La grande abbuffata

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La grande abbuffata
cent
50
DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO
Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Tav troppo cara,
Vicenza lontana dal mondo
di Giovanni Coviello
Un km di Tav in Italia costa 44 milioni di
euro, in Francia 15, in Spagna 13. Questo confronto numerico (parametro assoluto e inequivocabile della inefficienza del Sistema
Italia, eccessi di speculazione inclusi) ha
messo ko, sulla questione "Tav si, Tav no",
anche me. Da vecchio "romano" sono da sempre innamorato sostenitore dell'importanza
delle vie di comunicazione (aeroporto incluso) per conquistare il mondo, e Vicenza - che
si trova al centro di tanti mondi economici mi appare sempre più alla periferia delle
grandi rotte di comunicazione. Ma come si
può ragionare sulle varie alternative, riconducibili a un mix di esigenze di parte che spesso
dimenticano il famoso interesse pubblico, se il
macigno che incombe su tutte è il costo faraonico dell'impresa? Le discussioni sull'impatto
ambientale e sui reali vantaggi dell'area di
Vicenza per avvicinarsi al resto del mondo
diventano, al confronto, semplici ciacole.
Anno 2 nr. 52 - Sabat0 31 marzo 2007
La grande abbuffata
Sedici anni di annunci e un buco di 100 miliardi di euro:
ecco il bilancio della Tav italiana. E a Vicenza la linea
conviene solo alle imprese
da pagina 4
(continua a pagina 17)
Ederle
e Dal Molin,
le alternative
del No
a pagina 3
Prosperini
dalla
Lombardia
con furore
a pagina 11
Schio,
commissariato
di polizia
utile a chi?
a pagina 8
Campagna
elettorale,
i manifesti
che non
vedrete mai
a pagina 15
3
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interventi
L'intervento. Ecco come l'esperto dei no-base Eugenio Vivian immagina di convertire Dal Molin e Ederle
Aree militari: 8 modi per renderle più civili
Qui di seguito riportiamo lo
studio di fattibilità dall'esperto del Comitato del No Dal
Molin, l'ingegner Eugenio
Vivian, per un uso alternativo
sia dell'area dell'aeroporto che
dell'area di Camp Ederle, nell'ipotesi vengano dismessi in
caso di vittoria del No. Le
fonti utilizzate da Vivian sono
ufficiali, ovvero i dati forniti
dal consolato americano e
pubblicati sul Giornale di
Vicenza il 20 gennaio 2007. Lo
scenario ipotizzato prevede
un investimento complessivo
di 500 milioni di euro, spalmato su tre generazioni (da cui il
titolo: "Progetto Vicenza: un
impegno per tre generazioni").
Polo universitario
Sia Verona che Padova stanno
premendo per portare a
Vicenza corsi di laurea, corsi
di specializzazione e nuovi
insegnamenti. Verona, come
scritto nel PTCP (il piano
urbanistico della Provincia,
ndr) di Vicenza, corsi di tipo
economico; Padova specializzazioni di medicina, medicina
aereospaziale,
biomedica,
ingegneria dei materiali ed
elettronica. I fruitori di questi
corsi pluriennali a regime
potranno
essere
almeno
3.000/5.000 studenti.
Parco scientifico-tecnologico
Attività di ricerca connessa
direttamente con il punto precedente e con le imprese per
offrire servizi a costi contenuti ed in particolare: miglioramento dei prodotti esistenti;
creazione nuovi prodotti; fase
prototipale dei prodotti; analisi mercati; consulenze tecnicoorganizzative; ecc.
"Incubatrice" nuove imprese
Dall'attività di ricerca descritta al punto precedente sicuramente nasceranno nuove attività. Da qui la necessità di
avviarle e renderle produttive
facendole operare inizialmen-
La pista del Dal Molin così com'è oggi. Tra le idee alternative anche
una centrale per energie rinnovabili
te in ambiente "protetto" e con
costi bassissimi. Solo dopo un
periodo di 2/ 3 anni oppure a
dimensione critica raggiunta
dovranno trovare una "normale" ubicazione lasciando
spazio ad altre nuove iniziative.
Progetto pilota energia
Avvio del progetto pilota per
la produzione di energia da
fonti rinnovabili, iniziando da
subito dal solare. La potenza
installata dovrebbe superare i
12 MW e sarebbe realizzabile
con un investimento di circa
50 milioni di euro. Il fatturato
annuo in "conto energia certificata verde" sarebbe di almeno 5 milioni di euro/anno.
L'intera area "Dal Molin"
potrebbe diventare non solo il
prototipo di un insediamento
nergeticamente autonomo ma
soprattutto produttore di
energia "verde". Il recentissimo orientamento della UE è
proprio in questa direzione,
avendo posto l'obiettivo di
ridurre l'emissione dei gas
serra del 20% nei prossimi
anni.
Sistema cooperativo
E' previsto che il mercato dell'energia da fonti rinnovabili,
al termine dei prossimi 5
anni, abbia un volume di affari annuo superiore di 10 volte
quello del 2006. In Germania,
Una riunione all'Ederle. Gli spazi liberati dai militari potrebbero
essere utili per università e cultura
Paese più avanzato di noi e
produttore di sistemi solari,
sono stati creati più di 100.000
nuovi posti di lavoro. Previa
una fase formativa, volta ad
acquisire la nuova professionalità, l'attività di installazione e di manutenzione dei
nuovi sistemi di energia rinnovabile potrebbe essere una
attività che va ad affiancarsi a
quella dei tradizionali servizi
di idraulico, elettricista, fabbro,
meccanico,
pulizie,
manutenzione aree esterne,
trasporto, ecc. Dette professionalità attualmente sono presenti tra i lavoratori italiani di
Camp Ederle.
Centro giovani
Nell'attuale area militare del
"Dal Molin"sono presenti 2
piscine ed un attrezzata palestra. Sono presenti altresì
degli edifici che, in parte,
potrebbero essere adibiti a
luogo di incontro, di ritrovo e
svago dei giovani in quanto
attualmente in città non esiste
nessuna struttura di questo
tipo.
Riconversione immobiliare
Gli immobili della "Ederle",
della "housing area" e del "Dal
Molin" saranno oggetto di un
recupero immobiliare per
circa
1.000.000
di
mc.
L'intervento sarà di grande
importanza in quanto permetterà di riprogettare un intero
quartiere.
Il
patrimonio
immobiliare, ora totalmente
demaniale, per il 40% potrà
restare di proprietà pubblica
ed il restante 60% potrà essere
ceduto ai privati che faranno
interventi coerenti con un
piano di recupero in precedenza approvato. Avremo di
conseguenza entrate derivanti
dagli oneri di urbanizzazione,
ICI ed IRPEF.
Vigili del fuoco
L'attuale caserma dei VVFF di
Vicenza è interessata da sfratto, per cui potrebbe insediarsi
al "Dal Molin" assieme alla
Protezione Civile ed al Corpo
Forestale. Da notare che
siamo in una struttura aeroportuale attiva dotata degli
idonei sistemi per il volo, di
hangar, di officina riparazioni
e laboratori.
Centro culturale
Creare un'area da dedicare ad
eventi culturali, mostre, conferenze, meeting, ecc.
Fonti di finanziamento
A livello Europa: ripristino
del fondo per riconversioni da
militare a civile; fondo per le
attività di ricerca; fondo per
l'energia da fonti rinnovabili; fondo per l'avvio di attività da parte di "giovani".
A livello nazionale: istituzione di un fondo per
dismissioni militari; destinare 10 annualità del contributo extra NATO che il
Governo italiano versa a
quello degli Stati Uniti, qualunque sia la forma (nel 2004
circa 65 milioni di euro per
la sola "Ederle"); attivare un
canale preferenziale per l'accesso al conto energia o
addirittura per diventare
produttore di energia "rinnovabile".
A livello locale (Regione,
Provincia, Comune): fondo
per la formazione professionale; fondo per i settori in
crisi e/o riconversione; fondazioni bancarie; associazioni di categoria.
Benefici
Ritorno alla sovranità nazionale da 2.336.000 mq a
3.106.000 mq ubicati nel
Comune di Vicenza, di Torri
di Quartesolo, Longare ,
Arcugnano ed in futuro
Quinto Vicentino; Ederle,
housing area e Dal Molin
sono 1.000.000 di mc che
saranno totalmente interessati da riconversione immobiliare. Per questo tipo di
intervento è molto più probabile che si ricorra ad
imprese locali che non per la
realizzazione della nuova
base. Cedendo ai privati il
60% della cubatura l'introito
sarà almeno di 150 milioni
di euro. Il quartiere di S. Pio
X assumerà un aumento del
valore
del
patrimonio
immobiliare che attualmente è tra i più bassi di Vicenza
Nessun utilizzo di nuovo
territorio, ma conversione di
aree
già
urbanizzate.
Aumento delle entrate fiscali per ICI ed IRPEF per oltre
1,1 milioni di euro all'anno e
degli oneri di urbanizzazione per oltre 7 milioni di
euro.
L'Azienda
Municipalizzata che eroga le
utilities non effettuerà un
investimento di 9 milioni di
euro, al netto del contributo a
carico richiedente, di dubbio
ritorno. La città come "fabbrica" di idee che produca un
profondo cambiamento culturale, sociale ed economico da
diventare il prototipo a livello
europeo dell'evoluzione di
una città imprenditoriale.
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inchieste
La storia di un'opera "strategica" solo per i privati. Che hanno lucrato sui debiti. Pubblici
Tav: Treni ad Alta Voracità
DI
ALESSIO MANNINO
La pagheremo cara.
Molto cara. Per gli
altri paesi europei
l'alta velocità ferroviaria sarà pure un
affare, ma non lo è
per gli italiani: è
una voragine di più di 100 miliardi di euro (190 mila miliardi di
vecchie lire!). Lo dicono i fatti,
magicamente scomparsi per non
recar disturbo ai manovratori di
una gigantesca appropriazione di
denaro pubblico conosciuta
anche come Tav.
Le origini: il Grande Bluff
Ideatori della maxi-operazione
Tav fra gli ultimi anni '80 e i primi
'90 fu un'allegra combriccola di
manager e politici tutti di lì a
poco affogati nell'inchiesta Mani
Pulite: l'allora ministro del
Bilancio Paolo Cirino Pomicino,
autore dell'architettura finanziaria; Lorenzo Necci, ex presidente
Enimont a capo delle Ferrovie;
Pierfrancesco Pacini Battaglia,
faccendiere sodale di Necci, al
centro di un giro miliardario di
mazzette alla Guardia di Finanza.
Sono loro a creare la Tav Spa nel
1991, strombazzata come una
società prevalentemente privata
quando invece altro non era che
una controllata pubblica, dato che
la maggioranza era detenuta da
Fs e istituti di diritto pubblico e il
60% del finanziamento era coperto dallo Stato, che garantiva sia la
restituzione che gli interessi dei
prestiti bancari. Ed è sempre loro
la firma del sistema con cui vengono affidate le concessioni ai
privati: i "general contractor". Si
tratta di concessionari scelti in
base a "trattativa privata", cioè
senza una gara trasparente. I prescelti sono tre, un privato e due
Lavori di costruzione della Tav
Il progetto della linea. Vicenza è ancora un'incognita
pubblici: Cogefar-Impresit (Fiat,
oggi Impregilo di BenettonLigresti-Gavio), Iritecna (Iri, oggi
Fintecna, sempre statale), e SnamProgetti (Eni). Il meccanismo di
concessione si basa su un trucco: i
concessionari hanno tutti i poteri
di committenti pubblici - progettazione, eventuali espropriazioni
di terreni privati, direzione lavori
- ma non la gestione dell'opera.
Ossia non devono badare a come
reperire le risorse per coprire le
spese. Tanto, paga Pantalone.
Cioè lo Stato. Quel 60% di finanziamenti dovrebbero arrivare da
prestiti da ripagare con le future
entrate dell'opera una volta andata in attivo. Ora, in questi 16 anni
di bilanci in attivo non se ne sono
visti per il semplice fatto che la
linea italiana a tutt'oggi conta soltanto due tratte più o meno ultimate (Roma-Napoli e TorinoNovara) e altre due ancora cantierizzate (Torino-Novara, PadovaVenezia). Tutto le altre sono
ancora sulla carta.
Prodi e i poteri forti
Dietro alle tre Grandi Sorelle Iri,
Eni e Fiat c'è una schiera numerosa e affamata di gruppi industriali legati fra loro in tutti i grandi
business delle costruzioni, come
"Lo scandalo del TAV è l'emblema della degenerazione
globale del sistema politico;
esso ha coinvolto maggioranza e opposizione in egual misura. Dopo Tangentopoli non è
scaturita una Repubblica rinnovata, ma una riedizione
peggiore del vecchio sistema di
potere"
Fernando Imposimato,
'Corruzione ad Alta Velocità',
1999, Koinè Edizioni
il Ponte sullo Stretto e le basi americane:
dalle
imprese
di
Marcellino
Gavio
(Itinera,
Impregilo) alle cooperative rosse
(CCC, CMC), dalla Pizzarotti al
gruppo Caltagirone, da Maltauro
alla Astaldi, solo per fare i nomi
più grossi. Un arcipelago vastissimo di interessi economici che si
aggiudicano i 26 mila miliardi di
lire di giro d'affari (stima ufficiale
del 1991), spartendoseli tramite 7
consorzi: Iricav 1 (Roma-Napoli),
Iricav 2 (Verona-Venezia), Cepav
1 (Milano-Bologna), Cepav 2
(Milano-Verona), Cociv (MilanoGenova),
Cavet
(BolognaFirenze), Cav.To.Mi (TorinoMilano). E chi è chiamato a
garantire la mega-speculazione
per lo Stato? Il professor Romano
Prodi, fino al 1989 presidente
dell'Iri, carica che occuperà di
nuovo nel 1993. A sovrintendere
alle nuove stazioni (i nodi) fu
invece
designata
Susanna
Agnelli, sorella di Giovanni
l'Avvocato, presidente Fiat. Iri e
Fiat: due dei grandi general contractor.
Debiti, debiti, debiti
Si succedono i governi, e nessuno
fa una piega di fronte al disastro
finanziario di una Tav malnata.
Amato, Ciampi, Berlusconi e il
"garante" Prodi: tutti a coprire il
costo spaventoso per la collettività che cresce di anno in anno,
come un tumore. "Nel 1997 una
stima realistica e attendibile pubblicata da esperti del settore
costruzioni segnala l'aumento
spaventoso dei costi: per le sole
tratte ferroviarie si è già passati
da 18.000 a 55.000 miliardi di lire,
per i nodi (cioè le nuove stazioni)
da 2.000 a 15.600 miliardi, per le
infrastrutture aeree da 1.200 a
5.800 miliardi, per il materiale
rotabile da 4.800 a 11.600 miliardi.
Dunque, nel 1997 si è già a una
previsione di più di 88.000 miliardi per i soli aspetti costruttivi"
(Ivan Cicconi, 'La storia del futuro di Tangentopoli', 1998). Il sottosegretario Visco ha quantificato
in 13 miliardi di euro il debito dal
2002 al 2005. Procedendo a spanne e per difetto, si può calcolare in
oltre 100 miliardi i soldi pubblici
polverizzati dal 1991 a oggi.
I gemelli Tremonti-Lunardi
Nella Finanziaria 2001 il ministro
ulivista Bersani cancella le concessioni e opta per una procedura
di gara pubblica. Ma quello stesso
anno Berlusconi va al governo
con un programma sulle Grandi
Opere (trasfuse nella Legge
Obbiettivo). Neo-ministro delle
infrastrutture è Pietro Lunardi, il
quale revoca la gara e torna ai
general contractor, a lui molto
cari. Essì, perché Lunardi possedeva la Rocksoil, una società di
progettazione che aveva fornito
la propria consulenza al consorzio Cavet per la Bologna-Firenze.
Il sensibile Lunardi, però, per
sviare sospetti sul proprio conflitto d'interessi quello stesso anno
trasferì la proprietà… a moglie e
figli. Ad affiancare Lunardi c'è il
ragioner Tremonti, che nel 2002
sposta i finanziamenti e i debiti di
Tav Spa (acquistata per intero
dallo Stato nel 1998) a un'altra
scatola vuota, Infrastrutture Spa,
di proprietà della Cassa Depositi
e Prestiti. La finanza creativa di
Tremonti doveva servire a stornare il debito dell'alta velocità
dalle uscite dello Stato, emettendo obbligazioni del Tesoro (i Tav
bond). La Commissione europea
gli fece fare marcia indietro, e l'idea di mettere le mani nelle
tasche dei risparmiatori coi bond
per drenare altri soldi nella mangiatoia Tav fortunatamente naufragò.
La rapina continua
E arriviamo ad oggi, anno di grazia 2007: la famosa "lenzuolata
Bersani", cioè il pacchetto di liberalizzazioni varato con la
Finanziaria del governo Prodi,
attende di essere convertita in
legge alla Camere. Se passa,
addio ai general contractor, si va
alla gara d'appalto europea e le
imprese apriranno contenziosi
miliardari che il governo sarà
costretto a prevenire con pingui
arbitrati (cioè con pagamenti concordati). Altrimenti, si resta al
vecchio sistema. Ma sia nell'uno
che nell'altro caso, ai consorzi privati giungerà comunque un
fiume di denaro, perché all'articolo 12 del decreto Bersani sta scritto che in ogni caso verranno
"liquidati per i costi sostenuti".
Come conteggiarli è un mistero,
visto che un calcolo non è mai
stato fatto. Ma è certo che, di riffa
o di raffa, a guadagnarci finora
sono stati sono loro, i privati. Che
hanno realizzato, come abbiamo
visto, molto poco. Ma hanno
lucrato tanto, tantissimo, semplicemente limitandosi all'intermediazione finanziaria: se lo Stato
stanzia, poniamo, 100 milioni per
un pezzo di tratta, il contractor si
prende, per ipotesi, il 10%, e il
restante lo mette a disposizione
dei subappaltatori. Fine del lavoro.
E lo Stato, ossia il governo, nell'ultima manovra economica ha
stanziato altri 3 miliardi 300
milioni fino al 2009, che diventeranno 8 miliardi e 100 fino al 2021
per la dorsale Torino-MilanoNapoli. Ora, se si pensa che solo
per la tratta Verona-Padova si
parla di un costo lievitato a 8
miliardi di euro (fonte: comitato
scientifico della Conferenza dei
Sindaci vicentini), è quasi infantile dedurre che soldi non ce ne
sono. Eppure ne vengono buttati
ancora, per la gioia delle grasse
vacche private. E per la rovina dei
contribuenti, raggirati e rapinati.
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31 MARZO 2007
inchieste
Un'infinità di progetti, annunci e polemiche, un'unica certezza: sulla Tav è ancora tutto da decidere
Vicenza, la storia infinita
DI
LUCA MATTEAZZI
Quindici anni di
annunci, proteste e
smentite, almeno tre
differenti progetti
con un'infinità di
varianti - con un tunnel, con due tunnel,
con tre tunnel, senza tunnel, a sud
dell'autostrada, a sud dei Berici e via
dicendo -, una serie ancora più sterminata di rinvii, dichiarazioni e controdichiarazioni. Poche opere si sono
rivelate così complesse e capaci di
accendere le polemiche come la linea
ferroviaria ad alta velocità - alta capacità, meglio nota come Tav. Del suo
passaggio nel vicentino di parla
almeno dai primi anni '90, ma la
situazione è tuttora in alto mare, e
ancora oggi non si sa se, quando, e
come la Tav sarà realizzata. Abbiamo
provato a ricostruire le tappe principali di una classica telenovela all'italiana, una vicenda che potrebbe
anche far sorridere se di mezzo non
ci fossero interessi colossali e il destino di un'opera che in tanti considerano strategica.
Anni '80. La storia dell'alta velocità
italiana comincia in questo periodo.
Nel 1984 le ferrovie dello stato costituiscono la Sistav-Italfer, società che
dovrà costruire e gestire le future
linee dei treni superveloci.
Anni '90. Nel 1992 è pronta una
prima ipotesi di progetto per la linea
Torino Venezia, che prevede un passaggio a sud di Vicenza, con una galleria di una decina di chilometri sotto
i Berici, ipotesi bocciata nel 1996. La
definizione del tratto tra Verona e
Padova viene rinviata ad una fase
successiva. Tra la fine degli anni '90 e
il 2003 si riuniscono vari tavoli istituzionali a cui partecipano tutti gli enti
interessati: al centro della discussione ci sono adesso due progetti per il
passaggio a Vicenza. Il primo prevede che i nuovi binari corrano a fianco
dell'autostrada A4, il secondo (fortemente voluto dall'assessore alla
mobilità Claudio Cicero) opta invece
per un percorso che ricalca quello
della linea ferroviaria esistente, e che
dovrebbe svolgersi in gran parte in
tunnel, con tanto di stazione sotterranea in città.
5 Giugno 2003. Il gruppo di progetto conclude i lavori dicendo che,
nonostante i costi siano più alti e i
tempi di realizzazione più lunghi, il
tunnel è preferibile al tracciato in
La stazione di Vicenza.
superficie. Per realizzare il tracciato
lungo l'autostrada servirebbero 4
anni e mezzo e 470 milioni di euro,
per il tunnel 7 anni e 1430 milioni di
euro, con la possibilità di ridurre la
spesa fino a 850 milioni di euro ritoccando alcuni punti del progetto.
9 giugno 2003. Le ferrovie depositano il loro progetto. A sorpresa il
progetto non è quello con il tunnel di
cui si era discusso fino a qualche gior-
no prima, ma quello che corre
in superficie, a fianco dell'autostrada con viadotti alti venti
metri. Ai contrari resta un
mese per presentare le osservazioni.
Luglio 2003. Un comunicato stampa del ministro delle
infrastrutture Lunardi rimescola le carte: a Vicenza l'alta
velocità passa in tunnel, afferma il ministro. Il compromesso sembra raggiunto attorno
all'ipotesi di un triplo tunnel, o
meglio di un tunnel spezzettato in tre: due gallerie, una ad
est ed una ad ovest della città, e
una terza sotto la stazione, con
possibilità di realizzare in futuro una stazione, un raccordo
con la linea per Treviso e un parcheggio interrati. La Provincia,
intanto, rispolvera una terza ipotesi,
il passaggio a sud dei Berici, con un
collegamento veloce al capoluogo. La
proposta riceve però un secco no dai
comuni interessati.
Settembre/ottobre 2003. Nuovo
colpo di scena: al momento di
cominciare la valutazione di impatto
ambientale, Italfer annuncia che sta
valutando l'ipotesi tunnel. La valuta-
Lavori in mezza Italia
Mentre a Vicenza la situazione non si sblocca, in
altre zone d'Italia le linee ad alta velocità sono già
in funzione da tempo. I 250 chilometri della direttissima Firenze Roma, costruiti tra la fine degli
anni '70 e i primissimi anni '90, sono addirittura
stati una delle prime linee del genere al mondo.
Attualmente le tratte a cui si sta lavorando, o che
sono in progettazione, sono sei, sviluppate attorno ai due grandi assi che vanno da Torino a
Napoli e da Torino a Venezia. In totale, alla fine
dei lavori, il sistema dell'alta capacità si svilupperà per oltre 1250 chilometri, con una spesa
difficilmente calcolabile. Le fonti ufficiali parlano di investimenti per 32 miliardi di euro
(circa 60mila miliardi delle vecchie lire) per la
sola linea Torino Milano Napoli, ma c'è chi
ipotizza che la cifra reale sia ben più alta. La
società di ricerca Nuova Quasco, che ha effettuato uno studio sull'argomento avanza una
stima di 66 miliardi di euro se si prendono per
buoni i dati ufficiali, e di 87 calcolando il costo
effettivo: praticamente il quintuplo dei 14
miliardi preventivati nel 1991. Indovinare i
tempi è quasi impossibile: il collegamento tra
Torino - Milano e Napoli dovrebbe essere
pronto nel 2009, per il resto ci vorrebbe la
sfera di cristallo.
Roma - Napoli. Inaugurata il 21 dicembre
2005, è il primo tratto completato di linea ad
alta velocità. In realtà, sono entrati in funzione
solo 195 chilometri, sui 204 dell'intero percor-
so: mancano ancora gli ultimi 18 chilometri
prima di Napoli, e il collegamento con le stazioni
delle due metropoli. Il costo finale sarà di 6,3
miliardi di euro, contro i 2 previsti inizialmente.
Torino - Novara - Milano. Anche questa è già in
funzione, inaugurata il 10 febbraio 2006, giusto
in tempo per le Olimpiadi invernali. È lunga 85
chilometri, mentre per arrivare a Milano ne mancano altri 40: i cantieri sono aperti, e la linea
dovrebbe essere attivata nel 2009. Una volta
completata, per andare da Torino a Milano basteranno 50 minuti (attualmente ci si impiega un'ora e mezza). Il costo previsto è di 7,5 milioni di
euro.
Milano - Bologna. Ruspe in azione e operai al
lavoro anche qui: l'80 per cento dei 182 chilometri della linea sono già realizzati. Il costo si aggira
attorno ai 5 milioni di euro.
Bologna - Firenze. Uno dei tratti più problematici e contestati, per la problematiche ambientali
che ha sollevato (prosciugamento di alcune
falde acquifere, solo per dirne uno). La linea è
lunga 78 chilometri, di cui 73 in galleria, già
tutte scavate. Sono in corso le rifiniture e l'elettrificazione. Il costo? Oltre 5 miliardi di euro.
Milano - Verona - Venezia. Si sta già lavorando
sia tra Milano e Treviglio sia, nei 24 chilometri
che collegano Padova a Mestre. Restano da
definire, invece, sia la progettazione definitiva
del tratto Treviglio - Verona, sia quella del tratto Verona Padova, con la grande incognita del
futuro di Vicenza.
Terzo valico. 63 chilometri, da Genova a
Tortona, per collegare il capoluogo ligure alla
pianura padana. È in progettazione.
Nel progetto rientrano, inoltre, le stazioni di
Roma, Napoli e Bologna, e i collegamenti con
le linee del resto d'Europa, come il traforo del
Brennero e la contestatissima Torino Lione
attraverso la Val di Susa.
L. M.
zione viene sospesa, mentre Regione
e Comuni ribadiscono il loro no al
progetto delle ferrovie. Due mesi
dopo la Regione approva una delibera con la proposta del tunnel spezzettato.
Primavera 2004
Doccia fredda per il vicentino: il
ministro Lunardi spiega che i soldi
per il tunnel non ci sono. Si torna a
parlare del passaggio a sud dei Berici.
4 novembre 2005. Il ministro
Lunardi dichiara che si è tornati a
lavorare sul vecchio progetto, quello
che prevede l'affiancamento all'autostrada e i viadotti alti venti metri,
salvo smentire tutto (parzialmente) il
giorno dopo.
Gennaio 2006. Questa volta è la
presidente della provincia Manuela
Dal Lago a bocciare il tunnel: costa
troppo, scordiamocelo, afferma in
consiglio provinciale. Meglio lavorare per un soluzione che eviti l'affiancamento all'A4. Grazie ad un'intesa
tra la Provincia di Vicenza e la
Provincia di Verona, l'ipotesi di spostare la Tav a sud dei Berici riprende
corpo.
Febbraio 2006. Dopo una riunione del comitato Transpadana sembra fatta per la proposta Cicero: passaggio a Vicenza con tunnel ad
Altavilla, ed eventuale stazione sotterranea in un secondo momento.
Marzo 2006. finalmente si riunisce
il Cipe, il comitato interministeriale
per la programmazione economica.
Arriva il via libero al progetto preliminare: si parla di un tunnel sotto
Altavilla, e passaggio dei treni in stazione in superficie alla velocità ridotta di 100 km/h. Rinviata ad una
seconda fase, invece, la galleria sotto
la città. Il costo stimato per la tratta
Verona Padova è di 3.300 milioni di
euro, che dovrebbero salire a 4.400
con la seconda fase.
Novembre 2006. La delibera
approvata dal Cipe a marzo viene
pubblicata solo a novembre. Non c'è
traccia del tunnel, né della valutazione di impatto ambientale. Si rinvia
ogni decisione al progetto definitivo.
Marzo 2007. Il viceministro dei
Trasporti Cesare De Piccoli ribadisce: la linea Padova Verona non è
ancora stata finanziata, non lo sarà
neanche l'anno prossimo, e non c'è
un progetto già approvato; c'è tutto il
tempo per discutere con gli enti locali, e scegliere la soluzione migliore.
Non solo: De Piccoli rispolvera l'idea
del vecchio tracciato presentato da
Rfi, con i binari a fianco dell'autostrada e una fermata a Vicenza Ovest.
Una soluzione che, spiega, costerebbe di meno e potrebbe essere realizzata in tempi rapidi.
6
inchiesta
31 MARZO 2007
I perché del tunnel "confindustriale" di Cicero e del no "autostradale" della Dal Lago. Ma la tratta è troppo piccola e costosa
Supertreno beric, interessi forti
DI
ALESSIO MANNINO
Se sognate di veder
fermare il supertreno ad alta velocità
alla stazione ferroviaria di Vicenza, o
siete degli inguaribili e ostinati innamorati dell'idea come l'assessore
Claudio Cicero, oppure non avete
chiara la situazione e la storia della
Tav sotto i Colli Berici.
Di progetti nel corso di questi anni
se ne sono ipotizzati tre. Il primo è
quello "storico", vagliato dalla
commissione radunatasi nel biennio 2002-2003 con dentro quasi
tutti i soggetti interessati:
Comune, Regione, ministero
Infrastrutture, Rfi (la società Fs
che gestisce la rete) e Iricav 2 (di
cui fanno parte Astaldi, Condotte
d'Acqua, Impregilo, Fintecna,
Ansaldo, Lamaro, Torno, Salini.
Non Maltauro, che è presente col
12% nel consorzio Cepav 2
Milano-Torino). Prevede l'affiancamento
all'autostrada
A4
Serenissima Brescia-Padova. Della
quale il primo azionista (18%) è la
Provincia di Vicenza, che non fu
Un tracciato parallelo a linea tradizionale e autostrada sembra più probabile
un caso se non partecipò al gruppo
di lavoro. Manuela Dal Lago, data
per prossima presidente della società autostradale, ha sempre maldigerito l'operazione Tav. Per due
motivi: perché il tracciato interferirebbe con l'A4 in ben 15 punti (su
un totale di ben 57 sull'intero tratto Brescia-Padova), con conseguenti interruzioni, disagi e problemi di viabilità, cioè minori
introiti; e perché sa che la linea non
potrà mai fornire un servizio di
carico merci per la presenza di due
Interporti a Padova e Verona.
Le proteste dei cittadini contro la Tav
Perciò per lei, se proprio si deve
fare, la si faccia a sud di Vicenza,
con una linea ex novo e morta lì.
Fumo negli occhi della Dal Lago è
poi la terza ipotesi, quella vagheggiata da Cicero: un galleria da
Brendola a Grisignano di Zocco
con una nuova stazione sotterranea che sorgerebbe nell'ambito di
quella di Vicenza. A guadagnarci
dal tunnel sarebbero alcune imprese locali (cavatori e laterizi, per
esempio Stabila), e poi società telefoniche, aziende di fibre ottiche, la
Finmeccanica per il materiale rotabile, l'Enel per l'elettrodotto. Una
cosetta da 3-4 miliardi di euro,
secondo il comitato scientifico della
Conferenza dei Sindaci. Il tunnel
vuol dire no a espropri e demolizioni, ma significa anche tempi (e
quindi costi) più lunghi, imprevisti
più facili e vincoli di sicurezza
enormemente
più
pesanti.
Tuttavia, lasciando stare l'impatto
ambientale (su cui fino ad oggi
manca una valutazione di compatibilità proprio sul corridoio di
Vicenza), quale sarebbe il tracciato
più conveniente per lo Stato, cioè
per i cittadini? In realtà questa è
una falsa domanda. Quella vera è
questa: è conveniente l'alta velocità sulla linea Verona-Padova? La
risposta è no.
A parte il dato generale per cui il
costo medio di un chilometro di
Tav in Italia è di 44 milioni di euro
mentre in Francia è di 15 e in
Spagna è di 13, quello che riguarda
il capoluogo berico verte sulla
razionalità stessa dell'opera: tra
Verona (che è un nodo importante)
e Vicenza (che non lo è) ci sono 45
km di distanza, al treno servono 27
km per accelerare fino a 250 km/h
(velocità normale di corsa) e 8 km
per fermarsi, quindi andrà a regime
per soli 10 km. Che senso ha spendere 4 miliardi 400 milioni di euro
(la prudente stima ufficiale del
Cipe, il comitato interministeriale)
o addirittura, come sostiene la
Conferenza dei Sindaci, il doppio,
per appena 10 km? Nessuno, per la
casse dello Stato. Ne ha molto invece per le imprese, che infatti sono
grandi sostenitrici della Tav ovunque e comunque, e per questo mobilitano i loro organi di informazione
(cioè l'intera stampa) per martellare l'opinione pubblica con l'idea
che "Tav è bello" contro ogni evidenza. L'industria cerca anzi,
com'è del resto nella logica di profitto, di massimizzare i futuri guadagni: di qui il can can delle categorie economiche vicentine in difesa del tunnel ciceriano, che costerebbe come minimo 1 miliardo e
300 milioni di euro pubblici in più.
Nota a margine. Se qualcuno
dovesse stupirsi del fatto che la Dal
Lago, in genere attenta agli interessi degli industriali, abbia assunto una posizione così nettamente
contraria al tracciato più invasivo,
la spiegazione sta in una parola:
priorità. Che per lei va all'autostrada, dove il suo controllo è e sarà
sempre più diretto.
Alla fine della fiera l'ultima delibera del Cipe, risalente al marzo
2006, sposa il primo progetto:
niente tunnel, dunque. Intanto
quattro
Comuni
(Altavilla,
Montebello, San Bonifacio, Torri di
Quartesolo) hanno di recente presentato ricorso al Tar: una pistola
puntata sul binario già morto di
una linea che dovrebbe andare a
gara non prima del 2009. Come
abbiamo visto, ragioni di pura logica prima ancora che economiche e
ambientali congiurano contro la
Tav vicentina. Ma forse, alla radice di una soluzione che non risolve
i problemi di un sistema italiano di
trasporti in cui il traffico è all'80%
locale e regionale e le linee sono
insufficienti e antiquate, c'è una
verità pronunciata fin dagli anni
'80 da un 'insospettabile', ovvero
Mario Schimberni, ai tempi presidente delle Ferrovie: "L'alta velocità? Una cravatta su un vestito di
cenci".
7
31 MARZO 2007
fatti&notizie
Personaggi e manovre che tengono banco nella Quercia in tempesta congressuale
Ds, tutti i segreti di un partito
spaccato. E che non si rinnova
DI
ALESSIO MANNINO
Dal dibattito soffocato al dibattito
scoppiato: ecco i
Ds
nostrani.
Sabato 24 marzo
il congresso cittadino
della
Quercia ha fatto detonare la
bomba a orologeria delle divisioni fra correnti l'una contro
l'altra armate per strappare
una bandierina nella guerra di
posizione per la nascita del
Partito Democratico. L'ha
spuntata Mattia Pilan, consigliere di circoscrizione 1 in
quota alla piccola area
"Socialismo 2000" dell'ex
ministro Salvi, venuto personalmente in città a siglare l'alleanza con la più corposa sinistra interna, quella che ha nel
ministro dell'università Mussi
il capofila nazionale e nella
deputata Trupia il punto di
riferimento locale. Ma Pilan
non ha una maggioranza nel
nuovo direttivo, che conta 17
eletti per la maggioranza fassiniana contro 14 dell'opposizione interna Salvi-Mussi.
Non è bastato che in cambio
della segreteria i salviani
(capitanati dal consigliere
comunale Gianni Rolando)
questa volta abbiano optato
per la sinistra interna, a differenza delle precedenti assise
in cui il loro appoggio ai
Fassino boys fu decisivo per
far eleggere il moderato (dalemiano, per l'esattezza) Luca
Balzi. La maggioranza è per la
mozione Fassino, il neosegretario è per quella Mussi.
Il solito intrico di etichette e
paradossi all'italiana.
Aventino al rovescio
Nei Democratici di Sinistra
vicentini è cominciata così la
resa dei conti. Con tutti i trucchi e gli sgambetti del caso.
Istruttivo può essere a questo
proposito ricostruire la giornata di sabato 24. L'ordine del
giorno confermato in mattinata prevedeva l'elezione del
segretario (nell'ultimo congresso il nome è uscito invece
un mese dopo). Verso la fine
dei lavori, i fassiniani ne presentano un altro proponendo
il rinvio. La proposta viene
bocciata, e la maggioranza
abbandona l'aula. Inusitato
Daniela Sbrollini, segretario provinciale, è confermata per la terza volta
caso di un Aventino a cui
ricorre una solida maggioranza invece di un'assediata
minoranza. Che, potendo contare anche sull'apporto militarizzato della pattuglia della
Cgil del mussiano Oscar
Mancini, hanno proceduto
ugualmente all'incoronazione
di Pilan. Gli aventiniani sono
da subito tornati in pista sui
giornali minacciando la sfiducia a Pilan, re travicello che
ora deve sperare di racimolare i due voti di scarto che gli
mancano nel direttivo.
Balzi usa e getta
Uno potrebbe essere quello
del suo predecessore, Balzi,
scaricato dalla sua stessa corrente perché ultimamente
troppo sensibile alle sirene
movimentiste di Rolando
(vedi il caso Dal Molin, col
tentativo di riavvicinare il
partito alla protesta per non
perdere iscritti ed elettori
delusi dai gruppi dirigenti).
Balzi, in polemica col deus ex
machina dei fassiniani in provincia Claudio Rizzato, dice
che tornerà a essere un semplice militante, senza brigare
per conquistarsi un posto di
comando: "Non farò il Rizzato
di turno, che sono anni che ci
perseguita perché ha perso la
sedia di consigliere regionale". Veleni fra appartenenti
alla stessa tribù, figuratevi
cosa si dicono fra correnti
diverse. Con lui sono una settantina di neo-iscritti, per la
maggior parte giovani che,
sembra dire fra le righe, non è
detto rinnovino la tessera:
"Mi domando chi s'iscriverà
d'ora in poi, dopo quel che sta
succedendo". Come dire:
attenti, potrei far pesare la
mia emarginazione. Magari,
se non passando di là, coi
mussiani (il che parrebbe una
conversione
"sospetta"),
almeno minacciando di volta
in volta di far mancare il proprio voto nel direttivo. Che a
quel punto vedrebbe i fassiniani appesi a un solo eletto.
Sperando di non dover fare i
conti col loro Turigliatto.
Candidato cercasi
Ma perché i fassiniani non
hanno lanciato un proprio
candidato? Semplice: perché,
messo in freezer l'apostata
Balzi, non volevano rischiare
di bruciare il loro uomo nuovo
in una conta che si sapeva già
essere sul filo del rasoio a
causa dello spostamento a
sinistra di Rolando, Pilan &
co. Non hanno voluto rischiare. La voce che circola con più
insistenza è che la maggioranza potrebbe puntare sul giovane
consigliere
di
sala
Luca Balzi, segretario cittadino uscente: "Tornerò ad essere un
semplice militante"
Bernarda Antonio Marco
Dalla Pozza. Che per la neosegreteria ha questa soavi
parole: "Una soluzione da
pirati, Pilan dovrebbe avere il
buongusto di dimettersi".
Il potere non logora, anzi
I toni sono quelli da separati
in casa, quali ormai sono le
due anime del partito erede
del Pci. La linea Fassino - che
in realtà a Vicenza dovrebbe
piuttosto chiamarsi linea
Alifuoco, dato il ruolo di vero
regista che ha il presidente
della commissione Territorio
nella maggioranza riformista
locale - vuole arrivare alla
fusione con la Margherita, e
tappa di questo percorso sarà
il congresso provinciale di
oggi, sabato 31 marzo. Qui
non c'è partita: i fassiniani
vincono a mani basse eleggendo per la terza volta consecutiva Daniela Sbrollini, pupilla
di Rizzato. Roba da Prima
Repubblica, accusa Rolando:
"C'è un gruppo di potere che
impone sempre gli stessi: le
Sbrollini, che tiene al suo
posto di segretaria e a quello
di consigliere provinciale perché gli fruttano 500 euro il
primo e 900 euro il secondo, o
gli Sbardelli (capogruppo Ds
in Provincia, ndr), che è di
Asiago ma viene a reiscriversi
qui, e che è da 25 anni che
rimane fisso ai vertici. Altro
che Partito Democratico: è un
partito non democratico, il
nostro". Rizzato respinge al
mittente: "Le Trupia e i
Rolando hanno la testa rivolta
all'indietro, il futuro è nel Pd,
e quel che è successo al congresso è che i fassiniani
hanno aumentato i loro voti,
mentre loro si sono votati un
segretario che è solo e soltanto loro". Per la serie: se questo è ancora un unico partito… La verità è che la scissione è imminente, e con tutta
probabilità si consumerà il 20
aprile, al congresso nazionale.
Come da buona tradizione
della sinistra italiana, del
resto: è dai tempi dei riformisti di Turati contro i massimalisti di Ferri che è un continuo dividersi, frazionarsi,
fondersi e ri-etichettarsi. E
qui a Vicenza mancano appena poche settimane dalle elezioni provinciali…
8
fatti&notizie
31 MARZO 2007
Alto Vicentino. Il nuovo commissariato assorbirà l'organico della ex-scuola allievi? Tra politica e sicurezza una storia più complessa di quel che sembra
I piccoli maestri (di polizia) a spasso
DI
ANDREA ALBA
Scuola allievi di polizia di
Vicenza, da aprile tutti a
casa. O meglio, tutti in
Questura: dal mese prossimo
infatti la struttura vicentina
dovrebbe terminare la propria attività, e gli organici circa 85 agenti di età media
40-50 anni - passeranno sotto
il controllo diretto della sede
della Polizia di Stato del
capoluogo. E qui è lecito iniziare coi punti di domanda:
come verranno impiegati gli
agenti in più? E che fine farà
la struttura che ospita - ancora per poco - la scuola allievi? Almeno riguardo al
primo interrogativo, una
proposta-risposta del Sap
(sindacato di polizia) è stata
fatta propria da alcune forze
politiche, e viene dibattuta
da settimane sulla stampa
locale: creare un nuovo
Commissariato
nell'Alto
Vicentino.
"L'idea è quella di un ufficio
che sia un punto di riferimento per la sicurezza osserva
Oscar
Acciardi,
segretario provinciale del
Sap - , una pattuglia in più
che gira anche nelle ore notturne. L'occasione è ghiotta,
in questo momento: dal mese
prossimo la scuola allievi
chiude, degli agenti che ci
sono la fetta più grossa
andrà alle dipendenze della
Questura ma potrebbe esserci spazio anche per un nuovo
commissariato.
L'ufficio
assolverebbe anche a funzioni per le quali ora si deve
andare a Vicenza, come fare
il passaporto o il porto d'armi. Potrebbe essere grande
all'incirca come quello di
Bassano, che quando è partito nell'89 aveva 39 agenti.
Noi attendiamo a questo
punto una risposta all'appello dalle comunità locali:
ovviamente la struttura deve
essere baricentrica, ma se un
comune la fornisse i costi per
il nuovo ufficio verrebbero
per la gran parte abbattuti,
perché il personale di ruolo
c'è già".
L'area interessata sarebbe
molto vasta: da Asiago a
Valdagno, da Valli del
Pasubio a Breganze. Nella
zona d'interesse sono presenti tre compagnie di carabinieri
(Schio,
Thiene
e
Valdagno), i due ampi consorzi di polizia municipale
L'organico della scuola potrebbe confluire in una nuova struttura.
Per difendere le "pericolose" strade di Schio e dintorni
scledense e thienese e un
distaccamento
della
Polstrada, a Schio. Perché un
nuovo commissariato proprio qua? "Perché è l'area più
distante dalla zona d'intervento della Questura - replica Acciardi -: abbiamo fatto
una panoramica della situazione criminalità e immigrazione in provincia: ci sono
60mila stranieri, e forse
altrettanti non regolari. A
Schio e Thiene, ma tra la cittadinanza in generale, c'è
una forte presenza di insicurezza: reati sempre più efferati, penso al recente caso di
terrorismo all'ospedale o alle
rapine avvenute nell'area".
In verità, a chiunque abbia
un minimo di dimestichezza
con la cronaca riesce difficile
paragonare la zona SchioThiene
con
quella
Arzignano-Montecchio,
il
vero punto caldo della provincia con retate di irregolari
e arresti per droga quasi
all'ordine del giorno. "Ma a
Montecchio si lavora per la
futura nuova Tenenza dei
carabinieri - risponde il
segretario del Sap -: la proposta era stata fatta anche lì
ma il ministero dell'Interno
ha replicato non opportuno
dislocare lì agenti di polizia,
dove si lavora per rafforzare
l'Arma". In effetti, è proprio
di pochi giorni fa la notizia
dello stanziamento comunale
di circa 500mila euro per la
futura Tenenza.
La proposta del commissariato altovicentino è stata
fatta propria da Alleanza
Nazionale, che a livello locale ha fatto partire una raccolta firme e un volantinaggio.
Ma oltre all'appoggio dell'onorevole aennista Giorgio
Conte, Acciardi ha
riscosso
quello
dell'Udc con il
deputato bassanese Luigi D'Agrò,
che ha promesso di
portare la cosa
all'attenzione di
Roma. "E' inutile
tenere le forze dell'ordine chiuse in
caserma - commenta infatti il
parlamentare - e la
zona di Schio è
un'area da presidiare. E' tra quelle
a più alto sviluppo, e si sa che la
criminalità
si
accompagna
ai
flussi di denaro.
L'Ovest vicentino
è certamente una
zona più a rischio,
ma lì il governo
giudica
non
coerente impiegare
la polizia in quanto è in atto un
potenziamento dei carabinieri". A livello locale, per ora i
sindaci non si sono espressi.
Quello scledense in particolare, Luigi Dalla Via, fa sapere di stare seguendo con
molta attenzione gli sviluppi
della faccenda, ma di non
voler ancora esprimere un
parere. Qualche perplessità
la si rileva, ma solo a livello
ufficioso, da ex esponenti
delle forze dell'ordine. Il loro
pensiero è che sia difficile
realizzare una struttura che
richiederebbe come minimo
6 centralinisti, e al contempo
si chiedono se una sola pattuglia in più per un territorio
così vasto sarebbe davvero
utile. Inoltre, se la struttura
partisse si teme ci vorrebbero
comunque anni perchè divenisse effettivamente operativa, come è stato per Bassano.
Non la pensa così Gianni
Covallero, presidente del
consorzio di polizia municipale scledense: "Se il ministero dell'Interno fa le cose per
bene, il commissariato in un
paio d'anni potrebbe essere
realtà - considera infatti -:
poi una pattuglia in più nel
territorio, soprattutto nelle
ore notturne, sarebbe molto
utile". Di notte c'è solo quella
dei carabinieri, oltre ad alcuni servizi aggiuntivi, speciali, organizzati dai consorzi di
vigili di Thiene e Schio. "Qui
da noi non c'è emergenza commenta ancora Covallero , ma la necessità di presidio,
ad esempio a bar e discoteche, sì. Avere una forza in
più dello Stato nel territorio
non toglie nulla a noi e
all'Arma, con un giusto coordinamento: se ci fosse anche
un Commissariato noi non
saremmo
assolutamente
gelosi".
9
fatti&notizie
31 MARZO 2007
Alcol e velocità principali cause di incidenti. Polizia a corto di uomini, ma i controlli ci sono
Qui si viaggia a tutta birra
DI LUCA MATTEAZZI
seguendo le direttive che arrivano dal governo (il ministro dei
trasporti Bianchi ha appena presentato un disegno di legge che
prevede pene fino a sei mesi di
carcere e supermulte fino a diecimila euro per chi guida in stato
di ebbrezza), i controlli dei prossimi mesi si concentreranno proprio su questo punto.
Stessi incidenti, più vittime
Sia chiaro, il vicentino non ha la
maglia nera della sicurezza stradale. Per dirla con le parole del
presidente dell'Aci Romano
Pigato, "non siamo un'isola felice, ma nemmeno quelli messi
peggio". La conferma arriva dai
dati: secondo le statistiche IstatAci, nel 2005 in provincia si sono
registrati 2.467 incidenti, con 63
vittime e 3.394 feriti. Tanti, troppi, ma Verona, Padova, Treviso e
A Parigi il governo
ha lanciato lo slogan "chi guida non
beve" e chi non
supera i test dell'etilometro perde la
metà dei punti
della patente; a
Londra basta provare a mettersi
al volante alticci per rischiare sei
mesi di carcere (tre anni se si è
recidivi) e multe fino a 7500 euro,
e ci sono locali che offrono bibite
analcoliche gratis ai Des, i designated drivers, ragazzi che per
una sera decidono di non toccare
alcol per fare da autista agli
amici. A Vicenza (e in Italia) non
si è ancora arrivati a questo
punto, ma forse bisognerebbe
pensarci, visto che l'alcol ha un
peso sempre più
determinante tra le
cause di incidenti
stradali. Nel 2006
quasi il 20 per cento
dei sinistri in cui è
intervenuta la polizia stradale ha
visto coinvolte persone che avevano
alzato troppo il
gomito: uno su cinque, con un trend
in preoccupante
ascesa rispetto agli
anni precedenti. L'alcol è al centro del sabato sera. Come
Non è un caso se, dimostrano i sempre numerosi incidenti stradali
Le strade a rischio
Bene o male le conoscono
tutti, le strade più pericolose della provincia. Quelle
dove la tentazione di aprire
il gas è più forte, così come
il rischio di perdere il controllo o di commettere
un'imprudenza. A livello
provinciale le sorvegliate
speciali sono soprattutto la
statale del Costo da Piovene
a Cesuna - una ventina di
chilometri di rettilinei e tornanti che nei weekend della
bella stagione si trasformano in una vera e propria
pista - e la statale della
Valsugana, seguite dalla
Marosticana, dalla statale
11 sia verso Verona che
verso
Padova,
dalla
Postumia, dalla Camisana,
dalla Riviera Berica e dalla
dorsale dei Berici che collega la città a Barabarano. Nel
capoluogo i punti incriminati si concentrano nella circonvallazione: via del Sole,
viale Cricoli e viale dal
Verme, viale dalla Pace, via
Aldo Moro, le strade della
zona industriale. "È difficile
fare i 100 in mezzo ad un
quartiere - commenta il
comandante della polizia
municipale Cristiano Rosini
-. Invece può accadere in
tangenziale". Poi ci sono
sempre le eccezioni che
conquistano le prima pagine della cronaca, come la
moto che sfreccia ai 170
all'ora in Marosticana o
l'auto fotografata alla stessa
velocità lungo la strada di
Casale.
Venezia, in questa poco invidiabile classifica, stanno decisamente peggio, così come Trento,
Modena o Reggio Emilia, se si
vuole allargare lo sguardo al di
là dei confini regionali. Nel 2006
la situazione è leggermente peggiorata, almeno in base alle statistiche a disposizione del comando della Polizia stradale di via
Muggia diretto da Antonio
Macagnino: il numero di incidenti è aumentato di poco -1086
contro i 1051 dell'anno precedente (i dati riguardano solo i sinistri
rilevati dalla polizia, non ci sono
gli interventi effettuati dai vigili
urbani o da altre forze dell'ordine)-, ma il numero delle vittime è
salito del 20 per cento, passando
da 26 a 35.
Sotto accusa alcol e velocità
Le cause? Sempre le stesse. La
velocità, l'alcol, e magari anche il
mancato uso delle cinture di
sicurezza. Difficile trovare percentuali precise su quanti sono i
vicentini che guidano con il
piede troppo pesante sull'acceleratore o dopo qualche bicchiere
di troppo; gli unici dati certi sono
ancora una volta quelli dei verbali delle forze dell'ordine. Che
dimostrano come l'eccesso di
velocità sia sempre l'infrazione
più comune (2.806 le violazioni
accertate dalla polizia municipale, altre 6.859 quelle della polizia
stradale), e come l'alcol abbia
conseguenze sempre più pericolose. I controlli della polizia stradale hanno pizzicato 538 persone al volante in stato di ebbrezza:
qualcuno in meno rispetto al
2005, ma, ed è questo il dato più
preoccupante, ben 182 di questi
sono state coinvolte in incidenti.
Come dire che il 18 per cento di
frontali, sbandate, inversioni di
corsia e manovre azzardate è
imputabile all'alcol. E la percentuale è decisamente più alta nel
fine settimana. Se a tutto questo
si aggiunge il fatto che l'uso delle
cinture di sicurezza sta ritornando un optional ("Su questo
punto stiamo tornando indietro", spiegano dalla polizia stradale), il quadro è completo.
Ma i controlli, chi li fa?
Di fronte a questa situazione il
governo ha dunque deciso di
inasprire pene e sanzioni. Ma la
linea dura rischia di infrangersi
contro le croniche carenze di
organico di molte forze dell'ordine. A Vicenza, ad esempio, il
comando della polizia municipale è in sofferenza da tempo:
Un controllo lungo l’autostrada. Le strade durante
i weekend sono sempre più selvagge
"C'è stato un deficit di 15 persone
negli ultimi due anni, mentre i
nostri compiti si sono moltiplicati - spiega il comandante
Cristiano Rosini -. Entro il 2007
avremo quattro nuovi agenti, ma
in generale il lavoro è sempre di
più, l'organico sempre di meno".
Risultato, dei tre autovelox a
disposizione, difficilmente ce n'è
in funzione più di uno al giorno:
"Uno alla mattina, uno al pomeriggio, quando ce la facciamo. Di
più non è possibile", ammette
Rosini. Situazione migliore, ma
non troppo, alla stradale: gli
agenti sono una novantina quando, per controllare tutta la viabilità provinciale (autostrade comprese), ne servirebbero un po'
più di cento, ma almeno i tre telelaser e i quattro etilometri in
dotazione sono quasi sempre in
funzione, e spesso lo sono anche
i due autovelox del comando. A
questi, poi, vanno aggiunte le
postazioni fisse controllate dalla
polizia provinciale.
I primi autovelox permanenti
sono stati piazzati sul Costo e
sulla Gasparona un paio di anni
fa; poi, visti i buoni risultati dell'iniziativa, ne sono stati installati altri, sulla dorsale dei Berici e
sulla Marosticana, ad esempio.
Alla fine, dunque, l'impressione
è che i controlli ci siano. A mancare, casomai, è il senso di
responsabilità. "I controlli ci
sono, gli autovelox pure, e sono
utili - conclude Romano Pigato . Non c'è nulla da imputare alle
autorità: la polizia ha sempre
fatto il proprio dovere, così come
i vigili. Se ci sono delle responsabilità, quelle vanno cercate tra
quegli sciagurati che si mettono
alla guida in condizioni fisiche e
psicologiche non adeguate,
dopo avere bevuto troppo o
dopo aver assunto altre sostanze".
Più auto, meno morti
Quante sono le auto che circolano sulle strade del
vicentino? Gli ultimi dati
nelle mani dell'Aci, aggiornati alla fine del 2005, parlano di un totale di 659.941
veicoli, di cui 509 mila auto,
quasi 60 mila tra moto e
motorini, e altrettanti autocarri. Il resto si divide, con
numeri decisamente più
bassi, tra rimorchi, trattori,
bus e veicoli speciali. La
cosa forse più interessante,
però, è la continua crescita
del parco mezzi: i veicoli era
649 mila (con 503 mila auto
e 56 mila moto) nel 2004 e
638 mila (496 mila auto e 54
mila moto) nel 2003.
Complessivamente,
dal
1995 al 2003, l'aumento dei
veicoli circolanti è stato del
16 per cento.
Nello stesso periodo di
tempo si è però drasticamente ridotto il numero di
vittime della strada: erano
123 nel 1995, sono state poco
più di 60 nel 2005, all'incirca
con lo stesso numero di incidenti. Segno che le misure
adottate negli ultimi anni
(controlli, patente a punti,
ecc...) qualche risultato
l'hanno ottenuto.
10
fatti&notizie
31 MARZO 2007
Alto Vicentino. Il traforo tra Schiio e Valdagno ritorna di proprietà degli enti locali. Per l'estate pedaggio a 2 euro
Torna a casa tunnel
Il tunnel torna a casa con 26
anni di anticipo. E con due
obiettivi prioritari: abbassare i
costi del pedaggio, e favorire
l'integrazione tra l'area scledense e quella che gravita
attorno a Valdagno. Con questi due obiettivi è stata presentata nei giorni scorsi l'acquisizione, da parte della Provincia
e dei due comuni di Schio e di
Valdagno, del tunnel che collega i due centri della valle
dell'Agno e della Val Leogra.
Un'operazione da 17 milioni di
euro maturata dopo anni di
trattative e considerata dai
protagonisti un vero e proprio
affare per le comunità locali,
visto che i debiti accumulati
finora, ben 45 milioni di euro,
se li è accollati lo Stato.
Nato a livello progettuale nel
1989, il tunnel è uno dei primi
esempi di project financing
portati a termine in Italia.
L'opera, costata 82 milioni di
euro, è stata infatti realizzata
da un'associazione temporanea di imprese e inaugurata
nel 1999, e avrebbe dovuto
essere gestito per 35 anni da
Fintecna, una società del
Ministero del tesoro. Ma i
conti non tornano. Lungo 4,7
chilometri, il traforo permette
di arrivare in pochi minuti da
Schio a Valdagno, evitando i
tornati del Passo Zovo o la
lunga deviazione per Malo e la
Priabona: i costi di pedaggio,
però, rappresentano un freno
per tanti potenziali utilizzatori, e nonostante il numero di
transiti sia ormai di circa un
milione all'anno, recuperare la
spesa iniziale appare un
miraggio. Si inizia così a valutare l'ipotesi di un ritorno anticipato del tunnel nelle mani
degli
enti
vicentini.
Operazione che si è conclusa
in questi giorni con l'acquisizione dal traforo da parte dei
due Comuni, attraverso il
Consorzio per l'Integrazione
delle città di Schio e Valdagno,
e della Provincia, attraverso
Vi.abilità. Il costo è stato fissato in 17 milioni di euro, ma
visto che in cassa ci sono 3,5
milioni di utili la spesa reale è
di 13,5 milioni, di cui 9 saranno stanziati immediatamente.
"Espletati tutti i passaggi formali - sottolinea soddisfatta la
presidente di Palazzo Nievo
Manuela Dal Lago - ed inserita
l'opera non solo nel PTCP ma
anche all'interno del nostro
bilancio, la Provincia dunque
legamento che
ancor oggi incide
sulla 246 e sulle
viabilità interna,
passo dello Zovo
e SP Priabonese
comprese. Per far
ciò è fondamentale incidere sul
costo del pedaggio, attualmente
di 3,20 euro per
le automobili che
vi transitano".
Tra i primi obiettivi della nuova
società che gestirà il tunnel, infatti, c'è la riduzione
del ticket, che già
a luglio dovrebbe
calare da 3,20
euro a 2 euro.
Uno sconto del
37 per cento che
dovrebbe essere
Uno scorcio di Valdagno: il tunnel consente di solo il primo passo
arrivare a Schio in pochi minuti
per ulteriori riduentra nel Consorzio, attraverso zioni, come hanno ricordato il
Vi.Abilità SpA, con un investi- sindaco scledense Luigi Dalla
mento di 4,5 milioni di euro. Via ed il collega valdagnese
Una decisione assunta per Alberto Neri: "Moltiplicando
l'importanza che il collega- gli attuali passaggi, un milione
mento Schio a Valdagno ha di persone l'anno, per 1,20
per la nostra viabilità. Siamo euro significa un risparmio per
convinti - continua-che incen- le tasche dei cittadini di
tivandone l'utilizzo si potrà 1.200.000 euro. È un momento
intercettare quel traffico di col- davvero storico per la nostra
Comunità. Del collegamento
Schio-Valdagno si parla fin
dall'800 e questo tunnel, nato
come un project financing ante
litteram tra noi e la Società
Condotte, si è dimostrato una
soluzione
concettualmente
valida ma praticamente ancora
insufficiente per l'ostacolo del
costo di attraversamento. Da
parte nostra ci impegneremo,
dopo questa prima, sensibile
riduzione, a far sì che si possa
ridurre la tariffa ulteriormente".
Ad ogni buon conto, la spesa a
carico della collettività per la
gestione di una struttura per
altro non indifferente, trova
una compensazione nell'incremento della sicurezza, nell'abbattimento dell'inquinamento
atmosferico, nella tutela di
vaste aree di pregio ambientale, oggi inopportunamente
caratterizzate da un traffico
forte e pesante, nonché nell'incremento delle opportunità
dei processi di integrazione
già da tempo avviate in più
settori tra le due grandi vallate
vicentine e i principali centri
che le caratterizzano.
L. M.
11
personaggi
31 MARZO 2007
Ritratto dell'assessore lombardo di An nato a Vicenza. Famoso per essere contro gay, Islam, porno e immigrati
Prosperini, l'ultradestro berico-milanés
DI
ALESSIO MANNINO
"Via, foeùra di
ball! Fora da
bae!". Ah, quante
perle ci regalerebbe in dialetto
vicentino
quel
ruspante omone
alto un metro e 90, 140 di torace e 46 di piede, il "difensore
della fede, sradicatore di No
Global e condottiero del
Nord" Pier Gianni Prosperini,
se solo prendesse casa e voti
qui in Veneto invece di fare
l'assessore al turismo, allo
sport e ai giovani in
Lombardia. Medico, due lauree, sa il tedesco, il francese,
l'inglese, lo spagnolo, il milanese.
E
il
vicentino.
Formigoni, governatore forzista-democristiano, l'ha messo
lì per non scontentare le quasi
ventimila baionette, pardon
preferenze, conquistate dal
Prosperini, "l'anima vera e
profonda della destra", come
scrive il sito LaDestra.info.
Un lumbàrd tricolore
L'assessore che parla come
mangia, e quando parla tracima spesso in un lumbàrd da
far rimpiangere il Bossi dei bei
tempi, è in realtà un vicentino,
anche se solo all'anagrafe. Suo
nonno, l'avvocato Gianni - a
cui ha intitolato una onlus alla
memoria, il Centro Studi omonimo che pubblica opere di
storia e organizza gare di
bocce e tiri con pistole e fucili fu fascistissimo accademico olimpico, grecistalatinista insigne e presidente della Biblioteca
Bertoliana. Pier Gianni
nacque a Vicenza sessant'anni fa per poi trasferirsi nella nuova
patria lombarda. Per
carità, non gli si dica in
faccia una bestemmia
simile: per lui la Patria è
sempre e solo stata una,
quella italiana. Ecco
perché, dopo essere
stato nell'Msi per una
vita, saltato nei primi
anni '90 sul Carroccio in
ascesa, lo abbandonò
sentiti i ruggiti di Bossi
sul tricolore da bruciare
o da usare come carta
igienica. Insulti sacrileghi, per chi ha sul balcone di casa una bandiera italiana con "25
metri di tricolore: 10 di
bianco, 10 di verde e 5
di rosso, ché di più il
boscaiolo,
un
machete colombiano, un pugnale
nepalese) giunge a
rispolverare la tortura: "Ha visto il
fotomontaggio di
Benedetto XVI con
il dito alzato? Ci
provino con la faccia di Maometto se
hanno i coglioni,
garrotiamoli, ma
non con la garrota
di
Francisco
Franco.
Alla
maniera
degli
Apache: cinghia
bagnata
legata
stretta attorno al
cranio". Il giorno
dopo, un diluvio
In questa pagina la propaganda di Prosperini: di
polemiche.
un cavaliere d'altri tempi
L'opposizione
in
rosso non merita", come ha consiglio regionale ne chiede
detto a Stefano Lorenzetto del la testa, e il suo partito, An, è
Giornale.
costretto
a
sconfessarlo.
Garrota per i gay
Gianfranco Fini va giù duro:
Un inesauribile vulcano di "Prosperini si vergogni e si
verità destrorse che più dimetta. Di dirigenti come lui
destrorse non si può, il la destra italiana non sa che
Nostro. Come quella incrimi- farsene".
nata di recente contro i mani- Ma lui è fatto così. Mai ipocrifestanti gay, in cui l'amante di ta, mai misurato, sicuramente
armi
e
virtù
guerriere più onesto di molti dirigenti di
Prosperini (nel suo ufficio da un'An ormai berlusconizzata.
assessore fa sfoggio di due Basta cliccare su You Tube o
katane giapponesi, una spada visitare il suo sito personale
russa, quattro sciabole d'epo- per ammirare le sue perfoca, una mezza dozzina di col- mances oratorie che ogni settitelli a serramanico, una scure mana su tre emittenti locali
bipenne, due asce da lancio diverse rivelano al mondo il
dei Cherokee, una mannaia da Verbo prosperiniano. Cose
tipo "Questo sporcaccione maledetto,
questo qui andava
preso e bastonato
per una settimana
di fila… due pappine sulle faccia, ecco
il gesto che qualsiasi cattolico doveva
fare con uno così",
riferendosi sempre
al
manifestante
pro-Dico con in
mano l'irriverente
cartello
antiRatzinger.
Non
proprio quello che
si
dice
essere
rispettosi delle idee
altrui…
Contro burqa e
porno
Sui gay Prosperini
s'è scusato, sapendo di averla sparata troppo grossa.
Soprattutto per gli
standard di facciata
imposti dal mode-
ratissimo Fini a un partito in
cui le nere certezze del passato
trovano ancora irruenti portaparola proprio in tipi come lui.
Ecco una rassegna delle sue
raccolte-firme e proposte di
legge regionale: test della saliva nelle scuole per beccare
studenti inclini a canne e spinelli; chiusura dei centri islamici, tutti covi di terroristi;
istituzione di "task force di
vigili" per effettuare "controlli
capillari" contro l'esposizione
di materiale pornografico
nelle edicole; legittima difesa
contro ladri e delinquenti
"indipendentemente dai metodi, dalla condotta e dai mezzi
usati"; infine, l'indispensabile
legge per vietare il burqa,
notoriamente diffuso fra le
immigrate
musulmane
d'Italia.
NorDestra
Una destra vecchio stile, quella dell'assessore-boxeur (non
perdetevi il video in cui insegna con ironia machista a un
giovane presentatore televisivo i fondamentali del pugilato: "Lei è una larva mediterranea che cerca di scontrarsi con
l'orso del Klondike", cioè lui).
Una destra che, ebbe a spiegare una volta in tivù, sa bene
che in una società "materialista" come la nostra tutti sono
"tesi al lavoro" e per questo i
genitori "non ce la fanno a
seguire i giovani e i bambini",
facendoli così crescere senza
una formazione che solo la
famiglia può dare. E' il prezzo
del "progresso", d'altronde. Parole non
esattamente in linea
con l'abbraccio di An
alla filosofia del partito unico con Forza
Italia, tutta centrata
sui valori materialisti
dell'Occidente. Ma
Prosperini non è di
questa destra. E' di
una destra, dicevamo, vecchio stampo
("NorDestra", direbbe
lui).
Quella che gli fa dire,
incrociando nel cortile del suo assessorato
un parlamentare con
segretaria al fianco,
queste maschie e
romane parole: "saluti anche alla fighetta a
latere".
Chicche
"Possono rimanere in Italia solo
coloro che condividono i nostri
valori e osservano le nostre leggi.
Te se minga d'accord? Camel e
barcheta e te turnet a ca' ".
"L'omosessualità è una devianza. Quindi niente famiglia e
niente adozioni. Il gay dichiarato
non può essere né insegnante, né
militare, né istruttore sportivo".
Rivolgendosi a un somalo:
"Taccia lei con quei tratti somatici".
Perché ha fatto il medico? "Era
una professione che permetteva
scelte di vita indipendenti.
Volevo andare in Africa". A
curare i lebbrosi? "A curar i
lebrosi un casso! Semmai a fare il
capo di Stato. Laggiù valgono
ancora il valore, la forza, il
coraggio. In Italia se sei valoroso
non frega niente a nessuno, contano solo i ladri. Io dico che si
può uccidere, per difesa o per
vendetta, ma rubare no, non si
può".
"Le discoteche tengono aperto
fino alle 5 del mattino. Ma siamo
matti? È già tanto farle chiudere
alle 2. A quell'ora o dormi, o
trombi, o studi".
"Credo nel digiuno non otto ma
24 ore prima della comunione. Il
corpo e il sangue di Cristo l'è
minga il cappuccino al bar".
SUPPLEMENTO
DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Arrighetti & Andreotti,
vita da scavigliati
a pagina III
La stagione del Grissin Bon non è andata come si sperava. Le cause? Una lunga serie
di infortuni che ha condizionato il campionato di C della formazione scledense
Costretto agli straordinari
DI
Per le under asiaghesi
un campionato da incorniciare
a pagina V
Un vicentino negli States:
i laureati del basket universitario
a pagina VI
Anno 2 nr. 10 - Sabat0 31 marzo 2007 Supplemento al numero 52 del settimanale VicenzaPiù
TOMMASO QUAGGIO
La seconda stagione consecutiva del Grissin Bon nel
campionato nazionale di C1
maschile di basket sta per
finire e a tre giornate dal termine della regolar season il
suo futuro sportivo è ancora
incerto, nonostante le basi
che lo staff dirigenziale composto
dal
presidente
Alessandro De Guglielmi e
dal
direttore
generale
Gianni Rigon avevano
costruito. Nell'estate scorsa,
la dirigenza ha pensato di
rinnovare l'organico dei giocatori puntando su elementi
di collaudata esperienza che
potessero garantire un campionato all'insegna della
tranquillità e, a detta di tutti
gli addetti ai lavori, sulla
carta il Grissin Bon con i
nuovi acquisti poteva benissimo inserirsi nella fascia
alta del girone C. In panchina è stato confermato
Andrea
Santacatterina,
affiancato dall'ex giocatore
Andrea Miotti, mentre la
società ha preferito impegnare Omar Reginato (il
secondo della passata stagione) in un progetto che
potesse potenziare il settore
giovanile lavorando non
solo a Schio ma anche in
I tanti infortuni rendono incerto il futuro della Grissin Bon
tutto l'Alto vicentino. Sono
arrivati due centri: Ezio
Battistella, ex Benetton, ed
Eris Righetto, ex capitano
dell'A2 di Vicenza, e quattro
giocatori molto affidabili del
calibro di Bet, Brugnera e
Pigato e in regia la società si
è tutelata con l'esperto
Emanuele Alba; una garanzia assoluta che vanta 14 stagioni da semiprofessionista.
Sono rimasti, oltre ai tanti
giovani, Enrico Crosato e
Marco Zane.
Se le premesse per far bene
c'erano tutte, il responso del
campo è stato ben altro: una
prima parte tutto sommato
Padoin, Paonessa
e la magia di Wembley
a pagina VII
Eris Righetto, ex capitano dell´A2 di Vicenza, doveva dare una
mano ma varie contratture hanno compromesso la sua stagione
onorevole in cui il Grissin
Bon ha vinto 5 partite e una
seconda a dir poco disastrosa in cui è riuscito a chiudere in vantaggio in sole due
occasioni. I punti in classifica ora sono 14 e lo inseriscono al penultimo posto, in
piena zona retrocessione.
Dietro ai biancorossi di
Schio, che condivide la poltrona con Cernusco, c'è solo
il Garcia Moreno di
Arzignano. Le attenuanti da
metter in campo per cercare
di dare una spiegazione a
questa brutta situazione
sono numerose, ma su tutte
il Grissin Bon ha pagato
dazio per la serie impressionante d'infortuni subiti. Ben
tre
giocatori
hanno subito la
rottura del legamento crociato
del
ginocchio:
nell'ordine
C r o s a t o ,
Benvegnù
e
Brugnera (ancora
tutti in infermeria) e per gran
parte del campionato i vari acciacchi di Bet (dolori
alla
schiena),
Righetto (contratture di vario
genere), Pigato
(micro-fratture al
gomito) e la grave
distorsione alla
caviglia a Marco Zane, non
solo non hanno permesso al
tecnico
Andrea
Santcatterina di mettere in
campo la formazione migliore, ma ciò ha pregiudicato la
preparazione delle partite
ed il ritmo degli allenamenti
che in più occasioni hanno
visto la presenza di soli 7-8
giocatori. E' stata una stagione alquanto tribolata; ora è il
momento di reagire e di crederci, per non perdere a
Schio lo spettacolo di un
basket di buon livello che gli
sforzi dei dirigenti del
Grissin Bon con tanti sacrifici e dedizione vogliono
mantenere a tutti i costi.
31 MARZO 2007
II
Basket maschile C1. A tre incontri dal termine della stagione, l’obiettivo del Vicenza Basket Giovane è arrivare a 28 punti
Fedrigo pronto a calare un tris d'assi
DI
TOMMASO QUAGGIO
Vincere
un
derby non è mai
facile. Ma questo Vbg, sponsorizzato anche
dal nostro settimanale, dopo
essere scivolato sotto canestro contro Bisogne si rialza
e infila una bella vittoria
contro i cugini del Modern
Arzignano.
I vicentini hanno affermato
la loro superiorità al termine di un incontro che non
ha di certo brillato per il bel
gioco e che in generale non
ha visto prevalere nettamente una delle due compagini, anche se alla fine i
padrini di casa hanno meritato di vincere. Il match per
i biancorossi doveva essere
anche il momento per
riscattare la sconfitta dell'andata, e per continuare a
rincorrere un piccolo sogno
chiamato
playoff;
ma
soprattutto, visto che questo è l'obiettivo reale a cui
puntano mister Fedrigo e il
presidente Peloso, per conquistare la migliore posizione nella griglia dei playout.
All'andata era finita 53-51
per i grifoni, ma da allora la
stagione delle due formazioni ha preso strade diverse e i vicentini hanno confermato ancora una volta di
essere una delle squadre
Partita ad alta tensione (con vittoria finale) per il Vbg
più in forma in questo
periodo. Ora inizia il vero e
proprio conto alla rovescia
visto che alle fine del campionato mancano solo tre
partite. Il prossimo incontro
fuori casa, sabato 31 marzo
alle ore 21.00 contro il
Basket Gallarate, già battuto all'andata per 70-59, non
sarà di certo facile, considerato che gli avversari sono a
stretto contatto in classifica
con i berici a quota 22.
Come è stato vissuto il
derby contro Arzignano?
"È stato un incontro difficile
- spiega il tecnico vicentino
Cristian Fedrigo -. Non è
stata certamente una bella
partita da vedere ma come
tutti le partite dove si scontrano due formazioni geograficamente vicine la tensione era alta. I nostri
avversari, poi, in virtù della
Campionati provinciali, le partite della prossima settimana
Promozione maschile
-Montebello Basket - Pall. Breganze,
30/03/2007 21:00, Palesta Piazza Del Donatore Montebello Vicentino (VI)
-Pall. Araceli Vicenza - Zurlo S.R.L.,
30/03/2007 21:00, Palestra Scuole Medie Lora
Via Mainardi, 14 - Vicenza
-Primultini Basket - U.S. Angarano, 30/03/2007
21:00, Palestra Via Marconi - Marano Vicentino
(VI)
-Basket Malo - Pall. Bolzano Vicentino,
30/03/2007 21:00, Palestra Comunale Via
Deledda - Malo (VI)
-Asd Basket San Giuseppe - Pall. Altavilla,
30/03/2007 21:00, Palestra S.E.' C.Colombo' Via
Colombo,42vill.sole - Vicenza (VI)
-Pol. Aurora 76 - A.Dil. Summano Basket,
30/03/2007 21:00, Palestra Scuole M. Ferrovieri
Via F. Baracca - Vicenza
Prima divisione maschile, girone A
-Pall. Asiago - Albergo Giulieta Romeo,
28/03/2007 21:00, Palestra comunale Via
Cinque - Asiago (VI)
-Pol. Fulgor Thiene - Pol. Sovizzo, 29/03/2007
21:15, Palestra Santa Maria Maddalena - Thiene
(VI)
-Basket S. Nazario - Trissinooro, 28/03/2007
21:00, Palestra Via Papa Giovanni - Solagna (VI)
-Basket Arzignano - A.D.7 Mulini Basket,
26/03/2007 21:00, PalestraScuola Media
Motterle Via 4 Martiri - Arzignano (VI)
-Gobbo Impresa Edile - Pol. Jonathan,
28/03/2007 21:15, Palasport Via S. Giovanni Lonigo (VI)
-New Basket Povolaro - G. S. Isola 91 Basket,
27/03/2007 21:15,
Palazzetto
di
Povolaro Via Del Redentore - Povolaro di
Dueville (VI)
Seconda divisione maschile, girone A
-Ad. Scuolabasket Noventa - Pol. Jonathan,
29/03/2007 21:30, Palestra Via Cero - Noventa
Vicentina (VI)
-A.S.D. Rooster - Pall. Araceli Vicenza,
29/03/2007 21:00, Pal. Scuole Medie Bortolan
Via Piovene - Bertesinella - VICENZA (VI)
-G.S. Isola 91 Basket - Pgs Concordia Schio,
29/03/2007 20:30, Palestra Scuole Medie Via A.
Moro - Isola Vicentina (VI)
loro posizione in classifica,
dovevano vincere a tutti i
costi per conquistare punti
preziosi. Alla fine siamo
riusciti ad imporci e a conquistare un'ottima vittoria".
Tre gare al termine della
stagione, la matematica
non vi da ancora esclusi
dalla zona dei playoff.
"Dobbiamo rimanere con i
piedi per terra. Il nostro
obiettivo, a questo punto, è
quello di arrivare a 28
punti, due in più rispetto a
quelli delle scorso anno.
Questo significa vincere le
partite che rimangono. Poi
se centrando questo risulta-
to arriveranno anche i playoff non possiamo che
esserne
contenti. Ma di
sicuro per noi è prioritario
conquistare una buona zona
per i playout".
Il prossimo incontro fuori
casa sarà proprio con una
diretta avversaria.
"Siamo tutti e due agganciati al decimo posto. I giocatori sono tutti disponibili,
solo Acco soffre ancora per
il risentimento muscolare. Il
nostro obiettivo ormai è
chiaro".
Nel campionato under 19
femminile il Cps Vbg è tornato da Venezia con una
sconfitta
preannunciata
dopo la gara di andata dei
quarti di finale regionale.
Una qualificazione che, di
per sé, è comunque già una
vittoria per le giovani
vicentine, che schierano
una formazione composta
da giocatrici nate in gran
parte nel 1990-1991. Il risultato tra le biancorosse e il
Reyer, è scontato fin dall'avvio, ma le vicentine non
si sono fatte intimorire. Con
una buona difesa e con
pazienza in attacco hanno
dimostrato tenacia e caparbietà, restando concentrate
senza mollare anche se le
differenza era visibile, un
atteggiamento
di
buon
auspicio per i futuri impegni. Per l'under 16 open ,
infine, l'ultima partita contro la Benetton ha dimostrato che, nonostante la sconfitta, la squadra è in grado
di mettere in difficoltà
anche avversari ben più
blasonati.
L'under 19 femminile. La sconfitta era prevista ma con caparbietà
hanno dato filo da torcere alle avversarie
31 MARZO 2007
III
Doppio infortunio alla caviglia per la centrale e lo schiacciatore biancorossi
Piske e Paolino
vita da Scavigliati
DI
PAOLO MUTTERLE
Rompersi
una
gamba col volley è
come avere un
infarto
a
Disneyland,
ha
detto una volta l'indimenticato Beppe
Viola, il giornalista
che trasformò lo sport in cabaret,
prima di scomparire improvvisamente all'età di 43 anni. Era il
1982. Fosse ancora al mondo,
farebbe meglio a non raccontare la
sua battuta a Piske Arrighetti e
Paolo Andreotti, che in questo
particolare momento non sarebbero probabilmente in grado di
apprezzarne il contenuto umoristico. Per carità, non è successo
nulla di così tragico, ma di certo lo
scorso fine settimana è stato all'insegna della malasorte più nera
per il Vicenza Volley. Tra venerdì
e domenica sera, il taraflex del
PalaCia ha visto accasciarsi due
biancorossi, portati poi fuori dal
campo a braccia. Giusto la settimana scorsa Fisiolo Rizzetto
aveva raccontato sulle nostre
pagine le problematiche che
affliggono muscoli e articolazioni
dei pallavolisti… Pura coincidenza? Al di là di ogni spiegazione
scientifica e di qualsiasi dissertazione anatomica, per le quali vi
rimandiamo all'ultimo numero di
VicenzaPiù, a colpire a poche ore
di distanza la centrale della
Minetti Infoplus e lo schiacciatore
Arrighetti e Andreotti al PalaCia:
acciaccati ma non abbattuti
della Palladiogroup.it è stata la
sf...ortuna. A pagarne le conseguenze è stata anche la preparazione delle ragazze di Manù
Benelli, e meno male che c'è da
poco a disposizione un'altra giocatrice di posto tre, Manuela
Caponi. Per i boys di Fangareggi
la "sciagura" è avvenuta nel corso
del primo set con Forlì, costringendo il tecnico biancorosso a
sostituire il martello toscano con
l'altro giovanissimo Michele
Pranovi
Qui Piske.
"Che io ricordi, questo è stato il
mio infortunio più doloroso. Altre
volte mi sono scavigliata, ma mai
ero stata così gonfia". È pas- corsa all'ospedale, dove per fortusato qualche giorno, ma na gli esami hanno escluso ogni
effettivamente la caviglia possibilità di frattura. Anzi, la
sinistra è ancora ingrossata buona notizia è che domenica il
in maniera evidente. Tolta la campionato è fermo causa Final
fasciatura l'edema è ben visi- Four di Coppa Italia, e Piske
bile, ma non impedisce alla potrebbe tornare in campo sabato
centrale genovese di muo- 7 aprile contro Santeramo, senza
vere l'arto e di effettuare perdersi nemmeno un turno.
qualche esercizio in palestra, Qui Paolo.
senza per il momento carica- Distorsione alla caviglia sinistra.
re il peso sulla caviglia infor- La diagnosi è la stessa per Paolo
tunata. Ma il segnale più in Andreotti, classe 1988, schiacciavista dell'incidente occorso a tore - ricevitore da Santa Croce
Piske è la sua auto parcheg- sull'Arno. "Spero di tornare in
giata da quasi una settimana campo sabato con Monselice, so
fuori dal PalaCia, con la che sarà dura ma farò di tutto per
sciarpa del Genoa ben in esserci. Di sicuro fino a venerdì
vista a rivelarne la proprietà. non salto, al massimo faccio qualGuidare al momento è che esercizio per accelerare il recuimpossibile, e anche per pero". A differenza di Arrighetti, il
camminare occorrono le pisano non si fa tanti problemi a
stampelle. Per fortuna per il
tragitto casa-palazzetto-casa c'è
qualche compagna, qualcuno
dello staff o addirittura Manù
Benelli in persona a offrirle un
passaggio. Perché anche senza
poter dare il suo contributo in
campo, di allenamenti Valentina
non se ne perde uno ("Sono di un
felice di star fuori, guarda…").
Meglio non chiederle niente sull'infortunio, c'è il rischio di prendersi una stampella in testa. La
dinamica comunque è presto
spiegata: un attacco come tanti
altri in allenamento, l'invasione e
la caduta sul piede di una compagna di squadra a causare la con- Piske potrebbe tornare in campo
torsione. Poi le urla di dolore e la sabato 7 aprile, senza perdere turni
Rugby. A tu per tu con Davide Pellizzari, capitano dei Rangers Vicenza
raccontare lo sfortunato episodio
che per qualche secondo ha
ammutolito il pubblico del palazzetto, prima che il silenzio si sciogliesse in un toccante applauso:
"Ho fatto tutto da solo, ho saltato e
sono atterrato male, succede,
anche se è la prima volta che mi
infortunio seriamente alla caviglia… mi era già capitato qualche
anno fa di stare fermo per tre mesi
per uno strappo inguinale; questa
volta lo stop non sarà così lungo,
ma il dolore è stato più forte…
Quasi come quello di dover star
fuori a guardare gli allenamenti,
per me che sono abituato a non
saltarne uno è una sofferenza
enorme". Paolo in campo non è
uno che si risparmia; se potesse
giocare con le stampelle, probabilmente lo farebbe. Sabato pomeriggio, poi, la partita è di quelle
che vale una stagione: alle 17 la
sua Palladiogroup.it Vicenza
(penultima)
affronta
la
Cementeria di Monselice (ultima)
nella palestra di Tribano. Forse
l'ultima occasione per continuare
a inseguire la salvezza, (che oggi si
trova a otto punti, a cinque giornate dal termine del girone), o
almeno il quartultimo posto che
servirebbe per chiudere dignitosamente la stagione e sperare poi
in un ripescaggio. Ma a Piske cosa
dirai quando la vedi? "Mah, non
lo so… probabilmente ci consoliamo a vicenda…". Dopo la disgrazia, il miracolo: pisani e genovesi
possono andare d'accordo.
Quelli che... il capitano se lo votano
DI
FRANCESCO BIANCHI
La conclusione del
Torneo Sei Nazioni
2007 segna la ripresa dei vari campionati italiani e anche
i Rangers sono
pronti a tornare in
campo per le ultime cinque gare del Campionato di
Serie C. Gli atleti biancorossi
hanno seguito le imprese del celebre torneo internazionale e qualcuno ha pure fantasticato di trovarsi
protagonista di sfide così prestigiose, ma ora è tempo di tornare
con i piedi per terra e spingere in
mischia. Ne parliamo con Davide
Pelizzari, flanker e capitano del
First XV del Rangers Rugby
Vicenza.
Davide, in prima squadra non
giocano professionisti, tutti gli
atleti hanno un'attività lavorativa
diversa dal rugby. Quanti anni
hai e cosa fai nella vita?
Ho 23 anni e lavoro in un negozio
di abbigliamento a Vicenza.
Quando hai iniziato a giocare a
rugby e come sei arrivato a questo
sport?
Ho giocato a calcio fino alla categoria juniores, dove ho avuto delle
divergenze con l'allenatore circa la
mia velocità massima. Ero così
deluso da abbandonare lo sport,
ma poi ho incontrato il rugby.
Inutile sottolineare il mio rammarico per non aver litigato prima.
In che posizione giochi e cosa
prevede il tuo ruolo?
Gioco in mischia come terza linea
ala e ho ampia libertà di movimento, con numerose occasioni di
gestire l'ovale. Con il mio gemello
di ruolo cerchiamo di mantenere i
collegamenti fra i "trequarti" e gli
"avanti".
Questo è il primo anno da capitano, nonostante la giovane età.
Come si diventa capitani di una
squadra di rugby? C'è una votazione, vero?
Sì, la votazione è stata emozionante, inaspettata. Siamo un gruppo
giovane, con l'età media più bassa
del campionato, pieno di sogni e
ambizioni. I ragazzi hanno scelto
me perché li rappresento bene.
Come capitano sono convinto che
i fatti valgano più delle parole,
bisogna essere "leading by example".
Quali responsabilità ha un capitano?
Prima di tutto bisogna smettere di
pensare solo a se stessi e cominciare a seguire tutti i compagni per
capire quando sono in difficoltà,
sia in campo che fuori. Devo ringraziare anche la vecchia guardia,
perché mi sta aiutando tantissimo
in questo senso. Come sta andando il campionato dei seniores?
Abbiamo avuto un andamento
molto irregolare. D'altra parte,
stiamo vivendo un momento delicato, sia per il ricambio generazionale che per la questione del
campo da gioco.
31 MARZO 2007
IV
La società. Grazie al lavoro con le scuole, la squadra punta in alto
La Pallavolo Caldogno sogna
una nuova promozione
Investire sulla promozione della pallavolo: questa la filosofia che
anima l'Associazione sportiva
Pallavolo Caldogno, che dalla
teoria è presto passata ai fatti.
Da una decina di anni a questa
parte, la società calidonense, ha
aderito al "Progetto Sport a scuola". L'Amministrazione locale, in
collaborazione con l'Istituto comprensivo statale di Caldogno e
con la partecipazione della scuola d'infanzia sostiene questo progetto che si propone di promuovere lo sport e il movimento
attraverso l'organizzazione di
alcuni corsi, completamente gratutiti, per tutti gli alunni residenti nel comune in età compresa fra
i 5 ed i 13 anni. Tra le attività proposte, ovviamente, non poteva
mancare il volley. Così come non
poteva mancare all'appuntamento con questo importante proget-
to educativo la Pallavolo
Caldogno che ha sempre messo a
disposizione i suoi allenatori per
coordinare, in collaborazione con
gli insegnanti di educazione
motoria, le attività dedicate ai
giovani delle elementari e delle
scuole medie.
"Crediamo molto in questa iniziativa - spiega Luigi Pozzato,
vicepresidente della società sportiva -, perché in questo modo si
può dare un impulso concreto
alla promozione della cultura
sportiva, avvicinando alla pallavolo le giovani generazioni".
Parole che giungono da un dirigente che ha fatto della passione
per la pallavolo un impegno ventennale, nato ai tempi i cui seguiva le partite della figlia, e proseguito da allora con immutato
entusiasmo.
L'Associazione
Sportiva Pallavolo Caldogno,
malgrado lamenti le tipiche
problematiche logistiche e
organizzative che si riscontrano nelle società di piccola
dimensione, può ben dirsi
soddisfatta di quanto ha raccolto nel corso di quasi 30
anni di storia. Gli atleti tesserati sono circa una novantina, suddivisi tra una 1° e
una 3° divisione, le squadre
dell'Under 16, Under 14 e
Under 12, più una ventina di
bambini impegnati nel minivolley e giocovolley. "In due
anni abbiamo conquistato
due importanti promozioni
con la prima squadra fem- Dopo due promozioni consecutive, la Pallavolo Caldogno adesso gioca in
minile - spiega soddisfatto prima divisione
il vicepresidente -, vincendo i campionati di 3° e 2° divisio- ma costruzione del nuovo ancora più ambiziose, e si guarda
dello
Sport
a già alla possibilità, entro qualche
ne, con l'ultima promozione nella Palazzetto
massima serie provinciale, la 1° Caldogno, le aspettative e le spe- anno, di militare nei campionati
divisione". In vista della prossi- ranze per questa società si fanno regionali.
Calendari Fipav, le partite della settimana
Prima divisione Femminile Girone 1
04/04/07 21.00
Riviera Volley - Fadò,
Palasport Barbarano Vicentino
05/04/07 20.30 Asd Pol. Brendola - Pallavolo
Longare, S.E. S.M. Bertilla, Brendola
03/04/07 20.30 Carmet Schio Volley - U.S.
Angarano Azzurra, Liceo Tron Schio Vi
05/04/07 20.30 Marzotto Sporting - Laserjet
Orgiano, Dams "Marzotto" Valdagno Vi
04/04/07 20.30 Banca C.C. Campiglia - As
Pallavolo Caldogno, Comunale Campiglia Dei
Berici
Classifica: Riviera Volley 49 Marzotto
Sporting 45 Fado' 40 As Pallavolo Caldogno 34
Banca C.C. Campiglia 29 Laserjet Orgiano 29
Asd Pol. Brendola 26 u.s. Angarano Azzurra 23
Carmet Schio Volley 18 Volley Cartigliano 10
Flanet 10 Pallavolo Longare 5.
Prima divisione Femminile Girone 2
05/04/07 20.00 Mobilfer Noventa - U.s.
Costabissara, Palasport Noventa Vicentina
04/04/07 20.30 Pall. Bassano - Asd Fulgor
Thiene, Palestra "Einaudi" Campo 1 Bassano
Del Grappa
04/04/07 20.30 Camec - Pall. Arzignano,
Comunale Rossano Veneto
Classifica: U.s. Costabissara 45 Pgs novale 39
Pall. Arzignano 37 Fulgor Thiene 35 Mobilfer
Noventa 34
Pall. Bassano Asd 31 U.S.
Summano 31 Rollmac Pall. Trissino 25 Camec
18 Asd Grumolo Sporting Alto Vicentino 13
Ecoaria 3.
Prima divisione Maschile Girone Unico
04/04/07 21.00
Fulgor Thiene - R & C
Scientifica Castellana, Patronato "S. Gaetano"
Thiene
04/04/07 20.30 Pallavolo Longare Volley
Solagna, Palasport Longare
07/04/07 20.30 Arreda In Legno - Volley
Cartigliano, S.E. "Ghirotti" Creazzo
04/04/07 20.30 Torrebelvolley - Volleyoung,
S.M.. "Carducci" Torrebelvicino
Classifica: R & C Scientifica Castellana 52
Torrebelvolley 37 Fulgor Thiene 36 Pallavolo
Longare 36 Volley Cartigliano 31 Zaitex
Povolaro 29 Bioton P.g.s. Schio 27 Arreda In
Legno 25 Volleyoung 25 Psf Volley 13 Finplast
9 Volley Solagna 4.
Seconda divisione Femminile Girone 1
05/04/07
20.30
Volley
Sottoriva
Castelgomberto, Com. "De Marchi" - Campo 2
Marano Vicentino
Classifica: Yellow Wolley 42 Castelgomberto
42 Pol. Cogollo 36 Volley Sottoriva 31 Villaverla
-Santo 29 Marzotto Sporting 21 San Vito Volley
19 Pallavolo Malo 18 16 Pgs Novale 17 Fulgor
Thiene 11 17 Pall. Arzignano 1
Seconda divisione Femminile Girone 2
03/04/07 20.00 Us Astico - Fides Pallavolo,
Palasport Lugo Di Vicenza
Classifica: Riva Pallavolo 50 Il Grifone Volley
41 Marchioro Sovizzo 37 Chimica Ecologica
Vicenza 36 Us Astico 24 Romec San Vitale 23
Asd Grumolo 20 Pallavolo Longare 17 18 Volley
Sandrigo 15 Fides Pallavolo 6 Uv Montecchio
Maggiore 4
Seconda divisione Femminile Girone 3
04/04/07 20.30 Off. Mecc. Zoppelletto - Volley
Cassola, Comunale Valmarana, Altavilla
Vicentina
Classifica: Off. Mecc. Zoppelletto 47 Volley
Towers 37 Asd Santa Croce 36 Volley Cassola
34 Menotti Specchia 32 Prix Volley Cesuna 22
Usd Altair 22 Pall. Belvedere 17 Gs Pall. S.
Nazario 8 Volley Cartigliano 7 Acs Monticello 5
Seconda divisione Maschile
05/04/07 20.30
Torrebelvolley - Volley
Bassano, S.M.. "Carducci"
Classifica: Asd Santa Croce 41 Nanto Volley 37
Volley Bassano 35 Volley Ardens 33 Volley
Sottoriva 29 Samia Schio Sport 23 Usd Altair
23 Torrebelvolley 15 Fulgor Thiene 14 Volley
San Marco 12 U.s. Castello 2
Terza divisione Femminile Girone Unico
05/04/07 21.00 Castellana S.Pietro - Alimentas
Lonigo, S.M. "Marco Polo" Alte Ceccato
Montecchio M.re
03/04/07 20.30 Sartorello - Volley Nove, S.E.
"Colombo" Vicenza
04/04/07 21.00 Gnr San Vitale - Riviera Volley
Patr. "S.Antonio" San Vitale - Montecchio M.re
04/04/07 21.15 Volley Ardens - A.s.d. SANTA
CROCE, S.M. "Zanella" Bolzano Vicentino
06/04/07 20.30 Robur Thiene - G.s.d. POZZO,
Com. "M.Ausiliatrice" Conca - Thiene 05/04/07
21.00 Volley San Marco - Villaverla Santo S.E.
"A. Sandri" Gambellara
Classifica: Castellana S.Pietro 50 Sartorello
39 Volley Ardens 37 Volley Nove 31 Sportland
Creazzo 29 Asd Santa Croce 28 Robur Thiene
27 Gnr San Vitale 26 Riviera Volley 20
Alimentas Lonigo 20 Villaverla - Santo 15 Gsd
Pozzo 14 Volley San Marco 0
Terza divisione Maschile Girone Unico
05/04/07 21.00 Artifer Zanè - Crespadoro
Volley, Palasport - Campo 2 Zanè
03/04/07 20.40 Arreda In Legno Srl - Pgs
Novale, S.M. "Manzoni" Creazzo
Classifica: A.D.Pol. Cornedo 37 Pgs Novale 34
Arreda In Legno Srl 33 Pgs Cesuna c. Pennar 24
Crespadoro Volley 24 Volley Rosa' 14 14
Dueville Volley 14 Ardens Autoservizi Barbiero
10 Usd Altair 10 Artifer Zane' 1
31 MARZO 2007
V
Hockey ghiaccio. Stagione superba per le due formazioni giovanili dell'Asiago
Under 16 e under 10
Una stagione da campioni
pareggio con l'Asiago: questi
risultati sono valsi ai giocatori
Gardenesi anche la miglior
difesa (solo 45 reti subite) ed il
miglior attacco (ben 140 reti
segnate). Come ampiamente
pronosticabile,l'Asiago ed il
Gardena hanno conquistato
sul campo la qualificazione
alla finalissima: la cosa positiva è che, malgrado il risultato
finale, entrambe le compagini
competeranno, nel corso della
prossima stagione, nel campionato di prima divisione.
Tornando alla serie finale c'è
da dire che tutti si sarebbero
aspettati una serie equilibrata
e combattuta al tempo stesso
che sicuramente si sarebbe
chiusa a gara 3 con il fattore
campo (a favore del Gardena
in quanto meglio classificato
al termine della regular season) a fare la differenza. Come
tutti ormai sappiamo, non è
andata cosi: l'Asiago ha
conquistato 'mezza vittoChe ci fossero i presupposti
ria' battendo i rivali
per una positiva stagione delGardenesi per 4 a 2 a casa
l'under 16 era evidente già da
loro mentre la vittoria
inizio campionato, ma che si
finale è arrivata all'Odegar
arrivasse alla vittoria con cosi
per gara 2 con l'Asiago
tanta facilità, probabilmente
vincente addirittura con il
ha sorpreso tutti.
risultato di 8 a 2 per la
Le cose si erano messe bene
gioia di tifosi e genitori.
fin dal principio grazie ad un
I giocatori 'campioni'
girone di andata pressoché
sono: Alessandro Tura,
perfetto (8 vittorie, un paregEdoardo
Mantovani,
gio con il Trento ed una sconNicola
Basso,
Enrico
fitta per 7 a 4 contro il
Miglioranzi,
Stefano
Gardena) a cui è seguito, però,
Basso, Filippo Rigoni,
Per la formazione under 16 dell'Asiago il campionato è stato un successo
una seconda parte di campioEnrico Pesavento, Mirko
nato leggermente peggiore (6
Presti, Andrea Rigoni, Matteo merito del successo finale segnate contro 13 reti subite.
vittorie, un pareggio con il
Segafredo, Jacopo Rizzotto, mentre nel ruolo di accompa- I ragazzi che hanno vinto il
Gardena e sconfitte con
Fabio Lievore, Marco Frigo, gnatori si sono alternati campionato Veneto sono
Valpellice, Fassa e Cortina).
Michele
Stevan,
Alberto Riccardo Basso e Sandro Riccardo Cunico, Alexander
I veri mattatori della prima
Benso, Omar Valente, Mattia Basso.
Shanti,
Massimiliano
fase, sono stati i giocatori del
Battello e capitan Mattia
Stessa sorte, anche se in un Apolloni, Michele Basso,
Gardena che, su quaranta
Sostizzo. La guida tecnica è palcoscenico differente, è Enrico Cortese, Nicola Costa,
incontri totali, hanno colleziostata affidata allo sloveno spettata all'under 10 che ha Mattia Olivetto, Marco Stella,
nato 39 vittorie ed il solo
Frank Zbontar a cui va grande conquistato il successo nel Andrea Stona, Tommaso
primo campionato Veneto: Topatigh,
Andrea
Tura,
infatti, quello che si è disputa- Davide Dal Sasso, Pesavento
Hockey in line
to quest'anno, è il primo cam- Michele, Luca Stevan, Andrea
pionato a tutto campo ufficia- Spiller,
Gregorio
Gios,
le organizzato per i ragazzi di Pierpaolo Tura e Francesco
di forza, l'esperto capitano Tessari e gli ex
questa divisione che, fino allo Forte. La guida tecnica è stata
DI SABRINA NICOLI
Milano 17 Rams, Zagni e Zorzet".
scorso anno, era stati solo pro- affidata ad Andrei Vidmer
Iniziano sabato 31 alle 19.00 I biancorossi, in queste settimane, hanno lavotagonisti di tornei 'promozio- mentre il ruolo di accompamarzo i play off scudetto, che rato duramente per arrivare pronti alla prima
nali' della durata di qualche gnatore è stato ricoperto da
vedono impegnati i Caoduro sfida, disputando anche, la scorsa settimana,
ora. Il campionato, composto Renato Stona.
Diavoli Vicenza in trasferta con- un'amichevole contro i cugini dell'Asiago
da un'andata e ritorno, è ini- Il prossimo impegno dell'untro Milano 24. A Milano, i bian- Vipers, persa di misura per 5-4. "Ci stiamo
ziato il 6 Gennaio mentre si è der 10 è previsto per domenicorossi non troveranno vita faci- allenando molto intensamente per essere preconcluso il 17 Marzo con un ca 1 Aprile alle 9.00 stadio di
le, dal momento che gli avversa- parati all'appuntamento - prosegue Bellinaso esito inequivocabile: l'Asiago Asiago l'Odegar si terrà il
ri sono molto forti sulla pista di casa e hanno . Abbiamo intensificato gli allenamenti e ripreera nettamente superiore alle secondo 'Trofeo città di
messo in difficoltà tutti gli avversari.
so la preparazione atletica, stiamo miglioranaltre squadre e lo dimostra Asiago'. Le formazioni sono
Milano 24 è stato promosso nella massima do anche l'affinità tattica con i nuovi acquisti e
con i numeri; sei vittorie su Asiago, Trento, Bolzano,
serie lo scorso anno, ma è una società dal pas- studiando un metodo di gioco più accorto
altrettanti incontri, 78 reti Pergine e Lubiana.
sato glorioso, che vanta un titolo italiano e una perché nei play off non si può sbagliare.
Coppa Italia, oltre a numerosi successi in tor- Rigoni, Stevanoni e Ciresa, che già hanno fatto
nei di livello. Per i ragazzi guidati da mister sentire il loro peso nelle ultime due gare della
Corso, quindi, sarà un impegno difficile da regular season, ci saranno, mentre Max
affrontare con la masAnsoldi non è ancora
sima concentrazione e
disponibile impegnato
determinazione, concol Merano sul ghiactando sul fattore
cio".
campo a favore, visto
Per i play off l'auspicio
che gara due e l'evendei Diavoli è di arrivare
tuale gara tre verranalla semifinale per
no
giocate
al
incontrare i cugini
Pattinodromo
di
dell'Asiago
Vipers,
Vicenza. "Dovremo
come hanno dichiarato
giocare al meglio e
sia capitan Bellinaso
sfruttare il fattore
che Fabio Rigoni.
campo a favore "Noi speriamo di pasdichiara il capitano
sare il turno, anche se
dei Diavoli, Andrea
non sarà semplice Bellinaso - Sappiamo
conclude Bellinaso che non sarà facile, ma
Certo una seminifinale
ce la metteremo tutta, Fabio Rigoni e gli altri Diavoli sperano di
con le "Vipere" asiaghetenendo d'occhio in arrivare in semifinale per incontrare i cugini si sarebbe un bel risulparticolare i loro punti dell´Asiago Vipers
tato".
DI
MICHELE BERARDI
Diavoli, playoff al via: prima tappa Milano
VI
31 MARZO 2007
Un vicentino negli States. Nello "Sweet 16" si affrontano le migliori formazioni dei college Usa
March Madness, magie del basket universitario
DI
GIAN MARIA GASPARRI
Cari lettori, nella rubrica di
questa settimana non posso che
parlare di Basket a "stelle e strisce", visto che nel mese di
Marzo si sono sfidati in gare ad
eliminazione diretta i team
delle varie Università in un torneo che culmina con le "Final
Four" che si stanno disputando
proprio in questi giorni. Il
"March Madness" ( così viene
chiamato questo avvenimento
in America) viene seguito da
migliaia di persone che prendono letteralmente d'assalto pub e
luoghi pubblici per vedere le
partite. Giovani e meno giovani
tifano davanti ai teleschermi
indossando con orgoglio t-shirt
o cappellini con il logo della
propria
Università.
Immaginate di vedere il Bar
Sport delle Maddalene piuttosto che quello di San Bortolo
con ragazzi o signori vestiti con
le maglie dell'Università di
Padova
piuttosto
che
dell'Università di Venezia.
Al momento in cui vi scrivo
West Division: prevedo
una finale tra Kansas e
UCLA
(la
famosa
Università
di
Los
Angeles) , con i Bruins di
L.A. favoriti per staccare il
biglietto per le "Final
Four": scusate il campanilismo ma vivendo a Los
Angeles ho potuto visitare
l'Ateneo di UCLA un vero
e proprio gioiello..
South Division: la mia
finale è Menphis contro
Ohio State, con quest'ultimi favoriti .
East Division: qui dovrei
partire dalle semifinali
visto che c'è un'interessante North Carolina (ateneo
Un giovanissimo Michael Jordan con
di "sua maestà" Michael
la maglia dell'Università di North
Jordan)
contro
USC
Carolina. Anche MJ si è messo in luce
(University
of
South
nel March Madness
California). Immaginare
siamo arrivati alla "sweet 16", o due Atenei di Los Angeles nelle
meglio sono rimaste in gioco le prime quattro sarebbe follia
migliori sedici formazioni del pura, oltre che costarmi una
Paese. Volete un pronostico? fortuna in spedizioni di gadget,
Così verrò pubblicamente deri- visto che tutti i miei amici
so nella prossima rubrica? "baskettari" vorrebbero sicuraEccovi servite le mie favorite.
mente qualche cimelio in ricor-
do! Ma se devo essere obbiettivo il mio pronostico va a favore
di North Carolina
Midwest Division: vedo un
duello tra Florida, squadra pilotata da Joakim Noah figlio d'arte del mitico tennista Yannick
Noah, e UNLV (University of
Nevada, Las Vegas) vera e
propria rivelazione del torneo
nonché mia squadra preferita
visto che ho potuto "vivere"
l'Ateneo dei ""Rebels" grazie al
mio caro amico Sam Shweisky,
assistant coach del team femminile di Volley di UNLV.
Piccola postilla, spero nelle
prossime puntate di avere il
tempo di descrivervi
l'incredibile organizzazione di queste
Università che, con le
loro squadre, non
hanno nulla da invidiare a molti Club
professionistici
Europei.
Ricapitolando con un
po' di immaginazione
e con un pizzico di
razionalità questo è il
mio quadro finale
delle quattro invitate
al ballo finale ad
Atlanta: UCLA, North
Carolina , Ohio State e
UNLV. Per notizie o
curiosità potete scriIl nostro inviato Gian Maria Gasparri nella
a
sala pesi dell'Università di Las Vegas, dove si vermi
allena la squadra rivelazione dello Sweet 16
[email protected]
31 MARZO 2007
VII
I due biancorossi Padoin e Paonessa hanno inaugurato il nuovo stadio londinese. "Che emozioni, tutto un altro clima"
Wembley, ed è subito calcio
DI FRANCESCO CAVALLARO
Se passate in treno
sulla tratta San
Benedetto
del
Tronto - Ascoli
Piceno dopo qualche minuto dalla
partenza vi sorprenderà un'insegna grande così.
"Tempio del tifo" è lo slogan scritto a caratteri cubitali all'esterno
della curva nord dello stadio
"Riviera delle Palme", tana della
Samb. Con tutto il rispetto, gli
ultras rossoblù non ci hanno
azzeccato per niente; il vero tempio del tifo, addirittura del calcio,
si trova qualche migliaio di chilometri più a nord, a Londra: è il
"Wembley stadium", il "mitico
Wembley" per noi italiani. Lo storico impianto è stato inaugurato
nel 1924 e demolito nel 2003;
sulle sue ceneri è rinato il nuovo
Wembley, battezzato lo scorso 24
marzo in occasione dell'amichevole under 21 Inghilterra-Italia
(un divertentissimo 3-3, con tripletta di Pazzini).
Uno stadio che mette i brividi
solo a guardarlo. Ebbene, i
"vicentini" Simone Padoin e
Gabriele Paonessa hanno avuto
la fortuna di calcare il terreno del
Wembley con la maglia della
L'U21 italiana in capo: "Uno stadio che mette i brividi" dicono i
giocatori
Nazionale: il primo ha giocato da
titolare, mentre il trequartista si è
dovuto "accontentare" della panchina. Ma entrambi hanno
comunque vissuto un pomeriggio di fortissime emozioni. "E'
stato un onore inaugurare il
nuovo Wembley con l'under 21 commenta Simone Padoin -; non
avevo mai giocato in uno stadio
così grande, con 60mila spettatori a fare da cornice. Ricordo con
grandissimo piacere il momento
degli inni nazionali: durante quegli attimi mi è venuta la pelle
d'oca. Anche se siamo concentrati sulla partita noi giocatori non
possiamo rimanere indifferenti a
ciò che accade sugli spalti. E quel
sabato per noi erano solo applausi; ho notato che c'erano famiglie
felici sedute in tribuna: è un'immagine che vorrei vedere più
spesso anche nei nostri impianti.
Purtroppo sappiamo come gira
da noi; la speranza è che un giorno anche in Italia la partita diventi solo ed esclusivamente un
motivo per far festa, indipendentemente dal risultato della propria squadra del cuore. Prima di
entrare in campo il mister, forse
con un po' di invidia, ci ha detto
di divertirci. D'altronde non capi-
ta tutti i giorni di giocare in uno
stadio così spettacolare; tanto
valeva scendere sul terreno di
gioco sereni, solo con la voglia di
far bene. La maglia azzurra mi ha
dato una carica particolare,
soprattutto in virtù della vittoria
conquistata a Germania 2006;
anche noi dell'under 21 siamo
rimasti contagiati dalla gioia del
successo mondiale: sì, aumentano le responsabilità. Meglio così".
Gabriele Paonessa, 20 anni il
prossimo 18 aprile, non ha giocato contro l'Inghilterra. Non è per
niente dispiaciuto di questo; per
lui, sedersi sulla panchina del
Wembley è stata in ogni caso
un'emozione da togliere il fiato.
"Si è avverato un sogno - racconta il centrocampista -, anche perché non mi aspettavo la convocazione. Sono ancora nel giro del-
l'under 20; tuttavia, per entrare in
under 21 mi va bene anche fare il
ventesimo uomo. A Wembley ho
respirato aria di grande calcio,
pur se a bordo campo. Ho provato un effetto che non riesco a
descrivere a parole. In particolare, durante la fase di riscaldamento una ventina di tifosi inglesi si sono messi a canzonarmi
dalla tribuna; io mi sono girato e
ho risposto loro con un sorriso,
ho accettato lo scherzo, mica
volevo far polemica. Loro hanno
reagito con un sincero applauso.
Scena che non ho mai visto qui in
Italia. E poi, che bello poter giocare senza le barriere. Al termine
della partita siamo saliti sulla tribuna d'onore passando in mezzo
alla gente; nonostante fossero
tutti tifosi inglesi ci davano il cinque, volevano delle foto con noi:
si sono dimostrati davvero sportivi. Abbiamo
respirato tutto un altro
clima rispetto a quello dei
nostri stadi. Futuro in
Azzurro? Magari. E' il
sogno di ogni bambino
vestire la maglia della
Nazionale maggiore. Da
parte mia continuerò a
lavorare con impegno,
come ho sempre fatto. E
Il mitico Wembley costruito nel 1924
ha lasciato spazio al nuovo impianto poi... chissà".
Pallanuoto. Sempre più in palla il settebello vicentino, la Geoplast cresce ma attende la vittoria
Caoduro ad un passo dalla vetta
La Caoduro c'è, eccome, e contro una formazione davvero ostica è riuscita a calare
la quinta vittoria consecutiva. Grazie al
successo in trasferta contro Parma, dove
una delle forze del campionato aveva
pareggiato, i vicentini si portano ad un
passo dalla terza posizione. Bisogna però
aspettare la fine del girone di andata, e se
tutto andrà come da pronostico si potrebbe prospettare una classifica cortissima,
con il secondo ed il quarto posto divisi da
1 punto. Dopo le tre sconfitte iniziali, la
squadra di Greco ha reagito davvero
bene in un momento critico, risalendo la
classifica fino al quarto posto. "Il Parma spiega il tecnico Matteo Greco - è partito
fin da subito molto aggressivo e ha cercato immediatamente di metterci in grossa
difficoltà. Noi invece abbiamo controllato
la gara portandoci sul 3 a 1 e reagendo al
ritorno dei padroni di casa nel secondo
tempo e piazzando un terzo tempo da 0 a
4 che non ha lasciato
scampo agli emiliani. La
squadra sta sempre più
vincendo con convinzione dei propri mezzi e
lo dimostrano i sei giocatori andati a segno. È
stata una buona prova
di tutta la squadra con
Melison e Alessandro
Pisani in grande evidenza". I vicentini ospiteranno in casa sabato 31
marzo il Milano alle
19.30 nella piscina di
viale Ferrarin.
Il setterosa migliora nella sua sfida con la serie B
Per la formazione femmi-
nile della Geoplast invece si deve registrare
un'altra sconfitta, anche
se in acqua si è notato
un costante miglioramento, giornata dopo
giornata. A Prato, conto
la capolista, le biancorosse hanno sfoderato
una prestazione che ha
sorpreso anche il tecnico Sergio Peri. Senza
alcun timore reverenziale le vicentine hanno
condotto la gara fino a La squadra vicentina è inarrestabile: questa vittoria
tutto il secondo tempo. la porta quarta in classifica
Nel terzo tempo si è
invece avvertito un leggero calo, soprat- tersi con una prestazione come quella di
tutto nelle situazioni di superiorità nume- Firenze. Si spera di recuperare Francesca
rica, dove la Goplast non riesce ad espri- Peruzzi che sarebbe un grosso aiuto in
mersi. "Sarebbe stata sufficiente una per- attacco dove Anna Frizzarin si sta comcentuale del 20% e avremmo portato a portando molto bene. Comunque una
casa almeno 4 punti nelle ultime due gare bella prestazione di tutta la squadra ma
- commenta Peri -. Si sapeva che i ritmi un plauso particolare va al capitano
della serie B sarebbero stati più alti ma la Angela Genovese, autrice tra l'altro, nelsquadra sta recuperando bene il divario l'ultima gara, di due belle reti".
con le squadre esperte e già da sabato speriamo possa, nel derby con Mestre, ripeT.Q.
APPUNTAMENTI
Csi, il calcio a 5
nella fase finale
Inizia questo fine settimana la
seconda fase del campionato di
calcio a cinque del Centro
Sportivo Italiano. Le prime
quattro squadre dei tre gironi
della reagular season sono state
sorteggiate nei due gruppi
della fase finale. Tutte le altre
squadre invece partecipano al
secondo Trofeo Csi. Sono stati
individuati, inoltre, i vincitori
della classifica marcatori: nel
girone A Valentino Mondin
dell'Over Monte di Malo con 59
reti; nel girone B Antonio
Anapoli dello Houston Soccer
Team con, e infine nel girone C
Lucio Simonato dello Sporting
Venezia che con le sua 65 reti è
anche campione assoluto.
Programma fase finale.
Girone A
BR Piazzo Five - T. Systems,
30/03 ore 21,45, Zugliano
Over - Casonense, 01/04 ore
11, 00, Monte di Malo
Leon Bar N&G autoprestige Italgrafica, 30/03 ore 21,15,
Borso del Grappa
Girone B
Csi Tezze sul Brenta - Sarcedo,
31/03 ore 21,00, Tezze S. B.
Se Po Restena - Houston Soccer
Team, 30/03 ore 20,00,
Arzignano
C Due Chiampo - Sporting
Venezia, 31/03 ore 16.30,
Chiampo
Secondo Trofeo Csi
Girone A
Metius - Real Camisano, 30/03
ore 21,00, San Giorgio di
Perlena
Futsal Montecchio - Blu Max
DST,
29/03
ore
21,15,
Zermeghedo
Futura Futsal - Pol. Brendola,
29/03 ore 21,30, Trissino
Girone B
Villaverla - Flora S. Bortolo,
30/03 ore 21,30, Villaverla
Caltrano - Four Four, 31/03 ore
20,30, Caltrano
Union Vicenza - Lusiana calcio,
28/03 ore 21,30, Longare
Girone C
Aston Villa - Real Mantovano,
30/03 ore 21,15, Nanto
Nacional 5 - A. Bancone/Iron,
31/03 ore 20,30, Rosà
Cobra Team - IFK Schiavon,
1/04 ore 10,00, Zanè
13
31 MARZO 2007
viaggi
OltreIlGiardino - 5. Deserti, strani animali, semplici abitudini ed un senso di colpa che serpeggia strisciante. Ecco l'Australia
Un'isola grande come un continente
DI DANIELE BINAGHI
Ricordo che, fin da piccolo,
l'Australia mi aveva sempre
affascinato: animali misteriosi,
gente che vive sottoterra per
difendersi dal sole, le leggende
aborigene, il boomerang che o
colpisce la tua preda o ritorna
indietro per colpire te.
Arrivarci ora era un po' il coronamento di un sogno, col desiderio di verificarne la validità e
la volontà di non farsi fregare
dalle incomprensioni; perché,
in realtà, con l'Australia ti fregano: ti dicono che è una nazione, ma in realtà sono 7, ed il
tempo necessario per girarla
cresce di conseguenza.
Sbarco a Perth, su quella costa
occidentale che molti europei
dimenticano senza sapere cosa
si perdono. Agli australiani
piace vivere lungo la costa, è
più facile e le onde per fare il
surf abbondano, e poi verso il
centro fa caldo davvero e pochi
sono disposti a farsi cuocere a
puntino; e Perth, attraente
senza avere niente di speciale, è
il perfetto esempio della loro
filosofia: la funzionalità vinca
sul ricordo, gli antichi edifici
facciano posto ai nuovi, i trasporti funzionino e le strade
siano pulite (che importa, poi,
se definisci "storico" un palazzo
di 70 anni fa?). Vi incontro i
miei primi canguri, i primi pub,
i primi aborigeni; ma questi
ultimi, vittime dei sensi di
colpa di un popolo che li ha
quasi sterminati, ora si trovano
sbalzati in una società che non
è la loro e che gli offre un sussidio che non sanno come spendere se non scolandosi litri e
litri di alcol. È triste, li hanno
rovinati prima ed ora stanno
peggiorando la cosa per motivi
opposti.
Tra i tanti bizzarri animali australiani, il canguro è forse il più noto
Tutto viene spettacolarizzato: i
quokka, deliziosi roditori marsupiali sull'isola di Rottnest;
l'ex-carcere di Fremantle, dove
puoi visitare le celle dei detenuti; gli altissimi alberi della
Valle dei Giganti, dove puoi
salire in cima alle postazioni
antincendio; i pelosissimi
koala, accoccolati sui rami nei
parchi; e persino le chiese benedettine di New Norcia. Tutto
senza strafare, però: l'obiettivo
sembra essere rendere le cose
interessanti, curandole bene,
tanto che in alcuni musei vedo
bambini interessatissimi da
quello che stanno facendo (che
non è giocare col GameBoy o
col cellulare!).
Viaggio su una macchina scassata assieme alla neozelandese
Hazel, andiamo verso nord
prendendoci il nostro tempo;
incontriamo
il
principe
Leonard, sovrano di uno staterello che dichiarò la secessione
dal Commonwealth australiano
nel 1970 per questioni di tasse,
e che da allora stampa cartamoneta e francobolli con la sua
effige ("E' bello, fare il re!"); e
giochiamo a nasconderello tra i
pinnacoli nel deserto di
Cervantes, dove il sole caramella le ombre al tramonto. Un po'
più su, Monkey Mia ci offre
l'opportunità di incontrare i
delfini: una mattina me li ritrovo intorno, mentre immergo
mezzo metro di gambe in
un'acqua ancor fredda per la
stagione; mentre a Coral Bay
sono le balene megattere a
rubare la scena. Un bus
Greyhound per tornare a Perth,
e poi un volo fino a Darwin
dove capito nella casa di Alan,
ex-poliziotto che espone dal
balcone una bandiera italiana
per salutarmi. A Darwin fa
caldo, afoso, ed impiego qualche giorno a trovare due nuovi
compagni con macchina per
proseguire il viaggio; quando ci
riesco, assieme a Ralf e Robin ci
addentriamo nei parchi di
Litchfield e Kakadu, il primo
una copia in scala ridotta del
secondo ma con il valore
aggiunto di essere privo di coccodrilli (che di per sé non
sarebbero un problema se non
raggiungessero i 4 metri di lunghezza, di cui la metà bocca
dentata) e quindi di potervi
nuotare nei laghetti e nei
ruscelli. Pittogrammi aborigeni, termiti magnetiche, acque termali
tormentate da volpi
volanti, e poi arriva
il deserto, imponente, desolante, che ti
entra dentro nelle
scarpe e nell'anima
e non ti lascia più
fino al centro, fino
ad Alice Springs.
Da qui, raggiungo
Uluru che tutti
chiamano
Ayers
Rock e che secondo
la tradizione sarebbe il grande uovo
lasciato dal serpente-arcobaleno
durante il suo girovagare per questo
isola continentale;
intorno, il vuoto,
unica variazione le
montagne Olgas ad
Le "vele" dell'Opera House, sullo sfondo dell'Harbour Bridge, sono le
una trentina di chistar della notte di Sydney
lometri, monoliti lasciati
come ricordo da un mare
scomparso da tempo.
Altre compagne di viaggio, altra macchina (ok,
adesso l'avrete capito,
l'Australia si gira così, con
4 ruote sotto il sedere e
molte taniche di benzina
di scorta), e scendo ancora
fino ad Adelaide, fermandomi a visitare quella
Coober Pedy dove i minatori ora vivono in case
ricavate nelle loro miniere
sotterranee. Ma Adelaide
è nel sud, e l'inverno è
davvero freddo, così
torno su sulla costa est, a
Cairns, e da lì comincio a
ridiscendere lentamente:
immersioni sulla barriera
corallina, godendomi i
pesci - squali compresi - e
facendo attenzione alle
meduse "scatola" che possono darti tanto dolore da
lasciarti urlante in coma
per giorni; e poi escursioni
a piedi nelle foreste tropicali, in jeep con altri viaggiatori sulle sabbie dell'isola Fraser, in crociera in
barca a vela tra le
Whitsundays, ed a caccia
(fotografica) di balene
nella baia di Hervey. La
chicca è però una deviazione, fatta assieme a due
ragazze sarde, per cercare
di avvistare gli ornitorinchi, quegli animali mezzo
castoro e mezzo papero
che depongo le uova per
poi allattare i figli (uno dei
pochi casini combinati
dalla Natura); con levatacce e molto, molto silenzio,
riusciamo a vederne qualcuno affiorare timido alla
superficie, e il nostro esultare è sincero. A Brisbane
gli esperantisti locali mi
fanno visitare la città ed i
boschi circostanti, e mi
tratterrei volentieri, ma mi
accorgo che girare senza
orologio mi sta facendo
arrivare in ritardo per il
volo per la Nuova
Zelanda, necessario in
quanto il visto multiplo
che mi sono procurato per
l'Australia ha dei limiti di
3 mesi; passo quindi solo
24 ore nella città famosa
per le vele dell'Opera
House, e molte di esse
seduto sui prati dei
Giardini Botanici a guardare la baia, immaginandovi guizzare il padre di
Nemo.
All'aeroporto
incontro qualche casino,
ma alla fine riesci a partire
per Auckland; tra non
molto, però, ritornerò qui
per visitare il sud.
La scheda
Australia,
divertimento assicurato
E' bene ricordarsi sempre delle
dimensioni dell'Australia: 15 giorni,
anche se riuscirete magari a ben combinare gli spostamenti, vi permetteranno di intravedere solo qualcosa,
lasciandovi tra l'altro abbastanza
spossati. Per girarla, la cosa migliore è
avere un mezzo di trasporto, se ne
possono affittare o addirittura acquistare di tutti i tipi; l'importante è
ricordarsi di fare scorta di carburante
(a volte ci sono più di 200 chilometri
tra un benzinaio e l'altro) e di acqua,
indispensabili per sopravvivere non
tanto sulla costa ma all'interno,
nell'Outback assolato.
Il Western Australia è molto meno
visitato degli altri Stati, e offre una
serie di meraviglie naturali che valgono sicuramente la pena di essere
incluse in un itinerario; e c'è poi la
possibilità di visitare l'Hutt River
Province, il regno del principe
Leonard che ancor oggi chiude le attività turistiche verso le 17 per occuparsi dei suoi greggi di pecore. Il nord è
ben visitato nella stagione secca,
ovvero nei nostri estate/autunno,
perché quando piove molte parti dei
grandi parchi sono allagate e irraggiungibili (e voi non avrete voglia di
nuotare, sapendo che ci sono i coccodrilli ad aspettarvi); il sud invece non
prima di settembre, o le temperature
ve lo faranno godere molto poco. La
costa orientale è superattrezzata per
coloro che vogliono divertirsi, forse
anche troppo; ma tutta l'Australia
offre molte opportunità: nei parchi e
riserve, ad esempio, si trovano praticamente sempre toilette ecologiche e
punti barbecue per farsi una grigliata
senza scatenare un incendio; aggiunto
alla possibilità di campeggiare spesso
gratuitamente, permette di girare
molto senza spendere granché.
Gli australiani sono molto alla buona,
spesso gentili ed amichevoli; un paio
di birre, poi, faranno miracoli!
Per entrare nel Paese serve un visto,
richiedibile anche via internet e per
ingressi multipli; per i minori di 30
anni, c'è pure la possibilità di un
visto-lavorativo, che permette di girare e lavorare legalmente per un periodo di un anno. Molte possibilità di
lavoro temporaneo sono a disposizione di chi vuole pagarsi il viaggio. Non
ci sono particolari problemi per la
salute, tranne forse i rischi di disidratazione ed insolazione, e vige un
accordo con l'Italia per estendere la
copertura sanitaria per un periodo di
alcuni mesi. Può essere utile, per lunghi periodi di permanenza, procurarsi una carta YHA degli ostelli (che dà
diritto ad un sacco di sconti) ed un
conto corrente con una banca locale
per risparmiare sui prelievi col
Bancomat.
14
31 MARZO 2007
intervista doppia
Giancarlo Albera: "Da Santoro avrei chiamato anche il Sì"
Germano Raniero: "Che tristezza mendicare i soldi Usa
Comitati: "Referendum,
non molliamo"
Presidio: "Blocchiamo
le ruspe"
Perchè essere per il No al Dal Molin meno impattante di spostare la base su
dopo il via libera del governo Prodi?
viale Ferrarin?
Riteniamo che il no al Dal Molin possa Non serve la politica della riduzione del
rappresentare una piccola "nuova fron- danno; molto meglio evitare il danno.
tiera", per come è maturata poi la decisio- E' vero che gli Americani finanzieranno
ne di Prodi (editto di Bucarest), in modo nuove infrastrutture come la circonvalcosì anomalo e lontano dai luoghi istitu- lazione a nord?
zionali deputati a decidere. Infine perché Non c'è alcun accordo preciso sottoscritnon c'è ancora un atto formale che ratifi- to e, comunque, una buona amministrachi tale decisione e perché pensiamo che zione fa i conti con le proprie risorse
troppe siano state le procedure non senza "barattare" il proprio futuro.
rispettate.
Perché non rappresentare l'elettorato
Che differenza politica c'è tra governo deluso dal governo di centrosinistra con
Prodi e governo Berlusconi sul caso una Lista No Dal Molin alle provinciaEderle 2?
li?
La differenza si è assottigliata; tuttavia il A livello provinciale in ogni caso il progoverno Berlusconi che ha incoraggiato blema è meno avvertito, secondariamensegretamente le aspettative americane ha te è meglio evitare di cavalcare l'emotivila responsabilità più grande; il governo tà del momento quanto, invece, miglioraProdi ha invece disatteso le promesse re l'esistente con un maggior coinvolgifatte in campagna elettorale ed è quindi mento dei cittadini.
ugualmente colpevole.
Partiti come i Verdi (e i Ds di sinistra) e
Bloccare i lavori occupando l'area e fer- sindacati come la Cgil quanta influenza
mando le ruspe può essere una soluzio- hanno sul movimento?
ne realistica? Come?
Partiti e sindacati hanno la possibilità di
Crediamo che quella della resistenza pas- "assecondare" alcune nostre scelte che
siva sia l'ultima ratio, a cui speriamo rimangono comunque autonome.
ovviamente di non dover arrivare.
Se dovessero cadere una o più condizioDopo lo stop dei saggi comunali e del ni con cui il Comune di Vicenza ha
ricorso contro di essi da parte del Tar, il detto sì alla base (per esempio, che l'aereferendum è una via praticabile? roporto si salvi o che l'indotto vada a
Come?
imprese locali), cosa dovrebbero fare
Noi siamo convinti che la volontà popo- giunta e consiglio comunale?
lare sia sempre sovrana, bisogna in ogni Noi crediamo che a prescindere dal
caso trovare un modo per consultare la rispetto di alcune delle cinque clausole a
popolazione (Quinto Vicentino docet).
cui era subordinato quel famoso ordine
Lei avrebbe incluso nella puntata di del giorno, lo stesso vada comunque
Santoro esponenti del Comitato del Sì?
respinto in toto poiché il Comune è stato
Avrei sentito anche le loro ragioni (anche in ogni caso inadempiente rispetto alle
perché sono assai poche).
richieste del ministro della difesa; sia per
Che differenze ci sono tra fronte del No la compatibilità urbanistica che ambiene del Sì?
tale. Mancano proprio le valutazioni tecLe differenze sono tantissime: in breve niche. Le risposte dell'amministrazione
l'interesse del fronte del NO è soprattut- sono state solo politiche e per di più
to rivolto al bene comune (un atto d'amo- ambigue.
re verso la città), per l'altro fronte, pur se L'appello al boicotaggio delle aziende e
comprensibili, i motivi sono più persona- banche sostenitrici della base sta avenli e sicuramente risolvibili con la buona do effetto?
volontà.
Sicuramente potrà essere migliorato e
Presidio Permanente e Coordinamento più mirato.
dei Comitati, entrambi contro la base: perché divisi?
Le varie anime del NO appartenenti anche a varie realtà
non devono essere un limite
ma rappresentano una ricchezza da coordinare e valorizzare.
Il Presidio è stato accusato di
essere abusivo e di non
rispettare norme igieniche,
commerciali, etc. Una provocazione?
Il Presidio ha un alto valore
simbolico, tutto il resto rappresenta una forzatura ed una
forma di provocazione.
Perché dire no alla soluzione Il presidio di notte (foto Luigi De Frenza)
Perchè essere per il No al Dal Molin
dopo il via libera del governo Prodi?
Il No al Dal Molin mantiene intatte tutte
le ragioni, che sono quelle di chi non
vuole la militarizzazione della città, di chi
non vuole essere complice di un paese,
gli USA, che adopera le basi della nostra
città per una politica di guerra.
Che differenza politica c'è tra governo
Prodi e governo Berlusconi sul caso
Ederle 2?
L'attuale aveva nel programma la riduzione delle servitù militari; non le ha
ridotte, ha aumentato le spese militari, ha
deciso la nuova base a Vicenza. Il vecchio
governo di centro destra era talmente
filo-Bush che ha ritenuto che quello che
decidevano oltre oceano andava fatto
senza discutere e senza informare i cittadini. I governi non sono tutti uguali ma le
differenze provate voi a vederle.
Bloccare i lavori occupando l'area e fermando le ruspe può essere una soluzione realistica? Come?
La presa di coscienza di questi mesi
rende possibile l'invasione del Dal Molin
e il blocco delle ruspe. La cosa è realistica.
Dopo lo stop dei saggi comunali e del
ricorso contro di essi da parte del Tar, il
referendum è una via praticabile?
Come?
Il referendum è uno strumento superato,
andava fatto lo scorso inverno, anche
autogestito; ora, dopo la grande manifestazione del 17 febbraio, sarebbe un tornare indietro, guardare il passato e non il
futuro.
Lei avrebbe incluso nella puntata di
Santoro esponenti del Comitato del Sì?
Il comitato per il Sì non esiste. A tenerlo
in piedi strumentalmente è un dipendente della Ederle consigliere circoscrizionale di Forza Italia. Se invece parliamo di
dipendenti della Ederle, e di quelli del
Dal Molin, è giusto dare risposte alle loro
richieste di avere una garanzia e un futuro occupazionale.
Che differenze ci sono tra fronte del No
e del Sì?
Il fronte del Sì è composto dai potentati
economici locali e da cittadini che pensano di fare affari con la nuova base. Sono
miopi perché lo sviluppo di un città militare ha il fiato corto e dopo un primo
momento, quello dei lavori, si blocca. Il
vero benessere futuro sta nella riconversione civile di Dal Molin e Ederle.
Presidio Permanente e Coordinamento
dei Comitati, entrambi contro la base:
perché divisi?
Non siamo divisi. Una parte di chi si sta
mobilitando proviene da esperienze
diversissime, addirittura da sponde politiche opposte. Proprio per questo è naturale che esistano delle diversità; nei
momenti importanti, però, l'unità ha
sempre prevalso e sarà così anche nel
futuro.
Il Presidio è stato accusato di essere abusivo e di non rispettare norme igieniche,
commerciali, etc. Una provocazione?
L'attuale Giunta Comunale ha tenuto
nascosto per anni a noi cittadini un atto
fondamentale come la nuova base militare; dopo essere stati così falsi, con che
autorità parlano? Il presidio è un pugno
nello stomaco, un incubo per chi pensa
che fare la base militare sarà una passeggiata.
Perché dire no alla soluzione meno
impattante di spostare la base su viale
Ferrarin?
Non è una questione di impatto ambientale. Siamo determinati nell'affermare
senza se e senza ma che la base non va
fatta a Vicenza e in nessun altro luogo.
Non siamo per la riduzione del danno.
E' vero che gli Americani finanzieranno
nuove infrastrutture come la circonvallazione a nord?
Siamo proprio ridotti male se dobbiamo
mendicare da una potenza straniera quello che i nostri governanti non sono capaci di fare. Questo progetto è altamente
impattante da un punto di vista urbanistico: noi siamo d'accordo con quai comitati che si battono perché la complanare
non venga fatta.
Perchè non rappresentare l'elettorato
deluso dal governo di centrosinistra con
una Lista No Dal Molin alle provinciali?
E' un dibattito in corso. Personalmente
non sono favorevole a presentare liste
del movimento alla elezioni provinciali.
Se il movimento decide diversamente mi
atterrò a queste decisioni.
Partiti come i Verdi (e i Ds di sinistra) e
sindacati come la Cgil quanta influenza
hanno sul movimento?
Tutti i partiti di destra, di centro, di sinistra, devono vergognarsi. Invece di fare
gli interessi della popolazione che li ha
votati sono diventati macchine di gestione del potere fine a se stesso. I sindacati,
la CUB e la CGIL, si sono mosse in
maniera coerente nel mobilitare i lavoratori contro la base. Il movimento no base
è indipendente e si autogoverna.
Se dovessero cadere una o più condizioni con cui il Comune di Vicenza ha
detto sì alla base (per esempio, che l'aeroporto si salvi o che l'indotto vada a
imprese locali), cosa dovrebbero fare
giunta e consiglio comunale?
Quell'ordine del giorno era un bluff per
mettere in difficoltà il governo. Da questa
Giunta, oltre che delle furbate, non c'è da
aspettarsi nulla.
L'appello al boicotaggio delle aziende e
banche sostenitrici della base sta avendo effetto?
Stiamo partendo in questi giorni. Il boicottaggio per funzionare ha bisogno di
tempi lunghi. Lo faremo unitamente ai
vari movimenti sparsi nel nostro paese.
15
satira
31 MARZO 2007
Manifesti impossibili. Dopo i giovani leghisti una campagna di fantapolitica. All'insegna del buonumore
Dalla Lega Che l’ha duro
a Marx che vota Silvio
Fortuna che ci sono i giovani,
in questo caso i giovani leghisti. Scusate l'ovvietà, ma in
una politica stagnante nel grigiore delle lotte intestine e
allergica alle novità, l'irriverente trovata dei ragazzi della
Lega Nord di Arzignano col
loro Che Guevara "padano", è
un'autentica boccata d'aria fresca. Bisogna ammetterlo:
vedere l'ennesimo abuso di un
icona comunista per la campagna tesseramenti di un partito
anticomunista come la Lega,
al posto dei soliti leoni alati o
del trito Alberto da Giussano,
un certo effetto lo fa. E così
non abbiamo resistito alla tentazione di immaginare quali
altri sfracelli storico-ideologici
potrebbero partorire i fervidi
pensatoi dei partiti in vista
delle prossime campagne elettorali.
Manifesti che, ovviamente,
non vedrete mai sui muri della
provincia, ma che farebbero la
loro bella figura accanto al
Che rossoverde di Arzignano.
Ecco allora Marx teorico del
capitale (gli schei) che improvvisamente diventa caro ai forzisti; Mariano Rumor, "padre
spirituale" di un Partito
Democratico per alcuni molto
somigliante alla vecchia Dc
dorotea; Benito Mussolini,
citato come
esponente di
punta di quel socialismo dei
primordi che i Ds ora sembrano
voler
abbandonare
(Mussolini è stato tra i direttori dell'Avanti); e la nipote di
Mussolini, Alessandra, in versione "desnuda", in una foto
dell'epoca in cui recitava nelle
commedie sexy e posava per
Playboy, a ricordare ad An la
Fiamma del primo amore. Ai
lettori il giudizio (divertito,
speriamo).
A.M. L. M.
Il tanto discusso manifesto
della Lega
16
opinioni
31 MARZO 2007
Pensieri Contro: Dal mangiadischi al walkman, ecco come la musica è diventata sempre più individuale. E nemica della riflessione
iPod, cuffie e frastuono. Elogio del silenzio
DI
Momenti di pura ebbrezza, da
cui esci persino un po' stordito, ma come colmo di grazia,
quasi rigenerato. O di notte,
quando solo le sfere ruotano
perfette nel cielo, e quasi hai
l'impressione di udirne l'ineffabile armonia. Che sia proprio per paura di questa discesa negli abissi del sé, che si
isolano
dal
mondo?
Impenetrabili non solo al
'suono del silenzio', ma anche
a quello della loro stessa realtà
- un incidente a pochi metri da
loro, con le urla, il dolore, la
morte, può esser loro assoluta-
GIULIANO CORÀ
Cominciò tutto
col mangiadischi.
O col 'Gelosino'
(il piccolo magnetofono 'tascabile'): non ricordo
quale dei due sia
venuto prima. Ingombranti,
ed anche abbastanza macchinosi da usare, per la prima
volta permettevano di scegliere quale musica ascoltare e
portare con sé, in modo che
ognuno potesse farsi la propria personale hit-parade,
come allora si diceva. Poi fu la
volta del mangiacassette, che
ci liberò dalla schiavitù di
maneggiare il nastro magnetico e che poi si contrasse fino
alle dimensioni di walkman.
Dopodiché venne il lettore
portatile di cd, che però presentava ancora il limite della
necessaria e frequente sostituzione del supporto e delle batterie e soprattutto della quantità di canzoni che poteva contenere: qualche decina al massimo. Oggi la nuova frontiera
si chiama iPod, un oggetto
dalle dimensioni ridottissime
e dalla lunghissima autonomia, che può contenere
migliaia e migliaia di pezzi.
Facendo un passo indietro,
altra tappa fondamentale nel
campo dell'ascolto musicale fu
la comparsa delle minicuffie,
che ne rivoluzionarono totalmente non solo il modo, ma la
stessa filosofia. Prima, ascoltare aveva una dimensione
volutamente comunitaria e
collettivizzante: oltre alla fruizione individuale, i vecchi
strumenti servivano soprattutto ad ascoltare insieme, a
condividere melodia e parole
di uno stesso pezzo. Con l'uso
quasi universale delle cuffie,
tutto
ciò
è
cessato.
L'esperienza dell'ascolto è cortocircuitata, si è rivolta su se
stessa, è diventata puramente
autoreferenziale. Certo, 'fuori'
dalle cuffie, gli individui si
rapportano ancora, si scambiano indicazioni, consigli, file
musicali. Ma poi, alla fine,
quando se le rimettono, rientrano in un sé, come dice
Umberto
Galimberti
(Repubblica del 13/3) "dalle
pareti strette come quelle di
un ascensore", dove non c'è
spazio per nessun altro. Dove,
soprattutto, nessuna esperienza esterna può penetrare.
mente estraneo, se non lo sentono - essi ricordano drammaticamente le "migliaia di persone … che parlavano senza
emettere suoni … che ascoltavano senza udire", come
appunto cantavano Simon &
Garfunkel nel '69; è forse per
paura di quel silenzio, che ancora Galimberti dixit - "si
stordiscono le orecchie d'una
musica" dai ritmi disumani,
che pare fare luciferinamente
il verso al ritmo primordiale
del battito del cuore umano.
Bisogna aprirsi all'Universo,
per ritrovare se stessi.
Simon & Garfunkel nella celebre copertina di "Sounds of silence"
Mettono un brivido di angoscia, tutti questi ragazzi che
girano con le protesi nelle
orecchie, quasi non fossero
capaci, o addirittura avessero
paura, del silenzio, e di quella
pulsione alla meditazione che
esso necessariamente induce.
L'avrà mai ascoltato, qualcuno
di loro, il suono del silenzio?
In campagna, di pomeriggio,
quando d'un tratto ti fermi,
deponi il libro che stavi leggendo, getti la sigaretta, semplicemente 'ascolti': e ti compenetra un silenzio vibrante,
quasi un panico respiro; a
stento si odono l'abbaiare d'un
cane, il rumore d'un aereo lontano, che ti fungono quasi da
misura, per percepirne ancor
più intimamente la bellezza.
I ragazzi d'oggi non riescono più a vivere senza iPod
17
31 MARZO 2007
tradizioni
A Gallio sopravvive la tradizione della sacra rappresentazione e del lancio delle uova
Una Pasqua di Passione.
E di uova (sode)
DI LUCA MATTEAZZI
"A differenza
del
Natale,
dove l'aspetto
commerciale è
sempre più preponderante, la
Pasqua conserva ancora una
forte, fortissima connotazione religiosa e propiziatoria,
legata
alla
primavera".
Antonio Franzina, studioso
di storia dell'arte e profondo
conoscitore di cose vicentine
(suoi, tra le altre cose, i testi
della piccola guida alle tradizioni vicentine edita dalla
Provincia), non ha dubbi: in
tutta la Provincia l'appuntamento con la settimana santa
è ancora molto sentito, anche
se magari non in modo così
evidente come nell'Italia centrale, dove in tanti paesi le
processioni del venerdì santo
portano in strada abitanti in
costume e frotte di turisti.
Eppure il vicentino avrebbe
più di qualcosa in comune
proprio con quei riti del
Centro Italia oggi tanto di
moda.
Laudi e sacre
rappresentazioni
"In pochi lo ricordano, ma in
Veneto c'è una forte tradizione nelle laude religiose, legata alla presenza francescana.
Tutti pensano alle laudi
dell'Umbria, ma ci sono
anche quelle venete", ricorda
Franzina. E il discorso
potrebbe applicarsi anche
alle sacre rappresentazioni,
cioè a quegli eventi a metà
tra lo spettacolo teatrale e la
L'origine risale al 1631, ad
un voto fatto
dalla comunità di Gallio
per allontanare una delle
peggiori epidemie di peste
che l'Italia. Da
allora la religiosità popolare ha mantenuto viva l'uLa ricostruzione della via Crucis un momento
sanza: in piazmolto vivo nella vita del paese
za viene alleprocessione religiosa che stita la scala santa, che ha in
vicino alle chiese di mezza cima un crocifisso ligneo,
provincia mettevano in scena mentre i ragazzi del paese
la passione di Cristo e la altre impersonano i personaggi
tappe della settimana santa. del racconto evangelico e
"È una tradizione ancora danno vita alle stazioni della
radicata nelle zone del via Crucis. Il tutto all'interno
Garda, ma anche dalle nostre di una cornice fatta di canti
parti, soprattutto nei colli corali, preghiere, e lumini
Berici, c'era l'usanza di met- votivi.
tere in scena la sacra rappreSfida all'ultimo uovo
sentazione nei cortili delle Sempre a Gallio si svolge
chiese, spesso in mezzo agli un'altra manifestazione parulivi. Del resto l'ulivo è arri- ticolare e strettamente legata
vato nel vicentino per motivi ai riti e alle usanze della
religiosi, legati alla produzio- Pasqua: la "Festa dei ovi".
ne degli olii sacri, prima Niente uova di cioccolato, sia
ancora che alimentari".
chiaro: in questo caso si parla
La Passione di Gallio
di uova sode, al centro di un
La tradizione di questi tradizionale gioco popolare
appuntamenti, un tempo dif- che si ricollega alla simbolofusi in tutta la fascia pede- gia della primavera e del
montana, sopravvive oggi ritorno alla vita. Un tempo le
soprattutto nell'altopiano di uova venivano lanciate in
Asiago. A Gallio, in partico- mezzo ai prati, e poi donate
lare, la giornata del Venerdì alle ragazze; adesso le cose
Santo è caratterizzata da una sono un po' cambiate, e il
rappresentazione della pas- gioco si svolge nella piazza
sione di Gesù che coinvolge del paese dove, nel giorno di
tutto il paese e che richiama Pasquetta, i ragazzi originari
fedeli e semplici spettatori da di Gallio si sfidano in una
tutti
i
Sette
Comuni. gara a squadre con lanci di
precisione (bisogna centrare
un bersaglio a quaranta metri
di distanza) e di potenza:
sarà la somma dei punteggi
accumulati nelle due "manche" a decretare il campione.
Il palio dei mussi
Di tutt'altro genere, ma
ugualmente caratteristico,
l'evento che caratterizza la
settimana santa ad Isola
Vicentina, dove la quattro
contrade storiche del paese si
sfidano nel tradizionale palio
dei mussi, a cui da qualche
anno partecipa anche una
delegazione del paese gemellato di Muhlhausen. La festa
ha origini religiose, anche se
ben presto fu il lato laico e
godereccio ad avere la
meglio: tutto nasce, infatti, che i rumori della sagra
agli inizi dell'Ottocento, disturbassero la preghiera).
quando Isola con le sue gran- Tra gare di tiro alla fune e
di processioni e la sfilata corse con i sacchi, c'era anche
delle confraternite richiama- la corsa con gli asinelli,
va fedeli anche dai paesi vici- diventata oggi il simbolo
ni. Dopo la preghiera spesso della sagra che si svolge nel
ci si fermava a chiacchierare, giorno della domenica delle
si mangiava qualcosa insie- Palme.
me, si passava
del tempo in
allegria, e con il
passare
del
tempo la celebrazione religiosa si
trasformò in una
festa di paese,
con bancarelle,
attrazioni e giochi di tutti i tipi
(tanto che il parroco fu costretto
a chiedere di
anticipare le ore
di adorazione in Le laude religiose sono anche un modo per
chiesa per evitare insegnare le tradizioni ai più piccoli
I costi della Tav e
il futuro del vicentino
(continua da pagina 1)
Solo che se si affossa la Tav, perché costa troppo a tutti a
vantaggio di pochi, e se il Dal Molin ce lo affossano le
vicende Usa, per viaggiare da Vicenza e per arrivare a
Vicenza - per business, diletto o necessità - ci resta ben
poco: solo le strade e le ferrovie attuali, che in un mondo
che viaggia alla velocità della luce ci riportano agli inizi del
boom del nord est. Lontani, troppo lontani in tutti i sensi.
Come lontani sono tornati gli screzi tra il sindaco Enrico
Hüllweck e l'Assessore Claudio Cicero, protagonista della
vicenda Tav e strenuo difensore del Dal Molin civile. Il
primo cittadino, con le sue dichiarazioni scritte sulle missioni "tutte autorizzate" e a lui note, ha infatti rimesso in
bonis l'assessore delle rotatorie. Per cui ci si potrebbe
aspettare che sia lui, ora, come sarebbe giusto, a raccontarci finalmente almeno quello che sarebbe lecito conoscere (segreti militari a parte) su fatti, antefatti e misfatti
della Ederle 2, con annessi e connessi sviluppi futuri.
Nell'attesa VicenzaPiù si arricchisce di altre 4 pagine
(siamo partiti il 25 febbraio 2006 con 24 pagine, ora siamo
a 32) per dare più spazio alle riflessioni su Vicenza e
sull'Alto Vicentino, un'area di circa 240.000 abitanti (un
terzo della provincia), a cui settimana dopo settimana
dedicheremo sempre più attenzione, incoraggiati come
siamo stati dai primi contatti con i nuovi lettori e con le
Istituzioni locali, pubbliche e private. Non coltivano certo
l'idea di una nuova provincia, ci hanno confermato, ma
stanno sviluppando un'identità d'area funzionale al suo
sviluppo. La Tav e l'aeroporto non arrivano lì. VicenzaPiù,
si. Anche con la vignetta di Felix, al secolo Valentina
Rosset, che da questo numero farà sorridere sulle vicende
vicentine. Castigat ridendo mores, dicevano i latini. E
Felix è nome latino.
Giovanni Coviello
18
edicola
31 MARZO 2007
L'articolo. Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire
Sistema Galan: gli appalti li vince chi chiede di più
Non bisognerebbe mai smettere di leggere le cronache dei
quotidiani del Veneto. Mai.
Ogni giorno Il Mattino di
Padova e La Nuova Venezia
elencano le meraviglie e l'efficienza del "sistema Galan", il
cognome di Giancarlo, prodigio della nidiata di amministratori berlusconiani, uomo
spiritoso e gaudente, mano
ferma e conosciuta di potente
podestà regionale.
In Veneto, più che in altre
parti di Italia, le gare di
appalto spesso le vince chi in
busta rialza di più il prezzo. I
veneti, che sono tignosi e
vogliono le cose fatte per
bene, più del prezzo chiedono qualità. Il marchio qualità
è impresso in diverse gare
per la gestione, la cura e le
pulizie degli ospedali. Frutta
e ortaggi, carne e pesce, ma
anche pulitura, lucidatura,
eccetera eccetera. Vogliamo il
meglio, costi quel che costi.
Al meglio non c'è mai fine e
quindi dagli ospedali, il
passo è breve, si è passati ad
altri tronconi della spesa pubblica.
Intervistato
da
Renzo
Mazzaro su La Nuova
Venezia, il presidente dei
Sistemi
territoriali
spa
Gianmichele Gambato, ha
spiegato il perché e il per
come dell'affidamento dei
lavori per l'ammodernamento della ferrovia locale
Mestre-Adria all'associazione
di imprese che ha proposto
solo lo 0,50% di ribasso dei
costi. "Io faccio una conside-
Irene Gemmo
Giancarlo Galan
razione - ha detto Gambato uno bandisce una gara da 21
milioni di euro. Arrivano solo
tre offerte: la prima offre lo
0,50% (di ribasso ndr), una
seconda il 2% e la terza l'11%.
Non può nascere il sospetto
che la tipologia di questo
lavoro fosse particolarmente
complessa al punto che l'11
per cento poteva essere un
ribasso eccessivo?".
E infatti, il sospetto è nato. E
infatti non ha vinto chi chiedeva meno soldi, ma ha vinto
chi ne chiedeva di più. Perché
farà prima e meglio degli
altri.
E chi chiedeva di più? Ah,
ecco qua: un'associazione di
tre imprese, Carron SpA,
Gemmo spa, e Coveco SpA.
Delle tre una è molto nota in
Veneto: la Gemmo Spa.
Lavora molto e bene, lavora
ovunque ci sia da lavorare. La
famiglia Gemmo conduce
con
successo
l'impresa
impiantistica, padri e figli al
timone di una azienda solida
e bene affermata. Figli e figlie.
Irene Gemmo, almeno fino al
26 ottobre dell'anno scorso, è
stata vicepresidente della
Gemmo spa. E Irene Gemmo
chi è? Imprenditrice di qualità e conoscente di Galan.
Più che conoscente amica,
anche
collaboratrice.
Al
punto che il 1 marzo 2006
Irene viene indicata dal consiglio regionale membro del
consiglio di amministrazione
di Veneto Sviluppo SpA, la
finanziaria regionale impegnata a sostenere l'economia
veneta. Il 30 giugno dell'anno
scorso Irene Gemmo è nominata dal consiglio di amministrazione
presidente
di
Veneto Sviluppo. E la finanziaria ha gambe muscolose e
una borsa capiente: al suo
interno c'è anche il 99,997% di
Sistemi Territoriali SpA.
Perfetto.
Ora riandiamo all'inizio della
piccola storia. L'appalto da 21
milioni per l'ammodernamento della ferrovia è stato
bandito da una società (la
Sistemi Territoriali appunto)
detenuta pressocché totalmente dalla Veneto Sviluppo,
di cui è presidente la signora
Gemmo. La gara l'ha vinta
un'associazione di imprese in
cui è presente l'azienda di
famiglia
della
signora
Gemmo.
Errori, favori, conflitti di interessi? "Poteva venire proposto ricorso al Tar e fino ad
oggi nessuno l'ha fatto", ha
giustamente
precisato
Gambato, il presidente della
società che ha bandito l'appalto.
Tutto perfetto e tutto pulito.
E, soprattutto, tutto a norma
di legge.
Antonello Caporale
da La Repubblica Online
23 marzo 2007
27
regione
31 MARZO 2007
INIZIATIVE - Primo incontro previsto nell'ambito dell'iniziativa "From Youniversity to Europe
Giovani e carriere internazionali:
una guida e un incontro regionale
Primo incontro previsto nell'ambito dell'iniziativa - ideata
ed organizzata dalla Direzione
Sede di Bruxelles della Regione
del
Veneto
"From
Youniversity to Europe" Giovani carriere internazionali
crescono", a Padova.
Il progetto è nato da una considerazione di fondo: quella di
una scarsa conoscenza da parte
degli studenti universitari del
mondo
delle
Istituzioni
Europee e, soprattutto, della
vasta "galassia" di enti che ad
esse ruotano attorno.
A Bruxelles, infatti, l'"indotto"
generato dalla presenza delle
Istituzioni Comunitarie ha dato
vita ad una vera e propria città
nella città. Una città fatta di
uffici di rappresentanza di enti
pubblici (Ministeri, regioni,
enti territoriali vari, mondo
camerale, etc.) e privati (praticamente tutti i settori produttivi, in forma associata o singolarmente, così come, ad esempio, le organizzazioni non
governative sono presenti con
propri uffici con il fine di tutelare i propri interessi di fronte
alla Commissione) ma anche di
società di consulenza (si pensi
solo al settore dell'europrogettazione, che ha generato una
nuova classe di professionisti),
studi professionali (specializzati nei diversi settori del diritto comunitario, in particolare
quello della concorrenza)
think-tank… e la lista potrebbe
proseguire.
La posta in palio del resto è
alta: il 90% del bilancio
dell'Unione Europea è destinato al cofinanziamento di programmi e progetti comunitari;
direttamente o indirettamente
quasi l'80% delle legislazioni
nazionali sono poi influenzate
o, meglio dire, definite a livello
comunitario. Questi dati bastano a farci capire il senso di una
presenza a Bruxelles.
"From Youniversity to Europe"
vuole raccontare e spiegare
questo mondo. E, nel farlo, la
prospettiva e l'approccio saranno naturalmente anche quelli
delle opportunità formative
(master, stages, tirocini) e occupazionali che esso è in grado di
offrire: l'obiettivo è quindi
quello di fornire agli studenti
un quadro generale di tali possibilità ed ampliare così i loro
"orizzonti di ricerca" (a chi, una
volta laureato, verrebbe mai in
mente di fare il lobbista??) in
vista del termine del percorso
di laurea.
L'iniziativa prevede un grande
momento di incontro in ognuna delle principali università
venete (Padova, quindi, sarà l'inizio di un percorso). I destinatari dell'iniziativa sono i laureandi ed i neo-laureati di tutte
le facoltà.
Quanto al metodo - come è
stato spiegato dagli organizzatori - si è cercato di seguire una
strada nuova, scegliendo di far
parlare chi questa realtà la
conosce "dal di dentro" perché
vi lavora ogni giorno e che
quindi è in grado di portare
informazioni, suggerimenti,
testimonianze che nessuna
guida o sito internet mai saranno in grado di offrire.
I "testimonials", raccontando la
propria esperienza personale
(in realtà sono state scelte, in
linea di massima, persone già
"professionalmente avviate"
ma giovani proprio per dare
agli studenti il segnale che i
percorsi e le esperienze di cui si
parlerà sono agevolmente ripetibili) condurranno i ragazzi
all'interno del "mondo brussellese" facendo loro conoscere
attività, professioni, logiche e
dinamiche nuove.
Per aiutare i giovani a scegliere
una delle carriere internazionali è stata predisposta anche una
pubblicazione che sarà distribuita in occasione dell'incontro.
Ha per titolo:i "Giovani che
intendono lavorare all'estero Guida pratica alle carriere
internazionali" di E. Martinello
e G. Razza: uno strumento agevole e completo.
INCONTRI - Un importante convegno a Verona presso l'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere
Donazzan: nella sicurezza alimentare
il Veneto ha già la sua Authority
"La sicurezza alimentare è
già un'autorità per la Regione
del Veneto.
E' un sistema organizzato e
diffuso sul territorio, formato
dagli operatori del settore,
dai portatori di interesse e
dalle istituzioni che garantiscono il controllo".
Lo ha detto l'assessore regionale alla tutela del consumatore e alla sicurezza alimentare Elena Donazzan intervenendo a Verona alla tavola
rotonda
sul
tema
dell'Authority per la sicurezza alimentare, organizzata
dall'Accademia
di
Agricoltura,
Scienze
e
Lettere.
"Se questo governo - ha sotto-
lineato l'assessore - dibatte
più sul nome della città che
sui contenuti dell'Autorità
Nazionale per la Sicurezza
Alimentare, noi rispondiamo
che la Regione del Veneto è
già un'Autorità di Sicurezza
Alimentare e Verona è la sua
sede".
Ha poi rimarcato che questa
Authority dovrebbe essere
collocata dove esistono consistenti realtà produttive,
intese nel senso di filiera alimentare, e in questo contesto
il Veneto risulta essere oggettivamente la miglior candidatura".
"Ritengo altresì - ha proseguito l'assessore - che nelle
more della realizzazione di
questa Authority Nazionale
il Veneto, che l'unica Regione
in Italia ad avere l'assessorato specifico, non sia obbligato
ad attendere i "tempi lunghi
romani", ma acceleri l'applicazione dei regolamenti
comunitari relativi alla materia della sicurezza alimentare".
"Oltre a ciò - ha concluso l'assessore Donazzan - è in fase
di costituzione il tavolo della
sicurezza alimentare, dove
sono rappresentate tutte le
figure interessate nel processo produttivo dell'alimento,
dall'allevatore al consumatore. Questo tavolo sarà la sede
di un 'forum consultivo permanente'".
28
regione
31 MARZO 2007
Torna la Mozart Chamber Orchestra diretta dal giovane direttore Nicola Guerini, Elena Bertuzzi e Elena Biscuola le soliste.
Lo Stabat Mater di
Scarlatti e Pergolesi
Dopo i successi dello scorso
2006, anno delle celebrazioni
del compositore di Salisburgo,
la Mozart Chamber Orchestra
sarà protagonista di due
appuntamenti prestigiosi: il 2
aprile alle ore 21 presso la chiesa di S. Pietro Apostolo ( San
Pietro Incariano), promosso
dalla Fondazione Giorgio
Zanotto e il 3 aprile nella
prestigiosa
Sala
Maffeiana,
promosso
dall'Accademia
Filarmonica di Verona.
Si tratta dell'esecuzione
dello Stabat Mater di
Alessandro
Scarlatti,
dell'Aria di W.A.Mozart
"kommet her, ihr frechen
Sunder" KV 146 per
Soprano ed orchestra e
del celebre Stabat Mater
di G.B Pergolesi. Le soliste
saranno
Elena
Bertuzzi (Soprano) ed
Elena Biscuola (Contralto)
sotto la direzione di
Nicola Guerini.
L'impegno vocale e la tensione espressiva - sottolinea il giovane direttore
d'orchestra
Nicola
Guerini- fanno di questi
lavori sacri due capolavori della musica, tanto
diversi tra loro quanto
legati dagli episodi della storia.
Affiancare la partitura di
Pergolesi con quella dello
Stabat Mater di Alessandro
Scarlatti porta ad interessantissime considerazioni estetiche,
formali e timbriche. Scarlatti, ad
esempio, si preoccupa costantemente della naturalezza della
condotta di una polifonia che
molto raramente s'incontra su
unisoni ma difende una scrittura estremamente densa (come
lo testimonia le riflessioni cartacee fra Ferdinando d'e' Medici e
il compositore). Pergolesi dal
canto suo utilizza frequente-
mente unisoni, riducendo a
volte il tessuto musicale a due o
tre parti, sperimentando quel
"gusto" che diventava sempre
più sensibile e reattivo alla
melodia pura e semplice piuttosto che a un ingegnoso sviluppo
polifonico e contrappuntistico.
Pergolesi inoltre si pone il problema della sacralità del testo e
inserisce almeno due numeri in
stile "osservato", usando cioè
un linguaggio evidentemente
contrappuntistico nel "Fac ut
ardea" e nell'"Amen"finale. In
effetti l'uso del fugato simboleggiava già allora, in quanto
"stile antico", l'espressione "meccanicamente" sacra od anche,
attraverso una certa
opulenza e maestosità.
Ma nei momenti drammaturgicamente più
toccanti del testo-continua Guerini- entrambi i compositori si adeguano
all'emozione
con
una
retorica
espressiva più vicina
al teatro che alla musica sacra. Queste composizioni
venivano
allora utilizzate durante le funzioni nella
chiesa di S.Luigi di
Palazzo a Napoli ogni
venerdi del mese di
marzo. Ma fu forse lo
stesso duca Marzio
Domenico dei Carafa
Maddaloni ad aver
commissionato
a
Pergolesi, che in quegli
anni era al suo servizio, l'opera
in questione. Sappiamo inoltre
che il compositore stentò a
giungere alla fine del lavoro a causa di una forma di
tubercolosi che già in quegli anni minava la sua salute. Pergolesi riuscì a terminarla a Pozzuoli, ospite del
convento
francescano,
lavorando fino agli ultimi
giorni che la malattia gli
concesse. Questa lo tolse
alla vita il 16 marzo 1736.
Pergolesi aveva 26 anni e
presto la fama del suo stabat si diffuse rapidamente
in tutta Europa.
La
Mozart
Chamber
Orchestra, nata dalla "reunion" di solisti e prime
parti di orchestre prestigiose italiane ed europee,
come la Philharmonie der
Nationen,
Junge
Philharmonie
Koln,
Orchestra
della
RadioTelevisione
della
Svizzera Italiana, Orchestra del
Teatro La Fenice, Orchestra
Verdi di Milano e Orchestra
Toscanini di Parma è stata inserita nello Speciale Cultura RAIMusica dedicato alle celebrazioni mozartiane e invitata in
diversi appuntamenti prestigiosi in Italia ed all'estero, riscuotendo successo di pubblico e
critica. Il direttore stabile è il
giovane ed affermato Nicola
Guerini che ha debuttato con la
Mozart Chamber Orchestra il
27 gennaio 2006 al Teatro
Nuovo di Verona con la parteci-
pazione del violinista russo
Sergej Krylov, in occasione
delle celebrazioni mozartiane
ed ha effettuato nel 2006 numerosi concerti legati al progetto
"Amadeus", promossi dalla
Fondazione Giorgio Zanotto,
con l'esecuzione della Sinfonia
KV 550, la Sinfonia KV 385
"Haffner", la Kronungs-Messe
KV 317, la Sinfonia KV 425
"Linz", la Sinfonia KV 74,
l'Ouverture "Die Zauberflote"
KV 620 e concludendo con il
Gran Galà "Amadé" 1756-2006,
promosso e registrato dal canale
internazionale
Venice -Channel. E'
stato inserito tra i
veronesi dell'anno
per il suo contributo
artistico e impegno
culturale svolto nell'anno 2006 mettendo
in rilievo il rapporto
di Mozart con la città
di
Verona.
Attualmente si perfeziona con il M°
D.Renzetti ed è stato
scelto
all'interno
della selezione del
"Progetto
Giovani
Direttori d'Europa
2007"
per
il
Masterclass del M°
G.Ferro alla Scuola di
Alto perfezionamento di Fiesole.
Francesco Manghisi
21
Carciofini sott'odio
Giornali tavor
di Alessio Mannino
Lezioni di giornalismo kazako tradotte per aspiranti cronisti vicentini,
capitolo 1: "Come scegliere le notizie
senza scontentare i padroni".
Anzitutto, non azzardarsi mai a
sporcare la penna in analisi sugli
interessi economici e di potere, di
regola nascosti dietro a decisioni
politiche. Per reprimere qualsivoglia
residuo impulso all'indipendenza
intellettuale, munirsi di pantaloni
con strategico buco sul didietro ed
esercitarsi nel piegamento a 90 gradi.
In secondo luogo, sbattere finti
mostri in prima pagina e sfornare
inchieste sul nulla. Facendo casino
su casi montati ad arte, si coprono
quelli veri. Esempi: titoloni su principi macchiettistici, pistolotti sulla
libertà di stampa, aperture spropositate su acqua potabile, dipinti ritrovati, sagre del broccolo fiolaro e
schermaglie fra i soliti noti della
politica ammanicata. Quanto alle
inchieste, mi raccomando: quelle
poche che siano innocue (le prostitute o le vocazioni vanno sempre bene)
o proprio inventate (le banlieues
vicentine: chi le ha mai viste?).
Terzo: istituire un Minculpop interno
alla testata, curandosi di stilare una
pratica e simpatica rubrichetta di
nomi, sigle e fatti da censurare a
priori. Omettere dalle proprie pagine
politici anti-corruzione, associazioni
a difesa dei deboli, proteste non gradite alla proprietà. Il caporedattorevelinaro deve avere pieni poteri, il
direttore-servo adorato come un
modello. I loro due ritratti devono
campeggiare sulla scrivania di ogni
giornalista, con la scritta: "Io ti
vedo, Pulitzer no". Quarto: il provincialismo e l'assenza di un benché
minimo punto di vista controcorrente devono essere i luminosi fari di
una linea editoriale basata sull'anestesia cerebrale dei lettori. Dare spazio sempre agli stessi, confermare le
certezze consolidate, non tentare mai
di alzare di un'asticella l'encefalogramma piatto della città. Per maggiore chiarezza su questo ultimo,
fondamentale punto, vedi la lettura
"Giornalismo Tavor" di Bruno
Vespa. Massima da ricordare: "Care
penne all'amatriciana, scrivete ciò
che vi pare. Ma senza mai infastidire
nessuno, ma proprio nessuno.
Neanche voi stessi".
24 MARZO 2007
tempo libero
L'angolo dell'oste. La tradizione vicentina propone dolci semplici ma di grande qualità
Dolce è la Pasqua
Tra trecce e fugasse
Non c'è Pasqua senza focaccia. Anche
se ormai le scelte commerciali di
supermercati e grandi catene alimentari hanno imposto la colomba in
vetta ai gusti del grande pubblico, in
Veneto accompagnare le festività
pasquali con questo dolce soffice,
gustoso e solo apparentemente semplice è quasi una scelta obbligata. La
focaccia, pardon, la fugassa, fa infatti
parte della tradizione e della storia
del territorio, visto che la sua origine
risale all'epoca delle prime comunità
cristiane: furono loro a portare in
zona alcune tradizioni orientali,
come l'abitudine di preparare per
Pasqua uno speciale pane dolce. Col
tempo la ricetta si arricchì di burro,
lievito e, soprattutto, uova, simbolo
della primavera e della
vita che rinasce, fino
ad arrivare alla sua
formula attuale, quella
che tutti abbiamo
imparato a conoscere:
forma rotonda, pasta
morbida, e glassa con
mandorle e granella.
Tra i segreti di un buona
fugassa c'è sicuramente la
lunga lievitazione, con pause
di due o tre ore tra un impasto
e l'altro; poi, a piacimento, si
può aromatizzare con grappa,
scorze d'arancio, cannella o
vaniglia. E magari gustarla
accompagnata ad un buon
bicchiere di prosecco o di
recioto.
Di origine diversa, ma ottima
in tempi pasquali (e, a dire il
vero, anche in tutti gli altri
periodi dell'anno) è un altro
La classica "fugassa" veneta resiste all'invasione
dolce tipicamente vicentino, la delle commerciali colombe pasquali
treccia d'oro di Thiene. Creata
nel 1920 da Ezio Signorin, che prese provviste. La ricetta, che da alcuni
ispirazione dai "kranz" viennesi, la anni è un marchio registrato, è custotreccia divenne ben dita gelosamente da Michele Ghiotto
presto uno dei simboli e dal suo collega Alessio Campana:
della cittadina dell'alto di certo si sa che per ottenere una
vicentino, tanto che buona treccia serve una lunga lievitamolti turisti in viaggio zione naturale, molto burro, uvetta,
verso gli Altopiani di arancini e cedrini come spezie. Il
Asiago e Lavarone si resto lo fanno la qualità degli ingrefermavano in zona per dienti e l'abilità dei pasticceri.
assaggiarla e farne Provare per credere.
Appuntamenti. Si chiude Tempolibero, parte la stagione del Suono dell'Olimpico
Mozart, jazz e campeggi
Fiera. Ultimi giorni per una delle
rassegne più visitate e apprezzate
della Fiera di Vicenza. Domenica 1
aprile si chiude infatti Tempolibero,
la manifestazione dedicata agli
hobby e alle vacanze che ogni anno
chiama a raccolta migliaia di appassionati. Come sempre il percorso è
suddiviso in aree tematiche che spaziano dal giardinaggio al trekking,
con una novità in più: il Ciao
Campeggio Show, che propone tutte
le ultime trovate in fatto di bungalow, caravan e vacanze all'aria aperta.
Musica. Si apre con il Concerto di
Pasqua che l'Orchestra del Teatro
Olimpico offre alla città nel Tempio
di Santa Corona, domenica 1 aprile,
ad ingresso gratuito, la stagione
musicale "Il Suono dell'Olimpico".
Per questo primo appuntamento
l'orchestra eseguirà il Requiem K626
di Wolfgang Amadeus Mozart, il
capolavoro incompiuto del genio
salisburghese che, per l'occasione,
sarà dedicato alla memoria di Papa
Giovanni Paolo II. "Abbiamo scelto
questo brano anche per il suo significato profondo - spiega il direttore
artistico Giancarlo De Lorenzo - : con
la Messa da Requiem, Mozart
affronta infatti il tema universale
della vita e della morte, della lotta tra
il bene e il male che appartiene ad
ogni cultura e ad ogni credo. Un
tema particolarmente
forte per il mondo cristiano nella settimana
che precede la Pasqua".
La sera prima (sabato
31), in Piazza dei
Signori, appuntamento
con il gospel di Cheryl
Porter e del suo coro
International Gospel
Messengers. Il concerto,
la cui partecipazione è
gratuita ed aperta a tutti,
è la conclusione delle
manifestazioni diocesane per la 22°
Giornata Mondiale della Gioventù.
Sempre sabato 31, ma al teatro
Remondini di Bassano del Grappa,
alle 21, il MozArt Enemble propone
il concerto "Flauto Magico in Jazz".
Sul palco si incontreranno due formazioni musciali, una Jazz e l'altra
classica, che interpreteranno liberamente i brani della celebre opera.
Ingresso 12 Euro.
Danza. Domenica 1 aprile alle ore, in
Fiera, nuovo appuntamento con
Vicenza danza. È la volta di un classico del repertorio romantico come
"Paquita", nella spettacolare versione dell'argentino Inaki Urlezaga
Ballet.
22
tempo libero
31 MARZO 2007
Popcorn. Il successo cinematografico tratto dai fumetti di Frank Miller è una lezione sulla nobiltà della guerra premoderna
Termopili, un'epopea da cui imparare
DI GIULIANO CORÀ
Per capire perché
c'è ancora chi
crede alle Brigate
Rosse, rileggete le
recensioni di 300.
Molte
saranno
negative, tacciandolo di 'fascista' e 'machista', a
riprova che la colonizzazione
marxista della cultura e delle
menti non è morta, e come può
accecare la comprensione di
questo capolavoro, così può
ancora convincere qualcuno che
il sol dell'avvenire sia dietro
l'angolo, raggiungibile a colpi di
mitra. Proviamo dunque a guardarlo, questo film, commovente
ed emozionante come pochi.
Già a scuola avevamo appreso il
mito di quel manipolo di eroi
che, nel 480 a.C., morirono per
era
'naturale',
anche la guerra.
Certo, il sangue
scorreva a fiumi nel
mondo antico, ma è
anche vero che
quando si uccideva
un nemico lo si
doveva fare di persona, con le proprie
mani, e lo si doveva
Il film è tratto dai fumetti di Miller. Non a caso gli effetti vedere e sentire
speciali donano un tratto pittorico
morire; costringenfermare l'esercito persiano lan- do l'individuo a 'prender
ciato alla conquista della Grecia coscienza' di ogni atto di violene dell'Europa. 300 li illumina za commesso. Ogni guerriero
dello splendore dell'epos, rievo- uccideva 'un' nemico alla volta,
cando un tempo in cui si com- poteva contarli, incidere delle
batteva per "l'onore e il rispet- tacche sul dorso della spada,
to", per la moglie e i figli, per i 'ricordarli'. Chi conta, oggi, i
vecchi rimasti a casa, per i morti di uranio impoverito,
campi di grano, per il pozzo del- annichiliti dalle superbombe,
l'acqua: valori 'elementari', 'pri- inceneriti a Hiroshima? Le solumitivi', premoderni. Allora tutto zioni estetiche adottate dal gio-
vane Zack Snyder (L'alba dei
morti viventi) sono funzionali
all'ispirazione. I filtri trasformano i corpi in statue, i paesaggi in
sfondi mitici, i cieli nel basso
continuo di una ballata epica.
L'uso particolare del ralenti e
del fermo immagine stacca individui e azione dal contesto per
farne bassorilievi dall'emozio-
nante intensità. La voce narrante sembra quella dell'aedo attorno al fuoco. Ancora una volta, il
cinema americano conferma la
sua eccezionalità, se non - spesso - la sua superiorità. Sarebbero
così simpatici, gli Americani, se
invece di basi in giro per il
mondo si limitassero a piazzare
i loro film…
I 300: dai libri di storia sbarcano nei cinema
Sul comodino. Nell'ultimo libro di John Updike le contraddizioni di un'America lacerata e inquieta. In cui l'integrazione è ancora lontana
I dolori del giovane Ahmad, aspirante terrorista
DI GIOVANNI MAGALOTTI
Il
diciottenne
Ahmad
Mulloy
Ashmawy, di madre
irlandese e padre
egiziano, vive a New
Prospect una cittadina del New Jersey. Studente
modello per impegno ed esiti, vive
costantemente isolato dai suoi
coetanei: questi lo respingono, per
le sue origini e per la sua fede
musulmana, ed egli stesso si tiene
lontano da loro, per l'assoluta
mancanza di valori autentici che
gli sembra di scorgervi. Per
Ahamad hanno invece grande
importanza le parole di Shaik
Rashid, imam della moschea locale, che con il suo rigore integralista
lo guida spiritualmente.
E mentre un consulente
della scuola, l'ebreo
Jack Levy, tenta generosamente di indirizzare il ragazzo verso
limpidi orizzonti, le
convinzioni
di
Ahmad iniziano a
prendere una brutta
piega.
L'ultimo romanzo di John Updike,
uno fra i massimi scrittori americani contemporanei, è un ritratto
problematico all'America post-11
settembre, in cui l'intolleranza,
fomentata sia dalla paura sia da un
pregiudizio negativo diffuso, è
ormai un male incurabile. Si tratta
di una nazione lacerata internamente che prova a mascherare,
dietro una facciata di
perbenismo e serenità,
le sue inquietudini più
profonde, senza mai
riuscire ad affrontarle
veramente.
Dato anche il ritmo narrativo piuttosto diluito,
soprattutto nella prima
parte, il romanzo non si
presenta sempre di agevole lettura. Ma lo sguardo
dell'autore, che a tratti pare coincidere con quello disilluso di Levy,
sa restituire con rimarchevole profondità, grazie anche a una sensibile resa espressiva, i conflitti
interni di ciascun personaggio
principale: "Secondo Jack Levy
l'America è tutta lastricata di uno
spesso strato di grasso e catrame,
un pasticcio vischioso che va
dall'Atlantico al Pacifico e nel
quale siamo tutti intrappolati.
Nemmeno nella nostra magnifica-
ta libertà c'è poi tanto di cui gloriarsi […]".
John Updike, Terrorista,
Guanda, 304 pp., € 15
Vicenza Più Viva:
finalmente la buona notizia
È la rubrica che mancava in città: una pagina dove ogni settimana i
vicentini potranno annunciare la gioia di un figlio, la celebrazione di
un matrimonio, il conseguimento della laurea. Perciò forza genitori,
sposini e neo-laureati: chiamando al numero 0444 923362 o inviando
un'e-mail all'indirizzo [email protected] potrete dare a
Vicenza una buona notizia… in Più.
Tanti auguri!
I compleanni della settimana
Tanti auguri Laura
Quando nacque questa
creatura fuori continuava
a piovere...
Il cielo piangeva la sua
stella più bella.
Tanti auguri piccola,
Alex Mattiello
Tanti auguri Tiziana
Alla mitica Tiziana tanti auguri di buon compleanno.
Un bacione,
Eleonora, Giulio, Letizia, Rina, Erica, Manuele
Sommiamo relazioni. Sottraiamo ostacoli. Moltiplichiamo idee. Condividiamo esperienze.
26-28 Salus - Salone della salute e del benessere
FEBBRAIO
10-18 Luxury & Yachts - Salone internazionale del lusso
10-18 Nauticshow - Salone internazionale della nautica
15-18 Legno & Edilizia - Mostra internazionale sull’impiego del legno nell’edilizia
23-25 Forum “Il nuovo club” - International congress & trade show for fitness, wellness and acquatic clubs
MARZO
29/3-2/4 Vinitaly - Salone internazionale del vino e dei distillati
29/3-2/4 Enolitech - Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie
olivicole ed olearie
29/3-2/4 Sol - Salone internazionale dell’olio d’oliva extravergine di qualità
29/3-2/4 Anteprima Agrifood - Laboratorio per il salone internazionale dell’alimentare made in Italy
APRILE
17-19 Pte Expo - Progetto Terza Età - Fiera e congresso delle tecnologie, prodotti e servizi per la terza età
19-21 Greenbuilding - Mostra e convegno internazionale su efficienza energetica e architettura sostenibile
19-21 Solarexpo - Mostra e convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita
MAGGIO
5-9 Siab - International techno-bake exhibition
10-12 Saldat - Mostra convegno della saldatura e taglio
16-17 Automotive Dealer Day - Informazione, strategie, strumenti per la commercializzazione
automobilistica
25-27 Veronafil 1 - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila
25-27 Verona Mineral Show Geo Business
GIUGNO
5-8 Pulire - Mostra internazionale delle produzioni e delle tecnologie per le attività dell’igiene ambientale
14-16 Saloni della verniciatura 2007: Polveri, Cleantech, Ecocoating
Mostre convegno sui prodotti, servizi e tecnologie di verniciatura e altri trattamenti superficiali
SETTEMBRE
20-24 Abitare il Tempo - Giornate internazionali dell’arredo
8-11 Fieracavalli - Fiera internazionale dei cavalli e salone delle attrezzature e delle attività ippiche
17-20 Agrifood - Salone internazionale dell’alimentare made in Italy
21-24 Bus & Bus Business - Salone internazionale del trasporto in autobus
22-24 Job & Orienta - Scuola, orientamento, formazione e lavoro
23-25 Big Buyer - Mostra convegno del settore cartoleria e cancelleria di prodotti ufficio/casa/scuola
per grandi compratori italiani ed esteri
23-25 Cartoshow - Mostra di prodotti e servizi per il mondo della cartoleria
DICEMBRE
*** Model Expo Italy - Fiera del modellismo
*** Elettroexpo - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica informatica
*** Data da definire
MANIFESTAZIONI ALL’ESTERO
15 Vinitaly India - Mumbay - Salone dei migliori vini italiani
Gennaio
17-18 Vinitaly India - New Delhi - Salone dei migliori vini italiani
Gennaio
23-25 Marmomacc USA / Stonexpo East - Mostra internazionale di marmi, pietre e tecnologie
Marzo
17 Samoter Tour Polonia - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali
Maggio dell’edilcantieristica
Giugno Samoter Tour Russia - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali
dell’edilcantieristica
4-5 Vinitaly Russia - Mosca - Salone dei migliori vini italiani
Giugno
7 Vinitaly Russia - San Pietroburgo - Salone dei migliori vini italiani
Giugno
Settembre Fieragricola Eastern Europe Tour - Raid di 4.500 km con trattori e macchine agricole attraverso
Italia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Italia
Ottobre Vinitaly - US Tour - Salone di vini, olio d’oliva e prodotti tipici italiani
Novembre Marmomacc USA / Stonexpo - Mostra internazionale di marmi, pietre e tecnologie
8 Samoter Tour Romania - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali
Novembre dell’edilcantieristica
Novembre Vinitaly Japan - Salone dei migliori vini italiani
Novembre Vinitaly China - Salone di vini, olio d’oliva e prodotti tipici italiani
CALENDARIO SUSCETTIBILE DI VARIAZIONI
IN COLLABORAZIONE CON
www.veronafiere.it
HANNO DETTO
"In Italia quella tra cittadino e
legalità è una relazione sofferta,
la cultura di questo Paese di corporazioni è basata soprattutto
su due categorie: furbizia e privilegio. (…) Di legalità non c'è
n'è abbastanza. Sono molti, per
fortuna, coloro ai quali interessa
la legalità (…) Ma non sono
ancora abbastanza. E soprattutto, hanno una scarsissima rappresentanza, non trovano voce
sufficiente. In alcuno dei due
schieramenti".
Gherardo Colombo
Il Corriere della Sera 17 marzo 2007
"E' una democrazia quella in cui
un senatore non è libero di votare secondo coscienza? Se i parlamentari sono solo degli schiaccia bottoni, allora è meglio
tenerli a casa".
Franco Turigliatto
Corriere Magazine 22 marzo 2007
"Anche se ignorato e negato
dalla nostra cultura, il bisogno
di una perdita temporanea di
coscienza continua a esistere
anche oggi e collega le nostre
vite a quelle vissute in periodi
ancestrali della nostra storia di
uomini. (…) I ragazzi si accontentano delle strutture semplici
dell'heavy metal, un'arma totale
per raggiungere l'abbandono
attraverso il volume e il ritmo
forsennato".
Mauro Pagani, musicista
La Repubblica 23 marzo 2007