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ENOGEA - II SERIE - N. 50
GLI IMPORTATORI
XX TAPPA: PRETZHOF SELECTION PT.1
di Francesco Falcone
Creato dall’esperto Karl Mair nel 2005 ed esclusivamente dedicato ai vini di Austria e Germania, il catalogo
della Pretzhof Selection è un punto di riferimento
per gli appassionati italiani. In questo numero i Riesling
tedeschi, nel prossimo spazio ai grandi nomi austriaci.
Se fossi Hayao Miyazaki
Se, mettiamo il caso, fossi il grande
Hayao Miyazaki, mi divertirei ad animare il mondo dei vitigni. E sceneggerei una storia sportiva, una grande
partita di calcio fra le due più formidabili selezioni mondiali: da una parte
quella dei bianchi e dall’altra quella dei
rossi. A ogni grande varietà darei il suo
ruolo: il Sauvignon, per esempio, è
l’attaccante che tutti vorrebbero (rapido e incisivo), lo Chardonnay il regista
che dà equilibrio ai reparti (concreto e
lucido) e tra i rossi, il Nebbiolo avrebbe
le qualità del grande portiere: stazza
fisica, agilità e carattere. Il Riesling,
invece, di quella squadra dei sogni
sarebbe il fantasista, l’uomo in più
dal tocco magico, il primo violino che
suona una melodia tutta sua mentre
l’orchestra segue lo spartito. Sarebbe
il tipo di giocatore al quale, durante la
riunione tecnica prima del match, nulla
si impone: il fenomeno per eccellenza, eterodosso e senza regole, con
i suoi tempi e le sue “lune”. Il giocatore fuori scala, insomma, l’essere
ultraterreno che ammutolisce gli stadi
con il piede ammaliatore, ergendosi
ad antidoto contro l’omologazione. Il
fuoriclasse dal piede fine e dal cervello
acuto che in una frazione di secondo
pensa a decine di soluzioni tattiche.
Spiazzandoti sempre.
Karl Mair, passione e disciplina
Karl Mair, nome da sciatore e “physique du rôle” da attore navigato, non
è un grande esperto di calcio, però
lo è del Riesling, eccome se lo è. Se
n’è innamorato un quarto di secolo fa
e da allora è una lunga, interminabile
luna di miele: merito soprattutto della
sua bevibilità (<<un grande vino deve
essere facile da bere, fresco e dissetante, non solo complesso, e il Riesling
è l’unico bianco al mondo in grado
di coniugare le due cose>>) e della
sontuosa capacità che ha di crescere
e di conservarsi: <<spesso si bevono
rapidamente perché sono vini golosi,
però a stapparli dopo molti anni di bottiglia, anche le selezioni meno costose,
si rimane senza parole: ne escono
trasformati, ma senza perdere la giovanile freschezza>>. Karl, il titolare della
Pretzhof Selection, è un raffinatissimo
intenditore di bianchi nordici: in Italia
pochi possono vantare altrettanta competenza sull’argomento. Merito come
detto di una straordinaria passione,
ma soprattutto di una ferrea cultura del
lavoro, che lo porta a frequentare, da
decenni - e almeno due volte l’anno - i
paesi dove l’uva dà il meglio di sé: la
Germania e Austria. Scrivo da decenni
perché nonostante faccia l’importatore
solo da poche stagioni, Karl si occupa
da trent’anni di ristorazione e di vino al
maso Pretzhof, la bellissima e panoramica azienda di famiglia immersa tra i
pascoli e le rocce dolomitiche dell’Alta
Valle Isarco. Un luogo già conosciuto
e apprezzato da tanti specialisti e operatori italiani, ma a mio avviso meno
di quanto meriterebbe: qui convivono,
in teutonica armonia, l’osteria, l’enoteca, la stalla e il piccolo caseificio, e
qui sostano, perfettamente conservati, i
tanti vini del catalogo, acquistabili oltretutto anche al dettaglio.
Un catalogo per tutte le tasche
Un catalogo dedicato solo ai vini
austriaci (che prenderemo in rassegna
sul prossimo numero della rivista) e a
quelli tedeschi, protagonisti di queste
pagine attraverso Riesling per tutte
le tasche e per tutti i palati, firmati
però solo da grandi interpreti. Dönnhoff
nella Nahe (l’unico distribuito senza
un patto di esclusiva), Zilliken nella
Saar, Witmann in Assia Renana, Dr.
IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION
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ENOGEA - II SERIE - N. 50
Bürklin-Wolf nel Palatinato, Reinhold
Haart nella Mosella Centrale e Peter
Jacob Kühn nel Rheingau sono i più
famosi a livello mondiale, ma anche
Eva Clüsserath, Steffen Christmann e
Sebastian Schäfer, per quanto meno
frequentati dai bevitori italiani, sono
ugualmente importanti nelle rispettive
regioni viticole. Vi invito, infine – e
questa volta più che mai - a entrare
nello splendido sito della Pretzhof
Selection, impeccabile nella grafica,
facile da consultare e prolifico di informazioni sui produttori, sulle singole
referenze importate e sul panorama
enoviticolo di Austria e Germania:
www.pretzhofwine.com
Breve profilo
Karl Mair, classe 1960, è attivo nel
mondo dell’importazione e della distribuzione dall’inverno del 2005. Come
scritto in precedenza, frequenti e approfondite ricognizioni sul campo gli hanno
permesso di confrontarsi con tanti produttori di Austria e Germania (di cui è
spesso amico, prima ancora che collaboratore commerciale) e di costruirsi
una fondamentale visione d’insieme
sulla realtà viticola dei due paesi, gli
unici a essere rappresentati nel listino
aziendale. Un listino che Karl ha via
via ampliato fino a giungere all’attuale
configurazione, che al momento conta
su venticinque dei più grandi nomi
di Austria e Germania, importati con
un patto di esclusiva (salvo poche
eccezioni) e distribuiti in molte regioni
italiane attraverso una robusta rete
vendita. Vendita che viene effettuata
anche al dettaglio (e anche per i non
professionisti) sia presso l’enoteca del
Maso Pretzhof, sia con rapide spedizioni effettuate in tutta Italia tramite
corriere espresso (in ogni caso, per
saperne di più sulle modalità di acquisto a distanza, vi consiglio di contattare
Markus Saxl, responsabile della logistica, al suo indirizzo di posta elettronica:
[email protected]). La sede degli
uffici, i depositi per lo stoccaggio e le
sale di degustazione si trovano presso
l’azienda agricola Pretzhof, un maso
millenario insediato sulle alture montane del comune di Val di Vizze, oltre
i 1300 metri di quota (poco meno di
venti chilometri da Vipiteno), dove ogni
anno vengono regolarmente organizzate delle bellissime degustazioni per
appassionati e operatori.
La Germania in dodici punti
1) Presente quasi prevalentemente nel settore sud-occidentale della
Germania, la viticoltura tedesca si
sviluppa all’interno di un ipotetico
triangolo verticale, i cui vertici corrispondono alle città di Friburgo a sud,
Francoforte a nord e Stoccarda a est.
La superficie vitata, in espansione
negli ultimi tempi, è di poco superiore ai 100.000 ettari, meno di 15.000
metri quadrati per ciascun viticoltore
coinvolto (80.000 secondo le stime
più recenti). Nelle annate più regolari
si ottengono nove milioni di ettolitri di
vino, una fetta importante del quale è
tuttavia venduto nel circuito nazionale
come Tafelwein e Landwein.
2) Il riesling, l’unica varietà presa in
considerazione per questo articolo
(sebbene nel catalogo di Mark Mair
siano presenti anche altri vini e altri vitigni), è l’uva più coltivata in Germania
(oltre il 20% del totale, quindi 20.000
ettari circa, ovvero il 60% del riesling
piantato sull’intero pianeta). A ruota, di
un’incollatura, segue il müller thurgau.
3) La piattaforma pedologica della
Germania viticola è molto ampia, sebbene l’origine di molte aree sia vulcanica e la matrice di molti terreni porfidica
o granitica. Entrando più nel merito,
è bene sapere che ci sono anche
suoli ricchi di ardesia blu (una costante in Mosella), così come di ardesie
e scisti rossi, frequenti nella Nahe e
nel Palatinato. Esistono anche terreni
marnoso-arenacei, in particolare nel
Palatinato (e in parte nel Rheingau)
e suoli ricchi di loess, un sedimento
di matrice sabbiosa comune in molte
posizioni del basso Rheingau. Dal
punto di vista agronomico, quella del
riesling è una vite vigorosa e molto
produttiva, resistente ai climi invernali
particolarmente rigidi, tardiva nel germogliamento (dopo metà aprile) quanto
nei tempi di raccolta (da metà ottobre a
metà novembre, e anche dopo per i vini
dolci). È in genere allevata in collina (a
quote oscillanti tra i 90 e i 300 metri
s.l.m.), su pendenze importanti e ben
esposte, con il tipico sistema del doppio capovolto (due tralci piegati verso il
basso a forma di cuore).
4) La legislazione del vino tedesco, tra
le più complesse d’Europa, classifica
il vino in base al peso del mosto, qui
espresso in gradi Oechsle (1 grado
Babo = 4,98z gradi Oechsle = 10
grammi di zucchero) e solo successivamente in base alla provenienza
regionale. I vini più semplici sono i
Tafelwein (il comune vino da tavola) e
i Landwein (vino da tavola con indicazione di provenienza nazionale).
5) Su un gradino sensibilmente superiore si piazzano i QbA (Qualitätswein
bestimmter Anbaugebiete), categoria
nella quale rientra la maggior parte
del vino tedesco di qualità, prodotto in
versione secca (trocken), semi-secca
(halbtrocken) e abboccata (feinherb).
Le uve utilizzate per la produzione di
vini QbA (per i quali è ammesso lo zuccheraggio, a differenza dei QmP che
vedremo al punto 3) devono provenire
da una delle tredici regioni vinicole ufficiali e possono essere commercializzati solo dopo aver superato un esame di
controllo da parte degli organi regionali
preposti. In ogni caso la legge definisce
che i valori minimi di potenziale zuccherino del mosto in vinificazione devono
essere compresi tra i 50 e i 72 gradi
Oechsle, a seconda del vitigno utilizzato e della regione di origine.
6) Al vertice della piramide vitivinicola
nazionale si inseriscono i Prädikatswein
o QmP (“Qualitätswein mit Prädikat”),
vini di altissima qualità (predicato è
sinonimo di “attributo superiore”) che
devono soddisfare i più alti requisiti
richiesti dal legislatore in termini di
maturità delle uve e di ricchezza zuccherina, nonché di armonia ed eleganza. La categoria dei “Prädikat” prevede
la seguente scala in ordine crescente di
peso del mosto alla raccolta: Kabinett
(da 67 a 82 gradi Oechsle: letteralmente significa “vino da dispensa”; di norma
si tratta di bianchi amabili, leggeri, con
un residuo di solito mai superiore ai 40
grammi/litro e una gradazione alcolica
inferiore agli 8 gradi); Spätlese (da
76 a 95 gradi Oechsle: letteralmente
significa vendemmia tardiva; di norma
si tratta di bianchi piuttosto dolci, maturi
ed eleganti il cui residuo zuccherino può superare i 70 grammi/litro);
Auslese (da 83 a 100 gradi Oechsle;
letteralmente significa: vendemmia da
grappoli selezionati; di norma si tratta
di bianchi molto dolci - ottenuti da una
rigorosa selezione dei grappoli migliori
in fase di vendemmia - il cui residuo
zuccherino può facilmente superare i
100 grammi/litro); Beerenauslese (da
110 a 128 gradi Oechsle; letteralmente
significa: vendemmia da acini selezionati; di norma si tratta di vini dolcissimi,
segnati dalla presenza di muffa nobile,
viscosi e aromaticamente esuberanti,
dal residuo zuccherino elevatissimo,
spesso superiore ai 2000 grammi/litro);
Trockenbeerenauslese (da 150 a 154
gradi Oechsle; letteralmente significa:
vendemmia da acini appassiti selezionati; in questo caso il termine “appassito” si riferisce all’acino infavato e
11) Più delicata, invece, è la regolamentazione dei Troken ottenuti nella
categoria QmP, vini ottenuti da uve
molto mature e imbottigliate con un
residuo zuccherino marginale (la legge
impone un limite massimo di 9 grammi/
litro): a partire dalla vendemmia 2012,
infatti, la VDP ha proibito l’indicazione del predicato per questa tipologia (oggi sempre più frequente nei
listini aziendali). Pertanto le etichette sul mercato riportanti la dicitura
“Kabinett trocken”, “Spätlese trocken”
o “Auslese trocken” sono gradualmente destinate a scomparire. Per chi lo
ignorasse, la VDP (Verband Deutscher
Prädikatsweingüter) è un’associazione
di produttori di qualità fondata nel 1910,
il cui scopo è di proteggere la cultura
e il patrimonio vitivinicolo tedesco, di
garantire la più elevata qualità dei vini
provenienti dalle vigne dei produttori
associati (circa 200) e di promuovere
un modello di viticoltura sostenibile.
12) In ultimo, due parole sul futuro.
Una recente classificazione delle vigne
voluta fortemente dalla VDP, risalente a
una decina di anni fa e già pienamente
utilizzata da molti produttori, prende a
modello la nozione borgognona di “climat”, premiando i migliori cru dei singoli
distretti e, va da sé, mettendo in discussione il “primato” del peso zuccherino
del mosto (finora parametro fondamentale per definire la gerarchia qualitativa
del Paese). Il lavoro di mappatura, non
ancora ufficiale (lo sarà probabilmente
a partire dalla vendemmia 2014), oltre
a indicare i vini provenienti dai vigneti
di maggiore valore storico, viticolo ed
enologico, disciplina in modo rigoroso
un vero e proprio protocollo produttivo
che va dalla scelta del vitigno all’identificazione della parcella catastale, dalle
rese alla raccolta alle procedure di vendemmia e di produzione, senza dimenticare l’uso della bottiglia, più alta e
pesante della media. In etichetta, oltre
al comune simbolo “Erste Lage ”, compaiono le diciture Erstes Gewächs (solo
MOSELLA
La denominazione Mosella comprende i vigneti situati lungo la valle del
fiume omonimo e nelle valli dei suoi
affluenti, Saar e Ruwer. Delle tredici
regioni viticole tedesche, la MoselSaar-Ruwer è la quinta in termini di
superficie vitata (con poco più di 10000
ettari), una delle più settentrionali del
paese e in assoluto la prima per la
quantità del suo riesling (5300 ettari
vitati, un record in Germania e nel
mondo intero). Riesling che qui trova,
almeno nelle zone migliori, gli ingredienti a lui congeniali per trasformarsi
in un bianco di classe: terreni di natura
vulcanica (ricchi di ardesia), clima fresco e luminoso, e ottime esposizioni a
picco lungo il corso dei fiumi sopraccitati. Un bianco di solito poco alcolico,
ricco di acidità, tenace nella disposizione al palato - anche a dispetto
di un residuo zuccherino importante
(sebbene siano sempre più frequenti le
versioni Trocken) - complesso nei profumi (soprattutto dopo adeguato affinamento) e straordinariamente longevo.
Anche se la denominazione ha un'estensione ampia (circa duecento chilometri tra le città di Treviri e Coblenza),
le zone di maggiore vocazione si trovano nel tratto centrale della valle della
Mosella (chiamata appunto Mosella
Centrale: tra le città di Trittenheim ed
Erden) e nelle migliori esposizioni delle
vallate laterali solcate dagli affluenti
Ruwer e Saar, in genere più fredde di
quella principale e più ricche di ardesia
blu, e per questa ragione in grado di
originare, almeno nelle annate giuste,
bianchi ancora più sottili e puri, più
trasparenti e vibranti.
Weingut Zilliken
Mosel Saarburg Rausch Erste
Lage Riesling Auslese 2010 93H
La Saar è una vallata di commovente
bellezza paesaggistica, dove il riesling
(largamente il vitigno più presente nei
1500 ettari coltivati a vigna) si aggrappa (letteralmente intendo) su costoni
rocciosi e ripidissimi che oggi rappresentano il segno distintivo del terroir,
ma che in passato hanno costretto
centinaia di viticoltori ad abbandonare la viticoltura, troppo costosa e
poco remunerativa. Per fortuna negli
ultimi decenni la determinazione e il
IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION
per il Rheingau) e Großes Gewächs
(per le altre regioni). Più rara, invece, la
menzione Grand Cru.
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da degustare, nelle migliori interpretazioni e nelle annate giuste (a tal proposito, la 2010 è straordinaria, invece
la 2011 ha dato vini più semplici, meno
reattivi e meno sfumati), riescono a
resistere straordinariamente al tempo,
arricchendosi negli anni di un ampio
ventaglio di sensazioni olfattive (pietra focaia e idrocarburi, erbe e miele,
agrumi confit e mela cotogna, tartufo e
terra) e di un corpo che alla tensione
giovanile contrappone un’articolazione
più vasta, armoniosa e progressiva.
ENOGEA - II SERIE - N. 50
“asciugato” dalla muffa nobile; di norma
si tratta di vini di sensazionale dolcezza
e concentrazione estrattiva, con aromi
complessi e potenziale di invecchiamento pluridecennale, dal residuo zuccherino prossimo ai 300 grammi/litro).
7) Fuori da questa scala è possibile
trovare in commercio anche i famosi quanto rari Eiswein: a differenza
dei grappoli colpiti da muffa nobile
e raccolti in autunno per le selezioni
Beerenauslese (a cui si avvicinano in
termini di peso zuccherino del mosto),
le uve utilizzate per produrre questa
rara tipologia hanno di norma un'acidità
davvero elevata che, con la cristallizzazione dell'acqua (si vendemmia in
pieno inverno, quando la temperatura
oscilla tra i -7 e i -10 gradi centigradi),
raggiunge una concentrazione pari a
quella degli zuccheri e delle sostanze aromatiche (si tratta perciò di vini
intensamente varietali e spiccatamente
nervosi, citrini).
8) Le menzioni Goldkapsel (GK - capsula oro) e Langegoldkapsel (LGK
- capsula oro lunga) fanno riferimento
esclusivamente ai predicati Auslese e
Beerenauslese: attraverso il colore e
la dimensione delle capsule si identifica (a livello non ufficiale) un vino
che ha raggiunto un peso del mosto
superiore a quello del predicato di riferimento, ma non sufficiente ad accedere al predicato superiore (di norma
si tratta di vini piuttosto rari, costosi e
non reperibili in tutte le annate).
9) In considerazione di quanto scritto
al punto “6”, la percezione zuccherina
al palato dovrebbe aumentare progressivamente man mano che ci si sposta
dai livelli più bassi della scala ai gradi
più elevati, ma questo non è sempre
vero: ciò che insegna una degustazione di Riesling tedeschi è che la nozione
di equilibrio è legata a una vasta e
articolata casistica di soluzioni possibili, non facilmente riconducibile a una
regola legislativa. Vi capiterà dunque di
assaggiare un'Auslese poderosa che
sconfina nel territorio dei vini dolci e un
Eiswein talmente “elettrico” da apparire
più asciutto e meno zuccherino; oppure
un Kabinett di affusolata e ammiccante bevibilità, esprimersi con maggiore
dolcezza di una Spätlese. E' questa
straordinaria variabilità, unità all'imprevedibilità della loro evoluzione, che
rende i Riesling di Germania davvero
unici e non sempre facili da valutare e
da interpretare.
10) Solitamente fruttati e poco espressivi in gioventù, golosi da bere più che
IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION
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ENOGEA - II SERIE - N. 50
successo delle migliori aziende locali
(guidate da Egon Muller, il produttore più blasonato e costoso dell’intera Germania) hanno restituito alla
zona visibilità e futuro, regalando agli
appassionati bianchi di purezza cristallina. Tra i tanti nomi di spicco, merita un posto di primissimo piano Hans
Joachim Zilliken (per tutti “Hanno”),
che dal 1976 firma Riesling di invidiabile proporzione ottenuti dal bellissimo
“Saarburger Rausch”, un vigneto di
otto ettari (piantato su terreni scuri,
pietrosi e ricchi di ardesia) che domina
la piccola città di Saarburg. Una vigna
e una “mano” che emergono in tutta
la loro classe in questo splendido
Auslese del 2010, vendemmia di gran
livello, non molto calda ma secca, con
poca presenza di muffa nobile e alta
percentuale di appassimento naturale.
Vino dolcissimo e insieme vibrante,
grasso e croccante, quintessenziale nei profumi di mela, mandarino
e metallo, e di mirabile equilibrio al
sorso, denso di umori, vasto nella
distribuzione, vibrante e slanciatissimo
in fase di allungo. Chiusura interminabile - su note di iodio e granita di
limone - e prospettive di vita illimitate.
Weingut Zilliken
Mosel Saarburger Rausch
Riesling Auslese 1995 90+G
Buona annata nella sua decade
(media rispetto agli standard del
nuovo millennio), la 1995 sfoggia in
questo vino tutte le qualità della zona
(in modo quasi didattico) attraverso
una maturità piena, espressiva, mai
cedevole. Aperto all’olfatto, con i terziari impeccabilmente definiti (tartufo e sottobosco umido), il minerale
“spiegato” (metallo e idrocarburi) e le
spezie della muffa nobile a condire il
frutto (ancora vivo), e concessivo al
palato, sciolto e vibrante nonostante
la piena dolcezza, privo di frizioni o
di appesantimenti anche a distanza
di molti giorni dalla stappatura. Lunga
scia di botrite, sottobosco e officina
meccanica in persistenza.
Weingut Reinhold Haart
Mosel Piesporter
Goldtröpfchen Erste Lage GG
Riesling Auslese N. 16 2010 90F
Splendidamente posizionata sulle
rive della Mosella centrale, la tenuta
della famiglia Haart è tra le più note
di Piesporter, comune ad altissima
vocazione viticola dove si concentrano alcuni dei vigneti più importanti
della regione. Dal 1971 condotta da
Theo Haart, che oggi si avvale della
collaborazione del figlio Johannes,
l’azienda può contare su poco più di
sette ettari di vigna, di cui ben quattro insediati nel celebre Piesporter
Goldtröpfchen, dove i suoli di ardesia
blu, l’esposizione a picco sul fiume e le
forti pendenze giustificano appieno lo
status di Grand Cru della regione. Una
fama pienamente confermata da questo bellissimo Auslese 2010, in grado
di contrastare la poderosa dolcezza
con un’acidità nobilissima, elettrica e
succosa, rendendo così la beva longilinea, elastica, vivace, miracolosamente bilanciata. Profumi invece ancora in
divenire, ora segnati dalla riduzione,
ora dal minerale, ma che sono certo
sapranno sbocciare al momento giusto. Per i prossimi vent’anni.
Weingut Reinhold Haart
Mosel Piesporter Goldtröpfchen
Riesling Kabinett 2008 88+D
Da molto tempo i Kabinett della famiglia Haart sono tra i più affidabili – e
convenienti - della zona, e distillano
carattere e longevità a piene mani, doti
apprezzabili anche nel Goldtröpfchen
2008, a patto che abbiate la pazienza
di attenderlo. “Pronti via” è infatti piuttosto contratto ai profumi (penalizzati
dalla riduzione e segnati più del lecito
dal minerale) e poco uniforme al palato, indolente e rigido. Il tempo però gli
è amico, ed è nel tempo (si contano i
giorni) che svela il suo talento, alternando note di mare e di agrumi, di
erbe fini e di idrocarburi, e con esse
la dolcezza energica, progressiva e
ficcante del Riesling di razza. Urge il
decanter.
Weingut Reinhold Haart
Mosel Piesporter
Goldtröpfchen Erste Lage GG
Riesling Spätlese 2010 88E
Altra interpretazione del Goldtröpfchen
di Theo Haart (questa volta nella categoria zuccherina intermedia) e altro
Riesling “prospettico”, ancora più chiuso del precedente e affatto disponibile
al dialogo, se per dialogo si intende
una forma di comunicazione diretta,
senza ostacoli. Se invece cercate la
sfida, se amate i contrasti e le espressioni forti, se in un vino vi eccitano i
chiaroscuri e le contraddizioni, allora
è una bottiglia che merita di essere
ascoltata. Oggi il naso spinge a più
non posso sui lieviti e sul minerale
(anche a distanza di giorni) e la bocca,
dopo un ingresso di notevole dolcezza
(quasi troppa), si fa perentoriamente
fresca, svelando – in filigrana – la
trama acido/sapida (tipica, inimitabile)
delle ardesie locali. Per amatori.
Weingut Zilliken
Mosel Saarburg Rausch
Erste Lage GG Riesling
Trocken 2011 87+F
I Riesling della Saar (così come quelli
della Ruwer e della Mosella Centrale)
adorano lo zucchero. Per quanto notevoli siano gli sforzi dei produttori locali,
in particolare negli ultimi anni, per
produrre selezioni totalmente secche,
solo le versioni tradizionali (totalmente
o parzialmente dolci) hanno infatti la
capacità di esprimere quell'incredibile
ventaglio di possibili situazioni olfattive
e gustative che sono alla base dei più
grandi vini della regione. Detto questo, il Rausch Trocken 2011 di Hanno
Zilliken è comunque un bianco di classe, raffinato nel frutto (pur con qualche
screpolatura erbacea), elegante nel
fraseggio al palato e salino nell’allungo. È destinato a crescere in bottiglia
in modo consistente, tuttavia l’annata non particolarmente felice sembra
avergli tolto qualcosa in termini di pura
imprevedibilità. Vedremo.
Weingut Ansgar Clüsserath
Mosel Vom Schiefer
Riesling Trocken 2011 87D
Eva Clüsserath, bellissima donna e
produttrice in forte ascesa nel borsino degli appassionati di Mosella, fa
vini estremamente secchi (una rarità
da queste parti), vinificati in vecchie
botti di legno con fermentazioni spontanee, filtrati grossolanamente dopo
la tumultuosa e maturati (sempre in
legno) a stretto contatto con le fecce.
Nascono così Riesling saporitissimi e
longevi ma disinteressati alle apparenze, arruffati nei profumi e incapaci di
comunicare nel breve periodo, diametralmente opposti a quelli solitamente impeccabili prodotti da suo marito
Philippe Witmann in Assia Renana.
Detto questo, chi ha avuto la chance
di assaggiare un Riesling della signora Clüsserath con qualche anno alle
spalle, sa che in questi casi portare
pazienza ripaga con gli interessi: io
Weingut Zilliken
Mosel Saarburg Rausch
Riesling Kabinett 2012 86+D
In apertura convince più della versione
Trocken recensita poco prima: sia per
l’immediatezza del tratto varietal/territoriale (mela, agrumi e metallo), sia
per una beva davvero confortevole,
appagata dal residuo zuccherino e
stimolata dalla freschezza della tipologia. Perde invece terreno – e dettagli
- sulla lunga distanza, mostrando una
trama non particolarmente profonda
e un sorso con qualche scissione tra
dolcezza e acidità. Succo di limone e
zucchero filato in persistenza.
Weingut Zilliken
Mosel Riesling
Butterfly 2012 85+C
Ha la leggerezza della farfalla disegnata in etichetta e tatuata in tutte le fasi
della degustazione: nel colore (paglierino dai riflessi clorofilla), nei profumi
(tratteggiati, di mela, erbe e agrumi) e
nella struttura, una piuma che solletica
il palato con il giusto mix di zuccheri e
acidità. In chiusura si semplifica sensibilmente, conservando però nitore e
compostezza anche a molti giorni dalla
stappatura. Buon QbA “da lavoro”.
RHEINGAU
Il Reno, uno dei fiumi più lunghi d’Europa, scorre per quasi mille chilometri in
direzione nord, con una sola eccezione: quando, nei pressi di Wiesbaden,
bloccato dalla catena montuosa del
Taunus, si piega ad angolo retto e
devia verso ovest per una trentina
di chilometri, fino a Rüdesheim. Qui,
Peter Jacob Kühn
Rheingau Oestrich Lenchen
Riesling Beerenauslese 2011 93H
Oggi che la biodinamica può annoverare molti estimatori, si è cominciato
a retrodatare le adesioni, un po’ per
gioco e un po’ perché primati e record
fanno gola a tutti. Una gara che Angela
e Peter Kühn rischiano seriamente di
vincere, almeno nel Rheingau, dove da
almeno dieci anni conducono l’intero
nucleo vitato di proprietà (15 ettari nel
comune di Östrich) in modo rigorosamente naturale. Una naturalità rispettata anche in cantina, attraverso lunghe riflessioni e numerose esplorazioni
sperimentali (sono stati i primi produttori a usare l’anfora, ma anche tra i
primi a cercare chiusure alternative al
sughero) che oggi si traducono in un
protocollo di vinificazione che elimina i
lieviti selezionati e adotta la macerazione nelle prime fasi della fermentazione.
I Riesling di casa Kühn sono dunque
molto personali e altrettanto riconoscibili, diversi da quelli di altri grandi intrepreti della regione (penso all’eleganza
dei vini di Robert Weil o all’ariosa perfezione dei bianchi di Josef Spreitzer)
Peter Jacob Kühn
Rheingau Oestrich Doosberg
Riesling Trocken 2010 91F
Con un millesimo straordinario (nel
Rheingau, come in tutta la Germania),
un produttore virtuoso (ma anche scrupoloso, sensibile), un nucleo importante di vecchie vigne (alcune davvero
antiche) e un grande terroir (i suoli
ricchi di quarzite del Doosberg godono
da secoli di buona reputazione) le probabilità di produrre un grande Riesling
aumentano sensibilmente. Non è dunque il risultato che sorprende, quanto il
modo in cui lo ottiene, con quei profumi
originalissimi che si formano piano
piano lasciando sullo sfondo il varietale
(cedro, zenzero, zafferano, origano) e
quella bocca carnale più che carnosa,
scoppiettante di succhi e di contrasti, di
profondità così abissale che per emergere appieno avrà bisogno di chissà
quanti anni. Lascia il segno.
ASSIA RENANA
Posta immediatamente a sud del
Rheingau, sulla sponda sinistra del
fiume Reno, tra Bingen e Magonza a
nord e Worms a sud, l’Assia Renana
(Rheinhessen in tedesco) è la regione
vitivinicola tedesca più vitata con oltre
26000 ettari. Grazie alla protezione dei
Monti Donnersberg e alla vicinanza
del Reno, il clima è in genere mite,
soleggiato e poco piovoso (la media
è di poco superiore ai 500 mm) e crea
i presupposti per una produzione di
vini bianchi di maggiore calore e di
maggiore dolcezza fruttata rispetto ai
distretti della Mosella e del Rheingau.
Chiamata dagli appassionati tedeschi la “Terra delle mille colline”, la
Rheinhessen si sviluppa sia a strettissimo contatto con il grande fiume, in
IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION
e per questo non adatti a tutti i palati.
Bianchi di norma più solari nei profumi
(le erbe aromatiche, il cedro, i frutti
tropicali) e in bocca per contro scalpitanti, incisivi, mai domi. Caratteristiche
ben conservate anche in un millesimo
mediamente poco performante come il
2011, almeno a giudicare dalla sublime
Beerenauslese assaggiata per l’occasione: naso ampio di analogie odorose
(spezie e fiori, agrumi e frutti tropicali)
e bocca viscosa, dolcissima (senza
compromessi), irradiante, succosa,
animata per giorni e per settimane da
un’inesauribile energia. Moto perpetuo.
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non lontano dalla città di Francoforte,
si sviluppa uno dei terroir viticoli più
suggestivi del pianeta: il Rheingau.
I 3200 ettari coltivati a vigna (l’80%
dei quali appannaggio dell’uva riesling) sono tutti rivolti a sud sud-ovest
e godono di un clima mite, favorito
dalla contemporanea presenza delle
alture del Taunus, naturale barriera ai
venti del nord, e del fiume Reno, che
funge da efficace regolatore termico.
Se le parcelle situate ai piedi dei Monti
Taunus crescono su terreni ricchi di
quarzite e ardesia, man mano che si
scende verso valle, in direzione del
fiume, il suolo cambia e si compone di
loess, limo e argilla. Inoltre, ad altitudini più elevate c’è maggiore ventilazione e i raggi solari sono più incisivi,
fattori che, unitamente alla matrice
pedologica, incidono attivamente non
solo sulla maturazione delle uve, ma
anche sul loro sapore e sulla loro
ricchezza minerale. I migliori Riesling
del Rheingau sfoggiano solitamente
una struttura caratterizzata da una
freschezza pungente (che li rende
adatti alla produzione di Auslese e
di vini dolci) e da profumi più intensi,
fisici e “idrocarburici” di quelli prodotti
in Mosella, in grado di evolvere magnificamente per decenni.
ENOGEA - II SERIE - N. 50
ad esempio ho da poco bevuto un
Trittenheimer Apotheke 2005 semplicemente delizioso e altri appassionati
mi confermano che il tempo da queste
parti è più che mai prezioso. Una
lunga premessa necessaria a presentare - e a interpretare - il bizzoso
Vom Schiefer Trocken 2011, Riesling
selettivo e sorprendente insieme: per
i primi tre giorni sporcato dalla riduzione e invece al quarto, quando la
fiducia ormai vacilla, miracolosamente
sintonizzato sul varietale (agrumi e
idrocarburi) e perfettamente a suo
agio al palato, vibrante e nobilissimo nella progressione acido/sapida.
Dottor Jekyll e mister Hyde.
IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION
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ENOGEA - II SERIE - N. 50
prossimità del paese di Nierstein (nella
zona della Rheinterrasse, storicamente
la più vitata), sia in un vasto entroterra collinare valorizzato più di recente,
dove la viticoltura è affiancata da altre
colture specializzate. A lungo nota per
i suoi vini leggeri, dolciastri ed economici a base di müller-thurgau (ancora
oggi molto coltivato insieme al silvaner,
che qui raggiunge risultati notevoli),
la regione gode di un rinnovato rilancio di immagine grazie a una nuova
generazione di interpreti in grado di
produrre Riesling polputi e secchi, che
nelle mani giuste possono vantare la
complessità e la profondità del bianco
di talento.
Weingut Wittmann
Rheinhessen Westhofen
Morstein Erste Lage GG
Riesling Trocken 2011 91G
La storica tenuta della famiglia
Wittmann, a Westhofen, è da secoli
una delle aziende trainanti, non solo
dell’Assia Renana, ma di tutto il Paese.
Con l’arrivo di Philippe, che ormai da
due decenni affianca papà Gunter, l’assetto aziendale ha subito un’importante ridefinizione, consolidando il già
cospicuo patrimonio viticolo (che oggi
ammonta a 25 ettari, molti dei quali
coltivati su suoli calcarei), orientando
la coltivazione verso la biodinamica e
vinificando in modo il più possibile naturale (fermentazioni con lieviti autoctoni
in vecchie botti e lungo contatto con
le fecce fini). Con queste premesse
nasce una gamma di Riesling che, a
dispetto della loro matrice “bio” (vero
e proprio campo minato di stereotipi e
fraintendimenti interpretativi), sfiora la
perfezione (ciascuno nella sua categoria, s’intende). Perfezione a mio avviso pienamente raggiunta dal Morstein
Großes Gewächs 2011: corredo aromatico tardivo, ampio e ricamato (tisana, fiori, erbe fini, oliva, muffa nobile) e
trama gustativa tridimensionale, integrale nella disposizione e sciolta nella
trazione, solare nella polpa e “lunare”
nel rilievo acido/sapido. Un vino quadrato senza essere schematico, insomma, eccellente oggi e probabilmente
immenso tra un decennio.
Weingut Wittmann
Rheinhessen Westhofener
Riesling Trocken 2012 88+E
Altro vino per il presente e per il futuro,
impeccabile nella misura e nella definizione, nella forma e nella sostanza,
nel varietale e nel carattere di zona.
Gran colore (giallo oro scarico e luminoso), naso che rimanda all’Alsazia,
ma senza toni barocchi (agrumi e
resine, miele e cera d’api) e bocca ben
disposta, precisa negli intrecci e nella
traiettoria, solida ma non vistosa, tropicale nei rimandi e salina nell’allungo.
Ottimo rapporto prezzo/qualità.
PALATINATO
Se l'Assia Renana è la zona viticola
tedesca più ricca di vigne, il Palatinato
è quella più vasta e soleggiata. I suoi
23000 ettari vitati si estendono per
un'ottantina di chilometri nella parte più
calda dell’intera Germania, lungo una
striscia di terra stretta tra la riva sinistra del Reno e la catena del Haardt,
a nord dell’Alsazia. Terra baciata dal
sole (per circa 1800 ore l’anno) e da
un clima felice, è una regione così mite
e così poco piovosa per gli standard
tedeschi che chi ha avuto modo di frequentarla in primavera, non può essere
rimasto indifferente alla fioritura dei
mandorli, che abbelliscono la famosa
Weinstrasse (la strada del vino), rendendo il panorama quasi mediterraneo.
Il comprensorio è diviso storicamente
in tre distretti: la Deutsche Weinstraße
a nord (di minor talento enologico), la
Mittelhaardt nel settore centrale (la più
rinomata dal punto di vista qualitativo)
e la Südliche Weinstraße a sud, al
confine con l'Alsazia, oggi in forte ascesa grazie all'impegno di produttori di
grande levatura, in particolare Rebholz
e Müller Catoir. Attualmente 5000 ettari
di vigna sono destinati alla coltivazione
del riesling, che in virtù di un contesto
come detto più asciutto e temperato
rispetto al resto del paese e grazie alla
presenza di terreni eccellenti per la
viticoltura (in parte marnoso-calcarei,
in parte granitici e porfirici) consegna
bianchi (secchi) non distanti dai migliori
Wachau austriaci, robusti ma fini, caldi,
luminosi, succosi e in grado di evolvere
con regolarità per decenni.
Weingut Dr. Bürklin-Wolf
Pfalz Bettina Riesling
Auslese Trocken 1990 90+F
Fondata alla fine del 1500, la Dr. Bürklin
– Wolf non è solo una delle tenute storiche di Germania, ma anche tra le
aziende tedesche più estese (in virtù
del copioso nucleo vitato di proprietà,
che oggi conta ben 90 ettari), più prolifiche (si sfiorano le 200.000 bottiglie)
e meglio considerate dalla critica e
dagli appassionati di tutto il mondo.
Cantina e vigneto sono nelle mani della
signora Bettina Bürklin von Guradze
(a cui è dedicato il vino qui recensito), che senza tradire lo spirito guida
della tradizione, negli ultimi decenni ha
dato ulteriore impulso alla produzione,
valorizzando sempre meglio le peculiarità delle singole vigne (Kalkofen,
Gaisböhl, Pechstein, Jesuitengarten,
Kirchenstück le più note) attraverso
una viticoltura biodinamica e una vinificazione che prova a fare dialogare
varietale e complessità territoriale, riuscendovi spesso. La prova di questa perfetta fusione ce la fornisce un
bellissimo Auslese Trocken del 1990,
dal piglio deciso di idrocarburi e frutti
tropicali (conditi da spezie e resine) e
dalla bocca asciutta, profilata, iodata,
agrumata, di inscalfibile tenuta all’aria.
Notevole esperienza sensoriale.
Weingut A. Christmann
Pfalz Königsbacher Ölberg
Riesling Trocken 2011 90E
Cantina di radicata tradizione, già attiva
sul mercato nazionale nella seconda
metà del 1800, è passata nella mani
della famiglia Christmann nel 1965 e
solo trent’anni dopo, con l’ingresso in
azienda del giovane Steffen (anche
presidente della potente VDP), ha finalmente assaporato le luci della ribalta.
Oggi il marchio viene regolarmente e
giustamente considerato un punto di
riferimento del Palatinato, grazie a un
robusto patrimonio di vigne importanti
(oltre al Königsbacher Ölberg, anche
Idig, Langenmorgen e Mandelgarten)
che nutrono una gamma di Riesling
tardivi e alsaziani nell’impronta, ottenuti attraverso fermentazioni spontanee, macerazioni con le bucce e lunghi affinamenti sur lie. Personalmente
ho molto apprezzato l’Ölberg 2011,
Riesling confortevole e mai noioso,
caldo e sinuoso, secco e cremoso,
ricco di profonde cesellature varietali,
minerali e rôtì. Splendido infine il suo
rapporto con l’ossigeno e potenziale
evolutivo che si prospetta importante.
Da viticoltura biodinamica.
Weingut Dr. Bürklin-Wolf
Pfalz Forster Pechstein
Erste Lage GG Riesling
Trocken 2011 89G
Il Pechstein di Forst, piantato su suoli
vulcanici, è da tempo il Cru che preferisco nella composita gamma di
Bettina Bürklin, nonché uno dei riferimenti dell’intero Palatinato, anche in
Weingut Dr. Bürklin-Wolf
Pfalz Wachenheimer
Riesling Trocken 2011 87D
Un Riesling molto espressivo, sebbene non facile: nitido nel varietale,
gratificante nella polpa e allo stesso
tempo molto grintoso, incisivo, quasi
crudo nel timbro acido/minerale. Erbe,
agrumi e un lieve fondo feccioso in
persistenza. È il bianco meno costoso
della Dr. Bürklin.
NAHE
Incuneata tra Mosella, Assia Renana
e Palatinato, la zona della Nahe si
estende lungo il corso dell’omonimo
fiume, un affluente del Reno, e ha
come centro di riferimento il paese di
Bad Kreuznach. Con i suoi 4221 ettari il
distretto rappresenta la settima regione
viticola tedesca, ma l’estrema varietà di
suoli (si contano fino a 180 micro-tipologie di terreno viticolo), la robusta presenza dell’uva riesling (che rappresenta un quarto dell’intera superficie vitata)
e il ruolo fondamentale di un produttore
Weingut Hermann Dönnhoff
Nahe Hermannshöle Erste Lage
GG Riesling Trocken 2011 89G
Helmut Dönnhoff è una leggenda
vivente. A soli vent’anni ha preso in
mano la gestione della cantina di famiglia, diventandone prima responsabile
della vinificazione e poi l’unico proprietario, nel 1971. In questi primi quarant’anni da vignaiolo ha reso la Nahe
una regione famosa attraverso i suoi
splendidi bianchi (secchi e dolci), eleganti, tecnicamente inattaccabili e allo
stesso tempo longevi. Qualità sublimate nell’Hermannshöhle di Niederhäus,
vigna di prima classe che anche nel
2011, pur senza gli acuti delle annate
memorabili, ci consegna un Riesling di
sopraffina precisione e di nobile purezza, esemplare nel frutto (tratteggiato,
stilizzato, lineare), ancora silente in
termini di pura mineralità (ci vorrà un
decennio prima di ritrovarci il timbro
idrocarburico) e solido, misurato, vitale
nella disposizione al palato. Non abbiate fretta.
Weingut Hermann Dönnhoff
Nahe Norheimer Dellchen
Erste Lage GG Riesling
Trocken 2011 88+F
I grandi vigneti della regione si trovano in prossimità della sponda sinistra
del fiume Nahe, da Bad Munster am
Stein a nord, fino al comune più meridionale di Schlossbockelheim. Ed è
in questa fascia di territorio che si
concentrano anche i migliori cru del
grande Helmut Dönnhoff: Niederhäuser
Hermannshöhle e Felsentürmchen,
Schlossböckelheimer Kupfergrube,
Oberhäuser Brücke e infine Norheimer
Dellchen, altro Grand Cru di categoria
superiore qui interpretato con la solita,
Weingut Joh. Bapt. Schāfer
Nahe Dorsheimer Pittermännchen
Riesling Spätlese 2009 88+E
Idee semplici in vinificazione e lavoro
rigoroso in campagna sono alla base
della filosofia produttiva del giovane
Sebastian Schäfer, che da un decennio
ha ereditato la tenuta paterna, inserita
nella pittoresca campagna di Dorsheim,
dove il cru Pittermännchen è fin dagli
anni ’30 del secolo scorso il gioiello più
prezioso del piccolo vigneto di famiglia.
La versione Spätlese 2009, grande
annata in tutta la Germania, apre un po’
ingessata e con qualche velatura lievitosa di troppo, ma si riscatta nel tempo
(ci vogliono un paio di giorni) portando
in dote (per un’intera settimana a bottiglia aperta) un’accattivante proposta
olfattiva (mela, mango, agrumi, resine,
erbe fini), una dolcezza piena ma non
vistosa e uno sviluppo che si raccoglie progressivamente intorno al nerbo
acido/sapido del vitigno, stimolando
perfettamente la beva. Facile, a questo
punto, trarne buoni presagi per il futuro.
Weingut Joh. Bapt. Schāfer
Nahe Dorsheimer Pittermännchen
Riesling Kabinett 2011 88D
Un vino che graffia e che ha molto da
dire, in certi momenti anche troppo, e
che pertanto reclama una certa disponibilità all’ascolto: la riduzione iniziale
è infatti insidiosa e la struttura acida
ha diversi punti di convergenza che
faticano a trovare immediata armonia.
Però quando alla fine tutto si compone
(dal terzo giorno di apertura in poi) il
quadro che ne risulta intriga per energia, definizione varietale e carattere
minerale. Non prima del 2016.
Weingut Hermann Dönnhoff
Nahe Riesling Trocken 2012 87+D
Un QbA propedeutico alla tipologia,
croccante nel frutto e nell’acidità,
composto nel varietale, rilevato nella
manovra e ricco di rimandi in chiusura.
Se di Riesling tedesco si deve parlare,
questo è uno dei punti di partenza.
IMPORTATORI: PRETZHOF SELECTION
magistrale precisione esecutiva. Un
Riesling più varietale del precedente,
ma di disegno appena meno raffinato;
più grintoso e incisivo nella dinamica
gustativa, ma di sviluppo un po’ meno
ampio e complesso. Chiude energico
quanto basta per affrontare un lungo
affinamento in bottiglia, nonostante il
millesimo non sia tra quelli, in tal senso,
più promettenti.
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Weingut A. Christmann
Pfalz Königsbacher Idig
Erste Lage GG Riesling
Trocken 2011 87+G
A guardare le marne dell’Idig di
Königsbach, bianche e calcaree, sembra di essere in Langa, e in effetti qui si
producono Riesling di spalla, robusti e
profondi, generosi di alcol e molto solari
nei profumi. Bianchi longevi e per nulla
immediati in gioventù, espressivi più
che comunicativi, austeri come molti
Chardonnay di Borgogna stappati troppo presto. Pertanto il mio consiglio, qui
più che altrove – e il 2011 non fa eccezione – è quello di aspettare, aspettare e aspettare: e se proprio non ce
la fate, allora bisogna “accontentarsi”
della bontà del frutto (solare e avvolto
in un velo sottile di muffa nobile) e della
carnosa pienezza del palato, che solo
nel finale perde mordente lasciando
spazio all’alcol. Da risentire.
del calibro di Helmut Dönnhoff, icona
mondiale del Riesling d’autore, ne
fanno una delle zone più interessanti
in assoluto. Tornando per un attimo alle
matrici pedologiche, è importante sottolineare che qui si passa da stratificazioni di quarzo e ardesia a disgregazioni
di porfido, senza dimenticare i settori
dove prevalgono sabbia e argilla, oppure l’area intorno a Münster-Sarmsheim,
caratterizzata da una forte presenza di
arenaria rossa, per tacere delle lastre
carbonifere di Niederhausen e le pietre vulcaniche del Schloßböckelheim.
I migliori Riesling della Nahe sono vini
meravigliosamente completi, minerali
ed eleganti, stilisticamente a metà strada tra Rheingau e Mosella.
ENOGEA - II SERIE - N. 50
annate sulla carta non straordinarie.
Per questa ragione non mi sorprende
la prestazione del 2011 che qui vado
a recensire: polpa soda e ben proporzionata, bel ritmo e bella spazialità
gustativa, acidità composta e stimolante allo stesso tempo, e bouquet di
agrumi, spezie e cherosene (proprio
una punta) di inequivocabile matrice
varietale. Completo e disponibile.