Storia della posta - Dipartimento di Scienze politiche e internazionali

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Storia della posta - Dipartimento di Scienze politiche e internazionali
Storia della posta
La comunicazione postale
• La necessità di comunicare fu comune a tutte
le civiltà antiche, che in modi diversi attivarono
sistemi più o meno organizzati di recapito
postale.
• Inizialmente si utilizzarono tavolette di
materiale duro (metallo, ceramica o osso)
spalmate di cera, successivamente si ebbe
l'introduzione del papiro scritto con materiale di
provenienza vegetale.
Il cursus publicus
• In occidente, con gli antichi romani si registra la
nascita del “cursus publicus”, primo sistema di
posta “statale”.
• Il trasporto della posta era organizzato con dei
carri che avevano bisogno di punti di appoggio
per il ristoro e il cambio dei cavalli.
• Nacquero così le prime stazioni di posta.
La Tavola Peutingeriana
• Secondo la ricostruzione ad opera della Tavola
Peutingeriana la rete postale e viaria romana
era formata da 200.000 km di strade, che
consentivano un inoltro rapido di tutte le
informazioni.
• Per consegnare una missiva i “cursores”, ossia i
“corrieri” potevano percorrere 270 km in 24 ore.
La posta dei Romani
• La Tavola
Peutingeriana è una
copia del XII-XIII
secolo di un'antica
carta romana, che
mostrava le vie
militari dell’Impero.
Parte della Tavola
Peutingeriana sui Balcani
Il medioevo
• Nel medioevo, la mancanza di un ente centrale che
curasse l'organizzazione, portò all’abbandono del
“cursus publicus” .
• La presenza di più stati frammentati, il continuo
stato di guerra, causarono l’abbandono della
manutenzione stradale e l'impossibilità di mantenere
un sistema efficace di posta.
• La manutenzione stradale rimase in mano alle
comunità, soprattutto a piccole realtà religiose e
commerciali.
La posta nel Medioevo
• I sistemi postali si basarono soprattutto sulla
rete dei monasteri e delle università, ma anche
dei commercianti come quella tedesca dei
“metzerpost” ossia “posta dei macellai”.
• Enrico IV d'Inghilterra nel XV secolo introdusse
il "Post Office" per consentire ai suoi
messaggeri reali il cambio dei cavalli. Questi
"uffci postali" divennero efficienti grazie alla
capillarità sul territorio che li caratterizzava.
Rinascimento e Nuovo mondo
• Nel Rinascimento, con l'intensificarsi dei
commerci, anche il sistema postale fu
incrementato.
• Nei primi decenni del XVI secolo iniziava la
necessità di comunicare con il "nuovo
continente": la scoperta dell'America e i
primi presidi insidiatisi erano motivo di inizio
della posta "transatlantica".
• La posta veniva quindi imbarcata sui
galeoni diretti verso l'America centrale che
era divenuta epicentro degli interessi
commerciali delle grandi potenze europee.
XVII e XVIII secolo
• Nel 1620 Ottavio pubblica il "Nuovo itinerario delle
Poste per tutto il Mondo": la più ricca informazione
disponibile sulle rotte postali europee.
• Nel corso del 1700 le poste europee vengono
gradualmente assorbite dagli Stati, che si riservano
l’esclusiva sul servizio postale sia per migliorare il
servizio sia per avere maggiori entrate, sia
soprattutto perché la trasmissione delle informazioni
era fondamentale.
Gran Bretagna e Francia
• Nel 1661 in Gran Bretagna il direttore delle Poste, con l'intento
di controllare i ritardi sul recapito della corrispondenza,
introdusse il timbro postale. I timbri erano fabbricati in legno e
indicavano il giorno ed il mese sottolineando in questo modo la
partenza della corrispondenza.
• In Francia durante la rivoluzione, venne emanata la legge del 22
dicembre 1789 che dava all'organizzazione della posta un
assetto statale suddividendola in territori di competenza
contraddistinti da numeri progressivi.
• Nel novembre del 1799 Napoleone, a seguito delle nuove
conquiste di territorio si trovò costretto a riformare i dipartimenti
espandendoli.
I piccioni viaggiatori
Il piccione viaggiatore può volare alla velocità di 50/100 km all'ora
e può coprire distanze di 1000 km al giorno.
La loro grande capacità di orientamento è conosciuta fin dal 3.000
a.c. Circa.
Veniva utilizzato dai sumeri, egizi e greci.
Giulio Cesare fece uso di questi messaggeri nella conquista di
Gallia.
In tempi più recenti anche Julius Reuter (fondatore dell'agenzia di
notizie internazionale Reuter), all'inizio utilizzò i piccioni viaggiatori.
La prima agenzia di stampa
• Il tedesco Paul Julius Reuter (1816-1899) intraprese
nel 1850 un servizio di trasmissione di notizie tra
Aquisgrana e Bruxelles utilizzando i piccioni
viaggiatori. Da Aquisgrana poi le notizie venivano
comunicate a Berlino con il telegrafo.
• Nel giugno 1851 si trasferì a Londra e nell'ottobre dello
stesso anno aprì un ufficio per la trasmissione
telegrafica delle quotazioni di borsa tra Londra e
Parigi con cavo telegrafico che stava per essere
installato sotto la Manica.
L'ottocento: invenzioni e problemi
Nei primi anni del 1800 Londra, su progetto
dell'ingegnere scozzese William Murdoch introduceva
la posta pneumatica che venne poi sviluppata dalla
"London Pneumatic Dispatch Company".
Nel 1836 l'epidemia di colera che colpì l'Europa fece
sì che gli uffici postali si dotassero di attrezzi per la
"disinfezone" della corrispondenza in quanto la carta
venne considerata come materia di trasmissione del
contagio. La posta veniva così disinfestata per
"fumigazione" e molte lettere arrivate a noi da quel
periodo portano ancora i segni di questa pratica.
Pony Express e Unione generale
• Nel 1860, il 3 aprile nasceva negli U.S.A. il servizio Pony
Express. Compito del servizio era quello di far viaggiare
velocemente la posta dall'est all'ovest del paese. Le missive
erano affrancate con francobolli ordinari da 10 o 12 centesimi a
cui veniva aggiunta una etichetta di sovraprezzo. Tra i
leggendari postini che operavano alla Pony Express vi fu Buffalo
Bill.
• Nel 1874 venne creata l'Unione Generale delle Poste, che
collegava le amministrazioni postali dei vari Stati (inizialmente
21 di Europa e Stati Uniti) e permetteva di integrare i servizi
svolti tra di loro. Nel 1897 si trasforma in Unione Postale
Universale con l'apporto di nuovi Stati.
La posta in Italia
• Le poste del Regno d’Italia nacquero nel dicembre
1860 e il primo direttore fu il conte Giovanni Barbavara
di Gravellona. Ebbero una organizzazione mutuata da
quella del Regno di Sardegna: nei primi anni di
unificazione, infatti, la corrispondenza era talvolta
affrancata sia con valori piemontesi che con quelli del
territorio occupato.
• Caposaldo della nuova riforma postale seguita all'unità
nazionale fu l'introduzione del monopolio di stato con il
quale si metteva il servizio al riparo dalla concorrenza
delle aziende private. Obiettivo principale era il
raggiungimento di una distribuzione capillare in tutto il
territorio nazionale con l'uso di una tariffa unificata.
La diffusione del servizio postale
• Agli inizi del 1880 gli uffici postali presenti sul territorio
nazionale erano aumentati del 50% fino a raggiungere la
cifra di 4000 unità.
• Con il procedere dell'alfabetizzazione della nazione l'uso
della posta divenne sempre più ambito anche dai cittadini
meno abbienti e lentamente si avviò ad un uso di massa.
• Nel 1881 nacque in Italia il servizio pacchi postali.
• Nel 1889 nacque il Ministero delle Poste e Telegrafi che si
dotò di una rete capillare di uffici dove era possibile, oltre
alle funzioni prettamente postali, anche fare telefonate e
gestire il risparmio.
I piroscafi postali
• Nel 1873 il crescente aumento
dell'emigrazione italiana verso
le Americhe rese necessaria la
creazione di una linea postale
sovvenzionata e nacque la
linea della compagnia
Lavarello.
• I piroscafi impiegavano 24
giorni per consegnare la posta
da Genova a Montevideo e 25
giorni per consegnarla a
Buenos Aires.
La prima guerra mondiale
• Durante la Prima guerra mondiale
l'Italia fu costretta a istituire un
servizio postale straordinario tra i
cittadini al fronte e il resto della
popolazione.
• Il flusso postale era di circa un
milione di documenti al giorno.
Bologna divenne la sede dell'ufficio
centrale per lo smistamento della
posta di guerra.
• Nel 1917 fu inaugurato il servizio di
Posta aerea e negli anni ’20 iniziò il
trasporto su mezzi gommati, che
potevano eseguire lunghi percorsi
anche non serviti dalle ferrovie.
La posta nel ventennio
• Nel 1921 il personale lavorativo delle poste era
arrivato alle 50.000 unità. Con l'avvento del
Fascismo si ebbe un tentativo di
razionalizzazione del personale che fece calare
gli addetti a 34.000 unità nel 1936.
• Furono introdotti i "collettori rurali“, che erano
postini operativi in ambienti agricoli svolgenti
lavoro di consegna e ricezione della posta a
domicilio.
Il Ministero delle Comunicazioni
• Furono costruiti molti palazzi delle poste e il ministero
delle Poste e telegrafi il 3 maggio 1924 si trasformò in
ministero delle Comunicazioni, competente anche per la
marina mercantile, la radio e le ferrovie.
• Il ministro Costanzo Ciano disse: “le mie spalle sono
gravate dal francobollo al transatlantico, dal
transatlantico alla locomotiva".
• In questo periodo, come ogni altra forma di
comunicazione, la posta fu sottoposta a una forte
censura.
Palazzo delle poste di
Palermo di Angiolo Mazzoni
Dal secondo dopoguerra
• Dopo la seconda guerra mondiale si dovette provvedere alla
ricostruzione degli uffici postali e delle infrastrutture di
trasporto. Si dovette inoltre riorganizzare i servizi postali
gettati nel caos dagli eventi bellici.
• Le Poste crebbero anche nel valore delle operazioni
finanziarie, perfezionando i servizi di risparmio (con i famosi
libretti), con le emissioni di titoli, e acquisendo a scapito del
sistema bancario pressoché tutti i pagamenti e le riscossioni
dello Stato.
• Nel 1967 si introduce il Codice di Avviamento postale.
• Negli anni Novanta Poste italiane da Amministrazione
Autonoma divenne ente pubblico economico, prevedendo
inoltre un ulteriore passaggio a S.p.A. entro il 1996
(concretizzatosi poi il 28 febbraio 1998).
Il francobollo
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I francobolli, utilizzati per semplificare il pagamento delle
spedizioni, nacquero nel 1840 in Gran Bretagna.
In Italia vennero introdotti a partire dal giugno 1850 nel
Regno Lombardo-Veneto, dal gennaio 1851 nel Regno di
Sardegna, dall'aprile 1851 nel Granducato di Toscana,
dal gennaio 1852 nei Ducati di Modena e Parma, dal
1858 nel Regno delle Due Sicile.
Il francobollo è stato stampato ad hoc per particolari
celebrazioni ed è da sempre oggetto di collezionismo.
La cartolina postale
• Con la fine del Settecento, l’uso di lasciare su un cartoncino
stampato e decorato dei complimenti o degli auguri si diffuse in
tutta Europa e anche in America
• In seguito questi cartoncini ebbero una evoluzione come
cartoline postali, proposte in Germania nel 1865, ma utilizzate per
la prima volta dalle poste austro-ungariche nell’ottobre 1869.
• La cartolina postale, detta anche intero postale perchè già
comprensiva dell'affrancatura rappresentata da un'impronta a
stampa di un francobollo, in Italia venne utilizzata dal gennaio
1874; era un cartoncino di cm. 11,5 x 8.
Come era composta la cartolina postale
• Nel lato anteriore, destinato
all'indirizzo, all’interno di una
cornice, vi era il francobollo
prestampato con l'effige del
Re Vittorio Emanuele II, lo
spazio per il bollo, e la scritta
cartolina postale; sotto la
scritta il valore della cartolina
e cioè “10 cent.” e sotto a
questa lo stemma sabaudo
senza decorazioni; il lato
opposto era dedicato alla
corrispondenza.
Cartoline postali decorate e personalizzate
Nel 1877 le cartoline postali cominciarono a essere decorate con
un trofeo di bandiere attorno allo stemma sabaudo; il formato era
di cm. 13,8 x 7,8.
Nel Congresso Mondiale dell'Unione Postale Universale del 1878,
vennero fissate le dimensioni massime accettate come standard e
cioè cm.14x9.
Cartoline commemorative
• La fase successiva che trasformò la cartolina
postale in cartolina illustrata, fu la nascita delle
cartoline commemorative, che si possono
dividere in: Ufficiali, emesse
dall’Amministrazione Postale, e in semi-ufficali
private, emesse da organizzazioni o comitati
promotori di importanti manifestazioni per lo più
di carattere nazionale con il placet
dell’Amministrazione postale stessa.
Cartoline illustrate
• Dal 1870 circa, si
diffusero soprattutto in
Germania le "gruss aus",
che in tedesco significa
"saluti da".
• Si trattava di cartoline
riportanti dei "collage"
litografici rappresentanti
luoghi di interesse storico
o turistici.
.
Le cartoline autorizzate dal governo
• Le “grauss aus” si diffusero
anche in Italia dal 1885 come
"cartoline autorizzate dal
Governo".
• Si trattava di cartoline postali
illustrate con disegni
monocromatci prima, e con
riprese fotografiche poi, che
potevano viaggiare con una
affrancatura da 10 centesimi, e
cioè a tariffa ridotta, come da
decreto dell’agosto 1889.
La cartolina fotografica
• Le prime cartoline illustrate
autorizzate dal Governo, furono
realizzate dall'editore Danesi di
Roma, e raffiguravano monumenti o
scorci panoramici delle più
importanti città d'Italia.
• Col diffondersi della fotografia, la
cartolina illustrata venne adottata
da tutti i centri, grandi e piccoli, e
dai paesi. Per i piccoli centri,
l'iniziativa venne presa da persone
che avevano pubblici esercizi.