stima realistica e attendibile pubblicata da esperti del settore costruzioni segnala l'aumento spaventoso dei costi: per le sole tratte ferroviarie si è già passati da 18.000 a 55.000 miliardi di lire, per i nodi (cioè le nuove stazioni) da 2.000 a 15.600 miliardi, per le infrastrutture aeree da 1.200 a 5.800 miliardi, per il materiale rotabile da 4.800 a 11.600 miliardi. Dunque, nel 1997 si è già a una previsione di più di 88.000 miliardi per i soli aspetti costruttivi" (Ivan Cicconi, 'La storia del futuro di Tangentopoli', 1998). Il sottosegretario Visco ha quantificato in 13 miliardi di euro il debito dal 2002 al 2005. Procedendo a spanne e per difetto, si può calcolare in oltre 100 miliardi i soldi pubblici polverizzati dal 1991 a oggi. I gemelli Tremonti-Lunardi Nella Finanziaria 2001 il ministro ulivista Bersani cancella le concessioni e opta per una procedura di gara pubblica. Ma quello stesso anno Berlusconi va al governo con un programma sulle Grandi Opere (trasfuse nella Legge Obbiettivo). Neo-ministro delle infrastrutture è Pietro Lunardi, il quale revoca la gara e torna ai general contractor, a lui molto cari. Essì, perché Lunardi possedeva la Rocksoil, una società di progettazione che aveva fornito la propria consulenza al consorzio Cavet per la Bologna-Firenze. Il sensibile Lunardi, però, per sviare sospetti sul proprio conflitto d'interessi quello stesso anno trasferì la proprietà… a moglie e figli. Ad affiancare Lunardi c'è il ragioner Tremonti, che nel 2002 sposta i finanziamenti e i debiti di Tav Spa (acquistata per intero dallo Stato nel 1998) a un'altra scatola vuota, Infrastrutture Spa, di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti. La finanza creativa di Tremonti doveva servire a stornare il debito dell'alta velocità dalle uscite dello Stato, emettendo obbligazioni del Tesoro (i Tav bond). La Commissione europea gli fece fare marcia indietro, e l'idea di mettere le mani nelle tasche dei risparmiatori coi bond per drenare altri soldi nella mangiatoia Tav fortunatamente naufragò. La rapina continua E arriviamo ad oggi, anno di grazia 2007: la famosa "lenzuolata Bersani", cioè il pacchetto di liberalizzazioni varato con la Finanziaria del governo Prodi, attende di essere convertita in legge alla Camere. Se passa, addio ai general contractor, si va alla gara d'appalto europea e le imprese apriranno contenziosi miliardari che il governo sarà costretto a prevenire con pingui arbitrati (cioè con pagamenti concordati). Altrimenti, si resta al vecchio sistema. Ma sia nell'uno che nell'altro caso, ai consorzi privati giungerà comunque un fiume di denaro, perché all'articolo 12 del decreto Bersani sta scritto che in ogni caso verranno "liquidati per i costi sostenuti". Come conteggiarli è un mistero, visto che un calcolo non è mai stato fatto. Ma è certo che, di riffa o di raffa, a guadagnarci finora sono stati sono loro, i privati. Che hanno realizzato, come abbiamo visto, molto poco. Ma hanno lucrato tanto, tantissimo, semplicemente limitandosi all'intermediazione finanziaria: se lo Stato stanzia, poniamo, 100 milioni per un pezzo di tratta, il contractor si prende, per ipotesi, il 10%, e il restante lo mette a disposizione dei subappaltatori. Fine del lavoro. E lo Stato, ossia il governo, nell'ultima manovra economica ha stanziato altri 3 miliardi 300 milioni fino al 2009, che diventeranno 8 miliardi e 100 fino al 2021 per la dorsale Torino-MilanoNapoli. Ora, se si pensa che solo per la tratta Verona-Padova si parla di un costo lievitato a 8 miliardi di euro (fonte: comitato scientifico della Conferenza dei Sindaci vicentini), è quasi infantile dedurre che soldi non ce ne sono. Eppure ne vengono buttati ancora, per la gioia delle grasse vacche private. E per la rovina dei contribuenti, raggirati e rapinati. 5 31 MARZO 2007 inchieste Un'infinità di progetti, annunci e polemiche, un'unica certezza: sulla Tav è ancora tutto da decidere Vicenza, la storia infinita DI LUCA MATTEAZZI Quindici anni di annunci, proteste e smentite, almeno tre differenti progetti con un'infinità di varianti - con un tunnel, con due tunnel, con tre tunnel, senza tunnel, a sud dell'autostrada, a sud dei Berici e via dicendo -, una serie ancora più sterminata di rinvii, dichiarazioni e controdichiarazioni. Poche opere si sono rivelate così complesse e capaci di accendere le polemiche come la linea ferroviaria ad alta velocità - alta capacità, meglio nota come Tav. Del suo passaggio nel vicentino di parla almeno dai primi anni '90, ma la situazione è tuttora in alto mare, e ancora oggi non si sa se, quando, e come la Tav sarà realizzata. Abbiamo provato a ricostruire le tappe principali di una classica telenovela all'italiana, una vicenda che potrebbe anche far sorridere se di mezzo non ci fossero interessi colossali e il destino di un'opera che in tanti considerano strategica. Anni '80. La storia dell'alta velocità italiana comincia in questo periodo. Nel 1984 le ferrovie dello stato costituiscono la Sistav-Italfer, società che dovrà costruire e gestire le future linee dei treni superveloci. Anni '90. Nel 1992 è pronta una prima ipotesi di progetto per la linea Torino Venezia, che prevede un passaggio a sud di Vicenza, con una galleria di una decina di chilometri sotto i Berici, ipotesi bocciata nel 1996. La definizione del tratto tra Verona e Padova viene rinviata ad una fase successiva. Tra la fine degli anni '90 e il 2003 si riuniscono vari tavoli istituzionali a cui partecipano tutti gli enti interessati: al centro della discussione ci sono adesso due progetti per il passaggio a Vicenza. Il primo prevede che i nuovi binari corrano a fianco dell'autostrada A4, il secondo (fortemente voluto dall'assessore alla mobilità Claudio Cicero) opta invece per un percorso che ricalca quello della linea ferroviaria esistente, e che dovrebbe svolgersi in gran parte in tunnel, con tanto di stazione sotterranea in città. 5 Giugno 2003. Il gruppo di progetto conclude i lavori dicendo che, nonostante i costi siano più alti e i tempi di realizzazione più lunghi, il tunnel è preferibile al tracciato in La stazione di Vicenza. superficie. Per realizzare il tracciato lungo l'autostrada servirebbero 4 anni e mezzo e 470 milioni di euro, per il tunnel 7 anni e 1430 milioni di euro, con la possibilità di ridurre la spesa fino a 850 milioni di euro ritoccando alcuni punti del progetto. 9 giugno 2003. Le ferrovie depositano il loro progetto. A sorpresa il progetto non è quello con il tunnel di cui si era discusso fino a qualche gior- no prima, ma quello che corre in superficie, a fianco dell'autostrada con viadotti alti venti metri. Ai contrari resta un mese per presentare le osservazioni. Luglio 2003. Un comunicato stampa del ministro delle infrastrutture Lunardi rimescola le carte: a Vicenza l'alta velocità passa in tunnel, afferma il ministro. Il compromesso sembra raggiunto attorno all'ipotesi di un triplo tunnel, o meglio di un tunnel spezzettato in tre: due gallerie, una ad est ed una ad ovest della città, e una terza sotto la stazione, con possibilità di realizzare in futuro una stazione, un raccordo con la linea per Treviso e un parcheggio interrati. La Provincia, intanto, rispolvera una terza ipotesi, il passaggio a sud dei Berici, con un collegamento veloce al capoluogo. La proposta riceve però un secco no dai comuni interessati. Settembre/ottobre 2003. Nuovo colpo di scena: al momento di cominciare la valutazione di impatto ambientale, Italfer annuncia che sta valutando l'ipotesi tunnel. La valuta- Lavori in mezza Italia Mentre a Vicenza la situazione non si sblocca, in altre zone d'Italia le linee ad alta velocità sono già in funzione da tempo. I 250 chilometri della direttissima Firenze Roma, costruiti tra la fine degli anni '70 e i primissimi anni '90, sono addirittura stati una delle prime linee del genere al mondo. Attualmente le tratte a cui si sta lavorando, o che sono in progettazione, sono sei, sviluppate attorno ai due grandi assi che vanno da Torino a Napoli e da Torino a Venezia. In totale, alla fine dei lavori, il sistema dell'alta capacità si svilupperà per oltre 1250 chilometri, con una spesa difficilmente calcolabile. Le fonti ufficiali parlano di investimenti per 32 miliardi di euro (circa 60mila miliardi delle vecchie lire) per la sola linea Torino Milano Napoli, ma c'è chi ipotizza che la cifra reale sia ben più alta. La società di ricerca Nuova Quasco, che ha effettuato uno studio sull'argomento avanza una stima di 66 miliardi di euro se si prendono per buoni i dati ufficiali, e di 87 calcolando il costo effettivo: praticamente il quintuplo dei 14 miliardi preventivati nel 1991. Indovinare i tempi è quasi impossibile: il collegamento tra Torino - Milano e Napoli dovrebbe essere pronto nel 2009, per il resto ci vorrebbe la sfera di cristallo. Roma - Napoli. Inaugurata il 21 dicembre 2005, è il primo tratto completato di linea ad alta velocità. In realtà, sono entrati in funzione solo 195 chilometri, sui 204 dell'intero percor- so: mancano ancora gli ultimi 18 chilometri prima di Napoli, e il collegamento con le stazioni delle due metropoli. Il costo finale sarà di 6,3 miliardi di euro, contro i 2 previsti inizialmente. Torino - Novara - Milano. Anche questa è già in funzione, inaugurata il 10 febbraio 2006, giusto in tempo per le Olimpiadi invernali. È lunga 85 chilometri, mentre per arrivare a Milano ne mancano altri 40: i cantieri sono aperti, e la linea dovrebbe essere attivata nel 2009. Una volta completata, per andare da Torino a Milano basteranno 50 minuti (attualmente ci si impiega un'ora e mezza). Il costo previsto è di 7,5 milioni di euro. Milano - Bologna. Ruspe in azione e operai al lavoro anche qui: l'80 per cento dei 182 chilometri della linea sono già realizzati. Il costo si aggira attorno ai 5 milioni di euro. Bologna - Firenze. Uno dei tratti più problematici e contestati, per la problematiche ambientali che ha sollevato (prosciugamento di alcune falde acquifere, solo per dirne uno). La linea è lunga 78 chilometri, di cui 73 in galleria, già tutte scavate. Sono in corso le rifiniture e l'elettrificazione. Il costo? Oltre 5 miliardi di euro. Milano - Verona - Venezia. Si sta già lavorando sia tra Milano e Treviglio sia, nei 24 chilometri che collegano Padova a Mestre. Restano da definire, invece, sia la progettazione definitiva del tratto Treviglio - Verona, sia quella del tratto Verona Padova, con la grande incognita del futuro di Vicenza. Terzo valico. 63 chilometri, da Genova a Tortona, per collegare il capoluogo ligure alla pianura padana. È in progettazione. Nel progetto rientrano, inoltre, le stazioni di Roma, Napoli e Bologna, e i collegamenti con le linee del resto d'Europa, come il traforo del Brennero e la contestatissima Torino Lione attraverso la Val di Susa. L. M. zione viene sospesa, mentre Regione e Comuni ribadiscono il loro no al progetto delle ferrovie. Due mesi dopo la Regione approva una delibera con la proposta del tunnel spezzettato. Primavera 2004 Doccia fredda per il vicentino: il ministro Lunardi spiega che i soldi per il tunnel non ci sono. Si torna a parlare del passaggio a sud dei Berici. 4 novembre 2005. Il ministro Lunardi dichiara che si è tornati a lavorare sul vecchio progetto, quello che prevede l'affiancamento all'autostrada e i viadotti alti venti metri, salvo smentire tutto (parzialmente) il giorno dopo. Gennaio 2006. Questa volta è la presidente della provincia Manuela Dal Lago a bocciare il tunnel: costa troppo, scordiamocelo, afferma in consiglio provinciale. Meglio lavorare per un soluzione che eviti l'affiancamento all'A4. Grazie ad un'intesa tra la Provincia di Vicenza e la Provincia di Verona, l'ipotesi di spostare la Tav a sud dei Berici riprende corpo. Febbraio 2006. Dopo una riunione del comitato Transpadana sembra fatta per la proposta Cicero: passaggio a Vicenza con tunnel ad Altavilla, ed eventuale stazione sotterranea in un secondo momento. Marzo 2006. finalmente si riunisce il Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica. Arriva il via libero al progetto preliminare: si parla di un tunnel sotto Altavilla, e passaggio dei treni in stazione in superficie alla velocità ridotta di 100 km/h. Rinviata ad una seconda fase, invece, la galleria sotto la città. Il costo stimato per la tratta Verona Padova è di 3.300 milioni di euro, che dovrebbero salire a 4.400 con la seconda fase. Novembre 2006. La delibera approvata dal Cipe a marzo viene pubblicata solo a novembre. Non c'è traccia del tunnel, né della valutazione di impatto ambientale. Si rinvia ogni decisione al progetto definitivo. Marzo 2007. Il viceministro dei Trasporti Cesare De Piccoli ribadisce: la linea Padova Verona non è ancora stata finanziata, non lo sarà neanche l'anno prossimo, e non c'è un progetto già approvato; c'è tutto il tempo per discutere con gli enti locali, e scegliere la soluzione migliore. Non solo: De Piccoli rispolvera l'idea del vecchio tracciato presentato da Rfi, con i binari a fianco dell'autostrada e una fermata a Vicenza Ovest. Una soluzione che, spiega, costerebbe di meno e potrebbe essere realizzata in tempi rapidi. 6 inchiesta 31 MARZO 2007 I perché del tunnel "confindustriale" di Cicero e del no "autostradale" della Dal Lago. Ma la tratta è troppo piccola e costosa Supertreno beric, interessi forti DI ALESSIO MANNINO Se sognate di veder fermare il supertreno ad alta velocità alla stazione ferroviaria di Vicenza, o siete degli inguaribili e ostinati innamorati dell'idea come l'assessore Claudio Cicero, oppure non avete chiara la situazione e la storia della Tav sotto i Colli Berici. Di progetti nel corso di questi anni se ne sono ipotizzati tre. Il primo è quello "storico", vagliato dalla commissione radunatasi nel biennio 2002-2003 con dentro quasi tutti i soggetti interessati: Comune, Regione, ministero Infrastrutture, Rfi (la società Fs che gestisce la rete) e Iricav 2 (di cui fanno parte Astaldi, Condotte d'Acqua, Impregilo, Fintecna, Ansaldo, Lamaro, Torno, Salini. Non Maltauro, che è presente col 12% nel consorzio Cepav 2 Milano-Torino). Prevede l'affiancamento all'autostrada A4 Serenissima Brescia-Padova. Della quale il primo azionista (18%) è la Provincia di Vicenza, che non fu Un tracciato parallelo a linea tradizionale e autostrada sembra più probabile un caso se non partecipò al gruppo di lavoro. Manuela Dal Lago, data per prossima presidente della società autostradale, ha sempre maldigerito l'operazione Tav. Per due motivi: perché il tracciato interferirebbe con l'A4 in ben 15 punti (su un totale di ben 57 sull'intero tratto Brescia-Padova), con conseguenti interruzioni, disagi e problemi di viabilità, cioè minori introiti; e perché sa che la linea non potrà mai fornire un servizio di carico merci per la presenza di due Interporti a Padova e Verona. Le proteste dei cittadini contro la Tav Perciò per lei, se proprio si deve fare, la si faccia a sud di Vicenza, con una linea ex novo e morta lì. Fumo negli occhi della Dal Lago è poi la terza ipotesi, quella vagheggiata da Cicero: un galleria da Brendola a Grisignano di Zocco con una nuova stazione sotterranea che sorgerebbe nell'ambito di quella di Vicenza. A guadagnarci dal tunnel sarebbero alcune imprese locali (cavatori e laterizi, per esempio Stabila), e poi società telefoniche, aziende di fibre ottiche, la Finmeccanica per il materiale rotabile, l'Enel per l'elettrodotto. Una cosetta da 3-4 miliardi di euro, secondo il comitato scientifico della Conferenza dei Sindaci. Il tunnel vuol dire no a espropri e demolizioni, ma significa anche tempi (e quindi costi) più lunghi, imprevisti più facili e vincoli di sicurezza enormemente più pesanti. Tuttavia, lasciando stare l'impatto ambientale (su cui fino ad oggi manca una valutazione di compatibilità proprio sul corridoio di Vicenza), quale sarebbe il tracciato più conveniente per lo Stato, cioè per i cittadini? In realtà questa è una falsa domanda. Quella vera è questa: è conveniente l'alta velocità sulla linea Verona-Padova? La risposta è no. A parte il dato generale per cui il costo medio di un chilometro di Tav in Italia è di 44 milioni di euro mentre in Francia è di 15 e in Spagna è di 13, quello che riguarda il capoluogo berico verte sulla razionalità stessa dell'opera: tra Verona (che è un nodo importante) e Vicenza (che non lo è) ci sono 45 km di distanza, al treno servono 27 km per accelerare fino a 250 km/h (velocità normale di corsa) e 8 km per fermarsi, quindi andrà a regime per soli 10 km. Che senso ha spendere 4 miliardi 400 milioni di euro (la prudente stima ufficiale del Cipe, il comitato interministeriale) o addirittura, come sostiene la Conferenza dei Sindaci, il doppio, per appena 10 km? Nessuno, per la casse dello Stato. Ne ha molto invece per le imprese, che infatti sono grandi sostenitrici della Tav ovunque e comunque, e per questo mobilitano i loro organi di informazione (cioè l'intera stampa) per martellare l'opinione pubblica con l'idea che "Tav è bello" contro ogni evidenza. L'industria cerca anzi, com'è del resto nella logica di profitto, di massimizzare i futuri guadagni: di qui il can can delle categorie economiche vicentine in difesa del tunnel ciceriano, che costerebbe come minimo 1 miliardo e 300 milioni di euro pubblici in più. Nota a margine. Se qualcuno dovesse stupirsi del fatto che la Dal Lago, in genere attenta agli interessi degli industriali, abbia assunto una posizione così nettamente contraria al tracciato più invasivo, la spiegazione sta in una parola: priorità. Che per lei va all'autostrada, dove il suo controllo è e sarà sempre più diretto. Alla fine della fiera l'ultima delibera del Cipe, risalente al marzo 2006, sposa il primo progetto: niente tunnel, dunque. Intanto quattro Comuni (Altavilla, Montebello, San Bonifacio, Torri di Quartesolo) hanno di recente presentato ricorso al Tar: una pistola puntata sul binario già morto di una linea che dovrebbe andare a gara non prima del 2009. Come abbiamo visto, ragioni di pura logica prima ancora che economiche e ambientali congiurano contro la Tav vicentina. Ma forse, alla radice di una soluzione che non risolve i problemi di un sistema italiano di trasporti in cui il traffico è all'80% locale e regionale e le linee sono insufficienti e antiquate, c'è una verità pronunciata fin dagli anni '80 da un 'insospettabile', ovvero Mario Schimberni, ai tempi presidente delle Ferrovie: "L'alta velocità? Una cravatta su un vestito di cenci". 7 31 MARZO 2007 fatti¬izie Personaggi e manovre che tengono banco nella Quercia in tempesta congressuale Ds, tutti i segreti di un partito spaccato. E che non si rinnova DI ALESSIO MANNINO Dal dibattito soffocato al dibattito scoppiato: ecco i Ds nostrani. Sabato 24 marzo il congresso cittadino della Quercia ha fatto detonare la bomba a orologeria delle divisioni fra correnti l'una contro l'altra armate per strappare una bandierina nella guerra di posizione per la nascita del Partito Democratico. L'ha spuntata Mattia Pilan, consigliere di circoscrizione 1 in quota alla piccola area "Socialismo 2000" dell'ex ministro Salvi, venuto personalmente in città a siglare l'alleanza con la più corposa sinistra interna, quella che ha nel ministro dell'università Mussi il capofila nazionale e nella deputata Trupia il punto di riferimento locale. Ma Pilan non ha una maggioranza nel nuovo direttivo, che conta 17 eletti per la maggioranza fassiniana contro 14 dell'opposizione interna Salvi-Mussi. Non è bastato che in cambio della segreteria i salviani (capitanati dal consigliere comunale Gianni Rolando) questa volta abbiano optato per la sinistra interna, a differenza delle precedenti assise in cui il loro appoggio ai Fassino boys fu decisivo per far eleggere il moderato (dalemiano, per l'esattezza) Luca Balzi. La maggioranza è per la mozione Fassino, il neosegretario è per quella Mussi. Il solito intrico di etichette e paradossi all'italiana. Aventino al rovescio Nei Democratici di Sinistra vicentini è cominciata così la resa dei conti. Con tutti i trucchi e gli sgambetti del caso. Istruttivo può essere a questo proposito ricostruire la giornata di sabato 24. L'ordine del giorno confermato in mattinata prevedeva l'elezione del segretario (nell'ultimo congresso il nome è uscito invece un mese dopo). Verso la fine dei lavori, i fassiniani ne presentano un altro proponendo il rinvio. La proposta viene bocciata, e la maggioranza abbandona l'aula. Inusitato Daniela Sbrollini, segretario provinciale, è confermata per la terza volta caso di un Aventino a cui ricorre una solida maggioranza invece di un'assediata minoranza. Che, potendo contare anche sull'apporto militarizzato della pattuglia della Cgil del mussiano Oscar Mancini, hanno proceduto ugualmente all'incoronazione di Pilan. Gli aventiniani sono da subito tornati in pista sui giornali minacciando la sfiducia a Pilan, re travicello che ora deve sperare di racimolare i due voti di scarto che gli mancano nel direttivo. Balzi usa e getta Uno potrebbe essere quello del suo predecessore, Balzi, scaricato dalla sua stessa corrente perché ultimamente troppo sensibile alle sirene movimentiste di Rolando (vedi il caso Dal Molin, col tentativo di riavvicinare il partito alla protesta per non perdere iscritti ed elettori delusi dai gruppi dirigenti). Balzi, in polemica col deus ex machina dei fassiniani in provincia Claudio Rizzato, dice che tornerà a essere un semplice militante, senza brigare per conquistarsi un posto di comando: "Non farò il Rizzato di turno, che sono anni che ci perseguita perché ha perso la sedia di consigliere regionale". Veleni fra appartenenti alla stessa tribù, figuratevi cosa si dicono fra correnti diverse. Con lui sono una settantina di neo-iscritti, per la maggior parte giovani che, sembra dire fra le righe, non è detto rinnovino la tessera: "Mi domando chi s'iscriverà d'ora in poi, dopo quel che sta succedendo". Come dire: attenti, potrei far pesare la mia emarginazione. Magari, se non passando di là, coi mussiani (il che parrebbe una conversione "sospetta"), almeno minacciando di volta in volta di far mancare il proprio voto nel direttivo. Che a quel punto vedrebbe i fassiniani appesi a un solo eletto. Sperando di non dover fare i conti col loro Turigliatto. Candidato cercasi Ma perché i fassiniani non hanno lanciato un proprio candidato? Semplice: perché, messo in freezer l'apostata Balzi, non volevano rischiare di bruciare il loro uomo nuovo in una conta che si sapeva già essere sul filo del rasoio a causa dello spostamento a sinistra di Rolando, Pilan & co. Non hanno voluto rischiare. La voce che circola con più insistenza è che la maggioranza potrebbe puntare sul giovane consigliere di sala Luca Balzi, segretario cittadino uscente: "Tornerò ad essere un semplice militante" Bernarda Antonio Marco Dalla Pozza. Che per la neosegreteria ha questa soavi parole: "Una soluzione da pirati, Pilan dovrebbe avere il buongusto di dimettersi". Il potere non logora, anzi I toni sono quelli da separati in casa, quali ormai sono le due anime del partito erede del Pci. La linea Fassino - che in realtà a Vicenza dovrebbe piuttosto chiamarsi linea Alifuoco, dato il ruolo di vero regista che ha il presidente della commissione Territorio nella maggioranza riformista locale - vuole arrivare alla fusione con la Margherita, e tappa di questo percorso sarà il congresso provinciale di oggi, sabato 31 marzo. Qui non c'è partita: i fassiniani vincono a mani basse eleggendo per la terza volta consecutiva Daniela Sbrollini, pupilla di Rizzato. Roba da Prima Repubblica, accusa Rolando: "C'è un gruppo di potere che impone sempre gli stessi: le Sbrollini, che tiene al suo posto di segretaria e a quello di consigliere provinciale perché gli fruttano 500 euro il primo e 900 euro il secondo, o gli Sbardelli (capogruppo Ds in Provincia, ndr), che è di Asiago ma viene a reiscriversi qui, e che è da 25 anni che rimane fisso ai vertici. Altro che Partito Democratico: è un partito non democratico, il nostro". Rizzato respinge al mittente: "Le Trupia e i Rolando hanno la testa rivolta all'indietro, il futuro è nel Pd, e quel che è successo al congresso è che i fassiniani hanno aumentato i loro voti, mentre loro si sono votati un segretario che è solo e soltanto loro". Per la serie: se questo è ancora un unico partito… La verità è che la scissione è imminente, e con tutta probabilità si consumerà il 20 aprile, al congresso nazionale. Come da buona tradizione della sinistra italiana, del resto: è dai tempi dei riformisti di Turati contro i massimalisti di Ferri che è un continuo dividersi, frazionarsi, fondersi e ri-etichettarsi. E qui a Vicenza mancano appena poche settimane dalle elezioni provinciali… 8 fatti¬izie 31 MARZO 2007 Alto Vicentino. Il nuovo commissariato assorbirà l'organico della ex-scuola allievi? Tra politica e sicurezza una storia più complessa di quel che sembra I piccoli maestri (di polizia) a spasso DI ANDREA ALBA Scuola allievi di polizia di Vicenza, da aprile tutti a casa. O meglio, tutti in Questura: dal mese prossimo infatti la struttura vicentina dovrebbe terminare la propria attività, e gli organici circa 85 agenti di età media 40-50 anni - passeranno sotto il controllo diretto della sede della Polizia di Stato del capoluogo. E qui è lecito iniziare coi punti di domanda: come verranno impiegati gli agenti in più? E che fine farà la struttura che ospita - ancora per poco - la scuola allievi? Almeno riguardo al primo interrogativo, una proposta-risposta del Sap (sindacato di polizia) è stata fatta propria da alcune forze politiche, e viene dibattuta da settimane sulla stampa locale: creare un nuovo Commissariato nell'Alto Vicentino. "L'idea è quella di un ufficio che sia un punto di riferimento per la sicurezza osserva Oscar Acciardi, segretario provinciale del Sap - , una pattuglia in più che gira anche nelle ore notturne. L'occasione è ghiotta, in questo momento: dal mese prossimo la scuola allievi chiude, degli agenti che ci sono la fetta più grossa andrà alle dipendenze della Questura ma potrebbe esserci spazio anche per un nuovo commissariato. L'ufficio assolverebbe anche a funzioni per le quali ora si deve andare a Vicenza, come fare il passaporto o il porto d'armi. Potrebbe essere grande all'incirca come quello di Bassano, che quando è partito nell'89 aveva 39 agenti. Noi attendiamo a questo punto una risposta all'appello dalle comunità locali: ovviamente la struttura deve essere baricentrica, ma se un comune la fornisse i costi per il nuovo ufficio verrebbero per la gran parte abbattuti, perché il personale di ruolo c'è già". L'area interessata sarebbe molto vasta: da Asiago a Valdagno, da Valli del Pasubio a Breganze. Nella zona d'interesse sono presenti tre compagnie di carabinieri (Schio, Thiene e Valdagno), i due ampi consorzi di polizia municipale L'organico della scuola potrebbe confluire in una nuova struttura. Per difendere le "pericolose" strade di Schio e dintorni scledense e thienese e un distaccamento della Polstrada, a Schio. Perché un nuovo commissariato proprio qua? "Perché è l'area più distante dalla zona d'intervento della Questura - replica Acciardi -: abbiamo fatto una panoramica della situazione criminalità e immigrazione in provincia: ci sono 60mila stranieri, e forse altrettanti non regolari. A Schio e Thiene, ma tra la cittadinanza in generale, c'è una forte presenza di insicurezza: reati sempre più efferati, penso al recente caso di terrorismo all'ospedale o alle rapine avvenute nell'area". In verità, a chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la cronaca riesce difficile paragonare la zona SchioThiene con quella Arzignano-Montecchio, il vero punto caldo della provincia con retate di irregolari e arresti per droga quasi all'ordine del giorno. "Ma a Montecchio si lavora per la futura nuova Tenenza dei carabinieri - risponde il segretario del Sap -: la proposta era stata fatta anche lì ma il ministero dell'Interno ha replicato non opportuno dislocare lì agenti di polizia, dove si lavora per rafforzare l'Arma". In effetti, è proprio di pochi giorni fa la notizia dello stanziamento comunale di circa 500mila euro per la futura Tenenza. La proposta del commissariato altovicentino è stata fatta propria da Alleanza Nazionale, che a livello locale ha fatto partire una raccolta firme e un volantinaggio. Ma oltre all'appoggio dell'onorevole aennista Giorgio Conte, Acciardi ha riscosso quello dell'Udc con il deputato bassanese Luigi D'Agrò, che ha promesso di portare la cosa all'attenzione di Roma. "E' inutile tenere le forze dell'ordine chiuse in caserma - commenta infatti il parlamentare - e la zona di Schio è un'area da presidiare. E' tra quelle a più alto sviluppo, e si sa che la criminalità si accompagna ai flussi di denaro. L'Ovest vicentino è certamente una zona più a rischio, ma lì il governo giudica non coerente impiegare la polizia in quanto è in atto un potenziamento dei carabinieri". A livello locale, per ora i sindaci non si sono espressi. Quello scledense in particolare, Luigi Dalla Via, fa sapere di stare seguendo con molta attenzione gli sviluppi della faccenda, ma di non voler ancora esprimere un parere. Qualche perplessità la si rileva, ma solo a livello ufficioso, da ex esponenti delle forze dell'ordine. Il loro pensiero è che sia difficile realizzare una struttura che richiederebbe come minimo 6 centralinisti, e al contempo si chiedono se una sola pattuglia in più per un territorio così vasto sarebbe davvero utile. Inoltre, se la struttura partisse si teme ci vorrebbero comunque anni perchè divenisse effettivamente operativa, come è stato per Bassano. Non la pensa così Gianni Covallero, presidente del consorzio di polizia municipale scledense: "Se il ministero dell'Interno fa le cose per bene, il commissariato in un paio d'anni potrebbe essere realtà - considera infatti -: poi una pattuglia in più nel territorio, soprattutto nelle ore notturne, sarebbe molto utile". Di notte c'è solo quella dei carabinieri, oltre ad alcuni servizi aggiuntivi, speciali, organizzati dai consorzi di vigili di Thiene e Schio. "Qui da noi non c'è emergenza commenta ancora Covallero , ma la necessità di presidio, ad esempio a bar e discoteche, sì. Avere una forza in più dello Stato nel territorio non toglie nulla a noi e all'Arma, con un giusto coordinamento: se ci fosse anche un Commissariato noi non saremmo assolutamente gelosi". 9 fatti¬izie 31 MARZO 2007 Alcol e velocità principali cause di incidenti. Polizia a corto di uomini, ma i controlli ci sono Qui si viaggia a tutta birra DI LUCA MATTEAZZI seguendo le direttive che arrivano dal governo (il ministro dei trasporti Bianchi ha appena presentato un disegno di legge che prevede pene fino a sei mesi di carcere e supermulte fino a diecimila euro per chi guida in stato di ebbrezza), i controlli dei prossimi mesi si concentreranno proprio su questo punto. Stessi incidenti, più vittime Sia chiaro, il vicentino non ha la maglia nera della sicurezza stradale. Per dirla con le parole del presidente dell'Aci Romano Pigato, "non siamo un'isola felice, ma nemmeno quelli messi peggio". La conferma arriva dai dati: secondo le statistiche IstatAci, nel 2005 in provincia si sono registrati 2.467 incidenti, con 63 vittime e 3.394 feriti. Tanti, troppi, ma Verona, Padova, Treviso e A Parigi il governo ha lanciato lo slogan "chi guida non beve" e chi non supera i test dell'etilometro perde la metà dei punti della patente; a Londra basta provare a mettersi al volante alticci per rischiare sei mesi di carcere (tre anni se si è recidivi) e multe fino a 7500 euro, e ci sono locali che offrono bibite analcoliche gratis ai Des, i designated drivers, ragazzi che per una sera decidono di non toccare alcol per fare da autista agli amici. A Vicenza (e in Italia) non si è ancora arrivati a questo punto, ma forse bisognerebbe pensarci, visto che l'alcol ha un peso sempre più determinante tra le cause di incidenti stradali. Nel 2006 quasi il 20 per cento dei sinistri in cui è intervenuta la polizia stradale ha visto coinvolte persone che avevano alzato troppo il gomito: uno su cinque, con un trend in preoccupante ascesa rispetto agli anni precedenti. L'alcol è al centro del sabato sera. Come Non è un caso se, dimostrano i sempre numerosi incidenti stradali Le strade a rischio Bene o male le conoscono tutti, le strade più pericolose della provincia. Quelle dove la tentazione di aprire il gas è più forte, così come il rischio di perdere il controllo o di commettere un'imprudenza. A livello provinciale le sorvegliate speciali sono soprattutto la statale del Costo da Piovene a Cesuna - una ventina di chilometri di rettilinei e tornanti che nei weekend della bella stagione si trasformano in una vera e propria pista - e la statale della Valsugana, seguite dalla Marosticana, dalla statale 11 sia verso Verona che verso Padova, dalla Postumia, dalla Camisana, dalla Riviera Berica e dalla dorsale dei Berici che collega la città a Barabarano. Nel capoluogo i punti incriminati si concentrano nella circonvallazione: via del Sole, viale Cricoli e viale dal Verme, viale dalla Pace, via Aldo Moro, le strade della zona industriale. "È difficile fare i 100 in mezzo ad un quartiere - commenta il comandante della polizia municipale Cristiano Rosini -. Invece può accadere in tangenziale". Poi ci sono sempre le eccezioni che conquistano le prima pagine della cronaca, come la moto che sfreccia ai 170 all'ora in Marosticana o l'auto fotografata alla stessa velocità lungo la strada di Casale. Venezia, in questa poco invidiabile classifica, stanno decisamente peggio, così come Trento, Modena o Reggio Emilia, se si vuole allargare lo sguardo al di là dei confini regionali. Nel 2006 la situazione è leggermente peggiorata, almeno in base alle statistiche a disposizione del comando della Polizia stradale di via Muggia diretto da Antonio Macagnino: il numero di incidenti è aumentato di poco -1086 contro i 1051 dell'anno precedente (i dati riguardano solo i sinistri rilevati dalla polizia, non ci sono gli interventi effettuati dai vigili urbani o da altre forze dell'ordine)-, ma il numero delle vittime è salito del 20 per cento, passando da 26 a 35. Sotto accusa alcol e velocità Le cause? Sempre le stesse. La velocità, l'alcol, e magari anche il mancato uso delle cinture di sicurezza. Difficile trovare percentuali precise su quanti sono i vicentini che guidano con il piede troppo pesante sull'acceleratore o dopo qualche bicchiere di troppo; gli unici dati certi sono ancora una volta quelli dei verbali delle forze dell'ordine. Che dimostrano come l'eccesso di velocità sia sempre l'infrazione più comune (2.806 le violazioni accertate dalla polizia municipale, altre 6.859 quelle della polizia stradale), e come l'alcol abbia conseguenze sempre più pericolose. I controlli della polizia stradale hanno pizzicato 538 persone al volante in stato di ebbrezza: qualcuno in meno rispetto al 2005, ma, ed è questo il dato più preoccupante, ben 182 di questi sono state coinvolte in incidenti. Come dire che il 18 per cento di frontali, sbandate, inversioni di corsia e manovre azzardate è imputabile all'alcol. E la percentuale è decisamente più alta nel fine settimana. Se a tutto questo si aggiunge il fatto che l'uso delle cinture di sicurezza sta ritornando un optional ("Su questo punto stiamo tornando indietro", spiegano dalla polizia stradale), il quadro è completo. Ma i controlli, chi li fa? Di fronte a questa situazione il governo ha dunque deciso di inasprire pene e sanzioni. Ma la linea dura rischia di infrangersi contro le croniche carenze di organico di molte forze dell'ordine. A Vicenza, ad esempio, il comando della polizia municipale è in sofferenza da tempo: Un controllo lungo l’autostrada. Le strade durante i weekend sono sempre più selvagge "C'è stato un deficit di 15 persone negli ultimi due anni, mentre i nostri compiti si sono moltiplicati - spiega il comandante Cristiano Rosini -. Entro il 2007 avremo quattro nuovi agenti, ma in generale il lavoro è sempre di più, l'organico sempre di meno". Risultato, dei tre autovelox a disposizione, difficilmente ce n'è in funzione più di uno al giorno: "Uno alla mattina, uno al pomeriggio, quando ce la facciamo. Di più non è possibile", ammette Rosini. Situazione migliore, ma non troppo, alla stradale: gli agenti sono una novantina quando, per controllare tutta la viabilità provinciale (autostrade comprese), ne servirebbero un po' più di cento, ma almeno i tre telelaser e i quattro etilometri in dotazione sono quasi sempre in funzione, e spesso lo sono anche i due autovelox del comando. A questi, poi, vanno aggiunte le postazioni fisse controllate dalla polizia provinciale. I primi autovelox permanenti sono stati piazzati sul Costo e sulla Gasparona un paio di anni fa; poi, visti i buoni risultati dell'iniziativa, ne sono stati installati altri, sulla dorsale dei Berici e sulla Marosticana, ad esempio. Alla fine, dunque, l'impressione è che i controlli ci siano. A mancare, casomai, è il senso di responsabilità. "I controlli ci sono, gli autovelox pure, e sono utili - conclude Romano Pigato . Non c'è nulla da imputare alle autorità: la polizia ha sempre fatto il proprio dovere, così come i vigili. Se ci sono delle responsabilità, quelle vanno cercate tra quegli sciagurati che si mettono alla guida in condizioni fisiche e psicologiche non adeguate, dopo avere bevuto troppo o dopo aver assunto altre sostanze". Più auto, meno morti Quante sono le auto che circolano sulle strade del vicentino? Gli ultimi dati nelle mani dell'Aci, aggiornati alla fine del 2005, parlano di un totale di 659.941 veicoli, di cui 509 mila auto, quasi 60 mila tra moto e motorini, e altrettanti autocarri. Il resto si divide, con numeri decisamente più bassi, tra rimorchi, trattori, bus e veicoli speciali. La cosa forse più interessante, però, è la continua crescita del parco mezzi: i veicoli era 649 mila (con 503 mila auto e 56 mila moto) nel 2004 e 638 mila (496 mila auto e 54 mila moto) nel 2003. Complessivamente, dal 1995 al 2003, l'aumento dei veicoli circolanti è stato del 16 per cento. Nello stesso periodo di tempo si è però drasticamente ridotto il numero di vittime della strada: erano 123 nel 1995, sono state poco più di 60 nel 2005, all'incirca con lo stesso numero di incidenti. Segno che le misure adottate negli ultimi anni (controlli, patente a punti, ecc...) qualche risultato l'hanno ottenuto. 10 fatti¬izie 31 MARZO 2007 Alto Vicentino. Il traforo tra Schiio e Valdagno ritorna di proprietà degli enti locali. Per l'estate pedaggio a 2 euro Torna a casa tunnel Il tunnel torna a casa con 26 anni di anticipo. E con due obiettivi prioritari: abbassare i costi del pedaggio, e favorire l'integrazione tra l'area scledense e quella che gravita attorno a Valdagno. Con questi due obiettivi è stata presentata nei giorni scorsi l'acquisizione, da parte della Provincia e dei due comuni di Schio e di Valdagno, del tunnel che collega i due centri della valle dell'Agno e della Val Leogra. Un'operazione da 17 milioni di euro maturata dopo anni di trattative e considerata dai protagonisti un vero e proprio affare per le comunità locali, visto che i debiti accumulati finora, ben 45 milioni di euro, se li è accollati lo Stato. Nato a livello progettuale nel 1989, il tunnel è uno dei primi esempi di project financing portati a termine in Italia. L'opera, costata 82 milioni di euro, è stata infatti realizzata da un'associazione temporanea di imprese e inaugurata nel 1999, e avrebbe dovuto essere gestito per 35 anni da Fintecna, una società del Ministero del tesoro. Ma i conti non tornano. Lungo 4,7 chilometri, il traforo permette di arrivare in pochi minuti da Schio a Valdagno, evitando i tornati del Passo Zovo o la lunga deviazione per Malo e la Priabona: i costi di pedaggio, però, rappresentano un freno per tanti potenziali utilizzatori, e nonostante il numero di transiti sia ormai di circa un milione all'anno, recuperare la spesa iniziale appare un miraggio. Si inizia così a valutare l'ipotesi di un ritorno anticipato del tunnel nelle mani degli enti vicentini. Operazione che si è conclusa in questi giorni con l'acquisizione dal traforo da parte dei due Comuni, attraverso il Consorzio per l'Integrazione delle città di Schio e Valdagno, e della Provincia, attraverso Vi.abilità. Il costo è stato fissato in 17 milioni di euro, ma visto che in cassa ci sono 3,5 milioni di utili la spesa reale è di 13,5 milioni, di cui 9 saranno stanziati immediatamente. "Espletati tutti i passaggi formali - sottolinea soddisfatta la presidente di Palazzo Nievo Manuela Dal Lago - ed inserita l'opera non solo nel PTCP ma anche all'interno del nostro bilancio, la Provincia dunque legamento che ancor oggi incide sulla 246 e sulle viabilità interna, passo dello Zovo e SP Priabonese comprese. Per far ciò è fondamentale incidere sul costo del pedaggio, attualmente di 3,20 euro per le automobili che vi transitano". Tra i primi obiettivi della nuova società che gestirà il tunnel, infatti, c'è la riduzione del ticket, che già a luglio dovrebbe calare da 3,20 euro a 2 euro. Uno sconto del 37 per cento che dovrebbe essere Uno scorcio di Valdagno: il tunnel consente di solo il primo passo arrivare a Schio in pochi minuti per ulteriori riduentra nel Consorzio, attraverso zioni, come hanno ricordato il Vi.Abilità SpA, con un investi- sindaco scledense Luigi Dalla mento di 4,5 milioni di euro. Via ed il collega valdagnese Una decisione assunta per Alberto Neri: "Moltiplicando l'importanza che il collega- gli attuali passaggi, un milione mento Schio a Valdagno ha di persone l'anno, per 1,20 per la nostra viabilità. Siamo euro significa un risparmio per convinti - continua-che incen- le tasche dei cittadini di tivandone l'utilizzo si potrà 1.200.000 euro. È un momento intercettare quel traffico di col- davvero storico per la nostra Comunità. Del collegamento Schio-Valdagno si parla fin dall'800 e questo tunnel, nato come un project financing ante litteram tra noi e la Società Condotte, si è dimostrato una soluzione concettualmente valida ma praticamente ancora insufficiente per l'ostacolo del costo di attraversamento. Da parte nostra ci impegneremo, dopo questa prima, sensibile riduzione, a far sì che si possa ridurre la tariffa ulteriormente". Ad ogni buon conto, la spesa a carico della collettività per la gestione di una struttura per altro non indifferente, trova una compensazione nell'incremento della sicurezza, nell'abbattimento dell'inquinamento atmosferico, nella tutela di vaste aree di pregio ambientale, oggi inopportunamente caratterizzate da un traffico forte e pesante, nonché nell'incremento delle opportunità dei processi di integrazione già da tempo avviate in più settori tra le due grandi vallate vicentine e i principali centri che le caratterizzano. L. M. 11 personaggi 31 MARZO 2007 Ritratto dell'assessore lombardo di An nato a Vicenza. Famoso per essere contro gay, Islam, porno e immigrati Prosperini, l'ultradestro berico-milanés DI ALESSIO MANNINO "Via, foeùra di ball! Fora da bae!". Ah, quante perle ci regalerebbe in dialetto vicentino quel ruspante omone alto un metro e 90, 140 di torace e 46 di piede, il "difensore della fede, sradicatore di No Global e condottiero del Nord" Pier Gianni Prosperini, se solo prendesse casa e voti qui in Veneto invece di fare l'assessore al turismo, allo sport e ai giovani in Lombardia. Medico, due lauree, sa il tedesco, il francese, l'inglese, lo spagnolo, il milanese. E il vicentino. Formigoni, governatore forzista-democristiano, l'ha messo lì per non scontentare le quasi ventimila baionette, pardon preferenze, conquistate dal Prosperini, "l'anima vera e profonda della destra", come scrive il sito LaDestra.info. Un lumbàrd tricolore L'assessore che parla come mangia, e quando parla tracima spesso in un lumbàrd da far rimpiangere il Bossi dei bei tempi, è in realtà un vicentino, anche se solo all'anagrafe. Suo nonno, l'avvocato Gianni - a cui ha intitolato una onlus alla memoria, il Centro Studi omonimo che pubblica opere di storia e organizza gare di bocce e tiri con pistole e fucili fu fascistissimo accademico olimpico, grecistalatinista insigne e presidente della Biblioteca Bertoliana. Pier Gianni nacque a Vicenza sessant'anni fa per poi trasferirsi nella nuova patria lombarda. Per carità, non gli si dica in faccia una bestemmia simile: per lui la Patria è sempre e solo stata una, quella italiana. Ecco perché, dopo essere stato nell'Msi per una vita, saltato nei primi anni '90 sul Carroccio in ascesa, lo abbandonò sentiti i ruggiti di Bossi sul tricolore da bruciare o da usare come carta igienica. Insulti sacrileghi, per chi ha sul balcone di casa una bandiera italiana con "25 metri di tricolore: 10 di bianco, 10 di verde e 5 di rosso, ché di più il boscaiolo, un machete colombiano, un pugnale nepalese) giunge a rispolverare la tortura: "Ha visto il fotomontaggio di Benedetto XVI con il dito alzato? Ci provino con la faccia di Maometto se hanno i coglioni, garrotiamoli, ma non con la garrota di Francisco Franco. Alla maniera degli Apache: cinghia bagnata legata stretta attorno al cranio". Il giorno dopo, un diluvio In questa pagina la propaganda di Prosperini: di polemiche. un cavaliere d'altri tempi L'opposizione in rosso non merita", come ha consiglio regionale ne chiede detto a Stefano Lorenzetto del la testa, e il suo partito, An, è Giornale. costretto a sconfessarlo. Garrota per i gay Gianfranco Fini va giù duro: Un inesauribile vulcano di "Prosperini si vergogni e si verità destrorse che più dimetta. Di dirigenti come lui destrorse non si può, il la destra italiana non sa che Nostro. Come quella incrimi- farsene". nata di recente contro i mani- Ma lui è fatto così. Mai ipocrifestanti gay, in cui l'amante di ta, mai misurato, sicuramente armi e virtù guerriere più onesto di molti dirigenti di Prosperini (nel suo ufficio da un'An ormai berlusconizzata. assessore fa sfoggio di due Basta cliccare su You Tube o katane giapponesi, una spada visitare il suo sito personale russa, quattro sciabole d'epo- per ammirare le sue perfoca, una mezza dozzina di col- mances oratorie che ogni settitelli a serramanico, una scure mana su tre emittenti locali bipenne, due asce da lancio diverse rivelano al mondo il dei Cherokee, una mannaia da Verbo prosperiniano. Cose tipo "Questo sporcaccione maledetto, questo qui andava preso e bastonato per una settimana di fila… due pappine sulle faccia, ecco il gesto che qualsiasi cattolico doveva fare con uno così", riferendosi sempre al manifestante pro-Dico con in mano l'irriverente cartello antiRatzinger. Non proprio quello che si dice essere rispettosi delle idee altrui… Contro burqa e porno Sui gay Prosperini s'è scusato, sapendo di averla sparata troppo grossa. Soprattutto per gli standard di facciata imposti dal mode- ratissimo Fini a un partito in cui le nere certezze del passato trovano ancora irruenti portaparola proprio in tipi come lui. Ecco una rassegna delle sue raccolte-firme e proposte di legge regionale: test della saliva nelle scuole per beccare studenti inclini a canne e spinelli; chiusura dei centri islamici, tutti covi di terroristi; istituzione di "task force di vigili" per effettuare "controlli capillari" contro l'esposizione di materiale pornografico nelle edicole; legittima difesa contro ladri e delinquenti "indipendentemente dai metodi, dalla condotta e dai mezzi usati"; infine, l'indispensabile legge per vietare il burqa, notoriamente diffuso fra le immigrate musulmane d'Italia. NorDestra Una destra vecchio stile, quella dell'assessore-boxeur (non perdetevi il video in cui insegna con ironia machista a un giovane presentatore televisivo i fondamentali del pugilato: "Lei è una larva mediterranea che cerca di scontrarsi con l'orso del Klondike", cioè lui). Una destra che, ebbe a spiegare una volta in tivù, sa bene che in una società "materialista" come la nostra tutti sono "tesi al lavoro" e per questo i genitori "non ce la fanno a seguire i giovani e i bambini", facendoli così crescere senza una formazione che solo la famiglia può dare. E' il prezzo del "progresso", d'altronde. Parole non esattamente in linea con l'abbraccio di An alla filosofia del partito unico con Forza Italia, tutta centrata sui valori materialisti dell'Occidente. Ma Prosperini non è di questa destra. E' di una destra, dicevamo, vecchio stampo ("NorDestra", direbbe lui). Quella che gli fa dire, incrociando nel cortile del suo assessorato un parlamentare con segretaria al fianco, queste maschie e romane parole: "saluti anche alla fighetta a latere". Chicche "Possono rimanere in Italia solo coloro che condividono i nostri valori e osservano le nostre leggi. Te se minga d'accord? Camel e barcheta e te turnet a ca' ". "L'omosessualità è una devianza. Quindi niente famiglia e niente adozioni. Il gay dichiarato non può essere né insegnante, né militare, né istruttore sportivo". Rivolgendosi a un somalo: "Taccia lei con quei tratti somatici". Perché ha fatto il medico? "Era una professione che permetteva scelte di vita indipendenti. Volevo andare in Africa". A curare i lebbrosi? "A curar i lebrosi un casso! Semmai a fare il capo di Stato. Laggiù valgono ancora il valore, la forza, il coraggio. In Italia se sei valoroso non frega niente a nessuno, contano solo i ladri. Io dico che si può uccidere, per difesa o per vendetta, ma rubare no, non si può". "Le discoteche tengono aperto fino alle 5 del mattino. Ma siamo matti? È già tanto farle chiudere alle 2. A quell'ora o dormi, o trombi, o studi". "Credo nel digiuno non otto ma 24 ore prima della comunione. Il corpo e il sangue di Cristo l'è minga il cappuccino al bar". SUPPLEMENTO DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona Arrighetti & Andreotti, vita da scavigliati a pagina III La stagione del Grissin Bon non è andata come si sperava. Le cause? Una lunga serie di infortuni che ha condizionato il campionato di C della formazione scledense Costretto agli straordinari DI Per le under asiaghesi un campionato da incorniciare a pagina V Un vicentino negli States: i laureati del basket universitario a pagina VI Anno 2 nr. 10 - Sabat0 31 marzo 2007 Supplemento al numero 52 del settimanale VicenzaPiù TOMMASO QUAGGIO La seconda stagione consecutiva del Grissin Bon nel campionato nazionale di C1 maschile di basket sta per finire e a tre giornate dal termine della regolar season il suo futuro sportivo è ancora incerto, nonostante le basi che lo staff dirigenziale composto dal presidente Alessandro De Guglielmi e dal direttore generale Gianni Rigon avevano costruito. Nell'estate scorsa, la dirigenza ha pensato di rinnovare l'organico dei giocatori puntando su elementi di collaudata esperienza che potessero garantire un campionato all'insegna della tranquillità e, a detta di tutti gli addetti ai lavori, sulla carta il Grissin Bon con i nuovi acquisti poteva benissimo inserirsi nella fascia alta del girone C. In panchina è stato confermato Andrea Santacatterina, affiancato dall'ex giocatore Andrea Miotti, mentre la società ha preferito impegnare Omar Reginato (il secondo della passata stagione) in un progetto che potesse potenziare il settore giovanile lavorando non solo a Schio ma anche in I tanti infortuni rendono incerto il futuro della Grissin Bon tutto l'Alto vicentino. Sono arrivati due centri: Ezio Battistella, ex Benetton, ed Eris Righetto, ex capitano dell'A2 di Vicenza, e quattro giocatori molto affidabili del calibro di Bet, Brugnera e Pigato e in regia la società si è tutelata con l'esperto Emanuele Alba; una garanzia assoluta che vanta 14 stagioni da semiprofessionista. Sono rimasti, oltre ai tanti giovani, Enrico Crosato e Marco Zane. Se le premesse per far bene c'erano tutte, il responso del campo è stato ben altro: una prima parte tutto sommato Padoin, Paonessa e la magia di Wembley a pagina VII Eris Righetto, ex capitano dell´A2 di Vicenza, doveva dare una mano ma varie contratture hanno compromesso la sua stagione onorevole in cui il Grissin Bon ha vinto 5 partite e una seconda a dir poco disastrosa in cui è riuscito a chiudere in vantaggio in sole due occasioni. I punti in classifica ora sono 14 e lo inseriscono al penultimo posto, in piena zona retrocessione. Dietro ai biancorossi di Schio, che condivide la poltrona con Cernusco, c'è solo il Garcia Moreno di Arzignano. Le attenuanti da metter in campo per cercare di dare una spiegazione a questa brutta situazione sono numerose, ma su tutte il Grissin Bon ha pagato dazio per la serie impressionante d'infortuni subiti. Ben tre giocatori hanno subito la rottura del legamento crociato del ginocchio: nell'ordine C r o s a t o , Benvegnù e Brugnera (ancora tutti in infermeria) e per gran parte del campionato i vari acciacchi di Bet (dolori alla schiena), Righetto (contratture di vario genere), Pigato (micro-fratture al gomito) e la grave distorsione alla caviglia a Marco Zane, non solo non hanno permesso al tecnico Andrea Santcatterina di mettere in campo la formazione migliore, ma ciò ha pregiudicato la preparazione delle partite ed il ritmo degli allenamenti che in più occasioni hanno visto la presenza di soli 7-8 giocatori. E' stata una stagione alquanto tribolata; ora è il momento di reagire e di crederci, per non perdere a Schio lo spettacolo di un basket di buon livello che gli sforzi dei dirigenti del Grissin Bon con tanti sacrifici e dedizione vogliono mantenere a tutti i costi. 31 MARZO 2007 II Basket maschile C1. A tre incontri dal termine della stagione, l’obiettivo del Vicenza Basket Giovane è arrivare a 28 punti Fedrigo pronto a calare un tris d'assi DI TOMMASO QUAGGIO Vincere un derby non è mai facile. Ma questo Vbg, sponsorizzato anche dal nostro settimanale, dopo essere scivolato sotto canestro contro Bisogne si rialza e infila una bella vittoria contro i cugini del Modern Arzignano. I vicentini hanno affermato la loro superiorità al termine di un incontro che non ha di certo brillato per il bel gioco e che in generale non ha visto prevalere nettamente una delle due compagini, anche se alla fine i padrini di casa hanno meritato di vincere. Il match per i biancorossi doveva essere anche il momento per riscattare la sconfitta dell'andata, e per continuare a rincorrere un piccolo sogno chiamato playoff; ma soprattutto, visto che questo è l'obiettivo reale a cui puntano mister Fedrigo e il presidente Peloso, per conquistare la migliore posizione nella griglia dei playout. All'andata era finita 53-51 per i grifoni, ma da allora la stagione delle due formazioni ha preso strade diverse e i vicentini hanno confermato ancora una volta di essere una delle squadre Partita ad alta tensione (con vittoria finale) per il Vbg più in forma in questo periodo. Ora inizia il vero e proprio conto alla rovescia visto che alle fine del campionato mancano solo tre partite. Il prossimo incontro fuori casa, sabato 31 marzo alle ore 21.00 contro il Basket Gallarate, già battuto all'andata per 70-59, non sarà di certo facile, considerato che gli avversari sono a stretto contatto in classifica con i berici a quota 22. Come è stato vissuto il derby contro Arzignano? "È stato un incontro difficile - spiega il tecnico vicentino Cristian Fedrigo -. Non è stata certamente una bella partita da vedere ma come tutti le partite dove si scontrano due formazioni geograficamente vicine la tensione era alta. I nostri avversari, poi, in virtù della Campionati provinciali, le partite della prossima settimana Promozione maschile -Montebello Basket - Pall. Breganze, 30/03/2007 21:00, Palesta Piazza Del Donatore Montebello Vicentino (VI) -Pall. Araceli Vicenza - Zurlo S.R.L., 30/03/2007 21:00, Palestra Scuole Medie Lora Via Mainardi, 14 - Vicenza -Primultini Basket - U.S. Angarano, 30/03/2007 21:00, Palestra Via Marconi - Marano Vicentino (VI) -Basket Malo - Pall. Bolzano Vicentino, 30/03/2007 21:00, Palestra Comunale Via Deledda - Malo (VI) -Asd Basket San Giuseppe - Pall. Altavilla, 30/03/2007 21:00, Palestra S.E.' C.Colombo' Via Colombo,42vill.sole - Vicenza (VI) -Pol. Aurora 76 - A.Dil. Summano Basket, 30/03/2007 21:00, Palestra Scuole M. Ferrovieri Via F. Baracca - Vicenza Prima divisione maschile, girone A -Pall. Asiago - Albergo Giulieta Romeo, 28/03/2007 21:00, Palestra comunale Via Cinque - Asiago (VI) -Pol. Fulgor Thiene - Pol. Sovizzo, 29/03/2007 21:15, Palestra Santa Maria Maddalena - Thiene (VI) -Basket S. Nazario - Trissinooro, 28/03/2007 21:00, Palestra Via Papa Giovanni - Solagna (VI) -Basket Arzignano - A.D.7 Mulini Basket, 26/03/2007 21:00, PalestraScuola Media Motterle Via 4 Martiri - Arzignano (VI) -Gobbo Impresa Edile - Pol. Jonathan, 28/03/2007 21:15, Palasport Via S. Giovanni Lonigo (VI) -New Basket Povolaro - G. S. Isola 91 Basket, 27/03/2007 21:15, Palazzetto di Povolaro Via Del Redentore - Povolaro di Dueville (VI) Seconda divisione maschile, girone A -Ad. Scuolabasket Noventa - Pol. Jonathan, 29/03/2007 21:30, Palestra Via Cero - Noventa Vicentina (VI) -A.S.D. Rooster - Pall. Araceli Vicenza, 29/03/2007 21:00, Pal. Scuole Medie Bortolan Via Piovene - Bertesinella - VICENZA (VI) -G.S. Isola 91 Basket - Pgs Concordia Schio, 29/03/2007 20:30, Palestra Scuole Medie Via A. Moro - Isola Vicentina (VI) loro posizione in classifica, dovevano vincere a tutti i costi per conquistare punti preziosi. Alla fine siamo riusciti ad imporci e a conquistare un'ottima vittoria". Tre gare al termine della stagione, la matematica non vi da ancora esclusi dalla zona dei playoff. "Dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Il nostro obiettivo, a questo punto, è quello di arrivare a 28 punti, due in più rispetto a quelli delle scorso anno. Questo significa vincere le partite che rimangono. Poi se centrando questo risulta- to arriveranno anche i playoff non possiamo che esserne contenti. Ma di sicuro per noi è prioritario conquistare una buona zona per i playout". Il prossimo incontro fuori casa sarà proprio con una diretta avversaria. "Siamo tutti e due agganciati al decimo posto. I giocatori sono tutti disponibili, solo Acco soffre ancora per il risentimento muscolare. Il nostro obiettivo ormai è chiaro". Nel campionato under 19 femminile il Cps Vbg è tornato da Venezia con una sconfitta preannunciata dopo la gara di andata dei quarti di finale regionale. Una qualificazione che, di per sé, è comunque già una vittoria per le giovani vicentine, che schierano una formazione composta da giocatrici nate in gran parte nel 1990-1991. Il risultato tra le biancorosse e il Reyer, è scontato fin dall'avvio, ma le vicentine non si sono fatte intimorire. Con una buona difesa e con pazienza in attacco hanno dimostrato tenacia e caparbietà, restando concentrate senza mollare anche se le differenza era visibile, un atteggiamento di buon auspicio per i futuri impegni. Per l'under 16 open , infine, l'ultima partita contro la Benetton ha dimostrato che, nonostante la sconfitta, la squadra è in grado di mettere in difficoltà anche avversari ben più blasonati. L'under 19 femminile. La sconfitta era prevista ma con caparbietà hanno dato filo da torcere alle avversarie 31 MARZO 2007 III Doppio infortunio alla caviglia per la centrale e lo schiacciatore biancorossi Piske e Paolino vita da Scavigliati DI PAOLO MUTTERLE Rompersi una gamba col volley è come avere un infarto a Disneyland, ha detto una volta l'indimenticato Beppe Viola, il giornalista che trasformò lo sport in cabaret, prima di scomparire improvvisamente all'età di 43 anni. Era il 1982. Fosse ancora al mondo, farebbe meglio a non raccontare la sua battuta a Piske Arrighetti e Paolo Andreotti, che in questo particolare momento non sarebbero probabilmente in grado di apprezzarne il contenuto umoristico. Per carità, non è successo nulla di così tragico, ma di certo lo scorso fine settimana è stato all'insegna della malasorte più nera per il Vicenza Volley. Tra venerdì e domenica sera, il taraflex del PalaCia ha visto accasciarsi due biancorossi, portati poi fuori dal campo a braccia. Giusto la settimana scorsa Fisiolo Rizzetto aveva raccontato sulle nostre pagine le problematiche che affliggono muscoli e articolazioni dei pallavolisti… Pura coincidenza? Al di là di ogni spiegazione scientifica e di qualsiasi dissertazione anatomica, per le quali vi rimandiamo all'ultimo numero di VicenzaPiù, a colpire a poche ore di distanza la centrale della Minetti Infoplus e lo schiacciatore Arrighetti e Andreotti al PalaCia: acciaccati ma non abbattuti della Palladiogroup.it è stata la sf...ortuna. A pagarne le conseguenze è stata anche la preparazione delle ragazze di Manù Benelli, e meno male che c'è da poco a disposizione un'altra giocatrice di posto tre, Manuela Caponi. Per i boys di Fangareggi la "sciagura" è avvenuta nel corso del primo set con Forlì, costringendo il tecnico biancorosso a sostituire il martello toscano con l'altro giovanissimo Michele Pranovi Qui Piske. "Che io ricordi, questo è stato il mio infortunio più doloroso. Altre volte mi sono scavigliata, ma mai ero stata così gonfia". È pas- corsa all'ospedale, dove per fortusato qualche giorno, ma na gli esami hanno escluso ogni effettivamente la caviglia possibilità di frattura. Anzi, la sinistra è ancora ingrossata buona notizia è che domenica il in maniera evidente. Tolta la campionato è fermo causa Final fasciatura l'edema è ben visi- Four di Coppa Italia, e Piske bile, ma non impedisce alla potrebbe tornare in campo sabato centrale genovese di muo- 7 aprile contro Santeramo, senza vere l'arto e di effettuare perdersi nemmeno un turno. qualche esercizio in palestra, Qui Paolo. senza per il momento carica- Distorsione alla caviglia sinistra. re il peso sulla caviglia infor- La diagnosi è la stessa per Paolo tunata. Ma il segnale più in Andreotti, classe 1988, schiacciavista dell'incidente occorso a tore - ricevitore da Santa Croce Piske è la sua auto parcheg- sull'Arno. "Spero di tornare in giata da quasi una settimana campo sabato con Monselice, so fuori dal PalaCia, con la che sarà dura ma farò di tutto per sciarpa del Genoa ben in esserci. Di sicuro fino a venerdì vista a rivelarne la proprietà. non salto, al massimo faccio qualGuidare al momento è che esercizio per accelerare il recuimpossibile, e anche per pero". A differenza di Arrighetti, il camminare occorrono le pisano non si fa tanti problemi a stampelle. Per fortuna per il tragitto casa-palazzetto-casa c'è qualche compagna, qualcuno dello staff o addirittura Manù Benelli in persona a offrirle un passaggio. Perché anche senza poter dare il suo contributo in campo, di allenamenti Valentina non se ne perde uno ("Sono di un felice di star fuori, guarda…"). Meglio non chiederle niente sull'infortunio, c'è il rischio di prendersi una stampella in testa. La dinamica comunque è presto spiegata: un attacco come tanti altri in allenamento, l'invasione e la caduta sul piede di una compagna di squadra a causare la con- Piske potrebbe tornare in campo torsione. Poi le urla di dolore e la sabato 7 aprile, senza perdere turni Rugby. A tu per tu con Davide Pellizzari, capitano dei Rangers Vicenza raccontare lo sfortunato episodio che per qualche secondo ha ammutolito il pubblico del palazzetto, prima che il silenzio si sciogliesse in un toccante applauso: "Ho fatto tutto da solo, ho saltato e sono atterrato male, succede, anche se è la prima volta che mi infortunio seriamente alla caviglia… mi era già capitato qualche anno fa di stare fermo per tre mesi per uno strappo inguinale; questa volta lo stop non sarà così lungo, ma il dolore è stato più forte… Quasi come quello di dover star fuori a guardare gli allenamenti, per me che sono abituato a non saltarne uno è una sofferenza enorme". Paolo in campo non è uno che si risparmia; se potesse giocare con le stampelle, probabilmente lo farebbe. Sabato pomeriggio, poi, la partita è di quelle che vale una stagione: alle 17 la sua Palladiogroup.it Vicenza (penultima) affronta la Cementeria di Monselice (ultima) nella palestra di Tribano. Forse l'ultima occasione per continuare a inseguire la salvezza, (che oggi si trova a otto punti, a cinque giornate dal termine del girone), o almeno il quartultimo posto che servirebbe per chiudere dignitosamente la stagione e sperare poi in un ripescaggio. Ma a Piske cosa dirai quando la vedi? "Mah, non lo so… probabilmente ci consoliamo a vicenda…". Dopo la disgrazia, il miracolo: pisani e genovesi possono andare d'accordo. Quelli che... il capitano se lo votano DI FRANCESCO BIANCHI La conclusione del Torneo Sei Nazioni 2007 segna la ripresa dei vari campionati italiani e anche i Rangers sono pronti a tornare in campo per le ultime cinque gare del Campionato di Serie C. Gli atleti biancorossi hanno seguito le imprese del celebre torneo internazionale e qualcuno ha pure fantasticato di trovarsi protagonista di sfide così prestigiose, ma ora è tempo di tornare con i piedi per terra e spingere in mischia. Ne parliamo con Davide Pelizzari, flanker e capitano del First XV del Rangers Rugby Vicenza. Davide, in prima squadra non giocano professionisti, tutti gli atleti hanno un'attività lavorativa diversa dal rugby. Quanti anni hai e cosa fai nella vita? Ho 23 anni e lavoro in un negozio di abbigliamento a Vicenza. Quando hai iniziato a giocare a rugby e come sei arrivato a questo sport? Ho giocato a calcio fino alla categoria juniores, dove ho avuto delle divergenze con l'allenatore circa la mia velocità massima. Ero così deluso da abbandonare lo sport, ma poi ho incontrato il rugby. Inutile sottolineare il mio rammarico per non aver litigato prima. In che posizione giochi e cosa prevede il tuo ruolo? Gioco in mischia come terza linea ala e ho ampia libertà di movimento, con numerose occasioni di gestire l'ovale. Con il mio gemello di ruolo cerchiamo di mantenere i collegamenti fra i "trequarti" e gli "avanti". Questo è il primo anno da capitano, nonostante la giovane età. Come si diventa capitani di una squadra di rugby? C'è una votazione, vero? Sì, la votazione è stata emozionante, inaspettata. Siamo un gruppo giovane, con l'età media più bassa del campionato, pieno di sogni e ambizioni. I ragazzi hanno scelto me perché li rappresento bene. Come capitano sono convinto che i fatti valgano più delle parole, bisogna essere "leading by example". Quali responsabilità ha un capitano? Prima di tutto bisogna smettere di pensare solo a se stessi e cominciare a seguire tutti i compagni per capire quando sono in difficoltà, sia in campo che fuori. Devo ringraziare anche la vecchia guardia, perché mi sta aiutando tantissimo in questo senso. Come sta andando il campionato dei seniores? Abbiamo avuto un andamento molto irregolare. D'altra parte, stiamo vivendo un momento delicato, sia per il ricambio generazionale che per la questione del campo da gioco. 31 MARZO 2007 IV La società. Grazie al lavoro con le scuole, la squadra punta in alto La Pallavolo Caldogno sogna una nuova promozione Investire sulla promozione della pallavolo: questa la filosofia che anima l'Associazione sportiva Pallavolo Caldogno, che dalla teoria è presto passata ai fatti. Da una decina di anni a questa parte, la società calidonense, ha aderito al "Progetto Sport a scuola". L'Amministrazione locale, in collaborazione con l'Istituto comprensivo statale di Caldogno e con la partecipazione della scuola d'infanzia sostiene questo progetto che si propone di promuovere lo sport e il movimento attraverso l'organizzazione di alcuni corsi, completamente gratutiti, per tutti gli alunni residenti nel comune in età compresa fra i 5 ed i 13 anni. Tra le attività proposte, ovviamente, non poteva mancare il volley. Così come non poteva mancare all'appuntamento con questo importante proget- to educativo la Pallavolo Caldogno che ha sempre messo a disposizione i suoi allenatori per coordinare, in collaborazione con gli insegnanti di educazione motoria, le attività dedicate ai giovani delle elementari e delle scuole medie. "Crediamo molto in questa iniziativa - spiega Luigi Pozzato, vicepresidente della società sportiva -, perché in questo modo si può dare un impulso concreto alla promozione della cultura sportiva, avvicinando alla pallavolo le giovani generazioni". Parole che giungono da un dirigente che ha fatto della passione per la pallavolo un impegno ventennale, nato ai tempi i cui seguiva le partite della figlia, e proseguito da allora con immutato entusiasmo. L'Associazione Sportiva Pallavolo Caldogno, malgrado lamenti le tipiche problematiche logistiche e organizzative che si riscontrano nelle società di piccola dimensione, può ben dirsi soddisfatta di quanto ha raccolto nel corso di quasi 30 anni di storia. Gli atleti tesserati sono circa una novantina, suddivisi tra una 1° e una 3° divisione, le squadre dell'Under 16, Under 14 e Under 12, più una ventina di bambini impegnati nel minivolley e giocovolley. "In due anni abbiamo conquistato due importanti promozioni con la prima squadra fem- Dopo due promozioni consecutive, la Pallavolo Caldogno adesso gioca in minile - spiega soddisfatto prima divisione il vicepresidente -, vincendo i campionati di 3° e 2° divisio- ma costruzione del nuovo ancora più ambiziose, e si guarda dello Sport a già alla possibilità, entro qualche ne, con l'ultima promozione nella Palazzetto massima serie provinciale, la 1° Caldogno, le aspettative e le spe- anno, di militare nei campionati divisione". In vista della prossi- ranze per questa società si fanno regionali. Calendari Fipav, le partite della settimana Prima divisione Femminile Girone 1 04/04/07 21.00 Riviera Volley - Fadò, Palasport Barbarano Vicentino 05/04/07 20.30 Asd Pol. Brendola - Pallavolo Longare, S.E. S.M. Bertilla, Brendola 03/04/07 20.30 Carmet Schio Volley - U.S. Angarano Azzurra, Liceo Tron Schio Vi 05/04/07 20.30 Marzotto Sporting - Laserjet Orgiano, Dams "Marzotto" Valdagno Vi 04/04/07 20.30 Banca C.C. Campiglia - As Pallavolo Caldogno, Comunale Campiglia Dei Berici Classifica: Riviera Volley 49 Marzotto Sporting 45 Fado' 40 As Pallavolo Caldogno 34 Banca C.C. Campiglia 29 Laserjet Orgiano 29 Asd Pol. Brendola 26 u.s. Angarano Azzurra 23 Carmet Schio Volley 18 Volley Cartigliano 10 Flanet 10 Pallavolo Longare 5. Prima divisione Femminile Girone 2 05/04/07 20.00 Mobilfer Noventa - U.s. Costabissara, Palasport Noventa Vicentina 04/04/07 20.30 Pall. Bassano - Asd Fulgor Thiene, Palestra "Einaudi" Campo 1 Bassano Del Grappa 04/04/07 20.30 Camec - Pall. Arzignano, Comunale Rossano Veneto Classifica: U.s. Costabissara 45 Pgs novale 39 Pall. Arzignano 37 Fulgor Thiene 35 Mobilfer Noventa 34 Pall. Bassano Asd 31 U.S. Summano 31 Rollmac Pall. Trissino 25 Camec 18 Asd Grumolo Sporting Alto Vicentino 13 Ecoaria 3. Prima divisione Maschile Girone Unico 04/04/07 21.00 Fulgor Thiene - R & C Scientifica Castellana, Patronato "S. Gaetano" Thiene 04/04/07 20.30 Pallavolo Longare Volley Solagna, Palasport Longare 07/04/07 20.30 Arreda In Legno - Volley Cartigliano, S.E. "Ghirotti" Creazzo 04/04/07 20.30 Torrebelvolley - Volleyoung, S.M.. "Carducci" Torrebelvicino Classifica: R & C Scientifica Castellana 52 Torrebelvolley 37 Fulgor Thiene 36 Pallavolo Longare 36 Volley Cartigliano 31 Zaitex Povolaro 29 Bioton P.g.s. Schio 27 Arreda In Legno 25 Volleyoung 25 Psf Volley 13 Finplast 9 Volley Solagna 4. Seconda divisione Femminile Girone 1 05/04/07 20.30 Volley Sottoriva Castelgomberto, Com. "De Marchi" - Campo 2 Marano Vicentino Classifica: Yellow Wolley 42 Castelgomberto 42 Pol. Cogollo 36 Volley Sottoriva 31 Villaverla -Santo 29 Marzotto Sporting 21 San Vito Volley 19 Pallavolo Malo 18 16 Pgs Novale 17 Fulgor Thiene 11 17 Pall. Arzignano 1 Seconda divisione Femminile Girone 2 03/04/07 20.00 Us Astico - Fides Pallavolo, Palasport Lugo Di Vicenza Classifica: Riva Pallavolo 50 Il Grifone Volley 41 Marchioro Sovizzo 37 Chimica Ecologica Vicenza 36 Us Astico 24 Romec San Vitale 23 Asd Grumolo 20 Pallavolo Longare 17 18 Volley Sandrigo 15 Fides Pallavolo 6 Uv Montecchio Maggiore 4 Seconda divisione Femminile Girone 3 04/04/07 20.30 Off. Mecc. Zoppelletto - Volley Cassola, Comunale Valmarana, Altavilla Vicentina Classifica: Off. Mecc. Zoppelletto 47 Volley Towers 37 Asd Santa Croce 36 Volley Cassola 34 Menotti Specchia 32 Prix Volley Cesuna 22 Usd Altair 22 Pall. Belvedere 17 Gs Pall. S. Nazario 8 Volley Cartigliano 7 Acs Monticello 5 Seconda divisione Maschile 05/04/07 20.30 Torrebelvolley - Volley Bassano, S.M.. "Carducci" Classifica: Asd Santa Croce 41 Nanto Volley 37 Volley Bassano 35 Volley Ardens 33 Volley Sottoriva 29 Samia Schio Sport 23 Usd Altair 23 Torrebelvolley 15 Fulgor Thiene 14 Volley San Marco 12 U.s. Castello 2 Terza divisione Femminile Girone Unico 05/04/07 21.00 Castellana S.Pietro - Alimentas Lonigo, S.M. "Marco Polo" Alte Ceccato Montecchio M.re 03/04/07 20.30 Sartorello - Volley Nove, S.E. "Colombo" Vicenza 04/04/07 21.00 Gnr San Vitale - Riviera Volley Patr. "S.Antonio" San Vitale - Montecchio M.re 04/04/07 21.15 Volley Ardens - A.s.d. SANTA CROCE, S.M. "Zanella" Bolzano Vicentino 06/04/07 20.30 Robur Thiene - G.s.d. POZZO, Com. "M.Ausiliatrice" Conca - Thiene 05/04/07 21.00 Volley San Marco - Villaverla Santo S.E. "A. Sandri" Gambellara Classifica: Castellana S.Pietro 50 Sartorello 39 Volley Ardens 37 Volley Nove 31 Sportland Creazzo 29 Asd Santa Croce 28 Robur Thiene 27 Gnr San Vitale 26 Riviera Volley 20 Alimentas Lonigo 20 Villaverla - Santo 15 Gsd Pozzo 14 Volley San Marco 0 Terza divisione Maschile Girone Unico 05/04/07 21.00 Artifer Zanè - Crespadoro Volley, Palasport - Campo 2 Zanè 03/04/07 20.40 Arreda In Legno Srl - Pgs Novale, S.M. "Manzoni" Creazzo Classifica: A.D.Pol. Cornedo 37 Pgs Novale 34 Arreda In Legno Srl 33 Pgs Cesuna c. Pennar 24 Crespadoro Volley 24 Volley Rosa' 14 14 Dueville Volley 14 Ardens Autoservizi Barbiero 10 Usd Altair 10 Artifer Zane' 1 31 MARZO 2007 V Hockey ghiaccio. Stagione superba per le due formazioni giovanili dell'Asiago Under 16 e under 10 Una stagione da campioni pareggio con l'Asiago: questi risultati sono valsi ai giocatori Gardenesi anche la miglior difesa (solo 45 reti subite) ed il miglior attacco (ben 140 reti segnate). Come ampiamente pronosticabile,l'Asiago ed il Gardena hanno conquistato sul campo la qualificazione alla finalissima: la cosa positiva è che, malgrado il risultato finale, entrambe le compagini competeranno, nel corso della prossima stagione, nel campionato di prima divisione. Tornando alla serie finale c'è da dire che tutti si sarebbero aspettati una serie equilibrata e combattuta al tempo stesso che sicuramente si sarebbe chiusa a gara 3 con il fattore campo (a favore del Gardena in quanto meglio classificato al termine della regular season) a fare la differenza. Come tutti ormai sappiamo, non è andata cosi: l'Asiago ha conquistato 'mezza vittoChe ci fossero i presupposti ria' battendo i rivali per una positiva stagione delGardenesi per 4 a 2 a casa l'under 16 era evidente già da loro mentre la vittoria inizio campionato, ma che si finale è arrivata all'Odegar arrivasse alla vittoria con cosi per gara 2 con l'Asiago tanta facilità, probabilmente vincente addirittura con il ha sorpreso tutti. risultato di 8 a 2 per la Le cose si erano messe bene gioia di tifosi e genitori. fin dal principio grazie ad un I giocatori 'campioni' girone di andata pressoché sono: Alessandro Tura, perfetto (8 vittorie, un paregEdoardo Mantovani, gio con il Trento ed una sconNicola Basso, Enrico fitta per 7 a 4 contro il Miglioranzi, Stefano Gardena) a cui è seguito, però, Basso, Filippo Rigoni, Per la formazione under 16 dell'Asiago il campionato è stato un successo una seconda parte di campioEnrico Pesavento, Mirko nato leggermente peggiore (6 Presti, Andrea Rigoni, Matteo merito del successo finale segnate contro 13 reti subite. vittorie, un pareggio con il Segafredo, Jacopo Rizzotto, mentre nel ruolo di accompa- I ragazzi che hanno vinto il Gardena e sconfitte con Fabio Lievore, Marco Frigo, gnatori si sono alternati campionato Veneto sono Valpellice, Fassa e Cortina). Michele Stevan, Alberto Riccardo Basso e Sandro Riccardo Cunico, Alexander I veri mattatori della prima Benso, Omar Valente, Mattia Basso. Shanti, Massimiliano fase, sono stati i giocatori del Battello e capitan Mattia Stessa sorte, anche se in un Apolloni, Michele Basso, Gardena che, su quaranta Sostizzo. La guida tecnica è palcoscenico differente, è Enrico Cortese, Nicola Costa, incontri totali, hanno colleziostata affidata allo sloveno spettata all'under 10 che ha Mattia Olivetto, Marco Stella, nato 39 vittorie ed il solo Frank Zbontar a cui va grande conquistato il successo nel Andrea Stona, Tommaso primo campionato Veneto: Topatigh, Andrea Tura, infatti, quello che si è disputa- Davide Dal Sasso, Pesavento Hockey in line to quest'anno, è il primo cam- Michele, Luca Stevan, Andrea pionato a tutto campo ufficia- Spiller, Gregorio Gios, le organizzato per i ragazzi di Pierpaolo Tura e Francesco di forza, l'esperto capitano Tessari e gli ex questa divisione che, fino allo Forte. La guida tecnica è stata DI SABRINA NICOLI Milano 17 Rams, Zagni e Zorzet". scorso anno, era stati solo pro- affidata ad Andrei Vidmer Iniziano sabato 31 alle 19.00 I biancorossi, in queste settimane, hanno lavotagonisti di tornei 'promozio- mentre il ruolo di accompamarzo i play off scudetto, che rato duramente per arrivare pronti alla prima nali' della durata di qualche gnatore è stato ricoperto da vedono impegnati i Caoduro sfida, disputando anche, la scorsa settimana, ora. Il campionato, composto Renato Stona. Diavoli Vicenza in trasferta con- un'amichevole contro i cugini dell'Asiago da un'andata e ritorno, è ini- Il prossimo impegno dell'untro Milano 24. A Milano, i bian- Vipers, persa di misura per 5-4. "Ci stiamo ziato il 6 Gennaio mentre si è der 10 è previsto per domenicorossi non troveranno vita faci- allenando molto intensamente per essere preconcluso il 17 Marzo con un ca 1 Aprile alle 9.00 stadio di le, dal momento che gli avversa- parati all'appuntamento - prosegue Bellinaso esito inequivocabile: l'Asiago Asiago l'Odegar si terrà il ri sono molto forti sulla pista di casa e hanno . Abbiamo intensificato gli allenamenti e ripreera nettamente superiore alle secondo 'Trofeo città di messo in difficoltà tutti gli avversari. so la preparazione atletica, stiamo miglioranaltre squadre e lo dimostra Asiago'. Le formazioni sono Milano 24 è stato promosso nella massima do anche l'affinità tattica con i nuovi acquisti e con i numeri; sei vittorie su Asiago, Trento, Bolzano, serie lo scorso anno, ma è una società dal pas- studiando un metodo di gioco più accorto altrettanti incontri, 78 reti Pergine e Lubiana. sato glorioso, che vanta un titolo italiano e una perché nei play off non si può sbagliare. Coppa Italia, oltre a numerosi successi in tor- Rigoni, Stevanoni e Ciresa, che già hanno fatto nei di livello. Per i ragazzi guidati da mister sentire il loro peso nelle ultime due gare della Corso, quindi, sarà un impegno difficile da regular season, ci saranno, mentre Max affrontare con la masAnsoldi non è ancora sima concentrazione e disponibile impegnato determinazione, concol Merano sul ghiactando sul fattore cio". campo a favore, visto Per i play off l'auspicio che gara due e l'evendei Diavoli è di arrivare tuale gara tre verranalla semifinale per no giocate al incontrare i cugini Pattinodromo di dell'Asiago Vipers, Vicenza. "Dovremo come hanno dichiarato giocare al meglio e sia capitan Bellinaso sfruttare il fattore che Fabio Rigoni. campo a favore "Noi speriamo di pasdichiara il capitano sare il turno, anche se dei Diavoli, Andrea non sarà semplice Bellinaso - Sappiamo conclude Bellinaso che non sarà facile, ma Certo una seminifinale ce la metteremo tutta, Fabio Rigoni e gli altri Diavoli sperano di con le "Vipere" asiaghetenendo d'occhio in arrivare in semifinale per incontrare i cugini si sarebbe un bel risulparticolare i loro punti dell´Asiago Vipers tato". DI MICHELE BERARDI Diavoli, playoff al via: prima tappa Milano VI 31 MARZO 2007 Un vicentino negli States. Nello "Sweet 16" si affrontano le migliori formazioni dei college Usa March Madness, magie del basket universitario DI GIAN MARIA GASPARRI Cari lettori, nella rubrica di questa settimana non posso che parlare di Basket a "stelle e strisce", visto che nel mese di Marzo si sono sfidati in gare ad eliminazione diretta i team delle varie Università in un torneo che culmina con le "Final Four" che si stanno disputando proprio in questi giorni. Il "March Madness" ( così viene chiamato questo avvenimento in America) viene seguito da migliaia di persone che prendono letteralmente d'assalto pub e luoghi pubblici per vedere le partite. Giovani e meno giovani tifano davanti ai teleschermi indossando con orgoglio t-shirt o cappellini con il logo della propria Università. Immaginate di vedere il Bar Sport delle Maddalene piuttosto che quello di San Bortolo con ragazzi o signori vestiti con le maglie dell'Università di Padova piuttosto che dell'Università di Venezia. Al momento in cui vi scrivo West Division: prevedo una finale tra Kansas e UCLA (la famosa Università di Los Angeles) , con i Bruins di L.A. favoriti per staccare il biglietto per le "Final Four": scusate il campanilismo ma vivendo a Los Angeles ho potuto visitare l'Ateneo di UCLA un vero e proprio gioiello.. South Division: la mia finale è Menphis contro Ohio State, con quest'ultimi favoriti . East Division: qui dovrei partire dalle semifinali visto che c'è un'interessante North Carolina (ateneo Un giovanissimo Michael Jordan con di "sua maestà" Michael la maglia dell'Università di North Jordan) contro USC Carolina. Anche MJ si è messo in luce (University of South nel March Madness California). Immaginare siamo arrivati alla "sweet 16", o due Atenei di Los Angeles nelle meglio sono rimaste in gioco le prime quattro sarebbe follia migliori sedici formazioni del pura, oltre che costarmi una Paese. Volete un pronostico? fortuna in spedizioni di gadget, Così verrò pubblicamente deri- visto che tutti i miei amici so nella prossima rubrica? "baskettari" vorrebbero sicuraEccovi servite le mie favorite. mente qualche cimelio in ricor- do! Ma se devo essere obbiettivo il mio pronostico va a favore di North Carolina Midwest Division: vedo un duello tra Florida, squadra pilotata da Joakim Noah figlio d'arte del mitico tennista Yannick Noah, e UNLV (University of Nevada, Las Vegas) vera e propria rivelazione del torneo nonché mia squadra preferita visto che ho potuto "vivere" l'Ateneo dei ""Rebels" grazie al mio caro amico Sam Shweisky, assistant coach del team femminile di Volley di UNLV. Piccola postilla, spero nelle prossime puntate di avere il tempo di descrivervi l'incredibile organizzazione di queste Università che, con le loro squadre, non hanno nulla da invidiare a molti Club professionistici Europei. Ricapitolando con un po' di immaginazione e con un pizzico di razionalità questo è il mio quadro finale delle quattro invitate al ballo finale ad Atlanta: UCLA, North Carolina , Ohio State e UNLV. Per notizie o curiosità potete scriIl nostro inviato Gian Maria Gasparri nella a sala pesi dell'Università di Las Vegas, dove si vermi allena la squadra rivelazione dello Sweet 16 [email protected] 31 MARZO 2007 VII I due biancorossi Padoin e Paonessa hanno inaugurato il nuovo stadio londinese. "Che emozioni, tutto un altro clima" Wembley, ed è subito calcio DI FRANCESCO CAVALLARO Se passate in treno sulla tratta San Benedetto del Tronto - Ascoli Piceno dopo qualche minuto dalla partenza vi sorprenderà un'insegna grande così. "Tempio del tifo" è lo slogan scritto a caratteri cubitali all'esterno della curva nord dello stadio "Riviera delle Palme", tana della Samb. Con tutto il rispetto, gli ultras rossoblù non ci hanno azzeccato per niente; il vero tempio del tifo, addirittura del calcio, si trova qualche migliaio di chilometri più a nord, a Londra: è il "Wembley stadium", il "mitico Wembley" per noi italiani. Lo storico impianto è stato inaugurato nel 1924 e demolito nel 2003; sulle sue ceneri è rinato il nuovo Wembley, battezzato lo scorso 24 marzo in occasione dell'amichevole under 21 Inghilterra-Italia (un divertentissimo 3-3, con tripletta di Pazzini). Uno stadio che mette i brividi solo a guardarlo. Ebbene, i "vicentini" Simone Padoin e Gabriele Paonessa hanno avuto la fortuna di calcare il terreno del Wembley con la maglia della L'U21 italiana in capo: "Uno stadio che mette i brividi" dicono i giocatori Nazionale: il primo ha giocato da titolare, mentre il trequartista si è dovuto "accontentare" della panchina. Ma entrambi hanno comunque vissuto un pomeriggio di fortissime emozioni. "E' stato un onore inaugurare il nuovo Wembley con l'under 21 commenta Simone Padoin -; non avevo mai giocato in uno stadio così grande, con 60mila spettatori a fare da cornice. Ricordo con grandissimo piacere il momento degli inni nazionali: durante quegli attimi mi è venuta la pelle d'oca. Anche se siamo concentrati sulla partita noi giocatori non possiamo rimanere indifferenti a ciò che accade sugli spalti. E quel sabato per noi erano solo applausi; ho notato che c'erano famiglie felici sedute in tribuna: è un'immagine che vorrei vedere più spesso anche nei nostri impianti. Purtroppo sappiamo come gira da noi; la speranza è che un giorno anche in Italia la partita diventi solo ed esclusivamente un motivo per far festa, indipendentemente dal risultato della propria squadra del cuore. Prima di entrare in campo il mister, forse con un po' di invidia, ci ha detto di divertirci. D'altronde non capi- ta tutti i giorni di giocare in uno stadio così spettacolare; tanto valeva scendere sul terreno di gioco sereni, solo con la voglia di far bene. La maglia azzurra mi ha dato una carica particolare, soprattutto in virtù della vittoria conquistata a Germania 2006; anche noi dell'under 21 siamo rimasti contagiati dalla gioia del successo mondiale: sì, aumentano le responsabilità. Meglio così". Gabriele Paonessa, 20 anni il prossimo 18 aprile, non ha giocato contro l'Inghilterra. Non è per niente dispiaciuto di questo; per lui, sedersi sulla panchina del Wembley è stata in ogni caso un'emozione da togliere il fiato. "Si è avverato un sogno - racconta il centrocampista -, anche perché non mi aspettavo la convocazione. Sono ancora nel giro del- l'under 20; tuttavia, per entrare in under 21 mi va bene anche fare il ventesimo uomo. A Wembley ho respirato aria di grande calcio, pur se a bordo campo. Ho provato un effetto che non riesco a descrivere a parole. In particolare, durante la fase di riscaldamento una ventina di tifosi inglesi si sono messi a canzonarmi dalla tribuna; io mi sono girato e ho risposto loro con un sorriso, ho accettato lo scherzo, mica volevo far polemica. Loro hanno reagito con un sincero applauso. Scena che non ho mai visto qui in Italia. E poi, che bello poter giocare senza le barriere. Al termine della partita siamo saliti sulla tribuna d'onore passando in mezzo alla gente; nonostante fossero tutti tifosi inglesi ci davano il cinque, volevano delle foto con noi: si sono dimostrati davvero sportivi. Abbiamo respirato tutto un altro clima rispetto a quello dei nostri stadi. Futuro in Azzurro? Magari. E' il sogno di ogni bambino vestire la maglia della Nazionale maggiore. Da parte mia continuerò a lavorare con impegno, come ho sempre fatto. E Il mitico Wembley costruito nel 1924 ha lasciato spazio al nuovo impianto poi... chissà". Pallanuoto. Sempre più in palla il settebello vicentino, la Geoplast cresce ma attende la vittoria Caoduro ad un passo dalla vetta La Caoduro c'è, eccome, e contro una formazione davvero ostica è riuscita a calare la quinta vittoria consecutiva. Grazie al successo in trasferta contro Parma, dove una delle forze del campionato aveva pareggiato, i vicentini si portano ad un passo dalla terza posizione. Bisogna però aspettare la fine del girone di andata, e se tutto andrà come da pronostico si potrebbe prospettare una classifica cortissima, con il secondo ed il quarto posto divisi da 1 punto. Dopo le tre sconfitte iniziali, la squadra di Greco ha reagito davvero bene in un momento critico, risalendo la classifica fino al quarto posto. "Il Parma spiega il tecnico Matteo Greco - è partito fin da subito molto aggressivo e ha cercato immediatamente di metterci in grossa difficoltà. Noi invece abbiamo controllato la gara portandoci sul 3 a 1 e reagendo al ritorno dei padroni di casa nel secondo tempo e piazzando un terzo tempo da 0 a 4 che non ha lasciato scampo agli emiliani. La squadra sta sempre più vincendo con convinzione dei propri mezzi e lo dimostrano i sei giocatori andati a segno. È stata una buona prova di tutta la squadra con Melison e Alessandro Pisani in grande evidenza". I vicentini ospiteranno in casa sabato 31 marzo il Milano alle 19.30 nella piscina di viale Ferrarin. Il setterosa migliora nella sua sfida con la serie B Per la formazione femmi- nile della Geoplast invece si deve registrare un'altra sconfitta, anche se in acqua si è notato un costante miglioramento, giornata dopo giornata. A Prato, conto la capolista, le biancorosse hanno sfoderato una prestazione che ha sorpreso anche il tecnico Sergio Peri. Senza alcun timore reverenziale le vicentine hanno condotto la gara fino a La squadra vicentina è inarrestabile: questa vittoria tutto il secondo tempo. la porta quarta in classifica Nel terzo tempo si è invece avvertito un leggero calo, soprat- tersi con una prestazione come quella di tutto nelle situazioni di superiorità nume- Firenze. Si spera di recuperare Francesca rica, dove la Goplast non riesce ad espri- Peruzzi che sarebbe un grosso aiuto in mersi. "Sarebbe stata sufficiente una per- attacco dove Anna Frizzarin si sta comcentuale del 20% e avremmo portato a portando molto bene. Comunque una casa almeno 4 punti nelle ultime due gare bella prestazione di tutta la squadra ma - commenta Peri -. Si sapeva che i ritmi un plauso particolare va al capitano della serie B sarebbero stati più alti ma la Angela Genovese, autrice tra l'altro, nelsquadra sta recuperando bene il divario l'ultima gara, di due belle reti". con le squadre esperte e già da sabato speriamo possa, nel derby con Mestre, ripeT.Q. APPUNTAMENTI Csi, il calcio a 5 nella fase finale Inizia questo fine settimana la seconda fase del campionato di calcio a cinque del Centro Sportivo Italiano. Le prime quattro squadre dei tre gironi della reagular season sono state sorteggiate nei due gruppi della fase finale. Tutte le altre squadre invece partecipano al secondo Trofeo Csi. Sono stati individuati, inoltre, i vincitori della classifica marcatori: nel girone A Valentino Mondin dell'Over Monte di Malo con 59 reti; nel girone B Antonio Anapoli dello Houston Soccer Team con, e infine nel girone C Lucio Simonato dello Sporting Venezia che con le sua 65 reti è anche campione assoluto. Programma fase finale. Girone A BR Piazzo Five - T. Systems, 30/03 ore 21,45, Zugliano Over - Casonense, 01/04 ore 11, 00, Monte di Malo Leon Bar N&G autoprestige Italgrafica, 30/03 ore 21,15, Borso del Grappa Girone B Csi Tezze sul Brenta - Sarcedo, 31/03 ore 21,00, Tezze S. B. Se Po Restena - Houston Soccer Team, 30/03 ore 20,00, Arzignano C Due Chiampo - Sporting Venezia, 31/03 ore 16.30, Chiampo Secondo Trofeo Csi Girone A Metius - Real Camisano, 30/03 ore 21,00, San Giorgio di Perlena Futsal Montecchio - Blu Max DST, 29/03 ore 21,15, Zermeghedo Futura Futsal - Pol. Brendola, 29/03 ore 21,30, Trissino Girone B Villaverla - Flora S. Bortolo, 30/03 ore 21,30, Villaverla Caltrano - Four Four, 31/03 ore 20,30, Caltrano Union Vicenza - Lusiana calcio, 28/03 ore 21,30, Longare Girone C Aston Villa - Real Mantovano, 30/03 ore 21,15, Nanto Nacional 5 - A. Bancone/Iron, 31/03 ore 20,30, Rosà Cobra Team - IFK Schiavon, 1/04 ore 10,00, Zanè 13 31 MARZO 2007 viaggi OltreIlGiardino - 5. Deserti, strani animali, semplici abitudini ed un senso di colpa che serpeggia strisciante. Ecco l'Australia Un'isola grande come un continente DI DANIELE BINAGHI Ricordo che, fin da piccolo, l'Australia mi aveva sempre affascinato: animali misteriosi, gente che vive sottoterra per difendersi dal sole, le leggende aborigene, il boomerang che o colpisce la tua preda o ritorna indietro per colpire te. Arrivarci ora era un po' il coronamento di un sogno, col desiderio di verificarne la validità e la volontà di non farsi fregare dalle incomprensioni; perché, in realtà, con l'Australia ti fregano: ti dicono che è una nazione, ma in realtà sono 7, ed il tempo necessario per girarla cresce di conseguenza. Sbarco a Perth, su quella costa occidentale che molti europei dimenticano senza sapere cosa si perdono. Agli australiani piace vivere lungo la costa, è più facile e le onde per fare il surf abbondano, e poi verso il centro fa caldo davvero e pochi sono disposti a farsi cuocere a puntino; e Perth, attraente senza avere niente di speciale, è il perfetto esempio della loro filosofia: la funzionalità vinca sul ricordo, gli antichi edifici facciano posto ai nuovi, i trasporti funzionino e le strade siano pulite (che importa, poi, se definisci "storico" un palazzo di 70 anni fa?). Vi incontro i miei primi canguri, i primi pub, i primi aborigeni; ma questi ultimi, vittime dei sensi di colpa di un popolo che li ha quasi sterminati, ora si trovano sbalzati in una società che non è la loro e che gli offre un sussidio che non sanno come spendere se non scolandosi litri e litri di alcol. È triste, li hanno rovinati prima ed ora stanno peggiorando la cosa per motivi opposti. Tra i tanti bizzarri animali australiani, il canguro è forse il più noto Tutto viene spettacolarizzato: i quokka, deliziosi roditori marsupiali sull'isola di Rottnest; l'ex-carcere di Fremantle, dove puoi visitare le celle dei detenuti; gli altissimi alberi della Valle dei Giganti, dove puoi salire in cima alle postazioni antincendio; i pelosissimi koala, accoccolati sui rami nei parchi; e persino le chiese benedettine di New Norcia. Tutto senza strafare, però: l'obiettivo sembra essere rendere le cose interessanti, curandole bene, tanto che in alcuni musei vedo bambini interessatissimi da quello che stanno facendo (che non è giocare col GameBoy o col cellulare!). Viaggio su una macchina scassata assieme alla neozelandese Hazel, andiamo verso nord prendendoci il nostro tempo; incontriamo il principe Leonard, sovrano di uno staterello che dichiarò la secessione dal Commonwealth australiano nel 1970 per questioni di tasse, e che da allora stampa cartamoneta e francobolli con la sua effige ("E' bello, fare il re!"); e giochiamo a nasconderello tra i pinnacoli nel deserto di Cervantes, dove il sole caramella le ombre al tramonto. Un po' più su, Monkey Mia ci offre l'opportunità di incontrare i delfini: una mattina me li ritrovo intorno, mentre immergo mezzo metro di gambe in un'acqua ancor fredda per la stagione; mentre a Coral Bay sono le balene megattere a rubare la scena. Un bus Greyhound per tornare a Perth, e poi un volo fino a Darwin dove capito nella casa di Alan, ex-poliziotto che espone dal balcone una bandiera italiana per salutarmi. A Darwin fa caldo, afoso, ed impiego qualche giorno a trovare due nuovi compagni con macchina per proseguire il viaggio; quando ci riesco, assieme a Ralf e Robin ci addentriamo nei parchi di Litchfield e Kakadu, il primo una copia in scala ridotta del secondo ma con il valore aggiunto di essere privo di coccodrilli (che di per sé non sarebbero un problema se non raggiungessero i 4 metri di lunghezza, di cui la metà bocca dentata) e quindi di potervi nuotare nei laghetti e nei ruscelli. Pittogrammi aborigeni, termiti magnetiche, acque termali tormentate da volpi volanti, e poi arriva il deserto, imponente, desolante, che ti entra dentro nelle scarpe e nell'anima e non ti lascia più fino al centro, fino ad Alice Springs. Da qui, raggiungo Uluru che tutti chiamano Ayers Rock e che secondo la tradizione sarebbe il grande uovo lasciato dal serpente-arcobaleno durante il suo girovagare per questo isola continentale; intorno, il vuoto, unica variazione le montagne Olgas ad Le "vele" dell'Opera House, sullo sfondo dell'Harbour Bridge, sono le una trentina di chistar della notte di Sydney lometri, monoliti lasciati come ricordo da un mare scomparso da tempo. Altre compagne di viaggio, altra macchina (ok, adesso l'avrete capito, l'Australia si gira così, con 4 ruote sotto il sedere e molte taniche di benzina di scorta), e scendo ancora fino ad Adelaide, fermandomi a visitare quella Coober Pedy dove i minatori ora vivono in case ricavate nelle loro miniere sotterranee. Ma Adelaide è nel sud, e l'inverno è davvero freddo, così torno su sulla costa est, a Cairns, e da lì comincio a ridiscendere lentamente: immersioni sulla barriera corallina, godendomi i pesci - squali compresi - e facendo attenzione alle meduse "scatola" che possono darti tanto dolore da lasciarti urlante in coma per giorni; e poi escursioni a piedi nelle foreste tropicali, in jeep con altri viaggiatori sulle sabbie dell'isola Fraser, in crociera in barca a vela tra le Whitsundays, ed a caccia (fotografica) di balene nella baia di Hervey. La chicca è però una deviazione, fatta assieme a due ragazze sarde, per cercare di avvistare gli ornitorinchi, quegli animali mezzo castoro e mezzo papero che depongo le uova per poi allattare i figli (uno dei pochi casini combinati dalla Natura); con levatacce e molto, molto silenzio, riusciamo a vederne qualcuno affiorare timido alla superficie, e il nostro esultare è sincero. A Brisbane gli esperantisti locali mi fanno visitare la città ed i boschi circostanti, e mi tratterrei volentieri, ma mi accorgo che girare senza orologio mi sta facendo arrivare in ritardo per il volo per la Nuova Zelanda, necessario in quanto il visto multiplo che mi sono procurato per l'Australia ha dei limiti di 3 mesi; passo quindi solo 24 ore nella città famosa per le vele dell'Opera House, e molte di esse seduto sui prati dei Giardini Botanici a guardare la baia, immaginandovi guizzare il padre di Nemo. All'aeroporto incontro qualche casino, ma alla fine riesci a partire per Auckland; tra non molto, però, ritornerò qui per visitare il sud. La scheda Australia, divertimento assicurato E' bene ricordarsi sempre delle dimensioni dell'Australia: 15 giorni, anche se riuscirete magari a ben combinare gli spostamenti, vi permetteranno di intravedere solo qualcosa, lasciandovi tra l'altro abbastanza spossati. Per girarla, la cosa migliore è avere un mezzo di trasporto, se ne possono affittare o addirittura acquistare di tutti i tipi; l'importante è ricordarsi di fare scorta di carburante (a volte ci sono più di 200 chilometri tra un benzinaio e l'altro) e di acqua, indispensabili per sopravvivere non tanto sulla costa ma all'interno, nell'Outback assolato. Il Western Australia è molto meno visitato degli altri Stati, e offre una serie di meraviglie naturali che valgono sicuramente la pena di essere incluse in un itinerario; e c'è poi la possibilità di visitare l'Hutt River Province, il regno del principe Leonard che ancor oggi chiude le attività turistiche verso le 17 per occuparsi dei suoi greggi di pecore. Il nord è ben visitato nella stagione secca, ovvero nei nostri estate/autunno, perché quando piove molte parti dei grandi parchi sono allagate e irraggiungibili (e voi non avrete voglia di nuotare, sapendo che ci sono i coccodrilli ad aspettarvi); il sud invece non prima di settembre, o le temperature ve lo faranno godere molto poco. La costa orientale è superattrezzata per coloro che vogliono divertirsi, forse anche troppo; ma tutta l'Australia offre molte opportunità: nei parchi e riserve, ad esempio, si trovano praticamente sempre toilette ecologiche e punti barbecue per farsi una grigliata senza scatenare un incendio; aggiunto alla possibilità di campeggiare spesso gratuitamente, permette di girare molto senza spendere granché. Gli australiani sono molto alla buona, spesso gentili ed amichevoli; un paio di birre, poi, faranno miracoli! Per entrare nel Paese serve un visto, richiedibile anche via internet e per ingressi multipli; per i minori di 30 anni, c'è pure la possibilità di un visto-lavorativo, che permette di girare e lavorare legalmente per un periodo di un anno. Molte possibilità di lavoro temporaneo sono a disposizione di chi vuole pagarsi il viaggio. Non ci sono particolari problemi per la salute, tranne forse i rischi di disidratazione ed insolazione, e vige un accordo con l'Italia per estendere la copertura sanitaria per un periodo di alcuni mesi. Può essere utile, per lunghi periodi di permanenza, procurarsi una carta YHA degli ostelli (che dà diritto ad un sacco di sconti) ed un conto corrente con una banca locale per risparmiare sui prelievi col Bancomat. 14 31 MARZO 2007 intervista doppia Giancarlo Albera: "Da Santoro avrei chiamato anche il Sì" Germano Raniero: "Che tristezza mendicare i soldi Usa Comitati: "Referendum, non molliamo" Presidio: "Blocchiamo le ruspe" Perchè essere per il No al Dal Molin meno impattante di spostare la base su dopo il via libera del governo Prodi? viale Ferrarin? Riteniamo che il no al Dal Molin possa Non serve la politica della riduzione del rappresentare una piccola "nuova fron- danno; molto meglio evitare il danno. tiera", per come è maturata poi la decisio- E' vero che gli Americani finanzieranno ne di Prodi (editto di Bucarest), in modo nuove infrastrutture come la circonvalcosì anomalo e lontano dai luoghi istitu- lazione a nord? zionali deputati a decidere. Infine perché Non c'è alcun accordo preciso sottoscritnon c'è ancora un atto formale che ratifi- to e, comunque, una buona amministrachi tale decisione e perché pensiamo che zione fa i conti con le proprie risorse troppe siano state le procedure non senza "barattare" il proprio futuro. rispettate. Perché non rappresentare l'elettorato Che differenza politica c'è tra governo deluso dal governo di centrosinistra con Prodi e governo Berlusconi sul caso una Lista No Dal Molin alle provinciaEderle 2? li? La differenza si è assottigliata; tuttavia il A livello provinciale in ogni caso il progoverno Berlusconi che ha incoraggiato blema è meno avvertito, secondariamensegretamente le aspettative americane ha te è meglio evitare di cavalcare l'emotivila responsabilità più grande; il governo tà del momento quanto, invece, miglioraProdi ha invece disatteso le promesse re l'esistente con un maggior coinvolgifatte in campagna elettorale ed è quindi mento dei cittadini. ugualmente colpevole. Partiti come i Verdi (e i Ds di sinistra) e Bloccare i lavori occupando l'area e fer- sindacati come la Cgil quanta influenza mando le ruspe può essere una soluzio- hanno sul movimento? ne realistica? Come? Partiti e sindacati hanno la possibilità di Crediamo che quella della resistenza pas- "assecondare" alcune nostre scelte che siva sia l'ultima ratio, a cui speriamo rimangono comunque autonome. ovviamente di non dover arrivare. Se dovessero cadere una o più condizioDopo lo stop dei saggi comunali e del ni con cui il Comune di Vicenza ha ricorso contro di essi da parte del Tar, il detto sì alla base (per esempio, che l'aereferendum è una via praticabile? roporto si salvi o che l'indotto vada a Come? imprese locali), cosa dovrebbero fare Noi siamo convinti che la volontà popo- giunta e consiglio comunale? lare sia sempre sovrana, bisogna in ogni Noi crediamo che a prescindere dal caso trovare un modo per consultare la rispetto di alcune delle cinque clausole a popolazione (Quinto Vicentino docet). cui era subordinato quel famoso ordine Lei avrebbe incluso nella puntata di del giorno, lo stesso vada comunque Santoro esponenti del Comitato del Sì? respinto in toto poiché il Comune è stato Avrei sentito anche le loro ragioni (anche in ogni caso inadempiente rispetto alle perché sono assai poche). richieste del ministro della difesa; sia per Che differenze ci sono tra fronte del No la compatibilità urbanistica che ambiene del Sì? tale. Mancano proprio le valutazioni tecLe differenze sono tantissime: in breve niche. Le risposte dell'amministrazione l'interesse del fronte del NO è soprattut- sono state solo politiche e per di più to rivolto al bene comune (un atto d'amo- ambigue. re verso la città), per l'altro fronte, pur se L'appello al boicotaggio delle aziende e comprensibili, i motivi sono più persona- banche sostenitrici della base sta avenli e sicuramente risolvibili con la buona do effetto? volontà. Sicuramente potrà essere migliorato e Presidio Permanente e Coordinamento più mirato. dei Comitati, entrambi contro la base: perché divisi? Le varie anime del NO appartenenti anche a varie realtà non devono essere un limite ma rappresentano una ricchezza da coordinare e valorizzare. Il Presidio è stato accusato di essere abusivo e di non rispettare norme igieniche, commerciali, etc. Una provocazione? Il Presidio ha un alto valore simbolico, tutto il resto rappresenta una forzatura ed una forma di provocazione. Perché dire no alla soluzione Il presidio di notte (foto Luigi De Frenza) Perchè essere per il No al Dal Molin dopo il via libera del governo Prodi? Il No al Dal Molin mantiene intatte tutte le ragioni, che sono quelle di chi non vuole la militarizzazione della città, di chi non vuole essere complice di un paese, gli USA, che adopera le basi della nostra città per una politica di guerra. Che differenza politica c'è tra governo Prodi e governo Berlusconi sul caso Ederle 2? L'attuale aveva nel programma la riduzione delle servitù militari; non le ha ridotte, ha aumentato le spese militari, ha deciso la nuova base a Vicenza. Il vecchio governo di centro destra era talmente filo-Bush che ha ritenuto che quello che decidevano oltre oceano andava fatto senza discutere e senza informare i cittadini. I governi non sono tutti uguali ma le differenze provate voi a vederle. Bloccare i lavori occupando l'area e fermando le ruspe può essere una soluzione realistica? Come? La presa di coscienza di questi mesi rende possibile l'invasione del Dal Molin e il blocco delle ruspe. La cosa è realistica. Dopo lo stop dei saggi comunali e del ricorso contro di essi da parte del Tar, il referendum è una via praticabile? Come? Il referendum è uno strumento superato, andava fatto lo scorso inverno, anche autogestito; ora, dopo la grande manifestazione del 17 febbraio, sarebbe un tornare indietro, guardare il passato e non il futuro. Lei avrebbe incluso nella puntata di Santoro esponenti del Comitato del Sì? Il comitato per il Sì non esiste. A tenerlo in piedi strumentalmente è un dipendente della Ederle consigliere circoscrizionale di Forza Italia. Se invece parliamo di dipendenti della Ederle, e di quelli del Dal Molin, è giusto dare risposte alle loro richieste di avere una garanzia e un futuro occupazionale. Che differenze ci sono tra fronte del No e del Sì? Il fronte del Sì è composto dai potentati economici locali e da cittadini che pensano di fare affari con la nuova base. Sono miopi perché lo sviluppo di un città militare ha il fiato corto e dopo un primo momento, quello dei lavori, si blocca. Il vero benessere futuro sta nella riconversione civile di Dal Molin e Ederle. Presidio Permanente e Coordinamento dei Comitati, entrambi contro la base: perché divisi? Non siamo divisi. Una parte di chi si sta mobilitando proviene da esperienze diversissime, addirittura da sponde politiche opposte. Proprio per questo è naturale che esistano delle diversità; nei momenti importanti, però, l'unità ha sempre prevalso e sarà così anche nel futuro. Il Presidio è stato accusato di essere abusivo e di non rispettare norme igieniche, commerciali, etc. Una provocazione? L'attuale Giunta Comunale ha tenuto nascosto per anni a noi cittadini un atto fondamentale come la nuova base militare; dopo essere stati così falsi, con che autorità parlano? Il presidio è un pugno nello stomaco, un incubo per chi pensa che fare la base militare sarà una passeggiata. Perché dire no alla soluzione meno impattante di spostare la base su viale Ferrarin? Non è una questione di impatto ambientale. Siamo determinati nell'affermare senza se e senza ma che la base non va fatta a Vicenza e in nessun altro luogo. Non siamo per la riduzione del danno. E' vero che gli Americani finanzieranno nuove infrastrutture come la circonvallazione a nord? Siamo proprio ridotti male se dobbiamo mendicare da una potenza straniera quello che i nostri governanti non sono capaci di fare. Questo progetto è altamente impattante da un punto di vista urbanistico: noi siamo d'accordo con quai comitati che si battono perché la complanare non venga fatta. Perchè non rappresentare l'elettorato deluso dal governo di centrosinistra con una Lista No Dal Molin alle provinciali? E' un dibattito in corso. Personalmente non sono favorevole a presentare liste del movimento alla elezioni provinciali. Se il movimento decide diversamente mi atterrò a queste decisioni. Partiti come i Verdi (e i Ds di sinistra) e sindacati come la Cgil quanta influenza hanno sul movimento? Tutti i partiti di destra, di centro, di sinistra, devono vergognarsi. Invece di fare gli interessi della popolazione che li ha votati sono diventati macchine di gestione del potere fine a se stesso. I sindacati, la CUB e la CGIL, si sono mosse in maniera coerente nel mobilitare i lavoratori contro la base. Il movimento no base è indipendente e si autogoverna. Se dovessero cadere una o più condizioni con cui il Comune di Vicenza ha detto sì alla base (per esempio, che l'aeroporto si salvi o che l'indotto vada a imprese locali), cosa dovrebbero fare giunta e consiglio comunale? Quell'ordine del giorno era un bluff per mettere in difficoltà il governo. Da questa Giunta, oltre che delle furbate, non c'è da aspettarsi nulla. L'appello al boicotaggio delle aziende e banche sostenitrici della base sta avendo effetto? Stiamo partendo in questi giorni. Il boicottaggio per funzionare ha bisogno di tempi lunghi. Lo faremo unitamente ai vari movimenti sparsi nel nostro paese. 15 satira 31 MARZO 2007 Manifesti impossibili. Dopo i giovani leghisti una campagna di fantapolitica. All'insegna del buonumore Dalla Lega Che l’ha duro a Marx che vota Silvio Fortuna che ci sono i giovani, in questo caso i giovani leghisti. Scusate l'ovvietà, ma in una politica stagnante nel grigiore delle lotte intestine e allergica alle novità, l'irriverente trovata dei ragazzi della Lega Nord di Arzignano col loro Che Guevara "padano", è un'autentica boccata d'aria fresca. Bisogna ammetterlo: vedere l'ennesimo abuso di un icona comunista per la campagna tesseramenti di un partito anticomunista come la Lega, al posto dei soliti leoni alati o del trito Alberto da Giussano, un certo effetto lo fa. E così non abbiamo resistito alla tentazione di immaginare quali altri sfracelli storico-ideologici potrebbero partorire i fervidi pensatoi dei partiti in vista delle prossime campagne elettorali. Manifesti che, ovviamente, non vedrete mai sui muri della provincia, ma che farebbero la loro bella figura accanto al Che rossoverde di Arzignano. Ecco allora Marx teorico del capitale (gli schei) che improvvisamente diventa caro ai forzisti; Mariano Rumor, "padre spirituale" di un Partito Democratico per alcuni molto somigliante alla vecchia Dc dorotea; Benito Mussolini, citato come esponente di punta di quel socialismo dei primordi che i Ds ora sembrano voler abbandonare (Mussolini è stato tra i direttori dell'Avanti); e la nipote di Mussolini, Alessandra, in versione "desnuda", in una foto dell'epoca in cui recitava nelle commedie sexy e posava per Playboy, a ricordare ad An la Fiamma del primo amore. Ai lettori il giudizio (divertito, speriamo). A.M. L. M. Il tanto discusso manifesto della Lega 16 opinioni 31 MARZO 2007 Pensieri Contro: Dal mangiadischi al walkman, ecco come la musica è diventata sempre più individuale. E nemica della riflessione iPod, cuffie e frastuono. Elogio del silenzio DI Momenti di pura ebbrezza, da cui esci persino un po' stordito, ma come colmo di grazia, quasi rigenerato. O di notte, quando solo le sfere ruotano perfette nel cielo, e quasi hai l'impressione di udirne l'ineffabile armonia. Che sia proprio per paura di questa discesa negli abissi del sé, che si isolano dal mondo? Impenetrabili non solo al 'suono del silenzio', ma anche a quello della loro stessa realtà - un incidente a pochi metri da loro, con le urla, il dolore, la morte, può esser loro assoluta- GIULIANO CORÀ Cominciò tutto col mangiadischi. O col 'Gelosino' (il piccolo magnetofono 'tascabile'): non ricordo quale dei due sia venuto prima. Ingombranti, ed anche abbastanza macchinosi da usare, per la prima volta permettevano di scegliere quale musica ascoltare e portare con sé, in modo che ognuno potesse farsi la propria personale hit-parade, come allora si diceva. Poi fu la volta del mangiacassette, che ci liberò dalla schiavitù di maneggiare il nastro magnetico e che poi si contrasse fino alle dimensioni di walkman. Dopodiché venne il lettore portatile di cd, che però presentava ancora il limite della necessaria e frequente sostituzione del supporto e delle batterie e soprattutto della quantità di canzoni che poteva contenere: qualche decina al massimo. Oggi la nuova frontiera si chiama iPod, un oggetto dalle dimensioni ridottissime e dalla lunghissima autonomia, che può contenere migliaia e migliaia di pezzi. Facendo un passo indietro, altra tappa fondamentale nel campo dell'ascolto musicale fu la comparsa delle minicuffie, che ne rivoluzionarono totalmente non solo il modo, ma la stessa filosofia. Prima, ascoltare aveva una dimensione volutamente comunitaria e collettivizzante: oltre alla fruizione individuale, i vecchi strumenti servivano soprattutto ad ascoltare insieme, a condividere melodia e parole di uno stesso pezzo. Con l'uso quasi universale delle cuffie, tutto ciò è cessato. L'esperienza dell'ascolto è cortocircuitata, si è rivolta su se stessa, è diventata puramente autoreferenziale. Certo, 'fuori' dalle cuffie, gli individui si rapportano ancora, si scambiano indicazioni, consigli, file musicali. Ma poi, alla fine, quando se le rimettono, rientrano in un sé, come dice Umberto Galimberti (Repubblica del 13/3) "dalle pareti strette come quelle di un ascensore", dove non c'è spazio per nessun altro. Dove, soprattutto, nessuna esperienza esterna può penetrare. mente estraneo, se non lo sentono - essi ricordano drammaticamente le "migliaia di persone … che parlavano senza emettere suoni … che ascoltavano senza udire", come appunto cantavano Simon & Garfunkel nel '69; è forse per paura di quel silenzio, che ancora Galimberti dixit - "si stordiscono le orecchie d'una musica" dai ritmi disumani, che pare fare luciferinamente il verso al ritmo primordiale del battito del cuore umano. Bisogna aprirsi all'Universo, per ritrovare se stessi. Simon & Garfunkel nella celebre copertina di "Sounds of silence" Mettono un brivido di angoscia, tutti questi ragazzi che girano con le protesi nelle orecchie, quasi non fossero capaci, o addirittura avessero paura, del silenzio, e di quella pulsione alla meditazione che esso necessariamente induce. L'avrà mai ascoltato, qualcuno di loro, il suono del silenzio? In campagna, di pomeriggio, quando d'un tratto ti fermi, deponi il libro che stavi leggendo, getti la sigaretta, semplicemente 'ascolti': e ti compenetra un silenzio vibrante, quasi un panico respiro; a stento si odono l'abbaiare d'un cane, il rumore d'un aereo lontano, che ti fungono quasi da misura, per percepirne ancor più intimamente la bellezza. I ragazzi d'oggi non riescono più a vivere senza iPod 17 31 MARZO 2007 tradizioni A Gallio sopravvive la tradizione della sacra rappresentazione e del lancio delle uova Una Pasqua di Passione. E di uova (sode) DI LUCA MATTEAZZI "A differenza del Natale, dove l'aspetto commerciale è sempre più preponderante, la Pasqua conserva ancora una forte, fortissima connotazione religiosa e propiziatoria, legata alla primavera". Antonio Franzina, studioso di storia dell'arte e profondo conoscitore di cose vicentine (suoi, tra le altre cose, i testi della piccola guida alle tradizioni vicentine edita dalla Provincia), non ha dubbi: in tutta la Provincia l'appuntamento con la settimana santa è ancora molto sentito, anche se magari non in modo così evidente come nell'Italia centrale, dove in tanti paesi le processioni del venerdì santo portano in strada abitanti in costume e frotte di turisti. Eppure il vicentino avrebbe più di qualcosa in comune proprio con quei riti del Centro Italia oggi tanto di moda. Laudi e sacre rappresentazioni "In pochi lo ricordano, ma in Veneto c'è una forte tradizione nelle laude religiose, legata alla presenza francescana. Tutti pensano alle laudi dell'Umbria, ma ci sono anche quelle venete", ricorda Franzina. E il discorso potrebbe applicarsi anche alle sacre rappresentazioni, cioè a quegli eventi a metà tra lo spettacolo teatrale e la L'origine risale al 1631, ad un voto fatto dalla comunità di Gallio per allontanare una delle peggiori epidemie di peste che l'Italia. Da allora la religiosità popolare ha mantenuto viva l'uLa ricostruzione della via Crucis un momento sanza: in piazmolto vivo nella vita del paese za viene alleprocessione religiosa che stita la scala santa, che ha in vicino alle chiese di mezza cima un crocifisso ligneo, provincia mettevano in scena mentre i ragazzi del paese la passione di Cristo e la altre impersonano i personaggi tappe della settimana santa. del racconto evangelico e "È una tradizione ancora danno vita alle stazioni della radicata nelle zone del via Crucis. Il tutto all'interno Garda, ma anche dalle nostre di una cornice fatta di canti parti, soprattutto nei colli corali, preghiere, e lumini Berici, c'era l'usanza di met- votivi. tere in scena la sacra rappreSfida all'ultimo uovo sentazione nei cortili delle Sempre a Gallio si svolge chiese, spesso in mezzo agli un'altra manifestazione parulivi. Del resto l'ulivo è arri- ticolare e strettamente legata vato nel vicentino per motivi ai riti e alle usanze della religiosi, legati alla produzio- Pasqua: la "Festa dei ovi". ne degli olii sacri, prima Niente uova di cioccolato, sia ancora che alimentari". chiaro: in questo caso si parla La Passione di Gallio di uova sode, al centro di un La tradizione di questi tradizionale gioco popolare appuntamenti, un tempo dif- che si ricollega alla simbolofusi in tutta la fascia pede- gia della primavera e del montana, sopravvive oggi ritorno alla vita. Un tempo le soprattutto nell'altopiano di uova venivano lanciate in Asiago. A Gallio, in partico- mezzo ai prati, e poi donate lare, la giornata del Venerdì alle ragazze; adesso le cose Santo è caratterizzata da una sono un po' cambiate, e il rappresentazione della pas- gioco si svolge nella piazza sione di Gesù che coinvolge del paese dove, nel giorno di tutto il paese e che richiama Pasquetta, i ragazzi originari fedeli e semplici spettatori da di Gallio si sfidano in una tutti i Sette Comuni. gara a squadre con lanci di precisione (bisogna centrare un bersaglio a quaranta metri di distanza) e di potenza: sarà la somma dei punteggi accumulati nelle due "manche" a decretare il campione. Il palio dei mussi Di tutt'altro genere, ma ugualmente caratteristico, l'evento che caratterizza la settimana santa ad Isola Vicentina, dove la quattro contrade storiche del paese si sfidano nel tradizionale palio dei mussi, a cui da qualche anno partecipa anche una delegazione del paese gemellato di Muhlhausen. La festa ha origini religiose, anche se ben presto fu il lato laico e godereccio ad avere la meglio: tutto nasce, infatti, che i rumori della sagra agli inizi dell'Ottocento, disturbassero la preghiera). quando Isola con le sue gran- Tra gare di tiro alla fune e di processioni e la sfilata corse con i sacchi, c'era anche delle confraternite richiama- la corsa con gli asinelli, va fedeli anche dai paesi vici- diventata oggi il simbolo ni. Dopo la preghiera spesso della sagra che si svolge nel ci si fermava a chiacchierare, giorno della domenica delle si mangiava qualcosa insie- Palme. me, si passava del tempo in allegria, e con il passare del tempo la celebrazione religiosa si trasformò in una festa di paese, con bancarelle, attrazioni e giochi di tutti i tipi (tanto che il parroco fu costretto a chiedere di anticipare le ore di adorazione in Le laude religiose sono anche un modo per chiesa per evitare insegnare le tradizioni ai più piccoli I costi della Tav e il futuro del vicentino (continua da pagina 1) Solo che se si affossa la Tav, perché costa troppo a tutti a vantaggio di pochi, e se il Dal Molin ce lo affossano le vicende Usa, per viaggiare da Vicenza e per arrivare a Vicenza - per business, diletto o necessità - ci resta ben poco: solo le strade e le ferrovie attuali, che in un mondo che viaggia alla velocità della luce ci riportano agli inizi del boom del nord est. Lontani, troppo lontani in tutti i sensi. Come lontani sono tornati gli screzi tra il sindaco Enrico Hüllweck e l'Assessore Claudio Cicero, protagonista della vicenda Tav e strenuo difensore del Dal Molin civile. Il primo cittadino, con le sue dichiarazioni scritte sulle missioni "tutte autorizzate" e a lui note, ha infatti rimesso in bonis l'assessore delle rotatorie. Per cui ci si potrebbe aspettare che sia lui, ora, come sarebbe giusto, a raccontarci finalmente almeno quello che sarebbe lecito conoscere (segreti militari a parte) su fatti, antefatti e misfatti della Ederle 2, con annessi e connessi sviluppi futuri. Nell'attesa VicenzaPiù si arricchisce di altre 4 pagine (siamo partiti il 25 febbraio 2006 con 24 pagine, ora siamo a 32) per dare più spazio alle riflessioni su Vicenza e sull'Alto Vicentino, un'area di circa 240.000 abitanti (un terzo della provincia), a cui settimana dopo settimana dedicheremo sempre più attenzione, incoraggiati come siamo stati dai primi contatti con i nuovi lettori e con le Istituzioni locali, pubbliche e private. Non coltivano certo l'idea di una nuova provincia, ci hanno confermato, ma stanno sviluppando un'identità d'area funzionale al suo sviluppo. La Tav e l'aeroporto non arrivano lì. VicenzaPiù, si. Anche con la vignetta di Felix, al secolo Valentina Rosset, che da questo numero farà sorridere sulle vicende vicentine. Castigat ridendo mores, dicevano i latini. E Felix è nome latino. Giovanni Coviello 18 edicola 31 MARZO 2007 L'articolo. Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire Sistema Galan: gli appalti li vince chi chiede di più Non bisognerebbe mai smettere di leggere le cronache dei quotidiani del Veneto. Mai. Ogni giorno Il Mattino di Padova e La Nuova Venezia elencano le meraviglie e l'efficienza del "sistema Galan", il cognome di Giancarlo, prodigio della nidiata di amministratori berlusconiani, uomo spiritoso e gaudente, mano ferma e conosciuta di potente podestà regionale. In Veneto, più che in altre parti di Italia, le gare di appalto spesso le vince chi in busta rialza di più il prezzo. I veneti, che sono tignosi e vogliono le cose fatte per bene, più del prezzo chiedono qualità. Il marchio qualità è impresso in diverse gare per la gestione, la cura e le pulizie degli ospedali. Frutta e ortaggi, carne e pesce, ma anche pulitura, lucidatura, eccetera eccetera. Vogliamo il meglio, costi quel che costi. Al meglio non c'è mai fine e quindi dagli ospedali, il passo è breve, si è passati ad altri tronconi della spesa pubblica. Intervistato da Renzo Mazzaro su La Nuova Venezia, il presidente dei Sistemi territoriali spa Gianmichele Gambato, ha spiegato il perché e il per come dell'affidamento dei lavori per l'ammodernamento della ferrovia locale Mestre-Adria all'associazione di imprese che ha proposto solo lo 0,50% di ribasso dei costi. "Io faccio una conside- Irene Gemmo Giancarlo Galan razione - ha detto Gambato uno bandisce una gara da 21 milioni di euro. Arrivano solo tre offerte: la prima offre lo 0,50% (di ribasso ndr), una seconda il 2% e la terza l'11%. Non può nascere il sospetto che la tipologia di questo lavoro fosse particolarmente complessa al punto che l'11 per cento poteva essere un ribasso eccessivo?". E infatti, il sospetto è nato. E infatti non ha vinto chi chiedeva meno soldi, ma ha vinto chi ne chiedeva di più. Perché farà prima e meglio degli altri. E chi chiedeva di più? Ah, ecco qua: un'associazione di tre imprese, Carron SpA, Gemmo spa, e Coveco SpA. Delle tre una è molto nota in Veneto: la Gemmo Spa. Lavora molto e bene, lavora ovunque ci sia da lavorare. La famiglia Gemmo conduce con successo l'impresa impiantistica, padri e figli al timone di una azienda solida e bene affermata. Figli e figlie. Irene Gemmo, almeno fino al 26 ottobre dell'anno scorso, è stata vicepresidente della Gemmo spa. E Irene Gemmo chi è? Imprenditrice di qualità e conoscente di Galan. Più che conoscente amica, anche collaboratrice. Al punto che il 1 marzo 2006 Irene viene indicata dal consiglio regionale membro del consiglio di amministrazione di Veneto Sviluppo SpA, la finanziaria regionale impegnata a sostenere l'economia veneta. Il 30 giugno dell'anno scorso Irene Gemmo è nominata dal consiglio di amministrazione presidente di Veneto Sviluppo. E la finanziaria ha gambe muscolose e una borsa capiente: al suo interno c'è anche il 99,997% di Sistemi Territoriali SpA. Perfetto. Ora riandiamo all'inizio della piccola storia. L'appalto da 21 milioni per l'ammodernamento della ferrovia è stato bandito da una società (la Sistemi Territoriali appunto) detenuta pressocché totalmente dalla Veneto Sviluppo, di cui è presidente la signora Gemmo. La gara l'ha vinta un'associazione di imprese in cui è presente l'azienda di famiglia della signora Gemmo. Errori, favori, conflitti di interessi? "Poteva venire proposto ricorso al Tar e fino ad oggi nessuno l'ha fatto", ha giustamente precisato Gambato, il presidente della società che ha bandito l'appalto. Tutto perfetto e tutto pulito. E, soprattutto, tutto a norma di legge. Antonello Caporale da La Repubblica Online 23 marzo 2007 27 regione 31 MARZO 2007 INIZIATIVE - Primo incontro previsto nell'ambito dell'iniziativa "From Youniversity to Europe Giovani e carriere internazionali: una guida e un incontro regionale Primo incontro previsto nell'ambito dell'iniziativa - ideata ed organizzata dalla Direzione Sede di Bruxelles della Regione del Veneto "From Youniversity to Europe" Giovani carriere internazionali crescono", a Padova. Il progetto è nato da una considerazione di fondo: quella di una scarsa conoscenza da parte degli studenti universitari del mondo delle Istituzioni Europee e, soprattutto, della vasta "galassia" di enti che ad esse ruotano attorno. A Bruxelles, infatti, l'"indotto" generato dalla presenza delle Istituzioni Comunitarie ha dato vita ad una vera e propria città nella città. Una città fatta di uffici di rappresentanza di enti pubblici (Ministeri, regioni, enti territoriali vari, mondo camerale, etc.) e privati (praticamente tutti i settori produttivi, in forma associata o singolarmente, così come, ad esempio, le organizzazioni non governative sono presenti con propri uffici con il fine di tutelare i propri interessi di fronte alla Commissione) ma anche di società di consulenza (si pensi solo al settore dell'europrogettazione, che ha generato una nuova classe di professionisti), studi professionali (specializzati nei diversi settori del diritto comunitario, in particolare quello della concorrenza) think-tank… e la lista potrebbe proseguire. La posta in palio del resto è alta: il 90% del bilancio dell'Unione Europea è destinato al cofinanziamento di programmi e progetti comunitari; direttamente o indirettamente quasi l'80% delle legislazioni nazionali sono poi influenzate o, meglio dire, definite a livello comunitario. Questi dati bastano a farci capire il senso di una presenza a Bruxelles. "From Youniversity to Europe" vuole raccontare e spiegare questo mondo. E, nel farlo, la prospettiva e l'approccio saranno naturalmente anche quelli delle opportunità formative (master, stages, tirocini) e occupazionali che esso è in grado di offrire: l'obiettivo è quindi quello di fornire agli studenti un quadro generale di tali possibilità ed ampliare così i loro "orizzonti di ricerca" (a chi, una volta laureato, verrebbe mai in mente di fare il lobbista??) in vista del termine del percorso di laurea. L'iniziativa prevede un grande momento di incontro in ognuna delle principali università venete (Padova, quindi, sarà l'inizio di un percorso). I destinatari dell'iniziativa sono i laureandi ed i neo-laureati di tutte le facoltà. Quanto al metodo - come è stato spiegato dagli organizzatori - si è cercato di seguire una strada nuova, scegliendo di far parlare chi questa realtà la conosce "dal di dentro" perché vi lavora ogni giorno e che quindi è in grado di portare informazioni, suggerimenti, testimonianze che nessuna guida o sito internet mai saranno in grado di offrire. I "testimonials", raccontando la propria esperienza personale (in realtà sono state scelte, in linea di massima, persone già "professionalmente avviate" ma giovani proprio per dare agli studenti il segnale che i percorsi e le esperienze di cui si parlerà sono agevolmente ripetibili) condurranno i ragazzi all'interno del "mondo brussellese" facendo loro conoscere attività, professioni, logiche e dinamiche nuove. Per aiutare i giovani a scegliere una delle carriere internazionali è stata predisposta anche una pubblicazione che sarà distribuita in occasione dell'incontro. Ha per titolo:i "Giovani che intendono lavorare all'estero Guida pratica alle carriere internazionali" di E. Martinello e G. Razza: uno strumento agevole e completo. INCONTRI - Un importante convegno a Verona presso l'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere Donazzan: nella sicurezza alimentare il Veneto ha già la sua Authority "La sicurezza alimentare è già un'autorità per la Regione del Veneto. E' un sistema organizzato e diffuso sul territorio, formato dagli operatori del settore, dai portatori di interesse e dalle istituzioni che garantiscono il controllo". Lo ha detto l'assessore regionale alla tutela del consumatore e alla sicurezza alimentare Elena Donazzan intervenendo a Verona alla tavola rotonda sul tema dell'Authority per la sicurezza alimentare, organizzata dall'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere. "Se questo governo - ha sotto- lineato l'assessore - dibatte più sul nome della città che sui contenuti dell'Autorità Nazionale per la Sicurezza Alimentare, noi rispondiamo che la Regione del Veneto è già un'Autorità di Sicurezza Alimentare e Verona è la sua sede". Ha poi rimarcato che questa Authority dovrebbe essere collocata dove esistono consistenti realtà produttive, intese nel senso di filiera alimentare, e in questo contesto il Veneto risulta essere oggettivamente la miglior candidatura". "Ritengo altresì - ha proseguito l'assessore - che nelle more della realizzazione di questa Authority Nazionale il Veneto, che l'unica Regione in Italia ad avere l'assessorato specifico, non sia obbligato ad attendere i "tempi lunghi romani", ma acceleri l'applicazione dei regolamenti comunitari relativi alla materia della sicurezza alimentare". "Oltre a ciò - ha concluso l'assessore Donazzan - è in fase di costituzione il tavolo della sicurezza alimentare, dove sono rappresentate tutte le figure interessate nel processo produttivo dell'alimento, dall'allevatore al consumatore. Questo tavolo sarà la sede di un 'forum consultivo permanente'". 28 regione 31 MARZO 2007 Torna la Mozart Chamber Orchestra diretta dal giovane direttore Nicola Guerini, Elena Bertuzzi e Elena Biscuola le soliste. Lo Stabat Mater di Scarlatti e Pergolesi Dopo i successi dello scorso 2006, anno delle celebrazioni del compositore di Salisburgo, la Mozart Chamber Orchestra sarà protagonista di due appuntamenti prestigiosi: il 2 aprile alle ore 21 presso la chiesa di S. Pietro Apostolo ( San Pietro Incariano), promosso dalla Fondazione Giorgio Zanotto e il 3 aprile nella prestigiosa Sala Maffeiana, promosso dall'Accademia Filarmonica di Verona. Si tratta dell'esecuzione dello Stabat Mater di Alessandro Scarlatti, dell'Aria di W.A.Mozart "kommet her, ihr frechen Sunder" KV 146 per Soprano ed orchestra e del celebre Stabat Mater di G.B Pergolesi. Le soliste saranno Elena Bertuzzi (Soprano) ed Elena Biscuola (Contralto) sotto la direzione di Nicola Guerini. L'impegno vocale e la tensione espressiva - sottolinea il giovane direttore d'orchestra Nicola Guerini- fanno di questi lavori sacri due capolavori della musica, tanto diversi tra loro quanto legati dagli episodi della storia. Affiancare la partitura di Pergolesi con quella dello Stabat Mater di Alessandro Scarlatti porta ad interessantissime considerazioni estetiche, formali e timbriche. Scarlatti, ad esempio, si preoccupa costantemente della naturalezza della condotta di una polifonia che molto raramente s'incontra su unisoni ma difende una scrittura estremamente densa (come lo testimonia le riflessioni cartacee fra Ferdinando d'e' Medici e il compositore). Pergolesi dal canto suo utilizza frequente- mente unisoni, riducendo a volte il tessuto musicale a due o tre parti, sperimentando quel "gusto" che diventava sempre più sensibile e reattivo alla melodia pura e semplice piuttosto che a un ingegnoso sviluppo polifonico e contrappuntistico. Pergolesi inoltre si pone il problema della sacralità del testo e inserisce almeno due numeri in stile "osservato", usando cioè un linguaggio evidentemente contrappuntistico nel "Fac ut ardea" e nell'"Amen"finale. In effetti l'uso del fugato simboleggiava già allora, in quanto "stile antico", l'espressione "meccanicamente" sacra od anche, attraverso una certa opulenza e maestosità. Ma nei momenti drammaturgicamente più toccanti del testo-continua Guerini- entrambi i compositori si adeguano all'emozione con una retorica espressiva più vicina al teatro che alla musica sacra. Queste composizioni venivano allora utilizzate durante le funzioni nella chiesa di S.Luigi di Palazzo a Napoli ogni venerdi del mese di marzo. Ma fu forse lo stesso duca Marzio Domenico dei Carafa Maddaloni ad aver commissionato a Pergolesi, che in quegli anni era al suo servizio, l'opera in questione. Sappiamo inoltre che il compositore stentò a giungere alla fine del lavoro a causa di una forma di tubercolosi che già in quegli anni minava la sua salute. Pergolesi riuscì a terminarla a Pozzuoli, ospite del convento francescano, lavorando fino agli ultimi giorni che la malattia gli concesse. Questa lo tolse alla vita il 16 marzo 1736. Pergolesi aveva 26 anni e presto la fama del suo stabat si diffuse rapidamente in tutta Europa. La Mozart Chamber Orchestra, nata dalla "reunion" di solisti e prime parti di orchestre prestigiose italiane ed europee, come la Philharmonie der Nationen, Junge Philharmonie Koln, Orchestra della RadioTelevisione della Svizzera Italiana, Orchestra del Teatro La Fenice, Orchestra Verdi di Milano e Orchestra Toscanini di Parma è stata inserita nello Speciale Cultura RAIMusica dedicato alle celebrazioni mozartiane e invitata in diversi appuntamenti prestigiosi in Italia ed all'estero, riscuotendo successo di pubblico e critica. Il direttore stabile è il giovane ed affermato Nicola Guerini che ha debuttato con la Mozart Chamber Orchestra il 27 gennaio 2006 al Teatro Nuovo di Verona con la parteci- pazione del violinista russo Sergej Krylov, in occasione delle celebrazioni mozartiane ed ha effettuato nel 2006 numerosi concerti legati al progetto "Amadeus", promossi dalla Fondazione Giorgio Zanotto, con l'esecuzione della Sinfonia KV 550, la Sinfonia KV 385 "Haffner", la Kronungs-Messe KV 317, la Sinfonia KV 425 "Linz", la Sinfonia KV 74, l'Ouverture "Die Zauberflote" KV 620 e concludendo con il Gran Galà "Amadé" 1756-2006, promosso e registrato dal canale internazionale Venice -Channel. E' stato inserito tra i veronesi dell'anno per il suo contributo artistico e impegno culturale svolto nell'anno 2006 mettendo in rilievo il rapporto di Mozart con la città di Verona. Attualmente si perfeziona con il M° D.Renzetti ed è stato scelto all'interno della selezione del "Progetto Giovani Direttori d'Europa 2007" per il Masterclass del M° G.Ferro alla Scuola di Alto perfezionamento di Fiesole. Francesco Manghisi 21 Carciofini sott'odio Giornali tavor di Alessio Mannino Lezioni di giornalismo kazako tradotte per aspiranti cronisti vicentini, capitolo 1: "Come scegliere le notizie senza scontentare i padroni". Anzitutto, non azzardarsi mai a sporcare la penna in analisi sugli interessi economici e di potere, di regola nascosti dietro a decisioni politiche. Per reprimere qualsivoglia residuo impulso all'indipendenza intellettuale, munirsi di pantaloni con strategico buco sul didietro ed esercitarsi nel piegamento a 90 gradi. In secondo luogo, sbattere finti mostri in prima pagina e sfornare inchieste sul nulla. Facendo casino su casi montati ad arte, si coprono quelli veri. Esempi: titoloni su principi macchiettistici, pistolotti sulla libertà di stampa, aperture spropositate su acqua potabile, dipinti ritrovati, sagre del broccolo fiolaro e schermaglie fra i soliti noti della politica ammanicata. Quanto alle inchieste, mi raccomando: quelle poche che siano innocue (le prostitute o le vocazioni vanno sempre bene) o proprio inventate (le banlieues vicentine: chi le ha mai viste?). Terzo: istituire un Minculpop interno alla testata, curandosi di stilare una pratica e simpatica rubrichetta di nomi, sigle e fatti da censurare a priori. Omettere dalle proprie pagine politici anti-corruzione, associazioni a difesa dei deboli, proteste non gradite alla proprietà. Il caporedattorevelinaro deve avere pieni poteri, il direttore-servo adorato come un modello. I loro due ritratti devono campeggiare sulla scrivania di ogni giornalista, con la scritta: "Io ti vedo, Pulitzer no". Quarto: il provincialismo e l'assenza di un benché minimo punto di vista controcorrente devono essere i luminosi fari di una linea editoriale basata sull'anestesia cerebrale dei lettori. Dare spazio sempre agli stessi, confermare le certezze consolidate, non tentare mai di alzare di un'asticella l'encefalogramma piatto della città. Per maggiore chiarezza su questo ultimo, fondamentale punto, vedi la lettura "Giornalismo Tavor" di Bruno Vespa. Massima da ricordare: "Care penne all'amatriciana, scrivete ciò che vi pare. Ma senza mai infastidire nessuno, ma proprio nessuno. Neanche voi stessi". 24 MARZO 2007 tempo libero L'angolo dell'oste. La tradizione vicentina propone dolci semplici ma di grande qualità Dolce è la Pasqua Tra trecce e fugasse Non c'è Pasqua senza focaccia. Anche se ormai le scelte commerciali di supermercati e grandi catene alimentari hanno imposto la colomba in vetta ai gusti del grande pubblico, in Veneto accompagnare le festività pasquali con questo dolce soffice, gustoso e solo apparentemente semplice è quasi una scelta obbligata. La focaccia, pardon, la fugassa, fa infatti parte della tradizione e della storia del territorio, visto che la sua origine risale all'epoca delle prime comunità cristiane: furono loro a portare in zona alcune tradizioni orientali, come l'abitudine di preparare per Pasqua uno speciale pane dolce. Col tempo la ricetta si arricchì di burro, lievito e, soprattutto, uova, simbolo della primavera e della vita che rinasce, fino ad arrivare alla sua formula attuale, quella che tutti abbiamo imparato a conoscere: forma rotonda, pasta morbida, e glassa con mandorle e granella. Tra i segreti di un buona fugassa c'è sicuramente la lunga lievitazione, con pause di due o tre ore tra un impasto e l'altro; poi, a piacimento, si può aromatizzare con grappa, scorze d'arancio, cannella o vaniglia. E magari gustarla accompagnata ad un buon bicchiere di prosecco o di recioto. Di origine diversa, ma ottima in tempi pasquali (e, a dire il vero, anche in tutti gli altri periodi dell'anno) è un altro La classica "fugassa" veneta resiste all'invasione dolce tipicamente vicentino, la delle commerciali colombe pasquali treccia d'oro di Thiene. Creata nel 1920 da Ezio Signorin, che prese provviste. La ricetta, che da alcuni ispirazione dai "kranz" viennesi, la anni è un marchio registrato, è custotreccia divenne ben dita gelosamente da Michele Ghiotto presto uno dei simboli e dal suo collega Alessio Campana: della cittadina dell'alto di certo si sa che per ottenere una vicentino, tanto che buona treccia serve una lunga lievitamolti turisti in viaggio zione naturale, molto burro, uvetta, verso gli Altopiani di arancini e cedrini come spezie. Il Asiago e Lavarone si resto lo fanno la qualità degli ingrefermavano in zona per dienti e l'abilità dei pasticceri. assaggiarla e farne Provare per credere. Appuntamenti. Si chiude Tempolibero, parte la stagione del Suono dell'Olimpico Mozart, jazz e campeggi Fiera. Ultimi giorni per una delle rassegne più visitate e apprezzate della Fiera di Vicenza. Domenica 1 aprile si chiude infatti Tempolibero, la manifestazione dedicata agli hobby e alle vacanze che ogni anno chiama a raccolta migliaia di appassionati. Come sempre il percorso è suddiviso in aree tematiche che spaziano dal giardinaggio al trekking, con una novità in più: il Ciao Campeggio Show, che propone tutte le ultime trovate in fatto di bungalow, caravan e vacanze all'aria aperta. Musica. Si apre con il Concerto di Pasqua che l'Orchestra del Teatro Olimpico offre alla città nel Tempio di Santa Corona, domenica 1 aprile, ad ingresso gratuito, la stagione musicale "Il Suono dell'Olimpico". Per questo primo appuntamento l'orchestra eseguirà il Requiem K626 di Wolfgang Amadeus Mozart, il capolavoro incompiuto del genio salisburghese che, per l'occasione, sarà dedicato alla memoria di Papa Giovanni Paolo II. "Abbiamo scelto questo brano anche per il suo significato profondo - spiega il direttore artistico Giancarlo De Lorenzo - : con la Messa da Requiem, Mozart affronta infatti il tema universale della vita e della morte, della lotta tra il bene e il male che appartiene ad ogni cultura e ad ogni credo. Un tema particolarmente forte per il mondo cristiano nella settimana che precede la Pasqua". La sera prima (sabato 31), in Piazza dei Signori, appuntamento con il gospel di Cheryl Porter e del suo coro International Gospel Messengers. Il concerto, la cui partecipazione è gratuita ed aperta a tutti, è la conclusione delle manifestazioni diocesane per la 22° Giornata Mondiale della Gioventù. Sempre sabato 31, ma al teatro Remondini di Bassano del Grappa, alle 21, il MozArt Enemble propone il concerto "Flauto Magico in Jazz". Sul palco si incontreranno due formazioni musciali, una Jazz e l'altra classica, che interpreteranno liberamente i brani della celebre opera. Ingresso 12 Euro. Danza. Domenica 1 aprile alle ore, in Fiera, nuovo appuntamento con Vicenza danza. È la volta di un classico del repertorio romantico come "Paquita", nella spettacolare versione dell'argentino Inaki Urlezaga Ballet. 22 tempo libero 31 MARZO 2007 Popcorn. Il successo cinematografico tratto dai fumetti di Frank Miller è una lezione sulla nobiltà della guerra premoderna Termopili, un'epopea da cui imparare DI GIULIANO CORÀ Per capire perché c'è ancora chi crede alle Brigate Rosse, rileggete le recensioni di 300. Molte saranno negative, tacciandolo di 'fascista' e 'machista', a riprova che la colonizzazione marxista della cultura e delle menti non è morta, e come può accecare la comprensione di questo capolavoro, così può ancora convincere qualcuno che il sol dell'avvenire sia dietro l'angolo, raggiungibile a colpi di mitra. Proviamo dunque a guardarlo, questo film, commovente ed emozionante come pochi. Già a scuola avevamo appreso il mito di quel manipolo di eroi che, nel 480 a.C., morirono per era 'naturale', anche la guerra. Certo, il sangue scorreva a fiumi nel mondo antico, ma è anche vero che quando si uccideva un nemico lo si doveva fare di persona, con le proprie mani, e lo si doveva Il film è tratto dai fumetti di Miller. Non a caso gli effetti vedere e sentire speciali donano un tratto pittorico morire; costringenfermare l'esercito persiano lan- do l'individuo a 'prender ciato alla conquista della Grecia coscienza' di ogni atto di violene dell'Europa. 300 li illumina za commesso. Ogni guerriero dello splendore dell'epos, rievo- uccideva 'un' nemico alla volta, cando un tempo in cui si com- poteva contarli, incidere delle batteva per "l'onore e il rispet- tacche sul dorso della spada, to", per la moglie e i figli, per i 'ricordarli'. Chi conta, oggi, i vecchi rimasti a casa, per i morti di uranio impoverito, campi di grano, per il pozzo del- annichiliti dalle superbombe, l'acqua: valori 'elementari', 'pri- inceneriti a Hiroshima? Le solumitivi', premoderni. Allora tutto zioni estetiche adottate dal gio- vane Zack Snyder (L'alba dei morti viventi) sono funzionali all'ispirazione. I filtri trasformano i corpi in statue, i paesaggi in sfondi mitici, i cieli nel basso continuo di una ballata epica. L'uso particolare del ralenti e del fermo immagine stacca individui e azione dal contesto per farne bassorilievi dall'emozio- nante intensità. La voce narrante sembra quella dell'aedo attorno al fuoco. Ancora una volta, il cinema americano conferma la sua eccezionalità, se non - spesso - la sua superiorità. Sarebbero così simpatici, gli Americani, se invece di basi in giro per il mondo si limitassero a piazzare i loro film… I 300: dai libri di storia sbarcano nei cinema Sul comodino. Nell'ultimo libro di John Updike le contraddizioni di un'America lacerata e inquieta. In cui l'integrazione è ancora lontana I dolori del giovane Ahmad, aspirante terrorista DI GIOVANNI MAGALOTTI Il diciottenne Ahmad Mulloy Ashmawy, di madre irlandese e padre egiziano, vive a New Prospect una cittadina del New Jersey. Studente modello per impegno ed esiti, vive costantemente isolato dai suoi coetanei: questi lo respingono, per le sue origini e per la sua fede musulmana, ed egli stesso si tiene lontano da loro, per l'assoluta mancanza di valori autentici che gli sembra di scorgervi. Per Ahamad hanno invece grande importanza le parole di Shaik Rashid, imam della moschea locale, che con il suo rigore integralista lo guida spiritualmente. E mentre un consulente della scuola, l'ebreo Jack Levy, tenta generosamente di indirizzare il ragazzo verso limpidi orizzonti, le convinzioni di Ahmad iniziano a prendere una brutta piega. L'ultimo romanzo di John Updike, uno fra i massimi scrittori americani contemporanei, è un ritratto problematico all'America post-11 settembre, in cui l'intolleranza, fomentata sia dalla paura sia da un pregiudizio negativo diffuso, è ormai un male incurabile. Si tratta di una nazione lacerata internamente che prova a mascherare, dietro una facciata di perbenismo e serenità, le sue inquietudini più profonde, senza mai riuscire ad affrontarle veramente. Dato anche il ritmo narrativo piuttosto diluito, soprattutto nella prima parte, il romanzo non si presenta sempre di agevole lettura. Ma lo sguardo dell'autore, che a tratti pare coincidere con quello disilluso di Levy, sa restituire con rimarchevole profondità, grazie anche a una sensibile resa espressiva, i conflitti interni di ciascun personaggio principale: "Secondo Jack Levy l'America è tutta lastricata di uno spesso strato di grasso e catrame, un pasticcio vischioso che va dall'Atlantico al Pacifico e nel quale siamo tutti intrappolati. Nemmeno nella nostra magnifica- ta libertà c'è poi tanto di cui gloriarsi […]". John Updike, Terrorista, Guanda, 304 pp., € 15 Vicenza Più Viva: finalmente la buona notizia È la rubrica che mancava in città: una pagina dove ogni settimana i vicentini potranno annunciare la gioia di un figlio, la celebrazione di un matrimonio, il conseguimento della laurea. Perciò forza genitori, sposini e neo-laureati: chiamando al numero 0444 923362 o inviando un'e-mail all'indirizzo [email protected] potrete dare a Vicenza una buona notizia… in Più. Tanti auguri! I compleanni della settimana Tanti auguri Laura Quando nacque questa creatura fuori continuava a piovere... Il cielo piangeva la sua stella più bella. Tanti auguri piccola, Alex Mattiello Tanti auguri Tiziana Alla mitica Tiziana tanti auguri di buon compleanno. Un bacione, Eleonora, Giulio, Letizia, Rina, Erica, Manuele Sommiamo relazioni. Sottraiamo ostacoli. Moltiplichiamo idee. Condividiamo esperienze. 26-28 Salus - Salone della salute e del benessere FEBBRAIO 10-18 Luxury & Yachts - Salone internazionale del lusso 10-18 Nauticshow - Salone internazionale della nautica 15-18 Legno & Edilizia - Mostra internazionale sull’impiego del legno nell’edilizia 23-25 Forum “Il nuovo club” - International congress & trade show for fitness, wellness and acquatic clubs MARZO 29/3-2/4 Vinitaly - Salone internazionale del vino e dei distillati 29/3-2/4 Enolitech - Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole ed olearie 29/3-2/4 Sol - Salone internazionale dell’olio d’oliva extravergine di qualità 29/3-2/4 Anteprima Agrifood - Laboratorio per il salone internazionale dell’alimentare made in Italy APRILE 17-19 Pte Expo - Progetto Terza Età - Fiera e congresso delle tecnologie, prodotti e servizi per la terza età 19-21 Greenbuilding - Mostra e convegno internazionale su efficienza energetica e architettura sostenibile 19-21 Solarexpo - Mostra e convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita MAGGIO 5-9 Siab - International techno-bake exhibition 10-12 Saldat - Mostra convegno della saldatura e taglio 16-17 Automotive Dealer Day - Informazione, strategie, strumenti per la commercializzazione automobilistica 25-27 Veronafil 1 - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila 25-27 Verona Mineral Show Geo Business GIUGNO 5-8 Pulire - Mostra internazionale delle produzioni e delle tecnologie per le attività dell’igiene ambientale 14-16 Saloni della verniciatura 2007: Polveri, Cleantech, Ecocoating Mostre convegno sui prodotti, servizi e tecnologie di verniciatura e altri trattamenti superficiali SETTEMBRE 20-24 Abitare il Tempo - Giornate internazionali dell’arredo 8-11 Fieracavalli - Fiera internazionale dei cavalli e salone delle attrezzature e delle attività ippiche 17-20 Agrifood - Salone internazionale dell’alimentare made in Italy 21-24 Bus & Bus Business - Salone internazionale del trasporto in autobus 22-24 Job & Orienta - Scuola, orientamento, formazione e lavoro 23-25 Big Buyer - Mostra convegno del settore cartoleria e cancelleria di prodotti ufficio/casa/scuola per grandi compratori italiani ed esteri 23-25 Cartoshow - Mostra di prodotti e servizi per il mondo della cartoleria DICEMBRE *** Model Expo Italy - Fiera del modellismo *** Elettroexpo - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica informatica *** Data da definire MANIFESTAZIONI ALL’ESTERO 15 Vinitaly India - Mumbay - Salone dei migliori vini italiani Gennaio 17-18 Vinitaly India - New Delhi - Salone dei migliori vini italiani Gennaio 23-25 Marmomacc USA / Stonexpo East - Mostra internazionale di marmi, pietre e tecnologie Marzo 17 Samoter Tour Polonia - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali Maggio dell’edilcantieristica Giugno Samoter Tour Russia - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali dell’edilcantieristica 4-5 Vinitaly Russia - Mosca - Salone dei migliori vini italiani Giugno 7 Vinitaly Russia - San Pietroburgo - Salone dei migliori vini italiani Giugno Settembre Fieragricola Eastern Europe Tour - Raid di 4.500 km con trattori e macchine agricole attraverso Italia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Italia Ottobre Vinitaly - US Tour - Salone di vini, olio d’oliva e prodotti tipici italiani Novembre Marmomacc USA / Stonexpo - Mostra internazionale di marmi, pietre e tecnologie 8 Samoter Tour Romania - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali Novembre dell’edilcantieristica Novembre Vinitaly Japan - Salone dei migliori vini italiani Novembre Vinitaly China - Salone di vini, olio d’oliva e prodotti tipici italiani CALENDARIO SUSCETTIBILE DI VARIAZIONI IN COLLABORAZIONE CON www.veronafiere.it HANNO DETTO "In Italia quella tra cittadino e legalità è una relazione sofferta, la cultura di questo Paese di corporazioni è basata soprattutto su due categorie: furbizia e privilegio. (…) Di legalità non c'è n'è abbastanza. Sono molti, per fortuna, coloro ai quali interessa la legalità (…) Ma non sono ancora abbastanza. E soprattutto, hanno una scarsissima rappresentanza, non trovano voce sufficiente. In alcuno dei due schieramenti". Gherardo Colombo Il Corriere della Sera 17 marzo 2007 "E' una democrazia quella in cui un senatore non è libero di votare secondo coscienza? Se i parlamentari sono solo degli schiaccia bottoni, allora è meglio tenerli a casa". Franco Turigliatto Corriere Magazine 22 marzo 2007 "Anche se ignorato e negato dalla nostra cultura, il bisogno di una perdita temporanea di coscienza continua a esistere anche oggi e collega le nostre vite a quelle vissute in periodi ancestrali della nostra storia di uomini. (…) I ragazzi si accontentano delle strutture semplici dell'heavy metal, un'arma totale per raggiungere l'abbandono attraverso il volume e il ritmo forsennato". Mauro Pagani, musicista La Repubblica 23 marzo 2007