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47 ENOGEA - II SERIE - N. 50 GLI IMPORTATORI XX TAPPA: PRETZHOF SELECTION PT.1 di Francesco Falcone Creato dall’esperto Karl Mair nel 2005 ed esclusivamente dedicato ai vini di Austria e Germania, il catalogo della Pretzhof Selection è un punto di riferimento per gli appassionati italiani. In questo numero i Riesling tedeschi, nel prossimo spazio ai grandi nomi austriaci. Se fossi Hayao Miyazaki Se, mettiamo il caso, fossi il grande Hayao Miyazaki, mi divertirei ad animare il mondo dei vitigni. E sceneggerei una storia sportiva, una grande partita di calcio fra le due più formidabili selezioni mondiali: da una parte quella dei bianchi e dall’altra quella dei rossi. A ogni grande varietà darei il suo ruolo: il Sauvignon, per esempio, è l’attaccante che tutti vorrebbero (rapido e incisivo), lo Chardonnay il regista che dà equilibrio ai reparti (concreto e lucido) e tra i rossi, il Nebbiolo avrebbe le qualità del grande portiere: stazza fisica, agilità e carattere. Il Riesling, invece, di quella squadra dei sogni sarebbe il fantasista, l’uomo in più dal tocco magico, il primo violino che suona una melodia tutta sua mentre l’orchestra segue lo spartito. Sarebbe il tipo di giocatore al quale, durante la riunione tecnica prima del match, nulla si impone: il fenomeno per eccellenza, eterodosso e senza regole, con i suoi tempi e le sue “lune”. Il giocatore fuori scala, insomma, l’essere ultraterreno che ammutolisce gli stadi con il piede ammaliatore, ergendosi ad antidoto contro l’omologazione. Il fuoriclasse dal piede fine e dal cervello acuto che in una frazione di secondo pensa a decine di soluzioni tattiche. Spiazzandoti sempre. Karl Mair, passione e disciplina Karl Mair, nome da sciatore e “physique du rôle” da attore navigato, non è un grande esperto di calcio, però lo è del Riesling, eccome se lo è. Se n’è innamorato un quarto di secolo fa e da allora è una lunga, interminabile luna di miele: merito soprattutto della sua bevibilità (<<un grande vino deve essere facile da bere, fresco e dissetante, non solo complesso, e il Riesling è l’unico bianco al mondo in grado di coniugare le due cose>>) e della sontuosa capacità che ha di crescere e di conservarsi: <<spesso si bevono rapidamente perché sono vini golosi, però a stapparli dopo molti anni di bottiglia, anche le selezioni meno costose, si rimane senza parole: ne escono trasformati, ma senza perdere la giovanile freschezza>>. Karl, il titolare della Pretzhof Selection, è un raffinatissimo intenditore di bianchi nordici: in Italia pochi possono vantare altrettanta competenza sull’argomento. Merito come detto di una straordinaria passione, ma soprattutto di una ferrea cultura del lavoro, che lo porta a frequentare, da decenni - e almeno due volte l’anno - i paesi dove l’uva dà il meglio di sé: la Germania e Austria. Scrivo da decenni perché nonostante faccia l’importatore solo da poche stagioni, Karl si occupa da trent’anni di ristorazione e di vino al maso Pretzhof, la bellissima e panoramica azienda di famiglia immersa tra i pascoli e le rocce dolomitiche dell’Alta Valle Isarco. Un luogo già conosciuto e apprezzato da tanti specialisti e operatori italiani, ma a mio avviso meno di quanto meriterebbe: qui convivono, in teutonica armonia, l’osteria, l’enoteca, la stalla e il piccolo caseificio, e qui sostano, perfettamente conservati, i tanti vini del catalogo, acquistabili oltretutto anche al dettaglio. Un catalogo per tutte le tasche Un catalogo dedicato solo ai vini austriaci (che prenderemo in rassegna sul prossimo numero della rivista) e a quelli tedeschi, protagonisti di queste pagine attraverso Riesling per tutte le tasche e per tutti i palati, firmati però solo da grandi interpreti. Dönnhoff nella Nahe (l’unico distribuito senza un patto di esclusiva), Zilliken nella Saar, Witmann in Assia Renana, Dr. IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION 48 ENOGEA - II SERIE - N. 50 Bürklin-Wolf nel Palatinato, Reinhold Haart nella Mosella Centrale e Peter Jacob Kühn nel Rheingau sono i più famosi a livello mondiale, ma anche Eva Clüsserath, Steffen Christmann e Sebastian Schäfer, per quanto meno frequentati dai bevitori italiani, sono ugualmente importanti nelle rispettive regioni viticole. Vi invito, infine – e questa volta più che mai - a entrare nello splendido sito della Pretzhof Selection, impeccabile nella grafica, facile da consultare e prolifico di informazioni sui produttori, sulle singole referenze importate e sul panorama enoviticolo di Austria e Germania: www.pretzhofwine.com Breve profilo Karl Mair, classe 1960, è attivo nel mondo dell’importazione e della distribuzione dall’inverno del 2005. Come scritto in precedenza, frequenti e approfondite ricognizioni sul campo gli hanno permesso di confrontarsi con tanti produttori di Austria e Germania (di cui è spesso amico, prima ancora che collaboratore commerciale) e di costruirsi una fondamentale visione d’insieme sulla realtà viticola dei due paesi, gli unici a essere rappresentati nel listino aziendale. Un listino che Karl ha via via ampliato fino a giungere all’attuale configurazione, che al momento conta su venticinque dei più grandi nomi di Austria e Germania, importati con un patto di esclusiva (salvo poche eccezioni) e distribuiti in molte regioni italiane attraverso una robusta rete vendita. Vendita che viene effettuata anche al dettaglio (e anche per i non professionisti) sia presso l’enoteca del Maso Pretzhof, sia con rapide spedizioni effettuate in tutta Italia tramite corriere espresso (in ogni caso, per saperne di più sulle modalità di acquisto a distanza, vi consiglio di contattare Markus Saxl, responsabile della logistica, al suo indirizzo di posta elettronica: [email protected]). La sede degli uffici, i depositi per lo stoccaggio e le sale di degustazione si trovano presso l’azienda agricola Pretzhof, un maso millenario insediato sulle alture montane del comune di Val di Vizze, oltre i 1300 metri di quota (poco meno di venti chilometri da Vipiteno), dove ogni anno vengono regolarmente organizzate delle bellissime degustazioni per appassionati e operatori. La Germania in dodici punti 1) Presente quasi prevalentemente nel settore sud-occidentale della Germania, la viticoltura tedesca si sviluppa all’interno di un ipotetico triangolo verticale, i cui vertici corrispondono alle città di Friburgo a sud, Francoforte a nord e Stoccarda a est. La superficie vitata, in espansione negli ultimi tempi, è di poco superiore ai 100.000 ettari, meno di 15.000 metri quadrati per ciascun viticoltore coinvolto (80.000 secondo le stime più recenti). Nelle annate più regolari si ottengono nove milioni di ettolitri di vino, una fetta importante del quale è tuttavia venduto nel circuito nazionale come Tafelwein e Landwein. 2) Il riesling, l’unica varietà presa in considerazione per questo articolo (sebbene nel catalogo di Mark Mair siano presenti anche altri vini e altri vitigni), è l’uva più coltivata in Germania (oltre il 20% del totale, quindi 20.000 ettari circa, ovvero il 60% del riesling piantato sull’intero pianeta). A ruota, di un’incollatura, segue il müller thurgau. 3) La piattaforma pedologica della Germania viticola è molto ampia, sebbene l’origine di molte aree sia vulcanica e la matrice di molti terreni porfidica o granitica. Entrando più nel merito, è bene sapere che ci sono anche suoli ricchi di ardesia blu (una costante in Mosella), così come di ardesie e scisti rossi, frequenti nella Nahe e nel Palatinato. Esistono anche terreni marnoso-arenacei, in particolare nel Palatinato (e in parte nel Rheingau) e suoli ricchi di loess, un sedimento di matrice sabbiosa comune in molte posizioni del basso Rheingau. Dal punto di vista agronomico, quella del riesling è una vite vigorosa e molto produttiva, resistente ai climi invernali particolarmente rigidi, tardiva nel germogliamento (dopo metà aprile) quanto nei tempi di raccolta (da metà ottobre a metà novembre, e anche dopo per i vini dolci). È in genere allevata in collina (a quote oscillanti tra i 90 e i 300 metri s.l.m.), su pendenze importanti e ben esposte, con il tipico sistema del doppio capovolto (due tralci piegati verso il basso a forma di cuore). 4) La legislazione del vino tedesco, tra le più complesse d’Europa, classifica il vino in base al peso del mosto, qui espresso in gradi Oechsle (1 grado Babo = 4,98z gradi Oechsle = 10 grammi di zucchero) e solo successivamente in base alla provenienza regionale. I vini più semplici sono i Tafelwein (il comune vino da tavola) e i Landwein (vino da tavola con indicazione di provenienza nazionale). 5) Su un gradino sensibilmente superiore si piazzano i QbA (Qualitätswein bestimmter Anbaugebiete), categoria nella quale rientra la maggior parte del vino tedesco di qualità, prodotto in versione secca (trocken), semi-secca (halbtrocken) e abboccata (feinherb). Le uve utilizzate per la produzione di vini QbA (per i quali è ammesso lo zuccheraggio, a differenza dei QmP che vedremo al punto 3) devono provenire da una delle tredici regioni vinicole ufficiali e possono essere commercializzati solo dopo aver superato un esame di controllo da parte degli organi regionali preposti. In ogni caso la legge definisce che i valori minimi di potenziale zuccherino del mosto in vinificazione devono essere compresi tra i 50 e i 72 gradi Oechsle, a seconda del vitigno utilizzato e della regione di origine. 6) Al vertice della piramide vitivinicola nazionale si inseriscono i Prädikatswein o QmP (“Qualitätswein mit Prädikat”), vini di altissima qualità (predicato è sinonimo di “attributo superiore”) che devono soddisfare i più alti requisiti richiesti dal legislatore in termini di maturità delle uve e di ricchezza zuccherina, nonché di armonia ed eleganza. La categoria dei “Prädikat” prevede la seguente scala in ordine crescente di peso del mosto alla raccolta: Kabinett (da 67 a 82 gradi Oechsle: letteralmente significa “vino da dispensa”; di norma si tratta di bianchi amabili, leggeri, con un residuo di solito mai superiore ai 40 grammi/litro e una gradazione alcolica inferiore agli 8 gradi); Spätlese (da 76 a 95 gradi Oechsle: letteralmente significa vendemmia tardiva; di norma si tratta di bianchi piuttosto dolci, maturi ed eleganti il cui residuo zuccherino può superare i 70 grammi/litro); Auslese (da 83 a 100 gradi Oechsle; letteralmente significa: vendemmia da grappoli selezionati; di norma si tratta di bianchi molto dolci - ottenuti da una rigorosa selezione dei grappoli migliori in fase di vendemmia - il cui residuo zuccherino può facilmente superare i 100 grammi/litro); Beerenauslese (da 110 a 128 gradi Oechsle; letteralmente significa: vendemmia da acini selezionati; di norma si tratta di vini dolcissimi, segnati dalla presenza di muffa nobile, viscosi e aromaticamente esuberanti, dal residuo zuccherino elevatissimo, spesso superiore ai 2000 grammi/litro); Trockenbeerenauslese (da 150 a 154 gradi Oechsle; letteralmente significa: vendemmia da acini appassiti selezionati; in questo caso il termine “appassito” si riferisce all’acino infavato e 11) Più delicata, invece, è la regolamentazione dei Troken ottenuti nella categoria QmP, vini ottenuti da uve molto mature e imbottigliate con un residuo zuccherino marginale (la legge impone un limite massimo di 9 grammi/ litro): a partire dalla vendemmia 2012, infatti, la VDP ha proibito l’indicazione del predicato per questa tipologia (oggi sempre più frequente nei listini aziendali). Pertanto le etichette sul mercato riportanti la dicitura “Kabinett trocken”, “Spätlese trocken” o “Auslese trocken” sono gradualmente destinate a scomparire. Per chi lo ignorasse, la VDP (Verband Deutscher Prädikatsweingüter) è un’associazione di produttori di qualità fondata nel 1910, il cui scopo è di proteggere la cultura e il patrimonio vitivinicolo tedesco, di garantire la più elevata qualità dei vini provenienti dalle vigne dei produttori associati (circa 200) e di promuovere un modello di viticoltura sostenibile. 12) In ultimo, due parole sul futuro. Una recente classificazione delle vigne voluta fortemente dalla VDP, risalente a una decina di anni fa e già pienamente utilizzata da molti produttori, prende a modello la nozione borgognona di “climat”, premiando i migliori cru dei singoli distretti e, va da sé, mettendo in discussione il “primato” del peso zuccherino del mosto (finora parametro fondamentale per definire la gerarchia qualitativa del Paese). Il lavoro di mappatura, non ancora ufficiale (lo sarà probabilmente a partire dalla vendemmia 2014), oltre a indicare i vini provenienti dai vigneti di maggiore valore storico, viticolo ed enologico, disciplina in modo rigoroso un vero e proprio protocollo produttivo che va dalla scelta del vitigno all’identificazione della parcella catastale, dalle rese alla raccolta alle procedure di vendemmia e di produzione, senza dimenticare l’uso della bottiglia, più alta e pesante della media. In etichetta, oltre al comune simbolo “Erste Lage ”, compaiono le diciture Erstes Gewächs (solo MOSELLA La denominazione Mosella comprende i vigneti situati lungo la valle del fiume omonimo e nelle valli dei suoi affluenti, Saar e Ruwer. Delle tredici regioni viticole tedesche, la MoselSaar-Ruwer è la quinta in termini di superficie vitata (con poco più di 10000 ettari), una delle più settentrionali del paese e in assoluto la prima per la quantità del suo riesling (5300 ettari vitati, un record in Germania e nel mondo intero). Riesling che qui trova, almeno nelle zone migliori, gli ingredienti a lui congeniali per trasformarsi in un bianco di classe: terreni di natura vulcanica (ricchi di ardesia), clima fresco e luminoso, e ottime esposizioni a picco lungo il corso dei fiumi sopraccitati. Un bianco di solito poco alcolico, ricco di acidità, tenace nella disposizione al palato - anche a dispetto di un residuo zuccherino importante (sebbene siano sempre più frequenti le versioni Trocken) - complesso nei profumi (soprattutto dopo adeguato affinamento) e straordinariamente longevo. Anche se la denominazione ha un'estensione ampia (circa duecento chilometri tra le città di Treviri e Coblenza), le zone di maggiore vocazione si trovano nel tratto centrale della valle della Mosella (chiamata appunto Mosella Centrale: tra le città di Trittenheim ed Erden) e nelle migliori esposizioni delle vallate laterali solcate dagli affluenti Ruwer e Saar, in genere più fredde di quella principale e più ricche di ardesia blu, e per questa ragione in grado di originare, almeno nelle annate giuste, bianchi ancora più sottili e puri, più trasparenti e vibranti. Weingut Zilliken Mosel Saarburg Rausch Erste Lage Riesling Auslese 2010 93H La Saar è una vallata di commovente bellezza paesaggistica, dove il riesling (largamente il vitigno più presente nei 1500 ettari coltivati a vigna) si aggrappa (letteralmente intendo) su costoni rocciosi e ripidissimi che oggi rappresentano il segno distintivo del terroir, ma che in passato hanno costretto centinaia di viticoltori ad abbandonare la viticoltura, troppo costosa e poco remunerativa. Per fortuna negli ultimi decenni la determinazione e il IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION per il Rheingau) e Großes Gewächs (per le altre regioni). Più rara, invece, la menzione Grand Cru. 49 da degustare, nelle migliori interpretazioni e nelle annate giuste (a tal proposito, la 2010 è straordinaria, invece la 2011 ha dato vini più semplici, meno reattivi e meno sfumati), riescono a resistere straordinariamente al tempo, arricchendosi negli anni di un ampio ventaglio di sensazioni olfattive (pietra focaia e idrocarburi, erbe e miele, agrumi confit e mela cotogna, tartufo e terra) e di un corpo che alla tensione giovanile contrappone un’articolazione più vasta, armoniosa e progressiva. ENOGEA - II SERIE - N. 50 “asciugato” dalla muffa nobile; di norma si tratta di vini di sensazionale dolcezza e concentrazione estrattiva, con aromi complessi e potenziale di invecchiamento pluridecennale, dal residuo zuccherino prossimo ai 300 grammi/litro). 7) Fuori da questa scala è possibile trovare in commercio anche i famosi quanto rari Eiswein: a differenza dei grappoli colpiti da muffa nobile e raccolti in autunno per le selezioni Beerenauslese (a cui si avvicinano in termini di peso zuccherino del mosto), le uve utilizzate per produrre questa rara tipologia hanno di norma un'acidità davvero elevata che, con la cristallizzazione dell'acqua (si vendemmia in pieno inverno, quando la temperatura oscilla tra i -7 e i -10 gradi centigradi), raggiunge una concentrazione pari a quella degli zuccheri e delle sostanze aromatiche (si tratta perciò di vini intensamente varietali e spiccatamente nervosi, citrini). 8) Le menzioni Goldkapsel (GK - capsula oro) e Langegoldkapsel (LGK - capsula oro lunga) fanno riferimento esclusivamente ai predicati Auslese e Beerenauslese: attraverso il colore e la dimensione delle capsule si identifica (a livello non ufficiale) un vino che ha raggiunto un peso del mosto superiore a quello del predicato di riferimento, ma non sufficiente ad accedere al predicato superiore (di norma si tratta di vini piuttosto rari, costosi e non reperibili in tutte le annate). 9) In considerazione di quanto scritto al punto “6”, la percezione zuccherina al palato dovrebbe aumentare progressivamente man mano che ci si sposta dai livelli più bassi della scala ai gradi più elevati, ma questo non è sempre vero: ciò che insegna una degustazione di Riesling tedeschi è che la nozione di equilibrio è legata a una vasta e articolata casistica di soluzioni possibili, non facilmente riconducibile a una regola legislativa. Vi capiterà dunque di assaggiare un'Auslese poderosa che sconfina nel territorio dei vini dolci e un Eiswein talmente “elettrico” da apparire più asciutto e meno zuccherino; oppure un Kabinett di affusolata e ammiccante bevibilità, esprimersi con maggiore dolcezza di una Spätlese. E' questa straordinaria variabilità, unità all'imprevedibilità della loro evoluzione, che rende i Riesling di Germania davvero unici e non sempre facili da valutare e da interpretare. 10) Solitamente fruttati e poco espressivi in gioventù, golosi da bere più che IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION 50 ENOGEA - II SERIE - N. 50 successo delle migliori aziende locali (guidate da Egon Muller, il produttore più blasonato e costoso dell’intera Germania) hanno restituito alla zona visibilità e futuro, regalando agli appassionati bianchi di purezza cristallina. Tra i tanti nomi di spicco, merita un posto di primissimo piano Hans Joachim Zilliken (per tutti “Hanno”), che dal 1976 firma Riesling di invidiabile proporzione ottenuti dal bellissimo “Saarburger Rausch”, un vigneto di otto ettari (piantato su terreni scuri, pietrosi e ricchi di ardesia) che domina la piccola città di Saarburg. Una vigna e una “mano” che emergono in tutta la loro classe in questo splendido Auslese del 2010, vendemmia di gran livello, non molto calda ma secca, con poca presenza di muffa nobile e alta percentuale di appassimento naturale. Vino dolcissimo e insieme vibrante, grasso e croccante, quintessenziale nei profumi di mela, mandarino e metallo, e di mirabile equilibrio al sorso, denso di umori, vasto nella distribuzione, vibrante e slanciatissimo in fase di allungo. Chiusura interminabile - su note di iodio e granita di limone - e prospettive di vita illimitate. Weingut Zilliken Mosel Saarburger Rausch Riesling Auslese 1995 90+G Buona annata nella sua decade (media rispetto agli standard del nuovo millennio), la 1995 sfoggia in questo vino tutte le qualità della zona (in modo quasi didattico) attraverso una maturità piena, espressiva, mai cedevole. Aperto all’olfatto, con i terziari impeccabilmente definiti (tartufo e sottobosco umido), il minerale “spiegato” (metallo e idrocarburi) e le spezie della muffa nobile a condire il frutto (ancora vivo), e concessivo al palato, sciolto e vibrante nonostante la piena dolcezza, privo di frizioni o di appesantimenti anche a distanza di molti giorni dalla stappatura. Lunga scia di botrite, sottobosco e officina meccanica in persistenza. Weingut Reinhold Haart Mosel Piesporter Goldtröpfchen Erste Lage GG Riesling Auslese N. 16 2010 90F Splendidamente posizionata sulle rive della Mosella centrale, la tenuta della famiglia Haart è tra le più note di Piesporter, comune ad altissima vocazione viticola dove si concentrano alcuni dei vigneti più importanti della regione. Dal 1971 condotta da Theo Haart, che oggi si avvale della collaborazione del figlio Johannes, l’azienda può contare su poco più di sette ettari di vigna, di cui ben quattro insediati nel celebre Piesporter Goldtröpfchen, dove i suoli di ardesia blu, l’esposizione a picco sul fiume e le forti pendenze giustificano appieno lo status di Grand Cru della regione. Una fama pienamente confermata da questo bellissimo Auslese 2010, in grado di contrastare la poderosa dolcezza con un’acidità nobilissima, elettrica e succosa, rendendo così la beva longilinea, elastica, vivace, miracolosamente bilanciata. Profumi invece ancora in divenire, ora segnati dalla riduzione, ora dal minerale, ma che sono certo sapranno sbocciare al momento giusto. Per i prossimi vent’anni. Weingut Reinhold Haart Mosel Piesporter Goldtröpfchen Riesling Kabinett 2008 88+D Da molto tempo i Kabinett della famiglia Haart sono tra i più affidabili – e convenienti - della zona, e distillano carattere e longevità a piene mani, doti apprezzabili anche nel Goldtröpfchen 2008, a patto che abbiate la pazienza di attenderlo. “Pronti via” è infatti piuttosto contratto ai profumi (penalizzati dalla riduzione e segnati più del lecito dal minerale) e poco uniforme al palato, indolente e rigido. Il tempo però gli è amico, ed è nel tempo (si contano i giorni) che svela il suo talento, alternando note di mare e di agrumi, di erbe fini e di idrocarburi, e con esse la dolcezza energica, progressiva e ficcante del Riesling di razza. Urge il decanter. Weingut Reinhold Haart Mosel Piesporter Goldtröpfchen Erste Lage GG Riesling Spätlese 2010 88E Altra interpretazione del Goldtröpfchen di Theo Haart (questa volta nella categoria zuccherina intermedia) e altro Riesling “prospettico”, ancora più chiuso del precedente e affatto disponibile al dialogo, se per dialogo si intende una forma di comunicazione diretta, senza ostacoli. Se invece cercate la sfida, se amate i contrasti e le espressioni forti, se in un vino vi eccitano i chiaroscuri e le contraddizioni, allora è una bottiglia che merita di essere ascoltata. Oggi il naso spinge a più non posso sui lieviti e sul minerale (anche a distanza di giorni) e la bocca, dopo un ingresso di notevole dolcezza (quasi troppa), si fa perentoriamente fresca, svelando – in filigrana – la trama acido/sapida (tipica, inimitabile) delle ardesie locali. Per amatori. Weingut Zilliken Mosel Saarburg Rausch Erste Lage GG Riesling Trocken 2011 87+F I Riesling della Saar (così come quelli della Ruwer e della Mosella Centrale) adorano lo zucchero. Per quanto notevoli siano gli sforzi dei produttori locali, in particolare negli ultimi anni, per produrre selezioni totalmente secche, solo le versioni tradizionali (totalmente o parzialmente dolci) hanno infatti la capacità di esprimere quell'incredibile ventaglio di possibili situazioni olfattive e gustative che sono alla base dei più grandi vini della regione. Detto questo, il Rausch Trocken 2011 di Hanno Zilliken è comunque un bianco di classe, raffinato nel frutto (pur con qualche screpolatura erbacea), elegante nel fraseggio al palato e salino nell’allungo. È destinato a crescere in bottiglia in modo consistente, tuttavia l’annata non particolarmente felice sembra avergli tolto qualcosa in termini di pura imprevedibilità. Vedremo. Weingut Ansgar Clüsserath Mosel Vom Schiefer Riesling Trocken 2011 87D Eva Clüsserath, bellissima donna e produttrice in forte ascesa nel borsino degli appassionati di Mosella, fa vini estremamente secchi (una rarità da queste parti), vinificati in vecchie botti di legno con fermentazioni spontanee, filtrati grossolanamente dopo la tumultuosa e maturati (sempre in legno) a stretto contatto con le fecce. Nascono così Riesling saporitissimi e longevi ma disinteressati alle apparenze, arruffati nei profumi e incapaci di comunicare nel breve periodo, diametralmente opposti a quelli solitamente impeccabili prodotti da suo marito Philippe Witmann in Assia Renana. Detto questo, chi ha avuto la chance di assaggiare un Riesling della signora Clüsserath con qualche anno alle spalle, sa che in questi casi portare pazienza ripaga con gli interessi: io Weingut Zilliken Mosel Saarburg Rausch Riesling Kabinett 2012 86+D In apertura convince più della versione Trocken recensita poco prima: sia per l’immediatezza del tratto varietal/territoriale (mela, agrumi e metallo), sia per una beva davvero confortevole, appagata dal residuo zuccherino e stimolata dalla freschezza della tipologia. Perde invece terreno – e dettagli - sulla lunga distanza, mostrando una trama non particolarmente profonda e un sorso con qualche scissione tra dolcezza e acidità. Succo di limone e zucchero filato in persistenza. Weingut Zilliken Mosel Riesling Butterfly 2012 85+C Ha la leggerezza della farfalla disegnata in etichetta e tatuata in tutte le fasi della degustazione: nel colore (paglierino dai riflessi clorofilla), nei profumi (tratteggiati, di mela, erbe e agrumi) e nella struttura, una piuma che solletica il palato con il giusto mix di zuccheri e acidità. In chiusura si semplifica sensibilmente, conservando però nitore e compostezza anche a molti giorni dalla stappatura. Buon QbA “da lavoro”. RHEINGAU Il Reno, uno dei fiumi più lunghi d’Europa, scorre per quasi mille chilometri in direzione nord, con una sola eccezione: quando, nei pressi di Wiesbaden, bloccato dalla catena montuosa del Taunus, si piega ad angolo retto e devia verso ovest per una trentina di chilometri, fino a Rüdesheim. Qui, Peter Jacob Kühn Rheingau Oestrich Lenchen Riesling Beerenauslese 2011 93H Oggi che la biodinamica può annoverare molti estimatori, si è cominciato a retrodatare le adesioni, un po’ per gioco e un po’ perché primati e record fanno gola a tutti. Una gara che Angela e Peter Kühn rischiano seriamente di vincere, almeno nel Rheingau, dove da almeno dieci anni conducono l’intero nucleo vitato di proprietà (15 ettari nel comune di Östrich) in modo rigorosamente naturale. Una naturalità rispettata anche in cantina, attraverso lunghe riflessioni e numerose esplorazioni sperimentali (sono stati i primi produttori a usare l’anfora, ma anche tra i primi a cercare chiusure alternative al sughero) che oggi si traducono in un protocollo di vinificazione che elimina i lieviti selezionati e adotta la macerazione nelle prime fasi della fermentazione. I Riesling di casa Kühn sono dunque molto personali e altrettanto riconoscibili, diversi da quelli di altri grandi intrepreti della regione (penso all’eleganza dei vini di Robert Weil o all’ariosa perfezione dei bianchi di Josef Spreitzer) Peter Jacob Kühn Rheingau Oestrich Doosberg Riesling Trocken 2010 91F Con un millesimo straordinario (nel Rheingau, come in tutta la Germania), un produttore virtuoso (ma anche scrupoloso, sensibile), un nucleo importante di vecchie vigne (alcune davvero antiche) e un grande terroir (i suoli ricchi di quarzite del Doosberg godono da secoli di buona reputazione) le probabilità di produrre un grande Riesling aumentano sensibilmente. Non è dunque il risultato che sorprende, quanto il modo in cui lo ottiene, con quei profumi originalissimi che si formano piano piano lasciando sullo sfondo il varietale (cedro, zenzero, zafferano, origano) e quella bocca carnale più che carnosa, scoppiettante di succhi e di contrasti, di profondità così abissale che per emergere appieno avrà bisogno di chissà quanti anni. Lascia il segno. ASSIA RENANA Posta immediatamente a sud del Rheingau, sulla sponda sinistra del fiume Reno, tra Bingen e Magonza a nord e Worms a sud, l’Assia Renana (Rheinhessen in tedesco) è la regione vitivinicola tedesca più vitata con oltre 26000 ettari. Grazie alla protezione dei Monti Donnersberg e alla vicinanza del Reno, il clima è in genere mite, soleggiato e poco piovoso (la media è di poco superiore ai 500 mm) e crea i presupposti per una produzione di vini bianchi di maggiore calore e di maggiore dolcezza fruttata rispetto ai distretti della Mosella e del Rheingau. Chiamata dagli appassionati tedeschi la “Terra delle mille colline”, la Rheinhessen si sviluppa sia a strettissimo contatto con il grande fiume, in IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION e per questo non adatti a tutti i palati. Bianchi di norma più solari nei profumi (le erbe aromatiche, il cedro, i frutti tropicali) e in bocca per contro scalpitanti, incisivi, mai domi. Caratteristiche ben conservate anche in un millesimo mediamente poco performante come il 2011, almeno a giudicare dalla sublime Beerenauslese assaggiata per l’occasione: naso ampio di analogie odorose (spezie e fiori, agrumi e frutti tropicali) e bocca viscosa, dolcissima (senza compromessi), irradiante, succosa, animata per giorni e per settimane da un’inesauribile energia. Moto perpetuo. 51 non lontano dalla città di Francoforte, si sviluppa uno dei terroir viticoli più suggestivi del pianeta: il Rheingau. I 3200 ettari coltivati a vigna (l’80% dei quali appannaggio dell’uva riesling) sono tutti rivolti a sud sud-ovest e godono di un clima mite, favorito dalla contemporanea presenza delle alture del Taunus, naturale barriera ai venti del nord, e del fiume Reno, che funge da efficace regolatore termico. Se le parcelle situate ai piedi dei Monti Taunus crescono su terreni ricchi di quarzite e ardesia, man mano che si scende verso valle, in direzione del fiume, il suolo cambia e si compone di loess, limo e argilla. Inoltre, ad altitudini più elevate c’è maggiore ventilazione e i raggi solari sono più incisivi, fattori che, unitamente alla matrice pedologica, incidono attivamente non solo sulla maturazione delle uve, ma anche sul loro sapore e sulla loro ricchezza minerale. I migliori Riesling del Rheingau sfoggiano solitamente una struttura caratterizzata da una freschezza pungente (che li rende adatti alla produzione di Auslese e di vini dolci) e da profumi più intensi, fisici e “idrocarburici” di quelli prodotti in Mosella, in grado di evolvere magnificamente per decenni. ENOGEA - II SERIE - N. 50 ad esempio ho da poco bevuto un Trittenheimer Apotheke 2005 semplicemente delizioso e altri appassionati mi confermano che il tempo da queste parti è più che mai prezioso. Una lunga premessa necessaria a presentare - e a interpretare - il bizzoso Vom Schiefer Trocken 2011, Riesling selettivo e sorprendente insieme: per i primi tre giorni sporcato dalla riduzione e invece al quarto, quando la fiducia ormai vacilla, miracolosamente sintonizzato sul varietale (agrumi e idrocarburi) e perfettamente a suo agio al palato, vibrante e nobilissimo nella progressione acido/sapida. Dottor Jekyll e mister Hyde. IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION 52 ENOGEA - II SERIE - N. 50 prossimità del paese di Nierstein (nella zona della Rheinterrasse, storicamente la più vitata), sia in un vasto entroterra collinare valorizzato più di recente, dove la viticoltura è affiancata da altre colture specializzate. A lungo nota per i suoi vini leggeri, dolciastri ed economici a base di müller-thurgau (ancora oggi molto coltivato insieme al silvaner, che qui raggiunge risultati notevoli), la regione gode di un rinnovato rilancio di immagine grazie a una nuova generazione di interpreti in grado di produrre Riesling polputi e secchi, che nelle mani giuste possono vantare la complessità e la profondità del bianco di talento. Weingut Wittmann Rheinhessen Westhofen Morstein Erste Lage GG Riesling Trocken 2011 91G La storica tenuta della famiglia Wittmann, a Westhofen, è da secoli una delle aziende trainanti, non solo dell’Assia Renana, ma di tutto il Paese. Con l’arrivo di Philippe, che ormai da due decenni affianca papà Gunter, l’assetto aziendale ha subito un’importante ridefinizione, consolidando il già cospicuo patrimonio viticolo (che oggi ammonta a 25 ettari, molti dei quali coltivati su suoli calcarei), orientando la coltivazione verso la biodinamica e vinificando in modo il più possibile naturale (fermentazioni con lieviti autoctoni in vecchie botti e lungo contatto con le fecce fini). Con queste premesse nasce una gamma di Riesling che, a dispetto della loro matrice “bio” (vero e proprio campo minato di stereotipi e fraintendimenti interpretativi), sfiora la perfezione (ciascuno nella sua categoria, s’intende). Perfezione a mio avviso pienamente raggiunta dal Morstein Großes Gewächs 2011: corredo aromatico tardivo, ampio e ricamato (tisana, fiori, erbe fini, oliva, muffa nobile) e trama gustativa tridimensionale, integrale nella disposizione e sciolta nella trazione, solare nella polpa e “lunare” nel rilievo acido/sapido. Un vino quadrato senza essere schematico, insomma, eccellente oggi e probabilmente immenso tra un decennio. Weingut Wittmann Rheinhessen Westhofener Riesling Trocken 2012 88+E Altro vino per il presente e per il futuro, impeccabile nella misura e nella definizione, nella forma e nella sostanza, nel varietale e nel carattere di zona. Gran colore (giallo oro scarico e luminoso), naso che rimanda all’Alsazia, ma senza toni barocchi (agrumi e resine, miele e cera d’api) e bocca ben disposta, precisa negli intrecci e nella traiettoria, solida ma non vistosa, tropicale nei rimandi e salina nell’allungo. Ottimo rapporto prezzo/qualità. PALATINATO Se l'Assia Renana è la zona viticola tedesca più ricca di vigne, il Palatinato è quella più vasta e soleggiata. I suoi 23000 ettari vitati si estendono per un'ottantina di chilometri nella parte più calda dell’intera Germania, lungo una striscia di terra stretta tra la riva sinistra del Reno e la catena del Haardt, a nord dell’Alsazia. Terra baciata dal sole (per circa 1800 ore l’anno) e da un clima felice, è una regione così mite e così poco piovosa per gli standard tedeschi che chi ha avuto modo di frequentarla in primavera, non può essere rimasto indifferente alla fioritura dei mandorli, che abbelliscono la famosa Weinstrasse (la strada del vino), rendendo il panorama quasi mediterraneo. Il comprensorio è diviso storicamente in tre distretti: la Deutsche Weinstraße a nord (di minor talento enologico), la Mittelhaardt nel settore centrale (la più rinomata dal punto di vista qualitativo) e la Südliche Weinstraße a sud, al confine con l'Alsazia, oggi in forte ascesa grazie all'impegno di produttori di grande levatura, in particolare Rebholz e Müller Catoir. Attualmente 5000 ettari di vigna sono destinati alla coltivazione del riesling, che in virtù di un contesto come detto più asciutto e temperato rispetto al resto del paese e grazie alla presenza di terreni eccellenti per la viticoltura (in parte marnoso-calcarei, in parte granitici e porfirici) consegna bianchi (secchi) non distanti dai migliori Wachau austriaci, robusti ma fini, caldi, luminosi, succosi e in grado di evolvere con regolarità per decenni. Weingut Dr. Bürklin-Wolf Pfalz Bettina Riesling Auslese Trocken 1990 90+F Fondata alla fine del 1500, la Dr. Bürklin – Wolf non è solo una delle tenute storiche di Germania, ma anche tra le aziende tedesche più estese (in virtù del copioso nucleo vitato di proprietà, che oggi conta ben 90 ettari), più prolifiche (si sfiorano le 200.000 bottiglie) e meglio considerate dalla critica e dagli appassionati di tutto il mondo. Cantina e vigneto sono nelle mani della signora Bettina Bürklin von Guradze (a cui è dedicato il vino qui recensito), che senza tradire lo spirito guida della tradizione, negli ultimi decenni ha dato ulteriore impulso alla produzione, valorizzando sempre meglio le peculiarità delle singole vigne (Kalkofen, Gaisböhl, Pechstein, Jesuitengarten, Kirchenstück le più note) attraverso una viticoltura biodinamica e una vinificazione che prova a fare dialogare varietale e complessità territoriale, riuscendovi spesso. La prova di questa perfetta fusione ce la fornisce un bellissimo Auslese Trocken del 1990, dal piglio deciso di idrocarburi e frutti tropicali (conditi da spezie e resine) e dalla bocca asciutta, profilata, iodata, agrumata, di inscalfibile tenuta all’aria. Notevole esperienza sensoriale. Weingut A. Christmann Pfalz Königsbacher Ölberg Riesling Trocken 2011 90E Cantina di radicata tradizione, già attiva sul mercato nazionale nella seconda metà del 1800, è passata nella mani della famiglia Christmann nel 1965 e solo trent’anni dopo, con l’ingresso in azienda del giovane Steffen (anche presidente della potente VDP), ha finalmente assaporato le luci della ribalta. Oggi il marchio viene regolarmente e giustamente considerato un punto di riferimento del Palatinato, grazie a un robusto patrimonio di vigne importanti (oltre al Königsbacher Ölberg, anche Idig, Langenmorgen e Mandelgarten) che nutrono una gamma di Riesling tardivi e alsaziani nell’impronta, ottenuti attraverso fermentazioni spontanee, macerazioni con le bucce e lunghi affinamenti sur lie. Personalmente ho molto apprezzato l’Ölberg 2011, Riesling confortevole e mai noioso, caldo e sinuoso, secco e cremoso, ricco di profonde cesellature varietali, minerali e rôtì. Splendido infine il suo rapporto con l’ossigeno e potenziale evolutivo che si prospetta importante. Da viticoltura biodinamica. Weingut Dr. Bürklin-Wolf Pfalz Forster Pechstein Erste Lage GG Riesling Trocken 2011 89G Il Pechstein di Forst, piantato su suoli vulcanici, è da tempo il Cru che preferisco nella composita gamma di Bettina Bürklin, nonché uno dei riferimenti dell’intero Palatinato, anche in Weingut Dr. Bürklin-Wolf Pfalz Wachenheimer Riesling Trocken 2011 87D Un Riesling molto espressivo, sebbene non facile: nitido nel varietale, gratificante nella polpa e allo stesso tempo molto grintoso, incisivo, quasi crudo nel timbro acido/minerale. Erbe, agrumi e un lieve fondo feccioso in persistenza. È il bianco meno costoso della Dr. Bürklin. NAHE Incuneata tra Mosella, Assia Renana e Palatinato, la zona della Nahe si estende lungo il corso dell’omonimo fiume, un affluente del Reno, e ha come centro di riferimento il paese di Bad Kreuznach. Con i suoi 4221 ettari il distretto rappresenta la settima regione viticola tedesca, ma l’estrema varietà di suoli (si contano fino a 180 micro-tipologie di terreno viticolo), la robusta presenza dell’uva riesling (che rappresenta un quarto dell’intera superficie vitata) e il ruolo fondamentale di un produttore Weingut Hermann Dönnhoff Nahe Hermannshöle Erste Lage GG Riesling Trocken 2011 89G Helmut Dönnhoff è una leggenda vivente. A soli vent’anni ha preso in mano la gestione della cantina di famiglia, diventandone prima responsabile della vinificazione e poi l’unico proprietario, nel 1971. In questi primi quarant’anni da vignaiolo ha reso la Nahe una regione famosa attraverso i suoi splendidi bianchi (secchi e dolci), eleganti, tecnicamente inattaccabili e allo stesso tempo longevi. Qualità sublimate nell’Hermannshöhle di Niederhäus, vigna di prima classe che anche nel 2011, pur senza gli acuti delle annate memorabili, ci consegna un Riesling di sopraffina precisione e di nobile purezza, esemplare nel frutto (tratteggiato, stilizzato, lineare), ancora silente in termini di pura mineralità (ci vorrà un decennio prima di ritrovarci il timbro idrocarburico) e solido, misurato, vitale nella disposizione al palato. Non abbiate fretta. Weingut Hermann Dönnhoff Nahe Norheimer Dellchen Erste Lage GG Riesling Trocken 2011 88+F I grandi vigneti della regione si trovano in prossimità della sponda sinistra del fiume Nahe, da Bad Munster am Stein a nord, fino al comune più meridionale di Schlossbockelheim. Ed è in questa fascia di territorio che si concentrano anche i migliori cru del grande Helmut Dönnhoff: Niederhäuser Hermannshöhle e Felsentürmchen, Schlossböckelheimer Kupfergrube, Oberhäuser Brücke e infine Norheimer Dellchen, altro Grand Cru di categoria superiore qui interpretato con la solita, Weingut Joh. Bapt. Schāfer Nahe Dorsheimer Pittermännchen Riesling Spätlese 2009 88+E Idee semplici in vinificazione e lavoro rigoroso in campagna sono alla base della filosofia produttiva del giovane Sebastian Schäfer, che da un decennio ha ereditato la tenuta paterna, inserita nella pittoresca campagna di Dorsheim, dove il cru Pittermännchen è fin dagli anni ’30 del secolo scorso il gioiello più prezioso del piccolo vigneto di famiglia. La versione Spätlese 2009, grande annata in tutta la Germania, apre un po’ ingessata e con qualche velatura lievitosa di troppo, ma si riscatta nel tempo (ci vogliono un paio di giorni) portando in dote (per un’intera settimana a bottiglia aperta) un’accattivante proposta olfattiva (mela, mango, agrumi, resine, erbe fini), una dolcezza piena ma non vistosa e uno sviluppo che si raccoglie progressivamente intorno al nerbo acido/sapido del vitigno, stimolando perfettamente la beva. Facile, a questo punto, trarne buoni presagi per il futuro. Weingut Joh. Bapt. Schāfer Nahe Dorsheimer Pittermännchen Riesling Kabinett 2011 88D Un vino che graffia e che ha molto da dire, in certi momenti anche troppo, e che pertanto reclama una certa disponibilità all’ascolto: la riduzione iniziale è infatti insidiosa e la struttura acida ha diversi punti di convergenza che faticano a trovare immediata armonia. Però quando alla fine tutto si compone (dal terzo giorno di apertura in poi) il quadro che ne risulta intriga per energia, definizione varietale e carattere minerale. Non prima del 2016. Weingut Hermann Dönnhoff Nahe Riesling Trocken 2012 87+D Un QbA propedeutico alla tipologia, croccante nel frutto e nell’acidità, composto nel varietale, rilevato nella manovra e ricco di rimandi in chiusura. Se di Riesling tedesco si deve parlare, questo è uno dei punti di partenza. IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION magistrale precisione esecutiva. Un Riesling più varietale del precedente, ma di disegno appena meno raffinato; più grintoso e incisivo nella dinamica gustativa, ma di sviluppo un po’ meno ampio e complesso. Chiude energico quanto basta per affrontare un lungo affinamento in bottiglia, nonostante il millesimo non sia tra quelli, in tal senso, più promettenti. 53 Weingut A. Christmann Pfalz Königsbacher Idig Erste Lage GG Riesling Trocken 2011 87+G A guardare le marne dell’Idig di Königsbach, bianche e calcaree, sembra di essere in Langa, e in effetti qui si producono Riesling di spalla, robusti e profondi, generosi di alcol e molto solari nei profumi. Bianchi longevi e per nulla immediati in gioventù, espressivi più che comunicativi, austeri come molti Chardonnay di Borgogna stappati troppo presto. Pertanto il mio consiglio, qui più che altrove – e il 2011 non fa eccezione – è quello di aspettare, aspettare e aspettare: e se proprio non ce la fate, allora bisogna “accontentarsi” della bontà del frutto (solare e avvolto in un velo sottile di muffa nobile) e della carnosa pienezza del palato, che solo nel finale perde mordente lasciando spazio all’alcol. Da risentire. del calibro di Helmut Dönnhoff, icona mondiale del Riesling d’autore, ne fanno una delle zone più interessanti in assoluto. Tornando per un attimo alle matrici pedologiche, è importante sottolineare che qui si passa da stratificazioni di quarzo e ardesia a disgregazioni di porfido, senza dimenticare i settori dove prevalgono sabbia e argilla, oppure l’area intorno a Münster-Sarmsheim, caratterizzata da una forte presenza di arenaria rossa, per tacere delle lastre carbonifere di Niederhausen e le pietre vulcaniche del Schloßböckelheim. I migliori Riesling della Nahe sono vini meravigliosamente completi, minerali ed eleganti, stilisticamente a metà strada tra Rheingau e Mosella. ENOGEA - II SERIE - N. 50 annate sulla carta non straordinarie. Per questa ragione non mi sorprende la prestazione del 2011 che qui vado a recensire: polpa soda e ben proporzionata, bel ritmo e bella spazialità gustativa, acidità composta e stimolante allo stesso tempo, e bouquet di agrumi, spezie e cherosene (proprio una punta) di inequivocabile matrice varietale. Completo e disponibile.